Come trattare in modo naturale la degenerazione maculare legata all’età con la medicina dei micronutrienti

In che modo determinate vitamine, minerali e flavonoidi possono essere d’aiuto contro questa patologia oculare

La degenerazione maculare legata all’età (AMD) comporta un accumulo di residui all’interno della retina dell’occhio che causa un graduale peggioramento della vista e, nel peggiore dei casi, la cecità. Si consiglia di completare il trattamento dell’AMD con integratori a base di micronutrienti. In questo caso gli antiossidanti sono i più utili, perché proteggono la retina dai danni causati dai radicali liberi. Leggete qui quali sono gli antiossidanti particolarmente utili in caso di AMD.

Primo piano di un occhio
La degenerazione maculare legata all’età è caratterizzata da un danno crescente alla retina oculare dovuto all’accumulo di residui (drusen) e alla distruzione delle cellule, che comporta una progressiva perdita della vista. La medicina dei micronutrienti aiuta ad arrestare in modo naturale questi processi. Immagine: Olga Ignatova/iStock/Getty Images Plus

Cause e sintomi

Che cosa si intende con degenerazione maculare legata all’età?

La degenerazione maculare legata all’età (AMD) si manifesta con l’accumulo di residui nella retina che aumenta con l’avanzare dell’età, causando danni cellulari e una riduzione della vista. I medici distinguono due forme di AMD:

  • Forma secca: la riduzione della vista nella forma secca dell’AMD è dovuta ai cosiddetti drusen. Si tratta di accumuli di scorie che si formano nella zona della macula, una parte della retina responsabile della nitidezza delle immagini e della percezione dei colori. L’accumulo di questi drusen porta a un’atrofizzazione di alcuni punti della retina, causando un graduale peggioramento della vista.
  • Forma umida o essudativa un’AMD "secca" può degenerare in una forma "umida". In questo caso le cellule della retina nella zona della macula non ricevono più ossigeno e nutrienti a sufficienza. La carenza di ossigeno e le reazioni infiammatorie all’interno dell’occhio causano a loro volta la formazione anomala di nuovi vasi per migliorare l’alimentazione della retina. I nuovi vasi, però, non sono stagni e i sanguinamenti risultanti danneggiano ulteriormente le cellule della retina. A differenza della forma secca dell’AMD, quella umida ha una progressione molto rapida.

Cause dell’AMD

Le cause dell’AMD sono diverse, anche se l’avanzamento dell’età resta il fattore di rischio principale. La scienza fornisce, inoltre, evidenze che le persone con la pelle e gli occhi chiari sono particolarmente a rischio. Se un parente stretto contrae l’AMD, il rischio dei famigliari di ammalarsi aumenta. Si presume che il rischio di contrarre l’AMD sia legato a determinate alterazioni (mutazioni) genetiche.

Anche un’alimentazione ricca di zuccheri e colesterolo, il diabete, la luce solare (raggi UV), lo stress ossidativo e i radicali liberi favoriscono lo sviluppo di questa patologia. Un altro fattore di rischio da non sottovalutare è il fumo. Nei fumatori, infatti, il rischio di contrarre l’AMD è doppio rispetto ai non fumatori. Anche l’ipertensione e un aumento dei livelli di omocisteina favoriscono l’AMD.

Sintomi dell’AMD

L’AMD non colpisce l’intera retina, ma solo la zona centrale, responsabile della visione più nitida. Ecco perché le persone colpite soffrono di una visione distorta e sfocata degli oggetti, soprattutto se occorre puntare lo sguardo per vederli. Solitamente le persone colpite da AMD non riescono a visualizzare i dettagli più piccoli e fanno sempre più fatica a leggere, guidare o anche a riconoscere i visi. Spesso questi disturbi sono accompagnati da sensibilità all’abbagliamento, percezione distorta dei colori o peggioramento della vista al buio.

La patologia colpisce però solo l’area del campo visivo centrale, mentre la vista periferica resta invariata ed è quindi possibile conservare intatta la capacità di orientarsi.

