La curcumina è il pigmento della radice di curcuma e viene generalmente usata come colorante e come spezia. Grazie al suo effetto antinfiammatorio, contribuisce attivamente alla protezione delle cellule. Scoprite qui per quali patologie può essere d’aiuto la curcumina e come viene utilizzata nella medicina dei micronutrienti.
Proprietà della curcumina e presenza negli alimenti
Proprietà della curcumina
La curcumina appartiene ai flavonoidi secondari, o, più precisamente, ai polifenoli. I flavonoidi secondari sono prodotti dalla pianta in aggiunta alle sostanze fondamentali per la sua vita. Molti di essi hanno un effetto salutare per l’organismo perché esercitano un’attività antiossidante e antinfiammatoria.
La curcumina è il pigmento della radice della curcuma, chiamata anche radice gialla (Curcuma Longa), da cui prende il nome. Si tratta di una sostanza naturale che tuttavia può essere anche sintetizzata. La curcumina è scarsamente idrosolubile, ma è liposolubile. Inoltre, è fotosensibile, pertanto le spezie contenenti curcuma dovrebbero essere sempre conservate al buio.
Presenza negli alimenti
La curcumina è uno dei componenti della radice della curcuma, utilizzata come spezia, anche se in media ne contiene solo il 3 percento. La curcumina può essere usata come colorante naturale negli alimenti, ad esempio nei prodotti da forno, nella senape o nel purè di patate. Viene quindi utilizzata anche come additivo alimentare con la sigla E100.
La curcuma è presente inoltre nel curry in polvere o in altre miscele di spezie usate nella cucina asiatica. Il contenuto di curcumina nel curry in polvere, tuttavia, è davvero minimo e soggetto a forti oscillazioni.
Fonti di curcumina: | Percentuale |
---|---|
Curcuma | 3 |
Funzioni nell’organismo
L’assorbimento della curcumina nell’organismo
La curcumina viene assunta con l’alimentazione, viene assorbita nell’intestino e da qui raggiunge poi le cellule. L’organismo non è in grado di assorbire in modo ottimale la curcumina perché è liposolubile ma scarsamente idrosolubile: la sua "biodisponibilità" è quindi scarsa. Se riscaldata o disciolta in olio, l’organismo è in grado di metabolizzarla meglio.
Consiglio
Per migliorarne la disponibilità nei preparati, i produttori possono adottare diverse soluzioni. Qui troverete tutto quello che c’è da sapere su un buon preparato.
La curcumina rimane nella circolazione sanguigna per breve tempo e, quindi, anche la sua efficacia è ridotta.
Quali funzioni svolge la curcumina?
La curcumina agisce principalmente come antiossidante e antinfiammatorio.
Protezione cellulare: la curcumina protegge le cellule e ha un effetto antinfiammatorio. È in grado di contrastare lo sviluppo delle cellule tumorali e favorisce la morte cellulare programmata (apoptosi). Per questo motivo gli scienziati stanno discutendo il suo potenziale utilizzo nelle terapie antitumorali, sia in fase preventiva che terapeutica.
Infiammazioni: la curcumina allevia ogni tipo di infiammazione. È stata testata in presenza di infiammazioni articolari, intestinali e oculari (uveiti). Potrebbe essere efficace anche nel trattamento di cistite, prostatite e intestino irritabile. La curcumina viene anche usata a livello sperimentale per ridurre le infiammazioni post-operatorie. È inoltre impiegata per combattere i sintomi della gastrite causata dal batterio Helicobacter pylori (ma non contrasta il batterio in sé).
Disintossicazione: i metalli pesanti come l’arsenico causano danni ossidativi nell’organismo, che possono essere ridotti con la curcumina, come dimostrato in alcuni soggetti contaminati dall’arsenico.
Pelle: la curcumina ha un effetto antinfiammatorio. Per questo la curcuma è presente anche nelle pomate contro le malattie cutanee, ad esempio la psoriasi.
Apparato scheletrico: la curcumina contrasta l’attività delle cellule che attaccano la massa ossea. Potrebbe quindi essere un valido aiuto naturale per le persone affette da osteoporosi. Si attendono studi approfonditi.
Sangue: la curcumina contribuisce ad aumentare la produzione di globuli bianchi da parte dell’organismo. Inoltre, è in grado di ottimizzare l’assorbimento dell’ossigeno.
