I micronutrienti aiutano a controllare la psoriasi

Alcuni nutrienti possono ridurre le infiammazioni, favorire la salute della pelle e rendere i farmaci più tollerabili

La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica della pelle che può però interessare anche altri organi. Si caratterizza per la presenza di più aree interessate da desquamazione cutanea associata ad arrossamento e forte prurito. Non esiste una cura in grado di guarirla, ma ricorrendo ai micronutrienti è possibile alleviarne i sintomi, accelerare la rigenerazione cutanea e prolungare i periodi privi di disturbi. Scoprite di quali si tratta e come impiegarli in modo mirato.

Donna che si gratta la testa
La psoriasi si manifesta con fenomeni di desquamazione cutanea. Ha andamento recidivante e limita la qualità della vita di chi ne è affetto. Immagine: triocean/iStock/Getty Images Plus

Cause e sintomi

Che cos’è la psoriasi e come si manifesta?

La psoriasi è una malattia infiammatoria cutanea non contagiosa che spesso compare nell’adolescenza, permane per tutta la vita e ha un decorso caratterizzato da recidive di varia intensità. Chi ne è colpito la percepisce spesso come un forte disagio.

Le cause non sono ancora del tutto chiare: ereditarietà, sovrappeso, malattie del metabolismo, fumo, consumo di alcol e poca attività fisica rientrano tra i possibili fattori scatenanti, al pari dello stresso psichico. Anche una carenza di antiossidanti può influenzarne la comparsa. Le recidive possono inoltre essere favorite da alcuni farmaci, tra cui gli antipertensivi (betabloccanti come Inderal®), gli antidepressivi (come Carbolithium®, Resilient®) e gli antibiotici con il principio attivo tetraciclina (ad esempio Ciflox®).

La comparsa della psoriasi è caratterizzata dalla produzione eccessiva di cellule dell’epidermide. Si tratta di una malattia autoimmune, in cui il sistema immunitario non è in grado di distinguere le cellule dell’organismo da quelle estranee e le attacca, in questo caso concentrandosi sui cheratinociti, ovvero le cellule dell’epidermide che sintetizzano la cheratina. La reazione autoimmune accelera il normale ciclo di divisione cellulare, le cellule cutanee hanno una vita più breve e l’organismo le elimina sotto forma di squame argentate.

Il processo provoca la comparsa di aree cutanee infiammate, che possono raggiungere le dimensioni del palmo della mano e si distinguono per la presenza di arrossamenti delimitati. I pazienti soffrono di prurito, secchezza cutanea e dolori alle zone colpite, che spesso coincidono con le parti del corpo maggiormente sollecitate, come gomiti e ginocchia, ma possono interessare anche cuoio capelluto, viso e altre regioni.

Malattie infiammatorie provocate dalla psoriasi

La psoriasi non è una semplice malattia cutanea, poiché i neurotrasmettitori infiammatori possono portare alla comparsa di altre patologie: il 20 percento dei soggetti colpiti sviluppa una forma di artrite psoriasica, una malattia conseguente a decorso infiammatorio a carico delle articolazioni.

Chi soffre di psoriasi è inoltre maggiormente esposto al rischio di malattie cardiovascolari, trombosi, arteriosclerosi, ipertensione e relative malattie conseguenti, come infarto cardiaco e ictus. Frequenti sono anche le sindromi metaboliche, che includono patologie come diabete, sovrappeso e disturbi del metabolismo dei lipidi con colesterolo e trigliceridi oltre la norma.

Classificazione

Obiettivi del trattamento

Qual è il trattamento classico della psoriasi?

La psoriasi è incurabile e la sua terapia mira a minimizzare le cause delle recidive: chi ne soffre dovrebbe, ad esempio, evitare situazioni di stress, lesioni cutanee, ustioni solari, graffi e la pressione esercitata da abiti troppo stretti. Il trattamento di base della psoriasi prevede l’impiego di creme, lozioni e unguenti grassi, da associare a prodotti contenenti urea per aumentare il grado di idratazione.

Ulteriori misure terapeutiche dipendono dai sintomi. Le forme lievi possono prevedere l’impiego di:

  • Terapia laser: i raggi laser possono ridurre o eliminare le alterazioni cutanee.
  • Antralina (preparata in farmacia): questo principio attivo inibisce l’aumento della divisione cellulare e viene usato in creme e unguenti.
  • Tazarotene (Zorac®): questo principio attivo svolge un’azione antinfiammatoria e inibisce sia la crescita sia la divisione cellulare. Il farmaco è disponibile sotto forma di gel o crema.
  • Cortisone (glucocorticoidi): i glucocorticoidi bloccano i neurotrasmettitori infiammatori, inibendone l’effetto sulla cute. Principi attivi come prednisone (Lodotra®, Deltacortene®), desametasone (Dexabene®) e budesonide (Budecort®) vengono utilizzati in forma di compresse e unguenti in caso di recidive lievi.
  • Inibitori della calcineurina (Elidel®, Protopic®): i principi attivi di questo gruppo di farmaci inibiscono l’attivazione del sistema immunitario e vengono usati in forma di creme.
  • Catrame: le creme con catrame estratto dal carbon fossile alleviano le infiammazioni e contrastano il prurito.
  • Vitamina D: la vitamina D viene impiegata per alleviare l’infiammazione internamente ed esternamente.

Le forme di psoriasi di entità da moderata a grave vengono affrontate non solo con rimedi esterni, ma anche con compresse o capsule contro l’iperattività del sistema immunitario:

  • L’acitretina (Zorias® e Neotigason®), oltre a svolgere un’azione antinfiammatoria, normalizza la crescita e la formazione delle cellule cutanee. Il principio attivo frena inoltre la velocità della divisione cellulare e ammorbidisce lo strato corneo.
  • La ciclosporina (Sandimmun®) appartiene agli inibitori della calcineurina e sopprime le eccessive reazioni di difesa del sistema immunitario.
  • Il dimetilfumarato (Skilarence®) inibisce le infiammazioni e la proliferazione incontrollata delle cellule cutanee.
  • Il metotrexato (come Methotrexate Teva®), disponibile anche in formato per iniezioni, inibisce il sistema immunitario e sopprime la crescita cellulare.

Nel trattamento dell’artrite reumatoide come conseguenza della psoriasi si può utilizzare il principio attivo sulfasalazina (Salazopyrin®, Pentasa®).

Le forme da lievi a gravi vengono inoltre trattate con bagni e fototerapia: i primi, in acqua salata o di sole, alleviano i disturbi, mentre la seconda inibisce la velocità di divisione delle cellule cutanee. Il processo si accompagna però al rilascio di radicali liberi e a un invecchiamento cutaneo precoce. Si può anche ricorrere a psicoterapia ed esercizi di rilassamento per facilitare la gestione del carico emotivo provocato dalla malattia.

