Un trattamento alternativo contro l'ADHD

Normalizzare la funzionalità cerebrale con i micronutrienti

Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) colpisce bambini e adulti. I sintomi tipici sono problemi di attenzione e concentrazione, associati a impulsività. Una serie di micronutrienti può migliorare la funzione neurologica e alleviare i sintomi dell'ADHD. Qui scoprirete come sono utilizzati dalla medicina dei micronutrienti.

Occhiali e compresse su un foglio di carta con la scritta Diagnosi ADHD
I bambini e gli adulti che soffrono di disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) si lasciano distrarre facilmente, hanno difficoltà a concentrarsi e sono smemorati. La medicina dei micronutrienti impiega principi nutritivi che possono migliorare la funzione neurologica e alleviare i sintomi dell'ADHD. Immagine: AndreyPopov/iStock/Getty Images Plus

Cause e sintomi

Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) pregiudica la capacità di concentrazione. I sintomi tipici sono difficoltà ad applicarsi e smemoratezza. Le persone colpite si distraggono facilmente e hanno reazioni molto impulsive. Altri segnali indicatori includono scarso rendimento, reazioni lente e cambi d'umore.

Nella maggior parte dei casi i primi segni si manifestano prima del sesto anno di età. Nei neonati l'ADHD si presenta sotto forma di problemi del sonno o irrequietezza. Nei bambini piccoli i tipici sintomi sono iperattività, scatti di rabbia e uno sviluppo motorio più lento. In età scolare i bambini con ADHD si fanno spesso notare perché disturbano la lezione e creano scompiglio. L'ADHD può essere accompagnata da paura, ostinazione o depressione nella pubertà, mentre può migliorare nella vecchiaia. Secondo alcune stime, dal 30 al 50 percento delle persone colpite continua a presentare i sintomi dell'ADHD anche in età adulta, con possibili difficoltà sul lavoro o problemi con il partner.

Informazioni

I molti test o auto-test disponibili in Internet possono essere d'aiuto per identificare l'eventuale presenza dell'ADHD in bambini o adulti. Tuttavia, se il sospetto di soffrire di ADHD è fondato, la diagnosi può essere effettuata solo da un medico qualificato.

La sindrome del deficit dell'attenzione può manifestarsi anche senza iperattività e in questo caso si parla di ADD.

La causa di ADHD e ADD non è ancora del tutto chiara. I medici ipotizzano la presenza di disturbi nella trasmissione dei segnali nel cervello. Il punto chiave è rappresentato da neurotrasmettitori come dopamina, noradrenalina e serotonina, che influenzano i segnali tra i neuroni. È qui che si manifestano i problemi nelle persone affette da ADHD.
Tuttavia non esiste ancora una risposta univoca al perché questo avvenga. La comparsa dell'ADHD è probabilmente favorita da una serie di fattori:

Genetica: L'ADHD è ereditaria. Determinati geni possono influenzare i disturbi metabolici nel cervello.

Gravidanza: I bambini corrono un maggior rischio di essere colpiti dall'ADHD se la madre in gravidanza consuma alcol, fa uso di droghe o assume determinati farmaci, ad esempio antiasmatici o antipsicotici contro la schizofrenia. Anche le infezioni batteriche o virali eventualmente contratte nel corso dei nove mesi possono avere un ruolo in questa malattia.

Infiammazioni: In caso di predisposizione genetica all'ADHD, i processi infiammatori nell'organismo possono favorire la comparsa della malattia. I ricercatori ipotizzano il forte coinvolgimento del sistema immunitario, poiché le persone con ADHD presentano spesso anche altre patologie come allergie, neurodermite o asma.

Alimentazione: Alcuni indizi lasciano supporre che anche un'alimentazione sbagliata influenzi l'insorgere dell'ADHD, ad esempio a causa di una quantità troppo ridotta di acidi grassi omega 3 e omega 6 e di una carenza di zinco e magnesio.

