Trattamento naturale della neurodermite e degli eczemi con vitamine, minerali e altri nutrienti

Il ruolo della medicina dei micronutrienti nel trattamento della neurodermite e di altri eczemi e nella riduzione degli effetti collaterali dei farmaci

Il termine “eczema”è un nome collettivo indicante alterazioni infiammatorie della pelle, eruzioni cutanee o malattie cutanee croniche, spesso utilizzato come sinonimo di “dermatite”. La neurodermite è un disturbo frequente noto anche come eczema atopico. Alcuni micronutrienti intervengono efficacemente nei meccanismi responsabili della sua comparsa. Scoprite quali sono in grado di alleviare il prurito e mitigare gli eczemi nel quadro di una terapia mirata.

Donna che si gratta la schiena
L’eczema è una malattia infiammatoria cutanea, comunemente caratterizzata da prurito, arrossamento e desquamazione della pelle, che si manifesta in varie forme, tra cui la neurodermite è la più comune. Immagine: Rawpixel/iStock/Getty Images Plus

Cause e sintomi

Fattori scatenanti degli eczemi

Un eczema si sviluppa solo in presenza di un’ipersensibilità cutanea di origine genetica, con l’azione concomitante di fattori interni ed esterni. I fattori scatenanti provocano una risposta immunitaria esagerata e le tipiche reazioni infiammatorie cutanee. Sostanze nocive e irritanti, stress psichico, allergie e un’alimentazione scorretta possono essere responsabili dell’insorgenza di questa condizione (fattori di provocazione).

Gli eczemi vengono suddivisi in diverse categorie in base alla comparsa, alla morfologia (aspetto) o alla localizzazione. A seconda della causa (eziologia) si distinguono:

  • Eczemi da contatto: si manifestano come reazione immunitaria ritardata ad un allergene da contatto, tra cui metalli come nichel, cobalto o cromo, profumi e formaldeide.
  • Eczemi fotoallergici: in questo caso la pelle ha una reazione allergica a profumi, protezioni solari o olio di legno di sandalo per l’azione supplementare della luce del sole. Anche sostanze come il catrame o alcuni medicinali possono avere un effetto nocivo assieme alla luce.
  • Eczemi microbici nummulari: sono causati da batteri, con la comparsa di focolai di infiammazione delimitati di forma circolare, trasudanti e coperti da croste. Spesso insorgono insieme alla neurodermite.

Le cause di altri tipi di eczemi non sono state ancora del tutto chiarite:

  • L’eczema seborroico si presenta spesso come un’eruzione cutanea con squame giallognole che compare soprattutto su aree cutanee grasse, ad esempio sul cuoio capelluto e sul volto.
  • L’ intertrigine, un altro tipo di eczema, è caratterizzata da un’infiammazione trasudante nelle pieghe cutanee, ad esempio nelle ascelle o nelle zone intime, provocata da sfregamento.
  • L’eczema disidrosico compare su mani e piedi e prima veniva erroneamente considerato un disturbo della funzionalità delle ghiandole sudoripare.
  • La crosta lattea nei poppanti si manifesta inizialmente sul cuoio capelluto per estendersi successivamente al viso, interessando soprattutto occhi, palpebre, labbra e, in seguito, mani, piedi, cavità del ginocchio e gomiti. L’eruzione cutanea può progressivamente arrivare a coprire tutta la regione corporea. La crosta lattea è il primo segno di neurodermite.

La neurodermite (eczema atopico) è una forma particolare. Non ha una sola causa bensì si manifesta in seguito alla complessa interazione di varie anomalie (patogenesi):

  • Secchezza della cute e sensibilità delle ghiandole sebacee: sono le condizioni di base per lo sviluppo della neurodermite.
  • Ormoni: gli sbalzi ormonali possono peggiorare o alleviare i sintomi della neurodermite, ad esempio in gravidanza, durante il ciclo mestruale o dopo la menopausa.
  • Alimenti e allergeni: le sostanze presenti nell’ambiente, come i pollini e gli acari della polvere, oppure alcuni alimenti provocano un aumento della produzione di mediatori delle risposte allergiche (IgE), che peggiorano la neurodermite.
  • Intestino: anche un problema di salute intestinale, come un disturbo della flora intestinale o la sindrome dell’intestino permeabile, potrebbero svolgere un ruolo nella comparsa della neurodermite.
  • Infezioni: la pelle delle persone colpite è soggetta a infezioni provocate da virus come l’Herpes simplex o da batteri come gli stafilococchi.
  • Stress: condizioni di stress frequente si ripercuotono sulla pelle, probabilmente mediante il rilascio di neurotrasmettitori.
  • Clima e stagioni: la neurodermite è tipicamente influenzata dalle oscillazioni stagionali per via dell’influsso di disidratazione, forte calore, sudorazione e freddo sulla cute.

Sintomi di neurodermite e altri eczemi

Gli eczemi possono comparire in qualsiasi parte del corpo e, nella maggior parte dei casi, sono accompagnati dal tipico prurito. Si distingue tra fase acuta e fase cronica.