Classificazione

Obiettivi del trattamento

Qual è il trattamento classico dell’AMD?

L’AMD è una malattia incurabile. Poiché il fumo è il massimo fattore di rischio dell’AMD, i pazienti che ne soffrono sono caldamente invitati a smettere di fumare così da rallentare il decorso della malattia. Anche un’alimentazione sana, un’attività fisica regolare e un peso corporeo normale potrebbero avere effetti positivi sulla progressione di questa patologia.

Spesso la vista migliora se si utilizzano degli ausili che ingrandiscono gli oggetti. Chi soffre di una maggiore sensibilità all’abbagliamento dovrebbe anche indossare degli occhiali da sole che proteggono ulteriormente la retina dai danni della luce solare. Da qualche tempo i pazienti che soffrono di una forma umida di AMD possono ricorrere a farmaci molto efficaci che bloccano la crescita dei vasi permeabili e l’accumulo di liquido nella retina.

Gli obiettivi della medicina dei micronutrienti

Immagine dell’anatomia di un occhio
La retina oculare è esposta alla luce del sole (raggi UV) per tutta la vita e col tempo può subire dei danni. L’influenza negativa della luce è intensificata anche dai radicali liberi dell’ossigeno che causano lo stress ossidativo. Gli esperti ipotizzano che lo stress ossidativo nella retina possa contribuire all’insorgenza dell’AMD. Immagine: rendixalextian/iStock/Getty Images Plus

La medicina dei micronutrienti offre un valido aiuto al trattamento classico dell'AMD. Pare infatti che una miscela di antiossidanti diversi rallenti il decorso della malattia, in particolare:

  • I carotenoidi proteggono la retina dai danni causati dai radicali liberi e dalla luce.
  • In alcuni casi le vitamine C ed E potrebbero bloccare forme avanzate di AMD.
  • Zinco e rame contrastano le reazioni infiammatorie a livello oculare.
  • Gli acidi grassi omega-3 sono importanti per il funzionamento della retina.
  • Il coenzima Q10, l'L-carnitina e l'L-glutatione contribuiscono a neutralizzare i radicali liberi, causa dello stress ossidativo.
Classificazione

Trattamento con i micronutrienti

I carotenoidi proteggono la retina dai radicali liberi e dai raggi UV

Meccanismo d’azione dei carotenoidi

La retina oculare è esposta alla luce del sole (raggi UV) per tutta la vita e col tempo può subire dei danni. L’influenza negativa della luce è intensificata anche dai radicali liberi dell’ossigeno che causano lo stress ossidativo. Gli esperti ipotizzano che lo stress ossidativo nella retina possa contribuire all’insorgenza dell’AMD. Si pensa quindi che un apporto corretto di carotenoidi dalle efficaci proprietà antiossidanti come il beta-carotene possano contrastare l’AMD e rallentarne la progressione, come dimostrato in uno studio clinico.

Altri carotenoidi utili per l’occhio, oltre al beta-carotene, sono la zeaxantina e la luteina. La zeaxantina, in particolare, è presente nell’area centrale della retina, mentre la luteina in quelle più periferiche. Entrambi i carotenoidi catturano non solo i radicali liberi ma anche i raggi UV, proteggendo ulteriormente la retina.

Un’analisi del comportamento alimentare ha mostrato come un maggiore apporto di zeaxantina e luteina con la dieta riduca il rischio di contrarre l’AMD o ne rallenti la progressione. Con a uno studio osservazionale ancora più ampio, però, i ricercatori hanno scoperto che gli integratori a base di zeaxantina e luteina non rallentano la progressione o solo in misura molto lieve. Da una meta-analisi sugli studi condotti risulta che gli integratori a base di singoli carotenoidi (isolati) potrebbero non portare alcun vantaggio in termini di prevenzione e trattamento della malattia, mentre quelli misti potrebbero agire sulla malattia già conclamata. Sono tuttavia necessari altri studi clinici che confermino in modo univoco il ruolo dei carotenoidi nel rallentamento dell’AMD.

