La vitamina E è un importante antiossidante che protegge i tessuti del corpo dai radicali liberi e sembra prevenire le malattie degenerative della vecchiaia. Oltre alla sua funzione preventiva, la vitamina E migliora spesso anche le patologie in essere come i problemi vascolari, articolari e neurologici nonché le malattie infiammatorie. Leggete qui come la vitamina E viene utilizzata nella medicina dei micronutrienti e quando si rischia una carenza.
Caratteristiche e presenza negli alimenti
Caratteristiche e forme della vitamina E
La vitamina E è una vitamina liposolubile con proprietà antiossidanti. In senso stretto non si tratta di un composto, ma di un nome collettivo per svariate sostanze simili. In natura i due sottogruppi più frequenti sono tocoferoli e tocotrienoli. Si distinguono poi otto diverse varianti: alfa, beta, gamma e delta tocoferoli e alfa, beta gamma e delta tocotrienoli. Si tratta di un dato importante, perché i prodotti di sintesi spesso contengono solo l'alfa tocoferolo.
Il corpo umano non è in grado di produrre vitamina E, che deve quindi assumere con l'alimentazione.
Presenza negli alimenti
La vitamina E è contenuta solo negli alimenti vegetali, tra cui ottime fonti sono gli oli vegetali e le noci. La quantità delle varie forme di vitamina E varia a seconda degli alimenti: alcuni contengono più tocoferoli, altri invece più tocotrienoli. Tuttavia le fonti naturali presentano sempre delle combinazioni di tutte le forme di vitamina E (complesso della vitamina E).
- L'olio di girasole ha una percentuale maggiore di alfa tocoferolo rispetto a quello di soia.
- La vitamina E contenuta nella soia è principalmente rappresentata da gamma tocoferolo.
La tabella seguente mostra gli alimenti che contengono vitamina E:
Le 5 migliori fonti di vitamina E | Milligrammi (mg) per 100 calorie (kcal) | Milligrammi per 100 grammi (g) |
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Olio di germi di frumento | 20 | 151 |
Olio di girasole | 6 | 62 |
Olio di cardo | 5 | 45 |
Margarina | da 1,4 a 4,3 | da 10 a 30 |
Olio di oliva | 2 | 12 |
Gli alimenti trattati come la margarina, a cui solitamente viene aggiunta la vitamina E, ne presentano quantità molto variabili (da 10 a 30 milligrammi per 100 grammi).
Fabbisogno e funzioni nel corpo
Qual è il fabbisogno giornaliero di vitamina E?
La definizione di una dose quotidiana è resa complicata dall'esistenza di diverse forme di vitamina E. Per questo le quantità indicate si riferiscono sempre all'ialfa tocoferolo.
L'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) fornisce i valori indicativi per un'assunzione giornaliera adeguata di vitamina E. Nella situazione ottimale gli adulti dovrebbero assumere, a seconda del sesso, da 11 a 13 milligrammi di vitamina E. L'EFSA parte dal presupposto che questa quantità giornaliera sia sufficiente per le persone sane e che solitamente venga garantita da un'alimentazione equilibrata. I valori non sono validi per le persone malate o con un maggiore fabbisogno di vitamina E.
Assunzione giornaliera di vitamina E in milligrammi (mg) come alfa tocoferolo | |
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Ragazzi (da 15 a 17 anni) | da 11 a 13 |
Donne | 11 |
Uomini | 13 |
Donne incinte | 11 |
Madri che allattano | 11 |
Informazioni
Le dosi di vitamina E vengono comunemente indicate in milligrammi o in unità internazionali, dove un milligrammo corrisponde a 1,49 unità internazionali.
Assorbimento e depositi di vitamina E nell'organismo
La vitamina E raggiunge il sangue dall'intestino, per essere poi trasportata nel fegato. Qui, per la sua natura liposolubile, viene accorpata in unità di trasporto ricche di grassi e rilasciata poi nella circolazione sanguigna.
Il corpo umano dispone di un totale di circa due-cinque grammi di vitamina E e le riserve maggiori sono contenute nel tessuto adiposo, nelle ghiandole surrenali e nel fegato.
Quali sono le funzioni della vitamina E?
La vitamina E è parte integrante di tutte le cellule del corpo e si accumula nel loro rivestimento, la cosiddetta membrana cellulare.