  • Fase acuta: caratterizzata da infiammazioni acute, arrossamenti (eritemi), noduli (papule), vescicole o croste. Il prurito costante provoca graffi, mentre l’eruzione cutanea spesso trasuda e la pelle brucia. Si assiste alla comparsa di accumuli d’acqua (edemi), ferite della pelle con macerazione del tessuto e abrasioni.
  • Fase cronica: la pelle è interessata dalla comparsa di alterazioni che ne accentuano il disegno (lichenificazione), si ispessisce e sviluppa una struttura più grossolana, spesso accompagnata da desquamazione.

Informazioni

Un caso particolare di neurodermite è caratterizzato dalla comparsa concomitante di malattie croniche delle vie respiratorie: tra il 40 e il 60 percento dei pazienti con neurodermite soffre al tempo stesso di raffreddore da fieno o asma.

Classificazione

Obiettivi del trattamento

Qual è il trattamento classico degli eczemi?

Mano su cui viene applicata una crema
Il trattamento classico degli eczemi include creme e lozioni speciali acquistabili in farmacia che reidratano la pelle, ripristinandone la funzione protettiva. Immagine: Cunaplus_M.Faba/iStock/Getty Images Plus

La predisposizione dell’organismo a una reazione immunitaria eccessiva non può essere curata. La terapia deve essere impostata in modo da agire contemporaneamente su diversi fattori scatenanti:

  • Evitare i fattori scatenanti: le persone interessate dovrebbero evitare tutte le sostanze nocive per la pelle. Spesso si consiglia un’alimentazione povera di allergeni.
  • Modificare le abitudini nella cura della pelle: la cura e la pulizia della pelle devono tener conto dell’eczema.

La terapia locale di base può includere, ad esempio, creme e lozioni contenenti urea o glicerina, acquistabili in farmacia, che reidratano la pelle, ripristinandone la funzione protettiva.

Esistono inoltre vari farmaci con cui combattere l’infiammazione e alleviare il prurito:

  • Glucocorticoidi sotto forma di compresse o pomate: nel trattamento degli episodi acuti vengono impiegati preparati cortisonici a basso dosaggio.
  • Inibitori della calcineurina per uso cutaneo: sono un’alternativa al cortisone. Le sostanze riducono l’attività del sistema immunitario, indebolendo così la reazione di difesa contro gli elementi estranei.
  • Ciclosporina in compresse: anche questo principio attivo inibisce il sistema immunitario (immunosoppressore) e impedisce il rilascio di neurotrasmettitori. Il suo impiego è consentito solo negli adulti affetti da neurodermite grave.
  • Sostanze contro funghi e batteri: le infezioni provocate da funghi e batteri vengono contrastate con sostanzeantimicotiche e antimicrobiche, come gli antibiotici.
  • Sostanze contro la cheratinizzazione o desquamazione: alcune pomate favoriscono il distacco delle cellule cornee dallo strato cutaneo più esterno e arrestano la divisione cellulare.

Anche i rimedi casalinghi, come impacchi con tè nero o sale da cucina, si sono dimostrati efficaci. Le pomate allo zinco, i preparati a base di catrame e i tannini alleviano a loro volta l’infiammazione. Gli shampoo con acido salicilico o disolfuro di selenio rimuovono le squame grasse.

Gli obiettivi della medicina dei micronutrienti

Determinati minerali, acidi grassi e vitamine rallentano le reazioni infiammatorie della pelle, contribuendo così ad alleviare i sintomi. Per questo la medicina dei micronutrienti integra alla perfezione il trattamento classico degli eczemi.

  • Gli acidi grassi come l’acido gamma-linoleico e gli acidi grassi omega-3 migliorano la funzione di barriera della pelle e arrestano i processi infiammatori.
  • La vitamina D e lo zinco combattono le infiammazioni. Lo zinco migliora inoltre la funzione di difesa della cute.
  • I probiotici assicurano la presenza di una flora intestinale sana.
  • Gli antiossidanti catturano i radicali liberi, affrontando direttamente l’infiammazione e le sue conseguenze.

Gli effetti collaterali provocati dall’impiego di antibiotici, cortisone e ciclosporina possono essere attenuati con l’assunzione mirata di micronutrienti.

Classificazione

Trattamento con i micronutrienti

L’acido gamma-linoleico rafforza la barriera cutanea.

Meccanismo d’azione dell’acido gamma-linoleico

Olio di borragine in un recipiente di vetro
L’olio di borragine può alleviare la neurodermite. Immagine: JPC-PROD/iStock/Getty Images Plus

L’acido gamma-linoleico è un acido grasso omega-6 insaturo ottenuto dall’olio di borragine o di enotera che allevia le infiammazioni e migliora l’aspetto della pelle. Assicura elasticità e idratazione alla cute sana, rafforzandone la funzione di barriera, riducendo la perdita d’acqua e permettendole così di difendersi dalle sostanze che scatenano le allergie. Probabilmente i soggetti affetti da neurodermite presentano un enzima che non svolge adeguatamente la propria funzione, pregiudicando la produzione di acido gamma-linoleico da parte dell’organismo.

