L’aiuto della medicina dei micronutrienti in caso di lesioni del menisco

Determinati micronutrienti nutrono il menisco e proteggono dalle infiammazioni articolari

I menischi sono cartilagini a forma di disco aventi la funzione di ammortizzatori all’interno delle articolazioni. Una volta lesionati non possono più svolgere adeguatamente il loro compito, con la comparsa di artrosi nel lungo termine. Qui troverete maggiori informazioni sugli strumenti offerti dalla medicina dei micronutrienti nel trattamento delle lesioni del menisco e nella prevenzione delle loro conseguenze.

Calciatore con pallone
Una lesione del menisco è caratterizzata da una lacerazione o da un danneggiamento della cartilagine (menisco) tra le articolazioni a causa di un infortunio sportivo o di usura, e nel lungo termine provoca la comparsa di artrosi. Immagine: 8213erika/iStock/Getty Images Plus

Cause e sintomi

Anatomia del menisco laterale e del menisco mediale
Un menisco lesionato non assolve più la sua funzione di ammortizzatore, esponendo la cartilagine articolare a una maggiore sollecitazione. Immagine: janulla/iStock/Getty Images Plus

Le lesioni del menisco appartengono alle patologie ortopediche più frequenti. Tipiche sono quelle caratterizzate da lacerazione della cartilagine, che può essere strappata o recisa. Le lacerazioni possono essere di vario tipo.

I casi più comuni interessano il ginocchio, che presenta un menisco mediale e un menisco laterale. In alcuni casi una lesione del menisco si verifica in combinazione con altri infortuni al ginocchio, come la rottura del legamento crociato o danni alla rotula, alla capsula articolare e alla muscolatura circostante.

Le lesioni del menisco interessano soprattutto gli sportivi e le persone con forti sollecitazioni a carico delle ginocchia, come i piastrellisti. In alcuni casi una lesione del menisco può rientrare tra le malattie professionali. In ambito sportivo il rischio varia in base alla disciplina. La probabilità di una lesione del menisco aumenta negli sport con rapidi movimenti rotatori dell’articolazione del ginocchio e in quelli che richiedono velocità in flessione o estensione, come calcio, pallamano, basket, tennis e sci.

Altre cause sono l’usura articolare (artrosi), lesioni e malformazioni congenite, come il menisco discoide. Anche la predisposizione genetica aumenta il rischio di lesioni del menisco, che si manifestano negli adolescenti durante la crescita.

Il menisco non è attraversato da fibre nervose e la circolazione sanguigna interessa solo il suo bordo esterno. Per questo una lesione a suo carico non provoca inizialmente alcun dolore. Inoltre, la mancanza di irrorazione aumenta la durata del processo di guarigione.

I sintomi dipendono dall’origine: una lesione del menisco dovuta a un incidente sportivo provoca dolori acuti, mentre se la causa è da ricondursi all’usura dovuta al processo di invecchiamento o a sollecitazioni eccessive, i dolori al ginocchio aumentano con il tempo e compaiono soprattutto sotto sforzo. Una lesione del menisco può a volte essere accompagnata da scrocchi e scricchiolii. Un menisco pizzicato provoca sempre dolori.

Un menisco lesionato non è più in grado di svolgere la sua funzione di ammortizzatore e la cartilagine articolare è pertanto esposta a una maggiore sollecitazione. Una lesione del menisco non trattata degenera in un ulteriore danneggiamento della cartilagine e in artrosi.

Classificazione

Obiettivi del trattamento

Qual è il trattamento classico delle lesioni del menisco?

Il trattamento di una lesione del menisco si pone l’obiettivo di alleviare il dolore, ripristinando al tempo stesso la mobilità e la funzione dell’articolazione del ginocchio. La terapia può includere o meno un intervento chirurgico, in base alla gravità.