Protezione delle cellule: La vitamina E ha la funzione principale di proteggere le cellule. Gli organi particolarmente ricchi di membrana sono quelli che ne hanno più bisogno: occhi e cervello, ma anche le cellule di muscoli, vasi e sangue contengono la vitamina E, che cattura i cosiddetti radicali liberi. Questi ultimi sono molecole molto reattive che possono danneggiare il patrimonio genetico e le membrane cellulari. Accelerano l'invecchiamento, le rughe, le malattie senili e, in determinate situazioni, causano anche il cancro. La vitamina E allevia anche gli effetti dannosi dei raggi UV o delle radiazioni sulla pelle.
Metabolismo: la vitamina E allevia le disfunzioni metaboliche, oltre ad abbassare il colesterolo e la glicemia in caso di diabete. Esperimenti sugli animali mostrano come la vitamina E riduca anche i danni a lungo termine causati da colesterolo e alti livelli di zucchero.
Apparato cardiocircolatorio: la vitamina E limita quindi anche diversi processi dannosi per le pareti dei vasi, che porterebbero a calcificazioni (arteriosclerosi) e malattie cardiocircolatorie.
Nervi: la vitamina E attenua lo stress ossidativo legato a neuropatie come Alzheimer, epilessia, Parkinson e sclerosi multipla.
Sistema immunitario: Esperimenti in laboratorio e sugli animali portano alla conclusione che la vitamina E rafforzi il sistema immunitario e ne favorisca le difese. Al contrario, l'alfa tocoferolo e il gamma e delta tocotrienolo rallentano l'attività del sistema immunitario e proteggono dalle infiammazioni incontrollate. In generale il complesso della vitamina E ha proprietà immunoregolatorie.
Ossa: In uno studio sugli animali è stato rilevato come la vitamina E (soprattutto i tocotrienoli) supporti l'accumulo di calcio nelle ossa e riduca la calcificazione ossea in caso di consumo di nicotina e carenza di estrogeni (come accade durante la menopausa).
Come riconoscere ed eliminare una carenza
Segni di una carenza di vitamina E
Una leggera carenza di vitamina E può non provocare disturbi tipici per molto tempo, ma questo non esclude la comparsa di danni. In presenza di livelli bassi di vitamina E è stato ad esempio osservato un aumento dello stress ossidativo nel tessuto, con un netto miglioramento della situazione in molti casi dopo un'integrazione di vitamina E. Nell'arco di molti anni, lo stress ossidativo accelera l'invecchiamento.
Una leggera carenza di vitamina E si presenta in forma strisciante con sintomi poco chiari come nervosismo, maggiore irritabilità o stanchezza. Inoltre possono manifestarsi disturbi neurologici come problemi di equilibrio e di coordinamento. In caso di carenza estrema, i danni minacciano il sistema nervoso con nevralgie e debolezza muscolare (anche del muscolo cardiaco). Anche le malattie da invecchiamento risultano più pericolose. Una grave carenza di vitamina E può risultare mortale.
Una lieve carenza di vitamina E può essere risolta senza strascichi, mentre nei casi più gravi non si può far altro che arrestare l'avanzamento dei disturbi conclamati. Le lesioni a carico dei nervi non possono essere eliminate.
Chi è colpito da una carenza di vitamina E?
Maggior consumo: il consumo di vitamina E aumenta in caso di stress ossidativo, causato da alimentazione non sana, inquinamento dell'aria, raggi UV o determinati farmaci , nonché da malattie infiammatorie.
Carenza di vitamina E: Esistono tre categorie a rischio di grave carenza di vitamina E:
- Persone con problemi nell'assorbimento dei grassi: a causa di disturbi nel tratto digestivo, questi soggetti non assorbono correttamente la vitamina E liposolubile. Questi disturbi possono originare da malattie infiammatore croniche intestinali, intolleranza al frumento (celiachia), mucoviscidosi, pancreatite o asportazione chirurgica dell'intestino tenue. A ciò si aggiunge anche una carenza dell'escrezione biliare: la digestione dei grassi viene ostacolata in presenza di malattie epatiche o di calcoli biliari.
- Anziani: livelli insufficienti di vitamina E possono essere causati anche da malnutrizione, ad esempio nelle persone anziane.
- Bambini prematuri: i bambini prematuri hanno bisogno di una quantità maggiore di vitamina E, di cui possono però costituire riserve limitate, con conseguenti anemie e carenza di vitamina E.