Classificazione

Obiettivi del trattamento

Qual è la terapia classica dell'ADHD?

Un bambino fa i compiti con una donna
Un ruolo decisivo nel trattamento dell'ADHD è giocato dalla terapia psicologica e comportamentale, durante la quale le persone colpite apprendono strategie per la gestione del disturbo. Immagine: KatarzynaBialasiewicz/iStock/Getty Images Plus

L'ADHD è incurabile. Il trattamento su bambini e adulti mira ad arginare i sintomi e le conseguenze del disturbo. La terapia comprende più elementi:

Un fattore decisivo è rappresentato dalla terapia psicologica e comportamentale, durante la quale le persone colpite apprendono strategie per la gestione dell'ADHD. I ritardi dello sviluppo vengono compensati da speciali interventi di sostegno, logoterapia ed ergoterapia.

Il trattamento dell'ADHD prevede anche la somministrazione di farmaci, nella maggior parte dei casi il principio attivo metilfenidato, in determinate condizioni anche le amfetamine (come la desamfetamina o lisdexamfetamina). Entrambi i farmaci sono psicostimolanti e prolungano l'efficacia dei neurotrasmettitori dopamina e noradrenalina, aumentando i livelli di concentrazione e attenzione, nonché la capacità di apprendimento.

Gli obiettivi della medicina dei micronutrienti

La medicina dei micronutrienti garantisce l'approvvigionamento di tutti i minerali e vitamine importanti per il metabolismo cerebrale. Alcune sostanze vegetali favoriscono inoltre le capacità cognitive e possono così contribuire ad alleviare i sintomi dell'ADHD. Si consigliano:

  • Acidi grassi omega 3 per la formazione, funzionalità e protezione delle cellule nervose
  • Zinco che sostiene l'azione dei neurotrasmettitori e protegge i nervi dallo stress ossidativo.
  • Magnesio per la produzione di energia e per i segnali nervosi
  • Vitamina B6 che allevia i sintomi dell'ADHD.
  • Ginseng e ginkgo per l'attenzione e la memoria
Classificazione

Trattamento con i micronutrienti

Gli acidi grassi omega 3 aumentano l'attività neurologica

Efficacia degli acidi grassi omega 3 in caso di ADHD

Omega 3 in capsule su una base in legno
Spesso le persone colpite da ADHD presentano una percentuale più bassa di acidi grassi omega 3 nel sangue. Immagine: emiliozv/iStock/Getty Images Plus

Per funzionare in modo ottimale, il cervello e il sistema nervoso necessitano degli acidi grassi omega 3, in particolare dell'acido docosaesaenoico (DHA) e dell'acido eicosapentaenoico (EPA). Il DHA gioca un ruolo rilevante nella formazione della membrana delle cellule nervose e nella funzione cerebrale, che lo rende importante per l'apprendimento e la capacità di concentrazione. Spesso le persone colpite da ADHD presentano una percentuale più bassa di acidi grassi omega 3 nel sangue. Lavori panoramici sullo stato attuale degli studi hanno dimostrato come l'assunzione di acidi grassi omega 3 migliori sensibilmente i sintomi dell'ADHD, con una progressiva riduzione dei disturbi all'aumentare della dose di EPA.

Un confronto diretto con i farmaci per l'ADHD ha mostrato come l'assunzione di acidi grassi omega 3 fosse per il 40 percento tanto efficace quanto il principio attivo metilfenidato, ma con effetti collaterali sensibilmente più deboli.

Gli acidi grassi omega 3 hanno anche un'azione antiflogistica, con cui arginano i processi infiammatori dell'organismo, che in caso di propensione genetica all'ADHD potrebbero avere la funzione di causa scatenante. Altri fattori indicano la capacità degli acidi grassi omega 3 di ridurre lo stress ossidativo che compare in misura maggiore in caso di ADHD.

