Ridurre in modo naturale l'ipertensione con i micronutrienti

Come mantenere una pressione sana con vitamine e minerali

In caso di ipertensione, la pressione alta danneggia i vasi e, nel tempo, questo causa l'arteriosclerosi. Determinati micronutrienti come magnesio, calcio e vitamina D regolano la pressione sanguigna e contribuiscono a ridurla. Spesso consentono di assumere meno antipertensivi. Inoltre, riducono il rischio di ulteriori danni vascolari. Scoprite qui tutto quello che occorre sapere sulla medicina dei micronutrienti e sull'ipertensione.

Mela verde, insalata, bilancia, acqua fresca, metro e peso
Uno stile di vita sano ed equilibrato si basa su un'alimentazione corretta e su una sufficiente attività fisica, che sono importanti e contribuiscono a normalizzare la pressione sanguigna in modo duraturo. Immagine: Wand_Prapan/iStock

Cause e sintomi

La pressione sanguigna è la pressione che il sangue esercita sui vasi. In caso di ipertensione, questa pressione è troppo elevata. Le possibili cause sono molteplici, ad esempio sovrappeso, alcol, fumo, stress e scarsa attività fisica. Inoltre l'ipertensione può manifestarsi anche in gravidanza.

La pressione sanguigna oscilla tra due valori: sistolico e diastolico. Un uomo sano ha una pressione compresa tra 120 e 80 millimetri di mercurio (mm Hg).

Non esistono sintomi esterni, mentre è possibile soffrire di mal di testa, vertigini o agitazione. Spesso l'ipertensione è asintomatica, ecco perché è così pericolosa, soprattutto se si aggiungono altri fattori di rischio come il colesterolo alto e il diabete, e può quindi danneggiare l'intero sistema vascolare. Le conseguenze dell'ipertensione sono arteriosclerosi o ictus e cardiopatie quali cardiopatie coronariche e insufficienza cardiaca. Inoltre, nel lungo termine, la pressione alta danneggia reni, occhi e cervello.

Classificazione

Obiettivi del trattamento

Come viene curata l'ipertensione in modo classico?

Le cure mirano a normalizzare la pressione in modo duraturo. I medici consigliano assolutamente di modificare il proprio stile di vita. In caso di sovrappeso si consiglia di dimagrire e si dovrebbe anche smettere di fumare e bere alcol. Anche una regolare attività fisica ha effetti benefici. Se la pressione non scende in questo modo, il medico prescriverà dei farmaci:

I diuretici favoriscono l'eliminazione dell'acqua in eccesso nei reni. In questo modo anche la quantità di liquido sanguigno, e con esso la pressione, si riduce. Un farmaco tipico in caso di ipertensione è l'idroclorotiazide (HCT), come ad esempio Esidrex®.

I beta-bloccanti bloccano i recettori dei trasmettitori responsabili dell'aumento della pressione, come ad esempio l'ormone dello stress. I beta-bloccanti si riconoscono sempre perché terminano in "ololo", ad esempio bisoprololo (Concor®) e metoprololo (Seloken®).

Gli ACE-inibitori bloccano la formazione dell'angiotensina II, l'ormone dagli effetti ipertensivi, perché provoca un restringimento dei vasi sanguigni con conseguente aumento della pressione. Tra questi antipertensivi figurano ad esempio ramipril (Delix®), captopril (Capoten®) o enalapril (Enalapril®). Tutti i principi attivi terminano per "pril".

Gli antagonisti dei recettori dell'angiotensina bloccano i ricettori dell'angiotensina II, l'ormone dagli effetti ipertensivi, e sono più comunemente noti come sartani. Si riconoscono perché terminano per "sartan", ad esempio candesartan (Candecor®), losartan (Losaprex®) o valsartan (Diovan®).

I calcio-antagonisti dilatano i vasi e assicurano che il sangue possa scorrere più agevolmente, riducendo così la pressione. Alcuni principi attivi sono l'amlodipina (Norvasc®), la nimodipina (Nimotop®) e il verapamil (Isoptin®).

