Trattamento dei bruciori di stomaco con la medicina dei micronutrienti

Minerali, acidi grassi e principi attivi di origine vegetale possono alleviare i bruciori di stomaco e favorire la guarigione della mucosa esofagea

I bruciori di stomaco, provocati dal reflusso dell’acido gastrico nell’esofago, si manifestano spesso con una sgradevole sensazione di bruciore in corrispondenza dello sterno. Se regolare, il disturbo può portare a infiammazioni della mucosa esofagea, nonché alla comparsa di forme precancerose e, nel peggiore dei casi, di tumori all’esofago. La medicina dei micronutrienti può fornire strumenti preziosi con cui mitigarne i sintomi ed evitare la comparsa di malattie conseguenti. Scoprite qui i micronutrienti particolarmente utili.

Donna che si tiene la pancia
I bruciori di stomaco possono dipendere da vari fattori, avere un’origine patologica, come nel caso del rilassamento dello sfintere esofageo, o essere causati da cattive abitudini alimentari. Immagine: Tharakorn/iStock/Getty Images Plus

Cause e sintomi

I succhi gastrici, indispensabili per la digestione degli alimenti, in condizioni normali rimangono all’interno dello stomaco. La situazione cambia quando invece risalgono nell’esofago, provocando i bruciori di stomaco. In questo caso si parla di reflusso. I bruciori di stomaco spesso compaiono dopo il consumo di sostanze stimolanti come sigarette (nicotina), alcol o caffè, nonché di cibi ricchi di grassi e zuccheri. Possono inoltre manifestarsi in caso di sovrappeso, stress e durante la gravidanza, oppure avere origine da una malattia, ad esempio a seguito del rilassamento dello sfintere esofageo inferiore, che permette ai succhi gastrici di raggiungere l’esofago.

I bruciori di stomaco possono scatenare sintomi differenti, tra cui dolori brucianti dietro lo sterno, che a volte si estendono fino alla gola o alla faringe. Chi ne soffre lamenta spesso anche mal di stomaco. L’esposizione prolungata all’aggressione dei succhi gastrici determina un’ipersensibilità della mucosa esofagea nonché danni e reazioni infiammatorie, fino alla comparsa di ulcere.

Un’infiammazione permanente a carico della mucosa esofagea può sfociare nel cosiddetto esofago di Barrett, caratterizzato da una trasformazione del tessuto superficiale e associato ad un aumento del rischio di cancro esofageo (fase precancerosa).

Classificazione

Obiettivi del trattamento

Qual è il trattamento classico dei bruciori di stomaco?

Immagine di uno stomaco
I bruciori di stomaco si manifestano quando i succhi gastrici raggiungono l’esofago, che a differenza dello stomaco non possiede uno “strato protettivo”. La sua mucosa viene così attaccata dagli acidi, con la comparsa dei disturbi tipici. Immagine: colematt/iStock/Getty Images Plus

Il trattamento si prefigge di alleviare i disturbi provocati dal reflusso dei succhi gastrici nell’esofago, nonché di evitare complicazioni come episodi di sanguinamento. Le seguenti misure sono d’aiuto:

  • Diminuire la pressione sullo stomaco: ridurre il peso in eccesso, non indossare abiti troppo stretti
  • Evitare di cenare la sera tardi
  • Masticare bene il cibo e mangiare lentamente
  • Rinunciare ad alimenti e sostanze stimolanti che causano bruciori di stomaco (ad esempio alcol e nicotina)
  • Rialzare il letto dalla parte della testa

Se questi rimedi non funzionano e i bruciori di stomaco perdurano per un periodo prolungato, consultare un medico affinché controlli lo stato dell’esofago ed eventualmente prescriva una terapia farmacologica:

La massima efficacia contro i bruciori di stomaco è stata ottenuta con i gastroprotettori (i cosiddetti inibitori della pompa protonica - PPI), che inibiscono la formazione di acido gastrico, bloccando le cellule dello stomaco (cellule parietali) deputate alla sua produzione. Al gruppo dei gastroprotettori appartengono, ad esempio, i principi attivi farmacologici omeprazolo (Antra®) o pantoprazolo (Pantorc®). Accanto ai PPI, il trattamento può prevedere anche l’impiego di antagonisti dei recettori H2 come la cimetidina (Tagamet®) o la ranitidina (Zantac®), che inibiscono il rilascio dell’acido.

