Polineuropatia: proteggere i nervi e alleviare i disturbi con i micronutrienti

Ecco le vitamine e altre sostanze importanti per la salute dei nervi che aiutano ad alleviare dolori e formicolii

Il termine polineuropatia indica un danneggiamento dei nervi esterni a cervello e midollo spinale che causa di dolori, bruciori o formicolii. Spesso la malattia viene provocata dal diabete o dalla dipendenza dall’alcol, ma può originare anche da altri fattori. Accanto alle opzioni di trattamento tradizionali, è possibile impiegare determinati micronutrienti per alleviarne i disturbi in modo mirato. Scoprite qui con quali micronutrienti supportare il trattamento della polineuropatia e attenuare gli effetti collaterali dei farmaci comunemente utilizzati. 

Stetoscopio e la parola "neuropathie" scritta con cubi di legno con lettere
A lungo andare le forti oscillazioni dei valori glicemici, spesso oltre la norma, danneggiano i nervi. Immagine: airdone/iStock/Getty Images Plus

Cause e sintomi

Che cos’è la polineuropatia e quali sono le cause?

La polineuropatia è una malattia caratterizzata dal danneggiamento dei nervi periferici, che sono localizzati all’esterno del cervello e del midollo spinale e provvedono alla trasmissione degli impulsi in tutto l’organismo.

I danni si verificano quando parti dei neuroni vengono attaccate dallo stress ossidativo (radicali liberi) o da valori eccessivi della citotossina omocisteina nel sangue. I conduttori di impulsi nervosi (assoni), lunghi fino a un metro e aventi ad esempio il compito di ricevere i segnali o trasmetterli ai miociti, sono i più colpiti. La loro protezione è assicurata dalla guaina mielinica, che può a sua volte essere danneggiata dalla polineuropatia.

La malattia compare con la massima frequenza in associazione con il diabete (polineuropatia diabetica). Anche la dipendenza dall’alcol è spesso un fattore scatenante, a cui si affiancano numerose altre cause, tra cui ad esempio:

  • disturbi circolatori e malattie vascolari
  • carenza di micronutrienti come le vitamine B1, B3, B6, B12, l’acido folico e la vitamina E
  • malattie epatiche, renali o tiroidee
  • infezioni come herpes, morbillo, borreliosi o AIDS
  • malattie tumorali, soprattutto le relative terapie con agenti come il cisplatino
  • farmaci, ad esempio gli antivirali (lopinavir come Kaletra®) e gli anticolesterolemici per la riduzione dei lipidi ematici come la fluvastatina (ad esempio LESCOL®)
  • intossicazioni da metalli pesanti come piombo o arsenico

Quali sono i sintomi della polineuropatia?

Illustrazione di formicolio ai piedi
Il primo sintomo di una polineuropatia è quasi sempre rappresentato da formicolio, bruciore o intorpidimento a piedi o mani. Questa malattia neurologica colpisce i nervi periferici, ovvero esterni a cervello e midollo spinale, che trasmettono gli impulsi a tutto l’organismo. Immagine: spukkato/iStock/Getty Images Plus

Nella maggior parte dei casi la polineuropatia si manifesta inizialmente con parestesie come formicolio, bruciore e intorpidimento, che spesso partono dalle dita dei piedi e delle mani per estendersi in un secondo tempo a braccia e gambe. I disturbi interessano di solito entrambi i lati.

I dolori brucianti e penetranti si accompagnano ad un’errata percezione tattile e della temperatura. Le persone colpite hanno spesso un passo incerto e vacillante, associato alla sensazione di camminare sull’ovatta. Con il tempo anche la sensibilità al dolore si riduce, rendendo difficile l’immediata individuazione di eventuali ferite, a loro volta spesso interessate da disturbi di cicatrizzazione.

La polineuropatia può colpire anche la muscolatura, la digestione o la respirazione, con conseguenti disturbi gastrointestinali o di svuotamento della vescica nel lungo termine. Anche la perdita di peso rientra nei sintomi, mentre negli uomini possono verificarsi problemi di impotenza. Se il danno è a carico dei nervi dei muscoli, la polineuropatia può dare origine a contrazioni muscolari, crampi o paralisi. In alcuni casi si può assistere alla comparsa di depressione.

Classificazione

Obiettivi del trattamento

Qual è il trattamento classico della polineuropatia?

Se riconosciuta precocemente, la polineuropatia può essere guarita. In questo caso il suo decorso può essere influenzato positivamente, con un’attenuazione dei disturbi. Un recupero completo è invece impossibile in presenza di danni neurologici gravi.

Il trattamento tradizionale della polineuropatia punta all’eliminazione del fattore scatenante. Se la causa coincide con una patologia diabetica non controllata, occorre assicurare la corretta regolazione dell’indice glicemico, mentre in caso di abuso di sostanze alcoliche è necessario ricorrere alla disintossicazione.