Un’opera di valutazione di dodici studi clinici sull’olio di borragine ha permesso di accertare un suo effetto lenitivo, particolarmente evidente in cinque delle ricerche. Il numero di partecipanti era tuttavia troppo ridotto per permettere di trarre conclusioni significative: alcuni pazienti hanno chiaramente risposto al trattamento, mentre altri no. L’acido gamma-linoleico è in ogni caso consigliato nei soggetti interessati da forme lievi.

Dosaggio e consigli sull’assunzione dell’acido gamma-linoleico in caso neurodermite

Gli adulti colpiti da eczemi dovrebbero assumere da 1.000 a 2.500 milligrammi al giorno di acido gamma-linoleico, mentre i bambini dovrebbero assumerne da 150 a 1.000 milligrammi. Nel caso dei bambini la dose viene calcolata in base al peso corporeo, con 45 milligrammi per chilo, e può essere somministrata solo dopo il compimento del primo anno di età.

Le capsule con olio di borragine o enotera vanno assunte preferibilmente insieme a un pasto per favorire il passaggio ottimale dell’acido gamma-linoleico dall’intestino al sangue.

Esami di laboratorio per l’acido gamma-linoleico

Il livello degli acidi grassi omega-6 viene determinato in laboratorio mediante un esame del sangue. Il valore deve essere superiore a 4 milligrammi per litro, con una quantità di acido gamma-linoleico compresa tra 10 e 30 milligrammi per litro. Il rapporto complessivo tra acidi grassi omega-3 e omega-6 deve essere equilibrato.

Da considerare in caso di assunzione di farmaci, malattie, gravidanza e allattamento

Eventuali interazioni con gli anticoagulanti non sono state ancora del tutto confermate. Per sicurezza, le persone che assumono questi farmaci dovrebbero far controllare i valori di coagulazione del sangue. È il caso di medicinali come il warfarin (Coumadin®), l’acido acetilsalicilico (Aspirina®) e il clopidogrel (Averelix®, Plavix®).

Chi soffre di epilessia non dovrebbe assumere grandi quantità di acido gamma-linoleico per scongiurare un possibile peggioramento del quadro clinico. La sua assunzione dovrebbe essere evitata anche in concomitanza con farmaci che favoriscono l’epilessia, tra cui ad esempio le fenotiazine come la clorpromazina (Prozin®, Largactil®), un principio attivo impiegato nel trattamento della schizofrenia.

La sicurezza dell’olio di borragine ed enotera durante la gravidanza e l’allattamento non è supportata da analisi sufficienti, pertanto la sua assunzione dovrebbe essere valutata con il proprio medico.

Gli acidi grassi omega-3 alleviano le infiammazioni cutanee

Meccanismo d’azione degli acidi grassi omega-3

Gli acidi grassi omega-3, presenti in grande quantità negli oli di pesce, sono la raccomandazione standard della medicina dei micronutrienti in presenza di problemi infiammatori.

L’organismo utilizza gli acidi grassi per la produzione non solo di energia, ma anche di neurotrasmettitori. In questo processo gli acidi grassi omega-3 e omega-6 vengono trasformati rispettivamente in neurotrasmettitori antinfiammatori e infiammatori, da cui si deduce che il trattamento della neurodermite si può supportare aumentando l’assunzione di acidi grassi omega-3 e riducendo quella degli acidi grassi omega-6. Particolarmente problematico è l’acido arachidonico appartenente agli omega-6 e presente ad esempio nella carne o nelle uova, mentre l’acido gamma-lineoleico, che appartenente allo stesso gruppo ma è ricavato da oli vegetali, non provoca alcun disturbo.

Prevenzione: gli acidi grassi omega-3 sono oggetto di intense ricerche volte ad accertare la loro eventuale capacità di prevenire eczemi allergici e allergie. La questione rimane aperta, tuttavia con alcune indicazioni positive: la protezione dei bambini contro le allergie potrebbe essere migliore se le madri in gravidanza o durante l’allattamento aumentassero l’assunzione di acidi grassi omega-3. È tuttavia troppo presto per fornire un parere definitivo.

La ricerca interessa anche il trattamento della neurodermite: in 53 pazienti adulti affetti da questo disturbo e trattati con 5.400 milligrammi di acidi grassi omega-3 per otto settimane è stata osservata una remissione dei sintomi dell’eczema, anche se i dati sono ancora provvisori. I gruppi di studio finora coinvolti nella sperimentazione erano di piccole dimensioni e adesso il trattamento deve essere testato su un numero maggiore di partecipanti. Il ricorso agli acidi grassi omega-3 in caso di neurodermite rimane tuttavia consigliabile.

Dosaggio e consigli sull’assunzione degli acidi grassi omega-3

Gli acidi grassi omega-3 hanno un effetto benefico sulla salute solo se regolarmente presenti nell’alimentazione, ad esempio sotto forma di pesce. I preparati a base di olio di pesce sono più facili da dosare. La dose giornaliera di acidi grassi omega-3 consigliata è compresa tra 2.500 e 5.000 milligrammi.

