Attivare la guarigione delle ferite in modo naturale

Sostenere la guarigione delle ferite con vitamine e minerali

Dopo una lesione, l’organismo avvia il processo di guarigione, che prevede la formazione di un nuovo tessuto e la chiusura della ferita. Per una guarigione ottimale è necessario combattere i germi ed evitare così la comparsa di un’infezione. Vitamine, minerali e flavonoidi possono accelerare la guarigione delle ferite e arrestare le infiammazioni in eccesso. La medicina dei micronutrienti contribuisce anche ad alleviare gonfiori e dolori.

Paziente che si sottopone a un bendaggio al ginocchio
I micronutrienti sono il requisito fondamentale per una buona guarigione della ferita. Vitamine, minerali e flavonoidi possono supportare e accelerarne la guarigione delle ferite. Il nostro organismo ne ha bisogno per la divisione cellulare e per la produzione di determinate proteine della pelle (collagene). Immagine: Rawpixel/iStock/Getty Images Plus

Tipi di ferite e loro guarigione

Quali tipi di ferite ci sono?

La ferita è la conseguenza di una lesione che lacera i tessuti del corpo, come la pelle o il tessuto connettivo. Esistono diversi tipi di ferite:

  • Le ferite aperte sono causate ad esempio da oggetti come un coltello. Nella categoria delle ferite aperte rientrano le ferite da taglio, da punta e da morso e le lacerazioni, tutte caratterizzate da una lesione visibile che fa sanguinare la pelle. Il dolore che ne consegue varia a seconda della gravità della lesione e può essere ad esempio acuto o sordo.
  • Le ferite chiuse includono contusioni, colpi o strappi. Si tratta di lesioni interne che non causano sanguinamento. In alcuni casi le ferite chiuse si manifestano sotto forma di ematomi o gonfiori.
  • Le lesioni termiche si verificano quando ci si brucia o quando il tessuto si congela a causa del freddo estremo. Queste ferite sono caratterizzate da arrossamento cutaneo e dolore e nel punto interessato compaiono delle bolle. Nei casi più gravi il tessuto muore e le ferite restano aperte.
  • Le ferite da cause chimiche o da radiazioni si verificano quando la pelle viene corrosa da un acido o da una soluzione alcalina o quando viene colpita dalle radiazioni, ad esempio a seguito di radiografie o chemioterapia. Questi tipi di ferite sono caratterizzati da arrossamenti cutanei, bolle o croste.

Fasi della guarigione delle ferite e problemi legati alla guarigione

L’organismo ripara autonomamente le ferite secondo un processo suddiviso in varie fasi:

  1. Fase infiammatoria: interessa le prime ore e i primi giorni successivi alla lesione. Il corpo attiva la coagulazione in modo da evitare la perdita di ulteriore sangue. Solitamente la ferita essuda liquido che contiene fibrina, una proteina plasmatica che chiude rapidamente la ferita. Contemporaneamente le cellule immunitarie raggiungono la lesione per purificarla dai germi.
  2. Fase proliferativa: si creano nuovi vasi e tessuto sostitutivo rosso, che garantisce la produzione di collagene e chiude temporaneamente la ferita. Nella fase successiva sarà poi sostituito dal tessuto normale. Questa fase dura circa dal terzo al decimo giorno successivo alla lesione.
  3. Fase riparativa: durante questa fase si ripristina la normale struttura e tenuta del tessuto, anche se a volte ciò non è completamente possibile, ad esempio se è stata lacerata una parte troppo consistente di tessuto. In questo caso si formano delle cicatrici con il tessuto sostitutivo rosso. La fase riparativa inizia una settimana dopo la lesione e, a seconda della gravità, può durare diverse settimane.  

Se una ferita non guarisce dopo due-tre settimane, si parla di ferita cronica. Nella maggior parte dei casi questo fenomeno è dovuto a problemi di guarigione delle ferite, causati ad esempio da coagulopatie, deficit del sistema immunitario o malattie come il diabete. Si verificano così alterazioni infiammatorie (eczemi) o ferite aperte che prudono ed essudano spesso.

