I micronutrienti contro i disturbi in gravidanza

Come alleviare i disturbi in gravidanza con vitamine e minerali

Donna incinta che si tiene la pancia
I nove mesi della gravidanza possono essere interessati dalla comparsa di disturbi vari, tra cui stitichezza, bruciori di stomaco, nausea e vomito, Immagine: Wavebreakmedia/iStock/Getty Images Plus

I nove mesi della gravidanza possono essere interessati dalla comparsa di disturbi vari, tra cui stitichezza, bruciori di stomaco, nausea e vomito, in molti casi attenuabili con l’assunzione mirata di micronutrienti. Leggete qui quali sono le vitamine e i minerali utili per alleviare i disturbi in gravidanza.

Come alleviare i disturbi in gravidanza con i micronutrienti

Quali disturbi possono comparire durante la gravidanza?

Durante la gravidanza l’organismo è interessato da cambiamenti radicali. Il metabolismo deve riprogrammarsi per la presenza del bambino e adattarsi alla nuova situazione. Purtroppo questi cambiamenti sono spesso accompagnati dalla comparsa di disturbi. Nel periodo iniziale della gravidanza (il primo trimestre), la maggior parte delle donne soffre di nausea, vomito, stitichezza, bruciori di stomaco e stanchezza.

In quasi tutte le donne incinte i bruciori di stomaco aumentano nel corso della gravidanza, raggiungendo il picco massimo nel terzo trimestre, spesso accompagnati da flatulenza. Anche crampi muscolari e ai polpacci sono frequenti nel secondo e terzo trimestre. Le emorroidi possono invece comparire in qualsiasi momento della gestazione, spesso assieme alla stitichezza.

Perché i micronutrienti sono importanti contro i disturbi in gravidanza?

Vitamine e minerali possono essere efficaci nel trattamento dei disturbi in gravidanza, che spesso insorgono anche a causa di una carenza di queste sostanze e possono pertanto essere mitigati o eliminati con l’assunzione di micronutrienti.

  • Nausea e vomito: la vitamina B6 e lo zenzero alleviano la nausea.
  • Stitichezza ed emorroidi: magnesio, fibre e probiotici sono d’aiuto contro i problemi intestinali.
  • Stanchezza: una carenza di ferro, vitamine del gruppo B e vitamina D provoca stanchezza.
  • Bruciori di stomaco: i minerali basici (carbonati) neutralizzano gli acidi gastrici.
  • Crampi muscolari e ai polpacci: il magnesio svolge un’azione spasmolitica.
Classificazione

Nausea e vomito

Cause di nausea e vomito

Nausea e vomito sono i disturbi più frequenti in gravidanza e spesso anche i primi a comparire, manifestandosi tra la quarta e la sedicesima settimana nel 70-80 percento dei casi. Le nausee mattutine sono le più conosciute, ma il disturbo può perdurare anche tutto il giorno o comparire in qualsiasi altro momento.

La causa precisa di nausea e vomito nel primo trimestre della gravidanza è sconosciuta. Medici e ricercatori suppongono che i cambiamenti ormonali e, in particolare, l’aumento dell’ormone della gravidanza hCG (coriogonadotropina umana) siano all’origine della nausea, che diminuisce dopo i primi tre mesi, quando i livelli del suddetto ormone si abbassano nuovamente.

La vitamina B6 come possibile regolatore ormonale contro la nausea in gravidanza

Meccanismo d’azione della vitamina B6

La vitamina B6 è impiegata già da tempo nel trattamento della nausea con vomito in gravidanza. La sua efficacia potrebbe essere correlata al suo importante ruolo nella produzione e regolazione degli ormoni all’origine del disturbo, anche se il meccanismo d’azione preciso deve essere ulteriormente studiato.

In un primo studio, le donne incinte colpite da nausea presentavano valori di vitamina B6 inferiori rispetto alle donne non interessate dal problema. Dosi di 1,3 milligrammi sono state sufficienti a innalzare il livello ematico della vitamina B6 in modo dimostrabile. In un altro studio condotto su 140 donne incinte, l’assunzione quotidiana di 50 milligrammi di vitamina B6 per una settimana ha ridotto nettamente nausea e vomito. In tale ricerca la vitamina B6 è stata confrontata con un farmaco contro la nausea (dimenidrinato), che ha dimostrato un’efficacia superiore, provocando però una maggiore sonnolenza, indicata tra gli effetti collaterali.

