Cromo: un aiuto nel trattamento del diabete e dei disturbi mestruali

Il cromo è indispensabile per aumentare l’efficacia dell’insulina e per un metabolismo sano

Il cromo è coinvolto in numerosi processi metabolici che si svolgono all’interno dell’organismo. Regola l’indice glicemico e può quindi coadiuvare il trattamento del diabete, ma è utile anche in presenza di altri disturbi metabolici. Scoprite qui perché è importante assumere una quantità sufficiente di cromo e quali sono le sue proprietà.

Simbolo del cromo nella tavola periodica
Il cromo è un minerale vitale e rientra tra gli oligoelementi. È presente in tracce nel nostro organismo: si trova in piccole quantità nei reni, nel fegato o nella milza. Immagine: Hreni/iStock/Getty Images Plus

Proprietà e presenza negli alimenti

Proprietà del cromo

Il cromo è un oligoelemento, quindi un minerale presente in quantità minime ma fondamentale per la vita. Il cromo deve essere assunto con la dieta poiché l’organismo non è in grado di produrlo autonomamente.

In natura il cromo è presente in forme diverse. La forma cromo(III) è importante per l’uomo ed è anche contenuta negli alimenti. Il settore industriale utilizza altre forme di cromo, nocive per l’uomo, come ad esempio il cromo(VI). Quando si parla di cromo nella medicina dei micronutrienti, si fa sempre riferimento al cromo(III).

In quali alimenti è presente il cromo?

Noci del Brasile in una ciotola di legno
Le noci del Brasile sono ricche di cromo: 100 grammi di noci contengono infatti 100 microgrammi di cromo. Immagine: Amarita/iStock/Getty Images Plus

Il cromo è contenuto in alimenti di origine animale e vegetale, in particolare nei prodotti integrali, nella frutta a guscio, nei fagioli, in frutta e verdura, nonché nella carne e nel pesce. La percentuale di cromo nei latticini e nelle uova è soggetta a forti oscillazioni perché dipende dal mangime dato agli animali. I prodotti a base di farina bianca e lo zucchero non contengono cromo o lo contengono solo in quantità minime.

Le 5 migliori fonti di cromo

Microgrammi (µg) per 100 kilocalorie (kcal)

Microgrammi per 100 grammi (g)

Spinaci

60,0

9

Mais

36,8

32

Gouda (45 percento [%] di grasso sulla sostanza secca)

29,1

95

Pane di frumento integrale

24,3

49

Noci del Brasile

14,9

100

Classificazione

Fabbisogno e funzioni nell’organismo

Qual è il fabbisogno giornaliero di cromo?

Sulla base della letteratura a disposizione non è possibile indicare con precisione quale sia il fabbisogno giornaliero di cromo. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) non fornisce indicazioni, mentre altri comitati scientifici stimano come sufficiente per soddisfare il fabbisogno di giovani e adulti in salute una dose di cromo quotidiana che oscilla da 30 a 100 microgrammi.

Assorbimento e distribuzione del cromo nell’organismo

Il cromo assorbito dalla dieta è minimo e oscilla dallo 0,5 al 2 percento. Dipende inoltre dalla forma di cromo assunta: i composti organici di cromo sono di solito assorbiti meglio rispetto a quelli anorganici (come ad esempio il cloruro di cromo). Gli alimenti contengono sia composti organici sia anorganici.

Si presume che il cromo sia assorbito a livello dell’intestino tenue attraverso un meccanismo di trasporto passivo che non richiede il consumo di energia né speciali sistemi di trasporto. Una volta assorbito, il cromo si lega alle proteine ematiche e viene trasportato fino alle cellule.

L’organismo è in grado di accumulare solo piccole quantità del cromo assunto con l’alimentazione, che si depositano principalmente nei reni e solo in ridotte quantità in altri organi come il fegato o la milza.

Quali funzioni svolge il cromo all’interno dell’organismo?

Il cromo è importante per diversi processi metabolici ed è coinvolto principalmente nella trasmissione dei segnali all’interno delle cellule.

Metabolismo degli zuccheri: il cromo consente all’insulina, l’ormone che regola la glicemia, di legarsi ai suoi recettori. In questo modo lo zucchero contenuto nel sangue raggiunge le cellule, riducendo la glicemia. Il cromo è parte integrante anche di uno speciale fattore, il fattore di tolleranza al glucosio, che potenzia l’effetto dell’insulina e garantisce che lo zucchero raggiunga le cellule.

Metabolismo dei grassi: il cromo può influenzare il metabolismo dei grassi. Potrebbe ridurre il colesterolo totale e la quantità di acidi grassi liberi nel sangue bloccando la comparsa di nuovi composti lipidici.

