La bronchite acuta è un'infiammazione delle mucose bronchiali, che si manifesta con sintomi quali forte tosse, febbre, mal di gola e raffreddore. Questo articolo indica i micronutrienti efficaci contro i sintomi della bronchite e utili per il sistema immunitario nella lotta contro virus e batteri patogeni.
Cause e sintomi
Sintomi della bronchite acuta
La bronchite acuta è caratterizzata da un'infiammazione delle mucose di trachea e bronchi (tracheobronchite). Gli agenti patogeni danneggiano le cellule della mucosa bronchiale e le sue ciglia, che non possono più svolgere correttamente il loro compito di rimuovere dalle vie respiratorie corpi estranei come virus, polvere o muco. Il muco si accumula e il corpo cerca di liberarsene mediante il meccanismo della tosse, che inizialmente è secca e poi diventa sempre più grassa.
A essa possono sommarsi ulteriori sintomi quali febbre, mal di gola, raucedine o raffreddore. I casi di infreddatura o influenza sono accompagnati da una sensazione di malessere con dolore agli arti.
Cause della bronchite
La bronchite è quasi sempre causata da un'infezione virale in presenza di un'infreddatura o di uno stato influenzale. Più raramente i sintomi sono riconducibili a batteri o funghi. La bronchite acuta è contagiosa e si trasmette per via aerea tramite goccioline infette da virus, che vengono espulsi con la tosse e possono essere trasmessi ad altre persone.
Il fumo di sigaretta, i gas, la polvere o i vapori nocivi, nonché condizioni preesistenti come l'asma o la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), irritano ulteriormente le mucose e possono favorire la comparsa della bronchite.
Decorso della bronchite
La bronchite acuta si risolve da sé di solito entro pochi giorni o settimane, anche se possono verificarsi delle complicanze dovute all'infezione virale, che indebolisce il sistema immunitario esponendo la persona malata al rischio di un'infezione batterica secondaria (superinfezione). Può inoltre insorgere una polmonite. Nelle persone affette da broncopneumopatia cronica ostruttiva, tale condizione può peggiorare notevolmente a causa della bronchite.
In caso di un numero annuale di bronchiti superiore a 3-4 negli adulti e a 6-10 nei bambini, si parla di bronchite cronica.
Obiettivi del trattamento
Come viene trattata comunemente la bronchite?
Lo scopo del trattamento per la bronchite è quello di alleviare i sintomi e aiutare l'organismo a espellere rapidamente l'agente patogeno. A tal fine vengono utilizzati farmaci contenenti principi attivi quali l'acido acetilsalicilico (Aspirina®, Vivin®) o l'ibuprofene (Antalgil®, Brufen®), che alleviano disturbi come mal di testa, mal di gola e dolori agli arti e abbassano la febbre.
I farmaci antitussivi contenenti principi attivi come l'ambroxolo (Azimil®, Fluibron®) o la bromexina (Bisolvon®, Frutoxil®) favoriscono l'espulsione del muco.
Gli antibiotici a base di principi attivi come l'amoxicillina (Velamox®, Zimox®) sono utilizzati anche nei casi di superinfezione batterica o di bronchite di origine batterica.
Gli obiettivi della medicina dei micronutrienti
I micronutrienti possono migliorare il decorso e ridurre la durata della bronchite, nonché prevenire le ricadute. Elevate dosi di vitamine, oligoelementi e sostanze vegetali possono alleviare i sintomi in quanto
- sciolgono il muco (N-acetilcisteina, bromelina);
- combattono i batteri e i virus (oli di senape);
- riducono l'infiammazione (antiossidanti come lo zinco, il selenio, la vitamina C e l'N-acetilcisteina);
- rafforzano il sistema immunitario (zinco, vitamina D, beta-glucano).
Questi micronutrienti, acquistabili senza prescrizione medica, sono adatti al trattamento della bronchite. Qui troverete maggiori informazioni sulle sostanze nutritive che possono essere usate per prevenire le infezioni respiratorie.
