Arteriosclerosi: come arrestarne la progressione

In che modo i micronutrienti riducono il rischio di infarto e ictus

Nell'arteriosclerosi, detta anche aterosclerosi, le pareti delle arterie sono patologicamente ispessite e indurite da depositi, in un processo di calcificazione che limita il flusso sanguigno e può aumentare il rischio di infarto e ictus. Alcuni micronutrienti sono importanti per la funzione vascolare e possono rallentare la progressione dell'arteriosclerosi. Questo articolo ne offre una panoramica, illustrandone le modalità di impiego in caso di arteriosclerosi.

Cause e sintomi

Raffigurazione dell'arteriosclerosi
Nell'arteriosclerosi, detta anche aterosclerosi, le pareti delle arterie sono patologicamente ispessite e indurite da depositi, con una conseguente riduzione del flusso sanguigno. Immagine: Dr_Microbe/iStock/Thinkstock

L'arteriosclerosi è una delle malattie vascolari in cui le arterie, deputate al trasporto di sangue e ricco di ossigeno a organi, muscoli e tessuti, si restringono e si induriscono progressivamente . Grassi ematici, coaguli di sangue, tessuto connettivo e calcio si depositano nelle arterie, con il conseguente ispessimento delle pareti vascolari. Ciò causa una riduzione del flusso sanguigno o, nel peggiore dei casi, la sua completa interruzione, con il rischio di infarti o ictus.

L'arteriosclerosi si sviluppa molto lentamente e spesso progredisce per decenni senza sintomi evidenti, provocandoproblemi nelle seguenti parti del corpo:

Cuore: quando l'arteriosclerosi causa la calcificazione delle arterie coronariche, si parla di malattia coronarica o coronaropatia. Nell'arteriosclerosi coronarica i sintomi tipici riportati dai pazienti sono una sensazione di oppressione al torace o dolori alla parte sinistra del petto. Se un coagulo di sangue blocca un vaso, c'è il rischio che si verifichi un infarto.

Carotidi: l'arteriosclerosi nelle carotidi può manifestarsi sotto forma di disturbi del linguaggio, problemi di vista e di memoria, paralisi o capogiri. Qualora a causa di un disturbo circolatorio o di un coagulo di sangue vi sia un'irrorazione insufficiente di alcune parti del cervello, si parla di ictus.

Braccia e gambe: negli arti la patologia colpisce le arterie del bacino e delle gambe, con la possibilità di forti dolori muscolari dopo aver percorso brevi distanze a piedi. Colloquialmente viene denominata "sindrome delle vetrine" (arteriopatia obliterante periferica).

Classificazione

Obiettivi del trattamento

Come viene trattata di solito l'arteriosclerosi?

Il trattamento dell'arteriosclerosi mira a rallentare la progressione della malattia. Nella maggior parte dei casi vengono utilizzati farmaci che inibiscono la coagulazione del sangue, prevenendo così la formazione di coaguli. Tra di essi si annoverano principi attivi come l'acido acetilsalicilico (Aspirina®) e il clopidogrel (Plavix®).

Poiché livelli troppo alti di colesterolo aumentano il rischio di arteriosclerosi, vengono spesso prescritti in aggiunta farmaci che lo abbassano, quali ad esempio le statine come l'atorvastatina (Atoris®) o la pravastatina (Aplactin®). Anche altri fattori di rischio per l'arteriosclerosi, come la pressione alta o il diabete mellito, richiedono generalmente una terapia farmacologica.

Gli obiettivi della medicina dei micronutrienti

Il trattamento dell'arteriosclerosi, oltre ad uno stile di vita sano con una dieta equilibrata ed esercizio fisico, può includere il ricorso alla medicina dei micronutrienti. Vitamine, minerali, flavonoidi e aminoacidi sono importanti per la funzione delle pareti vascolari e possono ridurre le calcificazioni, Contribuendo così alla prevenzione dell'arteriosclerosi e arrestandone la progressione, permettendo inoltre di limitare la necessità di farmaci e gli effetti collaterali a essi associati.