Gli obiettivi della medicina dei micronutrienti

Se si vuole ridurre con successo la pressione alta è importante seguire un'alimentazione sana e varia: le vitamine e i minerali aiutano la dilatazione dei vasi sanguigni e migliorano la fluidità del sangue, ritardando così la necessità di assumere farmaci, riducendone la dose o addirittura rendendoli inutili.

Inoltre, micronutrienti selezionati consentono di ridurre il rischio di complicanze. Gli antiossidanti contribuiscono a proteggere i vasi da ulteriori danni. Nella maggior parte dei casi, i medici specializzati in micronutrienti consigliano un multipreparato che contenga diversi antiossidanti.

Classificazione

Trattamento con i micronutrienti

Il magnesio distende i vasi sanguigni

Meccanismo d'azione

Globuli rossi in una vena
Il magnesio migliora l'elasticità dei vasi sanguigni e ha un effetto positivo sulla pressione. Immagine: PhonlamaiPhoto/iStock

Il magnesio regola la tensione muscolare del corpo e assicura che la muscolatura dei vasi sia rilassata, migliorandone l'elasticità e influenzando così la pressione sanguigna.

Un metastudio ha dimostrato che aumentando l'assunzione di magnesio di 100 milligrammi al giorno il rischio di ipertensione cala del 5 percento. Un metastudio tiene conto di numerosi studi di alto livello per poter così fornire dati affidabili.

Inoltre, è stato provato che il magnesio riduce la pressione alta.

Dose e assunzione consigliata

Il tasso di risposta al magnesio può variare da persona a persona: in media, 400 milligrammi di magnesio al giorno riducono il valore della pressione sistolica fino a 4 millimetri di mercurio e della diastolica di un massimo di 3 millimetri. Al contrario, in un altro studio è stato osservato che 370 milligrammi comportano un calo della pressione inferiore. Nella maggior parte dei casi la dose consigliata è compresa tra 400 e 700 milligrammi al giorno.

Consiglio

Il magnesio, legato alla taurina, è chiamato magnesio taurato. La taurina regola il battito cardiaco e riduce anch'essa la pressione.

Esami di laboratorio

In caso di ipertensione si consiglia di controllare in laboratorio il livello di magnesio. Il magnesio è presente principalmente all'interno delle cellule. La quantità di magnesio contenuta nei globuli rossi è tre volte superiore a quella nel siero, quindi è sempre meglio che il medico misuri il livello del magnesio nel sangue intero, che contiene appunto i globuli rossi.

Il parere degli esperti

I livelli normali di magnesio nel sangue intero sono compresi tra 1,38 e 1,50 millimoli al litro (mmol/l).

La taurina per un battito cardiaco sano

Meccanismo d'azione

La taurina è un prodotto che deriva dalla degradazione degli aminoacidi che viene sintetizzato durante il metabolismo o raggiunge l'organismo attraverso gli alimenti. Studi cellulari e animali dimostrano come la taurina favorisca il potere contrattile del cuore e mantenga il ritmo cardiaco nel corretto equilibrio.

I ricercatori attribuiscono alla taurina un effetto antipertensivo. Uno studio condotto con placebo, 1.600 milligrammi di taurina al giorno riducevano la pressione in media di 7,2 (sistolica) e di 4,7 (diastolica) millimetri di mercurio. Nel settore della ricerca, gli studi condotti con placebo forniscono prove utili per determinare l'efficacia. Tuttavia, questo studio includeva un numero di partecipanti ridotto, solo 120 soggetti. Sono ancora in corso studi più grandi.

Dose e assunzione consigliata

I medici specializzati in micronutrienti consigliano di assumere ogni giorno da 1.500 a 4.000 milligrammi di taurina, spesso combinata con il magnesio, per ridurre la pressione. La soluzione migliore è distribuire la quantità complessiva in più somministrazioni durante la giornata.

In caso di dosi superiori a 2.000 milligrammi possono manifestarsi, in rari casi, disturbi di stomaco come nausea e diarrea o stanchezza.

Da ricordare in caso di insufficienza renale

Nelle persone con nefropatie il controllo dei livelli di taurina nel sangue sono compromessi, poiché quest'ultima viene normalmente eliminata dai reni. Il medico dovrebbe quindi valutare in modo critico l'assunzione di taurina in caso di reni indeboliti.