Trattamento con i micronutrienti
L'N-acetilcisteina scioglie il muco
Meccanismo d'azione dell'N-acetilcisteina in caso di bronchite
L'N-acetilcisteina scioglie il muco ed è quindi usata frequentemente per trattare infezioni respiratorie come la bronchite. Un gran numero di studi ne ha dimostrato l'effetto mucolitico e antinfiammatorio. Molti batteri formano con il muco un biofilm, che li protegge dagli attacchi degli antibiotici, con gravi ripercussioni sul trattamento. L'N-acetilcisteina aiuta a sciogliere questo biofilm.
Uno studio ha dimostrato che l'N-acetilcisteina allevia i sintomi della bronchite cronica e acuta. Inoltre questa sostanza induce meno frequentemente un aggravamento della broncopneumopatia cronica ostruttiva e della bronchite cronica.
N-acetilcisteina: dose e assunzione consigliata per il trattamento di una bronchite
In caso di bronchite acuta si consiglia di assumere da 600 a 1.500 milligrammi di N-acetilcisteina al giorno (ad esempio sotto forma di capsule), preferibilmente suddivisi in diverse piccole dosi distribuite nell'arco della giornata.
L'N-acetilcisteina è tuttavia considerata sicura anche a dosi elevate ed è generalmente ben tollerata. Ciononostante, in rari casi potrebbero verificarsi effetti collaterali quali disturbi gastrointestinali, nausea o vomito.
N-acetilcisteina: cosa considerare durante la gravidanza e l'allattamento
Non sono disponibili sufficienti esperienze sull'assunzione di dosi clinicamente efficaci di N-acetilcisteina durante la gravidanza o l'allattamento, pertanto spetta al ginecologo prendere una decisione in merito.
N-acetilcisteina: evitare l'assunzione concomitante con farmaci antitussivi
Non bisogna mai assumere preparati a base di N-acetilcisteina contemporaneamente a farmaci antitussivi (Levotuss®, Seki®) che limitano il riflesso della tosse, poiché si corre il rischio che le secrezioni non vengano espulse.
La bromelina ha un effetto espettorante e controlla il sistema immunitario
Meccanismo d'azione della bromelina in caso di bronchite
Bromelina è il nome dato ad un gruppo di enzimi ottenuti dall'ananas, che scindono le proteine e agiscono sulle infezioni delle vie respiratorie quali la bronchite come:
- Mucolitici: la bromelina decompone il muco viscoso in modo da poterlo espellere più facilmente insieme agli agenti patogeni e al pus.
- Riduttori d'infiammazione: la bromelina degrada i messaggeri infiammatori aiutando a smorzare il sistema immunitario iperattivo e ad alleviare i disturbi infiammatori.
La bromelina riduce il gonfiore delle mucose in caso di infezioni respiratorie, in particolare raffreddore e sinusite. Le ricerche condotte indicano che questi risultati possono essere estesi anche alle infiammazioni dei bronchi. Negli studi sugli animali, ad esempio, la bromelina ha portato a una riduzione del numero di reazioni infiammatorie nell'asma acuta e a un miglioramento della difesa immunitaria nelle vie respiratorie. Un ulteriore studio ha dimostrato che i preparati a base di bromelina sono altrettanto efficaci nella bronchite acuta quanto il trattamento antibiotico, ma sono associati a un minor rischio di effetti collaterali.
Bromelina: dosaggio e consigli per l'assunzione in caso di bronchite
In caso di bronchite acuta, i medici specializzati in micronutrienti consigliano di assumere ogni giorno da 500 a 2.000 milligrammi di bromelina, ad esempio sotto forma di capsule, suddivisi in più dosi nell'arco della giornata. I preparati a base di bromelina vanno inseriti tra i pasti, un'ora prima o almeno due ore dopo, per consentire l'azione ottimale dell'enzima.