Se i germi finiscono nella ferita, il rischio di infezione è molto elevato e la guarigione diventa più difficile. 

Immagine grafica della guarigione delle ferite
Il processo di guarigione delle ferite è composto da tre fasi: fase infiammatoria, fase proliferativa e fase riparativa. Immagine: ttsz/iStock/Getty Images Plus
Classificazione

Obiettivi del trattamento

Come viene supportata in modo classico la guarigione delle ferite?

Nella maggior parte dei casi le ferite più piccole guariscono da sole, mentre quelle gravi devono essere curate dal medico. Per prima cosa occorre applicare una fasciatura di compressione per arrestare il sanguinamento. Poi il medico pulisce e disinfetta la ferita e, se necessario, incolla o cuce la ferita e la copre con un cerotto o un bendaggio.

Nella seconda fase si deve curare la ferita e, se necessario, bisogna sostituire le fasciature e le garze ed eventualmente disinfettare di nuovo la ferita. A volte si applicano creme o pomate che favoriscono la guarigione. Gli analgesici alleviano invece il dolore.

Se i batteri presenti nella ferita scatenano un’infezione, si ricorre agli antibiotici.

Consiglio

In caso di ferita, si dovrebbe controllare il proprio stato vaccinale, in particolare contro il tetano, perché l’agente patogeno potrebbe raggiungere la circolazione sanguigna anche in caso di piccole ferite. Chi viene morso dovrebbe eventualmente effettuare il vaccino antirabbico.

Gli obiettivi della medicina dei micronutrienti

Determinati minerali e vitamine sono importanti per la divisione cellulare e favoriscono la riparazione della pelle. Inoltre, possono rafforzare il sistema immunitario contro le infezioni risultanti da lesioni e bloccano le infiammazioni in eccesso. Determinate sostanze alleviano anche gonfiori e dolori.

Tra queste, le più efficaci sono:

  • Le vitamine del gruppo B sostengono il rinnovamento cutaneo.
  • Lo zinco favorisce la ricostruzione della pelle.
  • La vitamina D è deputata alla formazione dello strato corneo.
  • Le vitamine C ed E possono ridurre il tempo di guarigione delle ferite.
  • L’ornitina migliora la guarigione delle ferite croniche.
  • Gli acidi grassi omega-3 bloccano le infiammazioni.
  • La bromelina fa scomparire più rapidamente i gonfiori.
Classificazione

Trattamento con i micronutrienti

Le vitamine del gruppo B sostengono il rinnovamento cutaneo

Meccanismo d’azione delle vitamine del gruppo B durante la guarigione delle ferite

Immagine grafica della divisione cellulare
Le cellule necessitano dell’acido folico per duplicare le informazioni genetiche, una fase fondamentale per la divisione cellulare. Immagine: Christoph Burgstedt/iStock/Getty Images Plus

Le vitamine del gruppo B sono fondamentali per la guarigione delle ferite: avviano la divisione cellulare e sostengono così i processi di riparazione endogeni:

  • L’acido folico (vitamina B9) è necessario per la replicazione delle informazioni genetiche (DNA), che è importante per consentire alle cellule di dividersi.
  • L’acido pantotenico (vitamina B5) regola la divisione cellulare e stimola la maturazione delle cellule cutanee. Inoltre, è necessario per la produzione delle fibre che rafforzano i tessuti.
  • La biotina (vitamina B7) garantisce la produzione di fibre come il collagene e l’elastina, necessarie per la ricostruzione della pelle.

È stato provato che una carenza di vitamine del gruppo B può avere un effetto negativo sulla guarigione delle ferite. I diabetici, in particolare, presentano spesso livelli di vitamine del gruppo B inferiori alla norma e in questi soggetti si manifesta di frequente un problema di guarigione delle ferite con ulcere sulle gambe. Uno studio condotto sui topi ha mostrato che le vitamine del gruppo B potrebbero migliorare la guarigione delle ferite nei diabetici.