Lacerazioni di minore entità del menisco possono essere trattate con farmaci e fisioterapia, con l’impiego di antidolorifici eventualmente abbinati ad antinfiammatori qualora sia presente un’infiammazione articolare concomitante. Gli analgesici spesso utilizzati includono l’acido acetilsalicilico (ASA; Aspirina®), l’ibuprofene (come Brufen® e Buscofen®) o il diclofenac (Voltaren®, Dealgic®, Deflamat® o Dicloreum®). In caso di dolori forti, nei singoli casi si ricorre all’iniezione di anestetici locali e principi attivi antinfiammatori direttamente nell’articolazione del ginocchio.

Gli interventi chirurgici al ginocchio vengono quasi sempre eseguiti in artroscopia. Una lesione del menisco può essere operata in vari modi.

  • Meniscectomia parziale: vengono rimosse solo le parti danneggiate della cartilagine. Lo svantaggio: la loro asportazione può provocare un’usura articolare precoce, perché il menisco non è più in grado di svolgere appieno la sua funzione di cuscinetto tra le articolazioni. In tal caso si può ricorrere a un menisco artificiale o a un impianto parziale, entrambi in materiale sintetici o collagene.
  • Sutura del menisco: impiegata soprattutto nei pazienti più giovani, comporta il fissaggio della lacerazione con filo o perni in un materiale che viene successivamente assorbito dall’organismo. L’obiettivo è quello di conservare la funzione del menisco e prevenire l’artrosi.

Gli obiettivi della medicina dei micronutrienti

La medicina dei micronutrienti si prefigge a sua volta di alleviare dolori e infiammazioni a carico dell’articolazione: determinati nutrienti hanno un’azione antinfiammatoria, analgesica e decongestionante e pertanto ben si prestano come supporto ad un intervento al menisco. Altri sono in grado di nutrire la cartilagine, che contribuiscono a conservare e rigenerare.

Ai più importanti nutrienti appartengono:

  • La glucosamina e la condroitina,che sono presenti per natura nel tessuto connettivo e nella cartilagine e possono concorrere entrambe al nutrimento di quest’ultima.
  • L’acido ialuronico, un componente del liquido sinoviale che migliora la proprietà di scorrimento delle articolazioni.
  • La vitamina D, che ha un effetto antinfiammatorio.
  • La bromelina, che ha proprietà antinfiammatorie ed è di aiuto contro gonfiori e dolori.
  • Il metilsulfonilmetano (MSM), un elemento costitutivo dei componenti della cartilagine.
  • Gli acidi grassi omega-3, che aiutano a combattere le infiammazioni.

Informazioni

Una leggera attività fisica è importante ai fini dell’efficacia dei nutrienti, poiché il liquido sinoviale rifornisce la cartilagine di nutrienti, che vengono assorbiti con il movimento. All’azione di forze sull’articolazione, la cartilagine viene spremuta come una spugna e riacquista il proprio volume quando la sollecitazione cessa, assorbendo i componenti del liquido sinoviale.

Classificazione

Trattamento con i micronutrienti

Nutrimento per la cartilagine: glucosamina e condroitina

Meccanismo d’azione della glucosamina e della condroitina

Primo piano di capsule
La condroitina, disponibile in capsule, viene decomposta dagli enzimi digestivi e utilizzata per costruire la cartilagine. Immagine: Farion_O/iStock/Getty Images Plus

Per la costituzione del tessuto connettivo l’organismo necessita della glucosamina, un componente del liquido sinoviale (acido ialuronico) e della cartilagine. Quest’ultima è formata inoltre dalla condroitina, che una volta ingerita viene scomposta dagli enzimi digestivi nei suoi elementi costitutivi, a loro volta utilizzabili per la produzione della cartilagine.

Come cartilagine, il menisco è soggetto all’usura dovuta all’età. Secondo gli studi di alta qualità disponibili, la glucosamina solfato e la condroitina solfato probabilmente contribuiscono ad alleviare l’usura e l’infiammazione delle articolazioni nutrendo la cartilagine. Le indagini si sono concentrate sugli effetti della glucosamina solfato e della condroitina su dolori, stato della cartilagine e funzione articolare.

