Una tenosinovite (infiammazione della guaina tendinea) si verifica in conseguenza dell’eccessiva sollecitazione di determinate sezioni tendinee. L’infiammazione si manifesta con dolore e interessa principalmente le articolazioni medio-grandi. Colpisce spesso i polsi, ma anche braccia e piedi. Scoprite qui le vitamine, i polifenoli e gli altri nutrienti in grado di alleviare l’infiammazione e rinforzare le guaine tendinee.
Cause e sintomi
Che cos’è una guaina tendinea?
La guaina tendinea, composta da tessuto connettivo e contenente liquido sinoviale, riveste il tendine come un tubo, proteggendolo dall’attrito con i tessuti e le ossa circostanti. I tendini, a loro volta costituiti da fibre di collagene, collegano i muscoli alle ossa.
Non tutti i tendini sono rivestiti da una guaina. Le strutture protettive sono presenti solo dove i tendini attraversano le articolazioni con una tensione maggiore. Le infiammazioni alle guaine tendinee (tenosinoviti) colpiscono con maggiore frequenza le dita o i polsi, senza tuttavia risparmiare braccia, gambe, piedi, caviglie, gomiti, spalle o ginocchia.
Cause della tenosinovite
La tenosinovite può avere cause diverse. Sollecitazioni eccessive e difetti posturali possono provocare lievi lesioni ai tendini che, se ripetute con frequenza, sfociano in una reazione infiammatoria. Un grosso rischio è rappresentato da movimenti monotoni e ripetuti e interessa soprattutto pianisti, sportivi, artigiani o chi passa molte ore al computer. Le tenosinoviti si manifestano spesso in seguito a sollecitazioni eccessive in ambito lavorativo.
Sovrappeso, diabete, reumatismi, gotta o età avanzata possono favorire le infiammazioni a tendini e guaine tendinee, che si verificano spesso anche durante la gravidanza e l’allattamento. Raramente vengono provocate da un’infezione batterica.
Sintomi della tenosinovite
Il sintomo caratteristico della tenosinovite è un dolore penetrante e diffuso, che si acuisce con il tempo. All’inizio compare solo durante il movimento, ma a lungo andare permane spesso anche a riposo.
A causa dell’infiammazione, l’area colpita è sensibile alla pressione e può essere interessata da gonfiore e arrossamento. In alcuni casi sono udibili scrocchi e crepitii delle articolazioni.
Obiettivi del trattamento
Qual è il trattamento classico della tenosinovite?
L’immobilizzazione del tendine colpito svolge un ruolo essenziale nel trattamento della tenosinovite. A tal fine il medico può prescrivere un tutore o una fasciatura, mentre eventuali gonfiori o arrossamenti si possono contrastare con compresse fredde. Anche il calore può essere d’aiuto, ad esempio con l’uso di lampade a infrarossi.
Contro il dolore vengono impiegati gel raffreddanti o unguenti dalle proprietà analgesiche e antinfiammatorie, molti contenenti principi attivi come il diclofenac (Voltaren®) o l’ibuprofene (Lasonil Antidolore®, Vegetallumina Antidolore®). In presenza di dolori forti, i medici suggeriscono anche l’uso di compresse dall’azione antinfiammatoria, tra cui i cosiddetti antinfiammatori non steroidei (FANS) come l’acido acetilsalicilico (Aspirina®, Vivin C®, Cardirene®). In questo modo la tenosinovite si risolve di solito senza complicazioni.
In caso di forti infiammazioni, il medico può iniettare cortisone e un anestetico locale direttamente nella regione interessata. Il cortisone (come Alpicort®) interrompe i processi flogistici in modo molto più rapido di qualsiasi altro principio attivo.
Al ripetersi di una tenosinovite e alla sua cronicizzazione si può considerare l’eventualità di un intervento chirurgico, in cui la guaina tendinea interessata viene aperta, eliminando la sollecitazione.
Il perdurare di una tenosinovite dipende dalla sua gravità. Normalmente il processo di guarigione dura da una a due settimane, e alla fine è importante evitare le cause che l’hanno provocata.
