Ferro: importante quanto l'aria che respiriamo

Come agisce nell'organismo e quando è necessario?

Diversi tipi di carne, salmone, broccoli, noci, cavoletti di Bruxelles, funghi champignon disposti uno accanto all'altro
Il ferro è un minerale importante, presente soprattutto negli alimenti di origine animale. Immagine: CharlieAJA/iStock/Getty Images Plus

Il ferro è uno degli oligoelementi più importanti ed è fondamentale per la formazione del sangue e per rifornire di ossigeno tutte le cellule del corpo. Leggete qui chi può esserne carente, quali disturbi comporta e per quali malattie si deve fare attenzione a garantire un buon apporto di ferro.

Caratteristiche e presenza negli alimenti

Caratteristiche del ferro

Il ferro è un minerale o, più precisamente, un oligoelemento di cui il corpo ha bisogno solo in quantità limitata. Il ferro è presente negli alimenti in due diverse forme: come ferro eme e ferro non eme. Gli alimenti di origine animale contengono solo ferro eme, mentre quelli di origine vegetali li contengono entrambi. Il corpo è in grado di assorbire molto meglio il ferro eme rispetto al non eme.

Ferro: Presenza negli alimenti

Il ferro è contenuto soprattutto negli alimenti di origine animale come interiora, carne e pesce. Ma si trova anche nei cereali e in alcuni tipi di frutta e verdura come i legumi. Tra i principali fornitori di ferro figurano i seguenti alimenti:

Cinque importanti fornitori di ferroMicrogrammi (µg) per 100 calorie (kcal)Milligrammi (mg) per 100 grammi (g)
Fegato1417
Lenticchie, secche2,58
Semi di sesamo210
Cioccolato fondente212
Fiocchi d'avena1,55,5

Nota: i valori possono oscillare. 

Classificazione

Fabbisogno e funzioni nell'organismo

Qual è il fabbisogno giornaliero di ferro?

Secondo la European Food Safety Authority (EFSA) l'apporto di ferro consigliato varia da uomo a donna. Gli uomini dovrebbero assumere circa 11 milligrammi di ferro al giorno, mentre le donne necessitano di una quantità superiore, pari a 16 milligrammi, poiché ne perdono ogni mese con le mestruazioni.

Fabbisogno giornaliero di ferro in milligrammi (mg)

Bambini (da 7 a 11 anni)

11

Ragazzi (da 12 a 17 anni)
Uomini
Donne


11
13

Adulti
Uomini
Donne


11
16

Persone anziane
Uomini
Donne


11
11

Donne incinte
Donne che allattano

16
16

Assorbimento e deposito di ferro

Per fare in modo che l'organismo assorba il ferro assunto è necessario che gli acidi gastrici lo scindano dagli altri componenti alimentari.

Poi viene assorbito nell'intestino tenue superiore grazie a determinate proteine che lo trasportano nel sangue attraverso la parete intestinale.

Il parere degli esperti

Le due forme del ferro alimentare (ferro eme e non eme) vengono trasportate nel sangue per vie differenti:

Ferro eme: La modalità di trasporto del ferro eme attraverso la parete intestinale non è ancora completamente chiara. Si sa che l'emoglobina e il ferro bivalente (Fe2+) sono trasportati attraverso la parete intestinale da una proteina.

Ferro non eme: Questa forma è presente sotto forma del cosiddetto ferro trivalente (Fe3+) e per essere assorbito dall'organismo deve prima essere convertito in ferro bivalente (Fe2+). Questa conversione è rafforzata quando è presente anche la vitamina C. Una volta effettuata la conversione, il ferro può essere trasportato dalle proteine attraverso la parete intestinale.

Quasi tre quarti del ferro presente nell'organismo si trova nell'emoglobina. Quest'ultima è un componente dei globuli rossi ed è necessaria per il trasporto dell'ossigeno. Inoltre, il corpo accumula il ferro nella ferritina, una sorta di deposito per il ferro. Gran parte della ferritina si trova nel fegato, nella milza, nel midollo osseo e nelle cellule delle mucose.

Disponibilità di ferro eme e ferro non eme

Il ferro eme è quello più assorbibile per l'organismo (biodisponibile)): Dal 20 al 30 percento circa del ferro eme viene assorbito dagli alimenti. La percentuale di ferro non eme è limitata solo all'1-10 percento.