La European League Against Rheumatism (EULAR), l’organizzazione che riunisce tutte le società europee di reumatologia, ha formulato nel 2003 una prudente raccomandazione per l’artrosi del ginocchio: il crescente numero di prove lascerebbe supporre un’azione positiva della glucosamina solfato e della condroitina solfato sulla patologia. La raccomandazione si basa sull’analisi di oltre 100 studi.

Una nuova valutazione di studi di alto livello (meta-analisi) condotta nel 2018 ha evidenziato il maggiore effetto analgesico della glucosamina solfato rispetto al placebo nell’artrosi del ginocchio. L’impiego di glucosamina solfato e condroitina solfato può pertanto essere promettente anche in caso di lesioni del menisco, in particolare per ridurre il rischio di conseguenze nel lungo termine.

Glucosamina e condroitina: dosaggio e consigli sull’assunzione

In presenza di lesioni cartilaginee si consiglia di assumere da 800 a 1.200 milligrammi di condroitina solfato e da 1.500 a 2.000 milligrammi di glucosamina solfato. La quantità giornaliera può essere suddivisa in due o tre dosi, da assumere preferibilmente insieme ad un pasto per aumentarne la tollerabilità a livello gastrico.

Consiglio

È importante che il preparato contenga glucosamina solfato, meglio documentata dagli studi disponibili, che sono più completi e sembrano indicare un suo effetto generalmente superiore rispetto alla glucosamina cloridrato.

Poiché le cellule della cartilagine hanno un metabolismo lento, l’assunzione deve protrarsi per un periodo prolungato. Spesso i medici esperti in micronutrienti consigliano una terapia a intervalli, che prevede otto-dieci settimane di trattamento seguite da una pausa di due settimane.

Glucosamina e condroitina: da considerare in caso di malattie e assunzione di farmaci

La glucosamina solfato e la condroitina solfato hanno un’azione simile a quella dei farmaci anticoagulanti, di cui possono pertanto amplificare l’effetto. Questo interessa i derivati cumarinici, soprattutto il warfarin (ad esempio Coumadin®). Chi assume derivati cumarinici assieme alla glucosamina/condroitina dovrebbe far monitorare regolarmente i propri valori di coagulazione sanguigna (valore INR).

In presenza di altre malattie non si può inoltre escludere la comparsa di complicazioni. Una particolare cautela va adottata ad esempio in caso di diabete di tipo 2, ipercolesterolemia e ipertensione, consultando preventivamente il proprio medico.

L’acido ialuronico lubrifica le articolazioni

Meccanismo d’azione dell’acido ialuronico

Anatomia del menisco
L’acido ialuronico migliora le proprietà di scorrimento delle superfici articolari e svolge la funzione di ammortizzatore elastico. Immagine: alex-mit/iStock/Getty Images Plus

L’organismo produce autonomamente l’acido ialuronico in determinate cellule del tessuto connettivo, anche se a volte solo in quantità limitata. Se ingerito, l’acido ialuronico viene presumibilmente utilizzato dall’organismo nel processo di sintesi. Grazie alla sua principale capacità di legare l’acqua, rappresenta un importante componente del liquido sinoviale. In tale contesto l’acido ialuronico svolge due compiti: durante il movimento ha un effetto lubrificante e migliora la scorrevolezza delle superfici articolari, mentre sotto pressione, ad esempio in un salto, si compatta e funge da ammortizzatore elastico.

Diversi studi di alto livello sono giunti alla conclusione che l’acido ialuronico potrebbe alleviare i dolori provocati dall’artrosi del ginocchio. L’indagine si è concentrata sul suo effetto in confronto al placebo, evidenziando la sua efficacia non solo contro dolori lievi e infiammazione, ma anche a beneficio della mobilità del ginocchio. È stato inoltre dimostrato un miglioramento della forza muscolare. Una muscolatura delle gambe robusta riduce la sollecitazione a carico delle ginocchia.