Consiglio

Nella scelta dei preparati a base di omega-3 occorre prestare particolare attenzione alla qualità: gli integratori alimentari migliori contengono olio di pesce sottoposto a purificazione, un processo che rimuove residui indesiderati come metalli pesanti e sostanze nocive. Il alternativa si può ricorrere all’olio di krill, più puro per natura.

I preparati a base di omega-3 dovrebbero essere assunti insieme ai pasti, perché i grassi degli alimenti ne favoriscono il passaggio dall’intestino al sangue.

Esami di laboratorio

I livelli di acidi grassi omega-3 sono determinati nel sangue. L’indice omega-3 è espresso in percentuale e non deve essere inferiore a quattro, anche se il valore ottimale è superiore a otto. Esso indica quale quantità degli acidi grassi presenti nelle membrane dei globuli rossi corrisponde ad acidi grassi omega-3.

Da considerare in caso di malattie epatiche e renali e di assunzione di farmaci

Chi assume anticoagulanti come il warfarin dovrebbe comunicare l’uso di omega-3 al proprio medico. Gli acidi grassi omega-3 potrebbero infatti amplificare l’azione degli anticoagulanti a partire da dosi di 1.000 milligrammi. Il medico curante può controllare regolarmente il tempo di protrombina (tempo di Quick) e aggiustare la dose del farmaco, qualora necessario.

Le malattie epatiche e renali costituiscono una controindicazione per l’assunzione di acidi grassi omega-3, sconsigliata anche in presenza di patologie pancreatiche acute o di colecistite.

La neurodermite è più frequente in caso di carenza di vitamina D

Meccanismo d’azione della vitamina D

Scritta “vitamina D” e sole sulla sabbia
La neurodermite è meno frequente nei paesi soleggiati e alcuni studi evidenziano una sua correlazione con una carenza di vitamina D nel sangue. Immagine: ratmaner/iStock/Getty Images Plus

La vitamina D regola l’attività del sistema immunitario, assicurandosi che non sia eccessiva o insufficiente. Può essere prodotta dall’organismo, che la sintetizza nella pelle con l’aiuto dei raggi solari (raggi UV). Sono invece pochi gli alimenti che la contengono. Studi osservazionali mostrano che la neurodermite è meno frequente nei paesi soleggiati, e altre ricerche evidenziano una sua correlazione con una carenza di vitamina D nel sangue.

La somministrazione mirata di vitamina D potrebbe contribuire a ridurre il grado di gravità della neurodermite, soprattutto quando i sintomi peggiorano in inverno. Questa situazione viene illustrata con chiarezza da un recente studio di alto livello condotto in Mongolia, dove la popolazione tende ad essere carente di vitamina D a causa dei lunghi mesi invernali privi di sole. La somministrazione di 1.000 unità internazionali di vitamina D3 per un mese a 107 bambini affetti da neurodermite ha portato a un netto miglioramento del quadro clinico della malattia. Anche in altri paesi l’apporto di vitamina D è insufficiente, soprattutto in inverno.

Sono molte le indicazioni che rimandano all’efficacia della vitamina D contro la neurodermite, ma sono necessari ulteriori studi di maggiore durata e con un numero superiore di partecipanti per confermarne l’effetto su tutti i soggetti interessati dalla malattia. Una carenza di vitamina D dovrebbe in ogni caso essere compensata.

Si suppone che la vitamina D possa essere d’aiuto anche contro la dermatite seborroica, un’infiammazione cutanea che interessa prevalentemente le aree grasse della pelle. Uno studio con 32 soggetti sembra indicare la capacità della vitamina D di ridurre il tasso di ricaduta.

Inoltre, i pazienti affetti da eczemi e con livelli ridotti di vitamina D erano colpiti più spesso da infezioni batteriche cutanee rispetto a quelli con valori più alti. L’assunzione di vitamina D ha aumentato la produzione di anticorpi con funzione protettiva contro i batteri.

Dosaggio e consigli sull’assunzione della vitamina D

La dose di vitamina D da assumere dipende dai livelli presenti nell’organismo. Il primo passo consiste nella compensazione di un’eventuale carenza, che soprattutto nei mesi invernali è possibile solo con il ricorso ad un integratore. La vitamina D andrebbe sempre assunta insieme ai pasti poiché ha bisogno del grasso contenuto negli alimenti per raggiungere il sangue.

La regola generale per aumentare rapidamente nel breve termine i livelli di vitamina D prevede la somministrazione quotidiana per dieci giorni di 10.000 unità internazionali, che unite alle 4.500 unità internazionali prodotte dall’organismo ne incrementano il valore di 10 nanogrammi per millilitro.

Un aumento lento e duraturo si ottiene invece con la somministrazione di 1.000 unità internazionali al giorno, che in aggiunta alle 4.500 unità internazionali prodotte dall’organismo, determina un incremento di 10 nanogrammi per millilitro.

Determinazione dei livelli di vitamina D in laboratorio

In caso di eczemi e neurodermite si consiglia di controllare i livelli di vitamina D. La quantità di vitamina D viene misurata nel siero ematico rilevandone la forma di trasporto, nota come vitamina D 25(OH) o calcidiolo. I massimi benefici per la salute si ottengono con un livello di vitamina D compreso tra 40 e 60 nanogrammi per millilitro.