Un’ulteriore opzione è rappresentata dagli antiacidi (leganti degli acidi) come il carbonato di idrossido di alluminio di magnesio idrato (Talcid®), che esercitano un’azione basica e neutralizzano l’acido gastrico, legandolo. Contro i bruciori di stomaco questi farmaci sono tuttavia meno efficaci dei PPI e spesso vengono consigliati come soluzione temporanea, in attesa che i PPI inizino a fare effetto.

Gravi disturbi associati al reflusso e/o complicazioni, come la presenza di forme precancerose (esofago di Barrett), possono richiedere anche un intervento chirurgico, in cui una parte dello stomaco viene avvolta attorno all’esofago come una fascetta per aumentare la pressione sullo sfintere esofageo inferiore e supportarlo così nella sua funzione.

Gli obiettivi della medicina dei micronutrienti

Il trattamento classico può essere integrato con la medicina dei micronutrienti con l’obiettivo di ridurre la quantità di acido e contrastare così i bruciori di stomaco. Determinati minerali, se presenti in forma di carbonati, riescono a legare gli acidi nello stomaco al pari dei farmaci. Altri elementi sono invece in grado di rallentare le infiammazioni a carico della mucosa esofagea.

Si ricorre alle seguenti sostanze:

  • I carbonati per legare gli acidi, neutralizzano l’acido gastrico.
  • Gli acidi grassi omega-3 svolgono un’azione antinfiammatoria.
  • La camomilla e la melissa hanno un effetto lenitivo sullo stomaco.

L’impiego dei farmaci tradizionali contro i bruciori di stomaco può inoltre provocare una carenza di varie sostanze, che può a sua volta essere contrastata con l’aiuto della medicina dei micronutrienti.

Classificazione

Trattamento con i micronutrienti

Uso di carbonati per neutralizzare l’acido gastrico con minerali basici

Meccanismo d’azione dei carbonati

Preparati a base di carbonati
I preparati contenenti minerali sotto forma di carbonati possono neutralizzare direttamente l’acido gastrico, fornendo un aiuto immediato contro i bruciori di stomaco. Immagine: Iryna Imago/iStock/Getty Images Plus

In natura i minerali sono sempre presenti sotto forma di sali, ad esempio come carbonati e bicarbonati, dall’azione basica e, dunque, in grado di neutralizzare l’acido gastrico. La loro azione contro i bruciori di stomaco è quindi simile a quella dei tradizionali antiacidi. In questo modo i carbonati proteggono la mucosa gastrica ed evitano che gli acidi danneggino l’esofago. I carbonati agiscono rapidamente, assicurando un sollievo immediato ai pazienti colpiti da bruciori di stomaco improvvisi.

I carbonati di magnesio, calcio, potassio o sodio vengono spesso impiegati come leganti degli acidi. I vari principi attivi sono disponibili singolarmente o in preparati combinati. L’efficacia dei carbonati contro i bruciori di stomaco è illustrata nei primi studi sull’argomento. In uno studio preliminare di sei settimane, la frequenza e la gravità dei bruciori di stomaco sono diminuite nel corso della sperimentazione, con un netto miglioramento della qualità della vita dei partecipanti. Accanto ai preparati a base di carbonati, anche il consumo quotidiano di 1,5 litri di acqua minerale ad alto contenuto di carbonati si è rivelato efficace.

L’effetto dura solo da 30 a 60 minuti, in base al preparato, e può essere prolungato aumentando la frequenza d’uso. Questa soluzione non è tuttavia priva di effetti collaterali, pertanto i medici consigliano l’impiego di antiacidi solo per brevi periodi di tempo.