Difetti genetici: a oggi sono state individuate diverse mutazioni genetiche legate alla carenza di vitamina E. Nella rarissima "atassia con deficit isolato di vitamina E", ad esempio, il fegato non è in grado di metabolizzare la vitamina E, che di conseguenza non può essere rilasciata nel flusso sanguigno né utilizzata dal corpo.
Vitamina E: come determinare una carenza in laboratorio
Nella maggior parte dei casi i valori della vitamina E vengono determinati misurando il livello di alfa tocoferolo nel siero, che è la parte liquida del sangue senza cellule ematiche.
Il parere degli esperti
La vitamina E è liposolubile e per questo spesso legata con il colesterolo nell'organismo. Esami di laboratorio mostrano che le persone con colesterolo a livelli particolarmente elevati presentano valori della vitamina E altrettanto alti, sebbene la sua effettiva disponibilità sia ridotta. Un esame del sangue indicativo dovrebbe quindi misurare sempre anche i grassi totali e il rapporto tra colesterolo e vitamina E.
Alfa tocoferolo nel siero in micromoli per litro (µmol/l) | Rapporto tra l'alfa tocoferolo in micromoli per litro e il colesterolo in millimoli per litro (mmol/l) | |
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Carenza | inferiore a 12 o inferiore a 0,8 nei lipidi complessivi | inferiore a 2,2 |
Valori normali | da 12 a 50 | - |
È importante che il prelievo di sangue sia fatto a digiuno, evitando di assumere qualsiasi allimento nelle 12 ore precedenti.
Come eliminare una carenza di vitamina E
Per determinare il corretto dosaggio in caso di carenza di vitamina E, è necessario tenere conto della causa. Le dosi sono comprese tra 130 e 800 milligrammi al giorno.
La vitamina E viene somministrata con iniezioni in caso di gravi problemi di assorbimento dei grassi nell'intestino, che riducono al minimo l'assimilazione delle compresse.
Motivo della carenza da vitamina E | Dose giornaliera consigliata di vitamina E in milligrammi (mg/giorno) |
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Malattie epatiche | da 270 a 800 |
Mucoviscidosi | da 130 a 670 |
Pancreatite | da 670 a 1.340 |
Atassia isolata da deficit di vitamina E | 800 per un anno |
In caso di dosi giornaliere superiori a 50 milligrammi, è opportuno parlare con uno specialista in micronutrienti.
Impiego in caso di malattie
Vitamina E e infiammazioni - Esempio delle articolazioni
Secondo diversi esami, la vitamina E contribuisce a controllare le infiammazioni e lo stress ossidativo da esse causato. La somministrazione di vitamina E è stata osservata anche in condizioni infiammatorie molto diverse tra loro, come artrosi, reumatismi, asma e allergie.
Uno studio clinico sull'artrosi al ginocchio, concentrato sull'utilizzo di 270 milligrammi di vitamina E per due mesi, ha evidenziato come la vitamina E abbia alleviato i dolori, riducendo la rigidità e migliorando la funzionalità dell'articolazione. Il gruppo con placebo invece non ha avuto alcun giovamento.
Sono stati inoltre riportati i primi successi in caso di disturbi articolari, tuttavia da confermare con ulteriori studi. Un grande lavoro panoramico ha concluso che la vitamina E consente di ridurre sensibilmente i valori infiammatori nel sangue, anche se i risultati variano da studio a studio. La situazione non è univoca neppure per asma e allergie. Le ricerche attuali si focalizzano sulle forti differenze nella risposta.
Il parere degli esperti
La proprietà antinfiammatoria molto probabilmente dipende dalla forma della vitamina E. L'alfa tocoferolo e il gamma tocotrienolo appaiono particolarmente efficaci contro le infiammazioni, mentre il gamma tocoferolo ne incrementa l'attività. Si presume quindi che in alcuni studi sull'asma non sia stato possibile rilevare alcun effetto dell'alfa tocoferolo per la presenza concomitante nel sangue di un livello di gamma tocoferolo molto elevato. In futuro le varie forme di vitamina E saranno analizzate separatamente.
Nell'ambito di una terapia con vitamina E per un determinato periodo di tempo, gli esperti di micronutrienti consigliano, in presenza di infiammazioni, una dose giornaliera compresa tra 200 e 600 milligrammi.
In alcuni studi sono stati somministrati da 200 a 400 milligrammi in caso di artrosi e artrite e da 300 a 600 in caso di reumatismi.