Allo stesso tempo, mediante i micronutrienti si possono abbassare importanti fattori di rischio per l'arteriosclerosi, quali livelli di colesterolo troppo elevati e pressione alta, riducendo al minimo ulteriori danni ai vasi sanguigni. I micronutrienti impiegati sono quelli che abbassano il colesterolo LDL, che proteggono dal suo processo ossidativo e che che inibiscono l'infiammazione.

Classificazione

Trattamento con i micronutrienti

Gli acidi grassi omega-3 combattono le infiammazioni

Meccanismo d'azione degli acidi grassi omega-3

Capsule di omega-3 su un tavolo
Gli acidi grassi omega-3 possono arrestare la progressione dell'arteriosclerosi grazie ai loro effetti antinfiammatori. Studi condotti negli Stati Uniti mostrano inoltre la loro capacità di ridurre il rischio di infarto. Immagine: bankrx/iStock/Thinkstock

Gli acidi grassi omega-3 sono di vitale importanza per il nostro organismo, che però non è in grado di produrli e deve assumerli con la dieta. Particolarmente importanti sono l'EPA (acido eicosapentaenoico) e il DHA (acido docosaesaenoico), che hanno un effetto vasodilatatore e anticoagulante e inibiscono le infiammazioni dei vasi sanguigni.

Gli scienziati hanno dimostrato che, negli animali, gli acidi grassi omega-3 possono arrestare la progressione dell'arteriosclerosi grazie ai loro effetti antinfiammatori. Studi condotti negli Stati Uniti mostrano inoltre come gli acidi grassi omega-3 riducano il rischio di infarto. Ciò è stato confermato anche da una valutazione di tre studi di alto livello con un totale di 32.000 partecipanti: dai risultati ottenuti è emerso che l'assunzione di acidi grassi omega-3 comprensivi di EPA e DHA riduce la frequenza di eventi cardiovascolari acuti (ad es. infarto) di quasi la metà rispetto ai soggetti partecipanti come controllo.

Dose e assunzione di acidi grassi omega-3 consigliata

Si consiglia di assumere 1.500-2.500 milligrammi di acidi grassi omega-3 al giorno con la massima percentuale possibile di EPA.

Gli acidi grassi omega-3 andrebbero assunti durante i pasti. I preparati in cui gli acidi grassi omega-3 si presentano nella loro forma di legame naturale come trigliceridi sono utilizzati in modo molto più efficiente dall'organismo rispetto a quelli in cui gli acidi grassi omega-3 sono presenti nella forma etil-estere.

Consiglio

I pesci sono tra le più importanti fonti alimentari di acidi grassi omega-3, a cui si accompagnano alternative per vegetariani e vegani, rappresentate poiché l'acido grasso omega-3 DHA può essere prodotto anche dalle alghe.

Nella scelta dei preparati a base di olio di pesce occorre prestare particolare attenzione alla qualità: i prodotti più pregiati vengono sottoposti a particolari processi di purificazione per eliminare sostanze nocive e altri residui indesiderati.

Acidi grassi omega 3: esami di laboratorio

Gli acidi grassi omega-3 DHA e EPA si depositanoi nei globuli rossi e la loro presenzanel sangue riduce il rischio di malattie cardiovascolari. La percentuale dei due acidi grassi omega-3 contenuta nel sangue è chiamata indice omega-3 e dovrebbe essere superiore all'otto per cento in caso di malattie cardiovascolari.

Acidi grassi omega-3: cosa considerare in caso di assunzione di anticoagulanti.

Gli acidi grassi omega-3 (EPA/DHA) possono aumentare il rischio di sanguinamento se assunti a dosi elevate (oltre 1.000 milligrammi al giorno). I pazienti trattati con alte dosi di anticoagulanti, come il warfarin, e gli acidi grassi omega-3 dovrebbero assicurarsi che i loro valori di coagulazione (tempo di protrombina, INR) siano tenuti sotto stretto controllo. Se necessario, occorre regolare la dose dell'anticoagulante assunto.

Vitamina K2: la vitamina che contrasta la calcificazione

Meccanismo d'azione della vitamina K2

La vitamina K2 appartiene al gruppo delle vitamine liposolubili in grado di prevenire le calcificazioni nelle arterie assicurando che il calcio sia immagazzinato nelle ossa e non si accumuli nei vasi sanguigni. Uno studio controllato condotto su donne in post-menopausa ha mostrato che l'assunzione di 180 microgrammi di vitamina K2 nell'arco di tre anni può ridurre l'indurimento delle arterie.