Acido ialuronico: dosaggio e consigli sull’assunzione

In caso di lesioni cartilaginee e problemi articolari i medici esperti in micronutrienti consigliano da 50 a 250 milligrammi di acido ialuronico al giorno sotto forma di compresse o capsule da assumere insieme ai pasti con acqua o un altro liquido. È importante che venga somministrato in modo regolare, poiché viene degradato rapidamente dall’organismo.  

Donna al tramonto
La vitamina D allevia i dolori, oltre ad essere importante per le ossa, la divisione cellulare e il sistema immunitario. Prodotta dall’organismo stesso, viene assunta in minima parte anche con l’alimentazione. Immagine: lzf/iStock/Getty Images Plus

La vitamina D contro dolori e infiammazioni

Meccanismo d’azione della vitamina D

La vitamina D è importante per le ossa, la divisione cellulare e il sistema immunitario, irrobustisce lo scheletro e regola i processi infiammatori. Un parte estremamente ridotta della vitamina D viene assunta con l’alimentazione, mentre il resto è prodotto direttamente dall’organismo con l’aiuto indispensabile dei raggi solari. Per questo sono molte le persone colpite da una carenza di vitamina D, soprattutto in inverno.

La vitamina D allevia i dolori: studi osservazionali hanno evidenziato come una sua carenza possa contribuire alla comparsa di dolori cronici. Le persone affette da questi disturbi presentano spesso livelli di vitamina D inferiori rispetto ai soggetti sani. I primi studi mostrano una maggiore efficacia della vitamina D contro i dolori rispetto al placebo.

Vitamina D e artrosi: l’effetto della vitamina D su cartilagine e dolori al ginocchio sembra aver trovato una conferma iniziale. La valutazione di quattro studi di alto livello è giunta alla conclusione che la vitamina D (2.000 unità internazionali) possa essere d’aiuto contro i dolori al ginocchio nonché in caso di funzione limitata delle articolazioni. Un’altra analisi conferma questa efficacia, classificando però l’azione antidolorifica da ridotta a media. Altre meta-analisi hanno avuto un esito negativo. Sono necessari ulteriori studi per dimostrare l’utilità della vitamina D nel prevenire la progressione dell’artrosi del ginocchio. Una carenza di vitamina D accertata in presenza di lesioni cartilaginee dovrebbe tuttavia essere sempre compensata.

Vitamina D: dosaggio e consigli sull’assunzione

L’assunzione di vitamina D consigliata viene stabilita in base ai suoi livelli ematici, da verificare preventivamente. Negli studi citati, dosi quotidiane di vitamina D pari a fino a 2.000 unità internazionali si sono dimostrate efficaci contro i dolori cronici.

Una carenza grave richiede spesso l’assunzione di quantità superiori per un periodo di tempo stabilito dal medico.

Essendo liposolubile, la vitamina D dovrebbe essere sempre assunta insieme ai pasti poiché il grasso contenuto negli alimenti ne favorisce l’assorbimento.

Esami di laboratorio per la vitamina D

Per determinare una carenza di vitamina D se ne misura la forma di trasporto nel sangue: la vitamina D 25(OH) (calcidiolo). I valori normali sono compresi tra 40 e 60 nanogrammi per litro.

Vitamina D: da considerare in caso di assunzione di diuretici e malattie

I farmaci diuretici appartenenti al gruppo dei tiazidici con principi attivi come l’idroclorotiazide (Idroclorotiazide®, Esidrex®), l’indapamide (ad esempio Damide®, Ipamix®) e la xipamide (ad esempio Aquafor®, Neotri®) riducono l’escrezione del calcio da parte dei reni. La vitamina D aumenta la concentrazione di questo minerale, i cui livelli ematici devono pertanto essere controllati regolarmente in caso di assunzione concomitante con i tiazidici.