Gli obiettivi della medicina dei micronutrienti

La medicina dei micronutrienti si prefigge l’obiettivo di contrastare le infiammazioni, ridurre i danni che ne derivano e favorire la guarigione delle ferite con l’impiego di determinati minerali, vitamine, acidi grassi e probiotici. I suoi strumenti possono supportare con efficacia il trattamento tradizionale della psoriasi, che in parte già prevede l’impiego di micronutrienti come la vitamina D.

I seguenti nutrienti sono di comprovata utilità:

  • La vitamina D supporta la funzione di barriera della pelle.
  • Gli acidi grassi omega-3 alleviano le infiammazioni e mitigano i sintomi.
  • Le vitamine antiossidanti e i polifenoli prevengono i danni alle cellule.
  • Il selenio e lo zinco contrastano i radicali liberi.
  • L’acido gamma-linoleico potrebbe inibire la comparsa delle infiammazioni in presenza di psoriasi.
  • I probiotici supportano la flora intestinale, importante per la salute della pelle.

Determinati micronutrienti sono inoltre in grado di attenuare alcuni degli effetti collaterali provocati dai principi attivi dei farmaci tradizionali.

Consiglio

In presenza di psoriasi si consiglia il consumo di alimenti dalle proprietà antinfiammatorie, come quelli della dieta mediterranea, che include pesce, noci, molta frutta e verdura, poca carne e pochi grassi saturi e zuccheri. Anche la perdita del peso eventualmente in eccesso può essere d’aiuto.

Classificazione

Trattamento con i micronutrienti

La vitamina D rinforza la barriera cutanea e contrasta le infiammazioni

Meccanismo d’azione della vitamina D

La parola “Vitamina D” che fluttua sopra la mano di un medico
La vitamina D regola il sistema immunitario e contrasta le infiammazioni. I suoi valori ematici possono essere controllati dal medico e una sua carenza dovrebbe essere risolta in presenza di psoriasi. Immagine: Ankabala/iStock/Getty Images Plus

La vitamina D, prodotta nella cute per effetto dei raggi solari, è indispensabile per garantire la salute della pelle, poiché ne supporta la funzione di barriera e regola il sistema di difesa dell’organismo. La vitamina D inibisce infatti la produzione eccessiva di cellule immunitarie all’origine delle infiammazioni, oltre a rallentare la rapida crescita dei cheratinociti, deputati alla formazione dello strato corneo. Una sua carenza può provocare reazioni immunitarie esagerate e favorire la comparsa di malattie autoimmuni. Un lavoro di revisione di più studi osservazionali conferma questi dati ed evidenzia livelli di vitamina D inferiori nelle persone con psoriasi rispetto a quelle sane.

La gravità della malattia sembra dipendere dall’apporto di vitamina D, una cui carenza andrebbe assolutamente evitata, anche per prevenire la comparsa di malattie conseguenti, tenendo ad esempio conto del suo ruolo nella regolazione della pressione sanguigna. Negli studi di alto livello finora condotti la somministrazione di vitamina D a soggetti con livelli nella norma non ha tuttavia fatto osservare un’attenuazione dei sintomi della psoriasi. Per questo i ricercatori suppongono che soprattutto i pazienti con una carenza di vitamina D potrebbero trarre beneficio dalla sua assunzione.

Le linee guida ufficiali per il trattamento prevedono l’applicazione di creme o unguenti a base di vitamina D sulle aree cutanee interessate per favorirne la guarigione. Spesso viene raccomandata anche una combinazione di preparati contenenti vitamina D e cortisone.

Dosaggio e consigli sull’assunzione della vitamina D

In caso di psoriasi le dosi consigliate sono comprese tra 1.000 e 2.000 unità internazionali al giorno. Un’eventuale carenza comporta l’impiego di quantità maggiori e dovrebbe pertanto essere accertata con un apposito esame del sangue, con cui determinare il dosaggio ottimale.

La vitamina D è liposolubile e pertanto dovrebbe sempre essere assunta insieme ai pasti. È disponibile sotto forma di capsule, compresse e olio.

Informazioni

Per la compensazione di un deficit la vitamina D3, ovvero la forma prodotta anche dalla pelle, è probabilmente più efficace della vitamina D2.

Determinazione dei livelli di vitamina D in laboratorio

In presenza di psoriasi sarebbe sempre opportuno controllare regolarmente i valori della vitamina D, ad esempio due volte l’anno, per scongiurarne una carenza.

I suoi livelli vengono misurati nel siero, con la rilevazione della sua forma di trasporto vitamina D 25-OH o calcidiolo I valori ottimali dovrebbero oscillare tra 40 e 60 nanogrammi per millilitro.

Vitamina D: da considerare in caso di assunzione di farmaci e malattie

Determinati diuretici (tiazidici) possono far aumentare il livello di calcio nel sangue. I principi attivi in questione, che includono l’idroclorotiazide (ad esempio Esidrex®), l’indapamide (ad esempio Damide®) e lo xipamide (ad esempio Aquafor®), andrebbero assunti assieme alla vitamina D, che a sua volta favorisce l’accumulo di calcio nel sangue, solo se si monitora regolarmente la concentrazione ematica del minerale.

Un aumento dei livelli di calcio può dipendere anche da una nefropatia, perché i reni malati non riescono ad espellerlo correttamente. In questo caso o in presenza di calcoli renali contenenti calcio, la vitamina D andrebbe assunta solo con il consenso del medico, che deve monitorare regolarmente i valori del minerale.

La vitamina D è sconsigliata anche in caso di sarcoidosi o malattia di Boeck, una patologia infiammatoria del tessuto connettivo che spesso provoca un innalzamento dei livelli di calcio nel sangue.

Gli acidi grassi omega-3 migliorano la qualità della pelle riducendo le infiammazioni

Meccanismo d’azione degli acidi grassi omega-3

Gli acidi grassi omega-3 alleviano le infiammazioni, sopprimendo la formazione dei neurotrasmettitori che le favoriscono, oltre a produrre sostanze in grado di arrestarle attivamente. Il gruppo degli acidi grassi omega-3 ad azione antinfiammatoria comprende l’acido eicosapentaenoico (EPA), ricavato ad esempio dal pesce. Il rapporto tra acidi grassi omega-3 e omega-6 è decisivo per ottenere l’efficacia desiderata. Tra gli acidi grassi omega-6 si annovera l’acido arachidonico, presente ad esempio nella carne, che è responsabile della produzione di sostanze che favoriscono le infiammazioni.

Un esperimento di laboratorio ha mostrato che le cellule dei soggetti con psoriasi producono più sostanze infiammanti dall’acido arachidonico rispetto alle cellule delle persone sane. I primi studi condotti sull’uomo sembrano indicare la capacità degli acidi grassi omega-3 di inibire la produzione di sostanze infiammatorie dall’acido arachidonico. 