Classificazione

Gli acidi grassi omega 3 rendono il sangue più fluido

Meccanismo d'azione

Sezione di un'arteria
Gli acidi grassi omega 3 rallentano la comparsa di depositi sui vasi e riducono così la probabilità di complicanze. Immagine: 7activestudio/iStock

Gli acidi grassi omega 3 contribuiscono a rendere flessibili i vasi e possono così ridurre la pressione. Un metastudio di alto livello su 70 studi ha dimostrato che gli acidi grassi omega 3 riducono in media la pressione sistolica di 4,51 e quella diastolica di 3,05 millimetri di mercurio. Tuttavia i ricercatori non sono tutti concordi sul fatto che gli acidi grassi omega 3 siano parimenti efficaci per ogni paziente iperteso.

Inoltre, gli acidi grassi omega 3 riducono la probabilità di complicanze: rallentano la comparsa di depositi sui vasi e li stabilizzano. A fronte di un'elevata quantità di acidi grassi omega 3 nel sangue (Indice omega 3 di almeno l'8 percento), anche la probabilità di morire d'infarto cardiaco si riduce del 30 percento.

Dose e assunzione consigliata

La società italiana di cardiologia consiglia di assumere ogni settimana almeno due porzioni di pesce grasso. Se non è possibile, si consiglia di scegliere insieme al medico un preparato adatto a base di omega 3. Si consiglia una dose giornaliera compresa tra 1.500 e 2.500 milligrammi, con una percentuale possibilmente elevata di EPA.

Gli acidi grassi omega 3 dovrebbero essere assunti ai pasti, perché, insieme ai grassi degli alimenti, raggiungono meglio il sangue passando dall'intestino.

Consiglio

Occorre inoltre fare attenzione alla qualità ottimale degli acidi grassi, soprattutto quelli contenuti nell'olio di pesce. I preparati pregiati sono sottoposti a diversi processi di depurazione per eliminare sostanze nocive e altri residui indesiderati.

Esami del sangue: l'indice omega 3

Sangue in una fiala
Gli esami del sangue sono importanti in caso di malattie cardiocircolatorie perché consentono, tra le altre cose, di determinare la percentuale di acidi grassi omega 3. Immagine: Cassis/iStock

L'indice omega 3 valuta l'apporto degli acidi grassi omega 3. Gli esami del sangue sono particolarmente utili in caso di malattie cardiovascolari, poiché misurano la percentuale di acidi grassi omega 3 nei globuli rossi, calcolandone la percentuale.

Il parere degli esperti

Se l'indice omega 3 è superiore all'8 percento, l'apporto è corretto; se invece è inferiore al 4 percento occorre intervenire.

Cosa ricordare in caso di assunzione di anticoagulanti e prima di interventi chirurgici

Un uomo che si sottopone a un esame del sangue
L'esame del sangue consente di determinare diversi valori. In particolare prima di sottoporsi a un intervento chirurgico è importante discutere con il medico la possibilità di assumere degli anticoagulanti. Immagine: Mike Watson Images/moodboard

Gli acidi grassi omega 3 fluidificano il sangue e a partire da una dose di 1.000 milligrammi possono potenziare l'effetto degli anticoagulanti. La loro assunzione va quindi valutata con il proprio medico, che, se necessario, può controllare la capacità di coagulazione del sangue (valore quick) e adeguare la dose del farmaco.

Tra gli anticoagulanti rientrano le cumarine (come Marcumar®) e warfarin (Coumadin®), l'acido acetilsalicilico (ASA, Aspirina®), eparina (Clexane®) e i nuovi anticoagulanti orali come apixaban (Eliquis®), dabigatran (Pradaxa®), edoxaban (Lixiana®) e rivaroxaban (Xarelto®).

In prossimità di un'operazione si dovrebbe consultare il medico, valutando se è necessario interrompere l'assunzione di acidi grassi omega.

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La carenza di vitamina D aumenta il rischio di ipertensione

Meccanismo d'azione

La vitamina D inibisce la formazione della renina, l'ormone coinvolto nell'aumento della pressione. Inoltre, interviene nel metabolismo del calcio delle cellule dei vasi riducendo l'effetto sul tono muscolare del calcio e influenzando quindi in modo indiretto la flessibilità dei vasi.