Immagine illustrativa del meccanismo d’azione dell’insulina
Il cromo consente all’insulina di agire sui suoi recettori. Una volta attivato il recettore, uno speciale trasportatore del glucosio si apre e consente il passaggio del glucosio all’interno della cellula. Immagine: ttsz/iStock/Getty Images Plus
Classificazione

Riconoscere e compensare una carenza

Come si manifesta una carenza di cromo?

Ufficialmente non si conoscono complicanze o disturbi associati a un insufficiente apporto di cromo. Studi condotti sugli animali hanno mostrato come una carenza causi intolleranza glucidica, simile a quella che colpisce i diabetici. Sono possibili anche aumenti del colesterolo e della glicemia che, nel lungo termine, possono portare a malattie cardiovascolari. Una carenza di cromo può manifestarsi anche attraverso perdita di peso, rallentamento della crescita e calo della fertilità.

Chi corre il rischio di una carenza di cromo?

Chi, per motivi di salute, viene alimentato per via parenterale è particolarmente esposto al rischio di una carenza di cromo. Lo stesso vale anche per chi non assorbe quantità sufficienti di nutrienti attraverso l’intestino, come ad esempio chi soffre di malattie infiammatorie croniche intestinali come il morbo di Crohn.

In caso di infezioni, stress e sport agonistico il fabbisogno di cromo aumenta e, nel tempo, il rischio di una sua carenza non è da escludere. I diabetici e le persone che assumono diuretici (come ad esempio l’idroclorotiazide come Esidrex®, Benazepril Idroclorotiazide EG®) eliminano maggiori quantità di cromo con l’urina e sono quindi soggetti a rischio.

Come si riconosce una carenza di cromo?

Il medico può determinare il livello di cromo nel sangue intero, nel siero (la parte liquida priva di cellule ematiche) o nell’urina, anche se, in linea di massima, i valori ottenuti sono poco significativi perché molto vicini al limite di rilevabilità.

I valori normali nel sangue intero sono compresi tra 0,5 e 4,0 microgrammi per litro, mentre nel siero sono inferiori a 0,5 microgrammi per litro. Nell’urina, il cromo viene rilevato in un litro di urina oppure nell’urina raccolta in 24 ore. I valori normali sono inferiori a 0,6 microgrammi per litro di urina e a 1,5 microgrammi per litro di urina raccolta nelle 24 ore. Tuttavia, non esistono valori limite ufficiali per determinare una carenza.

Valori normali di cromo in microgrammi per litro (µg/l)

Sangue intero

da 0,5 a 4,0

Siero

fino a 0,5

Urina

fino a 0,6

Urina delle 24 ore

fino a 1,5 

Un’alimentazione ricca di carboidrati e lo stress possono raddoppiare i livelli di cromo nell’urina e un trauma li può addirittura quintuplicare. Anche i diabetici presentano elevati valori di cromo nell’urina, e in chi soffre di malattie renali tali valori sono spesso superiori alla norma. 

Compensare una carenza di cromo

Finora non sono state pubblicate raccomandazioni ufficiali sulla dose di cromo da assumere in caso di carenza. La quantità corretta dipende dall’ambito di intervento e nella maggior parte dei casi è compresa tra 200 e 500 microgrammi al giorno.

Classificazione

Impiego in caso di malattie

Il cromo migliora l’efficacia dell’insulina in caso di diabete di tipo 2

Immagine delle ovaie
Le donne colpite da PCOS presentano cisti alle ovaie e uno squilibrio ormonale accompagnato da disturbi mestruali. Spesso questa sindrome è associata a un problema nel metabolismo del glucosio, che può essere regolato con l’aiuto del cromo. Immagine: TefiM/iStock/Getty Images Plus

Il cromo è necessario per consentire all’insulina di legarsi ai suoi recettori. È anche parte integrante del fattore di tolleranza al glucosio, un fattore speciale che regola l’effetto dell’insulina. In linea generale, quindi, il cromo potenzia l’efficacia dell’insulina. Se manca, l’efficacia si indebolisce e le cellule non sono in grado di assorbire correttamente lo zucchero presente nel sangue. Studi osservazionali hanno mostrato che i soggetti con diabete di tipo 2 presentavano livelli di cromo inferiori rispetto ai soggetti sani e che ne eliminavano quantità maggiori tramite l’urina.