Illustrazione della struttura chimica della vitamina K
Un sufficiente apporto di vitamina K può prevenire la calcificazione delle arterie. Immagine: makaule/iStock/Thinkstock

Informazioni

Si distingue tra diversi sottotipi di vitamina K. Le forme più importanti per l'uomo sono la vitamina K1 e la vitamina K2. Mentre la vitamina K1 è presente nelle piante verdi, la vitamina K2 è prodotta da batteri. Quest'ultima è importante per i vasi sanguigni e rimane più a lungo nel sangue, potendo quindi agire meglio.

La vitamina K2 abbassa inoltre il colesterolo, un fattore che influisce fortemente sul rischio di arteriosclerosi e delle sue malattie secondarie come l'infarto e l'ictus.

Dosaggio e consigli per l'assunzione della vitamina K2

Nello studio di Rotterdam, condotto su larga scala e ad alto livello sulle patologie cardiovascolari con circa 4.800 partecipanti, i soggetti che hanno ingerito almeno 32 microgrammi di vitamina K2 al giorno hanno mostrato una quantità significativamente inferiore di depositi di calcio nelle arterie. Il rischio di arteriosclerosi o di morte a causa di malattie cardiovascolari è diminuito di circa la metà.

In caso di arteriosclerosi si consiglia di assumere almeno 100 microgrammi di vitamina K2 al giorno, idealmente sotto forma del sottotipo MK-7, che viene assorbito meglio nell'intestino e rimane nel sangue più a lungo.

In quanto liposolubile, la vitamina K2 viene assorbita al meglio se assunta ai pasti.

Vitamina K2: cosa considerare in caso di assunzione di anticoagulanti

La vitamina K e gli anticoagulanti non sempre possono essere combinati. La vitamina K può infatti ridurre l'efficacia degli anticoagulanti di tipo cumarinico (ad esempio Coumadin®), pertanto la sua assunzione durante la terapia dovrebbe avvenire sempre sotto il controllo del medico, che controllerà regolarmente il valore di coagulazione nel sangue (tempo di protrombina o di Quick).   

L-arginina: l'aminoacido che migliora la funzione delle cellule vascolari

Meccanismo d'azione dell'L-arginina

L'aminoacido L-arginina è il precursore del monossido di azoto (NO). Questa sostanza messaggera viene prodotta a partire dall'L-arginina dalle cellule endoteliali della parete interna del vaso e controlla la dilatazione e il restringimento dei vasi e la pressione sanguigna.

Con il progredire dell'arteriosclerosi, la parete interna del vaso perde la sua capacità di produrre monossido di azoto. Un aumento dell'apporto di L-arginina potrebbe contrastare questo processo. Un'analisi di studi di alto livello ha mostrato che l'assunzione di L-arginina migliora la funzione dell'endotelio e abbassa la pressione sanguigna.

Arginina: dose e assunzione consigliata

Raffigurazione del flusso sanguigno nelle arterie
Nell'ambito del trattamento dell'arteriosclerosi può essere assunta l'arginina. Se ne consigliano dosi giornaliere comprese tra 2.000 e 6.000 milligrammi. Immagine: donfiore/iStock/Thinkstock

In caso di arteriosclerosi si consiglia una dose giornaliera di arginina compresa tra 2.000 e 6.000 milligrammi, da assumere preferibilmente tra i pasti e suddivisa in diverse dosi nell'arco della giornata. In questo modo viene assorbita al meglio dall'organismo perché non deve competere con altri aminoacidi presenti nel cibo ai fini dell'assorbimento intestinale.

Consiglio

Le vitamine del gruppo B come la B2 e la B6 favoriscono l'efficacia dell'L-arginina in quanto l'organismo ne ha bisogno per produrre il messaggero monossido di azoto a partire dall'arginina.

Nei soggetti sensibili l'assunzione di L-arginina a stomaco vuoto può provocare mal di stomaco e nausea. Il problema può essere risolto accompagnando la sostanza con un piccolo pasto a basso contenuto proteico, ad esempio a base di frutta o verdura.