Una carenza può triplicare il rischio di ipertensione nelle donne e sestuplicarlo negli uomini, come dimostrato da due grandi studi osservazionali. Attualmente si sta ancora studiando se la vitamina D riduca la pressione in tutte le persone ipertese. I primi studi medici hanno dimostrato un effetto positivo nei soggetti con una carenza pregressa di vitamina D.

Dose e assunzione consigliata

La dose dipende dai valori di vitamina D nel sangue. Per maggiori informazioni sul corretto dosaggio, leggere qui. Se non si conosce il livello di vitamina D, si consiglia una dose giornaliera compresa tra 2.000 e 4.000 Unità internazionali.

La vitamina D è liposolubile, il che significa che l'intestino è in grado di assorbirla correttamente solo insieme ai grassi. Si consiglia quindi di assumere la vitamina D sempre ai pasti.

Riconoscere la carenza di vitamina D

Poiché spesso i pazienti ipertesi presentano una carenza di vitamina D, si consiglia di misurarne i livelli nel sangue. In laboratorio è possibile calcolare una forma di vitamina D che circola nel sangue, la vitamina D 25 (OH).

Il parere degli esperti

Nelle situazioni ottimali i valori della vitamina D dovrebbero essere compresi tra 40 e 60 nanogrammi per millilitro (ng/ml), oppure tra 100 e 150 nanomoli al litro (nmol/l).

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L'arginina migliora la funzionalità dei vasi

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L'aminoacido arginina è la sostanza di partenza del trasmettitore monossido di azoto (NO), che rende flessibili i vasi in modo da lasciare più spazio al sangue.

Un'analisi di diversi metastudi ha concluso che l'arginina può diminuire nei pazienti ipertesi la pressione sistolica da 2,2 fino 5 millimetri di mercurio e quella diastolica da 2,7 fino a 3,1 millimetri di mercurio.

Dose e assunzione consigliata

I medici specializzati in micronutrienti consigliano una dose giornaliera di arginina compresa tra 2.000 e 6.000 milligrammi, da assumere durante la giornata, idealmente lontano dai pasti, in modo che sia assorbita al meglio dall'intestino.

L'assunzione quotidiana di arginina in dosi da 6.000 a 9.000 milligrammi può causare disturbi gastrointestinali come diarrea e nausea.

Determinare i livelli di arginina nel sangue

In caso di ipertensione si consiglia di far misurare dal medico i livelli di arginina nel sangue. Inoltre, si può prendere in considerazione l'analisi dell'ADMA. L'ADMA (dimetiarginina asimmetrica) è una sostanza endogena che inibisce la formazione del monossido di azoto, un trasmettitore che dilata i vasi, partendo dall'arginina. Se l'ADMA è troppo elevata, può accompagnarsi a ipertensione e altre malattie cardiocircolatorie e va compensata assumendo arginina.

Il parere degli esperti

Se i valori plasmatici sono inferiori a 100 micromoli al litro (µmol/l) siamo in presenza di una carenza. Secondo alcuni studi valori di arginina nel sangue compresi tra 100 e 300 micromoli per litro distendono i vasi grazie al monossido di azoto (NO). Il rapporto ideale tra ADMA e arginina dovrebbe essere compreso tra 50:1 e 100:1.

A cosa fare attenzione in caso di assunzione in gravidanza

Non si hanno a disposizione dati sufficienti in merito all'assunzione di arginina in gravidanza. Nonostante i primi studi mostrino un effetto positivo dell'arginina nel prevenire la gestosi (preeclampsia), è fortemente sconsigliato assumerla senza il controllo di un medico.

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La carenza di potassio causa ipertensione

Meccanismo d'azione

Il potassio contribuisce a regolare la pressione sanguigna e una sua carenza causa ipertensione. Inoltre, i pazienti ipertesi necessitano nella maggior parte dei casi di più potassio rispetto a quelli sani.

Numerosi studi hanno dimostrato che il potassio riduce la pressione alta già conclamata: un apporto complessivo compreso tra 3.500 e 4.600 milligrammi al giorno riduceva negli adulti la pressione sistolica di circa 3,47 millimetri di mercurio e quella diastolica di 1,96 millimetri di mercurio.