Dosaggio e consigli sull’assunzione dei carbonati

I carbonati e bicarbonati sono utilizzati contro i bruciori di stomaco in caso di acidosi da moderata a grave. La capacità dei carbonati di legare gli acidi viene espressa in milliequivalenti e dovrebbe essere compresa tra 20 e 25 milliequivalenti per dose singola. In questo modo si neutralizza un quarto della quantità di acido prodotta giornalmente. La dose quotidiana oscilla tra 80 e 140 milliequivalenti.

I preparati vanno assunti secondo necessità, meglio un’ora dopo i pasti, per evitare di inibire l’azione dell’acido gastrico e ostacolare la digestione. Inoltre, si dovrebbero bere ogni giorno almeno 2 litri d’acqua o tè non zuccherato. Carbonati e bicarbonati vengono impiegati solo per brevi periodi.

Informazioni

Nei preparati misti, contenenti vari composti di carbonati, le percentuali dei singoli minerali sono equilibrate tra loro per evitare un eventuale sovradosaggio. Si consiglia quindi di attenersi alle dosi e alle quantità massime consigliate dal produttore.

Carbonati: da considerare in caso di assunzione di farmaci e malattie

Tutti i carbonati usati per legare gli acidi modificano il pH dello stomaco e possono dunque provocare interazioni con i farmaci, i cui principi attivi in determinate circostanze non vengono più rilasciati correttamente nell’organismo e sono espulsi. Si consiglia pertanto di rispettare un intervallo di due ore tra le due somministrazioni.

L’assunzione prolungata di carbonati (minerali) a dosi elevate può provocare problemi nei soggetti nefropatici, poiché i reni debilitati non riescono a eliminare correttamente i minerali, il cui bilancio dovrebbe essere controllato regolarmente da un medico.

Anche i preparati contenenti calcio e potassio dovrebbero essere evitati in presenza di determinate malattie. Maggiori informazioni al riguardo sono disponibili negli articoli sul calcio e sul potassio.

Gli acidi grassi omega-3 contrastano la comparsa delle infiammazioni

Meccanismo d’azione degli acidi grassi omega-3

I bruciori di stomaco sono spesso associati a infiammazioni della mucosa esofagea, e i ricercatori ipotizzano il coinvolgimento nel processo di determinate sostanze infiammatorie (interleuchine) che favoriscono inoltre la comparsa di stress ossidativo e danneggiano le cellule.

Gli acidi grassi omega-3 a catena lunga, come l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA) presenti nel pesce o nelle alghe, possono arginare i processi infiammatori nell’organismo e ridurre lo stress ossidativo. Questi particolari acidi grassi vengono utilizzati contro numerose malattie infiammatorie, ad esempio a carico delle articolazioni e dell’intestino, nonché contro l’asma. L’effetto degli acidi grassi omega-3 sui bruciori di stomaco non è stato finora testato a sufficienza, ma i primi studi sull’uomo e sugli animali lasciano ipotizzare una loro utilità. I preparati a base di omega-3 o un’alimentazione che ne sia ricca possono avere i seguenti effetti:

  • riduzione dei messaggeri infiammatori
  • riduzione delle infiammazioni a carico della mucosa esofagea
  • azione antiossidante (con il supporto alla produzione di enzimi antiossidanti)
  • prevenzione di ulcere
  • azione antitumorale

Informazioni

Gli acidi grassi omega-3 hanno un’azione antitumorale? Com’è noto, le infiammazioni possono favorire la progressione del cancro. Gli acidi grassi omega-3, con le loro proprietà antinfiammatorie, potrebbero dunque rallentare la crescita dei tumori. La loro capacità di sopprimere i percorsi metabolici necessari alla produzione di sostanze infiammatorie potrebbe contribuire a ridurre il rischio di tumore all’esofago, come già dimostrato in laboratorio su cellule di cancro esofageo e nei primi studi sull’uomo. La capacità degli acidi grassi omega-3 di inibire la comparsa del cancro deve ora essere oggetto di ulteriori ricerche.

I primi e promettenti risultati degli studi e il generale effetto benefico degli acidi grassi omega-3 sulla salute suggeriscono in ogni caso l’opportunità di un tentativo, in particolare per i bruciori di stomaco di origine patologica.

