Isoflavoni: un aiuto durante la menopausa

Come agiscono gli isoflavoni e quando sono utilizzati

Gli isoflavoni sono flavonoidi il cui effetto è simile a quello degli ormoni. Spesso sono quindi utilizzati dalla medicina dei micronutrienti per combattere i disturbi legati alla menopausa e compensare la perdita degli ormoni naturali. Leggete qui quando vengono utilizzati gli isoflavoni e a cosa occorre prestare attenzione.

Coppia di anziani dopo un trasloco
Gli isoflavoni sono flavonoidi il cui effetto è simile a quello degli ormoni. Immagine: Paul Bradbury/iStock/Getty Images Plus

Proprietà e presenza negli alimenti

Proprietà degli isoflavoni

Gli isoflavoni sono flavonoidi prodotti dalle piante. Non sono necessari per l’organismo, ma contribuiscono in modo significativo alla salute e non possono mancare in un’alimentazione equilibrata.

Gli isoflavoni presentano una struttura chimica che assomiglia a quella degli estrogeni, gli ormoni umani, ed esercitano anche un effetto simile nell’organismo. Gli isoflavoni sono anche chiamati ormoni vegetali (fitormoni) e assumono diverse sottoforme. Tra le più note ci sono la daidzeina e la genisteina.

Presenza negli alimenti

Immagine di una pianta di soia con semi
Gli isoflavoni sono presenti soprattutto negli alimenti a base di soia o che contengono soia. Per questo motivo gli asiatici assumono molti più isoflavoni: la loro cucina è ricca di piatti e prodotti a base di soia. Immagine: eAlisa/iStock/Getty Images Plus

Gli isoflavoni sono presenti soprattutto negli alimenti a base di soia o che contengono soia. Per questo motivo gli asiatici assumono molti più isoflavoni: la loro cucina è ricca di piatti e prodotti a base di soia. La loro concentrazione negli alimenti è molto differente. Esistono alimenti che contengono un solo tipo di isoflavone e altri che ne contengono diversi tipi, ma in quantità molto differenti.

Importanti fonti di isoflavoni:

Milligrammi (mg) di daidzeina per 100 grammi (g)

Milligrammi di genisteina per 100 grammi

Pasta di miso

37,6

19

Tempeh

32

7,6

Tofu

16

15,9

Pasta di soia

17,1

1,8

Soia

da 10,5 a 85

-

Mela

0,0124

da 26,8 a 102,5

 Nota: i valori possono oscillare.

Classificazione

Funzioni nell’organismo

L’assorbimento di isoflavoni nell’organismo

Una volta assunti, i composti di isoflavone vengono assorbiti nell’intestino tenue e trasportati al fegato, per poi raggiungere gli organi attraverso il sangue.

La maggior parte dei composti di isoflavone viene poi eliminata attraverso i reni e una piccola parte attraverso la cistifellea. Gli isoflavoni non assorbiti nell’intestino tenue vengono trasformati nell’intestino crasso dai batteri intestinali in diversi prodotti intermedi, rilevabili poi nelle feci.

Il parere degli esperti

Si discute se anche questi prodotti intermedi siano vantaggiosi per la salute. Tra questi figura l’equolo, che presumibilmente protegge dalle malattie cardiovascolari. Non tutte le persone sono però in grado di produrlo: solo batteri intestinali molto specifici riescono a creare questo prodotto intermedio. Sono necessarie ulteriori ricerche per determinare se sia possibile influenzarne la produzione, ad esempio assumendo i rispettivi batteri.

Come agiscono gli isoflavoni?

Il meccanismo d’azione dei fitormoni è uguale a quello degli ormoni naturali: si legano in punti determinati del corpo, i cosiddetti recettori ormonali. Tutte le sostanze che si legano a questi recettori ormonali possono anche intervenire nei processi di regolazione dell’organismo.