Chi soffre di psoriasi può ricorrere agli integratori di omega-3, la cui assunzione ha mitigato prurito, arrossamento e portata dei disturbi, secondo quanto documentato da un lavoro di revisione di dieci studi. Uno studio di alto livello e una sperimentazione di dimensioni ridotte ma altamente qualitativa hanno messo a confronto l’azione degli acidi grassi omega-3 ricavati dal pesce con l’olio di fagioli di soia, entrambi somministrati direttamente per via endovenosa. Dopo due settimane, i soggetti trattati con l’olio di pesce hanno fatto registrare una riduzione di disturbi come gli arrossamenti cutanei e il calo dei valori di infiammazione nel sangue. Anche i partecipanti di un piccolo studio di alto profilo hanno ricevuto rispettivamente olio di pesce e olio di oliva, con un’attenuazione degli arrossamenti cutanei nel primo gruppo.

Altre ricerche non hanno invece dimostrato alcuna efficacia. I ricercatori sottolineano la necessità di altri studi di ampio respiro volti a chiarire i motivi delle differenti reazioni. Il meccanismo d’azione degli acidi grassi omega-3 in molte malattie infiammatorie come l’artrosi e l’arteriosclerosi è stato oggetto di molte ricerche che hanno evidenziato l’efficacia di questi importanti micronutrienti nella prevenzione di malattie legate alla psoriasi, come quelle a carico dell’apparato cardiocircolatorio.

Dosaggio e consigli sull’assunzione degli acidi grassi omega-3

In presenza di psoriasi i medici esperti in micronutrienti consigliano da 1.500 a 2.500 milligrammi di acidi grassi omega-3 al giorno, per arrivare fino a 4.000 nelle forme più gravi. È importante che il preparato abbia un contenuto elevato di EPA dalle proprietà antinfiammatorie, tale da assicurare un apporto giornaliero minimo di 1.200 milligrammi. L’EPA è presente ad esempio nell’olio di pesce.

Le capsule a base di olio di pesce dovrebbero essere sempre assunte insieme ai pasti per favorire il passaggio degli acidi grassi dall’intestino al sangue. La massima efficacia si ottiene con un’assunzione prolungata.

Consiglio

La scelta dei preparati a base di olio di pesce deve privilegiare quelli di alta qualità, purificati con speciali procedimenti o puri per natura, come ad esempio l’olio di krill o quello ricavato da pesci all’inizio della catena alimentare, come le sardine, che non contengono residui di sostanze nocive.

Determinazione dei livelli di acidi grassi omega-3 in laboratorio

Chi soffre di psoriasi dovrebbe verificare l’apporto di acidi grassi omega-3 ed eventualmente controllare l’indice omega-3 mediante un esame di laboratorio volto a rilevare la percentuale di EPA e DHA presente negli globuli rossi (eritrociti). Valori ottimali sono compresi tra l’8 e l’11 percento.

È inoltre possibile determinare il rapporto tra acido arachidonico (che favorisce le infiammazioni) ed EPA (antinfiammatorio), che dovrebbe dare un risultato pari o inferiore a 4.

Acidi grassi omega-3: da considerare in caso di malattie e assunzione di farmaci

I preparati a base di acidi grassi omega-3 non andrebbero assunti all’improvvisa comparsa di malattie epatiche e renali nonché di infiammazioni acute a carico di pancreas e cistifellea.

A partire da dosi di 1.000 milligrammi gli acidi grassi omega-3 esercitano un’azione fluidificante sul sangue. Per questo la loro assunzione concomitante con anticoagulanti come l’acido acetilsalicilico (Aspirina®) e l’eparina (Calciparina®) deve essere preventivamente discussa con il medico, che può controllare la coagulazione sanguigna (INR o valore di Quick). Sempre per via della loro azione anticoagulante, l’assunzione degli acidi grassi omega-3 andrebbe sospesa due settimane prima di un intervento chirurgico programmato.

Vitamine e flavonoidi antiossidanti contro l’azione dei radicali liberi

Meccanismo d’azione degli antiossidanti

Gli antiossidanti intercettano i radicali liberi e proteggono i tessuti dal loro attacco. Le malattie infiammatorie come la psoriasi sono caratterizzate dal massiccio rilascio di radicali liberi, che provocano stress ossidativo e la distruzione delle cellule. Nei soggetti interessati questo processo ha spesso conseguenze molto marcate, come si può rilevare con un esame del sangue. Un buon apporto di antiossidanti attraverso l’alimentazione potrebbe invertire la tendenza, ridurre il rischio di comparsa della psoriasi e alleviare i disturbi nei soggetti già colpiti.

In questo contesto è particolarmente importante il ruolo svolto dalla vitamina C. Uno studio osservazionale ha mostrato che i livelli di vitamina C nella cute dei soggetti con psoriasi sono inferiori rispetto a quelli riscontrati nelle persone sane. L’integrazione di vitamina C può compensare un’eventuale carenza. Accanto alla vitamina C, anche la vitamina E, il coenzima Q10, l’estratto di corteccia di pino, il resveratrolo e l’acido alfa-lipoico contrastano lo stress ossidativo. L’acido alfa-lipoico contribuisce inoltre alla rigenerazione delle vitamine C ed E.

L’estratto di corteccia di pino potrebbe alleviare disturbi quali arrossamento cutaneo e formazione di squame. Lo stesso vale per la vitamina E e il coenzima Q10 associati al selenio, come evidenziato da una serie di studi preliminari. Un primo studio mostra inoltre come la combinazione di coenzima Q10, acido alfa-lipoico, vitamina E e resveratrolo con olio di krill e selenio potrebbe apportare benefici soprattutto ai soggetti con psoriasi affetti da sindrome metabolica, in virtù della loro capacità di ridurre i lipidi ematici.

Lo stress ossidativo si manifesta come conseguenza delle infiammazioni e per questo, in caso di psoriasi, occorre in ogni caso evitare una carenza di antiossidanti, assicurandone il corretto apporto. Il loro effettivo grado di efficacia nel trattamento della psoriasi deve ora essere accertato con ulteriori sperimentazioni.

Dosaggio e consigli sull’assunzione di antiossidanti

Alimenti ricchi di antiossidanti
I preparati a base di antiossidanti ne dovrebbero contenere molti tipi diversi, proprio come accade negli alimenti. Immagine: seb_ra/iStock/Getty Images Plus

Gli antiossidanti sono particolarmente efficaci se combinati tra loro. Per il trattamento della psoriasi si raccomanda pertanto un preparato che ne contenga la massima varietà, ad esempio alle seguenti dosi giornaliere: 250 milligrammi di vitamina C, da 15 a 30 milligrammi di vitamina E, 50 milligrammi di coenzima Q10, 200 milligrammi di acido alfa-lipoico, 150 milligrammi di estratto di corteccia di pino e 500 milligrammi di resveratrolo.

