La sindrome del tunnel carpale è causata dalla presenza di gonfiore in tale area del polso, con il conseguente schiacciamento del nervo mediano e la comparsa di sintomi quali dolore e intorpidimento delle dita. Il trattamento classico può essere integrato con la medicina dei micronutrienti. Scoprite qui i micronutrienti che possono essere d’aiuto.
Cause e sintomi
Da che cosa è causata la sindrome del tunnel carpale?
La sindrome del tunnel carpale è causata dallo schiacciamento del nervo mediano del carpo per effetto di un gonfiore che interessa il tessuto circostante.
- Le possibili cause includono sovraffaticamento e danni da lesioni, ad esempio provocate da attività sportive o ripetitive. La sindrome del tunnel carpale può rendere inabili al lavoro, pertanto è riconosciuta come malattia professionale. Anche ripetute infiammazioni delle guaine tendinee e malattie ormonali possono essere annoverate tra gli elementi scatenanti.
- Potenziali fattori di rischio sono rappresentati da gravidanza o patologie come i reumatismi e il diabete mellito. Il tunnel carpale (canalis carpi), che circonda il nervo, può inoltre essere particolarmente ristretto già dalla nascita e il rischio di comparsa della sindrome aumenta nettamente con l’età.
Da quali sintomi si riconosce la sindrome del tunnel carpale?
I sintomi tipici della sindrome del tunnel carpale sono rappresentati da intorpidimento e formicolio al pollice, all’indice, al medio e a volte nell’anulare. Inoltre, la mano spesso si addormenta durante la notte. La progressione della malattia può portare alla comparsa di dolore che si irradia a tutta la mano, nonché al braccio e alla spalla, inizialmente di notte (brachialgia notturna) e successivamente anche durante il giorno. A volte i disturbi si alleviano scuotendo la mano interessata. Nello stadio avanzato si assiste all’atrofia dell’eminenza tenar, il gruppo di tre muscoli alla base del pollice a sua volta innervato dal nervo mediano (atrofia muscolare).
Informazioni
I vari metodi diagnostici (tra cui la manovra di Phalen e l’elettromiografia) consentono di distinguere la sindrome del tunnel carpale da quella del tunnel cubitale (neuropatia ulnare) al gomito e, in presenza di dolore cervicale, da un’ernia del disco in tale tratto spinale.
Obiettivi del trattamento
Qual è il trattamento classico della sindrome del tunnel carpale?
La terapia classica (conservativa) prevede il ricorso a fasciature, farmaci, fisioterapia o, nei casi più gravi, all’intervento chirurgico.
- Ausili: il trattamento della sindrome del tunnel carpale prevede l’impiego di un tutore rigido da indossare di notte per prevenire la flessione del polso durante il sonno e, di conseguenza, un’ulteriore pressione (compressione) a carico del nervo.
- Farmaci: l’azione del tutore può essere integrata da un’iniezione di glucocorticoidi (cortisone) nell’area interessata. Il cortisone può anche essere assunto per via orale per un periodo di due settimane, ma con minore efficacia.
- Fisioterapia: esercizi di ginnastica o di fisioterapia, agopuntura, ergoterapia, terapia delle fasce muscolari, nastro kinesiologico, ultrasuoni, terapia del campo magnetico e trattamenti chiropratici possono a loro volta contribuire ad alleviare i disturbi, anche se la loro efficacia non è stata ancora sufficientemente dimostrata a livello scientifico.
- Intervento chirurgico: se cronica o caratterizzata da sintomi molto gravi, la sindrome del tunnel carpale può migliorare con un intervento chirurgico, che prevede il taglio del legamento nel tessuto connettivo, ovvero del legamento trasverso del carpo (Ligamentum carpi transversum), il quale delimita il tunnel carpale osseo da un lato. La procedura può essere eseguita a cielo aperto o in endoscopia.
Gli obiettivi della medicina dei micronutrienti
La medicina dei micronutrienti può integrare le terapie classiche per la cura della sindrome del tunnel carpale, assicurando in primo luogo un apporto ottimale di nutrienti ai nervi e il controllo dei processi infiammatori.