Dose e assunzione consigliata

I medici specializzati in micronutrienti consigliano di assumere ogni giorno da 2.000 a 3.000 milligrammi, a seconda del livello di potassio nel sangue. Assumere il potassio in diverse dosi durante la giornata, senza superare i 500 milligrammi per singola dose. Inoltre, se assunto insieme ai pasti, risulta più tollerabile per lo stomaco.

Se si desidera assumere potassio, è consigliabile parlarne con il proprio medico, perché, se non c'è carenza, si potrebbe arrivare a dosi in eccesso che causano ad esempio aritmie cardiache.

Controllare i valori del potassio nel sangue

In caso di ipertensione è necessario controllare i livelli di potassio nel sangue per poter compensare un'eventuale carenza. I valori normali di potassio sono compresi tra 3,6 e 4,8 millimoli al litro (mmol/l) nel siero.

A cosa fare attenzione in caso di insufficienza renale e di assunzione di farmaci antipertensivi e diuretici

Poiché il potassio viene eliminato dai reni, in caso di insufficienza renale potrebbe accumularsi nell'organismo.

Anche i farmaci possono portare a un eccesso di potassio nel corpo e tra questi rientrano i diuretici risparmiatori di potassio in compresse (ad esempio amiloride (Diaphal®, Diursan®)), gli ACE-inibitori come ramipril (ad esempio RamiLich®), gli antagonisti dei recettori dell'angiotensina come candesartan (ad esempio Blopress® o i farmaci per il cuore con il principio attivo digitossina (Digacin®)).

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Flora batterica alterata in caso di ipertensione? Un aiuto da parte dei probiotici

Meccanismo d'azione

Intestino con flora batterica
I probiotici possono combattere i batteri patogeni presenti nell'intestino e normalizzare nuovamente la flora batterica danneggiata. Immagine: newannyart/iStock/Thinkstock

Negli ultimi anni gli scienziati hanno scoperto nuove correlazioni tra l'intestino e diverse patologie, anche cardiocircolatorie. Le alterazioni della flora batterica potrebbero essere legate all'ipertensione.

I batteri utili (probiotici) sono in grado di normalizzare la flora intestinale, eliminando i batteri patogeni presenti nell'intestino. Tuttavia, i meccanismi d'azione precisi e le modalità in cui si riduce l'ipertensione non sono ancora chiari.

Il parere degli esperti

È stato dimostrato che i probiotici producono componenti proteici bioattivi che inibiscono gli "enzimi di conversione dell'angiotensina", agendo così probabilmente come ACE-inibitori endogeni. Inoltre, esistono prove che anche gli acidi grassi a catena corta derivanti dalla fermentazione sono in grado di regolare la pressione sanguigna.

I probiotici hanno ridotto la pressione in media di 3,56 (pressione sistolica) e di 2,38 (pressione diastolica) millimetri di mercurio. In generale, la riduzione della pressione era più significativa in assoluto quando i partecipanti allo studio presentavano una pressione di partenza elevata (superiore a 135 e 85 millimetri di mercurio), come dimostrato da un primo metastudio di alto livello comprensivo di nove studi condotti su oltre 500 soggetti.

Dose e assunzione consigliata

Secondo gli studi sono necessari almeno 1 miliardo (109) di germi al giorno, meglio se il numero è maggiore. L'effetto più significativo è stato osservato con 100 miliardi (1011).

I medici consigliano un preparato multispecie con diversi bifidobatteri e lattobacilli: La riduzione della pressione era maggiore nei preparati che contenevano diversi ceppi batterici anziché solo uno.

Informazioni

Contemporaneamente, la capacità di sopravvivenza dei batteri utili nell'intestino era maggiore (lavoro di gruppo), perché attraversavano e si stabilivano meglio nell'intestino. Inoltre, batteri diversi formano prodotti metabolici diversi che possono a loro volta utilizzare gli altri batteri.

Antiossidanti: i nemici dei radicali liberi nei vasi

Meccanismo d'azione

Gli antiossidanti attaccano i radicali liberi e proteggono così i vasi da ulteriori danni. Tra quelli più importanti figurano ad esempio la vitamina A, la vitamina E e la vitamina C o i minerali selenio e zinco. Anche il coenzima Q10 fa parte degli antiossidanti.