I comitati scientifici di oftalmologia consigliano quanto segue:

  • Le persone colpite dovrebbero seguire sempre che è possibile un’alimentazione equilibrata.
  • Integratori con carotenoidi, vitamina C, vitamina E e zinco possono ritardare il decorso dell’AMD nello stadio medio, ma altre combinazioni e in altri stadi sono inefficaci.
  • Finora i carotenoidi non hanno dimostrato alcun effetto preventivo nello stadio iniziale e molto avanzato.

Il parere degli esperti

La vitamina A è consigliabile in caso di AMD? L’organismo ha bisogno della vitamina A per formare il retinale, una sostanza importante per la percezione della luce. Tuttavia, esso deve essere rigenerato in maniera costante, con la conseguente formazione di prodotti di scarto che possono causare alterazioni della retina. Studi osservazionali lasciano presumere che in alcune persone livelli elevati di vitamina A possano aumentare il rischio di AMD, pertanto è quindi evitare integratori che contengono il beta-carotene, precursore della vitamina A.

Dosaggio e consigli sull’assunzione dei carotenoidi

La medicina dei micronutrienti consiglia di assumere ogni giorno da 2 a 10 milligrammi di zeaxantina e da 10 a 20 milligrammi di luteina, dosi utilizzate anche nella maggior parte degli studi.

In alternativa, si consiglia anche una dose da 15 milligrammi al giorno di beta-carotene, anche se quest’ultimo non è adatto a tutti. Fumatori, ex fumatori e chi lavora a contatto con l’amianto dovrebbero infatti preferire gli integratori con zeaxantina e luteina.

Per ottenere il miglior effetto possibile si dovrebbero combinare carotenoidi e comprovati antiossidanti come la vitamina C, la vitamina E e lo zinco. Poiché i carotenoidi sono liposolubili, si raccomanda di assumerli insieme ai pasti così da garantirne il corretto assorbimento a livello intestinale.

Carotenoidi: da considerare in caso di fumo, esposizione all’amianto e malattie epatiche o renali

Fumatori, ex fumatori e persone che lavorano a contatto con l’amianto dovrebbero preferire luteina e zeaxantina al beta-carotene, perché si sospetta che quest’ultimo incrementi in questi soggetti il rischio di cancro ai polmoni e il numero di decessi causati da malattie cardiovascolari.

Anche le persone che soffrono di danni epatici o malattie renali dovrebbero evitarlo.

Le vitamine C ed E contrastano la distruzione delle cellule nella retina

Meccanismo d’azione delle vitamine C ed E

La vitamina C e la vitamina E sono due antiossidanti importanti che proteggono la retina dallo stress ossidativo. Secondo i risultati di un grande studio clinico, una combinazione di vitamina C ed E e di carotenoidi è d’aiuto soprattutto alle persone con AMD in uno stadio da medio ad avanzato, anche se gli effetti migliori si sono ottenuti aggiungendo anche lo zinco. Nei pazienti che hanno ricevuto un integratore multivitaminico di questo tipo, la patologia ha raggiunto lo stadio avanzato solo in casi rari, mentre i pazienti sani o con AMD allo stadio iniziale non hanno riferito alcun beneficio derivante dagli antiossidanti.

Mediante uno studio panoramico, gli scienziati hanno rilevato che la vitamina C ed E, da sole, non possono difendere l’organismo dall’AMD. Anzi, secondo questa analisi le probabilità che la malattia progredisca ad uno stadio avanzato sono addirittura leggermente maggiori. Per questo motivo, gli antiossidanti andrebbero presi sempre in combinazione con vitamina C ed E più carotenoidi e zinco.

Dosaggio e consigli sull’assunzione delle vitamine C ed E

Gli esperti in micronutrienti consigliano di assumere 500 milligrammi di vitamina C e 270 milligrammi di vitamina E, preferibilmente insieme ai carotenoidi luteina e zeaxantina e, in ogni caso, sempre insieme allo zinco. L’assunzione di quantità di vitamina E superiori a 50 milligrammi deve essere sempre discussa con il proprio medico perché si tratta di una dose che può rivelarsi inadeguata, ad esempio per i fumatori.