I medici, in particolare i neurologi, possono inoltre prescrivere i seguenti farmaci:

  • Analgesici: principi attivi come paracetamolo (Acetamol®, Tachipirina®) e metamizolo (ad esempio Metamizolo Ratiopharm®, Novalgina®) vengono temporaneamente impiegati in presenza di dolori lievi.
  • Farmaci per il miglioramento del tono dell’umore: anche principi attivi come l’amitriptilina (ad esempio Laroxil®), che accanto all’effetto antidepressivo svolgono un’azione analgesica, possono contribuire ad alleviare le nevralgie. Si tratta di antidepressivi triciclici. In alternativa si impiega anche il principio attivo duloxetina (come Xeristar®, Cymbalta®), un inibitore della ricaptazione della serotonina e noradrenalina.
  • Sostanze antispasmodiche: anche i farmaci per il trattamento dell’epilessia, tra cui gabapentin (ad esempio Neurontin®) e pregabalin (Lyrica®), possono svolgere un’azione analgesica.
  • Oppioidi: ai pazienti colpiti da dolori forti o che non possono assumere altri farmaci vengono somministrati gli oppioidi, con principi attivi come tramadolo (ad esempio Adamon®, Tradonal®), morfina (ad esempio Capros®, Kapanol®, Morphanton®) e ossicodone (ad esempio Carenoxal®, Oxycontin®).

La terapia tradizionale viene inoltre integrata da altri rimedi:

  • Ginnastica medica e idroterapia alternata mantengono la mobilità; la fisioterapia è utile contro vertigini e disturbi di deambulazione.
  • Le terapie psicologiche o comportamentali aiutano nella gestione della malattia.
  • L’elettroterapia contribuisce ad alleviare i dolori nonché a migliorare la funzione dell’organismo.
  • L’agopuntura può ridurre i dolori e migliorare la sensibilità a caldo e freddo.

Gli obiettivi della medicina dei micronutrienti

La medicina dei micronutrienti, al pari di quella tradizionale, si prefigge di trattare le cause della polineuropatia, mitigarne i sintomi e proteggere i neuroni da ulteriori danni. I micronutrienti sono ad esempio necessari alla costituzione del rivestimento protettivo dei conduttori di impulsi nervosi.

Particolarmente utili si sono rivelate le seguenti sostanze:

  • Le vitamine del gruppo B sono necessarie all’organismo per la formazione della guaina che avvolge i nervi.
  • L’acido alfa-lipoico allevia i sintomi della polineuropatia.
  • L’L-carnitina favorisce la rigenerazione dei neuroni.
  • Gli acidi grassi omega-3 sono importanti per una sana funzione nervosa.
  • Gli antiossidanti proteggono i neuroni dallo stress ossidativo.
  • L’L-glutatione libera l’organismo dalle sostanze nocive.

Il trattamento farmacologico della polineuropatia può inoltre essere supportato dall’impiego mirato di micronutrienti: vitamine e minerali possono potenziare l’efficacia dei medicinali, alleviarne gli effetti collaterali e prevenire eventuali stati di carenza.

Consiglio

I micronutrienti possono anche favorire il controllo della glicemia. Tutte le informazioni sulla medicina dei micronutrienti e il diabete sono disponibili qui.

Classificazione
Illustrazione della neuropatia
I micronutrienti sono necessari per la costituzione della guaina mielinica, il rivestimento che avvolge e protegge i conduttori di impulsi nervosi. Immagine: TefiM/iStock/Getty Images Plus

Trattamento con i micronutrienti

Nervi protetti e meno dolori con le vitamine del gruppo B

Meccanismo d’azione delle vitamine del gruppo B

Le vitamine del gruppo B sono importanti per le funzioni del sistema nervoso e l’organismo le utilizza, ad esempio, per produrre il rivestimento protettivo dei neuroni (mielina). Una loro carenza provoca inoltre l’innalzamento dell’omocisteina, che provvedono a eliminare. Tanto un eccesso di omocisteina quanto un deficit di vitamine del gruppo B possono provocare nevralgie, soprattutto in presenza di diabete.

L’assunzione delle vitamine del gruppo B può amplificare l’effetto analgesico dei farmaci contro la polineuropatia e, probabilmente, anche prevenire la comparsa di nevralgie per effetto del diabete. I risultati di alcuni studi evidenziano inoltre il contributo delle vitamine del gruppo B alla mitigazione della polineuropatia: una piccola sperimentazione di alto livello mostra un miglioramento della funzione neurologica nei pazienti diabetici dopo dodici settimane di assunzione di benfotiamina, precursore della vitamina B1, assieme alle vitamine B6 e B12. Anche l’impiego della sola benfotiamina ha fatto registrare un’attenuazione dei dolori in altri studi, in parte altamente qualitativi.

Altrettanto promettenti sono anche i risultati sull’uso di altre vitamine del gruppo B: una piccola ricerca di alto profilo ha mostrato le potenzialità della vitamina B12 nell’alleviare i sintomi della polineuropatia diabetica. Anche la vitamina B1 associata alla vitamina B6 ha arginato i danni neurologici nella metà circa dei diabetici partecipanti a un primo studio. Piccole sperimentazioni di alto livello incentrate sulla valutazione della sola vitamina B6 non hanno tuttavia avuto esito positivo, mentre alcuni casi clinici lasciano ipotizzare l’efficacia della biotina.

Informazioni

Con il diabete mellito di tipo 2 si impiega spesso il principio attivo metformina (Metforal®, Metfonorm®), che può però provocare un deficit di vitamina B12.