Da considerare in caso di assunzione di vasodilatatori e arteriosclerosi grave.

Consultare il medico se si assumono farmaci che rilasciano il messaggero monossido di azoto, che interviene nella vasodilatazione (nitrovasodilatatori). I suddetti farmaci includono i nitrati (Monoket®, Ismo®), la molsidomina (Corvalgan®, Sidomol®) e il sodio nitroprussiato.

L'uso di arginina a lungo termine e in caso arteriosclerosi grave e infarto dovrebbe essere discusso con un medico. Non sono ancora disponibili studi a lungo termine sull'uso dell'arginina nell'arteriosclerosi.

Il coenzima Q10 fornisce energia alle cellule

Meccanismo d'azione del coenzima Q10

Raffigurazione del coenzima Q10
Un adeguato apporto di coenzima Q10 è importante in quanto questa sostanza abbassa la pressione sanguigna e ha un effetto positivo sulla capacità di contrazione del muscolo cardiaco. Immagine: AlfaOlga/iStock/Thinkstock

Il coenzima Q10 è un elemento di vitale importanza per i mitocondri, le centrali elettriche delle nostre cellule.

Abbassa la pressione sanguigna e può influenzare positivamente la capacità di contrazione del muscolo cardiaco.

In studi clinici condotti negli Stati Uniti e in Europa, i pazienti con insufficienza cardiaca cronica hanno riacquistato la massima gittata cardiaca grazie alla somministrazione supplementare di coenzima Q10. I pazienti con insufficienza cardiaca cronica che hanno assunto 100 milligrammi di coenzima Q10 tre volte al giorno in aggiunta alla terapia convenzionale, hanno fatto registrare un miglioramento della gittata cardiaca e una riduzione di quasi il 50% del rischio di morte per arresto cardiaco rispetto ai pazienti trattati con la terapia standard da sola o con il placebo.

Informazioni

Con l'aumentare dell'età, l'organismo ha sempre più difficoltà a produrre le quantità di coenzima Q10 necessarie. All'età di 39-43 anni, la produzione di coenzima Q10 è già ridotta di un terzo rispetto ai 20 anni, per superare la metà una volta giunti all'età di 77-81 anni.

Dosaggio e consigli per l'assunzione del coenzima Q10

In caso di arteriosclerosi si consiglia di assumere da 100 a 300 milligrammi di coenzima Q10 al giorno, preferibilmente ai pasti poiché liposolubile.

Il coenzima Q10 è generalmente ben tollerato. In casi molto rari, l'uso prolungato in dosi elevate (da 600 a 1.200 milligrammi) può causare diarrea, nausea, eruzioni cutanee e aumento dell'irritabilità.

Coenzima Q10: cosa considerare in caso di assunzione di anticoagulanti

Il coenzima e gli anticoagulanti non sempre possono essere combinati. Il coenzima Q10 può infatti ridurre l'efficacia degli anticoagulanti cumarinici, che includono i principi attivi fenprocumone e warfarin (Coumadin®). Questo effetto è stato osservato già a dosi da 30 a 100 milligrammi di coenzima Q10 al giorno. Pertanto è importante consultare il proprio medico quando si prendono anticoagulanti.

Il magnesio regola la pressione sanguigna

Meccanismo d'azione del magnesio

Il magnesio è indispensabile per l'equilibrio elettrolitico e la funzione muscolare. Svolge il ruolo di antagonista del calcio, che in caso di aumento della concentrazione nei muscoli può causare rigidità e crampi. Il magnesio riduce l'afflusso di calcio nelle cellule muscolari rilassando i vasi sanguigni.

Allo stesso tempo, abbassa la pressione sanguigna. Da una valutazione di 34 studi di alto livello con un totale di oltre 2.000 partecipanti è emerso che l'assunzione di 300 milligrammi magnesio al giorno abbassa leggermente già dopo un mese la pressione sanguigna (di 2 mmHg la pressione sistolica e di 1,8 mmHg la pressione diastolica). Nel complesso, alti livelli di magnesio nel sangue sono associati a un rischio di malattie cardiovascolari del 30% inferiore.