La struttura degli isoflavoni è simile a quella dell’estrogeno, l’ormone sessuale femminile, pertanto possono legarsi agli stessi recettori, nonostante il loro effetto sia sensibilmente inferiore.

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Uso durante la menopausa e in caso di malattie

Gli isoflavoni sono d’aiuto durante la menopausa

Immagine del livello degli estrogeni in base all’età
Il livello degli estrogeni nelle donne diminuisce durante la menopausa, con conseguenti alterazioni fisiche ed emotive. Le donne soffrono di vampate di calore e, in alcuni casi, di osteoporosi o depressione. Immagine: newannyart/iStock/Getty Images Plus

Il livello di estrogeni nelle donne diminuisce quando entrano in menopausa, una fase della vita che comporta alterazioni fisiche ed emotive. Le donne soffrono di vampate di calore e, in alcuni casi, anche di osteoporosi o depressione.

Dall’analisi di numerosi studi è risultato evidente che gli isoflavoni hanno un effetto positivo sui disturbi legati alla menopausa: grazie al loro effetto simile a quello degli ormoni, compensano in parte la perdita degli estrogeni. Inoltre, è dimostrato che gli isoflavoni impediscono la distruzione degli estrogeni naturali. Rispetto alla classica terapia ormonale sostitutiva, il loro effetto è inferiore ma sono più tollerabili.

È dimostrato che gli isoflavoni aiutano a ridurre le vampate di calore. Un’analisi di 16 studi con un totale di 1.710 partecipanti ha dimostrato che gli isoflavoni contenuti nella soia riducono di un quarto le vampate di calore, ma per ottenere un risultato positivo bisogna assumerli per almeno dodici settimane.

Per alleviare i disturbi della menopausa si consigliano da 40 a 90 milligrammi di isoflavoni al giorno. In ogni caso, si deve sempre consultare un medico se si desidera iniziare una terapia ormonale sostitutiva a base di isoflavoni. Inoltre, è necessario controllare il livello ormonale nel sangue per determinare l’eventuale assenza di estrogeni naturali.

Gli isoflavoni proteggono dalla perdita ossea

Studi medici ed esperimenti sugli animali dimostrano l’effetto protettivo degli isoflavoni contro la perdita ossea, indipendentemente dalla causa. Questi studi confermano quello che alcune ricerche sulla diffusione e sulle cause di varie malattie già facevano presumere: nei paesi asiatici, dove si consumano molti più isoflavoni attraverso l’alimentazione quotidiana rispetto ai paesi europei, il rischio di fratture dell’anca è sensibilmente inferiore. Gli isoflavoni possono aumentare la densità ossea fino al 54 percento.

Anche gli europei beneficiano degli effetti positivi degli isoflavoni sulle ossa: i soggetti che hanno assunto per un anno latte arricchito con 50 milligrammi di isoflavoni hanno presentato un calo dei marcatori nel sangue che generalmente riflettono un aumento della perdita ossea. Gli isoflavoni attivano i recettori degli estrogeni che si trovano sulle ossa, favorendo l’accumulo di calcio. Per prevenire l’osteoporosi si consigliano da 35 a 70 milligrammi di isoflavoni, ma la dose esatta va concordata con il medico.

Ingrossamento della prostata: gli isoflavoni sono utili anche per gli uomini

Esperimenti sugli animali hanno dimostrato che gli isoflavoni hanno un effetto positivo in caso di iperplasia prostatica, ovvero di ingrossamento dell’organo dovuto a un aumento delle cellule che può essere di natura benigna o maligna.

Gli isoflavoni riducono un particolare prodotto ormonale secondario, il cosiddetto diidrotestosterone (DHT). Il DHT deriva dal testosterone, l’ormone sessuale maschile, ed è responsabile dell’ingrossamento della prostata. Un primo studio medico condotto su 35 uomini ha confermato l’effetto positivo sul DHT, ma tale risultato deve essere supportato da ulteriori studi in merito.