Gli obiettivi della medicina dei micronutrienti
La medicina dei micronutrienti offre il proprio aiuto nel trattamento della tenosinovite e può concorrere alla prevenzione di recidive. L’ipotesi che anche lo stress ossidativo svolga un ruolo nella comparsa della malattia suggerisce l’impiego di vitamine e polifenoli antiossidanti, accanto a nutrienti in grado di rinforzare il tessuto connettivo o ad altri utilizzati per contrastare o prevenire le infiammazioni e alleviare i dolori. Particolarmente utili si sono rivelate le seguenti sostanze:
- Glucosammina e condroitina nutrono la cartilagine e la guaina tendinea.
- L’acido ialuronico lubrifica la guaina tendinea.
- La vitamina C supporta la produzione del collagene.
- Resveratrolo e curcumina arginano lo stress ossidativo.
- La bromelina riduce il gonfiore.
- Gli acidi grassi omega-3 svolgono un’azione antinfiammatoria.
Trattamento nell’ambito della medicina dei micronutrienti
Glucosammina e condroitina nutrono la cartilagine e la guaina tendinea
Meccanismo d’azione della glucosammina e della condroitina
Glucosammina e condroitina sono i componenti di base di cartilagine, tessuto connettivo, tendini e liquido articolare. La condroitina, con la sua capacità di legarsi all’acqua, è in grado di formare una sorta di gel che ammortizza gli urti e protegge le ossa dall’attrito. La condroitina aumenta inoltre la produzione di acido ialuronico, necessario per il liquido sinoviale nelle guaine tendinee.
La glucosammina svolge un’azione antinfiammatoria e potrebbe avere un’efficacia superiore a quella degli analgesici nel trattamento delle tenosinoviti, come indicato da un primo studio. Soprattutto i pazienti con dolori permanenti sembrano trarre maggiormente beneficio da questa proprietà.
Anche i primi esperimenti sugli animali mostrano gli effetti positivi di glucosammina e condroitina sulla salute dei tendini: i ratti ai quali erano state somministrate entrambe le sostanze presentavano tendini più robusti delle cavie trattate con il placebo. Si ritiene che il fenomeno sia da ricondurre a una riduzione dell’infiammazione nonché allo stimolo impartito alla produzione del collagene, una proteina importante per la struttura dei tendini.
Glucosammina e condroitina possono essere d’aiuto contro le tenosinoviti. È necessario condurre ulteriori studi di alto livello, ma la loro assunzione è comunque consigliata in virtù della loro capacità di rinforzare il tessuto connettivo e alleviare le infiammazioni. Glucosammina e condroitina vengono già impiegate con successo contro l’artrosi.
Glucosammina e condroitina: dosaggio e consigli sull’assunzione
Per la salute di cartilagine e articolazioni si consigliano 1.500 milligrammi di glucosammina e 800 milligrammi di condroitina al giorno, meglio se nei composti contenenti solfato (glucosammina solfato e condroitina solfato), oggetto di maggiori indagini. I medici specializzati in micronutrienti raccomandano l’uso di un preparato misto, in cui le quantità sono equilibrate tra loro.
La dose giornaliera può essere suddivisa in due o tre porzioni, da assumere preferibilmente insieme ai pasti per aumentarne la tollerabilità a livello gastrico. A causa del metabolismo lento delle cellule della cartilagine, si consiglia l’uso delle sostanze per un periodo prolungato, compreso tra otto e dieci settimane.
Glucosammina e condroitina: da considerare in caso di malattie, gravidanza, allattamento e assunzione di farmaci
Diabete: nei soggetti diabetici o con disturbi del metabolismo degli zuccheri (insulinoresistenti) la glucosammina potrebbe influenzare la glicemia, che deve essere monitorata costantemente. Anche le dosi giornaliere non devono superare i 1.500 milligrammi.
Ipercolesterolemia: i valori potrebbero aumentare ulteriormente per effetto della glucosammina e della condroitina e vanno tenuti sotto controllo, soprattutto nei pazienti a rischio affetti da malattie cardiovascolari (insufficienza cardiaca, cardiopatia coronarica, arteriosclerosi).
Ipertensione: in caso di assunzione prolungata è opportuno controllare la pressione sanguigna.