Foto con diversi alimenti su un tavolo
Il magnesio abbassa la pressione sanguigna. Una valutazione di 34 studi di alto livello con un totale di oltre 2.000 partecipanti ha mostrato che l'assunzione di 300 milligrammi al giorno di magnesio può abbassare leggermente la pressione sanguigna dopo solo un mese. Immagine: Aamulya/iStock/Thinkstock

Dosaggio e consigli per l'assunzione del magnesio

In caso di arteriosclerosi si consiglia di assumere da 300 a 700 milligrammi di magnesio al giorno, preferibilmente sotto forma di magnesio taurato. La taurina sostiene infatti la funzione cardiaca. Si raccomanda di suddividere la dose giornaliera totale in più dosi singole (ad esempio due volte al giorno) per migliorarne la tolleranza.

Informazioni

Il magnesio dovrebbe essere assunto per un periodo di tempo prolungato poiché resta nel corpo umano solo in presenza di molecole in grado di legarlo, presenti in quantità sufficienti solo dopo almeno quattro settimane circa.

Magnesio: esami di laboratorio

Si consiglia di controllare in laboratorio il livello di magnesio soprattutto in caso di pressione alta, in quanto una sua carenza favorisce questa condizione medica.

Il magnesio è presente nell'organismo soprattutto nei globuli rossi (eritrociti). Pertanto i suoi livelli dovrebbero essere determinati preferibilmente nel sangue intero, che contiene tutte le cellule ematiche e non solo la componente liquida (siero). La determinazione dei livelli di magnesio nel sangue intero è quindi più significativa rispetto all'esame del siero.

Il parere degli esperti

I valori normali di magnesio nel sangue intero sono compresi tra 1,38 e 1,50 millimoli per litro (mmol/l).

Le sostanze vegetali combattono lo stress ossidativo

Meccanismo d'azione del resveratrolo, della quercetina e degli oligomeri procianidolici

Il resveratrolo, la quercetina e gli oligomeri procianidolici (OPC) appartengono al gruppo dei flavonoidi Il resveratrolo e la quercetina si trovano nella buccia degli acini d'uva, mentre gli OPC nei semi. Tutti e tre agiscono come antiossidanti, catturando i radicali liberi per proteggere così le cellule e i tessuti dallo stress ossidativo.

Il colesterolo LDL "cattivo" può penetrare nelle pareti vascolari e mutare chimicamente (ossidarsi), con la conseguente comparsa di cellule schiumose (foam cells), che causano modifiche tissutali (le cosiddette placche) tipiche dell'arteriosclerosi. Il resveratrolo, la quercetina e gli OPC prevengono l'ossidazione a opera del dannoso colesterolo LDL.

In uno studio di alto livello, l'assunzione per dodici settimane di un estratto di semi d'uva ha ridotto del 12-14% il livello del colesterolo LDL ossidato rispetto al placebo.

Dosaggio e consigli per l'assunzione del resveratrolo

In caso di arteriosclerosi si consiglia di assumere da 50 a 500 milligrammi di resveratrolo, da 100 a 300 milligrammi di OPC e da 150 a 500 milligrammi di quercetina.

Informazioni

L'uva rossa e il vino rosso sono particolarmente ricchi di resveratrolo, ma per ottenere un effetto duraturo si dovrebbero consumare chilogrammi di uva o bere litri di vino rosso al giorno. Si raccomanda dunque di assumere il resveratrolo sotto forma di estratto di alta qualità.

Le vitamine e i minerali antiossidanti riducono ulteriori danni ai vasi sanguigni.

Meccanismo d'azione degli antiossidanti

Gli antiossidanti proteggono i vasi sanguigni. Se il colesterolo LDL "cattivo" si ossida, può accumularsi sulle pareti dei vasi sanguigni e danneggiarli, in un processo che svolge un ruolo determinante nell'arteriosclerosi. Tra gli antiossidanti più importanti per la protezione vascolare nell'arteriosclerosi si annoverano le vitamine C ed E, nonché i minerali zinco e selenio.

In un importante studio condotto su 520 persone per sei anni è stato dimostrato che una combinazione di vitamina C ed E rallenta la progressione dell'arteriosclerosi.