Più della metà degli studi condotti sull’effetto del cromo sui soggetti con diabete di tipo 2 ha fornito risultati positivi. Nei soggetti in studio che avevano ricevuto il cromo, l’indice glicemico, la glicemia a digiuno e l’emoglobina glicata (HbA1c) miglioravano rispetto ai soggetti che avevano ricevuto un placebo. Tuttavia, altri studi non hanno confermato questi effetti positivi.

In linea generale le meta-analisi condotte non hanno fornito un risultato univoco sui vantaggi del cromo per i diabetici di tipo 2. È quindi necessario condurre ulteriori studi per capire perché il cromo migliori l’indice glicemico di alcuni diabetici ma non di altri. Anche la dieta e il movimento sono fattori decisivi. Coloro che presentano elevati livelli di glicemia a digiuno e di emoglobina glicata sembra che rispondano meglio al cromo, a volte integrato con composti di cromo molto diversi, come cloruro di cromo, cromo picolinato o lievito arricchito di cromo. Il cromo picolinato o il lievito arricchito di cromo, entrambi composti organici, sono particolarmente efficaci perché l’organismo è in grado di assorbirli meglio.

Gli integratori di cromo possono aiutare il trattamento classico del diabete di tipo 2. I medici specializzati in micronutrienti consigliano una dose giornaliera pari a 200 microgrammi di cromo. Si può arrivare fino a 1.000, ma solo previo accordo con il proprio medico.

Il cromo può migliorare i sintomi della sindrome dell’ovaio policistico.

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è un disturbo metabolico che limita spesso la sintesi degli zuccheri. Le donne colpite da PCOS presentano inoltre cisti alle ovaie e soffrono di disturbi durante il ciclo, infertilità, scompensi ormonali e sovrappeso. Un apporto sufficiente di cromo può aiutare a controllare il metabolismo. Uno studio osservazionale ha mostrato come le donne che soffrivano di PCOS presentassero un livello ematico di cromo inferiore rispetto alle donne sane.

Una meta-analisi e alcuni studi clinici hanno confermato questa correlazione: il cromo migliorava l’equilibrio ormonale, la glicemia a digiuno, l’efficacia dell’insulina, i disturbi del ciclo mestruale e il peso. I soggetti hanno assunto ogni giorno, per un periodo da due a sei mesi, una dose giornaliera compresa tra 200 e 1.000 microgrammi di cromo sotto forma di cromo picolinato. Al contrario, l’assunzione di placebo non ha fornito alcun effetto misurabile.

Uno studio clinico ha confermato inoltre che il cromo picolinato ha un’efficacia simile a quella della metformina, un principio attivo farmacologico che migliora l’efficacia dell’insulina e viene utilizzato in caso di PCOS per normalizzare il ciclo e migliorare la fertilità delle donne che desiderano avviare una gravidanza. Sia il cromo picolinato, a una dose giornaliera di 200 microgrammi, sia la metformina (1.500 milligrammi) consentivano di ridurre la glicemia e incrementare l’efficacia dell’insulina. Tuttavia, solo la metformina consentiva di ridurre livelli elevati di testosterone, mentre per quanto riguarda il tasso di gravidanze non si è osservata alcuna differenza. Inoltre, il cromo picolinato era più tollerabile della metformina e le donne soffrivano meno di effetti collaterali quali nausea e mal di pancia.

Poiché a volte gli studi erano molto discordanti tra loro in termini di struttura e durata, è necessario condurre altri studi per confermare l’efficacia del cromo in chi soffre di PCOS. In linea generale, il cromo è promettente e quindi i medici specializzati in micronutrienti consigliano di assumere 200 microgrammi di cromo al giorno (anche fino a 1.000 microgrammi d’accordo con il medico).

Il cromo consente di evitare l’ipoglicemia?

L’ipoglicemia postprandiale è spesso precursore del diabete di tipo 2. Al manifestarsi di questa patologia, la sensibilità all’insulina inizia a scendere, quindi la glicemia dopo i pasti subisce un’impennata nonostante la produzione di insulina. Per ridurre la glicemia, il pancreas produce ancora più insulina, causando un grave crollo glicemico che può portare a ipoglicemia.

Nella maggior parte dei casi, la causa scatenante è un’alimentazione ricca di zuccheri. Esistono evidenze che una dieta simile comporti un aumento dell’eliminazione del calcio attraverso l’urina. Il cromo potrebbe contribuire a normalizzare i valori degli zuccheri perché aumenta il numero di recettori insulinici e, quindi, anche la produzione di insulina. Si presume che il cromo contrasti anche l’eccessiva produzione di insulina e che tenga così sotto controllo la glicemia.