Anche chi soffre di infiammazioni gengivali potrebbe trarre beneficio dalle vitamine del gruppo B: in uno studio preliminare l’assunzione ha migliorato la guarigione delle ferite. Inoltre, si sa per esperienza che il dexpantenolo, un precursore dell’acido pantotenico noto soprattutto come pomata (ad esempio Bepanten®), favorisce la guarigione delle ferite cutanee.

La correlazione tra carenza di vitamine del gruppo B e problemi di guarigione delle ferite ha anche un’altra causa: l’omocisteina, un prodotto metabolico tossico. L’acido folico e le vitamine B6 e B12 aiutano a degradarlo. Secondo uno studio preliminare le ulcere alle gambe di soggetti diabetici con livelli di omocisteina elevati guarivano meglio se si assumevano integratori di acido folico. 

L’efficacia delle vitamine del gruppo B nella guarigione delle ferite deve però essere ulteriormente studiata. Una cosa è certa: il loro apporto deve essere sempre garantito per fare in modo che la pelle sia in grado di ricostruirsi in modo sano.

Dosaggio e consigli sull’assunzione delle vitamine del gruppo B a supporto della guarigione delle ferite

Per supportare la guarigione delle ferite, gli esperti in micronutrienti consigliano di scegliere un integratore che contenga tutte le vitamine del gruppo B. Le vitamine del gruppo B collaborano l’una con l’altra al metabolismo e sono complementari nella loro efficacia.

Si consiglia di assumere in particolare le seguenti vitamine del gruppo B, alle dosi qui indicate:

  • da 1 a 2 milligrammi di vitamina B6
  • da 3 a 5 microgrammi di vitamina B12 (sotto forma di metilcobalamina)
  • da 200 a 400 microgrammi di acido folico (sotto forma di 5-MTHF utilizzabile direttamente)
  • da 50 a 100 microgrammi di biotina
  • da 15 a 20 milligrammi di acido pantotenico

Si consiglia di assumere gli integratori di vitamine B insieme ai pasti, distribuendoli nel corso della giornata. Questo garantisce all’organismo un apporto costante per tutto il giorno e migliora la tollerabilità.

Lo zinco favorisce la ricostruzione della pelle

Meccanismo d’azione dello zinco durante la guarigione delle ferite

Lo zinco è importante per la pelle, in particolare per gli strati superficiali. È infatti coinvolto in tutte le fasi della guarigione delle ferite. Supporta ad esempio la divisione cellulare, la creazione di nuovi vasi e la ricostruzione della pelle, oltre a rafforzare le difese immunitarie evitando che la ferita si infetti. È anche un antiossidante che cattura i radicali liberi che si attivano durante le infiammazioni e che danneggiano i tessuti e compromettono la guarigione delle ferite.

Studi osservazionali mostrano che le persone ferite, coloro che hanno appena subito un’operazione o coloro che presentano ulcere croniche alle gambe hanno spesso una carenza di zinco. Uno studio preliminare sulle vittime di ustioni ha dimostrato che lo zinco contribuisce a una migliore guarigione delle ferite: l’assunzione di zinco aumenta il suo livello nella pelle ed evita le infezioni. Una meta-analisi non ha però confermato alcun effetto significativo degli integratori di zinco sulle ulcere agli arti inferiori. Forse l’effetto è più evidente in chi presenta anche una carenza di zinco, che porta spesso a un problema di guarigione delle ferite.

Nonostante non sia ancora chiaro quale sia la dose efficace, è certo che lo zinco svolge importanti funzioni a livello cutaneo. Una carenza dovrebbe quindi essere assolutamente evitata in caso di ferite.

Dosaggio e consigli sull’assunzione dello zinco a supporto della guarigione delle ferite

Alimenti ricchi di zinco
Lo zinco è presente in moltissimi alimenti, soprattutto in carne, lenticchie o crusca. Immagine: bit245/iStock/Getty Images Plus

Per favorire la guarigione delle ferite, gli esperti in micronutrienti consigliano da 15 a 20 milligrammi di zinco al giorno, meglio se insieme ai pasti, per renderlo più tollerabile, e accompagnato da alimenti ricchi di proteine. Gli aminoacidi e le proteine migliorano infatti l’assorbimento dello zinco a livello intestinale.