Dosaggio e consigli sull’assunzione della vitamina B6

I medici esperti in micronutrienti raccomandano un buon apporto di vitamina B6 (ad esempio 2 milligrammi) per prevenire la nausea in gravidanza. In presenza di disturbi acuti si consiglia di assumere tre dosi giornaliere di 10-25 milligrammi di vitamina B6 dopo aver consultato un medico. L’efficacia della vitamina B6 può essere migliorata dall’assunzione concomitante di farmaci contro la nausea.

La vitamina B6, da accompagnare preferibilmente a un pasto leggero, non dovrebbe essere assunta in gravidanza a dosi elevate e per periodi prolungati senza che ne sia stata dimostrata una carenza mediante un test di laboratorio.

Lo zenzero mitiga nausea e vomito in gravidanza

Meccanismo d’azione dello zenzero

Tazza di tè allo zenzero
Lo zenzero, una pianta officinale dalla lunga tradizione, allevia la nausea e il vomito che possono comparire in gravidanza. Immagine: 5second /iStock/Getty Images Plus

Lo zenzero, una pianta officinale dalla lunga tradizione, allevia la nausea e il vomito che possono comparire in gravidanza. I suoi componenti stimolano la contrazione gastrica, accelerando lo svuotamento dello stomaco e riducendo così il senso di nausea. Il meccanismo d’azione dello zenzero contro questo disturbo non è tuttavia ancora del tutto noto.

Diverse valutazioni di studi in parte di alta qualità dimostrano che la polvere di zenzero può contribuire ad alleviare la nausea e il vomito durante la gravidanza. A confronto con il placebo, lo zenzero non è riuscito a ridurre la frequenza del vomito, ma ha portato ad un miglioramento significativo della nausea.

Zenzero: dosaggio e consigli sull’assunzione

Per alleviare la nausea in gravidanza si consigliano da 1.000 a 1.500 milligrammi di polvere di zenzero, da distribuire nel corso della giornata, ad esempio in quattro dosi da 250 milligrammi ciascuna per quattro giorni. L’opportunità di una sua assunzione per periodi più lunghi deve essere discussa con il proprio medico. In casi isolati si può assistere alla comparsa di bruciori di stomaco, dolori gastrici e diarrea.

Informazioni

Alcuni preparati contengono zenzero non in polvere bensì sotto forma di estratto, con una quantità maggiore di principi attivi. In questi casi occorre attenersi alle raccomandazione del produttore, ricordando che le dosi differiscono da quelle consigliate per la polvere.

Da considerare in caso di calcoli biliari e assunzione di anticoagulanti

Lo zenzero non andrebbe assunto in presenza di calcoli biliari poiché favorisce lo svuotamento della cistifellea e può pertanto provocare coliche.

Per la sua potenziale azione anticoagulante, lo zenzero non dovrebbe inoltre essere usato in concomitanza con preparati aventi lo stesso effetto. Tra i principi attivi interessati rientrano il warfarin (Coumadin®), il fenprocumone (Marcumar®, Falithrom®, Phenpro®) e l’acido acetilsalicilico (Cardioaspirina®, Togal-ASS®, Aspirina®).

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere consigliate in caso di nausea in gravidanza

Vitamina B6

2 milligrammi (mg)

(sotto controllo medico da 10 a 25 milligrammi tre volte al giorno)

Zenzero (in polvere)

da 1.000 a 1.500 milligrammi (sotto controllo medico 250 milligrammi quattro volte al giorno)

 

 

Classificazione

Stitichezza ed emorroidi

Cause di stitichezza ed emorroidi

La fase iniziale della gestazione è caratterizzata dal forte aumento del livello di progesterone, l’ormone della gravidanza. Il progesterone rilassa i muscoli dell’utero per favorire l’impianto dell’ovocita fecondato. Questa sua azione si estende però anche ad altri muscoli, come ad esempio quelli del tratto digerente, con un rallentamento dei movimenti peristaltici e la comparsa di stitichezza, che può inoltre verificarsi anche a partire dal settimo mese, quando la crescita del feto limita ulteriormente l’intestino.