Asma: non è del tutto chiaro se la glucosammina possa innescare un attacco d’asma, ma i soggetti asmatici dovrebbero avere sempre a portata di mano i farmaci adeguati.
Malattie epatiche: l’assunzione di queste sostanze potrebbe indurre un aumento degli enzimi epatici. In caso di gravi malattie epatiche è opportuno consultare un medico prima di assumere un preparato.
Cancro: glucosammina e condroitina dovrebbero essere assunte solo dopo aver consultato il proprio oncologo.
Farmaci: glucosammina e condroitina presentano affinità con i farmaci anticoagulanti, di cui possono pertanto amplificare l’effetto. È questo il caso dei derivati cumarinici (antagonisti della vitamina K) come il warfarin (Coumadin®). Si consiglia quindi di controllare regolarmente la coagulazione sanguigna.
L’assunzione è sconsigliata alle donne durante la gravidanze e l’allattamento, nonché a bambini e adolescenti, in assenza di sufficienti dati che ne dimostrino la sicurezza.
L’acido ialuronico mantiene l’elasticità della guaina tendinea
Meccanismo d’azione dell’acido ialuronico
L’organismo produce autonomamente l’acido ialuronico, che ha il compito principale di lubrificare tendini e articolazioni. La sua somministrazione supplementare favorisce inoltre la produzione di tessuto connettivo. L’azione positiva dell’acido ialuronico si basa sulla sua attività antinfiammatoria. Un esperimento sui ratti ha indicato la sua eventuale capacità di supportare il recupero dei tendini lesionati, in particolare in fase di guarigione avanzata.
Il trattamento dell’artrosi (usura articolare) prevede già l’impiego di acido ialuronico, che viene iniettato direttamente nello spazio articolare. Basandosi sulla valutazione dei primi studi, i ricercatori hanno esaminato gli effetti di questa terapia anche sulle malattie dei tendini, inserendo nella sperimentazione pazienti con problemi ai tendini di gomito, rotula e spalla. I risultati sono stati prevalentemente positivi:
- miglioramento nella guarigione del tessuto
- minore formazione di tessuto cicatriziale
- meno resistenza allo scorrimento
- miglioramento della funzione
- diminuzione dei dolori.
Nel frattempo, anche numerosi studi su esseri umani e animali affetti da artrosi hanno documentato l’aumento della percentuale di acido ialuronico nell’articolazione del ginocchio in seguito alla sua assunzione. L’acido ialuronico appositamente marcato è arrivato effettivamente nelle zone danneggiate.
L’eventuale utilità terapeutica dell’acido ialuronico nelle malattie a carico de tendini deve tuttavia essere oggetto di ulteriori indagini. L’assunzione di acido ialuronico è in ogni caso consigliata per nutrire in modo ottimale i tessuti e migliorare la lubrificazione nelle guaine tendinee.
Acido ialuronico: dosaggio e consigli sull’assunzione
In presenza di disturbi ai tendini gli esperti in micronutrienti consigliano da 50 a 100 milligrammi di acido ialuronico al giorno. L’acido ialuronico è di solito disponibile in capsule e in polvere solubile, rispettivamente da ingerire o sciogliere in acqua, con una preparazione che richiede qualche minuto.
Se ne consiglia la somministrazione regolare per tutta la durata dell’infiammazione per contrastare la rapida degradazione della sostanza da parte dell’organismo.
Informazioni
L’acido ialuronico viene ricavato dalla cresta di gallo o mediante fermentazione con microrganismi. Nel primo caso può contenere proteine che causano reazioni allergiche nei soggetti sensibili, mentre nel secondo caso si ottiene un prodotto vegano e ipoallergenico.
Acido ialuronico: da considerare in caso di cancro
La somministrazione orale di acido ialuronico a pazienti oncologici non è sicura per la sua azione di supporto alla migrazione cellulare in presenza di determinati fattori.