Acidi grassi omega 3: dosi e consigli di assunzione in caso di ADHD

Nel trattamento dell'ADHD nei bambini, gli esperti di micronutrienti consigliano una dose giornaliera da 500 a 2.000 milligrammi di acidi grassi omega 3 (EPA/DHA) contenuti in preparati a base di olio di pesce. I preparati con una percentuale elevata di EPA (560 milligrammi) risultano particolarmente efficaci. La quantità indicata per gli adulti arriva fino a 5.000 milligrammi al giorno.

I preparati a base di olio di pesce dovrebbero essere sempre assunti ai pasti, perché solo così riescono a raggiungere il sangue dall'intestino.

Occorre prestare attenzione alla qualità dell'olio di pesce e acquistare solo i preparati particolarmente depurati, che non contengono residui indesiderati come metalli pesanti o sostanze nocive.

Come determinare il livello di omega 3 in laboratorio

Il valore degli acidi grassi omega 3 viene determinato sulla base dell'indice omega 3 nel corso di un esame del sangue volto a rilevare la percentuale di EPA e DHA nei globuli rossi. Un risultato del cinque percento indica che cinque dei 100 acidi grassi presenti nelle cellule ematiche sono acidi grassi omega 3. Il valore ideale è superiore all'otto percento, ma in media l'indice è compreso tra cinque e otto.

Cosa ricordare in caso di assunzione di anticoagulanti

Gli acidi grassi omega 3 diluiscono il sangue, riducendo eventualmente la necessità di farmaci anticoagulanti. In caso di assunzione contemporanea di anticoagulanti e preparati a base di omega 3 a partire da una dose di 1.000 milligrammi è opportuno tenere sotto stretta osservazione i valori di coagulazione, con un eventuale adattamento del dosaggio dei farmaci da parte del medico.

Le persone con disturbi della coagulazione non dovrebbero assumere preparati a base di omega 3.

Lo zinco ottimizza l'efficacia dei neurotrasmettitori

Efficacia dello zinco in caso di ADHD

Immagine di un cervello umano con indicazione delle sinapsi
Lo stress ossidativo danneggia le cellule nervose e gli scienziati ipotizzano una relazione tra questo fattore e i disturbi del comportamento dovuti all'ADHD. Immagine: Naeblys/iStock/Getty Images Plus

Lo zinco ha un ruolo importante per il funzionamento del cervello e del sistema nervoso, perché aiuta a regolare la dopamina, un neurotrasmettitore eccitatorio. Una carenza di zinco causa inoltre una maggiore esposizione del cervello allo stress ossidativo, che si manifesta con maggior frequenza nelle persone colpite da ADHD. Lo stress ossidativo danneggia le cellule nervose e gli scienziati ipotizzano una relazione tra questo fattore e i disturbi del comportamento dovuti all'ADHD.

Nei bambini che soffrono di ADHD la quantità di zinco nelle cellule è molto spesso inferiore a quella dei bambini sani. Altri elementi lasciano inoltre supporre che la quantità di zinco sia legata in modo diretto alla gravità dei sintomi dell'ADHD. I primi studi clinici mostrano che l'assunzione di preparati a base di zinco si ripercuote positivamente sull'ADHD, sia come misura terapeutica autonoma sia in combinazione con il principio attivo contro l'ADHD, il metilfenidato.

Lo zinco ha fatto registrare risultati positivi in molti studi medici, seppure non in tutti, affermandosi come promettente opzione di trattamento, soprattutto nelle regioni caratterizzate da una sua scarsa assunzione.

Zinco: dosi e consigli di assunzione in caso di ADHD

In caso di ADHD si consiglia una dose giornaliera di zinco pari a 10-25 milligrammi. La soluzione ideale è rappresentata dai composti organici di zinco, come lo zinco citrato e lo zinco gluconato, che vengono ben assorbiti dall'intestino.

Inoltre lo zinco dovrebbe essere sempre assunto ai pasti, non solo per migliorarne l'assorbimento, ma anche per aumentarne la tollerabilità nello stomaco.