- La vitamina B6 svolge un ruolo di estrema importanza nella sindrome del tunnel carpale, poiché allevia il dolore e migliora la funzionalità della mano, e andrebbe sempre assunta assieme ad altre vitamine del gruppo B.
- L’acido alfa-lipoico è un antiossidante che protegge i neuroni dai danni provocati dallo stress ossidativo.
- Gli acidi grassi omega-3 aiutano a combattere le infiammazioni.
- L’acetil-L-carnitina è importante per il metabolismo dei neuroni e partecipa in modo indiretto alla rigenerazione dei nervi.
Una carenza di vitamina D viene messa in correlazione alla sindrome del tunnel carpale poiché sembra che, in sua presenza, i sintomi siano peggiori.
Trattamento con i micronutrienti
Vitamina B6: la vitamina del tunnel carpale
Meccanismo d’azione della vitamina B6
La vitamina B6, indispensabile all’organismo per la protezione dei nervi, contribuisce alla formazione dei neurotrasmettitori e, di conseguenza, al miglioramento della funzione dei nervi. Nella medicina dei micronutrienti appartiene al gruppo delle vitamine più importanti per il trattamento della sindrome del tunnel carpale. Le prove scientifiche della sua efficacia non sono ancora definitive, tuttavia molti segnali rimandano chiaramente alla presenza di effetti positivi. La vitamina B6 è inoltre conveniente e facile da usare.
L’impiego di un tutore rigido per il polso è più efficace se accompagnato dall’assunzione di vitamina B6 come dimostrato da uno studio comparativo su 40 partecipanti suddivisi in due gruppi. Il gruppo trattato con 120 milligrammi di vitamina B6 al giorno per un periodo di tre mesi ha riportato una diminuzione di sintomi quali intorpidimento e dolore più rapida rispetto al gruppo di controllo. Anche la debolezza della mano si è ridotta e la misurazione della velocità di conduzione dell’impulso nervoso, impiegata a fini diagnostici, ha confermato i risultati.
Un ulteriore studio ha fornito indicazioni su una correlazione tra una carenza accertata di vitamina B6 e la gravità della sindrome del tunnel carpale. L’assunzione giornaliera di 50 milligrammi di vitamina B6 per 10-12 settimane ha portato alla normalizzazione dei suoi livelli e alla riduzione dei sintomi alle mani.
Dosaggio e consigli sull’assunzione della vitamina B6
Diversi studi scientifici hanno mostrato l’utilità di assumere dosi comprese tra 50 e 200 milligrammi di vitamina B6 al giorno in caso di sindrome del tunnel carpale. La somministrazione di quantità superiori deve avvenire solo sotto stretto controllo medico, poiché un sovradosaggio comporta il rischio di danni ai nervi (neuropatia).
La vitamina B6 in compresse o capsule andrebbe assunta insieme ai pasti per prevenire la comparsa di mal di stomaco.
Da considerare in caso di gravidanza/allattamento, malattie e assunzione di farmaci
Durante la gravidanza e l’allattamento le donne dovrebbero assumere dosi elevate di vitamina B6 solo in presenza di una comprovata carenza e dopo aver consultato il proprio medico.
In uno studio è stato osservato come l’assunzione quotidiana di dosi di vitamina B6 comprese tra 5 e 10 milligrammi possa ridurre il livello degli antiepilettici e indebolirne l’efficacia.
La somministrazione giornaliera di quantità superiori alle suddette riduce gli effetti del farmaco per il Parkinson levodopa, con l’intensificazione progressiva di sintomi come l’immobilità. L’impiego concomitante dei due preparati deve quindi essere assolutamente evitato.
Le vitamine del gruppo B proteggono i nervi
Meccanismo d’azione
La soluzione ottimale è quella di combinare la vitamina B6 con le altre vitamine del gruppo B (B1, B2, B12, acido folico), spesso carenti in caso di alimentazione non equilibrata. Inoltre, le vitamine del gruppo B, che si influenzano reciprocamente nella loro funzione, possono contribuire ulteriormente ad alleviare i sintomi e a prevenire il peggioramento dei danni ai nervi:
- La vitamina B1 partecipa al metabolismo dei carboidrati, la principale fonte di energia del sistema nervoso. Alcuni studi hanno inoltre mostrato come l’assunzione di vitamina B1 possa avere un effetto analgesico.