Una carenza di vitamine del gruppo B è frequente soprattutto in caso di alcolismo, perché il fegato danneggiato non riesce più a metabolizzarle correttamente. In uno studio di alto livello, l’assunzione delle vitamine B1, B2, B6 e B12 (con o senza acido folico) ha alleviato i sintomi sofferti dai pazienti, tra cui la sensibilità dell’alluce. Un’altra sperimentazione di altro profilo e uno studio preliminare riportano un’attenuazione dell’intensità dei dolori e della sensazione di intorpidimento grazie all’integrazione di vitamina B1.

In generale la ricerca riporta risultati promettenti sulla capacità delle vitamine del gruppo B di alleviare i disturbi neurologici della polineuropatia se associate a livelli normali di omocisteina. Una loro carenza in presenza di questa patologia andrebbe quindi evitata in ogni caso.

Dosaggio e consigli sull’assunzione delle vitamine del gruppo B

Nella maggior parte dei casi di polineuropatia i medici specializzati in micronutrienti consigliano un integratore combinato che contenga tutte le vitamine del gruppo B, che partecipano congiuntamente al metabolismo. Una carenza di singole vitamine del gruppo B è inoltre rara. Un buon apporto si può garantire con le seguenti dosi:

Per alleviare in modo mirato i disturbi si consigliano invece, previa consultazione del medico, 250 microgrammi di vitamina B12, 10 milligrammi di vitamina B6 e 1.000 microgrammi di acido folico al giorno. La quantità ideale di vitamina B6, che a dosi troppo elevate può favorire anche le polineuropatie, deve essere definita dal medico. In presenza di polineuropatia i medici raccomandano per la vitamina B1 200 milligrammi del suo precursore benfotiamina o una combinazione di vitamine del gruppo B che ne contenga 10 milligrammi.

Il parere degli esperti

L’uso prolungato di alte dosi di vitamina B6 può provocare neuropatie. Questo rischio sussiste a partire 50 milligrammi (mg) al giorno, ma anche quantità inferiori non permettono di escludere la comparsa di effetti collaterali.

Le vitamine del gruppo B vanno assunte preferibilmente insieme ai pasti per aumentarne la tollerabilità gastrica.

Determinazione dei livelli di omocisteina in laboratorio

Il livello di omocisteina fornisce indicazioni su un’eventuale carenza di vitamine del gruppo B e andrebbe pertanto controllato in presenza di una polineuropatia. Valori oltre la norma possono inoltre contribuire ai disturbi neurologici.

L’omocisteina viene misurata nel plasma e il suo valore normale è compreso tra 5 e 9 micromoli per litro.

Vitamine del gruppo B: da considerare in caso di gravidanza, allattamento, malattie e assunzione di farmaci

Durante la gravidanza e l’allattamento le vitamine del gruppo B ad alto dosaggio dovrebbero essere assunte solo con il consenso del medico.

In caso di diabete con danni ai reni potrebbero invece compromettere ulteriormente la funzione renale. I ricercatori suppongono che la vitamina B12 sotto forma di cianocobalamina a dosi elevate sia dannosa per i pazienti affetti da malattie renali, che dovrebbero pertanto sostituirla con la metilcobalamina.

L’assunzione di vitamine del gruppo B dopo l’impianto di stent e dopo un infarto non è stata ancora studiata a sufficienza, ma in tali casi si ipotizza un loro effetto negativo. Di conseguenza, si dovrebbe evitare di assumere dosi elevate di vitamina B12 (da 60 a 400 microgrammi al giorno) e acido folico (da 800 a 1.200 microgrammi al giorno).

I farmaci a base di alluminio contro i bruciori di stomaco (ad esempio Maloox®) si legano alla vitamina B2 e possono pregiudicarne l’assorbimento. Per questo le due sostanze andrebbero assunte ad almeno due ore di distanza l’una dall’altra.

La vitamina B6 a dosi di 5 milligrammi può ridurre l’efficacia dei farmaci per l’epilessia come il fenobarbital (Luminal®) e la fentoina (Dintoina®), nonché di quelli per il Parkinson come la levodopa (Duodopa®). La quantità adeguata deve pertanto essere definita dal medico.

L’acido folico riduce l’efficacia di alcuni antibiotici, tra cui i principi attivi trimetoprim (Bactrim®), proguanil (Malarone®) e pirimetamina (Pirimeta®). Le persone affette da tumore dovrebbero valutare con il medico l’eventuale impiego di acido folico, che si pensa possa amplificare alcuni effetti collaterali dei principi attivi 5-fluorouracile (Actikerall®, Efudix®) e capecitabina (Xeloda®).

L’acido alfa-lipoico allevia i dolori e la sensazione di intorpidimento nei diabetici

Meccanismo d’azione dell’acido alfa-lipoico

Illustrazione dello stress ossidativo
I radicali liberi possono attaccare le cellule e favorire il danneggiamento dei nervi. Se presenti in quantità eccessiva, determinano la comparsa di stress ossidativo, ma possono essere contrastati mediante antiossidanti come l’acido alfa-lipoico. Immagine: FancyTapis/iStock/Getty Images Plus

L’acido alfa-lipoico è una sostanza simile alle vitamine, con proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. I radicali liberi (stress ossidativo), che danneggiano i nervi, possono essere una delle cause della polineuropatia. L’acido alfa-lipoico, con il suo effetto ipoglicemizzante, è doppiamente utile poiché nei diabetici gli elevati livelli ematici di zucchero nel lungo termine portano alla comparsa di polineuropatie.