Da ricordare in caso di malattie renali

L'assunzione supplementare di zinco all'interno di preparati a base di minerali dovrebbe essere evitata in caso di insufficienza renale cronica o di altre nefropatie. I reni indeboliti non sono infatti in grado di eliminare correttamente lo zinco, il cui contenuto nel sangue potrebbe raggiungere livelli eccessivi.

Il magnesio migliora la trasmissione degli impulsi

Efficacia del magnesio in caso di ADHD

Immagine di sinapsi e cellule nervose
I minerali sono usati per produrre i neurotrasmettitori e garantire il loro funzionamento ottimale. Immagine: solvod/iStock/Getty Images Plus

Alcuni elementi portano a ritenere che una carenza di minerali influenzi l'insorgere dell'ADHD. I minerali sono usati per produrre i neurotrasmettitori e garantire il loro funzionamento ottimale. Il magnesio, in particolare, ha un ruolo importante per il funzionamento dei neurotrasmettitori domapina e serotonina nel cervello, che risulta pregiudicato in presenza di ADHD. Inoltre il magnesio è necessario per il metabolismo energetico e favorisce la vascolarizzazione.

I pazienti con ADHD soffrono spesso di una carenza di magnesio. L'efficacia dei preparati a base di magnesio però non è ancora dimostrata. Nonostante l'andamento positivo delle prime ricerche, con una durata da due a sei mesi, il magnesio deve ora essere testato in studi di alto livello. Soprattutto in caso di carenza, un'integrazione mirata di magnesio può essere consigliabile e dare buoni risultati.

Magnesio: dosi e consigli di assunzione in caso di ADHD

Il dosaggio corretto per i bambini dovrebbe essere definito da un medico. La regola generale prevede circa 6 milligrammi di magnesio per chilogrammo di peso corporeo. Se un bambino pesa 35 chilogrammi, la dose corrispondente sarà pertanto di 200 milligrammi al giorno.

Negli adulti i medici specializzati in micronutrienti consigliano almeno 200 milligrammi al giorno.

Consiglio

In quantità massicce il magnesio può causare diarrea e per questo dovrebbe essere assunto in tante piccole dosi ai pasti, distribuite nel corso della giornata. La somministrazione a lungo termine negli adulti senza controllo dei valori ematici dovrebbe limitarsi a un massimo di 250 milligrammi al giorno.

Come determinare il livello di magnesio in laboratorio

Un'eventuale carenza di magnesio si determina misurandone il livello nel sangue intero. I valori normali sono compresi tra 1,38 e 1,5 millimoli di magnesio per litro di sangue intero. Un valore inferiore a 1,38 millimoli per litro indica una carenza.

Cosa ricordare in caso di assunzione di farmaci e di insufficienza renale

I farmaci contro l'ADHD con il principio attivo desamfetamina possono aumentare i livelli ematici del magnesio, che non dovrebbe quindi essere assunto per lunghi periodi senza effettuare esami del sangue.

I preparati a base di magnesio possono ridurre l'effetto degli antibiotici del gruppo degli inibitori della DNA girasi o delle tetracicline.

In caso di nefropatie croniche si dovrebbe evitare di assumere magnesio tramite preparati, perché i reni debilitati non sono in grado di eliminarlo completamente.

La vitamina B6 allevia i sintomi

Efficacia della vitamina B6 in caso di ADHD

La vitamina B6 svolge un ruolo importante nel metabolismo delle cellule nervose, in particolare nel metabolismo energetico e per la funzione dei neurotrasmettitori dopamina e serotonina. Negli adulti con ADHD è stata riscontrata spesso una carenza di vitamina B6, che all'aumentare della gravità rendeva più evidenti i sintomi dell'ADHD.

Studi provvisori su adulti e bambini mostrano come l'assunzione mirata di vitamina B6 abbia normalizzato il livello di serotonina e ridotto i problemi di attenzione dovuti all'ADHD.