- La vitamina B2 (riboflavina) attiva la vitamina B6 e partecipa al metabolismo dell’acido folico, intervenendo nella rigenerazione e nella crescita dei nervi danneggiati. In casi singoli la somministrazione di vitamina B2 (50 milligrammi al giorno) ha migliorato i sintomi della sindrome del tunnel carpale e si è rivelata ancora più efficace se assunta assieme alla vitamina B6.
- L’acido folico (vitamina B9) è importante per la divisione cellulare e per i processi di crescita nell’organismo, oltre ad essere necessario per la rigenerazione dei neuroni.
- La vitamina B12 è indispensabile per la produzione di moltineurotrasmettitori e contribuisce a proteggere i neuroni.
I 48 partecipanti adulti di uno studio portoghese affetti da sindrome del tunnel carpale sottoposti per due mesi a trattamento con una combinazione di acido folico, vitamina B12 e uridina monofosfato (UMP) hanno riportato durante il periodo in questione una significativa diminuzione del dolore, che ha permesso di ridurre le dosi degli analgesici e dei farmaci antinfiammatori somministrati.
Dosaggio e consigli sull’assunzione
I medici specializzati in micronutrienti consigliano fino a 50 milligrammi di vitamina B2, da 50 a 100 milligrammi di vitamina B1 e 500 microgrammi di vitamina B12.
Le compresse o capsule andrebbero assunte insieme a un pasto perché in questo modo sono più tollerabili per lo stomaco.
L’acido alfa-lipoico contribuisce ad alleviare i sintomi
Meccanismo d’azione dell’acido alfa-lipoico
L’acido alfa-lipoico svolge tre funzioni significative per il trattamento della sindrome del tunnel carpale: inibisce le infiammazioni, migliora il metabolismo energetico dei neuroni e ha proprietà antiossidanti. Gli antiossidanti contrastano lo stress ossidativo che viene messo in correlazione all’insorgenza della sindrome del tunnel carpale.
In uno studio clinico comparativo controllato i ricercatori hanno constatato come l’assunzione di 600 milligrammi di acido alfa-lipoico in combinazione con 360 milligrammi di acido gamma-linoleico al giorno riducesse i sintomi della sindrome del tunnel carpale, con una diminuzione del dolore e un miglioramento nei movimenti di presa. Dopo tre mesi anche la velocità di conduzione dell’impulso nervoso ha mostrato valori superiori, indicativi di un processo di rigenerazione dei nervi.
La somministrazione di acido alfa-lipoico nei tre mesi precedenti e successivi a un intervento chirurgico al tunnel carpale può inoltre influenzare positivamente il processo di guarigione, come mostrato da uno studio controllato con placebo condotto in Italia.
In generale, gli studi iniziali hanno fornito risultati incoraggianti sugli effetti dell’acido alfa-lipoico sulla sindrome del tunnel carpale.
Consiglio
L’acido alfa-lipoico ha mostrato un’efficacia ancora maggiore in combinazione con le vitamine del gruppo B.
Consigli sull’assunzione dell’acido alfa-lipoico
L’acido alfa-lipoico ha dimostrato la propria efficacia a dosi giornaliere di 600 milligrammi, con risultati ancora migliori in caso di sindrome del tunnel carpale se combinato con le vitamine del gruppo B.
L’acido alfa-lipoico dovrebbe essere assunto a stomaco vuoto tra i pasti, ad esempio da 30 a 45 minuti prima di mangiare, perché gli alimenti ne riducono l’assorbimento nell’intestino.
Consiglio
Una sua assunzione prolungata nell’arco di più settimane può provocare un deficit di biotina poiché inibisce gli enzimi che da essa dipendono. È pertanto opportuno integrare la biotina con dosi comprese tra 100 e 500 microgrammi al giorno.
