Trattare in modo naturale l'acufene e l'ipoacusia improvvisa

Come determinati micronutrienti possono ridurre il rumore nelle orecchie e le perdite uditive

Con il termine acufene si intende un rumore costante o ricorrente non dovuto a sorgenti sonore esterne. In molti casi questi rumori si manifestano in presenza di ipoacusia improvvisa. Si tratta di una perdita d'udito nell'orecchio interno improvvisa e, nella maggior parte dei casi, unilaterale. Alcuni micronutrienti possono contribuire a ridurre il rumore e migliorare l'udito: essi favoriscono infatti la circolazione sanguigna nell'orecchio e proteggono le sensibili cellule dell'udito. Scoprite qui quali sono.

Donna con mal d'orecchio che si tiene l'orecchio
Possono avvertirsi rumori nelle orecchie in presenza di un'ipoacusia improvvisa o di acufene, nel cui caso il rumore è costante e ricorrente. Immagine: Aleksej Sarifulin/iStock/Getty Images Plus

Cause e sintomi

Sintomi dell'acufene e dell'ipoacusia improvvisa

Acufene: in caso di acufene, chiamato anche tinnitus aurium o tinnitus auris, la persona colpita sente un rumore costante o ricorrente senza che vi siano sorgenti sonore esterne. I rumori possono essere molto diversi tra loro e assumere forma di fischiettii, squilli, fruscii, ronzii o brusii.

La forma più frequente in assoluto è l'acufene soggettivo. In questa forma sentono il rumore solo le persone colpite. Nell'acufene oggettivo è invece presente una sorgente sonora interna, ad esempio il fruscio del sangue che scorre in un'arteria vicina.

L'acufene può essere acuto o cronico. Nella forma acuta i disturbi possono durare per un massimo di tre mesi. L'acufene è definito cronico in caso di durata superiore a tre mesi.

Questi rumori uditivi possono compromettere notevolmente la qualità della vita delle persone colpite e possono essere correlati a numerosi problemi come ansia, depressione o disturbi del sonno.

 

Ipoacusia improvvisa: con ipoacusia improvvisa si indica una perdita improvvisa dell'udito. In questo caso la prima parte del processo uditivo funziona senza problemi: le onde acustiche raggiungono l'orecchio interno senza disturbi, ma lì gli stimoli non vengono più elaborati correttamente.

Nella maggior parte dei casi l'ipoacusia colpisce solo un orecchio. La perdita dell'udito può interessare tutte le frequenze oppure limitarsi solo ad alcune bande di frequenza. Nell'80-90% dei casi si manifesta anche acufene, nella maggior parte dei casi ad alta frequenza. Altri sintomi concomitanti frequenti sono una sensazione di pressione nell'orecchio e vertigini. In molti casi i sintomi scompaiono da soli, tuttavia spesso resta un rumore o un calo dell'udito.

Cause dell'acufene e dell'ipoacusia improvvisa

Ad oggi non si conoscono con precisione i meccanismi di insorgenza dell'acufene e dell'ipoacusia improvvisa. Le cause sono molteplici:

  • Rumore, trauma acustico da detonazione
  • Sovraccarico emotivo (stress, burnout, eccessiva tensione, ansia)
  • Otturazione del canale uditivo dovuta a cerume o a un corpo estraneo come l'ovatta
  • Infiammazione cronica dell'orecchio medio
  • Timpano perforato
  • Otosclerosi: patologia ossea dell'orecchio medio e interno
  • Sindrome di Menière: vertigini di natura casuale
  • Problemi all'udito dovuti all'età Disturbi della circolazione sanguigna
  • Problemi con i muscoli mandibolari o l'articolazione mandibolare
  • Modifiche e blocchi della cervicale Tumore benigno del nervo uditivo (neurinoma acustico)

Inoltre il rumore può verificarsi in correlazione con: pressione alta (ipertensione), pressione troppo bassa (ipotensione), malattie cardiocircolatorie (aritmie cardiache, arteriosclerosi) e disturbi metabolici quali diabete mellito, ipertiroidismo o ipotiroidismo, lipemia elevata (alti valori di grassi nel sangue), anemia (basso numero di globuli rossi), trauma cranico o uso di anestetici.