Sono tuttavia necessari altri studi per poter affermare che la vitamina B6 allevi i sintomi di tutte le persone colpite. Chi soffre di ADHD dovrebbe in ogni caso controllare l'apporto di vitamina B6 per evitare una carenza.

Vitamina B6: dosi e consigli di assunzione in caso di ADHD

Per i bambini con ADHD, la medicina dei micronutrienti consiglia un massimo di 15 milligrammi di vitamina B6 al giorno. La dose dipende dal peso corporeo ed è pari a 0,6 milligrammi per chilogrammo. Gli adulti dovrebbero assumerne almeno 15 milligrammi al giorno.

 

Consiglio

La vitamina B6, partecipa alla produzione di serotonina insieme ad altri micronutrienti e per questo dovrebbe essere assunta sotto forma di preparati con zinco e magnesio.

Cosa ricordare in caso di gravidanza e di assunzione di farmaci antiepilettici

Nonostante l'importanza di un buon apporto di vitamina B6 in gravidanza, durante i nove mesi e l'allattamento si dovrebbero assumere preparati ad alto dosaggio solo in presenza di una comprovata carenza e dopo aver consultato il proprio ginecologo.

A dosi elevate (5 milligrammi), la vitamina B6 può attenuare l'efficacia dei farmaci antiepilettici, tra cui i principi attivi fenobarbital e fenitoina. Chi assume questi farmaci dovrebbe limitare la dose quotidiana di vitamina B6 a un massimo di 5 milligrammi.

Il ginseng aumenta la funzione neurologica

Efficacia del ginseng in caso di ADHD

Radici e polvere di ginseng
I componenti della radice di ginseng hanno un effetto positivo sul sistema nervoso perché migliorano, tra le altre cose, la capacità di apprendimento e la memoria. Immagine: eskymaks/iStock/Getty Images Plus

I componenti attivi della radice di ginseng si chiamano ginsenosidi. Queste sostanze vegetali hanno una serie di effetti positivi sul sistema nervoso e contribuiscono a migliorare, tra le altre cose, la capacità di apprendimento, la memoria e l'attenzione. I ginsenosidi aumentano la quantità di neurotrasmettitori dopamina e noradrenalina nel cervello e possono così mitigare anche i sintomi dell'ADHD.

Uno studio di dimensioni ridotte dimostra come i bambini con ADHD che avevano assunto preparati a base di ginseng per diverse settimane fossero più attenti e meno iperattivi dei pazienti con ADHD a cui era stato somministrato un placebo.

Ginseng: dosi e consigli di assunzione in caso di ADHD

Si consiglia di assumere ogni giorno tra 1.000 e 2.000 milligrammi di estratto di ginseng. I primi studi hanno evidenziato la particolare efficacia del ginseng rosso coreano (Panax Ginseng). L'estratto di ginseng dovrebbe essere assunto ai pasti.

Nei bambini si consiglia l'assunzione di preparati a base di ginseng solo a partire dai dodici anni di età. Nei primi studi il ginseng è stato testato su soggetti dai sei anni in su, ma prima di somministrarlo ai bambini è opportuno consultare il proprio medico o pediatra. Gli studi effettuati non hanno mai superato le otto settimane.

Ginseng: cosa ricordare in caso di gravidanza e allattamento, assunzione di farmaci e malattie

Non sono disponibili studi sufficienti in merito all'uso di ginseng in gravidanza e durante l'allattamento; se ne consiglia quindi l'assunzione solo dopo averne parlato con il proprio ginecologo.

Il ginseng può influenzare l'effetto delle cumarine con i principi attivi fenprocumone o warfarin. In caso di assunzione concomitante, si dovrebbero controllare i valori della coagulazione. Prima di interventi chirurgici, l'assunzione di ginseng andrebbe interrotta a causa del possibile pericolo di emorragie. Le persone con disturbi della coagulazione non dovrebbero assumere ginseng, che può anche rafforzare o attenuare l'efficacia di altri farmaci, ad esempio bloccando gli enzimi nel fegato che solitamente metabolizzano i farmaci. Se si assumono regolarmente dei farmaci è quindi meglio consultare prima il proprio medico.