La vitamina E è liposolubile ed è quindi consigliabile assumerla insieme ai pasti affinché risulti più facilmente assorbibile a livello intestinale. Se assunta insieme ai pasti, anche la vitamina C risulta più tollerabile.

Determinazione dei livelli di antiossidanti in laboratorio

In caso di AMD è consigliabile consultare un medico, che determinerà lo stato degli antiossidanti, i cui valori normali complessivi nel sangue sono compresi tra 1,13 e 1,57 millimoli per litro. A seconda del laboratorio, però, si utilizzano diversi metodi di analisi, quindi in caso di dubbio si applicano i valori normali prescritti dal laboratorio.

Vitamine C ed E: da considerare in caso di assunzione di farmaci, malattie, fumo e prima di interventi chirurgici

Diagramma che mostra l’azione dello stress ossidativo
I radicali liberi attaccano le cellule e le danneggiano. Si parla di stress ossidativo quando mancano gli antiossidanti che neutralizzano i radicali liberi. Immagine: FancyTapis/iStock/Getty Images Plus

Si consiglia prudenza a chi assume il principio attivo bortezomib (ad esempio Velcade®): negli esperimenti sugli animali, la vitamina C riduce l’efficacia del farmaco antileucemico e il suo impiego durante una terapia di questo tipo dovrebbe avvenire solo dopo un’approfondita valutazione da parte del medico curante.

È stato provato che dosi elevate di vitamina E influiscono sull’efficacia di determinati anticoagulanti, come ad esempio il fenprocumone o il warfarin (ad esempio Coumadin®). Dosi elevate di vitamina E potrebbero influenzare anche gli antiaggreganti piastrinici (ad esempio l’acido acetilsalicilico come Aspirina®, ASA) e i nuovi anticoagulanti orali come dabigatran (Pradaxa®), rivaroxaban (Xarelto®) o edoxaban (Lixiana®). Per evitare che il rischio di emorragia aumenti, si consiglia di interrompere l’uso della vitamina E circa 14 giorni prima di un intervento chirurgico programmato.

In caso di gravi problemi digestivi (malassorbimento), la vitamina E andrebbe assunta con estrema cautela perché tale disturbo potrebbe essere causato da una carenza di vitamina K. Tale carenza comporta a sua volta un aumento del rischio di emorragia, che potrebbe così essere ulteriormente aggravato dalla vitamina E. Chi soffre di emocromatosi dovrebbe assumere la vitamina C solo previo consulto con il proprio medico curante perché essa favorisce l’assorbimento del ferro.

I fumatori che assumono la vitamina E corrono un rischio maggiore di essere colpiti da emorragia cerebrale, e anche le possibilità di sviluppare un cancro ai polmoni sono leggermente più elevate rispetto alle persone sane, quindi tali individui dovrebbero limitare l’uso di questa vitamina a 50 milligrammi al giorno. In particolare, devono evitare di assumerla insieme al beta-carotene, un’altra provitamina che concorre ad aumentare l’incidenza di questo tipo di tumore.

Zinco e rame reprimono le reazioni infiammatorie all’interno dell’occhio

Meccanismo d’azione di rame e zinco

Anche lo zinco e il rame hanno proprietà antiossidanti e proteggono la retina dai danni causati dai radicali liberi. Gli esperti ipotizzano che lo zinco possa inoltre reprimere le reazioni infiammatorie croniche nella retina che favoriscono a loro volta la comparsa dell’AMD, come supportato dai primi risultati ottenuti in uno studio preliminare. I dati di un ulteriore studio preliminare indicano che le cellule della retina in pazienti che soffrono di AMD presentano spesso livelli di zinco e rame inferiori rispetto a quelle dei pazienti sani.

Se si assumono quotidianamente integratori a base di zinco, le probabilità che la malattia progredisca fino a una fase più grave si riducono, come dimostrato da una meta-analisi. Gli studi che prevedevano l’assunzione di antiossidanti come carotenoidi, zeaxantina e luteina, nonché le vitamine C ed E, hanno fornito risultati positivi nei casi in cui i pazienti ricevevano integratori che contenevano anche lo zinco. Quest’ultimo è quindi un elemento fondamentale per chi sceglie di trattare l’AMD con l’aiuto della medicina dei micronutrienti.