Lo stesso vale per i casi di insufficienza renale, poiché i reni debilitati non riescono ad eliminare correttamente il calcio in eccesso.

I pazienti affetti da sarcoidosi (morbo di Boeck), una malattia del tessuto connettivo, hanno spesso un elevato livello di calcio nel sangue e per questo non dovrebbero assumere la vitamina D.

La bromelina contro gonfiori e dolori

Meccanismo d’azione della bromelina

Ananas a fette e capsule
La bromelina, un enzima ricavato dall’ananas, dà sollievo in caso di infiammazioni, dolori e gonfiori. Immagine: ThamKC/iStock/Getty Images Plus, WanjaJacob/iStock/Getty Images Plus

La bromelina è un enzima estratto dall’ananas che possiede proprietà antinfiammatorie e analgesiche. I meccanismi d’azione sui dolori non sono ancora stati pienamente chiariti. Si suppone che la bromelina renda inattivi vari fattori infiammatori e dolorosi, dando l’avvio a una stimolazione che permette di alleviare infiammazioni, dolori e gonfiori.

I primi studi in ambito medico sembrano individuare nella bromelina un’alternativa o un trattamento complementare in caso di dolori provocati da lesioni del menisco: la bromelina ha mostrato infatti un effetto decongestionante, oltre ad aver alleviato dolori e rigidità articolare. Dosi quotidiane di 400 milligrammi al giorno si sono rivelate nettamente più efficaci contro i dolori acuti al ginocchio rispetto a dosi di 200 milligrammi. Nella medicina sportiva la bromelina viene impiegata con successo nel trattamento delle lesioni ai tessuti molli associate a gonfiore. La sua efficacia in tal senso è stata ripetutamente dimostrata.

I dati attualmente disponibili evidenziano il potenziale della bromelina nel trattamento dei dolori al ginocchio. Prima di trarre conclusioni definitive è tuttavia necessario condurre ulteriori studi finalizzati alla definizione delle dosi ottimali e all’accertamento della sicurezza per l’assunzione a lungo termine. L’impiego a breve termine (fino a quattro settimane) delle bromelina è consigliato in caso di lesioni del menisco.

Bromelina: dosaggio e consigli sull’assunzione

I medici esperti in micronutrienti consigliano una dose giornaliera di bromelina compresa tra 400 e 2.000 milligrammi in presenza di disturbi alle ginocchia. La bromelina è disponibile in capsule e compresse.

Consiglio

È opportuno assicurarsi dell’elevata attività degli enzimi, espressa in unità F.I.P. (Fédération Internationale Pharmaceutique). Si consigliano almeno 1.000 F.I.P. per capsula o compressa.

Bromelina: da considerare in caso di gravidanza, allattamento e assunzione di farmaci

La concentrazione degli antibiotici nel sangue può aumentare con l’assunzione contemporanea della bromelina. Ciò riguarda in particolare i gruppi di principi attivi eritromicina (Eritrocina®, Zynerit®) e claritromicina (Klacid®), gli inibitori della DNA girasi/chinoloni con tutti i relativi sottogruppi e le tetracicline (Bassado®).

La bromelina fluidifica il sangue e per questo non dovrebbe essere assunta, o essere assunta solo sotto controllo medico, insieme a farmaci anticoagulanti, in particolare i derivati cumarinici (Marcumar®, Coumadin®). Il suo impiego andrebbe evitato anche in presenza di disturbi della coagulazione congeniti.

In gravidanza e allattamento, data l’assenza di sufficienti studi sulla sua sicurezza, la somministrazione dovrebbe avvenire solo previo consulto medico.