Idealmente, chi soffre di eczemi dovrebbe controllare i valori della vitamina D almeno due volte l’anno.

Probiotici e prebiotici: la salute della pelle passa dall’intestino

Meccanismo d’azione di probiotici e prebiotici

L’intestino influenza in modo determinante il metabolismo della pelle, regolando l’esposizione alle tossine e ai fattori infiammatori. I probiotici sono “batteri buoni” che svolgono un’azione positiva per la salute dell’intestino. Un intestino sano è importante anche per il benessere della pelle.

I prebiotici sono invece le fibre di cui i batteri buoni si nutrono. Probiotici e prebiotici svolgono un’azione complementare per cui nell’ambito della medicina dei micronutrienti se ne consiglia spesso l’assunzione contemporanea.

Il trattamento degli eczemi si basa essenzialmente sulla ricerca delle cause, ma probiotici e prebiotici possono favorire il processo di guarigione. I probiotici potrebbero essere d’aiuto in caso di infiammazioni persistenti nonché di forme allergiche e neurodermite. Un tentativo con i probiotici è consigliato anche contro le infezioni cutanee ricorrenti per aumentare le difese immunitarie.

Studi di alto livello incentrati sull’effetto dei probiotici nella prevenzione o nel trattamento della neurodermite nei bambini hanno dato risultati incoraggianti, che mostrano un’azione preventiva contro la malattia in 13 ricerche su 17, mentre un successo del trattamento è stato registrato in 15 studi su 20. Principale oggetto di analisi sono stati i lattobacilli e i bifidobatteri, efficaci sia singolarmente sia in combinazione. Anche l’integrazione con i probiotici ha dato risultati promettenti.

La World Allergy Organization promuove i probiotici per la prevenzione degli eczemi, soprattutto tra le donne geneticamente più esposte al rischio di allergie durante la gravidanza e l’allattamento. Gli esperti sottolineano tuttavia l’esigenza di studi più approfonditi.

Dosaggio e consigli sull’assunzione di probiotici e prebiotici

I probiotici sono disponibili sotto forma di polvere, compresse o capsule in combinazione con prebiotici, soprattutto lattobacilli e bifidobatteri, nonché destrine o amidi resistenti. I test condotti su Lactobacillus rhamnosus, Lactobacillus paracasei,Lactobacillus casei, Bifidobacterium lactis e Bifidobacterium longumhanno dato risultati positivi.

Ogni dose dovrebbe contenere più di 109 batteri vivi. Nei preparati i batteri vengono indicati in unità formanti colonie (CFU, dall’inglese Colony Forming Unit). L’assunzione dovrebbe protrarsi per almeno dodici settimane. Dopo la sospensione del trattamento i batteri vengono lentamente espulsi.

I probiotici devono essere assunti insieme ai pasti o con abbondante acqua per assicurarsi che sopravvivano ai succhi gastrici e raggiungano indenni l’intestino. Alcuni produttori offrono anche capsule gastroresistenti, che si aprono solo una volta giunte nell’intestino.

Assunzione di zinco per la difesa della pelle

Meccanismo d’azione dello zinco

Lo zinco concorre alla costituzione di capelli, unghie e pelle, intervenendo inoltre nel meccanismo di difesa della cute contro i batteri, nella produzione del collagene, nella guarigione delle ferite e, di conseguenza, anche nel rinnovamento cutaneo. Lo zinco ha un effetto antibatterico e antinfiammatorio che lo rende essenziale nella lotto contro le malattie della pelle. Nella medicina dei micronutrienti lo zinco è indicato per l’uso sia interno che esterno.

Come ossido di zinco viene comunemente impiegato sotto forma di pasta per il trattamento di eczemi non trasudanti che si manifestano con arrossamento, dolore e prurito, ad esempio nella dermatite da pannolino e nell’eczema seborroico.

Una carenza di zinco nel sangue può provocare malattie cutanee e compromettere la funzione immunitaria. I pazienti con lesioni cutanee e le persone affette da neurodermite sono spesso carenti di zinco.

Una speranza arriva da un primo studio che ha preso in esame due gruppi di soggetti affetti da neurodermite, in cui il gruppo A è stato sottoposto a un trattamento con 12 milligrammi di zinco al giorno, antistaminici e lozioni idratanti, mentre il gruppo di controllo B ha ricevuto solo antistaminici e lozioni idratanti, senza lo zinco. Dopo dodici settimane i partecipanti del gruppo A presentavano un livello maggiore di zinco, con un miglioramento dello stato cutaneo nettamente superiore rispetto al gruppo di controllo.

Capsule di zinco in una ciotola di legno
I preparati allo zinco sono consigliati per alleviare i sintomi della neurodermite. Immagine: settaphan/iStock/Getty Images Plus

Dosaggio e consigli sull’assunzione dello zinco

Chi soffre di neurodermite dovrebbe assumere ogni giorno da 20 a 50 milligrammi di zinco, mentre dosi da 15 a 35 milligrammi sono consigliate per alleviare i sintomi delle malattie cutanee in generale.