Dosaggio e consigli sull’assunzione di zinco e rame

In caso di AMD si consiglia di assumere ogni giorno da 20 a 40 milligrammi di zinco e da 1 a 2 milligrammi di rame, anche se in alcuni studi la dose di zinco ha raggiunto gli 80 milligrammi. Tuttavia, prima di assumere tali quantità, i pazienti dovrebbero sempre consultare il proprio medico. Inoltre, se assunto costantemente e in dosi elevate, lo zinco può portare a una carenza di rame, poiché ne riduce l’assorbimento a livello intestinale. In questi casi si consiglia di tenere sempre sotto controllo i valori del rame e di ovviare al problema con degli integratori.

Il momento migliore per assumere integratori a base di zinco e rame è durante i pasti, poiché se presi a stomaco vuoto potrebbero causare problemi gastrici. Inoltre, lo zinco viene assorbito meglio se combinato con gli alimenti, in particolare con quelli di origine animale ricchi di proteine.

Zinco e rame: da considerare in caso di assunzione di farmaci e malattie renali

Lo zinco si può legare ad antibiotici e farmaci contro l’osteoporosi (i cosiddetti bifosfonati), rendendoli inefficaci. Si consiglia quindi di osservare un intervallo di almeno due ore tra l’assunzione di tali medicinali e quella di preparati a base di zinco. Tra i medicinali interessati figurano ad esempio:

  • Inibitori della DNA girasi: ciprofloxacina (ad es. Ciperus®, Ciprofloxacina Pfizer®), enoxacina (ad es. Enoxen®), levofloxacina (ad es. Tavanic®), moxifloxacina (ad es. Avalox®), norfloxacina (ad es. Naflox®) e ofloxacina (ad es. Oflocin®, Exocin®)
  • Tetracicline: tetraciclina (ad es. Ambramicina®, Acromicina®, Miraclin®), doxiciclina (ad es. Efracea®, Ligosan®) e minociclina (ad es. Minotek®, Minocin®)
  • Bifosfonati: acido alendronico (ad es. Fosamax®, Adronat®), acido clodronico (ad es. Clodron®), acido etidronico (ad es. Etidron®), acido ibandronico (Bondronat®), acido pamidronico (Texpami®), acido risedronico (Actonel®) e acido tiludronico (Tildren®).

In caso di insufficienza renale cronica o altre nefropatie, lo zinco e il rame non dovrebbero essere assunti in aggiunta ad altri integratori minerali. Anche i pazienti che soffrono della malattia di Wilson non dovrebbero assumere quantità extra di rame, poiché il suo accumulo nei tessuti ha già raggiunto livelli eccessivi a causa della patologia.

Gli acidi grassi omega-3 contribuiscono al buon funzionamento della retina

Meccanismo d’azione degli acidi grassi omega-3

Gli acidi grassi omega-3, come ad esempio l’acido docosaesaenoico (DHA), sono un componente importante della membrana cellulare che separa le cellule della retina dall’esterno. Poiché questa membrana si rinnova continuamente, è necessario garantire un apporto costante di omega-3, importanti per il corretto funzionamento della capacità visiva. Gli esperti ipotizzano che un’alimentazione ricca di DHA migliori la funzionalità della retina e possa ritardare la progressione dell’AMD. Al contrario, un apporto squilibrato di acidi grassi omega-3 può favorire la formazione di drusen e contribuire alla distruzione della retina.