La formula vincente sembra essere rappresentata da una miscela ottimale abbinata a dosi non troppo elevate di antiossidanti. Attualmente alcuni fattori suggeriscono che bassi livelli di stress ossidativo possono anche essere positivi, in quanto stimolano il sistema di protezione antiossidante dell'organismo e, le sue difese attive.

Da quanto esposto è possibile trarre le seguenti conclusioni:

  • Occorre evitare l'uso di antiossidanti e minerali isolati e a dosi elevate.
  • La necessità di antiossidanti dovrebbe essere determinata preferibilmente mediante un'analisi del sangue.
  • La complessità della miscela sembra essere determinante. La dieta dovrebbe includere un'alta percentuale di frutta e verdura, le cui componenti migliorano l'effetto protettivo. Ad esempio la vitamina C e la vitamina E si sostengono a vicenda nella loro funzione.

Antiossidanti: dosaggio e consigli per l'assunzione

In caso di arteriosclerosi si raccomandano miscele di antiossidanti contenenti almeno 100 milligrammi di vitamina C, 10 milligrammi di zinco, 100 microgrammi di selenio e fino a 130 milligrammi di vitamina E (da tocoferoli e tocotrienoli). Un'eventuale terapia a base di vitamina E a questo dosaggio dovrebbe essere discussa con un medico specializzato in micronutrienti.

È importante anche seguire una dieta ricca di frutta e verdura.

Informazioni

A dosaggi elevati l'alfa-tocoferolo, un sottotipo di vitamina E isolato artificialmente, potrebbe favorire l'ossidazione. Non bisogna quindi assumerlo in dosi eccessive finché non saranno disponibili ulteriori dati in merito. Si raccomanda di limitarsi a un massimo di 45 unità internazionali (= 30 milligrammi). A fini di sicurezza, sono preferibili i preparati a base di antiossidanti che contengano tutte le otto forme di vitamina E (complesso di vitamina E completo).

Gli antiossidanti liposolubili come la vitamina E devono essere assunti ai pasti affinché possano raggiungere il flusso sanguigno.

Determinazione dello stato antiossidante

L'apporto attuale di antiossidanti può essere determinato mediante esami di laboratorio, eseguiti con diversi metodi per misurare gli effetti dello stress ossidativo nel sangue. In caso di arteriosclerosi, ad esempio, è possibile determinare la quantità di colesterolo LDL ossidato nel sangue.

Le vitamine del gruppo B degradano l'omocisteina, una sostanza dannosa per le cellule

Meccanismo d'azione delle vitamine del gruppo B

Le vitamine del gruppo B sono necessarie per la degradazione dell'omocisteina, un prodotto di scarto del metabolismo. Alti livelli di omocisteina sono considerati un fattore scatenante indipendente dell'arteriosclerosi. La vitamina B6, la vitamina B12 e l'acido folico intervengono nella degradazione dell'omocisteina e possono quindi contribuire a combattere l'arteriosclerosi.

Vitamine del gruppo B: dose e assunzione consigliata

Per abbassare i livelli elevati di omocisteina si consigliano i seguenti dosaggi: da 5 a 15 milligrammi di vitamina B6, da 400 a 600 microgrammi di acido folico e da 250 a 500 microgrammi di vitamina B12. 

Consiglio

Acido folico come acido 5-metiltetraidrofolico (5-MTHF), la forma biologicamente attiva: circa la metà degli individui non è in grado di convertire l'acido folico nella sua forma attiva a causa di un difetto genetico. Ne conseguono livelli ematici bassi, anche nel caso di un'assunzione sufficiente. Questo difetto genetico può essere aggirato assumendo il 5-MTHF, la forma attiva dell'acido folico.

Determinazione dei livelli di omocisteina

Poiché l'omocisteina danneggia i vasi sanguigni, in caso di arteriosclerosi si consiglia di misurarne i livelli ematici. L'omocisteina viene misurata nel plasma sanguigno, la componente liquida del sangue priva di cellule ematiche. Sono ritenuti normali valori ematici inferiori a 10 micromoli per litro.