Consiglio
La massima efficacia del preparato è garantita dalla presenza della più alta attività enzimatica possibile, espressa in unità F.I.P. (Fédération Internationale Pharmaceutique). Si consigliano almeno 1.000 F.I.P. per capsula o compressa.
Eventualità dell'assunzione di bromelina durante un trattamento antibiotico
Se la bromelina viene presa insieme agli antibiotici, vi è il rischio che la concentrazione di questi ultimi nel sangue aumenti, causando ingenti alterazioni della quantità di principio attivo. Pertanto l'assunzione di bromelina in concomitanza con un trattamento antibiotico dovrebbe essere attentamente soppesata.
Bromelina: prestare cautela in caso di assunzione di anticoagulanti e interventi chirurgici
La bromelina diluisce il sangue e richiede pertanto un attento controllo dei valori di coagulazione qualora si assumano farmaci anticoagulanti (ad es. Eliquis®, Xarelto®). Per lo stesso motivo non si dovrebbe ricorrere alla bromelina poco prima di un intervento chirurgico, che dopo l'intervento ha invece un effetto antinfiammatorio, decongestionante e positivo sul processo di guarigione.
Bromelina: cosa considerare durante la gravidanza e l'allattamento
L'uso della bromelina durante la gravidanza e l'allattamento non è stato oggetto di sperimentazione e deve pertanto essere soppesato attentamente con il consiglio del proprio ginecologo.
Gli oli di senape tengono lontani gli agenti patogeni
Meccanismo d'azione del nasturzio e del rafano in caso di bronchite
Gli oli di senape sono sostanze vegetali secondarie del nasturzio e del rafano che hanno un effetto comprovato contro i batteri ed eventualmente anche contro i virus. I virus sono la causa più comune di bronchite acuta. In erboristeria (fitomedicina) il rafano e il nasturzio sono usati da molti anni per trattare o prevenire le infezioni respiratorie. Uno studio ha dimostrato che il virus influenzale H1N1 prolifera molto meno quando vengono assunti estratti di rafano e nasturzio.
Le sostanze vegetali prevengono le infezioni batteriche in caso di sinusite, bronchite e cistite quanto gli antibiotici, come dimostrato da una serie di studi. Gli oli di senape hanno il vantaggio di non favorire lo sviluppo di fenomeni di resistenza nei batteri e di causare più raramente effetti collaterali rispetto agli antibiotici. Per questo sono considerati un'alternativa più sicura per il trattamento della bronchite acuta. Un ulteriore studio ha dimostrato che l'olio di senape può essere utilizzato non solo come trattamento, ma anche come misura preventiva.
Nasturzio e rafano: dose e assunzione consigliata
Chi soffre di bronchite dovrebbe assumere ogni giorno preparati contenenti da 1.000 a 2.000 milligrammi di radice di rafano e da 2.400 a 5.000 milligrammi di nasturzio. Si tratta di valori medi e spetta al medico stabilire il dosaggio nei singoli casi. La dose totale deve essere distribuita nell'arco dell'intera giornata.
Consiglio
Sono disponibili anche estratti di nasturzio e rafano che contengono quantità maggiori degli ingredienti attivi e consentono dunque di assumere un minor numero di compresse o capsule. In assenza di studi clinici finalizzati allo studio dell'effetto degli oli di senape isolati a dosi elevate, questi estratti non dovrebbero essere assunti per un periodo indefinito.
Nasturzio e rafano: cosa considerare durante la gravidanza e l'allattamento
Non sono ancora disponibili sufficienti informazioni sull'uso del nasturzio e del rafano durante la gravidanza e l'allattamento e non è stato ancora chiarito se i principi attivi passino nel latte materno. Per questo motivo occorre soppesarne attentamente l'impiego e parlarne con il proprio ginecologo.