Il parere degli esperti

Biodisponibilità: La biodisponibilità del ferro dipende da quattro fattori.

1. Quantità di ferro: Maggiore è il ferro contenuto negli alimenti, minore è la percentuale che sarà assorbita.

2. Forma del ferro: Il ferro eme viene assorbito direttamente e quindi meglio nell'intestino. Il ferro non eme deve prima essere trasformato in ferro eme.

3. Livello di approvvigionamento: Minore sono i depositi di ferro nel corpo, migliore sarà l'assorbimento.

4. Composizione degli alimenti:

a. La vitamina C favorisce la biodisponibilità del ferro non eme e aiuta la sua trasformazione in ferro eme.

b. Alcuni flavonoidi invece riducono la biodisponibilità del ferro non eme: tra questi figurano i cosiddetti fitati contenuti nei cereali e determinate sostanze presenti in tè e caffè.

c. Quantità elevate di calcio riducono la quantità di ferro non eme assorbito dal corpo.

Quali funzioni svolge il ferro?

Immagine dei globuli rossi
Il ferro è necessario per il trasporto dell'ossigeno perché è responsabile della sua formazione. Immagine: urfinguss/iStock/Getty Images Plus

Il ferro è necessario per numerosi processi all'interno del corpo. Le sue funzioni principali sono:

Trasporto dell'ossigeno: Il compito principale del ferro è quello di trasportare l'ossigeno dai polmoni al resto del corpo. Questo è possibile grazie alla molecola di ferro che si trova al centro dell'emoglobina, il componente principale dei globuli rossi. Inoltre, è un elemento che costituisce la mioglobina, la proteina presente nei muscoli. Come l'emoglobina, quest'ultima lega l'ossigeno e lo trasporta nei muscoli.

Funzione cerebrale: Poiché partecipa alla formazione dei nervi, il ferro è importante per le funzioni cerebrali. Processi quali l'apprendimento e la memoria sono possibili solo grazie al ferro.

Fornitura di energia: Per garantire che tutte le cellule del corpo siano in grado di produrre energia a sufficienza, sono necessari determinati enzimi che contengono ferro e che possono agire correttamente solo con questo oligoelemento.

Difesa immunitaria: Il ferro favorisce le cellule che eliminano gli agenti patogeni. In presenza di una carenza di ferro si riscontra il ritorno frequente di infezioni, come ad esempio il virus dell'herpes.

Disintossicazione: Il fegato è la sede di numerosi enzimi contenenti ferro, responsabili della disintossicazione del corpo. Questi scindono ad esempio i farmaci e le sostanze contaminanti e li preparano per essere eliminati attraverso l'urina.

Produzione di proteine: Il ferro ha un ruolo importante sia nella produzione di proteine sia nella divisone cellulare e nella formazione delle informazioni genetiche.

Classificazione

Riconoscere e compensare una carenza

Riconoscere i segni di una carenza di ferro

Ingrandimento di un frammento di pelle secca
Una carenza di ferro si riconosce da un lato da pallore, stanchezza e fiato corto e dall'altro dalla frequente secchezza della pelle. Immagine: PhanuwatNandee/iStock/Getty Images Plus

Inizialmente una carenza di ferro si manifesta sotto forma di pallore, stanchezza, fiato corto, problemi di apprendimento e di concentrazione, a cui si aggiungono capelli e unghie che si sfaldano e pelle screpolata e secca.

Se la carenza persiste e le scorte di ferro nell'organismo continuano a ridursi, chi ne soffre può essere soggetto ad anemia (anemia da carenza di ferro). Tra i disturbi tipici figurano grave stanchezza, mal di testa, angoli della bocca screpolati, problemi all'udito e alla vista, affanno e tachicardia. Nelle donne con anemia da carenza di ferro il ciclo mestruale può esser assente. Questo tipo di anemia è tuttavia molto raro in Europa.

Il parere degli esperti

Pica: Oltre all'anemia può manifestarsi questo quadro clinico. Le persone colpite da questa sindrome hanno unghie sottili e deformate e soffrono di crampi notturni ai muscoli delle gambe. Chi soffre di pica prova spesso un'irrefrenabile voglia di ghiaccio o di altri oggetti non commestibili come la terra.

Solitamente i disturbi legati alla carenza di ferro scompaiono dopo tre-sei settimane. Tuttavia, si dovrebbe continuare ad assumere i preparati a base di ferro per almeno altri sei mesi dal miglioramento conclamato. Solo così è possibile riempire nuovamente i depositi di ferro.