Impiego in caso di malattie
Curcumina e diabete mellito
In virtù del suo effetto antiossidante e antinfiammatorio, la curcumina è stata oggetto di studi che ne hanno esaminato l’efficacia nella prevenzione e nel trattamento del diabete mellito.
Prevenzione: uno studio di alto livello condotto su 240 pazienti ha dimostrato come la curcumina blocchi lo sviluppo del diabete da una condizione di partenza di pre-diabete. La metà dei pazienti ha ricevuto ogni giorno 1.500 milligrammi di curcumina, mentre all’altra metà è stato somministrato un placebo. Dopo nove mesi, 19 soggetti in studio che avevano ricevuto il placebo hanno sviluppato una forma evidente di diabete, mentre nei membri del gruppo trattato con curcumina non è stato riscontrato alcun sintomo. Si presume che la curcumina protegga le cellule beta pancreatiche che producono insulina e riduca in generale la glicemia nel sangue.
Mitigazione: uno studio condotto su topi malati di diabete ha dimostrato l’efficacia della curcumina in caso di patologia conclamata: la somministrazione dello 0,5 percento di curcumina nell’alimentazione per quattro settimane ha ridotto sensibilmente la glicemia nei topi sottoposti a studio. Lo stesso risultato è stato evidenziato in un primo studio condotto sull’uomo.
Inoltre, la curcumina migliora i valori di infiammazione nei pazienti diabetici e riduce lo stress ossidativo, collegato allo sviluppo del diabete e a varie complicanze e malattie conseguenti.
Dopo molti anni, infatti, il diabete può ad esempio danneggiare i reni e portare alla presenza di proteine nell’urina. È stato dimostrato che la polvere estratta dalla radice della curcuma è in grado di alleviare anche questo sintomo, ma i dati disponibili riguardano solo un periodo di due-tre mesi. È quindi necessario condurre studi più approfonditi per ottenere dati più precisi.
Informazioni
La curcumina, somministrata in dosi terapeutiche, potrebbe ridurre la glicemia nei diabetici. Le persone che si iniettano anche dosi di insulina o che assumono altri antidiabetici devono sottoporsi a controlli molto accurati della glicemia per evitare l’ipoglicemia.
Si consiglia di assumere un massimo di 1.500 milligrammi di curcumina per ottenere un effetto preventivo e protettivo.
La curcumina abbassa il livello di lipidi nel sangue
Livelli lipidici elevati rappresentano un fattore di rischio per malattie cardiovascolari quali ictus o infarto cardiaco. I vasi si restringono soprattutto a causa degli accumuli di colesterolo LDL ossidato che provoca danni e favorisce l’insorgenza dell’arteriosclerosi.
Un metastudio, che ha analizzato sette studi per arrivare a conclusioni affidabili, ha dimostrato che la curcumina aiuta ad abbassare i livelli di colesterolo. Inoltre, ha un effetto antiossidante e riduce lo stress ossidativo nelle persone maggiormente esposte al rischio di malattie cardiovascolari.
Secondo un altro metastudio, la curcumina riduce anche il livello di trigliceridi nel sangue e aumenta il colesterolo "buono" (HDL), che protegge i vasi prelevando il colesterolo dalle cellule e trasportandolo al fegato, dove viene eliminato.
I medici specializzati in micronutrienti consigliano di assumere fino a 1.000 milligrammi di curcumina al giorno per ridurre i livelli di lipidi nel sangue.
La curcumina è efficace contro l’Alzheimer?
L’assunzione di flavonoidi antiossidanti e antinfiammatori, tra cui la curcumina, può potenzialmente ridurre il rischio di soffrire di Alzheimer. Inoltre, i ricercatori credono che la curcumina sia in grado di bloccare la formazione di accumuli dannosi nel cervello, anche se i dati in proposito sono ancora contraddittori.
Risultati negativi: uno studio clinico condotto su 36 soggetti con evidenti sintomi dell’Alzheimer che prevedeva la somministrazione a ogni soggetto di 2.000 o 4.000 milligrammi di curcumina al giorno o di un placebo per un periodo di 24 settimane non ha evidenziato alcun miglioramento. Anche uno studio successivo su 34 pazienti, ai quali sono stati somministrati 4.000 milligrammi di curcumina o un placebo, non ha dimostrato alcuna efficacia di tale sostanza.