A livello scientifico non è stato ancora chiarito in modo decisivo se gli omega-3 possano influenzare positivamente il decorso dell’AMD. Nonostante diversi studi preliminari abbiano dimostrato che gli acidi grassi omega-3 sono in grado di ridurre il rischio di sviluppare una forma grave di AMD, tali risultati non sono stati confermati né da uno studio clinico né da uno studio preliminare condotto su un numero significativo di pazienti né da una meta-analisi. Gli esperti presumono che questo potrebbe essere dovuto a punti deboli nella strutturazione degli studi e a problemi legati a una corretta e coerente assunzione di integratori a base di omega-3, come dimostrato anche dai risultati di un altro studio clinico condotto su pazienti che soffrivano di AMD. Quelli che presentavano elevati valori di omega-3 nel sangue avevano ottenuto benefici sensibilmente superiori rispetto a quelli con valori nel sangue più bassi.

Uno studio clinico ha fornito le prime evidenze del fatto che anche il patrimonio genetico personale potrebbe influire sull’effetto positivo di un integratore alimentare a base di acidi grassi omega-3. Va però ricordato che non esistono al momento garanzie sull’efficacia degli acidi grassi omega-3. A fronte però dei numerosi altri effetti positivi, l’assunzione di omega-3 è sempre vantaggiosa e vale la pena includerli in un trattamento contro l’AMD.

Dosaggio e consigli sull’assunzione degli acidi grassi omega-3

Gli esperti in micronutrienti consigliano di assumere ogni giorno da 1.000 a 3.000 milligrammi di omega-3, ad esempio contenuti nell’olio di pesce. Nella scelta degli integratori, sono da preferire quelli con la massima quantità di DHA possibile, che in studi condotti finora è risultata essere pari a 280 milligrammi.

Si consiglia di assumere gli integratori di omega-3 sempre insieme ai pasti perché il loro assorbimento a livello intestinale è favorito dai grassi contenuti negli alimenti. Occorre ricordare però di non assumerli insieme alla luteina, perché riducono la disponibilità di questo carotenoide nell’organismo, producendo così un effetto controproducente, poiché la luteina favorisce la vista e contrasta la progressione dell’AMD. Pertanto, si consiglia di rispettare un intervallo di somministrazione di circa due ore.

Consiglio

Occorre prestare attenzione alla qualità degli integratori a base di olio di pesce e acquistare solo quelli particolarmente depurati, che non contengono residui indesiderati come metalli pesanti o sostanze nocive.

Determinazione dei livelli di acidi grassi omega-3 in laboratorio

Uomo con una mano piena di preparati a base di omega-3
La membrana dei neuroni è composta principalmente da acidi grassi omega-3 DHA, fondamentali per la vista. Si consiglia di assumere omega-3 contenuti nell’olio di pesce perché possono ridurre il rischio di progressione della patologia. Immagine: gregory_lee/iStock/Thinkstock

L’indice omega-3 consente di rilevare la presenza di acidi grassi omega-3 nel sangue. Questo esame di laboratorio misura la percentuale degli acidi grassi omega-3 nei globuli rossi (eritrociti). L’indice omega-3 è espresso in percentuale e dovrebbe essere superiore a 8, ad indicare che 8 acidi grassi su 100 presenti nei globuli rossi sono acidi grassi omega-3 di alta qualità.

Inoltre, il laboratorio può calcolare il rapporto nel sangue tra l’acido arachidonico (omega-6) e l’acido eicosapentaenoico (EPA; omega-3). L’acido arachidonico aumenta il rischio di sviluppare una forma umida di AMD e il suddetto rapporto dovrebbe essere il più basso possibile, pari o inferiore a 4. Il metodo utilizzato dal medico dipende dal laboratorio con il quale collabora.

Acidi grassi omega-3: da considerare in caso di assunzione di farmaci, malattie e prima di un intervento chirurgico

Poiché gli acidi grassi omega-3 hanno un effetto anticoagulante, se assunti a dosi superiori a 1.000 milligrammi possono potenziare l’azione dei farmaci anticoagulanti. Prima dell’assunzione si consiglia di consultare il proprio medico, che controllerà il tempo di protrombina e, se necessario, ridurrà la dose dei farmaci. Tra gli anticoagulanti figurano:

  • Derivati cumarinici (come Marcumar® e Coumadin®)
  • Acido acetilsalicilico (ASA, Aspirina®)
  • Eparina (Calciparina®)
  • Nuovi anticoagulanti orali: apixaban (Eliquis®), dabigatran (Pradaxa®), edoxaban (Lixiana®) e rivaroxaban (Xarelto®)

Prima di un intervento chirurgico si consiglia di consultare sempre il proprio medico, che deciderà se è meglio interrompere l’assunzione di omega-3 o ridurne la dose. Alcuni medici consigliano di sospendere l’impiego di questi preparati una o due settimane prima dell’operazione. Anche chi soffre di coagulopatie dovrebbe consultare il proprio medico prima di assumere queste sostanze nutritive.