Chi è colpito da una carenza di ferro?

Esistono cinque categorie a rischio, spesso colpite da una carenza di ferro:

Bambini e ragazzi nella fase della crescita Il fabbisogno di ferro di neonati e bambini aumenta soprattutto nella prima fase della crescita, dai sei mesi ai due anni. Poi diminuisce di nuovo e riprende a crescere nella pubertà. Le ragazze nella fase della crescita che hanno già le mestruazioni sono particolarmente esposte al rischio della carenza di ferro.

Donne, donne incinte e che allattano Circa la metà delle donne presenta una carenza di ferro. Queste ultime assumono poca carne e quindi meno ferro utilizzabile e tra l'altro lo perdono durante il ciclo mestruale. Le donne incinte non hanno il ciclo mestruale, ma durante la gravidanza il loro fabbisogno di ferro raddoppia a causa della crescita dell'utero e dell'aumento della necessità di ossigeno. Chi allatta rilascia il ferro tramite il latte materno.

Il parere degli esperti

Quest'ultimo contiene una quantità di ferro sufficiente anche nel caso in cui le madri ne siano leggermente carenti. Il motivo? Il corpo della donna garantisce che il latte materno contenga sempre una quantità sufficiente di nutrienti per il bambino. Ecco perché è ancora più importante che le donne che allattano soddisfino sempre il loro fabbisogno di ferro.

Un medico effettua un prelievo di sangue preparando l'ago
Le donazioni di sangue possono portare a una carenza di ferro. Immagine: YakobchukOlena/iStock/Getty Images Plus

Vegetariani e vegani Chi non mangia carne deve ricordare che gli alimenti di origine vegetale contengono poco ferro utilizzabile, che viene assorbito peggio dall'intestino e che può quindi soddisfare il fabbisogno di ferro solo in minima parte.

Gli atleti perdono circa 1,2 milligrammi di ferro per ogni litro di sudore. Inoltre, l'impatto dei piedi durante le lunghe corse di resistenza può danneggiare i globuli rossi che liberano l'emoglobina contenente ferro, che viene a sua volta poi eliminata tramite l'urina. Le sportive sono particolarmente esposte a questo rischio perché perdono ulteriormente ferro durante le mestruazioni.

Persone con disturbi intestinali: possibili cause della carenza di ferro sono le malattie infiammatorie croniche intestinali e la celiachia. A causa dell'intolleranza al glutine, infatti, la mucosa intestinale viene danneggiata in modo duraturo e non è più in grado di assorbire correttamente molte sostanze nutritive, tra cui anche il ferro.

Il parere degli esperti

Donate regolarmente il sangue? Attraverso le donazioni si perde anche il ferro contenuto nel sangue. Fare quindi attenzione a seguire una dieta ricca di ferro e assumere anche preparati a base di questo minerale così da non rischiare di svuotare lentamente le riserve personali nell'organismo.

Ferro: comprendere gli esami di laboratorio

Attualmente non esiste una procedura uniforme per determinare l'apporto di ferro. Esistono una varietà di valori di laboratorio che si possono misurare per analizzarlo, ma nessuno di essi, preso singolarmente, può consentire di esprimere un'affermazione univoca in merito all'apporto di ferro. Per la sua analisi il medico consulta quindi più valori di laboratorio relativi al ferro, a cui si aggiunge anche una verifica dello stato di salute complessivo.

Il parere degli esperti

Il ferro viene trasportato e accumulato nel corpo solo legato alle proteine. La transferrina è responsabile del trasporto del ferro dai depositi al midollo osseo. Se per un lungo periodo di tempo l'apporto di ferro è troppo ridotto, il suo livello cala inizialmente nel siero sanguigno e poi si verifica la cosiddetta saturazione della transferrina. La ferritina è responsabile del deposito di ferro nel corpo.