Alimenti ricchi di omega-3
L’EPA in particolare, presente nei pesci grassi come il salmone, svolge un’azione antinfiammatoria. Immagine: AlexPro9500 /iStock/Getty Images Plus

Dosaggio e consigli sull’assunzione degli acidi grassi omega-3

Contro i bruciori di stomaco i medici specializzati in micronutrienti consigliano di assumere gli acidi grassi omega-3 a dosi giornaliere di 1.500 milligrammi. Particolarmente indicato è l’impiego dell’acido eicosapentaenoico (EPA), presente ad esempio nell’olio di pesce, in virtù della sua forte azione antinfiammatoria.

Gli acidi grassi omega-3 vengono assorbiti dall’organismo con l’ausilio dei grassi presenti nell’alimentazione e vanno per questo assunti insieme ai pasti.

Consiglio

Nella scelta dei preparati a base di olio di pesce occorre prestare attenzione alla qualità: i migliori vengono sottoposti a diversi processi di purificazione per eliminare sostanze nocive e altri residui indesiderati, che possono distruggere gli omega-3 e danneggiare le cellule dell’organismo.

Determinazione dei livelli di acidi grassi omega-3 in laboratorio

L’indice omega-3 consente di determinare se la quantità di acidi grassi omega-3 presente nell’organismo è sufficiente mediante la misurazione della percentuale di EPA e DHA negli eritrociti, ovvero nei globuli rossi. L’indice omega-3 è espresso in percentuale e dovrebbe essere superiore a 8, ad indicare che 8 acidi grassi su 100 presenti nei globuli rossi sono acidi grassi omega-3 di alta qualità.

Acidi grassi omega-3: da considerare in caso di assunzione di farmaci, malattie e prima di un intervento chirurgico

Gli acidi grassi omega-3 fluidificano il sangue e possono pertanto amplificare l’azione degli anticoagulanti a partire da dosi di 1.000 milligrammi. Prima dell’assunzione si consiglia di consultare il proprio medico, che controllerà regolarmente il tempo di protrombina (tempo di Quick) e, se necessario, ridurrà la dose dei farmaci. Ai medicinali in questione appartengono ad esempio i derivati cumarinici come il fenprocumone, il warfarin (Coumadin®), l’acido acetilsalicilico (Aspirina®), l’eparina (Clexane®) o i nuovi anticoagulanti orali come apixaban (Eliquis®), dabigatran (Pradaxa®), edoxaban (Lixiana®) e rivaroxaban (Xarelto®).

Prima di un intervento chirurgico si consiglia di consultare un medico sull’opportunità di interrompere l’assunzione di omega-3 oppure di ridurne la dose. Alcuni medici consigliano di sospenderne l’impiego di questi preparati una o due settimane prima dell’operazione a causa della loro azione anticoagulante. Anche chi soffre di coagulopatie dovrebbe consultare il proprio medico prima di assumere queste sostanze nutritive.

Gli acidi grassi omega-3 non andrebbero assunti in caso di malattie epatiche improvvise e pancreatite o colecistite acuta.

La camomilla e la melissa hanno un’azione lenitiva sullo stomaco

Meccanismo d’azione della camomilla e della melissa

La camomilla e la melissa vengono da sempre impiegate per mitigare i disturbi gastrointestinali e alleviare le infiammazione delle mucose. La loro azione spasmolitica e rilassante può essere d’aiuto in presenza di problemi digestivi e mucose infiammate. Questo effetto è da ricondurre al citrale e all’acido rosmarinico, due flavonoidi presenti nella melissa. Le sostanze contenute nei fiori della camomilla, come l’apigenina, esercitano inoltre un’azione antinfiammatoria, con effetti positivi sulla guarigione delle ferite. Uno studio preliminare, nonché esperimenti sugli animali, hanno inoltre evidenziato il potere decongestionante di soluzioni a base di camomilla (come il collutorio) e dell’olio di melissa.