Il beta-glucano supporta il sistema immunitario
Meccanismo d'azione del beta-glucano estratto dal lievito in caso di bronchite
Il beta-glucano estratto dal lievito stimola il sistema immunitario, sostenendo la formazione di anticorpi e attivando una serie di cellule immunitarie, tra cui i macrofagi, i linfociti B e T o cellule killer. Il beta-glucano può quindi essere usato per prevenire la bronchite.
In uno studio condotto su sportivi, l'assunzione quotidiana del beta-glucano ha aumentato l'attività immunitaria e ridotto le probabilità di sviluppo di sintomi di infezione respiratoria rispetto a un farmaco di confronto.
Beta-glucano: dosaggio e consigli per l'assunzione in caso di bronchite
Per prevenire la bronchite si consiglia di assumere ogni giorno da 100 a 250 milligrammi di beta-glucano, ad esempio sotto forma di compresse o capsule.
Beta-glucano: cosa considerare durante la gravidanza e l'allattamento
Non sono noti studi sulla sicurezza dell'assunzione del beta-glucano durante la gravidanza e l'allattamento. Pertanto se ne consiglia l'assunzione solo dopo averne parlato con il proprio ginecologo.
La vitamina D rafforza la reazione di difesa nei polmoni
Meccanismo d'azione della vitamina D in caso di bronchite
La vitamina D rafforza il sistema immunitario. La vitamina è necessaria per la maturazione dei macrofagi, le cellule immunitarie che rilevano e distruggono gli agenti patogeni presenti nell'organismo e che attivano anche le cellule T, che distruggono i virus e i batteri e le cellule da loro infettate. La vitamina D assicura che, in caso di bronchite, gli agenti patogeni vengano espulsi più rapidamente dall'organismo.
Alcuni studi dimostrano che la vitamina D ha effetti positivi sulle infezioni e le infiammazioni delle vie respiratorie. Un alto livello di vitamina D riduce le infezioni gravi e può proteggere da un peggioramento della funzionalità polmonare. In altri studi i soggetti che hanno assunto quotidianamente un integratore di vitamina D hanno sofferto di un numero inferiore di infezioni respiratorie rispetto ai destinatari di un placebo.
Vitamina D: dosaggio e consigli per l'assunzione
Per prevenire la bronchite acuta occorre assumere da 1.000 a 4.000 unità internazionali (UI) di vitamina D, liposolubile e pertanto da assumere preferibilmente ai pasti, quando il grasso presente negli alimenti ne consente l'assorbimento nell'intestino.
Consiglio
Il dosaggio di vitamina D dovrebbe sempre dipendere dai suoi livelli al momento della determinazione della dose. La sua assunzione dovrebbe innanzitutto mirare alla compensazione di eventuali carenze, da accertare prima di, stabilire il dosaggio più appropriato.
Determinazione dello stato di vitamina D in laboratorio
Una carenza di vitamina D si determina rilevandone la forma di trasporto nel sangue, rappresentata dalla vitamina D 25(OH) (calcidiolo). Per garantire un apporto ottimale, il livello di vitamina D nel sangue dovrebbe essere compreso tra 40 e 60 nanogrammi per millilitro.
Lo zinco, il selenio e la vitamina C rafforzano il sistema immunitario
Meccanismo d'azione dello zinco, del selenio e della vitamina C in caso di bronchite
Gli oligoelementi zinco e selenio e la vitamina C rafforzano il sistema immunitario. La vitamina C, ad esempio, assicura che le cellule immunitarie raggiungano la sede dell'infiammazione, che nel caso della bronchite è la mucosa bronchiale, mentre lo zinco e il selenio contribuiscono alla produzione delle cellule immunitarie. Questi oligoelementi regolano inoltre i processi infiammatori e proteggono le cellule dai danni di origine infiammatoria.