Da considerare in caso di gravidanza/allattamento
Vista l’assenza di dati empirici sull’assunzione nel lungo termine, le donne incinte dovrebbero avviare una terapia a base di acido alfa-lipoico solo sotto controllo medico, anche se ad oggi non è noto un aumento dei rischi. Ricercatori americani non hanno osservato alcun effetto negativo su madri e nascituri dopo aver somministrato 600 milligrammi di acido alfa-lipoico al giorno a 610 donne incinte per un periodo di sette settimane.
Le donne che allattano dovrebbero assumere l’acido alfa-lipoico solo dopo un’accurata valutazione e sotto controllo medico, data la totale assenza di dati afferenti a questo gruppo di pazienti. Non si ha notizia di un passaggio dell’acido alfa-lipoico al latte materno.
Acidi grassi omega-3 contro l’infiammazione e il dolore
Meccanismo d’azione degli acidi grassi omega-3
Infiammazioni e irritazioni nervose causano dolore al tunnel carpale. Gli acidi grassi omega-3 riducono la produzione di sostanze infiammatorie da parte dell’organismo, che con il loro aiuto rilascia al tempo stesso neurotrasmettitori in grado di risolvere attivamente le infiammazioni. Gli acidi grassi omega-3 sono inoltre necessari per la costituzione della membrana dei neuroni e influenzano in questo modo la trasmissione dei segnali nervosi.
L’effetto antinfiammatorio degli acidi grassi omega-3 è già stato dimostrato in numerosi studi. Questi acidi grassi sono efficaci contro infiammazioni di vario tipo, ad esempio a carico delle articolazioni o dell’intestino, nonché in caso di malattie cardiovascolari, con sviluppi promettenti anche nella riduzione delle infiammazioni nervose. Gli acidi grassi omega-3 influiscono dunque su molte malattie che interessano i nervi, in cui un ruolo importante è svolto da infiammazioni e danni ai nervi (ad esempio neuropatia in caso di diabete, Alzheimer, ictus e lesioni cerebrali e del midollo spinale).
Ad oggi le ricerche incentrate specificamente sulla sindrome del tunnel carpale sono ancora poche, ma lasciano intravedere risultati positivi. L’assunzione di acidi grassi omega-3 da parte di adulti con sindrome del tunnel carpale ha ridotto il dolore e facilitato i movimenti di presa. I ricercatori hanno somministrato dosi elevate (2.400-7.200 milligrammi al giorno) in quantità differenti per un periodo prolungato a 5 soggetti affetti da patologie di vario tipo accompagnate da nevralgie. Tutti i partecipanti hanno riportato una diminuzione del dolore e un aumento della funzionalità dell’arto interessato. Si prevedono ricerche di maggiori dimensioni sull’argomento.
Dosaggio e consigli sull’assunzione degli acidi grassi omega-3
Lo studio di casi ha dimostrato l’efficacia di dosi elevate di olio di pesce (2.400 e 7.200 milligrammi). La quantità giornaliera di acidi grassi omega-3 da assumere in presenza di infiammazioni è compresa tra 2.400 e 4.000 milligrammi.
Da considerare in caso di gravidanza/allattamento, malattie e assunzione di farmaci
Non sono tuttavia disponibili informazioni sugli effetti degli integratori di omega-3 ad alto dosaggio (oltre 3.000 milligrammi) durante la gravidanza e l’allattamento. Per questo motivo la loro assunzione dovrebbe avvenire solo sotto controllo medico.
Gli acidi grassi omega-3 amplificano l’effetto degli anticoagulanti come Marcumar®, Coumadin® e Aspirina®, le cui dosi devono essere adattate di conseguenza. Lo stesso vale per gli antipertensivi come i betabloccanti (Concor®, Lopresor®) o gli ACE-inibitori (Krupil®, Capoten®), poiché gli acidi grassi omega-3 possono contribuire ad abbassare la pressione sanguigna.
L’acetil-L-carnitina rifornisce i nervi di energia
Meccanismo d’azione dell’acetil-L-carnitina
L’acetil-L-carnitina consente di produrre energia dagli acidi grassi, stimolando così il metabolismo dei neuroni. Negli studi sugli animali ha inoltre favorito la rigenerazione dei nervi. Sono già numerosi gli studi che testano con successo l’azione della carnitina su nevralgie, neuropatie (dovute al diabete), lesioni e infiammazioni nervose. I primi dati sono disponibili anche per la sindrome del tunnel carpale.