Classificazione

Obiettivi del trattamento

Come sono trattati in modo classico l'acufene e l'ipoacusia improvvisa?

Orecchio di una donna con un apparecchio acustico
Se la perdita uditiva è permanente, è necessario un apparecchio acustico. Immagine: AlexRaths/iStock/Getty Images Plus

Le cause spesso poco chiare e l'elevato tasso di guarigione spontanea rendono difficile la terapia in caso di acufene e ipoacusia improvvisa. Vengono utilizzati vari metodi di trattamento:

Nella fase acuta i medici somministrano solitamente dosi elevate di cortisone (ad esempio prednisolone) sotto forma di soluzione per infusione o compresse. L'obiettivo è ridurre i segni di infiammazione tramite farmaci e, al contempo, limitare i danni alle cellule pilifere e nervose nell'orecchio interno.

In caso di trauma acustico da detonazione e danni all'orecchio interno, si interviene anche con l'ossigenoterapia. Partendo dal presupposto che la causa sia la carenza di ossigeno nell'orecchio interno, il paziente che soffre di acufene respira ossigeno puro in una camera iperbarica contenente ossigeno. La sua efficacia tuttavia è controversa.

Se l'acufene è causato da un problema alla cervicale, si consigliano trattamenti fisioterapici come la ginnastica medica e la chiropratica.

In presenza di rumori costanti si utilizzano anche dispositivi sonori, i cosiddetti noiser o masker, che hanno lo scopo di distrarre dal proprio acufene.

Se la perdita uditiva nell'ipoacusia improvvisa è persistente, è necessario un apparecchio acustico e, nei rari casi di completa sordità, si interviene impiantando un orecchio interno artificiale, un cosiddetto impianto cocleare.

Gli obiettivi della medicina dei micronutrienti

La medicina dei micronutrienti può sostenere in modo naturale il trattamento dell'acufene e dell'ipoacusia improvvisa. Determinate vitamine, minerali e flavonoidi possono prevenire i danni all'orecchio interno, ridurre il rumore e la perdita di udito e influenzare positivamente il decorso del problema grazie al loro effetto antiossidante e protettivo, poiché promuovono la circolazione e la flessibilità dei vasi sanguigni:          

  • Il magnesio allarga i vasi, protegge le cellule nervose e combatte inoltre la carenza di magnesio dovuta allo stress.
  • Il ginkgo biloba e l'estratto di corteccia di pino allargano i vasi sanguigni e promuovono la circolazione.
  • Le vitamine A, C ed E e lo zinco  o l'N-acetilcisteina hanno un effetto antiossidante e proteggono così le cellule nervose dai danni.
  • Il coenzima Q10 favorisce l'apporto di energia alle cellule.
  • Le vitamine B6 e B12 e l'acido folico proteggono dall'omocisteina, la sostanza che danneggia le cellule e che nuoce anche i nervi uditivi.
Classificazione

Trattamento con i micronutrienti

Il magnesio allarga i vasti sanguigni e protegge le cellule nervose

Meccanismo d'azione del magnesio
I preparati a base di magnesio possono aiutare
Il magnesio regola la tensione dei vasi sanguigni e garantisce che i nervi e la trasmissione dei segnali funzionino correttamente durante il processo uditivo. Immagine: mtphoto19/iStock/Getty Images Plus

Il magnesio regola la tensione dei vasi sanguigni e garantisce che i nervi e la trasmissione dei segnali funzionino correttamente durante il processo uditivo.

La carenza di magnesio può danneggiare le orecchie e favorire la comparsa di danni da rumore a causa di una sovraeccitazione dei nervi. Può inoltre far sì che sostanze nocive o farmaci (antibiotici amminoglicosidici come la gentamicina e il farmaco antitumorale cisplatino) danneggino ulteriormente i nervi acustici. La carenza di magnesio è anche associata alla perdita permanente e temporanea dell'udito e alla riduzione del flusso sanguigno.

La carenza di magnesio è correlata anche all'acufene: in uno studio, 76 pazienti con acufene soggettivo bilaterale grave hanno mostrato un'incidenza significativamente maggiore di carenza di magnesio rispetto ai controlli sani.