Le vitamine e i flavonoidi antiossidanti andrebbero assunti insieme ai pasti per migliorarne la tollerabilità e l’assorbimento intestinale, in particolare se liposolubili, come la vitamina E e il coenzima Q10, poiché necessitano dei grassi presenti negli alimenti per entrare nel circolo sanguigno. L’assunzione dell’acido alfa-lipoico è invece consigliata a digiuno, perché la sua disponibilità nell’organismo viene ridotta da minerali come calcio, magnesio e ferro.

Determinazione dei livelli di antiossidanti in laboratorio

Lo stato degli antiossidanti può essere determinato in vari modi e i valori considerati normali variano in base al metodo utilizzato dal rispettivo laboratorio di analisi. La sua rilevazione è consigliata in presenza di psoriasi.

Antiossidanti: da considerare in caso di assunzione di farmaci e gravidanza

La sicurezza dell’estratto di corteccia di pino e del resveratrolo durante la gravidanza e l’allattamento non è supportata da analisi sufficienti e per questo la loro assunzione dovrebbe essere attentamente valutata dal medico.

Il resveratrolo e l’estratto di corteccia di pino fluidificano il sangue e potrebbero amplificare l’azione degli anticoagulanti. L’opportunità del loro impiego deve dunque essere discussa con il medico, che può eventualmente adeguare la dose del farmaco. Tra i farmaci anticoagulanti interessati figurano ad esempio l’acido acetilsalicilico (Aspirina®), il clopidogrel (Plavix®, Iscover®), l’eparina (Calciparina®, Veracer®) e il warfarin (Coumadin®).

Il coenzima Q10 può ridurre l’effetto di alcuni anticoagulanti già a partire da dosi ridotte, comprese tra 30 e 100 milligrammi. Le specialità mediche in questione includono le cosiddette cumarine, con i principi attivi warfarin (Coumadin®) e fenprocumone. Nei suddetti casi l’assunzione del coenzima Q10 dovrebbe pertanto essere valutata con il medico.

L’impiego dell’estratto di corteccia di pino in concomitanza con farmaci ipoglicemizzanti, tra cui la metformina (Metbay®, Myronyl® e Glucophage®) e le sulfaniluree (Euglucon®, Bi-Euglucon® o Maninil®), comporta il rischio di ipoglicemia. Anche il coenzima Q10 può abbassare l’indice glicemico, pertanto è opportuno che, dopo aver concordato l’assunzione della sostanza con il proprio medico, questi controlli regolarmente la glicemia e, se necessario, regoli il dosaggio dei farmaci.

Selenio e zinco proteggono le cellule e regolano il sistema immunitario

Meccanismo d’azione del selenio e dello zinco

I minerali selenio e zinco proteggono dai danni ossidativi provocati dai radicali liberi, che favoriscono i processi infiammatori e ne aggravano le conseguenze. Per questo il selenio e lo zinco, importanti componenti degli enzimi antiossidanti propri dell’organismo, potrebbero rallentare la comparsa di infiammazioni in caso di psoriasi. Nei globuli rossi dei soggetti colpiti dalla malattia questi enzimi si ritrovano spesso in quantità ridotta rispetto alle persone sane. Il selenio regola inoltre il sistema immunitario e può inibire il rilascio e l’azione dei neurotrasmettitori infiammatori. Lo zinco impedisce lo spostamento delle cellule immunitarie verso il focolaio dell’infiammazione o le reazioni della cute a sostanze estranee, contrastando inoltre il rilascio dei neurotrasmettitori responsabili della comparsa di dolori.

Alcuni dei soggetti affetti da psoriasi presentano bassi livelli di selenio, mentre altri no. La sola integrazione di selenio non ha finora fatto registrare alcun risultato nel trattamento della psoriasi. Uno studio preliminare indica addirittura che il selenio potrebbe contribuire al mantenimento di una sostanza infiammatoria, che nei soggetti con psoriasi mostra livelli oltre la norma. Se abbinato al coenzima Q10 e alla vitamina E, il selenio ha però determinato un chiaro miglioramento dei sintomi, come documentato da uno studio preliminare, in base al quale si suppone una maggiore efficacia dei preparati misti a basso dosaggio.

Anche il ruolo dello zinco non è ancora del tutto chiaro: studi di valutazione dei dati relativi ai livelli di zinco nei soggetti con psoriasi evidenziano la formazione di considerevoli accumuli di zinco nelle aree cutanee infiammate, forse ad indicare l’elevato consumo del minerale per la riparazione delle cellule della pelle e un eventuale aumento del fabbisogno. Non si sa però ancora con certezza se lo zinco sia in grado di alleviare i sintomi dei casi di psoriasi acuti. Secondo i risultati di uno studio preliminare, nelle infiammazioni articolari provocate dalla psoriasi (artrite psoriasica), l’assunzione di zinco ha permesso di ridurre gli analgesici e fatto osservare il regresso delle infiammazioni.

L’integrazione di selenio e zinco, soprattutto in combinazione con altri antiossidanti, vale comunque un tentativo in virtù degli scarsi effetti collaterali e dei costi contenuti. L’assunzione di selenio e zinco, soprattutto a supporto delle terapie contro le infiammazioni articolari (reumatismo psoriasico), viene già consigliata dalle commissioni ufficiali di esperti.

Dosaggio e consigli sull’assunzione di selenio e zinco

In caso di psoriasi gli esperti in micronutrienti raccomandano da 50 a 100 microgrammi di selenio, preferibilmente dopo averne verificato i livelli nel sangue, per poter così aumentare le dosi per un periodo definito dal medico in caso di carenza. Per lo zinco si consigliano invece dosi giornaliere comprese tra 10 e 20 milligrammi.

I preparati a base di selenio e zinco vanno assunti insieme ai pasti per migliorarne la tollerabilità gastrica.

Consiglio

I preparati misti con vitamina C dovrebbero contenere il selenio sotto forma di selenato di sodio e non di selenito di sodio, che viene trasformato dalla vitamina C in una forma che l’organismo non riesce ad assorbire.

Determinazione dei livelli di selenio in laboratorio

Paziente sottoposta a prelievo del sangue
In caso di psoriasi si consiglia di far controllare i livelli di selenio dal medico, preferibilmente in un campione di sangue intero, che a differenza del siero contiene le cellule ematiche. Immagine: Tero Vesalainen/iStock/Getty Images Plus

L’assunzione regolare di selenio deve essere accompagnata dal controllo dei suoi livelli nel sangue, sia per identificare un’eventuale carenza sia per il rischio di un sovradosaggio in caso di assunzione prolungata di quantità elevate di selenio (oltre i 300 microgrammi). Per ottenere risultati più precisi sull’apporto nel lungo termine è indicata la rilevazione del selenio nel sangue intero, con valori ottimali sono compresi tra 120 e 150 microgrammi per litro.