Risultati positivi: nel 2012, un’analisi di svariati studi clinici condotti in Giappone è arrivata alla conclusione che la somministrazione di 100 milligrammi di curcumina al giorno per un anno migliora la qualità della vita dei pazienti, con i primi cambiamenti positivi visibili dopo dodici settimane.
Inoltre, somministrata ad anziani sani, la curcumina ha contrastato la perdita di memoria. Infatti, mentre il gruppo al quale è stato somministrato un placebo ha mostrato una riduzione della funzione cognitiva dopo sei mesi, il gruppo che ha ricevuto 1.500 milligrammi di curcumina al giorno non ha presentato alcun peggioramento. Questo lascia supporre che la curcumina potrebbe essere più efficace in una prima fase dell’Alzheimer rispetto ad una fase più avanzata, in cui la malattia è già conclamata. Sono tuttavia necessari ulteriori studi.
Previa consultazione medica, si consiglia di assumere da 600 a 1.500 milligrammi di curcumina.
La curcumina migliora la digestione dei grassi e i disturbi digestivi
Oltre a numerosi altri effetti, la radice della curcuma è nota soprattutto per la sua capacità di favorire la digestione. I suoi componenti, tra cui anche la curcumina, stimolano la produzione di acidi biliari nel fegato, che si legano ai grassi alimentari rendendoli più digeribili. La curcuma aiuta quindi a contrastare la pesantezza di stomaco e la flatulenza.
Il suo effetto positivo sulla digestione è stato confermato con successo da evidenze cliniche in studi condotti sugli animali e sull’uomo. In questi studi è stato dimostrato che la curcumina aumenta di fino al 62 percento la produzione di acidi biliari. La sua assunzione è quindi indicata in caso di sindrome dell’intestino irritabile o di cistifellea debole.
Per favorire la digestione si consigliano 180 milligrammi di curcumina al giorno.
La curcumina contro le malattie infiammatorie intestinali
Le cause delle malattie infiammatorie croniche intestinali come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn sono tuttora sconosciute. Si sa solo che in questi casi si osserva la produzione di una serie di sostanze che causano un’infiammazione intestinale duratura. Si presume che la curcumina allevi le malattie infiammatorie croniche intestinali e prevenga ulteriori riacutizzazioni.
Prevenzione: in uno studio clinico condotto su 89 pazienti con colite ulcerosa, la metà dei soggetti è stata trattata per sei mesi con 2.000 milligrammi al giorno di curcumina e la restante metà con un placebo. Dopo sei mesi, il numero di pazienti che ha presentato una riacutizzazione è stato di gran lunga inferiore nel gruppo che ha ricevuto la curcumina rispetto ai soggetti del gruppo di controllo.
Trattamento: un altro studio condotto su dieci pazienti ha confermato il risultato positivo durante una riacutizzazione dell’infiammazione: per un mese i soggetti avevano ricevuto 1.100 milligrammi di curcumina al giorno e per altri due mesi la dose era stata aumentata fino a 1.650 milligrammi. Al termine del trattamento si è registrata una sensibile remissione dei sintomi della malattia.
In caso di patologie infiammatorie intestinali si consiglia una dose di curcumina compresa tra 1.100 e 2.000 milligrammi.
L’efficacia della curcumina in caso di reumatismi e artrosi
La medicina dei micronutrienti utilizza le proprietà antinfiammatorie della curcumina nella cura di varie patologie articolari accompagnate da manifestazioni infiammatorie.
Reumatismi: uno studio clinico ha testato con successo l’efficacia dell’estratto di curcumina sia da solo che in combinazione con il diclofenac (ad esempio Diclofan®). Quarantacinque pazienti affetti da artrite reumatoide attiva sono suddivisi in modo casuale in tre gruppi e hanno ricevuto:
- 500 milligrammi di curcumina,
- 50 milligrammi di diclofenac oppure
- 500 milligrammi di curcumina più 50 milligrammi di diclofenac.
Dopo otto settimane si è registrato un miglioramento della malattia in tutti e tre i gruppi di trattamento, ma soprattutto in quello dove i pazienti avevano ricevuto solo la curcumina. Si può quindi concludere che la curcumina potrebbe avere un’efficacia simile o migliore rispetto al diclofenac, con effetti collaterali di gran lunga inferiori. Sono tuttora in corso altri studi mirati per confermare questo risultato.