Questo minerale è in grado di superare la barriera tra la circolazione sanguigna e il liquido cocleare nella coclea. Pertanto, può essere utilizzato in caso di acufene o per prevenire l'ipoacusia improvvisa.

Diversi studi suggeriscono che l'assunzione di magnesio può ridurre sia la perdita dell'udito che la gravità dell'acufene: in uno studio, i pazienti con improvvisa perdita dell'udito senza causa riconosciuta sono stati suddivisi in due gruppi cui sono stati somministrati rispettivamente cortisone e magnesio o cortisone e placebo. Rispetto al gruppo di controllo, il gruppo trattato con magnesio ha presentato un miglioramento significativamente più frequente dell'udito.  

Inoltre, il magnesio è ritenuto utile se l'acufene è dovuto allo stress: contrasta il cortisolo, l'ormone dello stress, e ha un effetto rilassante sulla muscolatura e sui vasi sanguigni, prevenendo danni ai nervi dell'orecchio dovuti a una cattiva circolazione che porterebbero ad una perdita dell'udito.

Dose e assunzione consigliata

I medici specializzati in micronutrienti consigliano, in caso di acufene e ipoacusia improvvisa, una dose di magnesio al giorno compresa tra 300 e 600 milligrammi, idealmente suddivisa in più porzioni, ad esempio da 150 a 300 milligrammi due volte al giorno.

A seconda della sensibilità di ciascun individuo, già una dose minima di magnesio (250 milligrammi) può causare diarrea. In questo caso, suddividere la dose in più porzioni.

Il magnesio dovrebbe essere assunto per un periodo di tempo più lungo per compensare una carenza. Il livello del magnesio va tenuto sotto controllo se si assumono più di 250 milligrammi al giorno per un periodo continuato.

Esami di laboratorio: determinare il livello di magnesio

Il magnesio è presente nell'organismo soprattutto nei globuli rossi, pertanto, se si vuole escludere la possibilità di una carenza, dovrebbe essere misurato nel sangue intero. Il sangue intero contiene tutti i globuli rossi. Il livello di magnesio nel sangue intero è normalmente compreso tra 1,38 e 1,50 millimoli per litro.

In caso di problemi all'orecchio, sono indicativi anche i valori di magnesio nel siero, poiché quest'ultimo è correlato al sistema linfatico, a sua volta correlato all'orecchio. Gli studi mostrano una correlazione tra i valori di magnesio nel siero e l'acufene e l'ipoacusia improvvisa. I valori normali nel siero sono compresi tra 0,8 e 1,1 millimoli per litro.

La soluzione migliore sarebbe che il medico controllasse i valori di magnesio ogni 3-4 mesi.

Da considerare in caso di assunzione di farmaci e malattie

In generale il magnesio è ben tollerabile. Tuttavia, questo minerale può creare complessi insolubili con alcuni farmaci, limitandone l'efficacia. Tra tali farmaci si annoverano gli antibiotici, soprattutto gli inibitori della DNA girasi e le tetracicline, e i farmaci contro l'osteoporosi (bisfosfonati come l'acido alendronico, l'acido clodronico, l'acido etidronico).

In caso di assunzione concomitante di questi farmaci e del magnesio, si dovrebbe rispettare un intervallo di almeno due ore tra le due assunzioni.

In caso di nefropatie croniche, non si dovrebbe assumere ulteriori quantità di magnesio mediante preparati a base di minerali. I reni indeboliti non riescono infatti ad eliminare correttamente il magnesio in eccesso, che andrebbe quindi ad accumularsi nel sangue.

Il ginkgo biloba allarga i vasi sanguigni e favorisce la circolazione

Meccanismo d'azione del ginkgo biloba

Immagine di globuli rossi
Il ginkgo favorisce la circolazione sanguigna e l'adesione delle piastrine, prevenendo così un'otturazione dei vasi e, dunque, una possibile perdita dell'udito. Immagine: Anikbananik/iStock/Getty Images Plus

L'estratto delle foglie dell'albero del ginkgo viene usato in caso di problemi circolatori e vertigini. I suoi principi attivi, tra tutti i flavonoidi e il terpene (ginkgolidi e bilobalidi), favoriscono la circolazione nei vasi più piccoli dell'orecchio interno. Ciò migliora l'apporto di sostanze nutritive e ossigeno alle cellule e ai nervi e li aiuta a riprendersi più facilmente se danneggiati.