Una carenza di cromo potrebbe anche essere la causa di ipoglicemia. In alcuni dei 20 soggetti in studio, l’assunzione quotidiana di 125 microgrammi di cromo per tre mesi ha migliorato i sintomi dell’ipoglicemia quali sensazione di freddo, brividi, problemi di orientamento e alterazioni dell’umore, ma esistono anche studi che non confermano l’efficacia del cromo. Questa discrepanza nei risultati potrebbe essere dovuta al fatto che alcuni pazienti presentavano livelli di cromo insufficienti prima di assumere gli integratori. Ad oggi non si conoscono metodi di misurazione decisivi per la carenza di cromo.

Vale comunque la pena ricorrere al cromo per normalizzare un deficit nel metabolismo degli zuccheri, assumendone, come consigliano gli esperti in micronutrienti, da 125 a 200 microgrammi al giorno.

Il cromo è adatto per ridurre il livello di colesterolo?

Livelli troppo elevati di colesterolo aumentano il rischio di malattie cardiovascolari come l’arteriosclerosi. Il cromo è importante per il metabolismo dei grassi, ed esperimenti condotti sugli animali hanno mostrato che potrebbe ridurre il livello di colesterolo totale, in particolare quello dell’LDL che danneggia i vasi, e la quantità di grassi liberi nel sangue.

Siamo già in possesso delle prime evidenze di come il cromo riduca il livello di colesterolo generale anche nell’uomo. Durante uno studio preliminare, 32 soggetti hanno assunto ogni giorno 600 microgrammi di cromo picolinato per quattro mesi, mentre gli altri 39 soggetti hanno ricevuto un placebo, che non ha avuto alcun effetto sul colesterolo. Tuttavia, uno studio medico successivo non ha confermato questo risultato. Queste discordanze sono probabilmente dovute al fatto che nel secondo studio la dose era inferiore (200 microgrammi), oppure che la forma di cromo somministrata era differente. I soggetti dello studio clinico, infatti, non avevano ricevuto cromo picolinato bensì cromo nicotinato.

Per concludere, al momento non è possibile esprimere un giudizio definitivo sull’efficacia del cromo nella riduzione dei livelli di colesterolo. Per farlo sono necessari ulteriori studi clinici. In presenza di colesterolo alto si presume che il cloro abbia un effetto inferiore rispetto ad altre sostanze, ma vale comunque la pena provare ad assumerlo, in particolare come "pacchetto completo" insieme ad altri micronutrienti. Gli esperti in micronutrienti consigliano di assumerne da 100 a 600 microgrammi al giorno.

Persona che si pesa su una bilancia elettronica
Grazie ai suoi effetti sul metabolismo del glucosio, il cromo potrebbe favorire la perdita di peso. Il cromo regola la glicemia. Forti alterazioni dei suoi valori possono causare attacchi di fame incontrollati. Immagine: Rostislav_Sedlacek/iStock/Getty Images Plus

Il cromo aiuta a dimagrire?

Diversi scienziati ipotizzato che in soggetti in sovrappeso il cromo potrebbe ridurre la massa grassa, aumentare il consumo energetico e placare l’appetito grazie al suo effetto sul metabolismo degli zuccheri e dei grassi. Una meta-analisi con quasi 500 soggetti in studio ha mostrato come il cromo consentisse una piccola riduzione del peso corporeo, da 0,5 a 1 chilogrammo (almeno in uno studio). In altri studi questo effetto non è stato riscontrato.

Sono necessari ulteriori studi per confermare in che misura il cromo possa influire sul calo di peso. Potrebbe tuttavia essere utile in caso di sovrappeso e di squilibrio glicemico, che, in forma grave, si accompagna a fame compulsiva, rendendo così difficile dimagrire. I medici specializzati in micronutrienti consigliano da 100 a 200 microgrammi di cromo al giorno.

Panoramica delle dosi consigliate in caso di malattie

Dosi giornaliere di cromo, sotto forma di cloruro di cromo o cromo picolinato, consigliate in microgrammi (µg)

Diabete di tipo 2

da 200 a 1.000

Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS)

da 200 a 1.000

Ipoglicemia postprandiale

da 125 a 200

Livelli di colesterolo elevati

da 200 a 600

Sovrappeso

da 100 a 200

 

 

Informazioni

Poiché l’assorbimento del lievito arricchito di cromo a livello intestinale è dieci volte superiore rispetto a quello di altri composti di cromo (cloruro di cromo, cromo picolinato), si consiglia di rispettare sempre le dosi indicate dal produttore.