Valori normali

 Ferro nel siero in microgrammi per decilitro (µg(dl)Ferro nel sangue intero in milligrammi per litro (mg/l)Ferritina nel siero in microgrammi per litro (µg/l)Percentuale di saturazione della transferrina (%)Recettore solubile della transferrina (sTfR) in milligrammi per litro (mg/l)
Donneda 40 a 150da 420 a 460da 23 a 11035 ± 155 ± 1
Uominida 60 a 160da 440 a 500da 34 a 31035 ± 155 ± 1

Il parere degli esperti

Per riconoscere una carenza di ferro, il medico combina i risultati di quattro valori dell'emocromo: emoglobina, transferrina, ferritina e la cosiddetta proteina C-reattiva (CRP). La CRP indica se sono presenti infiammazioni nell'organismo. Poiché durante le infiammazioni aumenta anche la ferritina, il medico può valutare, in base al livello di CRP, se si tratta effettivamente di una carenza di ferro o di una infiammazione che ha aumentato solo il livello di ferritina. Il valore normale della CRP è inferiore a 0,5 milligrammi per decilitro.

Valori di laboratorio in caso di carenza di ferro

 Emoglobina in grammi per decilitro (g/dl)Transferrina in milligrammi per decilitro (mg/dl)Ferritina nel siero in microgrammi per litro (µg/l)
Carenza di ferro iniziale (prelatente)superiore a 12 (donne)
superiore a 15 (uomini)
da 360 a 380da 12 a 20
Carenza di ferro senza disturbi (latente)superiore a 12 (donne)
superiore a 15 (uomini)
superiore a 380inferiore a 12
Carenza di ferro (anemia)inferiore a 12 (donne)
inferiore a 15 (uomini)
superiore a 380inferiore a 12
Classificazione

Compensare una carenza di ferro

Nella maggior parte dei casi non è sufficiente mangiare alimenti ricchi di ferro per compensare una carenza. Spesso i depositi di ferro sono così vuoti che il medico consiglia di assumere preparati adatti.

La dose corretta dipende dalla gravità della carenza. Se è grave, i medici consigliano nella maggior parte dei casi una dose giornaliera compresa tra 50 e 100 milligrammi. In caso di carenza lieve, possono bastare anche dosi più basse, ad esempio tra 20 e 40 milligrammi.

Il medico prescrive il ferro finché i valori degli esami di laboratorio non ritornano normali. Idealmente, si dovrebbero ripetere gli esami del sangue dopo tre mesi. Trascorso questo periodo si consiglia di seguire una dieta ricca di ferro così da evitare una nuova carenza.

Dose di ferro consigliata in caso di carenza in milligrammi (mg) al giorno

 

Carenza lieve

da 20 a 40

Carenza grave

da 50 a 100

Assunzione da parte di donne e in caso di malattie

Il ferro compensa le perdite durante le mestruazioni

In media una donna perde 50 millilitri di sangue a ogni ciclo mestruale, che corrispondono in media a 25 milligrammi di ferro. Le donne che soffrono della cosiddetta ipermenorrea perdono una quantità di sangue leggermente superiore durante le mestruazioni, che può superare anche i 150 millilitri.

Uno studio di alto livello su 268 donne di età compresa tra 18 e 30 anni ha dimostrato che le donne che seguivano una dieta normale e non assumevano preparati a base di ferro erano soggette a carenza con una frequenza di circa tre volte superiore rispetto a quelle che assumevano regolarmente anche un preparato integrativo.

Questi risultati sono stati convalidati da un riassunto di più studi che ha preso in considerazione un totale di 8.506 donne, analizzando i loro livelli di ferro: l'assunzione giornaliera di preparati a base di ferro riduce l'insorgenza di carenze e anemie. Al contempo le riserve di ferro dell'organismo aumentano e con esse anche il valore dell'emoglobina.

Si consiglia quindi alle donne di prestare attenzione all'assunzione giornaliera di ferro, così da raggiungere i 16 milligrammi consigliati. Le donne che soffrono di un flusso mestruale abbondante (ipermenorrea) possono assumere quantità di ferro superiori a 50 milligrammi per un periodo compreso tra due e quattro mesi.

Ferro durante la gravidanza

Il fabbisogno di ferro delle donne in gravidanza subisce un forte aumento: il bambino e l'aumento di sangue per il bambino richiedono ferro. Se da un lato è vero che l'intestino delle donne incinte può assorbire più ferro, dall'altro purtroppo molte donne soffrono di una carenza di ferro perché non sono in grado di soddisfare il loro fabbisogno con la semplice alimentazione. Questa cosiddetta anemia da carenza di ferro può causare un deficit nello sviluppo del feto o un parto prematuro. Inoltre, alla nascita il bambino può essere sottopeso.