La vitamina C è importante per la formazione del collagene
Meccanismo d’azione della vitamina C
L’organismo ha bisogno della vitamina C per la produzione del collagene. Una carenza di vitamina C può avere come risultato un tessuto connettivo debole, che deve invece essere stabile per garantire la salute delle guaine tendinee. La vitamina C potrebbe inoltre contribuire alla guarigione dei tendini lesionati, come indicato anche dagli studi condotti sugli animali.
L’azione positiva della vitamina C è visibile soprattutto in combinazione con altri nutrienti: in uno studio preliminare i pazienti con problemi ai tendini hanno assunto la vitamina C con altre sostanze, tra cui glucosammina, collagene e metilsulfonilmetano (MSM), con una riduzione dei dolori acuti già a partire dal decimo giorno. Il miglioramento non ha tuttavia interessato i dolori persistenti.
In una sperimentazione analoga la combinazione di vitamina C e collagene ha portato a risultati simili. Il preparato è stato somministrato a una parte dei 59 pazienti affetti da malattie ai tendini di natura non infiammatoria, che in parallelo hanno svolto un particolare allenamento o esercizi di allungamento. I dolori sono diminuiti in tutti i gruppi, ma in misura maggiore in quello trattato con il preparato.
I risultati nel trattamento delle malattie dei tendini sono promettenti, anche se finora non si dispone di studi in grado di confermare l’efficacia della vitamina C nelle infiammazioni delle guaine tendinee. La vitamina C è tuttavia importante per la formazione e il ripristino del collagene. Il suo impiego è consigliato soprattutto in combinazione con glucosammina e altri nutrienti.
Vitamina C: dosaggio e consigli sull’assunzione
A supporto della formazione di collagene, gli esperti in micronutrienti consigliano da 100 a 200 milligrammi di vitamina C al giorno, da assumere in qualsiasi momento della giornata o insieme ai pasti, per migliorarne la tollerabilità.
Vitamina C: da considerare in caso di emocromatosi, gravidanza, allattamento e assunzione di farmaci
La vitamina C migliora l’assorbimento del ferro e chi soffre di emocromatosi dovrebbe assumerla solo sotto controllo medico.
Durante la gravidanza e l’allattamento sono probabilmente sicure dosi clinicamente efficaci di fino a 1.800 milligrammi di vitamina C al giorno. È in ogni caso opportuno parlarne con il proprio medico.
In un esperimento sugli animali, la vitamina C ha ridotto l’efficacia del farmaco antileucemico bortezomib (ad esempio Velcade®), pertanto la sua assunzione in concomitanza con una terapia di questo tipo va preventivamente valutata con il proprio medico.
Il potenziale di resveratrolo e curcumina a supporto della guarigione
Meccanismo d’azione di resveratrolo e curcumina
Il resveratrolo possiede proprietà antinfiammatorie e, in qualità di antiossidante, contrasta l’azione di radicali liberi e stress ossidativo. Lo stress ossidativo compare in presenza di infiammazioni e va a gravare sul tessuto. Gli antiossidanti sono noti anche per i loro effetti positivi sulla guarigione delle ferite.
La curcumina è il pigmento della radice di curcuma e possiede a sua volta la proprietà di mitigare le infiammazioni. Per questo, al pari del resveratrolo, potrebbe svolgere un’azione positiva in presenza di tenosinoviti.
Gli esperimenti sugli animali hanno mostrato i primi effetti positivi di resveratrolo e curcumina nella guarigione delle malattie dei tendini. Seppure in assenza di studi di alto profilo, l’impiego di resveratrolo e curcumina in caso di tenosinovite vale in ogni caso un tentativo in virtù delle loro proprietà antinfiammatorie.
Resveratrolo e curcumina: dosaggio e consigli sull’assunzione
In presenza di una tenosinovite, gli esperti in micronutrienti consigliano spesso preparati misti, ad esempio con 5-10 milligrammi di resveratrolo e 20-50 milligrammi di curcumina al giorno, eventualmente da combinare anche con vitamine antiossidanti come la vitamina C.
La curcumina andrebbe assunta insieme ai pasti perché i grassi presenti negli alimenti ne favoriscono l’assorbimento nell’intestino. Il momento migliore per assumere il resveratrolo è invece la mattina.