Classificazione

Uso insieme ai farmaci

Il cromo migliora l’efficacia della metformina

La metformina (come Glucophage®, Metfonorm®, Metforal®, Metforalmille® e Metforaltag®) è un principio attivo utilizzato per il trattamento del diabete di tipo 2, l’insulinoresistenza e la PCOS. Il cromo ne supporta l’efficacia perché potenzia l’effetto dell’insulina, come dimostrato in uno studio clinico condotto su un numero ridotto di soggetti.

Per supportare l’efficacia della metformina nella cura del diabete di tipo 2, i medici specializzati in micronutrienti raccomandano da 200 a 400 microgrammi di cromo al giorno.

Panoramica delle dosi consigliate in caso di assunzione di farmaci

Dose giornaliera di cromo consigliata in microgrammi (µg)

Metformina

da 200 a 400

Classificazione

Consigli sull’assunzione

Quando e come andrebbe assunto il cromo?

Normalmente è sufficiente seguire un’alimentazione sana ed equilibrata per soddisfare il fabbisogno di cromo. 100 grammi di formaggio gouda (circa due fette spesse) forniscono già 95 microgrammi di cromo. In caso di carenza o a supporto del trattamento di determinate patologie, i medici specializzati in micronutrienti consigliano di optare per un integratore contenente cromo, da assumere preferibilmente durante la giornata, ad esempio al mattino, a mezzogiorno e alla sera.

Il cromo andrebbe inoltre preso insieme ai pasti perché in questo modo gli integratori sono più tollerabili. La vitamina C e alimenti ad alto contenuto di amido e proteine come patate, pesce e carne aumentano l’assorbimento del cromo da parte dell’organismo. Si sconsiglia invece di assumerlo con alimenti ricchi di fibre, come prodotti integrali, crusca di frumento, riso non brillato e ceci, che ne riducono l’assorbimento.

Quali sono i migliori integratori di cromo?

Capsule di cromo
Gli integratori di cromo di qualità contengono il composto organico cromo picolinato. Al contrario, il lievito arricchito di cromo può causare rapidamente un sovradosaggio perché viene assorbito molto meglio. Immagine: mtphoto19/iStock/Getty Images Plus

Il cromo è disponibile sotto forma di diversi composti, come ad esempio il cromo picolinato, il cloruro di cromo e il solfato di cromo, a cui si aggiunge il lievito arricchito di cromo (lievito di birra). I composti organici come il cromo picolinato e il lievito arricchito di cromo sono assorbiti meglio rispetto a quelli anorganici come il cloruro di cromo e il solfato di cromo. In presenza di patologie come il diabete di tipo 2 o la PCOS, il lievito arricchito di cromo o il cromo picolinato si sono rivelati i composti più efficaci.

Un integratore di cromo di qualità si riconosce anche dal fatto che è privo di aromi, coloranti e altri eccipienti. Inoltre, non dovrebbe contenere nemmeno sostanze che possono causare allergie.

Classificazione

Sovradosaggio, interazioni e avvertenze in caso di malattie

Esiste il rischio di sovradosaggio di cromo?

In linea generale non sono previsti effetti negativi del cromo neppure in caso di assunzione prolungata di dosi pari a 200 microgrammi al giorno. L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e l’Agenzia europea per la sicurezza degli alimenti (EFSA) fissano in 250 microgrammi al giorno il valore limite sicuro. Per un lasso di tempo ben definito è possibile assumere anche quantità superiori (fino a 1.000 microgrammi), ma sempre e solo su consiglio del medico.

Poiché il cromo contenuto nel lievito arricchito è assorbito meglio a livello intestinale, i suoi valori sono differenti e nel lungo termine si sconsiglia di assumere più di 100 microgrammi al giorno.

Teoricamente è possibile che si verifichi un eccesso di cromo. Non sono stati condotti studi a lungo termine, quindi finora non è stato fissato alcun limite massimo ufficiale. In rari casi il cromo può avere effetti collaterali come perdita di appetito, stipsi, flatulenza ed eruzione cutanea.

I lavoratori nel settore dell’acciaio e della lavorazione del cromo presentano spesso valori elevati e non dovrebbero assumere ulteriori quantità di cromo.

Assunzione di cromo durante la gravidanza e l’allattamento: una scelta da ponderare

Si presume che l’assunzione di cromo durante la gravidanza e l’allattamento sia sicura. Gli integratori con un contenuto di cromo superiore a 50 microgrammi andrebbero però assunti solo previo consulto con il proprio medico.

Determinati farmaci potrebbero modificare il livello di cromo

In studi condotti sugli animali, analgesici e antinfiammatori come l’acido acetilsalicilico (ad esempio Aspirina®, Cardirene® e Vivin®) e l’indometacina (Indocollirio®, Indom® e Indoxen®) hanno favorito l’assorbimento del cromo a livello ematico, con il conseguente aumento dei valori nel sangue. Si pensa che possano avere un effetto simile anche sull’uomo. Pertanto, si consiglia di non assumere il cromo contemporaneamente a questi farmaci per evitare sovradosaggi.