Una sintesi di 92 studi di alto livello con quasi due milioni di partecipanti ha dimostrato come sia possibile ridurre del 12 percento il rischio di carenza di ferro nelle donne incinte. Questo risultato è stato raggiunto aumentando la dose giornaliera di ferro di 10 milligrammi, arrivando a una quantità complessiva di 66 milligrammi al giorno. Contemporaneamente, anche il peso del bambino alla nascita aumentava in media di 15 grammi.

Una carenza di ferro causa la sindrome delle gambe senza riposo

Due martelletti neurologici su dei fogli con la scritta "Diagnosis Restless legs syndrome"
Un calo nelle riserve di ferro può favorire la sindrome delle gambe senza riposo (Restless Legs Syndrome). Immagine: Shidlovski/iStock/Getty Images Plus

La sindrome delle gambe senza riposo (RLS, Restless Legs Syndrome) è una malattia che interessa i nervi. Tipicamente si manifesta sotto forma di disturbi sensoriali e di un impulso al movimento che si percepisce principalmente negli arti inferiori (gambe senza riposo). Molti pazienti che soffrono di RLS presentano una riduzione dei depositi di ferro. I ricercatori presumono che una carenza di ferro danneggi la produzione della dopamina, il trasmettitore che contribuisce all'insorgenza dei disturbi tipici della sindrome.

Si dovrebbe quindi garantire un apporto di ferro fino a quando il livello di ferritina nell'organismo raggiunga i 50 microgrammi per litro. I preparati in capsule o compresse con un contenuto di ferro compreso tra 50 e 100 milligrammi sono adatti allo scopo. È importante sottoporsi regolarmente a controlli medici per monitorare i valori del sangue e adattare il trattamento.

Memoria: Il ferro migliora la concentrazione

Cervello tenuto da due mani femminili
Il ferro ha un'influenza positiva sulle prestazioni del cervello. Immagine: RomoloTavani/iStock/Getty Images Plus

Il ferro influenza le prestazioni del cervello quali percezioni, memoria e concentrazione. Pertanto, in caso di carenza è possibile che si manifestino cali di attenzione, problemi di memoria o di fluidità del linguaggio.

Uno studio di alto livello ha confrontato le funzioni cerebrali di persone a cui era stato somministrato del ferro rispetto ad altre a cui era stato somministrato un placebo. Le persone che avevano ricevuto il ferro erano in grado di risolvere più rapidamente determinati esercizi di memoria rispetto a chi soffriva di carenza di ferro e aveva ricevuto il placebo. Inoltre, un'analisi di 14 studi di alto livello ha dimostrato come l'assunzione di preparati a base di ferro da parte di persone con anemia dovuta a carenza di ferro possa migliorare l'attenzione, la concentrazione e il quoziente intellettivo.

I ricercatori presumono che il ferro svolga un ruolo importante nell'insorgenza del disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività (ADHD): Nel cervello dei bambini malati è stata rilevata la presenza di quantità di ferro sensibilmente minori rispetto ai cervelli dei bambini sani. I ricercatori riconducono questa situazione al metabolismo cerebrale che, nei bambini con ADHD consuma più ferro.

A seconda del livello di ferro nel sangue, si consiglia di assumere da 20 a 50 milligrammi di ferro per migliorare la concentrazione.

Il ferro combatte la stanchezza e aumenta le capacità fisiche

Una carenza di ferro può causare grave stanchezza, perché le cellule ricevono meno ossigeno. In assenza di ferro, responsabile del trasporto di ossigeno, le cellule non sono infatti in grado di produrre energia a sufficienza e le persone colpite si sentono stanche ed esauste.

Uno studio clinico di alto livello ha coinvolto 144 donne colpite da stanchezza e spossatezza: più della metà presentava un calo dei valori del ferro ma non soffriva ancora della cosiddetta anemia da carenza di ferro. Dopo un mese di somministrazione giornaliera di 80 milligrammi di ferro, circa un terzo delle donne non si sentiva più spossata. Un altro studio di alto livello su 198 donne ha dimostrato come dopo tre mesi addirittura quasi la metà delle donne non provasse più questa sensazione di spossatezza, grazie all'assunzione giornaliera di 80 milligrammi di ferro.

In caso di stanchezza e spossatezza, si consiglia in particolare di assumere 11 milligrammi di ferro (uomini) o 16 milligrammi di ferro (donne). Per dosi più elevate si dovrebbe consultare un medico.