I preparati a base di zinco possono causare problemi gastrici se assunti a stomaco vuoto, pertanto è meglio prenderli insieme agli alimenti, che ne migliorano inoltre l’assorbimento a livello intestinale, soprattutto se contenenti proteine, poiché gli aminoacidi favoriscono il processo.

Da considerare in caso di malattie e assunzione di farmaci

L’assunzione supplementare di zinco con preparati a base di minerali dovrebbe essere evitata in caso di insufficienza renale cronica o di altre nefropatie. I reni indeboliti non sono infatti in grado di eliminare correttamente lo zinco, che raggiungerebbe livelli ematici troppo elevati.

Lo zinco può legarsi agli antibiotici e ai farmaci impiegati per il trattamento dell’osteoporosi rendendoli inefficaci. Si consiglia pertanto di rispettare un intervallo di somministrazione di almeno due ore. Tra i farmaci interessati si annoverano, ad esempio, gli inibitori della DNA girasi come la ciprofloxacina (Ciflox®, Ciperus®), le tetracicline (Miraclin®) e i bisfosfonati come l’acido alendronico (ad esempio Fosamax®) o l’acido risedronico (Actonel®).

Gli antiossidanti riducono lo stress ossidativo e le infiammazioni in presenza di eczemi

Meccanismo d’azione degli antiossidanti

Le infiammazioni producono radicali liberi (stress ossidativo), che a loro volta le mantengono attive e danneggiano i tessuti. I soggetti colpiti da eczemi hanno bassi livelli ematici di vitamine e minerali antiossidanti (vitamine C ed E), accompagnati da valori più elevati dei marcatori dello stress ossidativo. Gli antiossidanti possono catturare queste fonti di stress e proteggere il tessuto dalle conseguenze delle infiammazioni, come indicato dai primi studi condotti.

  • Vitamina C: l’istamina è un neurotrasmettitore infiammatorio che concorre a provocare le allergie o a mantenerle attive. La vitamina C ne favorisce l’eliminazione.La gravità della neurodermite aumenta con il calo del livello di vitamina C nel sangue. In uno studio basato sulla somministrazione di 7.500 milligrammi di vitamina C per via endovenosa a un gruppo di 89 partecipanti si è registrata una netta riduzione del livello dell’istamina, con una maggiore efficacia nei pazienti allergici rispetto a quelli colpiti da infezioni.
  • Vitamina E: la vitamina E può ridurre il livello ematico dell’immunoglobulina E (IgE), un anticorpo responsabile delle allergie coinvolto anche nella comparsa della neurodermite. Secondo le conclusioni di un primo studio condotto su 70 pazienti che hanno ricevuto per quattro mesi una dose giornaliera di 270 milligrammi di vitamina E, quest’ultima allevia i sintomi e può contribuire al miglioramento della qualità della vita dei soggetti affetti da neurodermite.
  • Selenio: un primo studio ha evidenziato una riduzione dei disturbi nel 65 percento dei casi dopo l’assunzione di selenio per sei mesi.

Gli antiossidanti sembrano quindi influenzare positivamente la terapia per la neurodermite, ma queste supposizioni e i dosaggi precisi devono essere confermati da ulteriori ricerche.

Dosaggio e consigli sull’assunzione degli antiossidanti

In presenza di eczemi si consiglia un intervento ad ampio raggio con l’impiego di tutti i principali antiossidanti, ad esempio con almeno 100 milligrammi di vitamina C e 50 microgrammi di selenio al giorno. La quantità di vitamina E assunta senza controllo medico non dovrebbe superare i 50 milligrammi. La medicina dei micronutrienti la impiega anche in dosi superiori, pari ad esempio a 270 milligrammi, preferibilmente con la consulenza di un esperto.

Informazioni

A dosaggi elevati l’alfa-tocoferolo, un sottotipo di vitamina E isolato, potrebbe favorire lo stress ossidativo e danneggiare le cellule. Se ne sconsiglia quindi l’assunzione in quantità eccessive finché non saranno disponibili ulteriori dati in merito. I preparati a base di antiossidanti contenenti tutte le otto forme di vitamina E (complesso della vitamina E completo) sono i più indicati per garantire una copertura di base.

Gli antiossidanti agiscono in un rapporto di complementarità e assicurano pertanto la massima efficacia se presi in combinazione tra loro. La vitamina E deve ad esempio essere rigenerata per sviluppare appieno i propri benefici per l’organismo e a tal fine necessita della vitamina C.

Gli antiossidanti liposolubili come la vitamina E dovrebbero essere assunti insieme ai pasti per favorirne l’assorbimento nel sangue.

Determinazione dello stress ossidativo e dei livelli di selenio in laboratorio

Un indicatore dello stress ossidativo è rappresentato dal contenuto di malondialdeide (MDA) nel sangue, che fornisce informazioni sui danni alle cellule e in rilevato vene individuato nel siero. I valori normali sono compresi tra 0,36 e 1,4 micromoli per litro.