Selenio e zinco: da considerare in caso di malattie e assunzione di farmaci

Poiché i reni malati o debilitati non sono in grado di eliminare correttamente i minerali, l’’assunzione di selenio e zinco in presenza di nefropatie deve essere discussa con il medico, che può monitorarne i livelli. Lo zinco può legarsi a determinati farmaci, neutralizzandone l’efficacia. Per questo dovrebbe essere assunto ad almeno due ore di distanza. I medicinali in questione includono:

  • Antibiotici come gli inibitori della DNA girasi: ciprofloxacina (da esempio Ciflox®), enoxacina (ad esempio Enoxen®) e ofloxacina (ad esempio Oflocin®) nonché le tetracicline: tetraciclina (ad esempio Ambramicina®), doxiciclina (ad esempio Efracea®) e minociclina (ad esempio Minotek®)
  • Farmaci contro l’osteoporosi (bifosfonati) come l’acido alendronico (ad esempio Fosamax®) e l’acido etidronico (ad esempio Didronel®)

L’acido gamma-linoleico aumenta l’idratazione cutanea

Meccanismo d’azione dell’acido gamma-linoleico

L’acido gamma-linoleico è un acido grasso omega-6 insaturo ottenuto dall’olio di borragine o di enotera che si presume possa inibire la produzione di neurotrasmettitori infiammatori in presenza di psoriasi. Favorisce inoltre l’elasticità della pelle e previene la perdita di idratazione.

Informazioni

L’acido gamma-linoleico appartiene al gruppo degli acidi grassi omega-6 ma, a differenza dell’acido arachidonico, non favorisce in modo diretto le infiammazioni.

In uno studio preliminare, oltre l’80 percento dei partecipanti ha tratto beneficio dall’integrazione di acidi grassi omega-6 (acido gamma-linoleico con acido linoleico) e acidi grassi omega-3, con una regressione più o meno marcata dei sintomi della psoriasi. Si contano tuttavia anche pazienti che non rispondono alla somministrazione di queste sostanze. Un trattamento di supporto con acido gamma-linoleico vale in ogni caso un tentativo in virtù degli effetti collaterali ridotti. In caso di altre malattie cutanee come la neurodermite, l’impiego di olio di borragine ed enotera ha già dato risultati promettenti.

Dosaggio e consigli sull’assunzione dell’acido gamma-linoleico

Pianta di borragine
L’acido gamma-linoleico si ricava dalla borragine, nota anche come borrana. Immagine: al_ter/iStock/Getty Images Plus

L’acido gamma-linoleico può essere impiegato a dosi sperimentali giornaliere comprese tra 1.000 e 2.500 milligrammi, ad esempio in capsule, preferendo i preparati con olio di borragine e di enotera. L’acido gamma-linoleico andrebbe assunto insieme ai pasti perché gli acidi grassi vengono bene assorbiti nell’intestino solo con l’aiuto dei lipidi contenuti negli alimenti.

Determinazione dei livelli di acido gamma-linoleico in laboratorio

L’apporto degli acidi grassi omega-6 viene misurato con un esame del sangue, che ne dovrebbe contenere almeno 4 milligrammi per litro. I valori ottimali sono compresi tra 10 e 30 milligrammi per litro di sangue intero.

Acido gamma-linoleico: da considerare in caso di gravidanza, allattamento, assunzione di farmaci e malattie

Durante la gravidanza e l’allattamento l’assunzione di olio di borragine o enotera dovrebbe essere preventivamente discussa con il proprio medico poiché non sono disponibili sperimentazioni che ne attestino la sicurezza.

L’impiego concomitante di anticoagulanti e acido gamma-linoleico può provocare interazioni. Per sicurezza, i pazienti trattati con tali farmaci dovrebbero controllare regolarmente il fattore di coagulazione (valore di Quick, INR). Le specialità medicinali in questione includono principi attivi come l’acido acetilsalicilico (ad esempio Aspirina®) e l’eparina (ad esempio Calciparina®).

Nei malati di epilessia l’acido gamma-linoleico in grandi quantità potrebbe peggiorare i disturbi e non dovrebbe pertanto essere assunto. La stessa cautela è necessaria in caso di assunzione di farmaci che possono favorire l’epilessia, come alcuni principi attivi contro la schizofrenia, tra cui le fenotiazine come la clorpromazina (Prozin®).

I probiotici rinforzano la pelle attraverso l’intestino

Meccanismo d’azione dei probiotici

Pelle e intestino sono strettamente legati tra loro. La composizione della flora intestinale dei soggetti con psoriasi presenta caratteristiche diverse da quella delle persone sane, mostrando ad esempio un numero inferiore di batteri del tipo Akkermansia muciniphila. I disturbi della flora batterica indeboliscono la barriera intestinale, che non riesce ad arrestare la penetrazione di sostanze estranee nell’organismo. Questa permeabilità sembra essere associata alla comparsa della psoriasi, anche se il meccanismo preciso deve essere oggetto di ulteriori ricerche. A conferma del legame tra psoriasi e patologie con disturbi alla flora intestinale vale la pena citare i casi di alcuni soggetti con psoriasi colpiti, ad esempio, anche da malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) o celiachia.

I probiotici possono riequilibrare la flora batterica e rinforzare così la barriera intestinale. Si tratta di batteri vivi con proprietà benefiche per la salute che sono inoltre in grado di regolare il sistema immunitario e arginare le infiammazioni.

Uno piccolo studio di alto livello ha evidenziato il calo dei valori di infiammazione nel sangue dei soggetti con psoriasi in seguito alla somministrazione di probiotici, che in un’altra sperimentazione altrettanto attendibile hanno ridotto la sensibilità cutanea e rafforzato la funzione di barriera della pelle. I test hanno preso in esame i batteri Bifidobacteria infantis e Lactobacillus paracasei. I probiotici sembrano pertanto essere in grado di svolgere un’azione lenitiva sui sintomi della psoriasi e valgono un tentativo. La dimostrazione definitiva della loro efficacia necessita tuttavia di ulteriori studi su larga scala.

Dosaggio e consigli sull’assunzione dei probiotici

Gli esperti in micronutrienti consigliano ai soggetti con psoriasi di assumere da 10 a 20 miliardi (da 10 a 20 x 109) di batteri al giorno. La quantità dei batteri viene indicata sui preparati come unità formanti colonie (CFU). Normalmente si raccomanda una combinazione di vari bifidobatteri e lattobacilli, poiché le probabilità di sopravvivenza nell’intestino aumentano di pari passo con l’ampiezza dello spettro batterico. L’assunzione deve protrarsi per un periodo di almeno dodici settimane.