Panoramica delle dosi consigliate in caso di malattie

Dose giornaliera di ferro consigliata in milligrammi (mg)

Mestruazioni dal flusso molto abbondante (ipermenorrea)

da 50 a 200 distribuiti durante la giornata per due-quattro mesi
grave carenza: da 100 a 300 milligrammi distribuiti durante la giornata

Gravidanza (soprattutto nella seconda metà della gravidanza)

da 20 a 50

Restless Legs Syndrome

da 50 a 100

Disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività (ADHD)

da 20 a 50

Stanchezza e spossatezza
(adulti)

11 (uomini)
16 (donne)

Classificazione

Assunzione con i farmaci

Il ferro migliora la terapia a base di eritropoietina

L'eritropoietina, in breve EPO, è un ormone prodotto dal corpo che regola la produzione di globuli rossi. Viene utilizzata sotto forma dei principi attivi darbepoetina alfa (Aranesp®), epoetina alfa (Epoetin alfa HEXAL®), epoetina beta (NeoRecormon®) ed epoetina delta (Dynepo®) per il trattamento dell'anemia, dovuta ad esempio a insufficienza renale o a terapia antitumorale.

Poiché i nuovi globuli rossi si possono formare solo insieme al ferro, le sue riserve devono essere colme prima di sottoporsi a un trattamento con EPO. Se la saturazione della transferrina è inferiore al 30 percento e la ferritina nel siero è inferiore a 500 microgrammi per litro, le riserve di ferro vanno integrate con preparati. A seconda del livello delle riserve si consigliano almeno 500 milligrammi di ferro al giorno.

Gli antiacidi riducono l'assorbimento del ferro

Tra gli antiacidi figura il principio attivo omeprazolo (Egapal®). Questi vengono utilizzati in caso di produzione eccessiva di acidi gastrici, ad esempio in presenza di bruciore di stomaco, perché ne riducono la produzione. Tuttavia, se calano sotto un livello minimo, l'organismo non è quasi più in grado di assorbire il ferro, in particolare quello contenuto negli alimenti vegetali.

In caso di assunzione regolare di antiacidi, occorre quindi fare attenzione e raggiungere l'apporto consigliato assumendo carne o ferro bivalente contenuto nei preparati corrispondenti. Gli uomini hanno bisogno di 11 milligrammi di ferro al giorno, le donne di 16 milligrammi. Il ferro dovrebbe essere combinato con la vitamina C che garantisce che il ferro bivalente resti bivalente. Non importa se la vitamina C è contenuta negli alimenti, ad esempio nella frutta, o se invece è presente in un preparato a base di ferro. Questi preparati andrebbero inoltre assunti rispettando un intervallo temporale di due-tre ore rispetto agli antiacidi.

Il ferro come terapia concomitante ai farmaci: Dosaggi consigliati in breve

Dosi di ferro consigliate in milligrammi (mg)

Trattamento con eritropoietina (EPO)

da 100 a 200 
da una a tre volte la settimana per via endovenosa

Antiacidi

16 al giorno (donne)
11 al giorno (uomini)

Classificazione

Assunzione consigliata

Quando e come si dovrebbe assumere il ferro?

La soluzione migliore sarebbe assumere il ferro attraverso un'alimentazione sana. Il corpo è in grado di assorbire meglio soprattutto il ferro contenuto nei prodotti di origine animale. Chi rinuncia al loro consumo non è in grado di soddisfare il fabbisogno giornaliero e deve ricorrere ad adeguati preparati a base di ferro, dopo aver consultato un il medico o un esperto in micronutrienti.

Il ferro è disponibile in capsule, compresse e flaconcini da bere, oppure può essere somministrato con iniezioni direttamente nel circolo ematico. Un lieve deficit solitamente si risolve con l'assunzione di compresse o capsule, mentre nei casi gravi o con anemia da carenza di ferro, si interviene solitamente con le iniezioni.

Il parere degli esperti

Quando l'assunzione di preparati a base di ferro non è sufficiente o difficile da tollerare, si consiglia di passare alle infusioni. Queste misure si adottano in caso di insufficienza renale cronica, tumori, malattie infiammatorie croniche intestinali, anemia con insufficienza cardiaca cronica e sindrome delle gambe senza riposo.

Le capsule e le compresse dovrebbero essere assunte da due a tre ore prima dei pasti, in modo da garantirne il massimo assorbimento da parte dell'intestino.