Resveratrolo e curcumina: da considerare in caso di assunzione di farmaci, calcoli biliari, gravidanza e allattamento
Il resveratrolo riduce la coagulazione del sangue e potrebbe amplificare l’effetto dei farmaci anticoagulanti. La sua assunzione dovrebbe pertanto essere valutata con il proprio medico. I principi attivi in questione includono: acido acetilsalicilico (ASA, ad esempio Aspirina®, Vivin C®), apixaban (Eliquis®), clopidogrel (Plavix®), diclofenac (ad esempio Voltaren®, Akis®), ibuprofene (come Moment®, Brufen®), naprossene (Momendol®, Aleve®), dalteparina (Fragmin®), eparina, rivaroxaban (Xarelto®) o warfarin (Coumadin®).
Anche la curcumina potrebbe interagire con i farmaci, ma gli studi finora condotti sull’uomo non hanno portato a dati definitivi. Studi di laboratorio hanno dimostrato che la curcumina blocca la funzione degli enzimi epatici normalmente preposti al metabolismo dei farmaci. Non si escludono inoltre interazioni con anticoagulanti come warfarin (Coumadin®) e clopidogrel (Iscover®, Plavix®). L’assunzione concomitante di curcumina e farmaci va pertanto discussa con un medico.
La curcumina, che stimola la produzione degli acidi biliari, non andrebbe assunta in presenza di calcoli al fegato, che possono bloccare il flusso della bile e provocare coliche.
Gli studi condotti finora non sono sufficienti per consigliare l’assunzione di resveratrolo e curcumina durante la gravidanza e l’allattamento.
La bromelina contro il gonfiore
Meccanismo d’azione della bromelina
La bromelina è una miscela di enzimi estratta dall’ananas con proprietà antinfiammatorie, decongestionanti e analgesiche. Si suppone che la bromelina sia in grado di eliminare i neurotrasmettitori infiammatori, avviando così la riduzione di infiammazione, gonfiore e dolore. Per questo viene impiegata in caso di lesioni o interventi chirurgici.
Risultati positivi sono già stati ottenuti nel trattamento delle tendiniti all’articolazione della spalla: in uno studio preliminare i soggetti colpiti hanno ricevuto la bromelina in combinazione con la rutina, un polifenolo dall’azione antinfiammatoria, e l’enzima tripsina, assieme a consulenza alimentare e agopuntura. Un altro gruppo è stato invece trattato con un placebo ed esercizi di movimento. Entrambi i gruppi hanno fatto registrare risultati positivi, tuttavia con un miglioramento nettamente superiore della funzione della spalla nel gruppo della bromelina, i cui soggetti hanno inoltre riportato un miglioramento della qualità della vita.
Questo effetto non può essere ascritto con certezza alla sola bromelina e deve essere oggetto di ulteriori indagini in studi di alto profilo. In virtù della sua azione decongestionante e antinfiammatoria, la sua assunzione vale in ogni caso un tentativo.
Bromelina: dosaggio e consigli sull’assunzione
Per il trattamento di gonfiori in presenza di infiammazioni gli esperti in micronutrienti consigliano da 1.000 a 3.000 unità F.I.P. di bromelina al giorno, da assumere a stomaco vuoto tra i pasti, meglio se una mezz’ora prima di sedersi a tavola o due ore dopo aver mangiato, per assicurarne un effetto ottimale. La dose va suddivisa in più porzioni da distribuire nel corso della giornata.
La bromelina andrebbe assunta per un massimo di quattro o cinque giorni. L’uso prolungato deve essere discusso con un medico.
Bromelina: da considerare in caso di gravidanza, allattamento, assunzione di farmaci e malattie
In assenza di studi sufficienti in merito, la bromelina non andrebbe assunta durante la gravidanza e l’allattamento senza prima averne discusso con un medico.
La bromelina può aumentare l’assorbimento degli antibiotici a livello intestinale e amplificarne gli effetti collaterali. I farmaci in questione includono, ad esempio, eritromicina (come Eritrocina®, Lauromicina®), claritromicina (come Clamodin®, Claritrol®), tetracicline (come Farmodoxi®), inibitori della DNA girasi (Ciproxin®) e chinoloni (Avalox®).