L’efficacia dell’acido alfa-lipoico è stata valutata positivamente anche in un lavoro di revisione di più studi, in parte anche di alto livello, in cui il suo impiego ha fatto registrare un miglioramento misurabile dei disturbi neurologici in presenza di diabete, tra cui dolori brucianti, intorpidimento e formicolio.

Di conseguenza l’acido alfa-lipoico è in grado di alleviare i sintomi della polineuropatia diabetica. I primi studi, rivelatisi promettenti, devono ora essere seguiti da altre sperimentazioni di alto livello volte a verificare se l’azione dell’acido alfa-lipoico sia efficace anche contro altre cause della polineuropatia.

Dosaggio e consigli sull’assunzione dell’acido alfa-lipoico

In caso di polineuropatia diabetica i medici specializzati in micronutrienti consigliano da 600 a 1.200 milligrammi di acido alfa-lipoico al giorno, da assumere a digiuno e non con altri preparati a base di minerali, ad esempio un’ora prima dei pasti, perché i minerali contenuti negli alimenti ne bloccano l’assorbimento a livello intestinale.

Il suo impiego nel lungo termine deve prevedere l’integrazione di biotina, di cui inibisce l’azione. I preparati di qualità la contengono già.

Acido alfa-lipoico: da considerare in caso di gravidanza, allattamento e assunzione di farmaci

Durante la gravidanza e l’allattamento l’acido alfa-lipoico andrebbe integrato solo con il consenso del medico.

Se utilizzato con farmaci per il diabete (come la metformina, ad esempio Metbay® o Myronyl®) e insulina, l’acido alfa-lipoico può occasionalmente provocare ipoglicemia e per questo l’inizio della sua somministrazione deve accompagnarsi allo stretto monitoraggio della glicemia, con un’eventuale regolazione delle dosi dei medicinali da parte del medico.

L-carnitina per la produzione di energia dei neuroni

Meccanismo d’azione dell’L-carnitina

Formula chimica della carnitina
La carnitina, prodotta autonomamente dall’organismo, si ritrova anche negli alimenti, soprattutto nella carne. In caso di polineuropatia gli esperti in micronutrienti ne consigliano tuttavia l’integrazione con dosaggi mirati. Immagine: Zerbor/iStock/Getty Images Plus

L’L-carnitina è presente in natura nei neuroni e contribuisce al mantenimento del sistema nervoso. Serve principalmente a produrre energia ed è necessaria per l’introduzione degli acidi grassi a catena lunga nei mitocondri. Svolge un’azione antiossidante e protegge i neuroni, favorendone la rigenerazione e la produzione delle membrane cellulari. Inibisce inoltre la morte dei neuroni e allevia le nevralgie. Questi effetti sono stati evidenziati essenzialmente nei soggetti diabetici colpiti da polineuropatia.

Il composto più importante dell’L-carnitina per il sistema nervoso è l’acetil-l-carnitina, i cui effetti sulla polineuropatia sono stati presi in esame dai ricercatori in un lavoro di valutazione di studi in parte di alto profilo. La sostanza ha mostrato un’azione antidolorifica soprattutto in presenza di polineuropatia diabetica e se assunta in uno stadio precoce della malattia. Una sperimentazione di alto livello documenta inoltre come l’assunzione di acetil-l-carnitina abbia portato a una riduzione dei disturbi neurologici, al pari dell’impiego della vitamina B12 sotto forma di metilcobalamina.

In definitiva, le ricerche finora condotte mostrano la capacità dell’acetil-l-carnitina di alleviare i dolori provocati dalla polineuropatia nei diabetici. I ricercatori sottolineano però la necessità di studi di dimensioni ancora maggiori e condotti nel lungo termine per dimostrarne definitivamente l’efficacia.

Dosaggio e consigli sull’assunzione dell’L-carnitina

Per alleviare i disturbi neurologici i medici specializzati in micronutrienti consigliano da 1.000 a 2.000 milligrammi di L-carnitina al giorno sotto forma di acetil-l-carnitina, da distribuire nel corso della giornata, ad esempio con tre dosi da 500 milligrammi ciascuna, per garantire la massima uniformità dell’efficacia.

È preferibile assumerla insieme ai pasti per migliorarne la tollerabilità.

L-carnitina: da considerare in caso di assunzione di farmaci e malattie

L’L-carnitina può ridurre la glicemia. I diabetici che assumono farmaci con principi attivi come la metformina (Metforal®, Glucophage®) e le sulfaniluree (Euglucon®, Bi-Euglucon®) devono controllarlo regolarmente l’indice glicemico per evitare casi di ipoglicemia.