In caso di malattie epatiche o renali improvvise, pancreatite o colecistite acuta non si dovrebbero assumere acidi grassi omega-3.

Antiossidanti endogeni: coenzima Q10, L-carnitina e L-glutatione

Meccanismo d’azione degli antiossidanti endogeni

A differenza di vitamine, minerali e carotenoidi, l’organismo è in grado di produrre autonomamente il coenzima Q10, l’L-carnitina e l’L-glutatione, che catturano i radicali liberi e possono proteggere la retina dallo stress ossidativo. Inoltre, il coenzima Q10 e l’L-glutatione rigenerano le vitamine C ed E e hanno un ruolo decisivo nel metabolismo energetico. Un aumento dello stress ossidativo e un minor apporto di energia alla retina possono accelerare il decorso dell’AMD nei pazienti già affetti da questa patologia.

I primi risultati di uno studio condotto sui tessuti oculari umani ha mostrato come l’apporto naturale di coenzima Q10 alla retina si riduca in media del 40 percento con l’avanzare dell’età. Secondo uno studio preliminare condotto su pazienti con AMD, i livelli di L-glutatione ossidato (quindi "consumato") in questi soggetti erano superiori ai valori normali. L’L-glutatione ossidato ha già neutralizzato un radicale libero e non è quindi più in grado di fornire protezione dallo stress ossidativo.

In questo caso si può ricorrere a integratori di micronutrienti che contengono antiossidanti endogeni in grado di ridurre lo stress ossidativo nella retina. Uno studio preliminare ha dimostrato che l’L-carnitina potrebbe ridurre gli effetti nocivi dei radicali liberi nei pazienti con AMD perché incrementa il livello di glutatione. Uno studio clinico condotto su persone con AMD in fase preliminare ha rivelato che la somministrazione di coenzima Q10, L-carnitina e acidi grassi omega-3 possono migliorare la vista.

Dosaggio e consigli sull’assunzione di antiossidanti endogeni

I medici specializzati in micronutrienti consigliano di assumere, in caso di AMD, 100 milligrammi di L-glutatione al giorno, da 30 a 200 milligrammi di coenzima Q10 e da 100 a 500 milligrammi di L-carnitina.

Si raccomanda di assumere l’L-glutatione una-due ore dalla fine dei pasti, in modo da evitare che l’assorbimento sia bloccato da altre sostanze presenti nel cibo. Il coenzima Q10 va invece assunto insieme ai pasti poiché il suo assorbimento a livello intestinale è migliorato dai grassi contenuti negli alimenti. Lo stesso vale per l’L-carnitina, essendo preferibile l’assunzione della cosiddetta L-carnitina tartrato, più tollerabile rispetto alle altre forme, che possono anche causare diarrea.

Coenzima Q10, L-carnitina e L-glutatione: da considerare in caso di assunzione di farmaci e malattie

Nei diabetici l’L-carnitina migliora l’indice glicemico. Se si assume L-carnitina contemporaneamente a farmaci ipoglicemizzanti, c’è il rischio di ipoglicemia. Tra questi farmaci figurano la metformina (Metforal®, Metfonorm® e Glucophage®) e le sulfoniluree (Euglucon®, Bi-Euglucon® o Maninil®). Potrebbe eventualmente essere necessario adeguare la dose dei farmaci. Si consiglia di controllare regolarmente l’indice glicemico e di consultare il proprio medico.