Le emorroidi compaiono soprattutto nel secondo e terzo trimestre. L’utero e il nascituro comprimono l’intestino, provocando un accumulo di sangue nei vasi attorno all’ano (emorroidi). Le emorroidi si gonfiano e possono essere interessate da dolore, prurito e sanguinamento, nonché sottoposte ad ulteriori sollecitazioni in caso di stitichezza.

Il magnesio supporta la muscolatura intestinale e ammorbidisce le feci

Meccanismo d’azione del magnesio

Il magnesio è molto efficace nel trattamento della stitichezza poiché lega l’acqua nell’intestino, ammorbidisce le feci e ha un effetto lassativo. I crampi intestinali dovuti alla stitichezza possono essere eliminati grazie all’azione spasmolitica del magnesio sui muscoli dell’intestino. In questo modo il magnesio favorisce inoltre in modo indiretto la peristalsi naturale (motilità). Una carenza di magnesio si accompagna invece a stitichezza.

Magnesio: dosaggio e consigli sull’assunzione

La quantità di magnesio necessaria a ottenere un effetto lassativo varia notevolmente da un individuo all’altro: per alcuni 300 milligrammi sono già sufficienti, mentre per altri la dose adeguata è di 600 milligrammi. Il dosaggio esatto deve pertanto essere determinato empiricamente. La soluzione ideale è rappresentata dall’ossido di magnesio, da assumere preferibilmente insieme ai pasti per aumentarne la tollerabilità a livello gastrico.

Anche se non è nocivo, il magnesio andrebbe impiegato solo in caso di effettivo bisogno. Dosi superiori a 250 milligrammi non vanno pertanto assunte più a lungo del necessario, mentre l’opportunità di un uso regolare deve essere discussa con il proprio medico.

Da considerare in caso di insufficienza renale

In presenza di malattie renali croniche (insufficienza renale) non si dovrebbero assumere elevate quantità di magnesio mediante integratori minerali, perché i reni indeboliti non riescono a eliminarne la parte in eccesso.

Le fibre contro la stitichezza

Meccanismo d’azione delle fibre

Alimenti ricchi di fibra
Contrariamente ad altre sostanze nutritive, le fibre non vengono distrutte dall’intestino per essere assimilate dall’organismo e stimolano la peristalsi, contribuendo a risolvere i problemi di stitichezza. Immagine: simonidadjordjevic/iStock/ Getty Images Plus

Contrariamente ad altre sostanze nutritive, le fibre non vengono distrutte dall’intestino per essere assimilate dall’organismo e stimolano la peristalsi, contribuendo a risolvere i problemi di stitichezza. Sono contenute in grandi quantità in prodotti integrali, frutta e verdura. Sono soprattutto le fibre solubili ad avere un’elevata capacità di legare l’acqua nell’intestino, dove aumentano il volume e il peso delle feci. Il passaggio nel tratto digerente è più veloce, così come lo svuotamento dell’intestino. Alcuni studi hanno dimostrato che un’assunzione regolare di fibre aumenta anche la frequenza di evacuazione e ammorbidisce le feci.

I semi di psillio contengono una quantità elevata di fibre solubili. Uno studio di alto livello ha testato per due settimane l’effetto lassativo della polvere di semi di psillio rispetto ad un lassativo (sodio docusato), che si è rivelata nettamente superiore contro la stitichezza.

L’avena, soprattutto la sua crusca (involucro esterno e germe del chicco), è ricca di fibre solubili, che i batteri intestinali trasformano in acidi grassi a catena corta, utilizzati dalle cellule dell’intestino per la produzione di energia. Gli acidi grassi a catena corta regolano inoltre l’equilibrio dei fluidi nell’intestino crasso e favoriscono la peristalsi, accelerando il passaggio delle feci e risolvendo la stitichezza.

Fibre: dosaggio e consigli sull’assunzione

Per la prevenzione della stitichezza si consigliano 30 grammi di fibra al giorno, che possono essere aumentati fino a 40 o 50 grammi qualora il disturbo sia già presente. Le dosi raccomandate per semi di psillio e crusca di avena sono pari ad almeno 5 grammi al giorno. La quantità ideale è facile da testare e dovrebbe essere distribuita nell’arco della giornata, ad esempio mattina, mezzogiorno e sera, ricordando di bere a sufficienza, da due a tre litri d’acqua al giorno, per favorire l’espansione ideale delle fibre nell’intestino. Per evitare flatulenze iniziali si consiglia di incrementare lentamente la quantità, iniziando con 5 grammi al giorno la prima settimana e aggiungendo 5 grammi ogni settimana.