Negli studi condotti le combinazioni di micronutrienti con selenio, zinco e vitamina C hanno portato a una più forte risposta immunitaria agli agenti patogeni nelle infezioni respiratorie. I sintomi sono stati più lievi e la durata della malattia è stata inferiore. Lo zinco viene assorbito molto bene anche sotto forma di pastiglie, con il conseguente raggiungimento di un'alta concentrazione nella faringe e nella mucosa della gola. Tuttavia la sua 'azione non si limita a quest'ambito. Alcuni studi hanno infatti dimostrato lo stesso effetto su tutti i sintomi di un'infreddatura,, compresa la tosse. Gli unici disturbi che non rispondono allo zinco sono il mal di testa e la febbre.
Ulteriori ricerche hanno dimostrato che lo zinco è particolarmente importante per la prevenzione delle infezioni delle vie respiratorie. Esistono prove che l'assunzione di zinco riduca il numero di bronchiti in gruppi di popolazione affetti da una sua carenza. Non è stato tuttavia ancora completamente chiarita l'efficacia dello zinco nella prevenzione delle infreddature.
Zinco, selenio e vitamina C: dosaggio e consigli per l'assunzione in caso di bronchite
In caso di bronchite si consiglia di assumere da 20 a 75 milligrammi di zinco, da 100 a 300 microgrammi di selenio e da 1.000 a 7.000 milligrammi di vitamina C al giorno, ad esempio sotto forma di compresse o capsule. Affinché lo zinco possa agire direttamente a livello locale, è preferibile assumerlo sotto forma di pastiglie.
Soprattutto per quanto riguarda la vitamina C, la dose totale deve essere suddivisa in piccole dosi da assumere nell'arco della giornata affinché l'organismo possa utilizzare questa sostanza nutritiva in modo ottimale e per prevenire possibili effetti collaterali quali disturbi gastrointestinali.
Consiglio
Il selenio sotto forma di selenito di sodio non deve essere assunto insieme alla vitamina C perché non verrebbe assorbito dall'organismo. Occorre pertanto osservare un intervallo di 1-2 ore o assicurarsi di assumere un preparato contenente selenio sotto forma di selenato di sodio, in quanto l'assorbimento di questa forma da parte dell'organismo non viene compromesso dalla vitamina C.
Selenio: cosa considerare in caso di malattia e durante la gravidanza
Dal momento che in caso di compromissione della funzionalità renale viene escreta una minore quantità di selenio, le persone con malattie renali dovrebbero assumere preparati a base di selenio solo se i livelli di selenio nel sangue vengono monitorati regolarmente e i valori indicano una carenza.
Ciò vale anche durante la gravidanza e l'allattamento per assunzioni di selenio superiori a 300 microgrammi al giorno.
Consiglio
I livelli di selenio vengono misurati nel sangue intero, che contiene tutte le cellule del sangue ed è dunque il miglior indicatore dell'apporto di selenio a lungo termine. I livelli di selenio dovrebbero essere compresi tra 120 e 150 microgrammi per litro.
Zinco: cosa considerare in caso di malattia, gravidanza e assunzione di farmaci
In caso di malattie renali preesistenti lo zinco non deve essere assunto in aggiunta ai preparati a base di sali minerali, poiché i reni indeboliti non sono in grado di espellerlo correttamente e si corre il rischio di un suo accumulo eccessivo nel sangue
In assenza di sperimentazioni con dosi clinicamente efficaci, l'assunzione di dosi di zinco superiori a 15 milligrammi durante gravidanza e allattamento deve ssere definita da un ginecologoi.
Lo zinco riduce inoltre l'efficacia di alcuni farmaci, come ad esempio gli antibiotici dei gruppi di principi attivi degli inibitori della DNA girasi (Ciproxin®, Oftacilox®) e delle tetracicline (Miraclin®, Bassado®), così come dei farmaci per l'osteoporosi, i cosiddetti bifosfonati (Fosamax®, Bondronat®). Occorre pertanto osservare un intervallo di due ore tra l'assunzione di antibiotici o farmaci per l'osteoporosi e quella di preparati a base di zinco.