I probiotici andrebbero assunti insieme ai pasti o con molta acqua, perché in questo modo i batteri hanno maggiori possibilità di sopravvivere ai succhi gastrici e raggiungere l’intestino. I preparati sono disponibili in polvere o capsule, talvolta anche di tipo gastroresistente.

Consiglio

Il trattamento con i probiotici può essere integrato dai prebiotici, ovvero fibre come l’amido resistente o le destrine resistenti, indigeribili per l’organismo umano ma alimento ideale per alcuni tipi di batteri presenti nell’intestino, che possono così proliferare. Come risultato, il rapporto tra i batteri si modifica favorevolmente.

Probiotici: da considerare in caso di malattie e assunzione di farmaci

Nei soggetti intolleranti all’istamina i probiotici possono provocare un peggioramento dei disturbi. Si ipotizza infatti che i tipi Lactobacillus casei, Lactobacillus delbrueckii ssp. bulgaricus, Lactobacillus reuteri, Lactococcus lactis ed Enterococcus faecium producano istamina nell’intestino.

Anche i pazienti deboli e immunodepressi dovrebbero rinunciare ai probiotici, il cui impiego non è inoltre indicato in presenza di catetere venoso centrale, valvulopatie cardiache e sindrome dell’intestino corto.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere consigliate in caso di psoriasi

 

Vitamine

Vitamina D

da 1.000 a 2.000 unità internazionali (UI)

(in base ai livelli di vitamina D)

Vitamina C

250 milligrammi (mg)

Vitamina E

da 15 a 30 milligrammi

  
 

Minerali

Selenio

da 50 a 100 microgrammi (µg)

(in base ai livelli di selenio)

Zinco

da 10 a 20 milligrammi

  
 

Flavonoidi

Estratto di corteccia di pino

150 milligrammi

Resveratrolo

500 milligrammi

  
 

Altri nutrienti

Acidi grassi omega-3

da 1.500 a 2.500 milligrammi

(con almeno 1.200 milligrammi di EPA)

Coenzima Q10

50 milligrammi

Acido alfa-lipoico

200 milligrammi

Acido gamma-linoleico

da 1.000 a 2.500 milligrammi

Probiotici (lattobacilli e bifidobatteri)

da 10 a 20 x 109 unità formanti colonie (UFC)

 

 

Esami di laboratorio consigliati in breve

Esami di laboratorio consigliati in caso di psoriasi

 

Valori ottimali

Vitamina D

da 40 a 60 nanogrammi per millilitro (ng/ml)

Acidi grassi omega-3:

Indice omega-3

Rapporto tra acido arachidonico ed EPA

 

superiore all’8 percento (%)

inferiore a 4

Antiossidanti

in base al laboratorio di analisi

Selenio (sangue intero)

da 120 a 150 microgrammi per litro (µg/l)

Acido gamma-linoleico

oltre 4 milligrammi per litro (mg/l)

 

 

Classificazione

Sostegno ai farmaci tramite i micronutrienti

Ciclosporina: come alleviarne gli effetti collaterali

La ciclosporina (Sandimmun®), impiegata per sopprimere l’iperattività del sistema immunitario, aumenta l’escrezione del magnesio, una cui carenza può essere evitata con l’assunzione di 300 milligrammi al giorno del minerale. Il farmaco provoca inoltre effetti collaterali, tra cui danni renali, ipertensione e aumento dei lipidi ematici, che possono essere contrastati con l’assunzione giornaliera di dosi fino a 3.000 milligrammi di acidi grassi omega-3 usando prodotti con un’alta percentuale di EPA.

Il cortisone può causare una carenza di vitamine e minerali

Il cortisone, e più precisamente i glucocorticoidi con principi attivi come il prednisone (ad esempio Lodotra®), il desametasone (ad esempio Dexabene®) e il budesonide (ad esempio Budecort®), attenuano le infiammazioni acute. Se assunti in compresse, riducono l’assorbimento del calcio nell’intestino e agevolano il rilascio di quello presente nelle ossa, favorendo la comparsa dell’osteoporosi. In tale situazione è opportuno integrare il calcio con 1.000 milligrammi al giorno.

Anche la vitamina D e la vitamina K (soprattutto la K2) sono importanti per la salute delle ossa. Gli esperti in micronutrienti consigliano pertanto di assumere anche da 1.000 a 2.000 unità internazionali di vitamina D e 150 microgrammi di vitamina K2.

Il cortisone aumenta inoltre l’escrezione di vitamina C, magnesio e zinco, una cui carenza può essere prevenuta assumendo da 200 a 500 milligrammi di vitamina C, 300 milligrammi di magnesio e da 10 a 20 milligrammi di zinco al giorno.

Metotrexato: compensare una carenza di acido folico e attenuare gli effetti collaterali

Il metotrexato(Methotrexate Teva®) è un principio attivo che inibisce il sistema immunitario e, a dosi elevate, riduce la crescita cellulare. I farmaci che lo contengono agiscono da antagonisti dell’acido folico, che è indispensabile per garantire lo sviluppo delle cellule.

In caso di assunzione di metotrexato, l’assunzione di acido folico è importante per compensare una carenza eventualmente provocata dal farmaco. La valutazione di più studi mostra inoltre come l’assunzione di acido folico da parte di soggetti con artrite reumatoide sia riuscita ad attenuare effetti collaterali come i disturbi gastrointestinali. Si consigliano pertanto fino a 1.000 microgrammi di acido folico al giorno.

Il parere degli esperti

L’impiego di dosi superiori, pari a 5.000 microgrammi (µg), ha fatto invece osservare una limitazione dell’efficacia.

La sulfasalazina può provocare una carenza di acido folico

La sulfasalazina (Salazopyrin®, Pentasa®) inibisce le infiammazioni e viene impiegata in presenza di psoriasi soprattutto per alleviare le infiammazioni articolari. Tuttavia, può provocare una carenza di acido folico poiché ne impedisce l’assorbimento intestinale, con conseguenze quali la comparsa di anemia. L’assunzione giornaliera di 800 microgrammi di acido folico può prevenirne una carenza dovuta all’impiego di sulfasalazina.