I probiotici: i batteri eliminano la stitichezza

Meccanismo d’azione dei probiotici

La funzione dell’intestino è influenzata direttamente dalla flora batterica intestinale, che deve essere sana per esercitare un effetto positivo su digestione e peristalsi. La sua attività può essere supportata da batteri vivi (probiotici), come ad esempio bifidobatteri e lattobacilli. I batteri probiotici buoni, che si insediano nell’intestino e respingono quelli cattivi, producono sostanze che nutrono la parete intestinale, stimolano il movimento e ostacolano la comparsa di batteri dannosi.

Dosaggio e consigli sull’assunzione dei probiotici

In caso di stitichezza si consigliano 10 miliardi di germi (10 x 109 unità formanti colonie) al giorno. I probiotici sono disponibili in capsule o polvere. Ideali sono le miscele di lattobacilli e bifidobatteri differenti, le cui azioni si integrano a vicenda.

La cosa importante è assumerli regolarmente, perché dopo circa 14 giorni vengono eliminati in modo naturale se il trattamento viene sospeso.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere consigliate in caso di stitichezza

Magnesio (sotto forma di ossido di magnesio)

da 300 a 600 milligrammi (mg)

Semi di psillio

almeno 5 grammi (g)

Fibre di avena

almeno 5 grammi

Probiotici (lattobacilli e bifidobatteri)

10 miliardi (10 x 109) unità formanti colonie (CFU)

 

 

Classificazione

Stanchezza

Cause della stanchezza

Nel primo trimestre di gestazione gli elevati livelli di progesterone, l’ormone della gravidanza, non hanno solo effetti positivi ma provocano anche stanchezza, spesso amplificata anche dai molti cambiamenti che avvengono nell’organismo, tra cui la formazione della placenta.

Nausea e vomito possono ostacolare il corretto apporto di energia e micronutrienti e la stanchezza è spesso indicativa di una carenza di vitamine o minerali. Pertanto, gli esperti in micronutrienti consigliano spesso un integratore contenente tutti i principali minerali e vitamine per ridurre la stanchezza in gravidanza.

Il ferro per combattere la stanchezza

Meccanismo d’azione del ferro

Il ferro è indispensabile al trasporto dell’ossigeno nel sangue. Durante la gravidanza l’organismo ha bisogno di una quantità doppia di questo minerale per la formazione di nuovo sangue e la riproduzione di tessuto (ad esempio della placenta). La comparsa di un’anemia dovuta a carenza di ferro in gravidanza si manifesta con stanchezza e spossatezza, poiché l’organismo non viene più rifornito dell’ossigeno necessario. Una carenza di ferro in gravidanza, pericolosa sua per la madre che per il nascituro, dovrebbe pertanto essere evitata.

Dosaggio e consigli sull’assunzione del ferro

Durante la gravidanza si raccomanda di assicurare la copertura del fabbisogno di ferro con 30 milligrammi al giorno. Gli integratori ad alto dosaggio (più di 30 milligrammi) andrebbero impiegati solo dopo aver consultato il medico e unicamente nel caso di un’effettiva carenza.

Il ferro viene meglio assimilato dall’organismo se ingerito a digiuno, ma per evitare la comparsa di disturbi gastrici è preferibile assumerlo insieme ai pasti, evitando però di mescolarlo con caffè, tè o latte, che ne inibiscono l’assorbimento nell’intestino.

Consiglio

Nella scelta del preparato è opportuno assicurarsi che contenga vitamina C, rame e vitamina B2, che supportano il metabolismo del ferro e il suo assorbimento nell’intestino.

Come si determina una carenza di ferro?

Test della ferritina
Nella maggioranza dei casi, una carenza di ferro in gravidanza si rileva tramite i valori della ferritina e dell’emoglobina. La ferritina svolge la funzione di deposito del ferro. Immagine: jarun011/iStock/Getty Images Plus

 

Nella maggioranza dei casi, una carenza di ferro in gravidanza si rileva tramite i valori della ferritina e dell’emoglobina. La ferritina svolge la funzione di deposito del ferro, mentre l’emoglobina trasporta l’ossigeno nel sangue.