Gli antiacidi contro il bruciore di stomaco possono ridurre l’assorbimento del cromo a livello intestinale e, quindi, i suoi valori nell’organismo, pertanto si sconsiglia di assumerli contemporaneamente. Tra gli antiacidi rientrano l’idrossido di alluminio, l’idrossido di magnesio e l’idrogenocarbonato di sodio come Maalox®.

I farmaci antidiabetici e il cromo interagiscono alterando l’indice glicemico

Il cromo migliora l’effetto dell’insulina. Pertanto, se assunto contemporaneamente a farmaci antidiabetici contenenti metformina (Glucophage®), pioglitazone (Pioglitazone®) e sulfoniluree, si consiglia di controllare con maggior frequenza la glicemia, in particolare nella fase iniziale. In caso di ipoglicemia va consultato il medico, che deciderà se modificare la dose.

Altri minerali influenzano l’assorbimento del cromo

Il cromo è un concorrente dello zinco. Anche altri minerali come ferro, manganese e calcio potrebbero bloccare l’assorbimento del cromo. Non andrebbero quindi assunti insieme, in particolare in caso di uso mirato del cromo.

Negli integratori combinati questo è impossibile da evitare. Anche negli alimenti il cromo è sempre presente con altri minerali, quindi il suo livello di assorbimento è lievemente inferiore.

Prudenza in caso di allergia al cromo

Chi soffre di dermatite allergica da contatto con il cromo dovrebbe evitare gli integratori che lo contengono, perché il loro organismo potrebbe avere una reazione allergica. Questo tipo di dermatite colpisce soprattutto le persone che entrano quotidianamente a contatto con cemento o calcestruzzo.

Classificazione

Riepilogo

Il cromo è un minerale vitale che deve essere assunto con la dieta. Una carenza di cromo è molto rara e difficilmente dimostrabile. Le persone sottoposte a nutrizione parenterale, i diabetici e coloro che assumono diuretici corrono un rischio maggiore di carenza da cromo.

Il cromo regola la glicemia perché migliora l’efficacia dell’insulina. È quindi utile nel trattamento del diabete di tipo 2. Il cromo migliora inoltre l’efficacia della metformina. Tuttavia, se assunto in concomitanza con quest’ultima, bisognerebbe controllare regolarmente l’indice glicemico, in particolare nella fase iniziale della terapia.

Il cromo influisce sul metabolismo degli zuccheri, pertanto potrebbe supportare il trattamento della PCOS e dell’ipoglicemia postprandiale. Il cromo potrebbe regolare anche il metabolismo dei grassi ed essere preso in considerazione come terapia di supporto in caso di colesterolo alto. Si hanno anche i primi riscontri sul fatto che il cromo aiuti a perdere peso.

Classificazione

Indice degli studi e delle fonti

Amooee, S. et al. (2013): Metformin versus chromium picolinate in clomiphene citrate-resistant patients with PCOs: A double-blind randomized clinical trial. Iran J Reprod Med 2013 Aug:11:611-8. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24639797, consultato il: 21.06.2019.

Amr, N. & Abdel-Rahin, H. (2015): The effect of chromium supplementation on polycystic ovary syndrome in adolescents. J Pediatr Adolesc Gynecol 2015 Apr:28:114-8. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25850593, consultato il: 29.05.2019.

Anderson, R. et al. (1987): Effects of supplemental chromium on patients with symptoms of reactive hypoglycemia. Metabolism 1987 Apr:36:351-5. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3550373, consultato il: 21.06.2019.

Ashoush, S. et al. (2016): Chromium picolinate reduces insulin resistance in polycystic ovary syndrome: Randomized controlled trial. J Obstet Gynaecol Res 2016 Mar:42:279-85. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26663540, consultato il: 29.05.2019.

Bahijiri, S. et al. (2000): The effects of inorganic chromium and brewer's yeast supplementation on glucose tolerance, serum lipids and drug dosage in individuals with type 2 diabetes. Saudi Med J 2000 Sep:21:831-7. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11376359, consultato il: 30.05.2019.

Biesalski, H. K. et al. (2007): Taschenatlas Ernährung. 4. Aufl. Georg Thieme Verlag, Stuttgart/New York.

Broadhurst C. & Domenico, P. (2006): Clinical studies on chromium picolinate supplementation in diabetes mellitus--a review. Diabetes Technol Ther 2006 Dec:8:677-87. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24635480, consultato il:  29.05.2019.