Zinco: da considerare in caso di malattie e assunzione di farmaci

Gli integratori di zinco sono sconsigliati a chi soffre di insufficienza renale cronica o di altre malattie renali. I reni indeboliti non sono infatti in grado di eliminare correttamente lo zinco e il rischio di sovradosaggio è elevato.

Lo zinco si lega agli antibiotici e ai farmaci contro l’osteoporosi, rendendoli inefficaci. Si consiglia pertanto di assumerli ad almeno due ore di distanza. Tra i farmaci interessati rientrano gli antibiotici a base di enoxacina o ciprofloxacina (Basemar®) e i farmaci contro l’osteoporosi a base di acido alendronico (Fosamax®) o acido clodronico (Clasteon®).

La vitamina D promuove la formazione delle cellule

Meccanismo d’azione della vitamina D durante la guarigione delle ferite

La vitamina D è importante per il sistema immunitario e aiuta a proteggersi da batteri e altri germi. Tuttavia, durante la guarigione delle ferite svolge anche altre funzioni: stimola la divisione cellulare e supporta la maturazione delle cellule dello strato corneo, lo strato più superficiale della cute, che impermeabilizzano la pelle esternamente.

Studi osservazionali mostrano che le persone con ulcere alle gambe presentano più spesso una carenza di vitamina D. In un primo studio è stato dimostrato come gli integratori di vitamina D riducano addirittura le dimensioni delle ulcere in modo molto più evidente rispetto a un placebo. Nei soggetti che avevano ricevuto la vitamina D si osservava inoltre un miglioramento leggermente superiore nella guarigione delle ferite.

Sembra che la vitamina D sia importante anche nella fase di guarigione delle ferite post-operatoria. Secondo uno studio preliminare, una carenza di vitamina D al momento di un’operazione alla mascella peggiorava il risultato finale, mentre un livello ottimale di vitamina D migliorava la guarigione delle ferite.

I primi studi condotti in merito evidenziamo che la vitamina D ha un effetto positivo nella guarigione delle ferite. Ora è necessario confermare tale efficacia con studi clinici di maggiori dimensioni. Tuttavia, poiché la carenza di vitamina D colpisce molte persone, si consiglia di tenere sempre controllato il livello di questa vitamina.

Dosaggio e consigli sull’assunzione della vitamina D a supporto della guarigione delle ferite

Per favorire la guarigione delle ferite si consiglia di assumere 1.000 unità internazionali di vitamina D in estate e 2.000 unità internazionali in inverno, preferibilmente dopo averne controllato il livello ematico, poiché la dose corretta dipende dai suoi valori nel sangue. In caso di grave carenza potrebbe essere necessario aumentare la dose.

Poiché la vitamina D è liposolubile e necessita dei grassi contenuti nei cibi per essere assorbita al meglio, si consiglia di assumerla insieme ai pasti.

Determinazione dei livelli di vitamina D in laboratorio

Per determinare una carenza di vitamina D se ne misura la forma di trasporto, la vitamina D 25(OH) (calcidiolo), nel siero, la componente liquida del sangue priva di cellule ematiche. Il valore ideale dovrebbe essere compreso tra 40 e 60 nanogrammi per millilitro.

Donna che guarda il tramonto
La vitamina D viene sintetizzata a livello epidermico attraverso i raggi del sole, ma molte persone ne sono carenti. Spesso passiamo molto tempo in ambienti chiusi e in inverno l’intensità della luce è troppo debole. Immagine: francescoch/iStock/Getty Images Plus

Vitamina D: da considerare in caso di malattie e assunzione di farmaci

La vitamina D aumenta l’assorbimento del calcio nell’intestino. Spesso chi soffre di insufficienza renale presenta uno squilibrio di minerali, accompagnato dal rischio di accumuli pericolosi di calcio e di nuovi calcoli qualora la vitamina D venga assunta senza il consenso del medico.

Chi soffre di sarcoidosi (morbo di Boeck) tende ad avere elevate concentrazioni di calcio e dovrebbe quindi astenersi dall’assumere vitamina D per evitare accumuli in eccesso.