Formula chimica della vitamina B9
I principi attivi metotrexato e sulfasalazina possono provocare una carenza di acido folico, i cui livelli andrebbero pertanto controllati qualora la psoriasi venga trattata con farmaci che li contengano. Immagine: Ekaterina79/iStock/Getty Images Plus

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere consigliate in caso di assunzione di farmaci

Ciclosporina

 

Magnesio

300 milligrammi (mg)

Acidi grassi omega-3

fino a 3.000 milligrammi

  

Cortisone (glucocorticoidi)

 

Calcio

1.000 milligrammi

Vitamina D

da 1.000 a 2.000 unità internazionali (UI)

Vitamina K2

150 microgrammi (µg)

Vitamina C

da 200 a 500 milligrammi

Magnesio

300 milligrammi

Zinco

da 10 a 20 milligrammi

  

Metotrexato

 

Acido folico

fino a 1.000 microgrammi

  

Sulfasalazina

 

Acido folico

800 microgrammi

 

 

Classificazione

Riepilogo

Nella psoriasi la cute è interessata da un’infiammazione cronica. La malattia può però diffondersi nell’organismo e provocare patologie conseguenti. I suoi sintomi includono la formazione di squame sulla superficie cutanea e il prurito.

Nella medicina dei micronutrienti la vitamina D viene impiegata come misura preventiva contro le malattie conseguenti. La vitamina D regola inoltre il sistema immunitario e può arginare così i neurotrasmettitori infiammatori. Anche gli acidi grassi omega-3 (soprattutto l’EPA) riducono i valori di infiammazione nel sangue. Gli antiossidanti come le vitamine C ed E, il coenzima Q10, l’acido alfa-lipoico, l’estratto di corteccia di pino e il resveratrolo possono attenuare lo stress ossidativo, prevenendo forse così la comparsa di danni malattie conseguenti. Anche i minerali selenio e zinco proteggono le cellule cutanee dallo stress ossidativo. L’acido gamma-linoleico, appartenente al gruppo degli acidi grassi omega-6, migliora l’elasticità della pelle, mentre i probiotici rinforzano la flora intestinale, con effetti visibili anche sulla salute cutanea.

La psoriasi viene trattata con farmaci diversi a seconda della gravità delle infiammazioni e dei sintomi. L’impiego di ciclosporina dovrebbe accompagnarsi all’integrazione di magnesio e acidi grassi omega-3. L’assunzione di cortisone aumenta il fabbisogno di calcio, vitamina D, vitamina K2, vitamina C, magnesio e zinco. L’integrazione di acido folico può attenuare gli effetti collaterali del metotrexato. Il fabbisogno di acido folico aumenta con l’assunzione di sulfasalazina.

Classificazione

Indice degli studi e delle fonti

AWMF (2011): S3 - Leitlinie zur Therapie der Psoriasis vulgaris. Appendix: „Topische Therapie, Phototherapie, Sonstige Therapien, Schnittstellendefinition“. Online Portal: https://www.awmf.org/fileadmin/user_upload/Leitlinien/013_D_Dermatologische_Ges/013-001a_S3_Therapie_Psoriasis-vulgaris_2018-02.pdf, consultato il: 15.03.2019.

Bagherani, N. & Smoller, B. (2016): An overview of zinc and its importance in dermatology-Part II: The association of zinc with some dermatologic disorders. Glob Dermatol 2016 May:3:337-50. https://www.researchgate.net/publication/306345778_An_overview_of_zinc_and_its_importance_in_dermatology-Part_II_The_association_of_zinc_with_some_dermatologic_disorders, consultato il: 17.03.2019.

Barrea, L. et al. (2017): Vitamin D and its role in psoriasis: An overview of the dermatologist and nutritionist. Rev Endocr Metab Disord 2017 Feb:18:195-205. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5486909/, consultato il: 15.03.2019.

Bundesärztekammer (2015): Psoriasis - Patienteninformation. Online Portal: https://www.bundesaerztekammer.de/fileadmin/user_upload/downloads/Schuppenflechte.pdf, consultato il: 14.03.2019.

Burrows, N. et al. (1994): A trial of oral zinc supplementation in psoriasis. Cutis 1994 Aug:54:117-8. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7956335, consultato il: 18.03.2019.

Chen, W. et al. (2019):Trace Elements Homeostatic Imbalance in Psoriasis: a Meta-Analysis. Biol Trace Elem Res 2019 Jan:15. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30648223, consultato il: 17.03.2019.

Chládek, J. et al. (2008): The effect of folic acid supplementation on the pharmacokinetics and pharmacodynamics of oral methotrexate during the remission-induction period of treatment for moderate-to-severe plaque psoriasis. Eur J Clin Pharmacol 2008 Apr:64:347-55. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18163165, consultato il: 18.03.2019.

Clark, C. et al. (2019): Efficacy of ω-3 supplementation in patients with psoriasis: a meta-analysis of randomized controlled trials. Clin Rheumatol 2019 Feb. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30778861, consultato il: 15.03.2019.

Clemmensen, O. et al. (1980): Psoriatic arthritis treated with oral zinc sulphate. Br J Dermatol 1980 Oct:103:411-5. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7002197, consultato il: 18.03.2019.

DeSilva, B. et al. (2007): Lack of effect of oral selenite on p53 associated gene expression during TL01 therapy of psoriasis patients. Photodermatol Photoimmunol Photomed 2007 Aug:23:98-100. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17523932, consultato il: 17.03.2019.

Deutsche Dermatologische Gesellschaft (2015): S1-Leitlinie zur UV-Phototherapie und Photochemotherapie. Online Portal: https://www.awmf.org/uploads/tx_szleitlinien/013-029l_S1_UV-Phototherapie__Photochemotherapie_2015-08.pdf, consultato il: 14.03.2019.

Deutsche Rheuma Liga (2014): Psoriasis Arthritis. 3. Aufl. Bonn. https://www.rheuma-liga.de/fileadmin/user_upload/Dokumente/Mediencenter/Publikationen/Broschueren/A30_Psoriasis_Arthritis.pdf, consultato il: 18.03.2019.

Fairris, G. Et al. (1989): The effect of supplementation with selenium and vitamin E in psoriasis. Ann Clin Biochem 1989 Jan: 26:83-8. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2735752, consultato il: 16.03.2019.

Farahnik, B. et al. (2017): Oral (Systemic) Botanical Agents for the Treatment of Psoriasis: A Review. J Altern Complement Med 2017 Jun:23:418-25. https://www.liebertpub.com/doi/full/10.1089/acm.2016.0324, consultato il: 18.03.2019.

Finamor, D.et al. (2013): A pilot study assessing the effect of prolonged administration of high daily doses of vitamin D on the clinical course of vitiligo and psoriasis. Dermatoendocrinol 2013 Jan:5:222-34. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3897595/, consultato il: 15.03.2019.

Gröber, U. (2011): Mikronährstoffe. Metabolic Tuning – Prävention – Therapie. 3. Aufl. Wissenschaftliche Verlagsgesellschaft mbH Stuttgart.

Groeger, D. et al. (2013): Bifidobacterium infantis 35624 modulates host inflammatory processes beyond the gut. Gut Microbes 2013 Jul:4:325-39. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3744517/, consultato il: 18.03.2019.