La vitamina E in presenza di patologie del sistema cardiocircolatorio
Diversi fattori (come ipertensione, valori elevati del colesterolo, sovrappeso, reazioni infiammatorie e stress ossidativo) contribuiscono all'insorgenza di arteriosclerosi, cardiopatie e ictus. La vitamina E può arrestare questo decorso con il suo effetto antiossidante. I tocotrienoli riducono i livelli di colesterolo, la pressione del sangue e le infiammazioni dei vasi sanguigni. La vitamina E riduce anche la degradazione del colesterolo (ossidazione) e favorisce sia la dilatazione vascolare sia l'elasticità delle vene. Inoltre la vitamina E (in particolare il gamma tocoferolo) inibisce la coagulazione delle piastrine e quindi anche la formazione di coaguli di sangue, che giocano un ruolo importante in caso di trombosi, infarto cardiaco e ictus.
Tuttavia la sua protezione cardiocircolatoria è stata finora dimostrata solo in esperimenti in laboratorio e sugli animali. Le persone che assumono molta vitamina E con l'alimentazione corrono un rischio minore di sviluppare malattie cardiocircolatorie. Al contrario, studi clinici non sono stati in grado di provare in modo univoco l'effetto preventivo dei preparati a base di vitamina E (con alfa tocoferolo).
Le cose cambiano in presenza di malattie cardiocircolatorie. In questo caso il risultato è stato positivo in più studi: lo studio "CHAOS" (Cambridge Heart Antioxidant Study) ha determinato il legame tra vitamina E e una riduzione degli infarti cardiaci mortali in 2.002 pazienti che avevano già sofferto di cardiopatie coronariche. Lo studio ha considerato il tasso di eventi cardiaci con e senza l'assunzione di vitamina E (270 e 540 milligrammi al giorno). Mentre non c'era differenza tra il numero di decessi nel gruppo con placebo e in quello con vitamina E, nel gruppo a cui era stata somministrata la vitamina E sono stati registrati meno infarti non mortali.
Per concludere,
- La somministrazione di vitamina E potrebbe migliorare l'elasticità delle pareti dei vasi nel caso di una carenza di vitamina E.
- Senza dubbio una dieta ricca di antiossidanti e vitamine può prevenire le malattie cardiocircolatorie. Frutta e verdura dovrebbero essere sempre parte integrante di ogni alimentazione. In via preventiva la vitamina E dovrebbe essere assunta con preparati sotto forma di complesso di vitamina E a dosi ridotte e naturali.
Gli esperti proseguono la discussione sulla scelta dei vari sottogruppi della vitamina E in base alla situazione nel campo delle malattie cardiocircolatorie. Allo stato attuale viene consigliata l'assunzione di un complesso di vitamina E. con dosi da 130 a 670 milligrammi.
I tocotrienoli riducono il colesterolo
Valori elevati di colesterolo danneggiano le pareti dei vasi, che a lungo andare vengono interessate da fenomeni di calcificazione (arteriosclerosi). In questo processo il pericolo maggiore è rappresentato dal colesterolo, i cui livelli vengono abbassati dai tocotrienoli, che ne evitano anche l'ossidazione.
Informazioni
È importante distinguere tra alfa tocoferolo e tocotrienoli, perché solo questi ultimi riducono il colesterolo. Il ricorso ai tocotrienoli deve essere affiancato da altre misure, come una dieta ricca di frutta e verdura e povera di colesterolo.
In uno studio su un preparato contenente tocotrienolo i pazienti seguivano inizialmente una dieta a ridotto contenuto di colesterolo, per assumere successivamente preparati contenenti diverse quantità di vitamina E. Una dose giornaliera di tocotrienolo pari a 100 milligrammi è risultata ottimale per ridurre il colesterolo, con una diminuzione di un quinto (20 percento) del colesterolo totale e di un quarto (25 percento) del colesterolo cattivo (LDL).
In alcuni studi i preparati a base di vitamina E ricca di tocotrienoli (100 milligrammi al giorno) hanno ridotto il colesterolo totale e quello cattivo (LDL). Tuttavia sono ancora necessari chiarimenti, perché non tutti gli studi hanno dimostrato lo stesso effetto positivo sul colesterolo.
La vitamina E aiuta in caso di stress ossidativo nel cervello: Alzheimer, epilessia e sclerosi multipla
I danni causati alle cellule nervose dai radicali liberi sono una delle cause centrali dello sviluppo delle cosiddette malattie neurodegenerative, tra cui Alzheimer, Parkinson e sclerosi multipla. Dopo un attacco di epilessia lo stress ossidativo danneggia anche le cellule nervose. Le proprietà antiossidanti della vitamina E potrebbero proteggere da questi danni.