I metodi di verifica possono variare da un laboratorio all’altro, così come i valori di riferimento. In caso di dubbio è opportuno attenersi a quelli forniti dal centro scelto.

Lo stato del selenio viene di solito determinato nel sangue intero, che contiene tutte le cellule ematiche. Il valore così ottenuto indica l’apporto di selenio nel lungo termine, mentre il siero ematico (la parte liquida del sangue) rispecchia solo la quantità presente nel breve termine. In condizioni ottimali i valori del selenio dovrebbero essere compresi tra 100 e 120 microgrammi per litro nel siero e tra 120 e 150 microgrammi per litro nel sangue intero.

Antiossidanti: da considerare in caso di assunzione di farmaci, tabagismo e malattie renali

I fumatori non dovrebbero assumere più di 50 milligrammi di vitamina E, che in rari casi aumenta il rischio di emorragie cerebrali e cancro ai polmoni.

Quantità più elevate comportano il pericolo di sovradosaggio e interazioni. Una particolare cautela è richiesta in caso di assunzione di anticoagulanti (come ad esempio il fencupromone contenuto nel Marcumar® o l’acido acetilsalicilico dell’Aspirina®), di diabete, prima di interventi chirurgici nonché in presenza di carenze di vitamina K accompagnate da gravi problemi digestivi.

Il parere degli esperti

Secondo studi di grande portata, la vitamina E sotto forma di alfa tocoferolo riduce il rischio di essere colpiti dalle forme più frequenti di ictus dovuto a occlusione dei vasi, ma aumenta la frequenza delle forme più rare causate da emorragia cerebrale (presumibilmente a partire da 130 milligrammi [mg] al giorno). Particolarmente a rischio sono i soggetti ipertesi. Si presume inoltre che l’assunzione di vitamina E (alfa-tocoferolo) aumenti leggermente il rischio di morte a partire da dosi superiori a 100 milligrammi. In generale, il rischio è minimo e visibile solo se si analizzano gruppi di persone molto numerosi. Ad esempio, le emorragie cerebrali interessano solo una persona su 1.250.

In caso di problemi renali, anche l’apporto di selenio è consigliato solo a fronte di una comprovata carenza e sotto controllo medico.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere di micronutrienti consigliate in caso di neurodermite

 

Vitamine

Vitamina D

in base ai livelli di vitamina D, almeno 1.000 unità internazionali (UI)

Vitamina C

100 milligrammi (mg)

Vitamina E

50 milligrammi

(terapia con vitamina E: 270 milligrammi)

 

Oligoelementi

Zinco

da 20 a 50 milligrammi

Selenio

50 microgrammi (µg)

 

Altre sostanze

Acido gamma-linoleico

Bambini

Adulti

 

da 150 a 1.000 milligrammi

da 1.000 a 2.500 milligrammi

Acidi grassi omega-3

da 2.000 a 5.000 milligrammi

Probiotici con lattobacilli e bifidobatteri

da 109 a 1010 unità formanti colonie (CFU)

 

 

Esami di laboratorio consigliati in breve

Esami del sangue consigliati in caso di neurodermite

 

Valori normali

Vitamina D

da 40 a 60 nanogrammi per millilitro (ng/ml)

Indice omega-3

dal 4 all’8 percento di acidi grassi omega-3 sul totale degli acidi grassi

Acidi grassi omega-6

4 milligrammi per litro (mg/l)

Selenio nel sangue intero

da 120 a 150 microgrammi per litro (µg/l)

 

 

Classificazione

Sostegno ai farmaci tramite i micronutrienti

Assunzione di antibiotici: i probiotici per proteggere l’intestino

Mano che preleva una scatola da uno scaffale con vari farmaci
Per gli eczemi accompagnati dai chiari sintomi di un’infezione batterica si consiglia la somministrazione di antibiotici in compresse. Immagine: MJ_Prototype/iStock/Getty Images Plus

Per gli eczemi accompagnati da un’infezione batterica si consiglia la somministrazione di antibiotici in compresse, ad esempio di penicilline come la flucloxacillina (Flucacid® o Liderclox®).

Gli antibiotici combattono i batteri patogeni ma attaccano anche quelli buoni, necessari alla salute della flora intestinale. Dopo una terapia antibiotica i probiotici impediscono la proliferazione di batteri intestinali dannosi e conseguenti fenomeni di diarrea. Molti studi di alto livello hanno dimostrato l’efficacia soprattutto di lattobacilli come Lactobacillus rhamnosus GG e Lactobacillus casei nonché del lievito Saccharomyces boulardii.

L’intestino può essere supportato ogni giorno dall’azione di una quantità di microrganismi (batteri e lieviti) compresa tra 10 e 20 miliardi (tra 10 e 20 x 109 unità formanti colonie [CFU]). Se ne consiglia l’assunzione in parallelo all’antibiotico e, in seguito, per uno o due mesi per garantire un buon recupero intestinale. Il probiotico e l’antibiotico vanno assunti a distanza di due o tre ore l’uno dall’altro per evitare che quest’ultimo attacchi i “batteri buoni”.