Inoltre, il ginkgo inibisce l'adesione delle piastrine e previene in questo modo l'otturazione dei vasi più sottili, evitando una possibile perdita dell'udito.

Come rilevato da un'analisi di otto studi di alto livello, l'assunzione di estratto di ginkgo biloba potrebbe ridurre sensibilmente il rumore, migliorando notevolmente la qualità della vita dei pazienti. Nel complesso, tuttavia, le prove sull'efficacia del ginkgo non sono certe, poiché alcuni soggetti non ne hanno tratto alcun beneficio. Ciò può dipendere dalle diverse cause dell'acufene.

Dose e assunzione consigliata

In caso di acufene e ipoacusia improvvisa si consiglia di assumere ogni giorno da 120 a 240 milligrammi di estratto di ginkgo contenente almeno 3,3 milligrammi di ginkgolidi. Negli studi condotti, queste dosi si sono rivelate efficaci e sicure. Il ginkgo dovrebbe essere assunto insieme ai pasti.

Consiglio

Assicurarsi che il preparato contenga poco acido ginkgolico, poiché dosi elevate danneggiano le cellule. I tè al ginkgo sono meno adatti perché, se da un lato possono contenere più acido ginkgolico dei preparati speciali, dall'altro il contenuto di principi attivi varia notevolmente e, dunque, non è possibile eseguire un dosaggio corretto.

Da considerare in caso di assunzione di anticoagulanti e durante la gravidanza

Il ginkgo può rafforzare l'effetto degli anticoagulanti e, quindi, aumentare la tendenza al sanguinamento. Non si dovrebbero dunque assumere principi attivi quali fenprocumone, warfarin, clopidogrel e acido acetilsalicilico insieme al ginkgo senza aver prima consultato un medico, il quale controllerà il fattore di coagulazione (valore INR) attentamente e su base regolare.

Inoltre, si dovrebbe escludere la presenza di coagulopatie.

Non è stata ancora maturata esperienza a sufficienza in merito all'uso del ginkgo durante la gravidanza e l'allattamento. Spetta quindi a un medico valutare con attenzione i benefici e i possibili rischi di un trattamento.

Ramo di abete, pigne e un estratto in un barattolo di vetro
Alcuni studi hanno dimostrato che l'estratto di corteccia di pino può migliorare la circolazione sanguigna nell'orecchio. Immagine: rusak/iStock/Getty Images Plus

L'estratto di corteccia di pino migliora il flusso sanguigno e la funzione vascolare

Meccanismo d'azione dell'estratto di corteccia di pino

L'estratto di corteccia di pino presenta una percentuale elevata di oligomeri procianidolici (OPC). Si tratta di principi attivi vegetali molto efficaci dalle forti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. In altre parole, sono in grado di prevenire i danni cellulari causati dai radicali liberi. In caso di acufene, lo stress ossidativo è legato alla perdita dell'udito. Può infatti danneggiare le cellule nervose e causarne la morte.

Inoltre, l'estratto di corteccia di pino contrasta la costrizione vascolare ed è coinvolto nella rigenerazione e nella protezione da parte delle vitamine C ed E antiossidanti. Sono disponibili i primi studi sull'acufene e l'ipoacusia improvvisa:

Uno studio ha dimostrato che l'assunzione di estratto di corteccia di pino per una media di cinque settimane può alleviare efficacemente i sintomi dell'acufene migliorando il flusso sanguigno nell'orecchio interno.

È stato condotto un ulteriore studio su circa 120 pazienti con vertigini, perdita dell'udito, rumori uditivi, pressione auricolare e, di conseguenza, andatura instabile. Un gruppo ha ricevuto un trattamento standard, mentre l'altro ha ricevuto l'estratto di corteccia di pino. Dopo sei mesi la circolazione nell'orecchio interno è migliorata in modo molto più evidente e significativo nel gruppo che ha assunto l'estratto di corteccia di pino. I disturbi sono scomparsi in circa l'88% dei pazienti di questo gruppo, mentre nel gruppo di controllo tale percentuale arrivava solo al 35%.