Alzheimer: negli ultimi anni diversi studi hanno evidenziato un ritardo nei sintomi dell'Alzheimer, mentre altri non hanno avuto successo, lasciando la questione in sospeso.
In uno studio di alto livello con 613 pazienti la somministrazione giornaliera di vitamina E (alfa tocoferolo, 1.300 milligrammi al giorno) ha rallentato la perdita della funzione neurologica in pazienti con Alzheimer da lieve a moderato. La valutazione si è concentrata sulle capacità dei pazienti nello svolgimento di attività quotidiane, il cui calo è stato così ritardato di circa sei mesi, con una lieve riduzione nell'intensità delle cure del personale infermieristico. Nonostante il tempo dedicato all'assistenza aumentasse costantemente, nel gruppo con vitamina E era di circa due ore inferiore rispetto al gruppo di controllo. In altri aspetti come memoria, lingua e comportamenti anomali non si sono riscontrati cambiamenti rispetto ai pazienti con placebo.
Parkinson: Un piccolo studio di alto livello ha analizzato i sintomi del Morbo di Parkinson per un periodo di dodici settimane. Lo studio ha coinvolto 60 persone a cui era stata somministrata vitamina E (270 milligrammi) e acidi grassi omega 3 (1.000 milligrammi al giorno) o un placebo. Al termine dello studio i sintomi del Morbo di Parkinson e una serie di valori del sangue (come i parametri di infiammazione e antiossidanti) erano migliorati. Un'eventuale generalizzazione del risultato necessita di ulteriori ricerche.
Epilessia: In uno studio clinico dodici bambini epilettici hanno ricevuto una dose di vitamina E (270 milligrammi di alfa tocoferolo) in aggiunta al loro farmaco antiepilettico, mentre agli altri dodici è stato somministrato un placebo. Nel gruppo con vitamina E il numero degli attacchi è calato in dieci bambini su dodici, mentre la frequenza è rimasta invariata nel gruppo con placebo. Un ulteriore studio sugli adulti non ha tuttavia riscontrato alcun effetto, decretando la necessità di raccogliere altri dati, fino a ottenere un risultato univoco.
La medicina dei micronutrienti utilizza da 130 a 670 milligrammi di vitamina E in caso di neuropatie.
La vitamina E in caso di malattie: Dosaggi in breve
Dose giornaliera di vitamina E in milligrammi (mg) | |
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Colesterolo (ipercolesterolemia) | 100 (come tocotrienolo) |
Infiammazioni: artrosi, artrite | da 200 a 400 |
Reumatismi | da 300 a 600 |
Malattie cardiocircolatorie | da 130 a 670 |
Neuropatie: Alzheimer, epilessia, Parkinson | da 130 a 670 |
In caso di dosi giornaliere superiori a 50 milligrammi, si consiglia di consultare uno specialista in micronutrienti.
Impiego in caso di assunzione di farmaci
La vitamina E incrementa l'efficacia di determinati analgesici
I cosiddetti antireumatici non steroidei (FANS) sono analgesici con effetto antidolorifico, antipiretico e antinfiammatorio, che includono ad esempio indometacina (Indom®), diclofenac (Dicloral®) o ibuprofene (Nurofen®, Moment®).
La vitamina E supporta l'effetto antinfiammatorio e antidolorifico di questi farmaci. La somministrazione di 1.200 milligrammi di vitamina E ha ad esempio contribuito ad alleviare i dolori di pazienti che assumevano farmaci antireumatici.
In caso di ricorso ai FANS, la medicina dei micronutrienti consiglia l'assunzione concomitante di un massimo di 300 milligrammi di vitamina E.
Farmaci che "rubano" la vitamina E
Diversi principi attivi aumentano in linea di massima il fabbisogno di antiossidanti, e quindi anche di vitamina E, e la loro assunzione prolungata può causare stress ossidativo:
- Farmaci antiepilettici, soprattutto contenenti principi attivi quali carbamazepina (come Tegretol®, Carbamazepina Teva®) e fenobarbital (come Gardenale®, Luminale®)
- Principi attivi contro la schizofrenia come aloperidolo (ad esempio Haldol®)
- Principi attivi contro il Parkinson come levodopa (contenuta in farmaci quali Madopar®, Duodopa®, Corbilta®, Stalevo®)
L'assunzione giornaliera di un massimo di 300 milligrammi di vitamina E evita la carenza.