In casi molto rari l’L-carnitina e il coenzima Q10 (già a dosi ridotte pari a 30-100 milligrammi) possono intensificare l’azione degli anticoagulanti cumarinici (antagonisti della vitamina K), tra cui l’etil biscoumacetato (Tromexan®), il fenprocumone (Marcuphen®, Falithrom®, Marcoumar®) e il warfarin (Coumadin®). Pertanto, se si prendono già questi farmaci, l’assunzione di L-carnitina e coenzima Q10 andrebbe discussa con il medico, che controllerà il fattore di coagulazione (valore INR).

In alcuni casi l’L-glutatione può limitare l’efficacia dei farmaci antitumorali, pertanto va assunto solo previo consulto medico. Lo stesso vale anche per dosi elevate di L-carnitina, poiché potrebbero favorire lo sviluppo tumorale soprattutto in tipi di neoplasie che causano un’iperattività del metabolismo dei grassi. Si sconsiglia quindi di assumere l’L-carnitina in caso di tumore alla prostata o alla vescica.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere consigliate di micronutrienti in caso di AMD

 

Vitamine

Vitamina C

500 milligrammi (mg)

Vitamina E

270 milligrammi

  
 

Minerali

Zinco

da 20 a 40 milligrammi

Rame

da 1 a 2 milligrammi

  
 

Flavonoidi

Carotenoidi

da 2 a 10 milligrammi di zeaxantina

da 10 a 20 milligrammi di luteina

in alternativa: 15 milligrammi di beta-carotene

  
 

Altri

Acidi grassi omega-3

da 1.000 a 3.000 milligrammi

(con 280 milligrammi di DHA)

L-carnitina

da 100 a 500 milligrammi

Coenzima Q10

da 30 a 200 milligrammi

L-glutatione

100 milligrammi

 

 

Esami di laboratorio consigliati in breve

Esami di laboratorio consigliati in caso di AMD

Stato degli antiossidanti

da 1,13 a 1,57 millimoli per litro (mmol/l), ma dipende dal metodo di misurazione:

contano quindi i valori normali indicati dal laboratorio.

Indice omega-3

ottimale: superiore all’8 percento (%)

 

Classificazione

Riepilogo

L’AMD è dovuta a molte cause. Una delle cause principali è rappresentata dai danni alla retina provocati dai radicali liberi. La medicina dei micronutrienti interviene per contrastare l’aumento dello stress ossidativo. I carotenoidi come il beta-carotene, la zeaxantina e la luteina non solo combattono i radicali liberi, ma, essendo pigmenti colorati, sono in grado di catturare la luce carica di energia che intensifica lo stress ossidativo nella retina. Se combinati con lo zinco, gli antiossidanti come le vitamine C ed E possono ridurre il rischio che l’AMD progredisca fino a uno stadio avanzato. Anche lo zinco e il rame catturano i radicali liberi e possono altresì alleviare le reazioni infiammatorie croniche oculari che portano all’insorgenza dell’AMD. Chi soffre di questa patologia dovrebbe assumere sempre una combinazione di vari antiossidanti, i cui meccanismi d’azione interagiscono tra loro.

Gli acidi grassi omega-3 sono elementi importanti delle cellule della retina e sono indispensabili per il buon funzionamento della stessa. Una loro carenza può favorire la formazione di drusen in persone colpite da AMD e contribuire a distruggere la retina. Il coenzima Q10, l’L-carnitina e l’L-glutatione sono antiossidanti endogeni che catturano i radicali liberi, contribuiscono alla rigenerazione di altri antiossidanti e favoriscono il metabolismo energetico della retina. Negli individui affetti da AMD, l’assunzione di antiossidanti endogeni potrebbe migliorare la vista.

Classificazione

Indice degli studi e delle fonti

Age-Related Eye Disease Study Research Group (2006): A randomized, placebo-controlled, clinical trial of high-dose supplementation with vitamins C and E, beta carotene, and zinc for age-related macular degeneration and vision loss. AREDS Report No. 8. Arch Ophthalmol 2001;119(10):1417-36. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1462955/, consultato il: 21.12.2018.

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