Dose e assunzione consigliata

In alcuni studi sono state testate con successo dosi giornaliere comprese tra 100 e 150 milligrammi di estratto di corteccia di pino (almeno 70 milligrammi di procianidine), dosi più elevate hanno avuto un effetto maggiore. Nella maggior parte dei casi, i medici specializzati in micronutrienti consigliano di iniziare con 100 milligrammi.

Idealmente l'estratto di corteccia di pino dovrebbe essere assunto insieme ai pasti.

Da considerare in caso di assunzione di anticoagulanti, gravidanza e allattamento

Gli studi mostrano che l'estratto di corteccia di pino può inibire leggermente la coagulazione, mentre non sembra influire sull'effetto anticoagulante dell'acido acetilsalicilico (ASA). Tuttavia, per sicurezza, i pazienti che assumono contemporaneamente estratto di corteccia di pino e ASA dovrebbero discuterne con il proprio medico.

Non sono stati ancora eseguiti studi a sufficienza in merito all'uso dell'estratto di corteccia di pino durante la gravidanza e l' allattamento, pertanto spetta al medico valutare in modo critico come procedere.

Protezione antiossidante delle cellule acustiche da parte delle vitamine A, C ed E e dello zinco

Meccanismo d'azione degli antiossidanti

Diverse ciotole a forma di cuore con frutta e verdura varie
Le vitamine A, C ed E possono ridurre il rischio di perdita uditiva. Immagine: marilyna/iStock/Getty Images Plus

La formazione di radicali liberi che danneggiano le cellule svolge un ruolo importante nell'insorgenza di una perdita dell'udito dovuta al rumore, in quanto può portare ad una riduzione del flusso sanguigno nell'orecchio interno. I micronutrienti antiossidanti come le vitamine A, C ed E, insieme allo zinco, possono contrastare questo processo.

Uno studio sull'alimentazione condotto negli Stati Uniti su oltre 2.500 soggetti ha dimostrato che coloro che assumevano molte vitamine antiossidanti come il beta-carotene (precursore della vitamina A), la vitamina C e il magnesio correvano un rischio minore di perdita dell'udito rispetto a chi riceveva un apporto inferiore di tali sostanze nutritive.

Anche la somministrazione di antiossidanti ha un effetto positivo: in caso di perdita improvvisa dell'udito per cause incerte, la vitamina C ed E hanno migliorato di circa il 63% (29 decibel) la capacità uditiva. Nel gruppo di confronto questo miglioramento è stato solo di circa il 44% (19 decibel).

Consiglio

Il magnesio integra questo effetto: in caso di somministrazione singola, né gli antiossidanti né il magnesio sono riusciti a ridurre in modo affidabile la perdita uditiva dovuta al rumore o i danni alle cellule. Combinati, invece, sono risultati molto efficaci anche quando il trattamento è stato avviato solo un'ora prima dell'esposizione al rumore.

In caso di stress, possibile causa dell'acufene e dell'ipoacusia improvvisa, il fabbisogno di zinco aumenta. Uno studio condotto su 100 pazienti con acufene ha mostrato una stretta correlazione tra il livello di zinco e la gravità e il volume dell'acufene. La carenza di zinco è stata inoltre associata ad un deterioramento delle soglie uditive.

Dose e assunzione consigliata

In caso di acufene o ipacusia improvvisa si dovrebbe assumere una combinazione di antiossidanti, che si supportano a vicenda e sono necessari per la rigenerazione una volta neutralizzato lo stress ossidativo.

Si consigliano le seguenti dosi:

  • fino a 800 microgrammi di vitamina A
  • almeno 200 milligrammi di vitamina C
  • 60 milligrammi del complesso di vitamine E (da tocoferoli e tocotrienoli)
  • fino a 25 milligrammi di zinco (anche di più in caso di carenza di zinco)

Gli antiossidanti liposolubili come la vitamina A ed E devono essere assunti insieme ai pasti, perché solo se assunti insieme ad una piccola quantità di grassi alimentari possono arrivare nel sangue passando dall'intestino. In linea di massima, l'assunzione insieme ai pasti li rende anche più tollerabili per lo stomaco, ad esempio nel caso dello zinco.