Poiché il ferro può causare problemi gastrointestinali, gli esperti in micronutrienti spesso consigliano di assumere gli integratori insieme ai pasti. In questo caso occorre evitare alimenti in grado di bloccarne assorbimento, come caffè, tè, latte, cola e prodotti integrali. Gli alimenti ricchi di vitamina C, come il succo d'arancia, possono invece favorire l'assorbimento del ferro.

Il parere degli esperti

L'assunzione di ferro può modificare negativamente la flora batterica intestinale, con conseguenti episodi di diarrea. Dosi elevate potrebbero anche innescare processi infiammatori che inibiscono l'assorbimento del ferro, la cui assunzione può essere associata a quella di probiotici, che possono aumentarne la biodisponibilità. A tal fine sono stati impiegati con buoni risultati bifidobatteri e lattobacilli.

Di solito il ferro viene integrato con un preparato multivitaminico che contiene anche vitamina C, vitamina B2 e rame, perché questi micronutrienti ne favoriscono l'assorbimento. Inoltre, il rame è anche coinvolto nella formazione dell'emoglobina.

Da cosa si riconosce un buon preparato a base di ferro?

Gli integratori di ferro di alta qualità contengono ferro bivalente, che è quello meglio assorbito. Poiché spesso questa forma di ferro causa disturbi gastrointestinali, vengono usati anche i preparati con ferro trivalente.

In questo caso si consigliano preparati combinati con vitamina C, vitamina B2 e rame, che migliorano la conversione in ferro bivalente e l'assorbimento da parte dell'organismo. Il rame è coinvolto anche nella formazione dell'emoglobina, il pigmento rosso del sangue. Anche la combinazione con la vitamina E può rivelarsi utile, perché gli antiossidanti potrebbero rallentare lo stress ossidativo causato da alte dosi di ferro che limita ulteriormente l'assorbimento di questo nutriente.

Alcuni produttori offrono anche particolari legami di ferro che causano meno problemi a livello gastrointestinale, tra cui fumarato ferroso, ferro bisglicinato o ferro gluconato. Inoltre, è possibile assumere il ferro in capsule: in questo modo il ferro non entra in contatto diretto con la mucosa gastrica, riducendo così i disturbi gastrointestinali.

Inoltre, i buoni preparati a base di vitamine non contengono additivi come coloranti e aromi né eccipienti tecnici. Questi ultimi vengono utilizzati principalmente per facilitarne il confezionamento. I buoni preparati non dovrebbero contenere neppure sostanze che causano allergie o intolleranze.

Classificazione

Sovradosaggio e interazioni

È possibile che si verifichi un sovradosaggio di ferro?

Compresse, capsule o fiale con dosi elevate di ferro possono causare nausea, vomito, diarrea e stipsi. L'iniezione diretta del ferro nel sangue tramite infusione può causare reazioni allergiche.

Per i bambini, una dose di circa 130 milligrammi di ferro per chilo di peso corporeo è letale. Al momento non è stata ancora determinata la quantità massima di ferro per gli adulti, tuttavia la dose giornaliera in assenza di comprovata carenza non dovrebbe superare i 45-65 milligrammi.

Solitamente i preparati a base di ferro andrebbero assunti solo dopo aver consultato il medico, perché un'assunzione eccessiva di ferro non monitorata da esami di laboratorio può causare un avvelenamento da ferro che danneggia organi quali fegato, reni e cuore. Per i gruppi a rischio come ad esempio donne con un flusso mestruale abbondante, vegane e vegetariane, è consigliabile assumere una dose extra di ferro pari a circa 10 milligrammi al giorno.

Ferro in caso di malattie al fegato, ai reni e al tratto gastrointestinale

Chi soffre di una grave malattia al fegato o ai reni dovrebbe chiedere al proprio medico se può assumere anche un preparato a base di ferro. Il ferro potrebbe ad esempio accumularsi nel fegato, l'organo deputato alla sua conservazione. Un eccesso di ferro può causare danni agli organi e può anche irritare la mucosa di stomaco e intestino. Chi soffre di infiammazioni o ulcere gastriche o intestinali deve consultare il proprio medico prima di assumere ferro.

Prestare attenzione in presenza di emocromatosi e anemie da carenza di ferro

L'assunzione di ferro è sconsigliata in caso di emocromatosi, una malattia genetica che aumenta l'assorbimento del ferro nell'intestino tenue, causando un sovraccarico nel lungo termine. Le persone colpite devono evitare gli alimenti ad alto contenuto di ferro.