Artrosi: La curcumina ha migliorato i livelli di stress ossidativo nei pazienti con artrosi, rafforzando il loro sistema immunitario antiossidante naturale. Questo lascia supporre che la curcumina sia in grado di proteggere la cartilagine articolare da ulteriori danni.
Inoltre, i ricercatori credono che possa anche ridurre i dolori articolari nei pazienti con artrosi. Nonostante questo risultato non si manifesti in tutti i pazienti, tre studi medici di alto livello ne hanno dimostrato l’efficacia: rispetto al placebo, i dolori sono diminuiti e la mobilità articolare è migliorata.
Affinché la curcumina possa essere utile negli stati infiammatori (ad esempio in caso di reumatismi e artrosi), la dose consigliata è di 500-1.000 milligrammi. Il dosaggio appropriato andrebbe comunque concordato con il medico.
La curcumina contro i tumori
La curcumina ha un effetto antinfiammatorio e antiossidante, in altre parole protegge le cellule dai danni perché contrasta la formazione dei radicali liberi e l’efficacia di alcune sostanze che favoriscono l’infiammazione.
Arresto dello sviluppo tumorale: in uno studio sugli animali condotto nel 2009, i ricercatori hanno scoperto che l’effetto antiossidante della curcumina e della piperina arrestava la proliferazione delle cellule tumorali. L’assunzione di curcumina, idealmente in combinazione con la piperina, può quindi contribuire a prevenire i tumori. La piperina è una sostanza contenuta nel pepe nero che migliora la biodisponibilità della curcumina.
Blocco dello sviluppo del tumore: alcuni studi hanno dimostrato che la curcumina è in grado di bloccare la proliferazione delle cellule tumorali. Anche in questo caso la curcumina e la piperina si integrano, rafforzando la reciproca efficacia. Inoltre, la curcumina favorisce la morte programmata (apoptosi) delle cellule tumorali, senza danneggiare quelle sane.
La sua efficacia antitumorale è stata studiata anche in soggetti con tumore alla prostata. Studi di laboratorio hanno dimostrato che la curcumina contrasta la riproduzione cellulare e la formazione di sostanze che favoriscono l’infiammazione. In tali studi è stato registrato un arresto dei processi infiammatori alla base della genesi del tumore. Inoltre, la curcumina ha azionato diversi meccanismi in grado di favorire la morte delle cellule tumorali
e ha influito positivamente su una terapia antitumorale in termini di efficacia ed effetti collaterali.
Per prevenire i tumori si consiglia di assumere ogni giorno fino a 2.000 milligrammi di curcumina, anche se la dose appropriata per il trattamento o la prevenzione va concordato con il proprio medico curante.
Panoramica delle dosi consigliate in caso di malattie
Dosi giornaliere consigliate di curcumina in milligrammi (mg) | |
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Diabete mellito | 1.500 |
Aumento del livello di lipidi nel sangue | 1.000 |
Alzheimer | da 600 a 1.500 |
Problemi digestivi | 180 |
Malattie infiammatorie croniche intestinali | da 1.100 a 2.000 |
Reumatismi e artrosi | da 500 a 1.000 |
Prevenzione dei tumori | 2.000 |
Uso insieme ai farmaci
La curcumina migliora la terapia in caso di malattie infiammatorie croniche intestinali
In presenza di malattie infiammatorie croniche intestinali si ricorre a farmaci antinfiammatori che prevengono una nuova riacutizzazione della malattia, ma purtroppo la loro efficacia non è sempre affidabile. La curcumina potrebbe migliorare l’efficacia di farmaci quali la sulfasalazina (Salazopyrin En® o Colo-Pleon®) o la mesalazina (come Argonal®, Asacol®).
In uno studio clinico condotto su 89 pazienti con colite ulcerosa, 45 hanno ricevuto 1.000 milligrammi di curcumina dopo la colazione e 1.000 milligrammi dopo la cena unitamente ai farmaci standard sulfasalazina o mesalazina. Il gruppo di controllo composto da 44 persone ha ricevuto invece solo i farmaci, senza la curcumina. Dopo sei mesi sono state analizzate le ricadute: nel gruppo che aveva ricevuto la curcumina solo il cinque percento circa ha presentato una ricaduta, contro il 20 percento circa riscontrato nel gruppo di controllo.