Da considerare in caso di gravidanza, assunzione di farmaci e malattie

In caso di insufficienza renale, la scomposizione della vitamina A e l'escrezione dello zinco sono compromesse, con conseguente aumento del rischio di un sovradosaggio. Le persone affette da nefropatie non dovrebbero assumere preparati a base di vitamina A né assumere ulteriori dosi di zinco.

Un sovradosaggio di vitamina A durante la gravidanza può causare problemi di crescita e malformazioni del feto, pertanto le donne incinte non dovrebbero assumerla mediante integratori.

Lo zinco forma con alcuni farmaci dei composti insolubili, neutralizzandone l'efficacia. Tra i suddetti farmaci si annoverano determinati antibiotici (le tetracicline e gli inibitori della DNA girasi), i farmaci contro l'osteoporosi (bisfosfonati) e gli antireumatici (D-penicillamina). In caso di somministrazione contemporanea, si dovrebbe quindi rispettare un intervallo di almeno tre ore.

Il coenzima Q10 favorisce l'apporto di energia alle cellule

Meccanismo d'azione del coenzima Q10

Immagine dei mitocondri
Il coenzima Q10 interviene nella produzione di energia nei mitocondri e procura così alle cellule dell'udito l'energia di cui hanno bisogno. Immagine: wir0man/iStock/Getty Images Plus

Il coenzima Q10 contribuisce alla produzione di energia nei mitocondri, le centrali elettriche delle nostre cellule, e garantisce che le cellule acustiche ricevano sufficiente energia. Come antiossidante, il coenzima Q10 protegge inoltre le cellule dell'organismo dai radicali liberi nocivi (stress ossidativo).

In un piccolo studio condotto su 20 pazienti con acufene cronico e bassi livelli di coenzima Q10 nel sangue, l'assunzione di coenzima Q10 ha migliorato significativamente i disturbi indicati nel questionario.

Un ulteriore studio ne ha confermato l'efficacia dopo un'improvvisa perdita dell'udito: in questo caso il coenzima Q10 è stato somministrato in combinazione con una terapia steroidea (cortisone), portando a un miglioramento significativamente superiore nella comprensione del linguaggio rispetto alla sola terapia standard.

I risultati di un altro studio mostrano che un trattamento di 30 giorni con il coenzima Q10 accelera la guarigione dopo un'esposizione al rumore.

Dose e assunzione consigliata

In caso di acufene, i medici specializzati in micronutrienti consigliano si assumere da 100 a 300 milligrammi di coenzima Q10 al giorno.

I grassi contenuti negli alimenti migliorano l'assorbimento del coenzima Q10 che dovrebbe quindi essere sempre assunto insieme ai pasti.

Da considerare in caso di assunzione di anticoagulanti

Il coenzima Q10 può ridurre l'effetto di alcuni anticoagulanti, tra cui le cumarine con i principi attivi fenprocumone e warfarin. Un'interazione di questo tipo può manifestarsi già a dosi comprese tra 30 e 100 milligrammi del coenzima Q10. Pertanto, un'eventuale assunzione concomitante va prima discussa con il medico. In questo caso è importante controllare il tempo di protrombina (noto anche come valore di Quick) nel sangue.

L'N-acetilcisteina contrasta i danni metabolici

Meccanismo d'azione dell'N-acetilcisteina

L'N-acetilcisteina (NAC) è un amminoacido precursore del glutatione, un importante antiossidante dell'organismo. Ciò significa che aiuta a proteggere le cellule dai radicali liberi.

Oltre a tale effetto protettivo, la NAC è responsabile anche della conservazione della protezione antiossidante delle cellule, aiutando così a contrastare i danni metabolici che possono comparire in seguito ad acufene o ipoacusia improvvisa. Promuove inoltre la formazione di monossido di azoto (NO), un trasmettitore che garantisce la dilatazione dei vasi.