Vitamina C: cosa considerare in caso di malattia e durante la gravidanza
Le persone con funzionalità renale ridotta (insufficienza renale) non dovrebbero assumere dosi di vitamina C superiori a 500 milligrammi al giorno, che in caso contrario non possono essere correttamente smaltite dai reni, con il rischio di calcoli urinari e depositi di ossalato. Le persone con tendenza alla formazione di calcoli renali non dovrebbero assumere più di 1.000 milligrammi di vitamina C al giorno.
Durante la gravidanza e l'allattamento sono probabilmente sicure dosi clinicamente efficaci di fino a 1.800 milligrammi di vitamina C al giorno. Tuttavia si consiglia di richiedere preventivamente il parere di un ginecologo.
Dosaggi in breve
Dose giornaliera consigliata di micronutrienti in caso di bronchite
Vitamine | |
---|---|
Vitamina C | da 1.000 a 7.000 milligrammi (mg) |
Vitamina D | da 1.000 a 4.000 unità internazionali (UI) |
Oligoelementi | |
---|---|
Selenio | da 100 a 300 microgrammi (µg) |
Zinco | da 20 a 75 milligrammi (mg) |
Altre sostanze | |
---|---|
Bromelina | da 500 a 2.000 milligrammi (mg) |
N-acetilcisteina | da 600 a 1.500 milligrammi (mg) |
Beta-glucano | da 100 a 250 milligrammi (mg) |
Polvere di nasturzio | da 2.400 a 5.000 milligrammi (mg) |
Polvere di rafano | da 1.000 a 2.000 milligrammi (mg) |
Esami di laboratorio in breve
Esami di laboratorio consigliati in caso di bronchite
Valori normali | |
---|---|
Vitamina D (siero) | da 40 a 60 nanogrammi per millilitro (ng/ml) |
Selenio (sangue intero) | 120 bis 150 microgrammi per litro (µg/l) |
Sostegno ai farmaci tramite i micronutrienti
I probiotici combattono la diarrea causata dagli antibiotici
Gli antibiotici agiscono contro i batteri patogeni presenti nell'organismo, attaccando uttavia anche i batteri "buoni" presenti nell'intestino, con il conseguente rischio di proliferazione di germi patogeni come il batterio Clostridium difficile ed episodi di diarrea.
Gli studi condotti mostrano che i probiotici con lattobacilli e il lievito Saccharomyces boulardii riducono la frequenza della diarrea nel corso del trattamento antibiotico, nonché la sua entità e la sua durata.
Per evitare l'insorgenza di diarrea durante il trattamento antibiotico si consiglia di assumere giornalmente una miscela probiotica contenente lattobacilli e lieviti alla dose di 1-20 miliardi di germi.
Le due somministrazioni devono avvenire a una distanza di due o tre ore l'una dall'altra, per evitare che i batteri presenti nel preparato probiotico vengano uccisi immediatamente dall'antibiotico.
Dosaggi in breve
Micronutrienti in caso di assunzione di antibiotici | |
---|---|
Probiotici comprensivi di lattobacilli e lieviti | da 1 a 20 miliardi (da 1 a 20 x 109) di germi |
Riepilogo
La bronchite è una malattia contagiosa caratterizzata dall'infiammazione delle mucose bronchiali, che causa sintomi come forte tosse, mal di gola o febbre.
Nell'ambito della medicina dei micronutrienti, vengono utilizzati enzimi e sostanze nutritive come la bromelina e l'N-acetilcisteina per sciogliere il muco e agevolarne l'espettorazione. Sostanze immunizzanti come l'olio di senape, il beta-glucano, la vitamina D, lo zinco, il selenio e la vitamina C supportano le difese dell'organismo e consentono una rapida eliminazione dei batteri e dei virus patogeni o ne prevengono la proliferazione.
Qualora sia necessaria una terapia antibiotica per il trattamento della bronchite, i preparati probiotici comprensivi di lattobacilli e lieviti riducono il rischio di diarrea e accorciano la durata della diarrea correlata agli antibiotici.
Indice degli studi e delle fonti
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