L’MSM per la conservazione della cartilagine e il sollievo dal dolore

Meccanismo d’azione dell’MSM

Formula chimica del metilsulfonilmetano
Il metilsulfonilmetano (MSM) potrebbe svolgere un’azione coadiuvante in caso di lesioni del menisco. Un primo studio clinico ha dimostrato una diminuzione del dolore nei pazienti con artrosi. Immagine: Brandpepper GmbH

Il metilsulfonilmetano (MSM) rifornisce l’organismo di zolfo, uno dei componenti essenziali della cartilagine. Il contenuto di zolfo si riduce notevolmente in presenza di malattie della cartilagine. Per questo l’MSM potrebbe svolgere un’azione di supporto in caso di lesioni del menisco. L’organismo si serve inoltre dell’MSM per produrre una sostanza dall’azione analgesica (il dimetilsolfossido o DMSO) e si suppone che la sua efficacia sui dolori dipenda proprio da questo.

Un primo studio clinico con 118 pazienti affetti da artrosi, trattati con 1.500 milligrammi di MSM al giorno per un periodo di dodici settimane, è riuscito a dimostrare una riduzione dei dolori. Il risultato è stato confermato da un altro studio, in cui la dose giornaliera di MSM somministrata era di 6.000 milligrammi. I dolori sono però diminuiti solo durante l’assunzione, rendendo impossibile la conferma di un’azione nel lungo termine.

I ricercatori sono inoltre riusciti a dimostrare un effetto benefico dell’MSM sull’artrosi in caso di combinazione con la glucosamina. La glucosamina e la condroitina solfato vengono spesso utilizzate per prevenire l’usura delle articolazioni.

MSM: dosaggio e consigli sull’assunzione

Per il trattamento analgesico delle ginocchia i medici esperti in micronutrienti consigliano tra 1.000 e 6.000 milligrammi di MSM al giorno. L’MSM è particolarmente efficace in combinazione con la glucosamina (da 500 a 1.500 milligrammi) e la condroitina solfato (1.200 milligrammi). In questo caso, la sua dose giornaliera viene ridotta a 500 milligrammi.

Le capsule o compresse di MSM vanno assunte insieme ai pasti per migliorarne la tollerabilità, accompagnate da acqua o altro liquido. Raramente possono verificarsi disturbi gastrointestinali, come la diarrea. In questi casi è opportuno iniziare il trattamento con una dose bassa (da 500 a 1.000 milligrammi) e poi aumentarla gradualmente.

Consiglio

La vitamina C migliora l’assorbimento dell’MSM nell’organismo e ne aumenta l’efficacia. È dunque importante che l’organismo ne disponga in quantità sufficienti.

MSM: da considerare in caso di gravidanza

In assenza di un maggior numero di studi sull’uso dell’MSM in gravidanza, prima dell’assunzione è opportuno consultare il proprio medico.

Acidi grassi omega-3: risoluzione attiva delle infiammazioni

Meccanismo d’azione degli acidi grassi omega-3

L’organismo ha bisogno degli acidi grassi omega-3, che non è in grado di produrre autonomamente e devono pertanto essere assunti con l’alimentazione, per rilasciare sostanze antinfiammatorie e analgesiche. I pesci come il salmone, lo sgombro e l’aringa sono buone fonti di acidi grassi omega-3.

Alcuni studi hanno mostrato come l’assunzione di preparati a base di olio di pesce abbia un effetto lenitivo sulle affezioni dolorose. Queste sostanze potrebbe esercitare la loro azione antinfiammatoria anche contro i dolori provocati dall’artrosi o dalle conseguenti infiammazioni articolari (artrite). Nell’ambito di un’opera di revisione su grande scala, 10 studi su 18 hanno evidenziato un effetto degli acidi grassi omega-3 sull’artrite reumatoide, ma non su altre forme (dieci studi). Il perché di questa variazione nella risposta non è ancora stato chiarito. In caso di lesioni cartilaginee come una lacerazione del menisco vale la pena provare con gli acidi grassi omega-3 in virtù dei ridotti effetti collaterali.