Alcuni studi dimostrano che l'assunzione di NAC può prevenire l'effetto distruttivo degli antibiotici amminoglicosidici sull'orecchio interno.

In uno studio su 48 lavoratori tessili esposti al rumore, è stato osservato che l'assunzione giornaliera di NAC preveniva la comparsa di una perdita temporanea dell'udito. Nel complesso, i dati indicano che l'N-acetilcisteina attenua leggermente la perdita dell'udito in persone soggette a un forte inquinamento acustico.

Inoltre, in caso di ipoacusia improvvisa, l'assunzione di NAC può migliorare il successo del trattamento standard con un preparato a base di cortisone: dopo sei mesi, la soglia di udito nei pazienti sottoposti a terapia combinata è migliorato di 26 decibel, mentre chi aveva seguito solo la terapia con cortisone ha riscontrato un miglioramento di soli 15 decibel. Il miglioramento dell'udito grazie alla NAC si è dimostrato particolarmente efficace ad alte frequenze, ad esempio a 4.000 Hertz.

Dose e assunzione consigliata

In caso di acufene e ipoacusia improvvisa, soprattutto se causati da esposizione al rumore, si consiglia di assumere ogni giorno da 300 a 1.200 milligrammi di N-acetilcisteina, ad esempio suddivisi in 100-400 milligrammi tre volte al giorno.

Occasionalmente, durante l'assunzione possono verificarsi nausea, diarrea o bruciore di stomaco.

Da considerare in caso di assunzione di antitussivi, assunzione di antibiotici, gravidanza e allattamento

In caso di assunzione concomitante di NAC e farmaci antitussivi, può verificarsi un pericoloso accumulo di secrezione a causa del limitato riflesso della tosse. Pertanto, per motivi di sicurezza, si dovrebbe consultare il medico in merito all'uso combinato.

La NAC può compromettere l'effetto di alcuni antibiotici come la penicillina, le cefalosporine e le tetracicline. È dunque importante rispettare un intervallo di due ore.

Non è stata ancora maturata esperienza a sufficienza in merito all'uso dell'N-acetilcisteina durante la gravidanza e l'allattamento. Pertanto, l'assunzione di N-acetilcisteina dovrebbe essere valutata in modo critico.

La vitamina B12 e l'acido folico proteggono dai danni ai nervi

Meccanismo d'azione della vitamina B12

Formula chimica della vitamina B12 con accanto delle capsule
Una carenza di vitamina B12 danneggia la guaina protettiva del nervo dell'orecchio interno, favorendo l'insorgenza di acufene o perdita dell'udito. Immagine: Ekaterina79/iStock/Getty Images Plus

La vitamina B12 contribuisce in modo significativo al metabolismo delle cellule nervose. La carenza di vitamina B12 può contribuire alla morte delle cellule nervose. È inoltre associata a danni della guaina protettiva (guaina mielinica) del nervo dell'orecchio interno, che possono favorire la comparsa di acufene e ipoacusia improvvisa.

Il funzionamento della coclea nell'orecchio interno dipende da un adeguato apporto dei vasi sanguigni. L'acido folico e la vitamina B12 svolgono un ruolo centrale nel funzionamento dei vasi nell'orecchio interno.

La somministrazione di vitamina B12 può migliorare l'acufene: in uno studio, 40 pazienti hanno ricevuto una volta alla settimana per sei settimane 2.500 microgrammi di vitamina B12 o un placebo con soluzione salina isotonica iniettata nel muscolo. Nei pazienti con carenza, la vitamina B12 ha portato a un significativo miglioramento dell'indice di gravità medio dell'acufene.

Alcuni ricercatori italiani hanno scoperto che i pazienti con ipoacusia improvvisa presentano con maggiore frequenza bassi livelli di acido folico rispetto ai controlli sani. L'organismo ha bisogno di acido folico, vitamina B12 e vitamina B6 per scomporrel'omocisteina . Se quest'ultima non viene eliminata correttamente a causa di una carenza vitaminica, si accumula nel sangue e danneggia le pareti vascolari.