Bundesinstitut für gesundheitlichen Verbraucherschutz und Veterinärmedizin (2002): Toxikologische und ernährungsphysiologische Aspekte der Verwendung von Mineralstoffen und Vitaminen in Lebensmitteln. Online Portal. https://www.bfr.bund.de/cm/343/verwendung_von_mineralstoffen_und_vitaminen_in_lebensmitteln.pdf, consultato il: 26.05.2019.

Cefalu, W. et al. (2010): Characterization of the metabolic and physiologic response to chromium supplementation in subjects with type 2 diabetes mellitus. Metabolisam 2010 May:59:755-62. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20022616, consultato il: 29.05.2019.

Claussen, J. (1988): Chromium induced clinical improvement in symptomatic hypoglycemia. Biol Trace Elem Res 1988 Sep-Dec:17:229-36. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2484361, consultato il: 29.05.2019.

Costello, R. et al. (2016): Chromium supplements for glycemic control in type 2 diabetes: limited evidence of effectiveness. Nutr Rev 2016 Jul:74:455-68. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5009459/, consultato il: 29.05.2019.

Deutsche Forschungsgemeinschaft (2014): Chromium (III) and its Inorganic Compounds. Wiley-VCH Verlag Weinheim. https://onlinelibrary.wiley.com/doi/pdf/10.1002/3527600418.mb1606583vee4614, consultato il: 28.05.2019.

European Food Saftey Authority (EFSA) (2014): Scientific Opinion on Dietary Reference Values for chromium. EFSA Journal 2014 Oct:10. https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.2903/j.efsa.2014.3845, consultato il: 26.05.2019.

Fazelisan, S. et al. (2017): Chromium supplementation and polycystic ovary syndrome: A systematic review and meta-analysis. J Trace Elem Med Biol 2017 Jul:42:92-6. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28595797, consultato il: 29.05.2019.

Gröber, U. (2011): Mikronährstoffe. Metabolic Tuning – Prävention – Therapie. 3. Aufl. Wissenschaftliche Verlagsgesellschaft mbH Stuttgart.

Guimarães, M. et al. (2013): Chromium nicotinate has no effect on insulin sensitivity, glycemic control, and lipid profile in subjects with type 2 diabetes. J Am Coll Nutr 2013:32:242-50. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24024769, consultato il: 29.05.2019.

Heseker, B. & Heseker, H. (2007): Nährstoffe in Lebensmitteln. 3. Auf. Umschau Zeitschriftenverlag Sulzbach im Taunus.

Jamilian, M. & Asemi, Z. (2015): Chromium Supplementation and the Effects on Metabolic Status in Women with Polycystic Ovary Syndrome: A Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled Trial. Ann Nutr Metab 2015:67:42-8. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26279073, consultato il: 29.05.2019.

Jamilian, M. et al. (2016): The Effects of Chromium Supplementation on Endocrine Profiles, Biomarkers of Inflammation, and Oxidative Stress in Women with Polycystic Ovary Syndrome: a Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled Trial. Biol Trace Elem Res 2016 Jul:172:72-8. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26613790, consultato il: 29.05.2019.

Jamilian, M. et al. (2018): The Influences of Chromium Supplementation on Glycemic Control, Markers of Cardio-Metabolic Risk, and Oxidative Stress in Infertile Polycystic ovary Syndrome Women Candidate for In vitro Fertilization: a Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled Trial. Biol Trace Elem Res2018 Sep:185:48-55. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29307112, consultato il: 29.05.2019.

Kim C. et al. (2011): Effects of short-term chromium supplementation on insulin sensitivity and body composition in overweight children: randomized, double-blind, placebo-controlled study. J Nutr Biochem 2011 Nov:22:1030-4. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21216583, consultato il: 30.05.2019.

Lamson, D. & Plaza, S. (2002): The Safety and Efficacy of High-Dose Chromium. Alternative Medicine Review 2002:7:218-35. http://archive.foundationalmedicinereview.com/publications/7/3/218.pdf, consultato il: 26.05.2019.

Landman, G. et al. (2014): Chromium does not belong in the diabetes treatment arsenal: Current evidence and future perspectives. World J Diabetes 2014 Apr:5:160-4. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24748929, consultato il: 29.05.2019.

Machado Martins, L. & Silva dos Reis, V. (2013): Cytokine detection for the diagnosis of chromium allergy. An Bras Dermatol 2013 Sep-Oct:88:719-25. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3798347/#r01, consultato il: 30.05.2019.