Prove dell’efficacia della camomilla contro le infiammazioni della mucosa orale sono state raccolte anche da un lavoro di revisione di studi comprendenti, tra l’altro, ricerche di alto livello o condotte su animali. Negli esperimenti condotti sugli animali, la somministrazione di un estratto di melissa ha inoltre ridotto nettamente la comparsa di ulcere gastrointestinali. L’azione protettiva sulla mucosa gastrointestinale potrebbe essere ricondotta all’attivazione di meccanismi di difesa antiossidanti e all’inibizione della distruzione degli acidi grassi a opera dell’attività ossidativa.

Le conoscenze sugli effetti terapeutici della camomilla e della melissa si basano essenzialmente sui dati empirici raccolti negli anni. Ulteriori studi mostreranno l’effettiva efficacia di queste piante officinali nel trattamento dei bruciori di stomaco. I primi risultati positivi suggeriscono l’opportunità di un tentativo per proteggere la mucosa esofagea.

Dosaggio e consigli sull’assunzione di camomilla e melissa

Per ridurre i danni alle mucose in caso di bruciori di stomaco, i medici specializzati in micronutrienti consigliano l’assunzione di estratto di camomilla ed estratto di melissa, in dosi giornaliere comprese tra 50 e 150 milligrammi.

Camomilla e melissa: da considerare in caso di gravidanza, allattamento e malattie

Preparazione di una camomilla
La camomilla è una pianta officinale tradizionalmente usata contro i disturbi gastrici e potenzialmente in grado di lenire la mucosa, spesso infiammata in presenza di bruciori di stomaco. Immagine: Milaspage/iStock/Getty Images Plus

L’assunzione degli estratti di camomilla e melissa durante la gravidanza e l’allattamento non è ancora stata oggetto di studio e andrebbe pertanto evitata. Per lo stesso motivo, in mancanza di dati sufficienti, preparati di questo tipo non dovrebbero essere somministrati nemmeno ai bambini sotto i 12 anni.

Anche chi soffre di ulcere gastrointestinali o malattie renali non dovrebbe impiegare composti a base di camomilla.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere consigliate in caso di bruciori di stomaco

 

Minerali

Carbonati (ad esempio carbonato di magnesio)

da 80 a 140 milliequivalenti (mEq)

  
 

Flavonoidi

Estratto di camomilla

da 50 a 150 milligrammi (mg)

Estratto di melissa

da 50 a 150 milligrammi

  
 

Altri

Acidi grassi omega-3

1.500 milligrammi (con un’alta percentuale di EPA)

 

 

Esami di laboratorio consigliati in breve

Esami di laboratorio consigliati in caso di bruciori di stomaco

 

Valori normali

Indice omega-3

dall’8 all’11 percento (%)

 

 

Classificazione

Sostegno ai farmaci tramite i micronutrienti

Come compensare una carenza di vitamina B12 e acido folico provocata dall’assunzione di gastroprotettori e antiacidi

L’acido gastrico è indispensabile per il rilascio della vitamina B12 assunta con gli alimenti e l’assorbimento dell’acido folico nell’intestino. L’assunzione prolungata di

  • antagonisti dei recettori H2 (gastroprotettori) come la cimetidina (Ulis®),
  • inibitori della pompa protonica (gastroprotettori) come il pantoprazolo (ad esempio Pantorc®) o
  • antiacidi come l’idrogenocarbonato di sodio (ad esempio bicarbonato Solvay®)

ha determinato un apporto insufficiente delle due vitamine, come evidenziato dai primi studi. Il pericolo di una carenza di vitamina B12 aumenta con la durata dell’impiego e il numero delle compresse assunte giornalmente. I sintomi di un deficit di vitamina B12 includono stanchezza, spossatezza e una maggiore predisposizione alle infezioni. Gli stessi disturbi compaiono in caso di carenza di acido folico. Un apporto insufficiente può inoltre provocare l’aumento dei valori di omocisteina, una sostanza tossica per le cellule che accresce il rischio di malattie cardiocircolatorie.

In caso di assunzione prolungata o regolare di gastroprotettori o antiacidi, i medici specializzati in micronutrienti consigliano 10 microgrammi di vitamina B12 e da 200 a 400 microgrammi di acido folico al giorno. I farmaci e le due vitamine dovrebbero essere assunti ad almeno due ore di distanza.