Quest'ultimo, insieme alla vitamina C, contribuisce direttamente alla riduzione della pressione. La vitamina C incrementa la disponibilità del monossido di azoto, il trasmettitore che amplia i vasi, mentre il coenzima Q10 ne stimola la produzione.

Dose e assunzione consigliata

I medici specializzati in micronutrienti consigliano di assumere uno spettro il più ampio possibile di antiossidanti diversi, perché intervengono in punti diversi dell'organismo e sono reciprocamente necessari per potersi rigenerare nuovamente dopo aver reso innocui i radicali liberi. Studi hanno dimostrato l'efficacia di 500 milligrammi di vitamina C e 200 milligrammi del coenzima Q10 nella riduzione della pressione.

Gli antiossidanti sono assorbiti meglio nell'intestino se assunti durante i pasti.

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Prevenire ulteriori danni ai vasi con la vitamina B

Meccanismo d'azione

Il corpo ha bisogno della vitamina B per metabolizzare l'omocisteina. Si tratta di un prodotto metabolico naturale che, a concentrazioni troppo elevate nel sangue, danneggia i vasi. Tra le vitamine che metabolizzano l'omocisteina ci sono la vitamina B6, B12 e l'acido folico.

Inoltre, l'acido folico è collegato direttamente alla comparsa dell'ipertensione, come dimostrato da un grande studio osservazionale. Nei soggetti a cui era stata somministrata una quantità maggiore di acido folico, il rischio di ipertensione era inferiore.

Dose e assunzione consigliata

Per ridurre i valori elevati di omocisteina sono efficaci da 5 a 15 milligrammi di vitamina B6, da 400 a 600 microgrammi di acido folico e da 250 a 500 microgrammi di vitamina B12. Le vitamine B possono essere combinate con gli antiossidanti protettori dei vasi sotto forma di preparati basati su più micronutrienti.

Consiglio

L'acido folico in forma attiva: A causa di una mutazione genetica, la metà della popolazione mondiale non è in grado di trasformare correttamente l'acido folico nella sua forma attiva necessaria all'organismo. Ricordiamo che la forma attiva dell'acido folico è il cosiddetto acido 5-metiltetraidrofolico (5-MTHF).

Le vitamine B possono essere combinate con gli antiossidanti protettori dei vasi sotto forma di preparati basati su più micronutrienti. 

Controllare i livelli di omocisteina nel sangue

Per evitare ulteriori danni ai vasi si dovrebbero controllare i livelli di omocisteina nel sangue. L'omocisteina viene misurata nel plasma, la parte liquida del sangue, priva di cellule sanguigne. I valori normali nel sangue sono inferiori a 10 micromoli per litro.

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Dosaggi in breve

Dose giornaliera di micronutrienti consigliata in presenza di ipertensione

Vitamine
Vitamina Dda 2.000 a 4.000 Unità internazionali (UI)
Vitamina C500 milligrammi (mg)
Vitamina B6da 5 a 15 milligrammi (mg)
Vitamina B12da 250 a 500 microgrammi (µg) al giorno
Acido folico (nella forma direttamente utilizzabile)da 400 a 600 microgrammi al giorno
Minerali
Magnesioda 400 a 700 milligrammi
Potassioda 2.000 a 5.000 milligrammi
Altre sostanze nutrienti
Taurinada 1.500 a 4.000 milligrammi
Acidi grassi omega 3da 1.500 a 2.500 milligrammi (con una percentuale EPA più alta possibile)
Argininatra 2.000 e 6.000 milligrammi
Coenzima Q10200 milligrammi
Bifidobatteri e lattobacillialmeno 1 miliardo (109) germi

Sintesi degli esami di laboratorio consigliati

Esami del sangue consigliati in caso di ipertensione

 Valori normali
Magnesioda 1,38 a 1,50 millimoli per litro (mmol/l)
Vitamina Dda 40 a 60 nanogrammi per millilitro (ng/ml)
Arginina
Rapporto ADMA:arginina
tra 100 e 300 micromoli per litro (µmol/l)
tra 50:1 e 100:1
Potassioda 3,6 a 4,8 millimoli per litro
Omocisteinainferiore a 10 micromoli per litro
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Sostegno dei micronutrienti ai farmaci