I diuretici tiazidici riducono la capacità dei reni di eliminare il calcio. L’assunzione di vitamina D può aumentare il rischio di un eccesso di calcio. Per questo si consiglia sempre di consultare preventivamente il proprio medico, che potrebbe, ad esempio, controllare il livello di calcio nel sangue. Tra i tiazidici interessati rientrano l’idroclorotiazide (Benazepril®, Esidrex®) e l’indapamide (Ipamix®, Millibar®).

Le vitamine C ed E possono ridurre il tempo di guarigione delle ferite

Meccanismo d’azione delle vitamine C ed E durante la guarigione delle ferite

L’organismo necessita della vitamina C per sintetizzare il collagene, una proteina responsabile della tensione cutanea che rafforza l’area della lesione. Al contrario, una carenza di vitamina C causa danni cutanei e problemi di guarigione delle ferite. Inoltre, la vitamina C rafforza le difese immunitarie e protegge dalle infezioni. Lesioni e infiammazioni consumano grandi quantità di vitamina C perché in queste situazioni si libera lo stress ossidativo che deve essere intercettato dalle proprietà antiossidanti della vitamina C.

Anche la vitamina E ha proprietà antiossidanti: protegge soprattutto i lipidi e stabilizza le membrane delle cellule cutanee. Inoltre, potrebbe stimolare la produzione di collagene. Grazie ai loro effetti antiossidanti, le vitamine C ed E potrebbero favorire la guarigione delle ferite, evitando la comparsa di cicatrici.

L’effetto della sola vitamina E non è del tutto chiaro: in alcuni casi si è dimostrata inefficace o addirittura dannosa. Vale però la pena assumere vitamina C ed E insieme, come dimostrato in uno studio clinico di piccole dimensioni, in cui la combinazione di vitamine C ed E e zinco ha ridotto lo stress ossidativo e la durata del periodo di guarigione delle ferite. Anche uno studio preliminare ha mostrato che un integratore a base di vitamina C, zinco e arginina (un aminoacido) migliorava la guarigione delle ferite croniche.

È necessario condurre altri studi clinici per poter valutare in modo conclusivo l’efficacia delle vitamine C ed E. Potrebbero trarne beneficio soprattutto le persone che ne sono carenti. Il fabbisogno di vitamina C aumenta in particolare quando le lesioni sono importanti.

Dosaggio e consigli sull’assunzione delle vitamine C ed E a supporto della guarigione delle ferite

Per accelerare la guarigione delle ferite, gli esperti in medicina dei micronutrienti consigliano un integratore combinato composto da diversi antiossidanti, in modo da integrarne l’efficacia. Alcuni hanno anche bisogno l’uno dell’altro per potersi rigenerare una volta eliminato lo stress ossidativo.

Sono da prediligere gli integratori che contengono in particolare le seguenti vitamine: da 200 a 500 milligrammi di vitamina C e da 25 a 50 milligrammi di vitamina E. Si ricorda che l’organismo non è in grado di assorbire più di 200 milligrammi di vitamina C alla volta, quindi è necessario distribuire l’assunzione nel corso della giornata. Si consiglia inoltre di prendere gli integratori insieme ai pasti, quando sono più tollerabili e quando la vitamina E viene assorbita meglio perché necessita dei grassi contenuti negli alimenti.

Vitamine C ed E: da considerare in caso di assunzione di farmaci e malattie

Secondo una sperimentazione condotta sugli animali la vitamina C riduceva l’efficacia dei farmaci antitumorali a base di bortezomib (Velcade®), pertanto le persone sottoposte a terapia antitumorale dovrebbero sempre consultare un medico.

Dosi elevate di vitamina E (superiori a 50 milligrammi) possono potenziare l’efficacia degli anticoagulanti come il warfarin (Coumadin®), l’acido acetilsalicilico (Aspirina®) o il dabigatran (Pradaxa®), dunque chi li assume dovrebbe sempre chiedere il parere del proprio medico.