Un buon risultato è stato ottenuto con una combinazione di glucosamina e acidi grassi omega-3. Il trattamento è stato confrontato con un gruppo di controllo che ha ricevuto solo glucosamina e ha tratto minori benefici dalla terapia.

Dosaggio e consigli sull’assunzione degli acidi grassi omega-3

Gli esperti in micronutrienti consigliano circa 2 000 milligrammi di acidi grassi omega-3 al giorno. La valutazione di più studi ha accertato la buona efficacia di dosi medie di 2.700 milligrammi.

Il fabbisogno di acidi grassi omega-3 può essere coperto con il pesce. Chi preferisce non consumarlo per ragioni di gusto o per l’eventuale presenza di sostanze tossiche, può assumere gli acidi grassi sotto forma di capsule contenenti olio di pesce purificato o olio di krill. I preparati a base di omega-3 dovrebbero essere sempre assunti insieme ai pasti, perché i grassi degli alimenti ne favoriscono il passaggio al sangue dall’intestino.

Informazioni

L’effetto ottimale degli acidi grassi omega-3 si ottiene inoltre riducendo la percentuale di “grassi cattivi”, ovvero di acidi grassi omega-6, che favoriscono le infiammazioni.

Esami di laboratorio per gli acidi grassi omega-3

Provetta con la scritta Test degli omega-3
L’indica omega-3 indica la percentuale di acidi grassi omega-3 nei globuli rossi. Immagine: jarun011/iStock/Getty Images Plus

L’indice omega-3 consente di rilevare la presenza di acidi grassi omega-3 nel sangue e ne indica la percentuale nei globuli rossi. Il valore ideale è superiore all’otto percento, mentre al di sotto del cinque percento si parla di carenza.

Acidi grassi omega-3: da considerare in caso di assunzione di anticoagulanti e malattie

A partire da una dose di 1.000 milligrammi gli acidi grassi omega-3 possono amplificare l’effetto dei farmaci anticoagulanti, come ad esempio il warfarin (Coumadin®) o l’acido acetilsalicilico (ASA, Aspirina®). Prima di assumere dosi elevate di acidi grassi omega-3, le persone interessate dovrebbero pertanto consultare il proprio medico, che può eventualmente aggiustare la dose dei medicinali.

In caso di malattie epatiche o renali improvvise, pancreatite acuta o colecistite non si dovrebbero assumere acidi grassi omega-3. 

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere di micronutrienti consigliate in caso di lesioni del menisco

Vitamine

Vitamina D

2.000 unità internazionali (UI), eventualmente in base al livello

Altre sostanze nutritive

Glucosamina solfato

da 1.500 a 2.000 milligrammi (mg)

Condroitina solfato

da 800 a 1.200 milligrammi

Acido ialuronico

da 50 a 250 milligrammi

Bromelina

da 400 a 1.890 milligrammi

MSM

da 1.000 a 6.000 milligrammi

Acidi grassi omega-3

2.000 milligrammi

Esami di laboratorio consigliati in breve

Esami del sangue consigliati in caso di lesioni del menisco

Valori normali

Vitamina D

da 40 a 60 nanogrammi per millilitro (ng/ml)

Indice omega-3

dal 5 all’8 percento (meglio se oltre l’8 percento)

Classificazione

Sostegno ai farmaci tramite i micronutrienti

Le vitamine del gruppo B e la vitamina E supportano l’azione dell’analgesico diclofenac

I primi studi clinici indicano che le vitamine del gruppo B possono ridurre la durata di una terapia a base di analgesici (farmaci antinfiammatori non steroidei, FANS). Il principio attivo diclofenac (ad esempio Voltaren®, Dealgic®, Deflamat® o Dicloreum®) ha mostrato un effetto antidolorifico maggiore in combinazione con un complesso di vitamine B che non da solo. Le vitamine sono state iniettate nella sede interessata o assunte sotto forma di capsule.