I brucia grassi e determinati farmaci che abbassano il colesterolo riducono l'assorbimento della vitamina E
Brucia grassi: I cosiddetti inibitori della lipasi come orlistat (Xenical®) sono utilizzati per il trattamento di obesità e sovrappeso. Questo farmaco riduce l'assorbimento dei grassi nell'intestino e può quindi pregiudicare anche l'assorbimento delle vitamine liposolubili, tra cui la vitamina E.
Prescrivendo l'orlistat, il medico dovrebbe valutare con il paziente l'eventuale necessità di utilizzare anche un preparato multivitaminico con vitamine liposolubili vitamine (A, D, E, K). In caso affermativo, il preparato andrebbe assunto almeno due ore dopo la somministrazione di orlistat oppure prima di andare a dormire, accompagnato da un leggero pasto. In questo modo si assicura che il farmaco non pregiudichi l'assorbimento delle importanti vitamine liposolubili.
Farmaci che riducono il colesterolo: Anche gli scambiatori di anioni (colestiramina, ad esempio Questran®) che riducono i livelli di colesterolo mettono a rischio l'apporto di vitamina E. Per evitare un possibile deficit si dovrebbero assumere fino a un massimo di 50 milligrammi di vitamina E contenuti in un preparato di minerali e multivitamine, da prendere un'ora prima o quattro ore dopo i farmaci contro il colesterolo.
La vitamina E contribuisce a eliminare l'Helicobacter Pylori
Il batterio Helicobacter Pylori (Hp) si insedia nello stomaco, provocando gastrite e ulcere gastrointestinali, che a loro volta comportano il rischio di tumori allo stomaco. Esami dimostrano come le persone colpite da un'infezione HP presentino livelli meno elevati di vitamina E e C nella mucosa gastrica, probabilmente perché queste vitamine agiscono contro l'agente patogeno e vengono quindi "consumate".
I primi test lasciano supporre che la vitamina C ed E respingano i batteri e attenuino i sintomi dell'infiammazione, supportando inoltre il trattamento antibiotico dell'infezione. Con le vitamine il trattamento è risultato efficace nell'83 percento dei casi, mentre solo nel 45 percento dei casi senza le vitamine.
Una combinazione divitamina E (130 milligrammi due volte al giorno) e vitamina C (500 milligrammi due volte al giorno) è stata impiegata con successo come terapia di supporto ai farmaci standard (antibiotici e bloccanti degli acidi) nel trattamento di una gastrite causata dall'Helicobacter Pylori.
La vitamina E e i farmaci: Dosaggi in breve
Dose giornaliera consigliata di vitamina E in milligrammi (mg) | |
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FANS | da 130 a 300 |
Antiepilettici | da 270 a 300 |
Neurolettici (aloperidolo) | da 130 a 300 |
Parkinson (L-Dopa) | da 130 a 300 |
Acidi grassi omega 3 (EPA/DHA) | da 130 a 300 |
Brucia grassi (orlistat) | fino a 50* |
Farmaci contro il colesterolo (scambiatori anionici) | fino a 50* |
Farmaci contro l'Helicobacter Pylori | 260 |
*Come preparato multivitaminico con altre vitamine liposolubili.
In caso di dosi giornaliere superiori a 50 milligrammi di vitamina E, si consiglia di consultare uno specialista in medicina dei micronutrienti.
Assunzione consigliata
Vitamina E: Quando e come si dovrebbe assumere?
Se possibile, si dovrebbero consumare alimenti ricchi di vitamina E (frutta/verdura/noci/farine integrali) e cucinare con olio vegetale. Il fabbisogno giornaliero di vitamina E consigliato per gli adulti, compreso tra 11 e 13 milligrammi, può essere soddisfatto facilmente, ad esempio, con un cucchiaio di olio di germe di grano. Chi aggiunge alla propria alimentazione anche altri oli vegetali, come olio di girasole, olio d'oliva oppure olio di soia, soddisfa in modo corretto il fabbisogno delle diverse forme di vitamina E.
In caso di carenza o durante una terapia a base di vitamina E per determinate patologie, sono necessarie dosi superiori, perché quelle contenute negli alimenti non sono sufficienti.
Si consiglia di assumere capsule di vitamina E ai pasti o subito dopo, poiché viene assorbita meglio con i grassi contenti negli alimenti. La vitamina E dovrebbe essere combinata con la vitamina C. Il corpo infatti ha bisogno della vitamina C perché rigenera la vitamina E dopo che questa ha intercettato i radicali liberi.