La curcumina è un valido supporto nella terapia antitumorale e ne riduce gli effetti collaterali
Nell’ambito della medicina dei micronutrienti la curcumina è considerata un promettente coadiuvante della chemioterapia e della radioterapia. Studi di laboratorio e sugli animali dimostrano che la curcumina accelera l’efficacia antitumorale dei derivati del platino, della doxorubicina e del 5-fluorouracile. Con l’assunzione della curcumina, ad esempio, le cellule tumorali di seno, intestino o prostata sono risultate più reattive e hanno risposto meglio alla terapia
Inoltre, la curcumina riduce anche gli effetti collaterali della terapia antitumorale. In uno studio condotto su 30 donne con tumore al seno è stato osservato che, rispetto a un placebo, 6.000 milligrammi di curcumina al giorno riducono le infiammazioni della pelle dopo un ciclo di radioterapia (dermatite da radiazioni). Una soluzione a base di curcumina ha avuto un effetto positivo sulla gola dei pazienti con un tumore nella zona della testa e del collo, perché è stata in grado di attenuare le infiammazioni della mucosa orale conseguenti alla chemioterapia e radioterapia.
Le dosi sono comprese tra 3.600 e 6.000 milligrammi al giorno, ma l’assunzione di curcumina in combinazione con la terapia antitumorale deve essere discussa con l’oncologo curante.
Dosaggi consigliati in breve
Dosi giornaliere di curcumina consigliate in milligrammi (mg) | |
---|---|
Mesalazina e sulfasalazina | 2.000 |
Terapia antitumorale | fino a 6.000 |
Consigli sull’assunzione
Quando e come andrebbe assunta la curcumina?
Poiché l’organismo non è in grado di assorbire correttamente la curcumina, il suo apporto tramite l’alimentazione non è sufficiente per ottenere l’efficacia necessaria in caso di malattia. Inoltre, il contenuto complessivo di curcumina nella spezia in polvere è del 2-7 percento, quindi molto ridotto. Per raggiungere la dose giornaliera efficace si dovrebbero assumere ogni giorno diversi cucchiaini di curcuma.
Per questo i medici specializzati in micronutrienti consigliano di scegliere preparati a base di curcumina con un’elevata biodisponibilità, ad esempio con l’aggiunta di piperina. I preparati a base di curcumina con estratto di curcuma sono disponibili in commercio sotto forma di compresse o capsule e contengono una dose di curcumina di gran lunga maggiore rispetto alla radice fresca o essiccata. L’estratto consente di raggiungere più facilmente la dose efficace.
La curcumina andrebbe assunta insieme ai pasti perché il cibo ne migliora la tollerabilità a livello gastrico. Inoltre, i grassi introdotti con l’alimentazione ne agevolano l’assorbimento. Se si utilizza la radice fresca, gli oli eterici in essa contenuti ne aumentano la biodisponibilità. Poiché viene metabolizzata molto rapidamente all’interno dell’organismo, la curcumina andrebbe assunta suddivisa in diverse dosi nell’arco della giornata.
Come si può riconoscere un buon preparato a base di curcumina?
I preparati di qualità contengono estratti con una quantità di curcumina verificata e il più possibile libera. Può infatti essere presente anche in altri legami (solfati o glucuronide), ma perde la sua efficacia.
Occorre dunque assicurarsi che i preparati abbiamo una buona biodisponibilità. Spesso la curcumina è combinata con la piperina (chiamata anche piperidina o bioperina) contenuta nel pepe. La piperina evita che la curcumina venga trasformata in legami inefficaci nell’intestino e nel fegato. La Food and Drug Administration statunitense ha riconosciuto come sicura (GRAS-Status) la combinazione di curcumina e piperina. GRAS è l’acronimo di "generalmente riconosciuto come sicuro" (in inglese: Generally Recognized As Safe).
Inoltre, i preparati di qualità sono il più possibile privi di additivi, ad esempio esaltatori di sapidità e aromi.
Sovradosaggio, interazioni e avvertenze in caso di gravidanza
Esiste il rischio di sovradosaggio di curcumina?
La European Scientific Cooperative on Phytotherapy (ESCOP) e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) consigliano una dose giornaliera massima di 3.000 milligrammi di polvere di curcuma contenente da 90 a 210 milligrammi di curcumina. Per un periodo di tempo determinato e sotto controllo medico, i medici specializzati in micronutrienti consigliano anche dosi superiori.