In rari casi l’L-carnitina amplifica l’effetto degli anticoagulanti, tra cui gli antagonisti della vitamina K come l’etil biscoumacetato (Tromexan®), il fenprocumone e il warfarin (Coumadin®). L’opportunità della loro assunzione insieme all’L-carnitina dovrebbe essere valutata dal medico, che può controllare la coagulazione sanguigna (INR o tempo di Quick).

Lo stesso vale per le persone con insufficienza renale cronica, poiché l’impiego nel lungo termine di dosi superiori ai 1.000 milligrammi nei pazienti nefropatici non è ancora stato oggetto di studi sufficienti.

In alcune forme tumorali, ad esempio il cancro alla prostata o alla vescica, si può verificare un’accelerazione del metabolismo dei lipidi. In questi casi l’L-carnitina non andrebbe integrata.

Gli acidi grassi omega-3 possono proteggere dai danni neurologici?

Meccanismo d’azione degli acidi grassi omega-3

Gli acidi grassi omega-3 svolgono un’azione antinfiammatoria e sono necessari alla formazione e al mantenimento dei nervi. Particolarmente importanti sono gli acidi grassi eicosapentaenoico (EPA), docosaesaenoico (DHA) e, probabilmente, anche docosapentaenoico (DPA). Nei diabetici si presume la presenza di disfunzioni del metabolismo dei lipidi, associate a bassi livelli di DHA, componente essenziale dei neuroni.

Gli acidi grassi omega-3 vengono già impiegati con successo nel trattamento delle infiammazioni, tra cui quelle a carico delle articolazioni. Gli acidi grassi omega-3 hanno anche proprietà analgesiche, che potrebbero renderli efficaci in presenza di una polineuropatia.

I primi risultati positivi vengono da uno studio preliminare, in cui la somministrazione di 1.800 milligrammi di EPA al giorno ha attenuato sintomi come la sensazione di intorpidimento e freddo nei soggetti diabetici, con benefici anche sulla circolazione. Una quantità adeguata di DHA potrebbe inoltre favorire la rigenerazione più rapida dei neuroni del midollo spinale e dei nervi corneali, come indicato da studi sugli animali. I nervi corneali si trovano nell’occhio e sono importanti per la vista. Inoltre, secondo l’esito di uno studio preparatorio, l’assunzione di acidi grassi omega-3 può ripercuotersi positivamente anche sul controllo della glicemia.

La ricerca sul rapporto tra acidi grassi omega-3 e polineuropatia è appena agli inizi e necessita di ulteriori studi di alto livello per poter accertare e valutare l’efficacia di questi micronutrienti sulla malattia. I primi risultati sono tuttavia promettenti.

Dosaggio e consigli sull’assunzione degli acidi grassi omega-3

In caso di polineuropatia i medici specializzati in micronutrienti consigliano 2.000 milligrammi di acidi grassi omega-3 al giorno, pur senza poter dire se sia meglio un contenuto maggiore di EPA o DHA. In alcuni studi sono già state impiegate con successo dosi di 1.800 milligrammi di EPA.

Gli acidi grassi omega-3 devono essere assunti con alimenti ricchi di lipidi, senza i quali l’organismo non è in grado di assorbirli correttamente.

Consiglio

Quando si acquistano acidi grassi omega-3 in capsule occorre assicurarsi che si tratti di oli di pesce purificati, ovvero privi di impurità e sostanze nocive.

Determinazione dei livelli di acidi grassi omega-3 in laboratorio

Chi soffre di polineuropatia dovrebbe verificare l’apporto di acidi grassi omega-3 rilevando l’indice omega-3 mediante la misurazione della percentuale di EPA e DHA negli eritrociti, ovvero nei globuli rossi. Il valore viene indicato in percentuale e dovrebbe essere superiore a otto.

Alimenti ricchi di omega-3
Gli acidi grassi omega-3 sono presenti, ad esempio, in noci e pesce, che è la sola fonte di EPA e DHA. Vegani e vegetariani possono ricorrere all’olio di alghe. Immagine: autumnhoverter/iStock/Getty Images Plus

Acidi grassi omega-3: da considerare in caso di assunzione di farmaci, malattie e prima di interventi chirurgici

L’assunzione di più di 1.000 milligrammi di acidi grassi omega-3 al giorno può aumentare l’effetto dei farmaci anticoagulanti, tra cui i principi attivi di tipo cumarinico come l’etil biscoumacetato (Tromexan®), il fenprocumone e il warfarin (Coumadin®). Anche l’acido acetilsalicilico (ASA, Aspirina®) e i nuovi anticoagulanti rientrano nel novero, ad esempio con dabigatran (Pradaxa®) ed edoxaban (Lixiana®). L’assunzione degli acidi grassi omega-3 dovrebbe pertanto essere valutata con il proprio medico.

Gli acidi grassi omega-3 non andrebbero assunti in caso di malattie epatiche, pancreatiti o colecistiti acute. Anche chi soffre di coagulopatie dovrebbe discutere con il proprio medico l’eventualità del loro impiego.

Lo stesso comportamento va adottato prima di un intervento chirurgico, con un’eventuale riduzione della dose o la sospensione del trattamento.