I preparati a base di ferro sono da evitare anche in caso di disturbi di assorbimento del ferro, come in presenza di alcune forme di anemia, ad esempio in caso di talassemia (anemia mediterranea). In presenza di un'anemia, chiedere al proprio medico se si possono assumere preparati a base di ferro.

Da ricordare in caso di Parkinson

Gli scienziati hanno riscontrato che i pazienti che soffrono del morbo di Parkinson presentano maggiori accumuli di ferro in determinate zone del cervello. Questo potrebbe contribuire a far peggiorare la malattia a causa dell'aumento dello stress ossidativo. In caso di Parkinson, prima di assumere ferro occorre parlarne per sicurezza con il proprio medico.

Si ritiene che gli accumuli di ferro possano svolgere un ruolo anche nello sviluppo e nel peggioramento di altre malattie del sistema nervoso. Pertanto, le persone affette da Alzheimer, malattia di Huntington o sclerosi laterale amiotrofica (SLA) dovrebbero consultare il proprio medico prima di assumere ferro.

Ferro e farmaci contro la gotta: Da sapere

Il principio attivo allopurinolo (Allurit®, Zyloric®) è utilizzato per la cura della gotta e può aumentare i depositi di ferro nel fegato. A lungo termine questo ha un effetto dannoso per il corpo. Pertanto, non si dovrebbero assumere preparati a base di ferro durante un trattamento con questo principio attivo.

Il ferro riduce l'effetto di numerosi farmaci

Il ferro riduce l'assorbimento e l'effetto di una serie di farmaci. In presenza dei seguenti principi attivi occorre rispettare un intervallo di assunzione di due-tre ore:

  • Antipertensivi: ad esempio gli ACE-inibitori con principi attivi quali benazepril (Zinadril®) o captopril (Tenpril®)
  • Farmaci contro l'osteoporosi: ad esempio i bisfosfonati con principi attivi quali acido alendronico (Fosamax®) o acido pamidronico (Aredia®)
  • Farmaci contro il Parkinson: ad esempio gli inibitori della decarbossilasi con principio attivo carbidopa (Duodopa®) o L-Dopa (Corbilta®)
  • Farmaci tiroidei: tiroxina (Eutirox®)
  • Antibiotici: tra cui la penicillina (ad esempio l'ampicillina come Amplital®), le tetracicline (ad esempio la minociclina come Minocin®) o gli antibiotici chinolonici (ad esempio ciprofloxacina come Ciprofloxacina ratiopharm® o norfloxacina come Norflox® e Noroxin®); rifampicina (come Rifadin® o Rifampicina®)
  • Antireumatici/Chelanti del rame: penicillamina (Pemine®)

Inoltre, il ferro riduce l'assorbimento e l'effetto dei minerali come magnesio, calcio, zinco e manganese.

L'assorbimento del rame è ostacolato da determinati farmaci

Diversi farmaci impediscono l'efficace assorbimento del ferro nell'intestino. Tra questi figurano:

  • Farmaci che disacidano lo stomaco (antiacidi) come i composti con alluminio, magnesio e calcio (come Talcid®, Riopan®, Maalox® o Rennie deflatin®)
  • Farmaci per ridurre il colesterolo (scambiatori anionici): colestiramina (come Colestrol® o Questran®)
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Riepilogo

Il ferro svolge importanti funzioni nell'organismo. Sono soprattutto le donne, le donne incinte, vegetariani, vegani, atleti e persone con determinate malattie intestinali a correre un rischio maggiore di sviluppare una carenza di ferro. Contrariamente al ferro eme, contenuto negli alimenti di origine animale, il ferro non eme non è assorbito in modo ottimale dal corpo. L'effetto può tuttavia essere aumentato con la vitamina C. Chi produce poco acido gastrico o assume antiacidi dovrebbe fare particolare attenzione all'apporto di ferro.

Dato che è fondamentale per la fornitura di ossigeno e la produzione di energia nell'organismo, questo oligoelemento viene utilizzato contro la stanchezza, i problemi di concentrazione e in presenza del disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività (ADHD). Durante la gravidanza molte donne devono assumere preparati a base di ferro per garantire il corretto apporto al proprio bambino e contrastare una possibile anemia da carenza di ferro.

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Indice degli studi e delle fonti

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