Il ginseng andrebbe evitato in caso di ipertensione, cardiopatie o tumori ormono-dipendenti. La sua azione potrebbe inoltre ridurre l'indice glicemico, comportando la necessità di un controllo del livello di zucchero nel sangue nei pazienti con diabete mellito.

Il ginkgo aumenta l'attenzione

Efficacia del ginkgo in caso di ADHD

Le foglie dell'albero del ginkgo (Ginkgo biloba) contengono fitosostanze secondarie (ginkgolidi) in grado di supportare anche la funzione dei neurotrasmettitori nel cervello, importanti per attenzione, memoria e apprendimento.

Grazie a queste sue caratteristiche, l'estratto di ginkgo viene usato soprattutto in caso di demenza, ma giova anche alle persone colpite da ADHD. Un primo studio ha evidenziato un miglioramento della qualità di vita, con una riduzione dell'iperattività di altri sintomi dell'ADHD nei bambini. La ricerca ha comportato la somministrazione per alcune settimane di un preparato a base di ginkgo biloba con una dose giornaliera massima di 240 milligrammi a 20 bambini con ADHD Un ulteriore studio di portata ridotta ha confrontato il ginkgo con il metilfenidato, il principio attivo contro l'ADHD, evidenziando l'efficacia di entrambi i preparati, anche se il ginkgo si è dimostrato sensibilmente più debole. Il gruppo trattato con metilfenidato ha tuttavia manifestato con maggiore frequenza effetti collaterali quali perdita di appetito, mal di testa e insonnia. Il ginkgo potrebbe quindi rappresentare un'alternativa più tollerabile dall'organismo.

In generale i risultati sembrano indicare una certa efficacia del ginkgo in caso di ADHD, ma i benefici effettivi per tutte le persone colpite devono essere analizzatiin studi di più ampio respiro.

Ginkgo: dosi e consigli di assunzione in caso di ADHD

In caso di ADHD si consigliano dosi da 60 a 240 milligrammi di estratto di ginkgo, con un contenuto massimo di 8 milligrammi di ginkgolidi. Tuttavia i bambini dovrebbero assumere estratto di ginkgo solo previa consultazione del pediatra.

In rari casi si possono manifestare effetti collaterali come vertigini, mal di testa, mal di pancia, nausea o diarrea. Sono stati inoltre osservati un aumento di iperattività e aggressività, stanchezza e sudorazione.

Consiglio

Nella scelta dei preparati a base di ginkgo occorre prestare particolare attenzione alla qualità: il ginkgo contiene per natura gli acidi ginkgolici, che in quantità maggiori possono avere un effetto nocivo. È quindi opportuno scegliere un estratto di ginkgo in cui gli acidi ginkgolici non superino il valore soglia dello 0,0005 percento.

Ginkgo: cosa ricordare in caso di gravidanza e allattamento, assunzione di farmaci e malattie

I preparati a base di ginkgo andrebbero evitati in gravidanza e allattamento.

Il ginkgo può aumentare la propensione al sanguinamento. i preparati a base di ginkgo andrebbero evitati in caso di problemi di coagulazione, a fronte di un intervento chirurgico imminente o se si assumono farmaci anticoagulanti con i principi attivi fenprocumone o warfarin.

Il ginkgo può ridurre l'efficacia dei farmaci contro l'ipertensione contenenti il principio attivo nifedipina. I soggetti trattati con questi farmaci non dovrebbero assumere preparati a base di ginkgo.

Si sospetta che il ginkgo causi attacchi epilettici nei pazienti affetti da questa patologia, che pertanto dovrebbero evitare l'assunzione di preparati che lo contengono.