Valori troppo bassi di ferro ne rendono necessaria l’integrazione.

 

Un valore dell’emoglobina inferiore a 12 grammi per decilitro e un valore della ferritina inferiore a 15 microgrammi per litro (μg/l) indicano una carenza di ferro.

La carenza di vitamine del gruppo B provoca stanchezza

Meccanismo d’azione delle vitamine del gruppo B

La stanchezza può indicare una carenza di varie vitamine del gruppo B. L’acido pantotenico (vitamina B5) è coinvolto in oltre 100 reazioni del metabolismo energetico e una sua carenza si manifesta con stanchezza, disturbi del sonno e debolezza. Anche le vitamine B1 e B2 sono importanti per il metabolismo energetico e, se carenti, possono provocare stanchezza.

La vitamina B12 e l’acido folico sono invece indispensabili per la produzione del sangue. Una loro carenza impedisce la corretta formazione dei globuli rossi, con conseguente anemia. La stanchezza è un sintomo dell’anemia, che può essere risolto con la compensazione di una carenza di vitamina B12 o acido folico.

Anche la vitamina B6, coinvolta nella produzione di importanti neurotrasmettitori che agiscono sul sistema nervoso centrale, può ridurre stanchezza e spossatezza, oltre a supportare il metabolismo energetico.

Vitamine del gruppo B: dosaggio e consigli sull’assunzione

Durante la gravidanza si consiglia solitamente un preparato contenente tutte le vitamine del gruppo B in virtù della loro stretta collaborazione nei processi metabolici. Le dosi raccomandate sono di 6 milligrammi di acido pantotenico, 1 milligrammo di vitamina B1, 1 milligrammo di vitamina B2, 2 milligrammi di vitamina B6, 3,5 microgrammi di vitamina B12 e da 400 a 800 microgrammi di acido folico.

Consiglio

Il modo migliore per assumere l’acido folico è nella sua forma attiva, l’acido 5-metiltetraidrofolico (5-MTHF), che l’organismo è in grado di utilizzare direttamente perché non necessita di essere ulteriormente metabolizzato. Si tratta di un aspetto da non sottovalutare, perché la metà della popolazione soffre di un difetto genetico che limita la corretta trasformazione dell’acido folico nella sua forma attiva. Un apporto sufficiente di acido folico è molto importante, soprattutto in gravidanza.

La stanchezza come sintomo di una carenza di vitamina D

Meccanismo d’azione della vitamina D

Mano tenuta davanti al sole
La vitamina D è l’unica vitamina che il corpo è in grado di produrre autonomamente nella pelle per effetto dei raggi solari. Soggiorni troppo brevi all’aria aperta o un’esposizione insufficiente al sole durante l’inverno possono provocare rapidamente una carenza di vitamina D. Immagine: LFO62/iStock/Getty Images Plus

La vitamina D è l’unica vitamina che il corpo è in grado di produrre autonomamente nella pelle per effetto dei raggi solari. Soggiorni troppo brevi all’aria aperta o un’esposizione insufficiente al sole durante l’inverno possono provocare rapidamente una carenza di vitamina D, che inizialmente si manifesta con stanchezza e debolezza. Durante la gravidanza la vitamina D è molto importante per il sano sviluppo del nascituro, e per questo l’organismo dovrebbe sempre disporne in quantità sufficiente.

Vitamina D: dosaggio e consigli sull’assunzione

Idealmente il dosaggio della vitamina D deve essere adattato ai valori ematici, poiché una carenza marcata richiede la somministrazione di quantità più elevate. Se non si conoscono i propri livelli, durante la gravidanza è possibile assumerne da 1.000 a 2.000 unità internazionali al giorno.

Per evitare il rischio di un sovradosaggio, si raccomanda però di non superare le 4.000 unità internazionali di vitamina D al giorno senza prima aver consultato il proprio medico.

La vitamina D è liposolubile e per questo dovrebbe essere assunta preferibilmente insieme ai pasti, quando i grassi contenuti negli alimenti ne aumentano l’assorbimento nell’intestino.