Dosaggi in breve

Dose giornaliera di micronutrienti consigliata in caso di arteriosclerosi

Vitamine

Vitamina K2

almeno 100 microgrammi (µg)

Vitamina B6

da 5 a 15 milligrammi (mg)

Vitamina B12

250 bis 500 microgrammi

Acido folico

da 400 a 600 microgrammi

Vitamina C

da 500 a 3.000 microgrammi

Vitamina E (da tocoferoli e tocotrienoli)

fino a 130 milligrammi

Coenzima Q10

da 100 a 300 milligrammi

Minerali
Magnesio

da 300 a 700 milligrammi

Zinco

da 10 a 20 milligrammi

Selenio

da 100 a 300 microgrammi

Sostanze vegetali

Resveratrolo

da 50 a 500 milligrammi

OPC

da 100 a 300 milligrammi

Quercetina

da 150 a 500 milligrammi

Altre sostanze nutritive

Acidi grassi omega-3

da 1.500 a 2.500 milligrammi con una quantità il più alta possibile di EPA.

L-arginina

da 2.000 a 6.000 milligrammi

Sintesi degli esami di laboratorio consigliati

Esami del sangue consigliati in caso di arteriosclerosi

Valori normali

Indice omega-3 (siero)

dall'8 all'11 percento

Magnesio (sangue intero)

da 1,38 a 1,50 millimoli per litro (mmol/l)

Omocisteina

< 10 micromoli per litro (µmol/l)

Classificazione

I micronutrienti a sostegno dei farmaci

L'acido acetilsalicilico (ASA) danneggia la mucosa gastrica

L'acido acetilsalicilico (ASA; ad esempio Aspirina®) è efficace nel ridurre la tendenza delle piastrine ad aggregarsi, abbassando così il pericolo di ostruzione dei vasi sanguigni e, di conseguenza, il rischio di infarto e ictus.

Tuttavia l'ASA può danneggiare la mucosa gastrica, poiché lo stress ossidativo causa il consumo della vitamina C in essa presente, con conseguente sanguinamento e infiammazione. Per ridurre i danni alla mucosa gastrica si consiglia di assumere fino a 1.000 milligrammi di vitamina C al giorno, suddivisi in 2 dosi da 500 milligrammi.

I farmaci che abbassano il colesterolo possono causare dolori muscolari

L'arteriosclerosi è spesso accompagnata da alti livelli di colesterolo. In questo caso vengono solitamente utilizzate le statine, che tuttavia possono causare effetti collaterali quali affaticamento, debolezza e dolori muscolari. Il coenzima Q10 e la vitamina D possono contribuire a ridurre questi sintomi: si consiglia di assumere da 100 a 300 milligrammi di coenzima Q10 e da 1.000 a 2.000 unità internazionali (UI) di vitamina D al giorno. Qui troverete informazioni complete sul coenzima Q10, la vitamina D e le statine.

Le statine prescritte di frequente sono: atorvastatina (ad esempio Torvacol®), fluvastatina (Lipaxan® e Lescol®), lovastatina (Lovinacor®), pravastatina (ad esempio Aplactin® e Pravaselect®), rosuvastatina (Crestor®) o simvastatina (Zocor®).

I farmaci alterano l'equilibrio dei micronutrienti

La pressione alta è un importante fattore di rischio per l'arteriosclerosi, perché danneggia le pareti dei vasi sanguigni, e per questo viene spesso trattata con farmaci antipertensivi come gli ACE inibitori, i betabloccanti o i diuretici. Tuttavia molti farmaci alterano l'equilibrio dei micronutrienti:

Gli ACE inibitori si legano allo zinco presente nell'organismo e ne aumentano l'escrezione. Se assunti per anni, ne possono pertanto provocare una carenza, che va combattuta con dosi da 10 a 20 milligrammi al giorno, evitando l'assunzione contemporanea per impedire che lo zinco si leghi ai farmaci già nello stomaco. Gli ACE inibitori includono ad esempio i principi attivi captopril (Capoten®) ed enalapril (Lanex®).

I betabloccanti come il metoprololo (Seloken®, Lopresor®) interferiscono con il metabolismo del coenzima Q10, importante per garantire al muscolo cardiaco l'energia di cui ha bisogno. Pertanto si consiglia di assumere almeno 100 milligrammi di coenzima Q10 al giorno.