Antiossidanti: una speranza per i nervi sotto attacco

Meccanismo d’azione degli antiossidanti

Gli antiossidanti combattono i radicali liberi, proteggendo le cellule dallo stress ossidativo. Accanto all’acido alfa-lipoico, il gruppo degli antiossidanti include la vitamina E, lo zinco, il flavonoide curcumina e il coenzima Q10. Gli elevati valori glicemici che caratterizzano il diabete sono spesso causa di stress ossidativo e danni ai nervi.

Vitamina E: in uno studio preliminare, i diabetici affetti da polineuropatia hanno riportato una diminuzione dei dolori dopo l’assunzione per dodici settimane di vitamina E assieme ai farmaci tradizionali. I soggetti trattati con i soli medicinali non hanno invece fatto registrare alcuna attenuazione dei dolori. Un piccolo studio di alto profilo documenta inoltre come l’assunzione di vitamina E abbia migliorato la funzione neurologica.

Zinco: un esperimento sugli animali ha mostrato come i ratti diabetici abbiano beneficiato dell’assunzione di zinco, con una maggiore protezione dei nervi e una riduzione dello stress ossidativo.

Curcumina: la sua assunzione potrebbe alleviare le nevralgie. Negli esperimenti sugli animali la curcumina ha bloccato i dolori provocati da una lesione del nervo sciatico della schiena. Il fattore decisivo in questo caso sembra essere la sua somministrazione tempestiva.

Coenzima Q10: l’integrazione del coenzima Q10 potrebbe contribuire a proteggere i neuroni attraverso l’inibizione dello stress ossidativo, come evidenziato da un’ulteriore sperimentazione su topi con diabete.

Anche se i radicali liberi possono provocare danni ai nervi, l’azione degli antiossidanti non è ancora del tutto chiara. Sono necessari altri studi volti ad identificare gli antiossidanti in grado di evitare la comparsa di danni ai nervi in caso di polineuropatia nonché di alleviarne i sintomi. In presenza della patologia lo stress ossidativo andrebbe comunque evitato in ogni caso.

Dosaggio e consigli sull’assunzione di antiossidanti

Nella medicina dei micronutrienti si consiglia comunemente una combinazione dei diversi antiossidanti, con preparati contenenti i vari minerali, polifenoli e vitamine in quantità equilibrate tra loro. Si raccomandano ad esempio i seguenti dosaggi:

  • Vitamina E: da 20 a 40 milligrammi
  • Zinco: 10 milligrammi
  • Curcumina: 50 milligrammi
  • Coenzima Q10: 30 milligrammi

La vitamina E, la curcumina e il coenzima Q10 sono liposolubili e dovrebbero essere assunti insieme ai pasti per garantirne l’assorbimento ottimale. Anche lo zinco andrebbe introdotto nell’organismo con i cibi per migliorarne la tollerabilità.

Determinazione dei livelli di antiossidanti in laboratorio

In presenza di una polineuropatia può essere opportuno verificare lo stato antiossidante, in grado di evidenziare un’eventuale carenza di antiossidanti dovuta allo stress ossidativo. L’esame viene condotto su un campione di sangue o urina, con metodi di misurazione e valori che possono variare da un laboratorio all’altro.

Vitamina E, zinco e curcumina: da considerare in caso di assunzione di farmaci, malattie e gravidanza

A dosi elevate (oltre 50 milligrammi), la vitamina E può amplificare l’efficacia degli anticoagulanti, tra cui principi attivi come l’etil biscoumacetato (Tromexan®), il fenprocumone e il warfarin (Coumadin®). Il problema può riguardare anche sostanze come l’acido acetilsalicilico (Aspirina®), dabigatran (Pradaxa®), rivaroxaban (Xarelto®) o edoxaban (Lixiana®). L’assunzione della vitamina E va valutata con il proprio medico.

Lo zinco si può legare ad antibiotici e farmaci contro l’osteoporosi (bifosfonati), rendendoli inefficaci. Pertanto, si consiglia di rispettare un intervallo di somministrazione di almeno due ore. Al gruppo appartengono, ad esempio:

  • Inibitori della DNA girasi: ciprofloxacina (ad es. Ciperus®, Ciprofloxacina Pfizer®), enoxacina (ad es. Enoxen®), levofloxacina (ad es. Tavanic®), moxifloxacina (ad es. Avalox®), nadifloxacina (Nadixa®), norfloxacina (ad es. Naflox®) e ofloxacina (ad es. Oflocin®, Exocin®)
  • Tetracicline: tetraciclina (ad es. Ambramicina®, Acromicina®, Miraclin®), doxiciclina (ad es. Efracea®, Ligosan®) e minociclina (ad es. Minotek®, Minocin®)
  • Bifosfonati: acido alendronico (ad es. Fosamax®, Adronat®), acido clodronico (ad es. Clodron®), acido etidronico (ad es. Etidron®), acido ibandronico (Bondronat®), acido pamidronico (Texpami®), acido risedronico (Actonel®) e acido tiludronico (Tildren®)

In caso di insufficienza renale cronica non si dovrebbero assumere integratori contenenti zinco, che i reni debilitati non riescono a espellere correttamente e potrebbe dunque raggiungere livelli ematici troppo elevati.