Gueniche, A. et al. (2014): Randomised double-blind placebo-controlled study of the effect of Lactobacillus paracasei NCC 2461 on skin reactivity. Benef Microbes. 2014 Jun 1;5(2):137-45. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24322879, consultato il: 11.04.2019.

Ingram, M. et al. (2018). Oral vitamin D3 supplementation for chronic plaque psoriasis: a randomized, double-blind, placebo-controlled trial. J Dermatolog Treat 2018 Nov:29:648-57. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29480035, consultato il: 15.03.2019.

Jarrett, P. et al. (2018): A randomized, double-blind, placebo-controlled trial of the effect of monthly vitamin D supplementation in mild psoriasis. J Dermatolog Treat 2018 Jun:29:324-328. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28849682, consultato il: 15.03.2019.

Jänicke, C. et al. (2003): Handbuch Phytotherapie. Wissenschaftliche Verlagsgesellschaft Stuttgart.

Kharaeva, Z. et al. (2009): Clinical and biochemical effects of coenzyme Q(10), vitamin E, and selenium supplementation to psoriasis patients. Nutrition 2009 Mar:25:295-302. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=Supplementation+with+antioxidants+coenzyme+Q(10)%2C+vitamin+E%2C+and+selenium+could+be+feasible+for+the+management+of+patients+with+severe+forms+of+psoriasis, consultato il: 16.03.2019.

Kragballe, K. (1989): Dietary supplementation with a combination of n-3 and n-6 fatty acids (super gamma-oil marine) improves psoriasis. Acta Derm Venereol 1989 Mar:69:265-8. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2566241, consultato il: 18.03.2019.

Kristensen, S. et al. (2016): The effect of marine n-3 polyunsaturated fatty acids on cardiac autonomic and hemodynamic function in patients with psoriatic arthritis: a randomised, double-blind, placebo-controlled trial. LipidsHealth Dis 2016 Dec:15. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27955663, consultato il: 15.03.2019.

Lee, Y. & Song, G. (2018): Association between circulating 25-hydroxyvitamin D levels and psoriasis, and correlation with disease severity: a meta-analysis. Clin Exp Dermatol 2018 Jul:43:529-35. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29341195, consultato il: 15.03.2019.

Leeb, B. et al. (1995): Folic acid and cyanocobalamin levels in serum and erythrocytes during low-dose methotrexate therapy of rheumatoid arthritis and psoriatic arthritis patients. Clin Exp Rheumatol 1995 Jul:13:459-63. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/7586777, consultato il: 18.03.2019.

Leveque, N. et al. (2004): In vivo assessment of iron and ascorbic acid in psoriatic dermis. Acta Derm Venereol 2004 Jan:84:2-5. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15040469, consultato il: 16.03.2019.

Li, C. & Zhou, H. (2011): The Role of Manganese Superoxide Dismutase in Inflammation Defense. Enzyme Res 2011 Oct. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3185262/, consultato il: 17.03.2019.

Millsop, J. et al. (2014). Diet and Psoriasis: Part 3. Role of Nutritional Supplements. J Am Acad Dermatol 2014 Sep:71:561-69. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4134971/, consultato il: 15.03.2019.

Nast, A. et al. (2017): S3 - Leitlinie zur Therapie der Psoriasis vulgaris Update 2017. AWMF online: https://www.awmf.org/uploads/tx_szleitlinien/013-001l_S3_Therapie_Psoriasis-vulgaris_2017-12.pdf, consultato il: 13.03.2019.

Naziroglu, M. et al. (2012): Selenium and psoriasis. Biol Trace Elem Res 2012 Dec:150:3-9. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22821504, consultato il: 17.03.2019.

Oliwiecki, S. & Burtin, J. (1994): Evening primrose oil and marine oil in the treatment of psoriasis. Clin Exp Dermatol 1994 Mar:19:127-9. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8050140, consultato il: 18.03.2019.

Oztürk, G. et al. (2001):Natural killer cell activity, serum immunoglobulins, complement proteins, and zinc levels in patients with psoriasis vulgaris. Immunol Invest 2001 Aug:30:181-90. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11570639, consultato il: 17.03.2019.

Pacheco, R. et al. (2018): What do Cochrane systematic reviews say about interventions for treating psoriasis? Sao Paulo Med J 2018 Jul-Aug:136:354-360. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30133547, consultato il: 15.03.2019.

Pietrzak, D. et al. (2017): Digestive system in psoriasis: an update. Arch Dermatol Res 2017 Nov:309:679-93. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28905102, consultato il: 18.03.2019.

Salim, A. et al. (2006): Folic acid supplementation during treatment of psoriasis with methotrexate: a randomized, double-blind, placebo-controlled trial. Br J Dermatol 2006 Jun:154:1169-74. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16704650, consultato il: 18.03.2019.

Serwin, A. et al. (2003): Soluble tumor necrosis factor-alpha receptor type 1 during selenium supplementation in psoriasis patients. Nutrition 2003 Oct:19:847-50. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/14559319, consultato il: 17.03.2019.

Shea, B. et al. (2013): Folic acid and folinic acid for reducing side effects in patients receiving methotrexate for rheumatoid arthritis. Cochrane Database Syst Rev 2013 May. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23728635, consultato il: 18.03.2019.

Skroza, N. et al. (2013): Efficacy of food supplement to improve metabolic syndrome parameters in patients affected by moderate to severe psoriasis during anti-TNFα treatment. G Ital Dermatol Venereol 2013 Dec:148:661-5. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24442048, consultato il: 16.03.2019.

Toossi, P. et al. (2015): Assessment of serum levels of osteopontin, selenium and prolactin in patients with psoriasis compared with healthy controls, and their association with psoriasis severity. Clin Exp Dermatol 2015 Oct:40:741-6. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25991399, consultato il: 17.03.2019.

Wacewicz, M. et al. (2017): Concentration of selenium, zinc, copper, Cu/Zn ratio, total antioxidant status and c-reactive protein in the serum of patients with psoriasis treated by narrow-band ultraviolet B phototherapy: A case-control study. J Trace Elem Med Biol 2017 Dec:44:109-114. https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0946672X17300056?via%253Dihub, consultato il: 13.03.2019.

Wozniak, A. et al. (2007): Oxidant-antioxidant balance in patients with psoriasis. Med Sci Monit 2007 Jan:13. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17179907, consultato il: 16.03.2019.

Zuccotti, E. et al. (2018): Nutritional strategies for psoriasis: current scientific evidence in clinical trials. Eur Rev Med Pharmacol Sci 2018 Dec:22:8537-51. https://www.europeanreview.org/wp/wp-content/uploads/8537-8551.pdf, consultato il: 13.03.2019.

Classificazione