Gastroprotettori e antiacidi pregiudicano l’assorbimento del calcio

L’acido gastrico è indispensabile per il rilascio del calcio contenuto nei composti scarsamente solubili presenti negli alimenti. Gli antiacidi a base di idrossido di alluminio o idrossido di magnesio come Maalox® neutralizzano l’acido gastrico ma, nel farlo, riducono anche la quantità di calcio ricavata dagli alimenti. I gastroprotettori (inibitori della pompa protonica) come il pantoprazolo (ad esempio Pantorc®) frenano invece la produzione di acido.

A lungo andare può dunque verificarsi una carenza di calcio. Il problema è risultato particolarmente evidente nei partecipanti alle sperimentazioni con un cattivo apporto di calcio (in media 252 milligrammi al giorno), mentre i soggetti che ne assumevano in media 800 milligrammi al giorno non hanno riportato alcun disturbo del metabolismo del calcio, come documentato da un lavoro di revisione di oltre 20 studi. Una quantità insufficiente di calcio nel sangue provoca il rilascio di quello presente nelle ossa, che nel lungo termine si decalcificano con un aumento del rischio di deformazioni, fratture e osteoporosi.

In caso di impiego regolare di antiacidi e gastroprotettori (inibitori della pompa protonica) a base di idrossido di alluminio o idrossido di magnesio, i medici specializzati in micronutrienti consigliano di assumere fino a 1.000 milligrammi di calcio al giorno, meglio se suddivisi in due dosi di 500 milligrammi ciascuna. Il calcio citrato è maggiormente indicato, poiché ben disponibile per l’organismo e assorbito nello stomaco indipendentemente dall’acido gastrico.

Consiglio

Il calcio dovrebbe essere assunto in combinazione con la vitamina D e la vitamina K2, poiché la prima ne aumenta l’assorbimento nell’intestino, mentre la seconda è importante per il suo deposito nelle ossa.

Medico indica l’immagine di una TC
L’assunzione regolare di gastroprotettori aumenta la probabilità di una carenza di calcio, con conseguente porosità ossea. Il fenomeno colpisce soprattutto le donne meno giovani, interessate in ogni caso da un rischio maggiore di osteoporosi. Immagine: Shidlovski/iStock/Getty Images Plus

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere consigliate in caso di assunzione di antiacidi e gastroprotettori

Vitamina B12

10 microgrammi (µg)

Acido folico

da 200 a 400 microgrammi

Calcio

fino a 1.000 milligrammi (mg)

 

 

Classificazione

Riepilogo

I bruciori di stomaco compaiono quando i succhi gastrici riescono a raggiungere l’esofago, ad esempio per un rilassamento patologico dello sfintere esofageo inferiore. I bruciori di stomaco si manifestano con disturbi come dolori brucianti dietro lo sterno, senso di pesantezza o mal di stomaco. Se esposta a lungo all’azione aggressiva dei succhi gastrici, la mucosa esofagea può subire danni ed essere colpita da reazioni infiammatorie, ulcere o cancro.

I semplici bruciori di stomaco possono essere trattati con gli antiacidi, che neutralizzano i succhi gastrici: i minerali hanno un’azione basica e, se presenti sotto forma di carbonati o bicarbonati, neutralizzano gli acidi. Gli acidi grassi omega-3 riducono i processi infiammatori nell’esofago e si presume possano così anche contribuire a contenere lo sviluppo del cancro esofageo. La camomilla e la melissa sono piante officinali della tradizione, utilizzate per alleviare vari disturbi di stomaco e intestino.

I bruciori di stomaco vengono trattati con antiacidi e gastroprotettori, farmaci che possono rendere insufficiente l’apporto di vitamina B12 e acido folico. L’assunzione di vitamina B12 e acido folico contrasta dunque l’insorgere di una loro carenza. I gastroprotettori e gli antiacidi pregiudicano anche l’assorbimento del calcio, che deve essere integrato in maniera mirata.

Classificazione

Indice degli studi e delle fonti

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