Sono possibili interazioni tra la curcumina e i farmaci, ma finora non ci sono stati riscontri univoci negli studi sugli esseri umani. Studi di laboratorio hanno dimostrato che la curcumina blocca la funzione degli enzimi epatici preposti al metabolismo dei farmaci. L’assunzione della curcumina va pertanto preventivamente valutata con il proprio medico.

La curcumina stimola la produzione degli acidi biliari e per questo non va usata in presenza di calcoli, che possono bloccare il flusso della bile e provocare coliche. Gli studi finora condotti non sono sufficienti per consigliarne l’assunzione durante la gravidanza e l’allattamento.

L’L-glutatione favorisce l’eliminazione dei prodotti metabolici dannosi per i nervi

Meccanismo d’azione dell’L-glutatione

L’L-glutatione è un importante antiossidante che l’organismo è in grado di produrre autonomamente e svolge un’azione disintossicante contro i prodotti del metabolismo e le tossine. Nei diabetici affetti da polineuropatia i livelli di glutatione sono spesso troppo bassi, come evidenziato da studi osservazionali. Una conseguenza potrebbe essere la maggiore formazione di stress ossidativo, che può danneggiare il tessuto nervoso e favorire la comparsa della polineuropatia. Al tempo stesso si suppone che una carenza di L-glutatione possa pregiudicare la corretta eliminazione dei prodotti metabolici nocivi, con conseguenti danni neurologici.

L’efficacia dell’L-glutatione e dell’acido alfa-lipoico è stata testata in uno studio condotto sugli animali. Al contrario delle cavie malate di diabete trattate con un placebo, il gruppo dell’acido alfa-lipoico ha fatto registrare un lieve effetto positivo sullo stress ossidativo. L’eventuale efficacia dell’L-glutatione nella protezione dei nervi in presenza di diabete deve essere ancora verificata. Un primo studio di alto livello mostra già come l’assunzione di L-glutatione possa migliorare il livello delle riserve endogene negli adulti non affetti da polineuropatia. In virtù delle sue proprietà disintossicanti, la sua assunzione vale in ogni caso un tentativo.

Dosaggio e consigli sull’assunzione dell’L-glutatione

Il trattamento della polineuropatia può essere supportato assumendo da 200 a 600 milligrammi di L-glutatione, preferibilmente tra i pasti per ottimizzarne l’assorbimento, che può essere ostacolato da determinati alimenti.

Consiglio

I preparati contenenti i precursori dell’L-glutatione, tra cui glutammina, cisteina e glicina, sono utili per stimolarne la produzione endogena.

L-glutatione: da considerare in caso di assunzione di farmaci

Si presume che l’L-glutatione possa ridurre l’effetto dei farmaci antitumorali, pertanto la sua assunzione in concomitanza con una terapia contro il cancro va preventivamente valutata con il proprio medico.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere consigliate in caso di polineuropatia

 

Vitamine

Vitamina B1

da 2 a 4 milligrammi (mg)

(con il consenso del medico 10 milligrammi o 200 milligrammi di benfotiamina)

Vitamina B2

da 2 a 3 milligrammi

Vitamina B6

da 2 a 3 milligrammi

(con il consenso del medico 10 milligrammi)

Vitamina B12 (sotto forma di metilcobalamina)

da 3 a 6 microgrammi (µg) (con il consenso del medico 250 microgrammi)

Acido folico (sotto forma di acido 5-metiltetraidrofolico)

da 200 a 400 microgrammi (con il consenso del medico 1 000 microgrammi)

Vitamina E

da 20 a 40 milligrammi

  
 

Minerali

Zinco

10 milligrammi

  
 

Altre sostanze

Acido alfa-lipoico

da 600 a 1.200 milligrammi

L-carnitina (sotto forma di acetil-l-carnitina)

da 1.000 a 2.000 milligrammi

Acidi grassi omega-3

2.000 milligrammi

Curcumina

50 milligrammi

Coenzima Q10

30 milligrammi

L-glutatione

da 200 a 600 milligrammi

 

 

Esami di laboratorio consigliati in breve

Esami del sangue consigliati in caso di polineuropatia

 

Valori normali

Omocisteina

da 5 a 9 micromoli per litro (µmol/l)

Indice omega-3

oltre l’8 percento (%)

Stato antiossidante

Valori secondo il laboratorio

Classificazione

Sostegno ai farmaci tramite i micronutrienti

Analgesici: come alleviare gli effetti collaterali

Il paracetamolo (Acetamol®, Tachipirina®) può sovraccaricare il fegato e deve pertanto essere impiegato a dosi contenute. Qualora venga assunto regolarmente, gli esperti in micronutrienti raccomandano l’integrazione di n-acetilcisteina a supporto della funzione epatica. L’n-acetilcisteina provvede a migliorare la neutralizzazione dei prodotti nocivi della degradazione del paracetamolo. A tal fine se ne consigliano 150 milligrammi al giorno.

L’acido acetilsalicilico (Aspirina®, ASA) può provocare una carenza di vitamina C dal potere antiossidante nella mucosa gastrica. L’assunzione giornaliera di dosi fino a 1.000 milligrammi di vitamina C protegge dai radicali liberi e riduce il rischio di danni alla mucosa dello stomaco.