Poiché la vitamina C migliora l’assorbimento del ferro, chi soffre di emocromatosi dovrebbe assumerne dosi elevate solo sotto controllo medico.

L’ornitina migliora la guarigione delle ferite croniche

Meccanismo d’azione dell’ornitina durante la guarigione delle ferite

Formula chimica dell’ornitina
L’ornitina è un aminoacido di cui l’organismo ha bisogno per produrre il collagene, la più importante proteina strutturale della pelle e del tessuto connettivo. Immagine: Health One Media GmbH

L’ornitina è un aminoacido precursore della prolina, a sua volta responsabile della sintesi di proteine come il collagene. Quest’ultimo è un’importante proteina della pelle, necessaria per la guarigione delle ferite. Ci sono numerose evidenze che dimostrano il ruolo centrale di una dieta ricca di proteine e aminoacidi nel processo di guarigione delle ferite. Il fabbisogno di proteine aumenta in chi soffre di ferite croniche.

Uno studio clinico su un numero ridotto di soggetti ha mostrato come l’ornitina, somministrata tramite sonda gastrica, riducesse la durata della guarigione in caso di gravi ustioni. Un altro studio clinico su persone anziane con piaghe da decubito dovute a lunghe degenze a letto ha mostrato inoltre che nei soggetti che avevano ricevuto 10.000 milligrammi di ornitina le ferite si rimarginavano di più rispetto a chi aveva ricevuto un placebo.

L’apporto di aminoacidi e proteine dovrebbe essere sempre garantito, in particolare se si soffre di problemi di guarigione delle ferite. I risultati di uno studio hanno evidenziato come l’ornitina in particolare migliori la guarigione delle ferite in caso di ferite gravi e croniche, ma ora sono necessari ulteriori studi per confermare questo risultato. Vale comunque la pena provare ad assumerla.

Dosaggio e consigli sull’assunzione dell’ornitina a supporto della guarigione delle ferite

In caso di ferite croniche gli esperti in micronutrienti consigliano 1.000 milligrammi di ornitina al giorno. Previo consulto del proprio medico, è possibile arrivare anche a 10.000 milligrammi al giorno per un determinato periodo di tempo, in particolare quando le ferite sono gravi. In questi casi la somministrazione avviene direttamente per via endovenosa sotto forma del composto "L-ornitina L-aspartato".

Si consiglia di assumere l’ornitina a stomaco vuoto, circa un’ora prima di mangiare, così da garantirne un miglior assorbimento a livello intestinale.

Ornitina: da considerare in caso di gravidanza e allattamento, nei bambini e in caso di malattie

Le donne in gravidanza e allattamento dovrebbero consultare il proprio ginecologo prima di assumere dosi elevate di ornitina. È sconsigliata nei bambini e nei giovani sotto i 18 anni poiché non sono stati condotti studi sufficienti.

Si consiglia di consultare il medico in caso di insufficienza renale. L’ornitina non è adatta se il valore di creatinina nel siero è superiore a 3 milligrammi per decilitro.

Gli acidi grassi omega-3 sostengono la guarigione delle ferite post-operatoria

Meccanismo d’azione degli acidi grassi omega-3 durante la guarigione delle ferite

Gli acidi grassi omega-3 come l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA) riducono determinati mediatori che favoriscono le infiammazioni. In questo modo possono bloccare le infiammazioni e potrebbero favorire la guarigione delle ferite.

Uno studio clinico ha mostrato come un integratore di omega-3 riducesse le ulcere alle gambe di origine diabetica rispetto a un placebo. Gli omega-3 potrebbero anche migliorare la guarigione delle ferite post-operatoria. Uno studio preliminare condotto su pazienti che si erano sottoposti a un intervento di chirurgia refrattiva con laser ha rivelato che la cornea guariva più rapidamente in chi aveva ricevuto degli integratori di omega-3.

Va tuttavia ricordato che gli omega-3 non sono adatti per tutte le ferite. Nel caso di ferite infette da germi, le infiammazioni sono necessarie perché fanno parte del processo di difesa immunitaria. Gli omega-3 potrebbero frenarle, rallentando la guarigione, come dimostrato dai primi studi condotti in proposito.