Poiché i farmaci antinfiammatori non steroidei possono bloccare l’assorbimento della vitamina B12 e dell’acido folico nell’intestino, si consiglia di aumentare queste vitamine per evitare possibili carenze. La dose giornaliera consigliata è compresa tra 250 e 1.000 microgrammi per la vitamina B12, tra 50 e 100 milligrammi per la vitamina B1 e B6 e tra 200 e 1.000 microgrammi per l’acido folico.

La vitamina E ha un’azione simile: grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, coadiuva l’effetto analgesico dei farmaci antinfiammatori non steroidei. La dose giornaliera consigliata è pari a 300 milligrammi.

Gli antiossidanti proteggono lo stomaco in caso di assunzione di acido acetilsalicilico

Persona con un bicchiere d’acqua e una compressa in mano
L’assunzione supplementare di vitamina C in concomitanza con un trattamento a base di ASA può migliorare la tollerabilità dell’antidolorifico. Immagine: Sergii Batechenkov/iStock/Getty Images Plus

L’acido acetilsalicilico (ASA), un principio attivo analgesico, può provocare una carenza di vitamina C nella mucosa gastrica, che in condizioni normali la protegge dall’influsso dei radicali liberi dell’ossigeno. In caso di trattamento a base di ASA, l’integrazione di vitamina C può ridurre il rischio di lesioni alla mucosa gastrica e migliorare la tollerabilità dell’analgesico. Se ne consiglia un apporto fino a 1.000 milligrammi al giorno, suddivisi in due dosi da 500 milligrammi.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere consigliate in caso di assunzione di farmaci

Diclofenac

 

Vitamina B1

da 50 a 100 milligrammi (mg)

Vitamina B6

da 50 a 100 milligrammi

Vitamina B12

da 250 a 1.000 microgrammi (µg)

Acido folico

da 200 a 1.000 microgrammi

Vitamina E

300 milligrammi

  

Acido acetilsalicilico

 

Vitamina C

fino a 1.000 milligrammi

 

 

Classificazione

Riepilogo

Una lesione del menisco è caratterizzata da una lacerazione o da un danneggiamento della cartilagine (menisco) tra le articolazioni a causa di un infortunio sportivo o di usura, e nel lungo termine provoca la comparsa di artrosi. Il trattamento può includere la fisioterapia o un intervento chirurgico. Tuttavia, anche i micronutrienti possono avere un effetto benefico sulla cartilagine e coadiuvare il processo di guarigione di una lesione del menisco.

La glucosamina e la condroitina sono componenti essenziali della cartilagine che con la loro azione riducono il dolore e migliorano la mobilità in caso di lesione meniscale al ginocchio. Il metilsulfonilmetano (MSM) è una fonte di zolfo, anch’esso un elemento di base della cartilagine. L’MSM ha inoltre un effetto antinfiammatorio e analgesico. L’acido ialuronico è un componente del liquido sinoviale in grado non solo di alleviare i dolori ma anche di aumentare la mobilità articolare e rafforzare la muscolatura del ginocchio.

Una lesione del menisco comporta spesso la comparsa di reazioni infiammatorie e gonfiori nell’articolazione. In questi casi è utile ricorrere alla vitamina D o alla bromelina. Anche gli acidi grassi omega-3 intervengono direttamente nel metabolismo dell’infiammazione e possono alleviare i dolori provocati da un’infiammazione articolare (artrite).

Il trattamento dei dolori provocati da una lesione del menisco prevede in molti casi l’impiego di antidolorifici come il diclofenac o l’acido acetilsalicilico (ASA), che però causano spesso effetti collaterali. Anche in questo caso i micronutrienti possono essere d’aiuto: grazie alla sua azione antiossidante, la vitamina C protegge la mucosa gastrica in caso di assunzione di ASA. Le vitamine del gruppo B e la vitamina E amplificano inoltre l’effetto dei farmaci antinfiammatori non steroidei (diclofenac).

Classificazione

Indice degli studi e delle fonti

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