Poiché elevati livelli di omocisteina nel sangue sono probabilmente in parte responsabili della comparsa di acufene e ipoacusia improvvisa, la terapia a base di micronutrienti mira a ridurli attraverso le vitamine del gruppo B.

Dose e assunzione consigliata

In caso di carenza è necessario assumere dosi elevate di vitamina B12 su prescrizione del medico. A seconda della gravità e della causa di tale carenza, la dose giornaliera consigliata è compresa tra 250 e 1.000 microgrammi. Gli anziani, le persone affette da malattie gastrointestinali e i vegani sono soggetti particolarmente a rischio.

La dose giornaliera consigliata di acido folico è compresa tra 400 e 600 microgrammi, mentre quella di vitamina B6 tra 5 e 15 milligrammi.

Consiglio

Si consiglia di assumere preparati a base di sostanze nutritive di qualità nei quali l'acido folico e la vitamina B12 sono presenti in forma bioattiva (acido 5-metiltetraidrofolico e metilcobalamina) e possono dunque essere usati direttamente dall'organismo. Infatti, una parte della popolazione ha difficoltà a convertire l'acido folico nella sua variante bioattiva.

Rilevazione del livello di omocisteina in laboratorio

Paziente con un laccio emostatico intorno al braccio e infermiera sullo sfondo
Poiché valori elevati di omocisteina danneggiano i vasi sanguigni nell'orecchio interno e sono associati a numerose complicanze, è importante controllarli sempre in caso di acufene e ipoacusia improvvisa. L'omocisteina viene misurata nel plasma, ovvero la componente liquida del sangue priva di cellule ematiche. I valori normali sono compresi tra 5 e 9 micromoli per litro. Immagine: YakobchukOlena/iStock/Getty Images Plus

Dosaggi in breve

Dose giornaliera consigliata di micronutrienti in caso di acufene

 

Vitamine

Vitamina A

800 microgrammi (µg)

Vitamina B12

da 250 a 1.000 microgrammi

Acido folico

da 400 a 600 microgrammi

Vitamina C

almeno 200 milligrammi (mg)

Vitamina E

60 milligrammi (da tocoferoli e
tocotrienoli)

Coenzima Q10

da 100 a 300 milligrammi

  
 

Minerali

Magnesio

da 300 a 600 milligrammi

Zinco

fino a 25 milligrammi

  
 

Flavonoidi

Ginkgo biloba

da 120 a 240 milligrammi

(almeno 3,3 milligrammi di ginkgolidi)

Picnogenolo

150 milligrammi

(almeno 70 milligrammi di procianidine)

  
 

Altre sostanze nutritive

N-acetilcisteina

da 300 a 1.200 milligrammi

 

 

Esami di laboratorio consigliati in breve

Esami del sangue consigliati in caso di acufene

 

Valori normali

Omocisteina

<10 micromoli per litro (µmol/l)

Magnesio

da 1,38 a 1,50 millimoli per litro (mmol/l) nel sangue intero

da 0,73 a 1,06 millimoli per litro nel siero

 

 

Classificazione

Riepilogo

Con il termine acufene si intende un rumore costante o ricorrente non dovuto a sorgenti sonore esterne. In molti casi questi rumori si manifestano in presenza di ipoacusia improvvisa, un'improvvisa perdita dell'udito nell'orecchio interno, principalmente unilaterale. Determinati micronutrienti possono aiutare a ridurre il rumore e i problemi all'udito.

Il magnesio allarga i vasi, protegge le cellule dell'udito e può prevenire i danni cellulari dovuti all'acufene e perdite uditive. Anche gli estratti di ginkgo biloba e di corteccia di pino allargano i vasi sanguigni e migliorano la circolazione nell'orecchio interno. Le vitamine A, C ed E e lo zinco hanno un effetto antiossidante e contrastano i danni cellulari, così come l'N-acetilcisteina, precursore del glutatione e principale antiossidante dell'organismo.

Il coenzima Q10 garantisce che le cellule acustiche ricevano sufficiente energia. Le vitamine B6 e B12 e l'acido folico proteggono dai danni neurologici e riducono il livello elevato di omocisteina, che potrebbe intervenire nell'insorgenza di questi problemi.

Classificazione

Indice degli studi e delle fonti

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