L’assunzione di acetil-L-carnitina per quattro mesi ha ridotto il dolore dovuto a forme lievi e medie della sindrome del tunnel carpale, come riscontrato da ricercatori italiani in uno studio con 82 partecipanti ai quali tale sostanza è stata somministrata in due dosi giornaliere di 500 milligrammi. L’esito è stato ricondotto alla sua azione protettiva sui nervi.
L’impiego di acetil-L-carnitina dopo un intervento al tunnel carpale non ha tuttavia mostrato alcun risultato misurabile.
Dosaggio e consigli sull’assunzione dell’acetil-L-carnitina
Gli studi hanno dimostrato l’efficacia di due dosi giornaliere di 500 milligrammi ciascuna. L’acetil-L-carnitina può avere un effetto stimolante e per questo andrebbe assunta al mattino, onde evitare disturbi del sonno.
L’acetil-L-carnitina è ben tollerabile e solo raramente si assiste alla comparsa di lievi effetti collaterali, come leggeri problemi digestivi.
Da considerare in caso di gravidanza/allattamento, malattie e assunzione di farmaci
Ad oggi non sono disponibili studi approfonditi sull’assunzione a lungo termine di acetil-L-carnitina durante la gravidanza e l’allattamento, che per questo dovrebbe avvenire solo previa consultazione del proprio medico.
Informazioni
L’L-carnitina sotto forma di tartrato non presenta controindicazioni durante la gravidanza, quando è addirittura consigliabile assicurarne il corretto apporto poiché questa sostanza indispensabile per lo sviluppo di cuore e polmoni.
Vitamina D e nevralgie
Meccanismo d’azione della vitamina D
Si suppone l’esistenza di un legame tra una carenza di vitamina D e la gravità della sindrome del tunnel carpale. Il ruolo preciso della vitamina D nella sindrome del tunnel carpale è attualmente oggetto di studio.
La sindrome del tunnel carpale è più grave nei soggetti con una carenza di vitamina D, che manifestano dolori più intensi rispetto alle persone senza tale deficit. Gli autori degli studi suppongono che la sindrome del tunnel carpale possa addirittura essere provocata da una carenza di vitamina D, da cui l’opportunità di testarne i livelli nei pazienti.
Ad oggi non si dispone di studi interventistici atti a dimostrare che l’assunzione di vitamina D allevi i sintomi dovuti alla sindrome del tunnel carpale.
La carenza di vitamina D è molto frequente alle nostre latitudini. Date le numerose proprietà positive della vitamina D nella prevenzione di molte malattie e l’assenza di effetti collaterali di rilievo, vale la pena provare ad utilizzarla per il trattamento della sindrome del tunnel carpale.
Dosaggio e consigli sull’assunzione della vitamina D
In assenza di una carenza comprovata è possibile testare una dose compresa tra 1.000 e 2.000 unità internazionali per ottenere un miglioramento del quadro clinico della sindrome del tunnel carpale.
In linea di principio il dosaggio di un integratore di vitamina D deve basarsi sui valori ematici, con quantità superiori in caso di carenza. Gli esami di laboratorio sono particolarmente importanti nel caso delle persone anziane e delle donne in gravidanza, che costituiscono gruppi a rischio di una carenza di vitamina D e sono maggiormente esposte alla possibilità di sviluppare la sindrome del tunnel carpale.
Determinazione dei livelli di vitamina D in laboratorio
La vitamina D viene trasportata nel sangue in una forma particolare, nota come vitamina D 25(OH) (calcidiolo), la quale è ben rilevabile nel siero ematico. I valori ottimali dovrebbero oscillare tra 40 e 60 nanogrammi per millilitro.
Si consiglia di eseguire un controllo regolare dei valori ematici della vitamina D, se possibile due volte l’anno.
Da considerare in caso di assunzione di farmaci e malattie
L’assunzione concomitante di vitamina D e diuretici (tiazidici) richiede il regolare controllo del calcio, il cui livello nel sangue viene aumentato da entrambe le sostanze. Tra i tiazidici figurano i principi attivi idroclorotiazide (Microzide®, Esidrex®), xipamide (ad esempio Aquafor®, Neotri®) e indapamide (ad esempio Natrilix®, Sicco®).