Studi dimostrano che la tolleranza alla curcumina varia da persona a persona. In alcuni soggetti già dosi comprese tra 500 e 4.000 milligrammi possono causare problemi quali disturbi gastrointestinali come diarrea, nausea o mal di pancia. Sono stati osservati anche mal di testa ed eruzioni cutanee. Si consiglia di interrompere l’assunzione di curcumina alla comparsa dei primi disturbi. Al contrario, in altre persone una singola assunzione anche di una dose maggiore di curcumina non causa alcun effetto collaterale acuto.
Si dovrebbe evitare di assumere dosi elevate di curcumina (da 4.000 a 12.000 milligrammi) per più di tre mesi perché non sono stati condotti studi per periodi di tempo così prolungati.
Informazioni
Occorre però fare una distinzione tra un uso prolungato a titolo preventivo e un’assunzione limitata nel tempo a dosi elevate per curare patologie e sintomi corrispondenti. In caso di disturbi epatobiliari e di calcoli biliari, l’assunzione di curcumina andrebbe discussa con il proprio medico.
In alcune persone, inoltre, la curcumina potrebbe alterare i valori epatici, che andrebbero sempre monitorati in caso di assunzione prolungata. L’assunzione per lunghi periodi potrebbe peggiorare una carenza di ferro già conclamata. La soluzione migliore sarebbe interrompere l’assunzione dopo tre mesi.
Interazioni con i farmaci
Sono possibili interazioni tra la curcumina e i farmaci e altri micronutrienti, ma finora non ci sono stati riscontri univoci negli studi sugli esseri umani. Studi di laboratorio hanno dimostrato che la curcumina blocca la funzione degli enzimi epatici normalmente preposti al metabolismo dei farmaci. Pertanto, si consiglia di valutare con il proprio medico l’eventuale assunzione insieme ad altri farmaci.
Nei ratti la curcumina ha influenzato la disponibilità del warfarin (Coumadin®) e del clopidogrel (Iscover®, Plavix®) per l’organismo, ma non è stato possibile determinarne l’influenza sulla coagulazione. Per sicurezza, si consiglia di assumere la curcumina insieme ad anticoagulanti tenendo sempre sotto controllo la velocità di coagulazione del sangue.
Avvertenze in caso di malattie dell’apparato digerente
Non utilizzare la curcumina in presenza di calcoli biliari perché stimola la produzione degli acidi biliari. Se un calcolo blocca l’aumento del flusso biliare, il disturbo può aggravarsi sfociando in una colica biliare. Un "eccesso" di bile può anche causare diarrea, quindi chi soffre di diarrea acuta dovrebbe rinunciare alla curcumina.
La curcumina è consentita durante la gravidanza e l’allattamento?
Gli studi finora condotti non sono sufficienti per consigliarne l’assunzione durante la gravidanza e l’allattamento.
Riepilogo
La curcumina, il pigmento vegetale di colore giallo estratto dalla radice della curcuma, può essere utilizzato in diverse malattie grazie alle sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.
La curcumina può essere d’aiuto in caso di problemi di digestione e infiammazioni, come le malattie infiammatorie croniche intestinali, la gastrite e l’intestino irritabile. Inoltre, sono stati ottenuti risultati positivi sulla sua efficacia antinfiammatoria in caso di reumatismi e artrosi, anche se dovrebbero essere suffragati da ulteriori studi. La curcumina interviene anche sui focolai infiammatori nel cervello e potrebbe agire positivamente sul decorso dell’Alzheimer.
In caso di diabete, in determinate situazioni la curcumina è in grado di ridurre il livello di glicemia nel sangue e, se assunta al momento della comparsa dei primi sintomi diabetici, potrebbe anche bloccarne lo sviluppo. Potrebbe altresì migliorarne le complicazioni come i danni renali e i valori di infiammazione. Questa sostanza può inoltre abbassare il livello dei lipidi nel sangue e ridurre così il rischio di contrarre malattie cardiovascolari. I primi studi condotti sull’efficacia della curcumina su diversi tipi di tumori sono promettenti.
In generale, la curcumina è un principio attivo interessante e tollerabile, ma sono necessari molti altri dati sulla sua efficacia, soprattutto in caso di assunzione per lunghi periodi.
Indice degli studi e delle fonti
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