I ricercatori devono ancora scoprire in che situazioni e per quali tipi di ferite sono consigliati gli omega-3. L’assunzione potrebbe essere utile soprattutto nelle ultime due fasi della guarigione delle ferite (fase proliferativa e riparativa), purché la ferita non sia infetta. Questo di solito avviene dopo tre giorni dal verificarsi della lesione.

Paziente dopo un’operazione agli occhi
Secondo uno studio preliminare, gli acidi grassi omega-3 migliorano la guarigione dopo un intervento chirurgico agli occhi. Immagine: kasto80/iStock/Getty Images Plus

Dosaggio e consigli sull’assunzione degli acidi grassi omega-3 a supporto della guarigione delle ferite

Per favorire la guarigione delle ferite, gli esperti in micronutrienti consigliano da 1.000 a 2.000 milligrammi di omega-3 al giorno a partire dal terzo giorno dalla ferita, preferibilmente insieme ai pasti, perché necessitano dei grassi contenuti negli alimenti per poter essere assorbiti.

Consiglio

Gli omega-3 come l’EPA sono presenti ad esempio nell’olio di pesce. Quando si acquistano integratori a base di olio di pesce occorre fare particolare attenzione a scegliere solo quelli di qualità, che sono sottoposti a speciale purificazione così da escludere la presenza di sostanze nocive.

Acidi grassi omega-3: da considerare in caso di malattie e assunzione di farmaci

Gli omega-3 sono sconsigliati per chi soffre di coagulopatia o epatopatia acuta, pancreatite acuta o colecistite.

Date le loro proprietà anticoagulanti, gli integratori di omega-3 andrebbero interrotti due settimane circa prima di un intervento programmato. Per lo stesso motivo, se assunti a dosi superiori a 1.000 milligrammi, possono potenziare l’azione dei farmaci anticoagulanti quali il fenprocumone, il warfarin (Coumadin®), l’acido acetilsalicilico (Aspirina®), il dabigatran (Pradaxa®) o l’eparina (Calciparina®). In questi casi si consiglia quindi di assumere omega-3 solo dopo aver consultato il proprio medico.

La bromelina riduce il gonfiore

Meccanismo d’azione della bromelina durante la guarigione delle ferite

La bromelina è un enzima contenuto nell’ananas che supporta la guarigione delle ferite perché degrada i mediatori dell’infiammazione, riducendo i dolori e le infiammazioni. La bromelina allevia anche i gonfiori che possono manifestarsi ad esempio in caso di strappi o contusioni e di lesioni senza escoriazioni.

Secondo uno studio preliminare la bromelina riduce il tempo di guarigione delle ferite dopo interventi dentistici e, rispetto al placebo, allevia dolori e gonfiori. Un ulteriore studio preliminare ha mostrato che accelerava anche la scomparsa del gonfiore in pazienti sottoposti a rinoplastica, anche se lo stesso risultato non è stato confermato da un altro studio preliminare.

I risultati finora raggiunti devono ancora essere dimostrati da studi clinici. Tuttavia, vale la pena ricorrere alla bromelina per favorire la guarigione delle ferite, in particolare in caso di lesioni senza escoriazioni e di gonfiori al viso, come dimostrano molti studi promettenti.

Dosaggio e consigli sull’assunzione della bromelina a supporto della guarigione delle ferite

Ananas e capsule di bromelina
Gli esperti in micronutrienti consigliano la bromelina, soprattutto quando le ferite o le lesioni si gonfiano, perché essa è in grado di distruggere i mediatori dell’infiammazione e ha un effetto decongestionante. Immagine: ThamKC/iStock/Getty Images Plus, WanjaJacob/iStock/Getty Images Plus

Si consigliano da 1.000 a 10.000 unità F.I.P. di bromelina a supporto della guarigione delle ferite. La F.I.P (unità della Fédération Internationale Pharmaceutique) è un’unità di misura dell’attività enzimatica. Da 60 a 100 milligrammi di bromelina corrispondono a circa 500 unità F.I.P. Senza il consenso del medico, la sua assunzione non dovrebbe superare i quattro-cinque giorni.