L’assunzione di vitamina D è sconsigliata in presenza di una diagnosi di sarcoidosi (malattia di Boeck), una malattia infiammatoria del tessuto connettivo. Le persone che ne soffrono presentano spesso un livello di calcio oltre la norma e l’integrazione di vitamina D può aggravare ulteriormente la situazione.
Dosaggi in breve
Dosi giornaliere consigliate dalla medicina ortomolecolare in caso di sindrome del tunnel carpale | |
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Vitamina B6 | da 50 a 200 milligrammi (mg) |
Vitamina B1 | da 50 a 100 milligrammi |
Vitamina B2 | fino a 50 milligrammi |
Vitamina B12 | 500 microgrammi (µg) |
Acido alfa-lipoico | 600 milligrammi |
Acidi grassi omega-3 | da 2.400 a 4.000 milligrammi |
Acetil-L-carnitina | 1.000 milligrammi suddivisi in 2 dosi |
Vitamina D | da 1.000 a 2.000 unità internazionali (determinazione dei valori di laboratorio per il rilevamento di un’eventuale carenza) |
Esami di laboratorio consigliati in breve
Esami del sangue consigliati in caso di sindrome del tunnel carpale
Valori normali | |
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Vitamina D | da 40 a 60 nanogrammi per millilitro (ng/ml) |
Sostegno ai farmaci tramite i micronutrienti
Glucocorticoidi (cortisone): contenimento degli effetti collaterali
I glucocorticoidi (cortisone) impiegati come antinfiammatori nella sindrome del tunnel carpale inibiscono l’assorbimento del calcio nell’intestino. Problematici sono ad esempio i principi attivi prednisone (come Lodotran® e Deltacortene®) o budesonide (Budiair® o Aircort®).
Una carenza di calcio può essere contrastate con l’assunzione di 1 000 milligrammi al giorno. Le vitamine D e K2 sono a loro volta indispensabili, poiché favoriscono rispettivamente l’assorbimento del calcio a livello intestinale e il suo deposito nelle ossa. La dose di vitamina D dovrebbe essere di 2.000 unità internazionali, da assumere preferibilmente dopo l’esecuzione di un test di laboratorio per accertare un’eventuale carenza. Per la vitamina K2 si consigliano 150 microgrammi al giorno.
L’efficacia di una terapia a base di micronutrienti di questo tipo è stata confermata da una meta-analisi condotta da un gruppo di ricercatori che ha preso in esame i risultati di cinque studi differenti: è possibile prevenire più facilmente la demineralizzazione delle ossa somministrando in parallelo calcio e vitamina D.
I glucocorticoidi aumentano inoltre l’eliminazione di vitamina C, magnesio e zinco, aumentando il rischio di una loro carenza. Il fabbisogno può essere coperto somministrando, ad esempio, da 200 a 500 milligrammi di vitamina C, 250 milligrammi di magnesio e da 10 a 20 milligrammi di zinco al giorno.
Analgesici
La sindrome del tunnel carpale è spesso accompagnata dalla regolare assunzione di analgesici. I micronutrienti consentono di amplificarne l’effetto o di attenuarne gli effetti collaterali.
Paracetamolo
I micronutrienti possono contribuire a proteggere il fegato dagli effetti collaterali provocati dall’assunzione di paracetamolo (ad esempio Tachipirina®, Acetamol®,) a dosi elevate o per un periodo di tempo prolungato: l’N-acetilcisteina (400 milligrammi al giorno) e la colina (da 300 a 600 milligrammi al giorno) influenzano positivamente in vario modo i processi epatici. L’N-acetilcisteina viene utilizzata anche nella pratica clinica in caso di intossicazione acuta da paracetamolo.