In caso di ingrossamento della prostata, si consiglia di assumere da 35 a 70 milligrammi di isoflavoni. Tuttavia, se si è iniziata arbitrariamente una terapia a base di isoflavoni e si sospettano alterazioni prostatiche, il trattamento va interrotto. Occorre consultare il proprio medico per decidere le modalità di assunzione e la dose.

I fitormoni possono ridurre il rischio di tumore al seno?

L’efficacia degli isoflavoni nella prevenzione del cancro è attualmente oggetto di discussione. Mentre in passato si partiva dal presupposto che gli isoflavoni potessero aumentare il rischio di sviluppare un tumore al seno, tutti gli ultimi studi dimostrano il contrario, ossia che gli isoflavoni, in particolare quelli contenuti nella soia, riducono il rischio di tumore al seno. La genisteina in particolare può attivare le cellule difensive antitumorali e al contempo bloccare le cellule che possono a loro volta contrastare le cellule difensive.

Tuttavia, sono necessari studi più approfonditi che dimostrino che sia effettivamente possibile consigliare l’uso senza riserve degli isoflavoni di soia nella prevenzione del tumore al seno. Una cosa è certa: un normale consumo di soia non aumenta nelle donne sane il rischio di tumore al seno e probabilmente aiuta addirittura a ridurlo.

Informazioni

È consigliata prudenza in caso di cancro al seno già trattato o di un aumento del rischio di contrarlo. Nelle donne già colpite da tumore ormone-dipendente, si crede gli isoflavoni possano avere un effetto opposto a quello desiderato, ovvero aumentare il rischio di recidiva. Pertanto, le donne colpite da tumore al seno non dovrebbero assumere isoflavoni. Chi in famiglia ha casi di tumore al seno ed è quindi esposto a un rischio maggiore dovrebbe parlare con il proprio medico per capire se è consigliabile assumere isoflavoni.

Panoramica delle dosi consigliate in caso di malattie

Dosi giornaliere consigliate di isoflavoni in milligrammi (mg)

Disturbi della menopausa

da 40 a 90

Osteoporosi

da 35 a 70

Ingrossamento della prostata

da 35 a 70

Informazioni

In linea di massima l’assunzione di isoflavoni andrebbe discussa con il proprio medico.

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Consigli sull’assunzione

Quando e come andrebbero assunti gli isoflavoni?

Dottoressa con un preparato a base di isoflavoni
I preparati a base di isoflavoni sono disponibili sul mercato sotto forma di compresse o capsule. Sono disponibili anche pomate o creme con isoflavoni. Immagine: demaerre/iStock/Getty Images Plus

È possibile optare per preparati a base di isoflavoni oppure seguire un’alimentazione ricca di questi flavonoidi: dipende dalle preferenze personali. Per assumere ad esempio 100 milligrammi di isoflavoni basta consumare 70 grammi di farina di soia, 80 grammi di zuppa di miso o 147 grammi di germogli di fagiolo mungo.

Sul mercato sono disponibili preparati a base di isoflavoni sotto forma di compresse o capsule. Sono disponibili anche pomate o creme con isoflavoni. Compresse e capsule dovrebbero essere assunte insieme ai pasti perché in questo modo risultano più tollerabili che non a stomaco vuoto.

Come si può riconoscere un buon preparato a base di isoflavoni?

I preparati di alta qualità contengono estratti con una quantità ben definita di principio attivo, che assicura un contenuto stabile di isoflavoni. Il loro contenuto nella soia o nel trifoglio polverizzato è infatti altamente variabile. Nei preparati di buona qualità la quantità di isoflavoni è sempre indicata chiaramente e, come raccomandato dalla European Food Safety Authority (EFSA), non dovrebbe superare i 100 milligrammi.

Inoltre, i preparati di buona qualità sono il più possibile privi di eccipienti come gli esaltatori di sapidità e gli aromi.

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Sovradosaggio, interazioni e avvertenze in caso di disturbi della tiroide, tumori e allergie

Esiste il rischio di sovradosaggio di isoflavoni?