Qual è il miglior preparato a base di vitamina E?
Esistono diverse modalità di produzione della vitamina E: può essere isolata dalle piante o prodotta in modo sintetico (artificiale). La vitamina E è vegana per natura.
La vitamina E prodotta sinteticamente ("all rac-α-tocoferolo acetato") non contiene tutte le forme di vitamina E presenti in natura, ma altre artificiali. Il corpo scinde l'acetato e attiva la vitamina E. Questa forma ha tuttavia un'efficacia inferiore rispetto all'alfa tocoferolo naturale e deve pertanto essere utilizzata in quantità maggiori per ottenere lo stesso effetto. Ecco perché la vitamina E viene sempre indicata come tocoferolo equivalente. Il tocoferolo acetato sintetico è più stabile e meno sensibile a luce e ossigeno, fattori importanti per la sua conservazione. La vitamina E ricavata di sintesi non è quindi automaticamente un prodotto di cattiva qualità. Ma anche le forme naturali si differenziano tra loro per la diversità della rispettiva efficacia che viene testata separatamente in base all'indicazione.
Secondo le conoscenze attuali è importante che i preparati contengano l'intero spettro delle varianti naturali di vitamina E (complesso della vitamina E), vale a dire tutti e quattro i tocoferoli e i quattro tocotrienoli e non solo l'alfa tocoferolo isolato, sia esso sintetico o naturale.
Per alcuni usi è necessaria una speciale integrazione di tocotrienoli, ad esempio in caso di colesterolo alto. I prodotti arricchiti con tocotrienoli sono definiti come segue:
- Vitamina E dall'olio di palma
- Vitamina E dall'olio di cocco
- Complesso naturale di tocotrienolo-tocoferolo
Inoltre i prodotti di qualità non contengono glutine, lattosio, antiagglomeranti ed eluenti, coloranti e conservanti.
Sovradosaggio e interazioni
È possibile un sovradosaggio di vitamina E?
Secondo l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) una dose giornaliera di 300 milligrammi di vitamina E è sicura e non comporta il rischio di unsovradosaggio. Tuttavia le autorità non sono ancora del tutto d'accordo: negli USAad esempio il valore massimo giornaliero di vitamina E è pari a 1.000 milligrammi.
In alcune persone dosi giornaliere elevate di vitamina E pari a circa 800 milligrammi possono tuttavia causare effetti collaterali come disturbi gastrointestinali quali flatulenza, diarrea o nausea. Già a partire da un'assunzione giornaliera di 400 milligrammi per un periodo di tempo prolungato la vitamina E può determinare un calo degli ormoni tiroidei. Dosi elevate di alfa tocoferolo isolato e gamma tocotrienolo favoriscono l'ossidazione, danneggiando le cellule attraverso lo stress ossidativo anziché proteggerle.
Informazioni
Una terapia che preveda dosi superiori di vitamina E dovrebbe essere concordata con un medico specializzato in micronutrienti. In assenza di consulto medico, si consiglia di assumere un massimo di 50 milligrammi di vitamina E al giorno. In rari casi la vitamina E potrebbe avere effetti negativi a partire da una dose giornaliera di 100 milligrammi.
I fumatori non dovrebbero superare una dose giornaliera di 50 milligrammi, poiché esposti al pericolo di emorragia cerebrale, accompagnato dal lieve aumento del rischio di cancro ai polmoni. In attesa di approfondimenti, i fumatori non dovrebbero assumere dosi elevate di vitamina E sotto forma di alfa tocoferolo, soprattutto non in concomitanza con il beta-carotene.
Il parere degli esperti
Secondo studi di grande portata, la vitamina E sotto forma di alfa tocoferolo riduce il rischio di essere colpiti dalle forme più frequenti di ictus dovuto a occlusione dei vasi, ma aumenta la frequenza delle forme più rare causate da emorragia cerebrale (presumibilmente a partire da 130 milligrammi (mg) al giorno). Particolarmente a rischio sono i soggetti ipertesi. Si presume inoltre che l'assunzione di vitamina E aumenti leggermente il rischio di morte a partire da dosi superiori a 100 milligrammi. In generale, il rischio è minimo e visibile solo se si analizzano gruppi di persone molto numerosi. Ad esempio, le emorragie cerebrali interessano solo una persona su 1.250.