Diclofenac
Le vitamine del gruppo B hanno già dimostrato in numerosi studi la capacità di amplificare l’azione analgesica del principio attivo diclofenac (ad esempio Voltaren®, Dolhexal®). In uno studio in doppio cieco di alto livello condotto su 48 pazienti affetti da artrosi, la somministrazione di un complesso di vitamine B (ad esempio ogni giorno: 50 milligrammi di vitamina B1, 50 milligrammi di vitamina B6 e 1 milligrammo di vitamina B12) in combinazione con il diclofenac ha ridotto maggiormente il dolore rispetto alla sola assunzione di diclofenac.
Acido acetilsalicilico (ASA)
L’assunzione regolare di acido acetilsalicilico (ASA), commercializzato tra gli altri con i nomi Aspirina® o Vivin®, aumenta il rischio di carenze vitaminiche, che possono essere prevenute con gli integratori alimentari. È questo il caso della vitamina B12 (250 microgrammi al giorno), dell’acido folico (400 microgrammi al giorno) e della vitamina C, che al tempo stesso svolge una funzione protettiva sullo stomaco, come mostrato anche da uno studio in cui i soggetti adulti e sani hanno assunto ASA per quattro giorni con e senza vitamina C. La comparsa di problemi gastrici è stata infatti minore nei partecipanti che hanno assunto contemporaneamente la vitamina C. La quantità consigliata è di due dosi di 500 milligrammi al giorno.
Dosaggi in breve
Dosi giornaliere di micronutrienti consigliate in caso di assunzione di farmaci
Glucocorticoidi (cortisone) | |
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Calcio | 1.000 milligrammi (mg) |
Vitamina D | da 2.000 a 4.000 unità internazionali (UI) |
Vitamina K2 | 150 microgrammi (µg) |
Vitamina C | da 200 a 500 milligrammi |
Magnesio | 300 milligrammi |
Zinco | da 10 a 20 milligrammi |
Paracetamolo | |
---|---|
N-acetilcisteina | 400 milligrammi |
Colina | da 300 a 600 milligrammi |
Diclofenac | |
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Vitamina B1 | 50 milligrammi |
Vitamina B6 | 50 milligrammi |
Vitamina B12 | 1 milligrammo |
Acido acetilsalicilico (ASA) | |
---|---|
Vitamina B12 | 250 microgrammi |
Acido folico | 400 microgrammi |
Vitamina C | 1.000 milligrammi suddivisi in 2 dosi |
Riepilogo
La sindrome del tunnel carpale è caratterizzata dalla presenza di gonfiore del tessuto in tale area del polso, che esercita pressione sul nervo mediano con la conseguente comparsa di dolore, formicolio e perdita di funzionalità delle dita. La prima fase del trattamento prevede l’impiego di un tutore rigido per evitare la flessione della mano e può essere accompagnata dalla somministrazione di cortisone sotto forma di iniezioni o di compresse per un periodo di due settimane. In mancanza di risultati soddisfacenti, un intervento chirurgico può migliorare il quadro clinico.
La terapia a base di micronutrienti può aiutare ad alleviare i sintomi e ridurre gli effetti collaterali di un’eventuale trattamento farmacologico, dando la massima priorità all’azione antinfiammatoria e all’apporto ottimale di nutrienti ai nervi. Le sostanze utilizzate includono le vitamine del gruppo B, tra cui la vitamina B6 è particolarmente importante, l’acido alfa-lipoico, gli acidi grassi omega-3, l’acetil-L-carnitina e la vitamina D, combinati tra loro per ottimizzare il risultato.
I micronutrienti possono contribuire a ridurre gli effetti collaterali legati all’assunzione di farmaci per la sindrome del tunnel carpale. I glucocorticoidi (cortisone) impiegati a volte come antinfiammatori inibiscono l’assorbimento del calcio, da integrare in combinazione con le vitamine D e K2 che ne favoriscono l’assimilazione nell’intestino e il deposito nelle ossa. Il cortisone aumenta inoltre l’eliminazione di vitamina C, magnesio e zinco.
L’N-acetilcisteina e la colina proteggono il fegato dall’analgesico paracetamolo. Le vitamine del gruppo B amplificano l’effetto del diclofenac. L’acido acetilsalicilico può causare una carenza di vitamina B12 e vitamina C. Un preparato a base di vitamina C è particolarmente indicato per la sua azione protettiva sullo stomaco.
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