I diuretici (farmaci che aumentano il drenaggio dei liquidi) abbassano la pressione sanguigna eliminando l'acqua in eccesso, che però contiene anche importanti minerali e vitamine. Per questo motivo i medici specializzati in micronutrienti raccomandano di assumere insieme ai diuretici (idroclorotiazidi [Esidrex®] o diuretici dell'ansa come il furosemide [Lasix®]) le seguenti sostanze nutritive:

  • da 10 a 20 milligrammi di zinco
  • da 200 a 400 milligrammi di magnesio
  • 40 milligrammi di vitamina B1
  • da 5 a 15 milligrammi di vitamina B6
  • da 100 a 200 microgrammi di vitamina B12
  • da 200 a 400 microgrammi di acido folico

I diuretici (tiazidi e diuretici dell'ansa) abbassano inoltre i livelli di potassio, causandone eventuali carenze in caso di uso prolungato. Si raccomanda di controllarne i livelli ematici e di integrare il potassio dopo aver consultato il medico. Alcuni farmaci (ad esempio gli ACE inibitori) possono causare un eccesso di potassio.

Dosaggi in breve

Dose giornaliera di micronutrienti consigliata in caso di assunzione di farmaci contro i fattori di rischio per l'arteriosclerosi

Assunzione di ASA
Vitamina C

fino a 1.000 milligrammi (mg)

Assunzione di farmaci per abbassare il colesterolo

Coenzima Q10

da 100 a 300 milligrammi

Vitamina D

da 1.000 a 2.000 unità internazionali (UI)

Assunzione di farmaci antipertensivi

ACE inibitori
Zinco

da 10 a 20 milligrammi

Betabloccanti
Coenzima Q10

almeno 100 milligrammi

Diuretici
Vitamina B1

40 milligrammi

Acido folico

da 200 a 400 microgrammi (µg)

Vitamina B6

da 5 a 15 milligrammi

Vitamina B12

da 100 a 200 microgrammi

Zinco

da 10 a 20 milligrammi

Magnesio

da 200 a 400 milligrammi

Classificazione

Riepilogo

Medico che misura la pressione sanguigna di un paziente
Il monitoraggio regolare della pressione sanguigna è una parte essenziale della terapia. Immagine: Dekdoyjaidee/iStock/Thinkstock

Nell'arteriosclerosi le pareti dei vasi sanguigni delle arterie si ispessiscono e induriscono progressivamente. I micronutrienti possono agire positivamente sulla funzione vascolare, riducendo così il rischio di infarto e ictus.

In particolare, vitamine come la K2 contrastano la calcificazione delle arterie. L'aminoacido L-arginina promuove l'elasticità dei vasi sanguigni, mentre sostanze vegetali come il resveratrolo, gli OPC e la quercetina proteggono i vasi grazie alla loro azione antiossidante e prevengono l'ossidazione del dannoso colesterolo LDL.

Altri micronutrienti possono ridurre al minimo i fattori di rischio e offrire protezione contro ulteriori danni vascolari. Il magnesio è importante per la funzione muscolare e per il mantenimento di livelli normali di pressione sanguigna. Gli acidi grassi omega-3 come il DHA e l'EPA combattono le reazioni infiammatorie nei vasi sanguigni. Il coenzima Q10 abbassa la pressione sanguigna e può influenzare positivamente la capacità di contrazione del muscolo cardiaco. Le vitamine del gruppo B come la vitamina B6, la vitamina B12 e l'acido folico abbassano i livelli di omocisteina, ritenuta un importante fattore di rischio per l'arteriosclerosi.

Alcuni farmaci usati per trattare l'arteriosclerosi possono causare effetti collaterali. Ad esempio, l'acido acetilsalicilico può danneggiare la mucosa gastrica e le statine possono provocare dolori muscolari. Tali effetti collaterali possono essere ridotti mediante l'uso di micronutrienti. I farmaci per la pressione arteriosa, invece, alterano l'equilibrio dei micronutrienti. Per evitarne una carenza è dunque necessario integrarli.

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Indice degli studi e delle fonti

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