Studi condotti sull’uomo dimostrano che l’assunzione di 100-300 milligrammi di isoflavoni di soia al giorno non causa effetti collaterali. Si tratta in gran parte di studi a breve termine, pertanto non è ancora possibile valutare l’assunzione di dosi elevate anche nel lungo periodo. Gli asiatici consumano ogni giorno una media di 80 milligrammi di isoflavoni contenuti nella soia senza che questo provochi effetti collaterali.

Nonostante i diversi studi con esito positivo, gli isoflavoni sono ancora oggetto di discussioni critiche. Nel 2015, la European Food Safety Authority (EFSA) ha pubblicato uno studio secondo il quale l’assunzione di preparati a base di isoflavoni estratti da soia o trifoglio dei prati è sicura durante la menopausa se non vengono superate le seguenti dosi in adulti sani:

  • 100 milligrammi di isoflavoni di soia al giorno per un massimo di 10 mesi e
  • 43,5 milligrammi di isoflavoni contenuti nel trifoglio dei prati al giorno per un massimo di tre mesi.

Nella pratica, le dosi generalmente prescritte sono inferiori a questi valori limite e sono quindi sicure. In caso di dubbi in merito alla sicurezza degli isoflavoni, si consiglia di consultare il proprio medico.

A causa del loro effetto simile a quello degli ormoni, gli isoflavoni non sono adatti per bambini e adolescenti.

Gli isoflavoni di soia riducono l’efficacia dei farmaci per la tiroide

Gli isoflavoni di soia possono limitare l’assorbimento della levotiroxina (ad esempio Eutirox®) nell’intestino, riducendone l’efficacia. In determinati casi la dose di levotiroxina va adeguata, ma solo previo consulto con il proprio medico e a seguito di approfonditi esami di laboratorio.

Gli isoflavoni influenzano la tiroide?

Secondo uno studio degli anni Novanta, gli isoflavoni di soia causerebbero un ingrossamento della tiroide.

Studi più recenti sostengono invece il contrario. In uno studio del 2010, alcune donne in menopausa hanno assunto per tre anni 54 milligrammi di isoflavoni di soia al giorno, una dose di gran lunga superiore rispetto agli studi precedenti, e nonostante il periodo di assunzione prolungato i valori e il funzionamento della tiroide sono rimasti invariati. Anche uno studio tedesco del 2015 ha confermato che gli isoflavoni non hanno alcun effetto negativo sulla tiroide.

Isoflavoni di soia e tumori nelle donne: cosa occorre sapere

Anche se probabilmente gli isoflavoni riducono il rischio di tumore, possono incrementare il rischio di recidiva di un tumore ormone-dipendente già trattato, ad esempio il tumore al seno o all’utero.

Inoltre, riducono l’effetto del tamoxifene (Kessar®, Nomafen®, Nolvadex®, Sertam®), un principio attivo antitumorale. Le donne che hanno già un tumore e quelle in terapia con il tamoxifene dovrebbero quindi evitare assolutamente i preparati a base di isoflavoni.

Isoflavoni di soia: indicazioni in caso di allergia ai pollini di betulla

Gli allergici ai pollini di betulla devono fare attenzione perché spesso anche i prodotti contenenti soia possono causare reazioni che portano poi a un’allergia incrociata.

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Riepilogo

Sebbene siano ancora oggetto di discussione, gli ultimi studi dimostrano che gli isoflavoni hanno un’influenza positiva sui disturbi della menopausa. Anche gli uomini possono trarre beneficio dagli isoflavoni, perché contribuiscono a contrastare le alterazioni del tessuto prostatico e migliorano la densità ossea.

La cosa importante è non superare la dose giornaliera di 100 milligrammi consigliata dall’EFSA ed eventualmente sottoporsi a un controllo dei livelli ormonali. Si consiglia poi di concordare con il medico anche la dose corrispondente di isoflavoni da assumere sotto forma di compresse o capsule.

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Indice degli studi e delle fonti

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