Come si determina una carenza di vitamina D?

La dose ideale di vitamina D si basa sulla quantità presente nel sangue, che dovrebbe essere determinata dal medico. Il livello di vitamina D si misura in laboratorio nel siero, la parte liquida del sangue priva di cellule ematiche.

Gli esami di laboratorio consentono di rilevare una forma di vitamina D che circola nel sangue, ovvero la vitamina D 25(OH) (calcidiolo), il cui valore dovrebbe essere idealmente compreso tra 40 e 60 nanogrammi per millilitro.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere di micronutrienti consigliate in caso di stanchezza

Ferro

in base ai livelli o fino a 30 milligrammi (mg)

Acido pantotenico

6 milligrammi

Vitamina B1

1 milligrammo

Vitamina B2

1 milligrammo

Vitamina B12

3,5 microgrammi (µg)

Acido folico

da 400 a 800 microgrammi (sotto forma di acido 5-metiltetraidrofolico [5-MTHF])

Vitamina D

in base ai livelli o da 1.000 a 2.000 unità internazionali (UI)

 

 

Esami di laboratorio consigliati in breve

Esami del sangue consigliati in caso di stanchezza

 

Valori normali

Ferro

Ferritina (siero)

Emoglobina (plasma)

oltre 15 microgrammi per litro (µg/l)

oltre 12 grammi per decilitro (g/dl)

Vitamina D (siero)

da 40 a 60 nanogrammi per millilitro (ng/ml)

 

 

Classificazione

Bruciori di stomaco

Cause dei bruciori di stomaco

I bruciori di stomaco, che interessano dal 40 all’80 percento delle donne incinte, vengono causati nei primi tre mesi di gestazione dal progesterone, l’ormone della gravidanza. Il progesterone rilassa i muscoli dell’utero per evitare che si contraggano prima del parto, ma anche altri muscoli, come lo sfintere esofageo che chiude l’apertura tra stomaco ed esofago. Quest’ultimo può così essere raggiunto dagli acidi gastrici, con la conseguente comparsa del bruciore e dei dolori nell’addome superiore caratteristici.

Il fenomeno si amplifica con l’avanzare della gravidanza, quando la crescita del bambino determina la compressione di stomaco e intestino verso l’alto, con un peggioramento dei sintomi nel secondo e terzo trimestre di gestazione.

I minerali basici alleviano i dolori associati ai bruciori di stomaco

Meccanismo d’azione dei minerali basici

I minerali sono sempre presenti in natura sotto forma di composti, ad esempio come carbonati o citrati. I carbonati (chiamati anche bicarbonati) possono alleviare i bruciori di stomaco durante la gravidanza neutralizzando l’acido gastrico direttamente nello stomaco con la loro azione alcalina. Carbonati e bicarbonati vengono quindi spesso utilizzati come polvere di base contro disturbi e bruciori di stomaco.

L’acidità dei succhi gastrici si riduce e, con essa, anche l’irritazione a carico della mucosa esofagea, con una mitigazione dei sintomi nell’arco di 10-30 minuti.

Dosaggio e consigli sull’assunzione dei minerali basici

Donna con bruciori di stomaco
L’assunzione a digiuno è importante per non ostacolare l’effetto acidificante dei succhi gastrici e pregiudicare la digestione. È inoltre opportuno bere molto, almeno 2 litri di acqua al giorno. Immagine: Antonio_Diaz/iStock /Getty Images Plus

La capacità di legare gli acidi da parte dei preparati a base di minerali basici è indicata in milliequivalenti e dovrebbe essere pari a 20-25 milliequivalenti per dose singola. Una dose giornaliera compresa tra 80 e 140 milliequivalenti è adeguata in caso di bruciori di stomaco. Un integratore di minerali dovrebbe sempre contenere composti carbonati con potassio, calcio e magnesio ed essere assunto da due a tre volte al giorno tra i pasti. L’assunzione a digiuno è importante per non ostacolare l’effetto acidificante dei succhi gastrici e pregiudicare la digestione. È inoltre opportuno bere molto, almeno 2 litri di acqua al giorno.