Vitamina E e anticoagulanti, interventi chirurgici e problemi di digestione: aspetti da considerare
L'assunzione di dosi elevate di vitamina E può causare interazioni. Le persone trattate con anticoagulanti a seguito di una malattia dovrebbero consultare il proprio medico, che controllerà con molta attenzione il livello di coagulazione del sangue.
In particolare si parla di
- Anticoagulanti del gruppo degli antagonisti della vitamina K (ad esempio fenprocumone come Falithrom®, Marcumar® o warfarin come Coumadin®, Marevan®),
- inibitori dell'aggregazione piastrinica (ad esempio acido acetilsalicilico come l'aspirina, ASA),
- nuovi anticoagulanti orali come dabigatran (Pradaxa®) e rivaroxaban (Xarelto®) o edoxaban (Lixiana®).
Circa 14 giorni prima di un intervento chirurgico si dovrebbe interrompere l'assunzione di preparati con dosi elevate di vitamina E, poiché aumentano il rischio di emorragia. Attendere che il medico indichi quando è possibile riprendere l'assunzione di vitamina E dopo un'operazione.
Gravi problemi di digestione (malassorbimento) limitano l'assorbimento divitamina E e vitamina K a quantità esigue. La carenza di vitamina K aumenta il rischio di emorragie e dovrebbe essere risolta prima di avviare la somministrazione di vitamina E. Nella fase di compensazione di una carenza di vitamina E e K si dovrebbero controllare i valori di coagulazione.
La vitamina E riduce il fabbisogno di insulina nei diabetici
Una dose elevata di vitamina E (oltre 400 milligrammi) può migliorare l'effetto dell'insulina. I diabetici che si iniettano regolarmente insulina dovrebbero controllare spesso il loro indice glicemico in caso di terapia con vitamina E per evitare l'ipoglicemia.
Vitamina E e altri micronutrienti: Vitamina C e ferro
In caso di assunzione costante di preparati con dosi elevate di vitamina E, è importante assicurarsi di assumere anche una quantità sufficiente di vitamina C, necessaria per la rigenerazione della vitamina E una volta catturati i radicali liberi. Uno studio condotto su non fumatori, a cui sono stati somministrati ogni giorno 560 e 1.050 milligrammi di vitamina E, ha permesso di osservare il calo di almeno un terzo del livello di vitamina C dopo 20 settimane.
Il rapporto tra vitamina C e vitamina E dovrebbe essere di circa 3:1 o 2:1, ovvero a 200 milligrammi di vitamina E dovrebbero corrispondere almeno 400 milligrammi di vitamina C.
Chi ha bisogno di preparati contro la carenza di ferro dovrebbe assumere anche la vitamina E, rispettando un intervallo temporale di due ore, poiché il ferro riduce l'effetto di una terapia con vitamina E.
Riepilogo
La vitamina E liposolubile gioca un ruolo importante per la protezione delle membrane cellulari: infatti è qui che viene stoccata direttamente e intercetta i radicali liberi prima che causino danni. Non ci sono dubbi che un'alimentazione ricca di vitamina E abbia un effetto preventivo contro le malattie da invecchiamento, e in particolare è utile in caso di malattie cardiocircolatorie. La vitamina E protegge i nervi, il fegato e i reni e migliora il metabolismo.
Inoltre, in caso di malattie cardiocircolatorie in essere, ne migliora il decorso o allevia i problemi collaterali. Molto probabilmente la forma di vitamina E tocotrienolo riduce il livello di colesterolo. La vitamina E fluidifica il sangue e potrebbe anche prevenire le trombosi. Allevia anche le infiammazioni: con molta probabilità attutisce i sintomi delle infiammazioni articolari (artrite, reumatismi) o dell'asma allergica. Compensa inoltre i danni ossidativi in caso di neuropatie come Parkinson, Alzheimer, sclerosi multipla o epilessia.
L'assunzione di farmaci (neuroepilettici, antiepilettici, farmaci antiparkinson, farmaci che riducono il colesterolo (colestiramina)) o integratori alimentari con acidi grassi omega 3 può aumentare il fabbisogno di vitamina E, che è opportuno integrare. La vitamina E migliora l'effetto degli analgesici (antireumatici non steroidei (FANS)) e delle terapie antibiotiche in caso di Helicobacter Pylori.
Le ricerche sulla vitamina E non hanno tuttavia ancora chiarito tutte le interrelazioni e i risultati disponibili rimangono pertanto provvisori.
Indice degli studi e delle fonti
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