Paiva, A. et al. (2015): Beneficial effects of oral chromium picolinate supplementation on glycemic control in patients with type 2 diabetes: A randomized clinical study. J Trace Elem Med Biol 2015 Oct:32:66-72. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26302914, consultato il: 29.05.2019.

Piotrowska, A. et al. (2019): The Possibilities of Using Chromium Salts as an Agent Supporting Treatment of Polycystic Ovary Syndrome. Biol Trace Elem Res 2019 Feb. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30715682, consultato il: 29.05.2019.

Pittler, M. Et al. (2003): Chromium picolinate for reducing body weight: meta-analysis of randomized trials. Int J Obes Relat Metab Disord 2003 Apr:27:522-9. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12664086, consultato il: 28.05.2019.

Saiyed, Z. & Lugo, J. (2016): Impact of chromium dinicocysteinate supplementation on inflammation, oxidative stress, and insulin resistance in type 2 diabetic subjects: an exploratory analysis of a randomized, double-blind, placebo-controlled study. Food Nutr Res 2016 Sep:60. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27687012, consultato il: 30.05.2019.

San, M. et al. (2016): Chromium supplementation in patients with type 2 diabetes and high risk of type 2 diabetes: a meta-analysis of randomized controlled trials. Nutr Hosp 2016 Feb:33. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27019254, consultato il: 29.05.2019.

Schroeder, C. (2016): Problematik, Klinik und Beispiele der Spurenelementvergiftung - Chrom. Toxichem Krimtech 2016:83:79-91.  https://www.gtfch.org/cms/images/stories/media/tk/tk83_2/Schroeder_2016-04-19.pdf, consultato il: 28.05.2019.

Suksomboon, N. et al. (2014): Systematic review and meta-analysis of the efficacy and safety of chromium supplementation in diabetes. J Clin Pharm Ther 2014 Jun:39:292-306. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24635480, consultato il: 29.05.2019.

Tang, X. et al. (2018): Chromium supplementation in women with polycystic ovary syndrome: Systematic review and meta-analysis. J Obstet Gynaecol Res 2018 Jan:44:134-143. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28929602, consultato il: 29.05.2019.

Tian, H. et al. (2013): Chromium picolinate supplementation for overweight or obese adults. Cochrane Database Syst Rev 2013 Nov:29. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24293292, consultato il: 28.05.2019.

Vincent, J. (2003): The potential value and toxicity of chromium picolinate as a nutritional supplement, weight loss agent and muscle development agent. Sports Med 2003:33:213-30. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12656641, consultato il: 30.05.2019.

Yazaki, Y. et al. (2010): A Pilot Study of Chromium Picolinate for Weight Loss. J Altern Complement Med 2010 Mar:16:291-9. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5206698/, consultato il: 28.05.2019.

Yin, R. & Phung, O. (2015): Effect of chromium supplementation on glycated hemoglobin and fasting plasma glucose in patients with diabetes mellitus. Nutr J 2015 Feb:14.  https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4430034/, consultato il: 21.06.2019.

Zimmermann, M. et al. (2012): Burgerstein, Handbuch Nährstoffe. 12. Aufl. TRIAS Verlag Stuttgart.

Huang H, Chen G. et al. (2018): Chromium supplementation for adjuvant treatment of type 2 diabetes mellitus: Results from a pooled analysis. Mol Nutr Food Res. 2018 Jan. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28677892, consultato il: 21.06.2019.

Rebecca B. Costello et al. (2016): Chromium supplements for glycemic control in type 2 diabetes: limited evidence of effectiveness. Nutr Rev. 2016 Jul. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5009459/, consultato il: 21.06.2019.

Suksomboon N et al. (2014): Systematic review and meta-analysis of the efficacy and safety of chromium supplementation in diabetes. J Clin Pharm Ther. 2014 Jun. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24635480, consultato il: 21.06.2019.

Clausen J. (1988): Chromium induced clinical improvement in symptomatic hypoglycemia. Biol Trace Elem Res. 1988 Sep-Dec. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2484361, consultato il: 21.06.2019. 

European Food Safety Authority (EFSA), Parma, Italy (2012): EFSA Panel on Food additives and Nutrient Sources added to Food (ANS). EFSA Journal 2012. http://www.micmenges.com/files/EFSA%20Chrome.pdf, consultato il: 21.06.2019.

Deutsche Gesellschaft für Ernährung e. V. (2019): Kupfer, Mangan, Chrom, Molybdän. Deutsche Gesellschaft für Ernährung e. V. © 2019 DGE. https://www.dge.de/wissenschaft/referenzwerte/kupfer-mangan-chrom-molybdaen/, consultato il: 21.06.2019.