La bromelina andrebbe sempre assunta lontano dai pasti, quando viene assorbita meglio dall’organismo.

Consiglio

Bisognerebbe scegliere integratori in cui la bromelina è protetta, ad esempio in capsule resistenti ai succhi gastrici che possono distruggerla. Queste capsule speciali si aprono solo quando giungono nell’intestino tenue, liberando la bromelina ancora attiva.

Bromelina: da considerare in caso di gravidanza, allattamento, assunzione di farmaci e malattie

Non si hanno ancora a disposizione informazioni sulla sicurezza della bromelina durante la gravidanza, quindi le donne incinte e che allattano dovrebbero evitarla perché non è possibile escludere effetti negativi soprattutto nei primi mesi di gravidanza.

Le persone in cura antibiotica devono valutare l’assunzione della bromelina con il proprio medico, perché essa può aumentare l’assorbimento degli antibiotici a livello intestinale. Gli antibiotici interessati sono, tra gli altri, l’eritromicina (Eritrocina®, Lauromicina®), la claritromicina (Clamodin®, Claritrol®) e la levofloxacina (Agilev®, Levobat®).

La bromelina potrebbe interferire con la coagulazione, quindi è sconsigliata a chi assume anticoagulanti, tra cui l’acido acetilsalicilico (Aspirina®) e l’eparina (Calciparina®). Per lo stesso motivo si dovrebbe interrompere l’uso di integratori di bromelina una o due settimane prima di un’operazione programmata.

Poiché viene estratta dall’ananas, chi è allergico a questo frutto dovrebbe evitarla, perché può contenerne ancora delle tracce.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere consigliate a supporto della guarigione delle ferite

 

Vitamine

Vitamina B6

da 1 a 2 milligrammi (mg)

Vitamina B12 (sotto forma di metilcobalamina)

da 3 a 5 microgrammi (µg)

Acido folico (sotto forma di 5-MTHF)

da 200 a 400 microgrammi

Biotina

da 50 a 100 microgrammi

Acido pantotenico

da 15 a 20 milligrammi

Vitamina D

da 1.000 a 2.000 unità internazionali (UI)

Vitamina C

da 200 a 500 milligrammi

Vitamina E

da 25 a 50 milligrammi

  
 

Minerali

Zinco

da 15 a 20 milligrammi

  
 

Altro

Ornitina

1.000 milligrammi

Acidi grassi omega-3

da 1.000 a 2.000 milligrammi

Bromelina

da 1.000 a 10.000 unità F.I.P.

 

 

Esami di laboratorio consigliati in breve

Esami del sangue consigliati a supporto della guarigione delle ferite

 

Valori normali

Vitamina D (siero)

da 40 a 60 nanogrammi per millilitro (ng/ml)

Classificazione

Riepilogo

Quando ci feriamo, l’organismo avvia il processo di guarigione delle ferite, che può durare da alcuni giorni a settimane. Solitamente la ferita guarisce da sola, ma vitamine e minerali possono essere d’aiuto. Le vitamine del gruppo B sono utili per il rinnovamento cutaneo perché l’organismo ne ha bisogno per la divisione cellulare. Lo zinco favorisce la ricostruzione della pelle e rafforza il sistema immunitario, evitando così che la ferita si infetti.

La vitamina D incentiva la formazione delle cellule e deve esserne assolutamente evitata una sua carenza perché si accompagna a problemi di guarigione delle ferite. Le vitamine C ed E possono ridurre il tempo di guarigione delle ferite. Hanno proprietà antiossidanti e riducono lo stress ossidativo all’interno della ferita.

L’ornitina, una componente proteica, potrebbe migliorare la guarigione delle ferite croniche. In linea di massima è importante garantire un sufficiente apporto di proteine, in particolare in caso di problemi di guarigione delle ferite. Gli acidi grassi omega-3 favoriscono la guarigione delle ferite, soprattutto dopo un intervento chirurgico. La bromelina riduce più rapidamente il gonfiore.

Classificazione

Indice degli studi e delle fonti

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