La bromelina non andrebbe assunta con gli anticoagulanti perché aumenta il rischio di emorragia. Al gruppo appartengono i derivati cumarinici (ad esempioCoumadin®), l’eparina (Hirudoid®) e l’acido acetilsalicilico (ASA come Aspirina®).
Per lo stesso motivo la bromelina va sospesa prima di un intervento chirurgico. Si consiglia prudenza anche a chi soffre di coagulopatie.
Nei soggetti ipertesi l’assunzione di dosi elevate di bromelina può provocare aritmie cardiache o un aumento dei battiti e deve pertanto essere prima concordata con un medico.
Gli acidi grassi omega-3 alleviano le infiammazioni
Meccanismo d’azione degli acidi grassi omega-3
Gli acidi grassi omega-3, di cui fanno parte gli acidi grassi polinsaturi eicosapentaenoico (EPA) e docosaesaenoico (DHA), hanno proprietà antinfiammatorie e riducono la produzione di determinati neurotrasmettitori delle infiammazioni. Un’alimentazione in grado di contrastare i processi flogistici potrebbe rivelarsi utile nel trattamento di una tenosinovite.
Nell’ambito di uno studio di alto livello, i ricercatori hanno analizzato l’azione degli acidi grassi omega-3 sulle tenosinoviti e i dolori concomitanti a carico della spalla. I 73 partecipanti hanno ricevuto gli acidi grassi o un placebo. Gli acidi grassi omega-3 hanno alleviato i dolori, con un effetto positivo sulle limitazioni dei soggetti, anche se minimo.
Anche nel corso di un lavoro di revisione gli scienziati hanno trovato solo uno studio che mostrava un’efficacia ridotta degli acidi grassi omega-3 abbinati a sostanze antiossidanti, condotto su pazienti affetti da malattie dei tendini di natura non infiammatoria.
L’efficacia degli acidi grassi omega-3 contro le tenosinoviti deve essere oggetto di ulteriori sperimentazioni cliniche, ma il loro potere antinfiammatorio è generalmente riconosciuto. La loro assunzione è pertanto consigliata a supporto della terapia delle tenosinoviti.
Acidi grassi omega-3: dosaggio e consigli sull’assunzione
Una dose giornaliera di 2.000 milligrammi di acidi grassi omega-3, preferibilmente con una percentuale elevata di EPA (almeno 1.000 milligrammi) dal forte potere antinfiammatorio, si è dimostrata efficace in presenza di processi flogistici. Il fabbisogno può essere facilmente soddisfatto con il consumo di pesce o con l’assunzione di capsule. I preparati di alta qualità contengono olio purificato di pesce o olio di krill, puro per natura.
Gli acidi grassi omega-3 vanno assunti insieme ai pasti perché il loro assorbimento necessita dei lipidi contenuti nei cibi.
Acidi grassi omega-3: esami di laboratorio
Un controllo del livello degli acidi grassi può essere utile soprattutto in presenza di infiammazioni ricorrenti. L’indice omega-3 consente di rilevare la presenza di acidi grassi omega-3 nel sangue, misurando la loro quantità nei globuli rossi. L’indice è espresso in percentuale e dovrebbe essere superiore all’otto percento.
Acidi grassi omega-3: da considerare in caso di malattie e assunzione di farmaci
In caso di malattie epatiche, pancreatite e colecistite acute si dovrebbero evitare gli acidi grassi omega-3. Anche chi soffre di coagulopatie dovrebbe discutere con il proprio medico l’eventualità del loro impiego.
Gli acidi grassi omega-3 fluidificano il sangue e, a partire da dosi di 1.000 milligrammi, possono amplificare l’effetto degli anticoagulanti, tra cui i derivati cumarinici (come Coumadin®). A questi pazienti si consiglia di rivolgersi al proprio medico, che può eventualmente aggiustare la dose dei medicinali.
L’assunzione degli acidi grassi omega-3 andrebbe sospesa prima di un intervento chirurgico programmato a causa della loro azione anticoagulante, richiedendo il parere del proprio medico.