Gli ACE-inibitori legano lo zinco

Gli ACE-inibitori con i principi attivi captopril (Tenpril®) o enalapril (Converten®) legano lo zinco nell'organismo e garantiscono che sia eliminato in misura maggiore. Se per anni sono stati assunti ACE-inibitori, è possibile che si manifesti una carenza di zinco. Quindi si consiglia di integrarlo con dosi da 10 a 20 milligrammi al giorno. Ricordiamo che non si dovrebbero assumere contemporaneamente per evitare che lo zinco non venga legato già nello stomaco.

I betabloccanti e gli antagonisti dei recettori dell'angiotensina causano carenze

I betabloccanti come il metoprololo (ad esempio Beprolo®, Lopresor®) danneggiano gli enzimi dipendenti dal coenzima Q10 all'interno dei mitocondri. La medicina dei micronutrienti consiglia quindi di assumere anche almeno 100 milligrammi di coenzima Q10 per garantire l'apporto di energia al muscolo cardiaco.

Gli antagonisti dei recettori dell'angiotensina (sartani) come il losartan (Lortaan®) incrementano l'eliminazione dello zinco, che può quindi essere carente in caso di terapia a lungo termine con questi farmaci. La medicina dei micronutrienti consiglia di integrare lo zinco con una dose quotidiana compresa tra 10 e 20 milligrammi.

I diuretici diluiscono i micronutrienti

I diuretici tipicamente prescritti in caso di ipertensione e con il principio attivo idroclorotiazide (HCT) diluiscono non solo l'acqua in eccesso ma anche vitamine e minerali, tra cui le vitamine B e i minerali zinco, magnesio e potassio. I medici specializzati in micronutrienti consigliano di assumere ogni giorno:

  • da 200 a 400 microgrammi di acido folico
  • da 5 a 15 milligrammi di vitamina B6
  • da 100 a 200 microgrammi di vitamina B12
  • da 10 a 20 milligrammi di zinco
  • da 200 a 400 milligrammi di magnesio

Esempi di farmaci sono Idroclorotiazide® o Esidrex®. Inoltre, esistono anche numerosi preparati combinati, riconoscibili dalla dicitura "HTC".

Dosaggi in breve

Micronutrienti consigliati in caso di assunzione di

ACE-inibitori
Zincoda 10 a 20 milligrammi (mg)
Betabloccanti
Coenzima Q10almeno 100 milligrammi
Antagonisti dei recettori dell'angiotensina
Zincoda 10 a 20 milligrammi
Diuretici
Acido folicoda 200 a 400 microgrammi (µg)
Vitamina B6da 5 a 15 milligrammi
Vitamina B12da 100 a 200 microgrammi
Zincoda 10 a 20 milligrammi
Magnesioda 200 a 400 milligrammi
Classificazione

Riepilogo

Misurazione della pressione da parte del medico
Molti fattori influenzano la pressione sanguigna e determinate sostanze nutritive possono contribuire a regolarla e abbassarla. Immagine: DragonImages/iStock

Le sostanze nutritive magnesio, taurina, potassio, arginina e acidi grassi omega 3 regolano la tensione della muscolatura dei vasi e contribuiscono così alla loro flessibilità. In questo modo il sangue ha più spazio nei vasi e la pressione scende. La vitamina D regola invece la formazione dell'ormone della pressione, la renina; una carenza di vitamina D aumenta quindi la probabilità di ipertensione. Inoltre, gli scienziati discutono se la flora intestinale alterata influenzi l'insorgenza della pressione alta. Gli antiossidanti e la vitamina B prevengono ulteriori danni vascolari.

Gli antipertensivi possono danneggiare l'equilibrio dei micronutrienti: Gli ACE-inibitori e gli antagonisti dei recettori dell'angiotensina legano lo zinco e lo eliminano. Poiché anche i diuretici diluiscono i micronutrienti, non è raro riscontrare una carenza. I medici specializzati in micronutrienti consigliano quindi di assumere zinco, magnesio, coenzima Q10 o le vitamine B.

Classificazione

Indice degli studi e delle fonti

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