Dosaggi in breve

Micronutrienti consigliati al giorno in caso di ADHD

 

Vitamine

Vitamina B6

0,6 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo (mg/kg)

 

Minerali

Zinco

da 10 a 25 milligrammi

Magnesio

6 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo (bambini)

da 200 a 1.000 milligrammi (adulti)

  
 

Altre sostanze

Acidi grassi omega 3 (con una percentuale di EPA elevata)

fino a 2.000 milligrammi (bambini)

fino a 5.000 milligrammi (adulti)

Estratto di ginseng

2.000 milligrammi

Estratto di ginkgo

da 60 a 240 milligrammi

 

 

Esami di laboratorio in breve

Esami di laboratorio consigliati in caso di ADHD

 

Valori normali

Indice Omega 3:

Media

Ottimale

 

da 5 a 8 percento

da 8 a 11 percento

Magnesio (sangue intero)

da 1,38 a 1,5 millimoli per litro (mmol/l)

 

 

Classificazione

Sostegno dei micronutrienti ai farmaci

Vitamine e minerali migliorano l'efficacia del metilfenidato

Esiste una serie di micronutrienti che supportano l'efficacia del metilfenidato contro l'ADHD e quindi possono ridurre la necessità dei farmaci:

Un primo studio ha dimostrato come i preparati combinati con minerali si siano rivelati più efficaci. L'assunzione concomitante di zinco, calcio e magnesio con il metilfenidato ha fatto osservare un miglioramento dell'attenzione di gran lunga più sensibile rispetto al solo metilfenidato e a un placebo privo di qualsiasi effetto.

In un ulteriore studio in corso, i sintomi serali dell'ADHD si sono sensibilmente mitigati con un'assunzione di 2.000 unità internazionali di vitamina D e metilfenidato rispetto al gruppo di confronto, che non aveva ricevuto la vitamina D, bensì metilfenidato e placebo.

Per rafforzare l'efficacia dei farmaci contro l'ADHD contenenti il principio attivo metilfenidato, si consigliano i seguenti micronutrienti: 2.000 unità internazionali di vitamina D, da 10 a 20 milligrammi di zinco, almeno 300 milligrammi di calcio e 6 milligrammi di magnesio per chilogrammo di peso corporeo.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere di micronutrienti consigliate in caso di assunzione di metilfenidato

Vitamina D

2.000 unità internazionali (UI)

Magnesio

6 milligrammi per chilogrammo di peso corporeo (mg/kg)

Calcio

almeno 300 milligrammi  

Zinco

da 10 a 20 milligrammi  

 

 

Classificazione

Riepilogo

I bambini e gli adulti che soffrono di disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) si lasciano distrarre facilmente, hanno difficoltà a concentrarsi e sono smemorati. Se il disturbo da deficit di attenzione si manifesta senza iperattività, si parla di ADD.

La causa di ADHD e ADD non è ancora del tutto chiara. La predisposizione genetica è importante, ma la loro comparsa può essere favorita anche daaltri fattori, come il consumo di alcol e farmaci in gravidanza, infiammazioni o alimentazione errata.

La medicina dei micronutrienti impiega principi nutritivi che possono migliorare la funzione neurologica e alleviare i sintomi dell'ADHD. Il corpo necessita degli acidi grassi omega 3 per la formazione e il funzionamento dei nervi. Lo zinco ottimizza il metabolismo dei neurotrasmettitori e il magnesio la produzione di energia e la trasmissione dei segnali nel cervello. La vitamina B6 è necessaria per la formazione dei neurotrasmettitori e allevia i sintomi dell'ADHD. Le sostanze vegetali estratte da ginkgo e ginseng aumentano l'attenzione.

L'efficacia del metilfenidato, il principio attivo contro l'ADHD, è migliorata da micronutrienti quali zinco, magnesio, calcio e vitamina D.

Classificazione

Indice degli studi e delle fonti

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