Carbonati e bicarbonati andrebbero assunti solo per brevi periodi di tempo. In caso di uso prolungato, lo stomaco reagisce producendo quantità maggiori di acido gastrico, con un peggioramento dei disturbi e la comparsa di rigurgito, flatulenza, senso di pienezza e mal di stomaco. L’uso protratto per un periodo molto lungo può provocare alcalosi, con stati di spossatezza e respirazione debole. I sintomi scompaiono rapidamente alla sospensione del trattamento.

Da considerare in caso di malattie renali e cardiache

Le persone affette da malattie renali non dovrebbero assumere minerali basici senza controllo medico poiché i reni debilitati non sono in grado di eliminare sostanze come potassio, calcio e magnesio. Nei soggetti predisposti alla formazione di calcoli renali il calcio va usato con cautela, mentre chi soffre di disturbi del ritmo cardiaco dovrebbe assumere potassio solo dopo aver consultato un medico.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere di micronutrienti consigliate in caso di bruciori di stomaco

Carbonati e bicarbonati (con potassio, calcio e magnesio)

da 80 a 140 milliequivalenti (mEq)

 

 

Classificazione

Crampi muscolari e ai polpacci

Cause di crampi muscolari e ai polpacci

Il secondo e terzo trimestre della gravidanza sono interessati dalla frequente comparsa di crampi muscolari, soprattutto ai polpacci, spesso dovuti a uno squilibrio nel bilancio dei minerali. Tra le cause si annovera anche la sollecitazione eccessiva a carico della muscolatura, ad esempio per lo stare in piedi a lungo con il peso aggiuntivo del feto. Disturbi alle gambe come edemi (accumuli d’acqua), varici e crampi ai polpacci si verificano a causa dello sforzo al quale la gravidanza sottopone le vene, impedendo il corretto apporto di nutrienti ai tessuti.

L’aumento del fabbisogno di minerali dovuto alla gravidanza provoca più rapidamente una loro situazione di squilibrio o addirittura di carenza. I medici esperti in micronutrienti consigliano pertanto un preparato misto, contenente vari minerali e, in particolare, il magnesio.

Il magnesio rilassa i polpacci contratti

Meccanismo d’azione del magnesio

Si suppone che una lieve carenza di magnesio sia spesso la causa dei crampi ai polpacci in gravidanza. Il magnesio provvede al rilassamento dei muscoli dopo la fase di contrazione. Se presente in quantità insufficiente, non riesce a svolgere la sua funzione e ad evitare la comparsa di crampi.

Magnesio: dosaggio e consigli sull’assunzione

Durante la gravidanza i crampi muscolari o ai polpacci possono essere contrastati con l’assunzione giornaliera di 300 milligrammi di magnesio, preferibilmente insieme ai pasti per aumentarne la tollerabilità. La soluzione ideale è rappresentata da composti organici, come il magnesio citrato, che vengono assorbiti rapidamente nell’intestino.

L’assunzione prolungata di più di 250 milligrammi di magnesio al giorno dovrebbe essere concordata con il medico. In caso di intestino sensibile, si consiglia di suddividere la dose in più porzioni.

Da considerare in caso di insufficienza renale

In presenza di malattie renali croniche (insufficienza renale) non si dovrebbero assumere elevate quantità di magnesio mediante integratori minerali, perché i reni indeboliti non riescono a eliminarne la parte in eccesso.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere di micronutrienti consigliate in caso di crampi muscolari e ai polpacci

Magnesio (sotto forma di magnesio citrato)

300 milligrammi (mg)

 

 

Classificazione

Riepilogo

Vitamine, minerali e altri nutrienti possono essere d’aiuto per alleviare i disturbi in gravidanza. La vitamina B6 e lo zenzero attenuano nausea e vomito. La stitichezza può essere contrastata con magnesio, semi di psillio, fibre d’avena e probiotici, che favoriscono i movimenti peristaltici e ammorbidiscono le feci, con benefici anche in presenza di emorroidi.

La stanchezza in gravidanza è spesso sintomo di una carenza di importanti nutrienti. Ferro, vitamine del gruppo B e vitamina D possono alleviarla. I bruciori di stomaco possono essere attenuati con l’assunzione di minerali basici, che neutralizzano l’acido gastrico. Il magnesio aiuta a combattere i crampi ai polpacci, che si verificano spesso in gravidanza e possono essere provocati da una sua carenza.

Classificazione

Indice degli studi e delle fonti

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