Dosaggi in breve
Dosi giornaliere consigliate in caso di tenosinoviti | |
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Vitamine | |
Vitamina C | da 100 a 200 milligrammi (mg) |
Enzimi e polifenoli | |
Bromelina | da 1.000 a 3.000 unità F.I.P. |
Resveratrolo | da 5 a 10 milligrammi |
Curcumina | da 20 a 50 milligrammi |
Altri nutrienti | |
Glucosammina | 1.500 milligrammi |
Condroitina | 800 milligrammi |
Acido ialuronico | da 50 a 100 milligrammi |
Acidi grassi omega-3 | 2.000 milligrammi con elevata percentuale di EPA (almeno 1.000 milligrammi) |
Esami di laboratorio consigliati in breve
Esami di laboratorio consigliati in caso di tenosinovite | |
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Valori normali | |
Indice omega-3 | superiore all’8 percento (%) |
Sostegno ai farmaci tramite i micronutrienti
Le vitamine del gruppo B rafforzano l’effetto analgesico dei FANS
Le vitamine del gruppo B possono favorire l’azione analgesica dei FANS, consentendo di limitare la quantità dei farmaci e, di conseguenza, anche gli effetti collaterali. È questo il caso soprattutto delle vitamine B1, B6 e B12, che contribuiscono alla costituzione dello strato protettivo che avvolge i nervi, evitando reazioni di ipersensibilità del tessuto al dolore. La vitamina B12 inibisce inoltre le infiammazioni.
Nell’ambito di uno studio di alto profilo, i ricercatori hanno analizzato l’azione delle vitamine del gruppo B in combinazione con diclofenac (ad esempio Voltaren®, Akis®). Nel gruppo della vitamina B i dolori al ginocchio sono diminuiti in misura maggiore rispetto al gruppo del diclofenac. Risultati analoghi sono forniti da uno studio di rilevanza clinica su 123 pazienti con sindromi dolorose acute. La somministrazione delle vitamine B1, B6 e B12 ha permesso di ridurre le dosi del principio attivo analgesico diclofenac, che ha inoltre fatto registrare un’azione più rapida in combinazione con le vitamine del gruppo B, come confermato da numerosi studi, alcuni di carattere clinico.
A supporto della terapia con diclofenac si consiglia la somministrazione quotidiana di 50-100 milligrammi di vitamina B1 e B6, nonché di 250-1.000 microgrammi di vitamina B12.
Dosaggi in breve
Dosi giornaliere quotidiane in caso di assunzione di FANS | |
---|---|
Vitamina B1 | da 50 a 100 milligrammi (mg) |
Vitamina B6 | da 50 a 100 milligrammi |
Vitamina B12 | da 250 a 1.000 microgrammi (µg) |
Riepilogo
La tenosinovite è un’infiammazione dolorosa che colpisce la guaina tendinea, solitamente provocata da sollecitazioni eccessive ma favorita anche da malattie come i reumatismi. Il trattamento classico prevede l’immobilizzazione della parte interessata e l’impiego di unguenti, gel raffreddanti e analgesici contro il dolore.
Determinate vitamine e altre sostanze possono contribuire al rafforzamento delle guanine tendinee. Glucosammina e condroitina sono elementi costitutivi di cartilagine e tessuto connettivo e rinforzano le guaine tendinee, oltre a svolgere un’azione antinfiammatoria. L’acido ialuronico lubrifica invece la superficie di scorrimento tra tendine e guaina ed è a sua volta attivo contro le infiammazioni.
La vitamina C favorisce la produzione del collagene. Una sua carenza può provocare l’indebolimento del tessuto connettivo. I polifenoli resveratrolo e curcumina hanno un effetto antiossidante. Prevengono lo stress ossidativo, spesso presente in caso di infiammazione. La bromelina ha proprietà decongestionanti e antinfiammatorie, e nella medicina dei micronutrienti viene impiegata soprattutto contro il gonfiore. Anche gli acidi grassi omega-3 alleviano le infiammazioni e riducono la produzione di determinati marcatori infiammatori.
Le vitamine B1, B6 e B12 migliorano l’efficacia degli analgesici, soprattutto del diclofenac, consentendo spesso di ridurne le dosi.
Indice degli studi e delle fonti
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