Donna che tiene mezzo limone davanti al ventre
La regolare assunzione di analgesici contenenti il principio attivo acido acetilsalicilico può provocare nella mucosa gastrica una carenza di vitamina C, che normalmente protegge lo stomaco dallo stress ossidativo. Immagine: Wavebreakmedia/iStock/Getty Images Plus

Come migliorare l’efficacia degli oppioidi e alleviarne gli effetti collaterali

Gli oppioidi possono indurre una carenza di vari micronutrienti. Le sostanze in questione includono principi attivi come il tramadolo (ad esempio Adamon®, Tradonal®), la morfina (Capros®, Kapanol®, Morphanton®) e l’ossicodone (ad esempio Carenoxal®, Oxycontin®).

Per prevenire un deficit, gli esperti in micronutrienti consigliano l’assunzione concomitante di un preparato misto con tutti i nutrienti principali, contenente soprattutto:

  • Vitamina D: da 1.000 a 2.000 unità internazionali
  • Vitamina C: fino a 500 milligrammi
  • Vitamina E: 20 milligrammi
  • Zinco: da 10 a 15 milligrammi
  • Magnesio: 200 milligrammi
  • Selenio: fino a 100 microgrammi
  • Rame: 500 microgrammi (µg)

Come ridurre gli effetti collaterali degli antiepilettici

Le sostanze antispasmodiche (antiepilettici) possono causare una carenza di micronutrienti. I farmaci in questione comprendono il gabapentin (Neurontin®) e il pregabalin (Lyrica®).

La somministrazione di 4.000 unità internazionali al giorno di vitamina D compensa un’eventuale carenza provocata dagli antiepilettici, che pregiudicano inoltre l’assorbimento e l’impiego dell’acido folico e della vitamina B12, rendendone opportuna l’integrazione con dosi rispettivamente di 400-800 microgrammi e 500 microgrammi.

Per la protezione dallo stress ossidativo provocato dagli antiepilettici è possibile assumere ogni giorno fino a 50 milligrammi di vitamina E senza controllo medico e 270 milligrammi sotto monitoraggio. Si consigliano inoltre da 200 a 500 milligrammi di vitamina C, da 50 a 100 microgrammi di selenio e 15 milligrammi di zinco.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere consigliate in caso di assunzione di farmaci

 

Paracetamolo

N-acetilcisteina

150 milligrammi (mg)

  
 

Acido acetilsalicilico

Vitamina C

1.000 milligrammi

  
 

Oppioidi

Vitamina D

da 1.000 a 2.000 unità internazionali (UI)

Vitamina C

fino a 500 milligrammi

Vitamina E

20 milligrammi

Zinco

da 10 a 15 milligrammi

Magnesio

200 milligrammi

Selenio

fino a 100 microgrammi (µg)

Rame

500 microgrammi

  
 

Antiepilettici

Vitamina D

4.000 unità internazionali

Acido folico

da 400 a 800 microgrammi

Vitamina B12

500 microgrammi

Vitamina E

50 milligrammi (senza parere medico)

270 milligrammi (con parere medico)

Vitamina C

da 200 a 500 milligrammi

Selenio

da 50 a 100 microgrammi

Zinco

15 milligrammi

 

 

Classificazione

Riepilogo

La polineuropatia è caratterizzata da un danneggiamento dei nervi esterni a cervello e midollo spinale. Spesso la malattia è provocata da un cattivo controllo del diabete (polineuropatia diabetica). Si manifesta, ad esempio, con formicolio alle dita dei piedi e delle mani nonché con nevralgie.

L’organismo ha bisogno delle vitamine del gruppo B per la costituzione del rivestimento protettivo dei nervi. Per questo una loro carenza dovrebbe essere evitata in ogni modo. L’assunzione delle vitamine del gruppo B può aiutare ad alleviare i dolori. L’acido alfa-lipoico è un antiossidante che protegge i neuroni intercettando i radicali liberi che, insieme allo stress ossidativo, vengono considerati come possibili cause concomitanti della polineuropatia. L’acido alfa-lipoico allevia inoltre i dolori e l’intorpidimento associati alla polineuropatia.

L’L-carnitina (sotto forma di acetil-l-carnitina) e gli acidi grassi omega-3 sono a loro volta indispensabili per la salute dei nervi ed esercitano un’azione analgesica. L’acetil-l-carnitina supporta inoltre la rigenerazione dei neuroni, mentre gli acidi grassi omega-3 hanno un effetto antinfiammatorio. Anche gli antiossidanti come vitamina E, curcumina, zinco, coenzima Q10 e glutatione possono supportare il trattamento della polineuropatia in quanto riducono lo stress ossidativo.

I micronutrienti possono inoltre ridurre gli effetti collaterali dei farmaci usati contro la polineuropatia: mentre l’n-acetilcisteina protegge il fegato dal paracetamolo, la vitamina C riduce il pericolo di danni gastrici per effetto dell’acido acetilsalicilico. Gli oppioidi e gli antiepilettici possono invece provocare una carenza generalizzata di micronutrienti, evitabile con la loro integrazione mirata.

Classificazione

Indice degli studi e delle fonti

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