Immunosoppressori (ciclosporina): prevenire le carenze per ridurne al minimo gli effetti collaterali

La ciclosporina (ad esempio Ciqorin® e Sandimmun®) sopprime il sistema immunitario in caso di neurodermite grave, però a volte provoca effetti collaterali, che possono essere alleviati mediante la medicina dei micronutrienti:

  • Aumento dell’escrezione di magnesio: per evitare una carenza, il trattamento con la ciclosporina dovrebbe essere affiancato dall’assunzione di 300 milligrammi di magnesio al giorno. Una carenza di magnesio provoca problemi muscolari come crampi, tremori e contratture, nonché disturbi della concentrazione.
  • Gli acidi grassi omega-3 abbassano la pressione sanguigna: la ciclosporina può danneggiare i reni e provocare un innalzamento della pressione o un aumento dei lipidi ematici. Questi effetti collaterali possono essere contrastati con l’assunzione contemporanea di 3.000 milligrammi di acidi grassi omega-3 al giorno.

Cortisone (glucocorticoidi): prevenzione dell’osteoporosi mediante la vitamina D, la vitamina K2 e il calcio

In caso di episodi acuti, una terapia a breve termine a base di cortisone (glucocorticoidi) sotto forma di compresse può interrompere il processo infiammatorio. Un trattamento di questo tipo, ad esempio con l’impiego di prednisolone, può essere prescritto dal medico in presenza di gravi forme di neurodermite, soprattutto nei pazienti adulti.

Un’assunzione prolungata diventa problematica a causa degli effetti collaterali dei glucocorticoidi. Tutti i pazienti trattati con glucocorticoidi dovrebbero assumere preventivamente quantità integrative pari a 1.000 milligrammi di calcio, 150 microgrammi di vitamina K2 e da 2.000 a 4.000 unità internazionali di vitamina D al giorno. I vantaggi sono notevoli, a fronte di costi e di un impegno ridotti: il calcio, la vitamina D e la vitamina K2 sono essenziali per la formazione delle ossa. Una loro carenza causa perdita ossea e porta all’osteoporosi.

L’assunzione di glucocorticoidi determina l’escrezione nelle urine di magnesio, zinco e vitamina C, con l’aumento del rischio di una loro carenza. Si consiglia pertanto la seguente integrazione: 200-500 milligrammi di vitamina C, 250 milligrammi di magnesio e 10-20 milligrammi di zinco al giorno.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere di micronutrienti consigliate in caso di assunzione di farmaci

 

Antibiotici

Probiotici

da 1 a 20 x 109 unità formanti colonie (CFU)

 

Ciclosporina

Magnesio

300 milligrammi (mg)

Acidi grassi omega-3

3.000 milligrammi (con percentuale elevata di EPA)

 

Glucocorticoidi

Calcio

1.000 milligrammi

Vitamina D

da 2.000 a 4.000 unità internazionali (UI)

Vitamina K2

150 microgrammi (µg)

Vitamina C

da 200 a 500 milligrammi

Magnesio

250 milligrammi

Zinco

da 10 a 20 milligrammi

 

Classificazione

Riepilogo

L’eczema è una malattia infiammatoria cutanea, comunemente caratterizzata da prurito, arrossamento e desquamazione della pelle, che si manifesta in varie forme, tra cui la neurodermite è la più comune. La sua comparsa è dovuta a numerosi fattori. Il trattamento mira ad evitare le cause scatenanti, assicurare un’adeguata cura della pelle e controllare l’infiammazione.

La medicina dei micronutrienti utilizza a tal fine vitamine, oligoelementi, acidi grassi, prebiotici e probiotici: gli acidi grassi come l’acido gamma-linoleico e gli omega-3 migliorano la funzione di barriera della pelle, regolandone il contenuto di grasso o contenendone le infiammazioni. Anche la vitamina D e lo zinco contrastano le infiammazioni e supportano le difese dell’organismo. I probiotici migliorano il metabolismo della pelle mediante la presenza di batteri buoni nell’intestino. Un intestino sano contribuisce in modo determinante alla salute della pelle. Antiossidanti come le vitamine C ed E e il selenio catturano i radicali liberi, proteggendo così le cellule cutanee.

I micronutrienti possono inoltre contribuire a ridurre gli effetti collaterali dei farmaci. A volte viene usato il cortisone, che inibisce l’assorbimento del calcio e per questo dovrebbe essere accompagnato dalla somministrazione sia di calcio sia di vitamina D e vitamina K2, che favoriscono invece l’assimilazione di questo minerale nell’intestino e il suo deposito nelle ossa. Il cortisone aumenta inoltre l’eliminazione di vitamina C, magnesio e zinco. In caso di terapia a base di ciclosporina si consiglia l’assunzione di magnesio e acidi grassi omega-3. In presenza di ulteriori infezioni batteriche, il trattamento antibiotico deve essere integrato con probiotici, i cui germi proteggono l’intestino dalla diarrea come effetto collaterale frequente.

I micronutrienti possono affiancare con successo i trattamenti classici dell’eczema con o senza farmaci.

Classificazione

Indice degli studi e delle fonti

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