Lo iodio mantiene in forma la tiroide

Come agisce lo iodio nell'organismo?

Lo iodio è un oligoelemento indispensabile nel corpo umano e la sua massima concentrazione si trova nella tiroide. Leggete qui perché il corpo ha una necessità così urgente di iodio, per cosa serve e quando si dovrebbe assolutamente fare attenzione ad assumerne quantità sufficienti.

Schematische Darstellung einer Schilddrüse im menschlichen Körper
Nonostante molti alimenti siano arricchiti con iodio, in Italia si registra ancora una massiccia carenza di iodio. Lo iodio è un componente importante per l'ormone tiroideo. Immagine: magicmine/iStock/Getty Images Plus

Caratteristiche e presenza negli alimenti

Caratteristiche dello iodio

Lo iodio è un minerale che rientra negli oligoelementi. Ciò significa che raggiunge il nostro corpo in quantità minime e poiché quest'ultimo non è in grado di produrlo da solo, è necessario assumerlo attraverso l'alimentazione.

Lo iodio è presente negli alimenti sotto forma di ioduro. In altre parole, l'elemento chimico iodio è presente in natura sempre legato a un sale. Il corpo è in grado di scindere lo iodio dal sale (ioduro) e di utilizzarlo.

Presenza negli alimenti

Verschiedene Fischsorten, Seetang, Kartoffeln, Eier, Mais auf einer Fläche
Lo iodio è contenuto soprattuto nel pesce e nei latticini. Immagine: 13-Smile/iStock/Getty Images Plus

Tra gli alimenti ricchi di iodio figurano principalmente il pesce o i prodotti delle alghe marine. Anche il latte e i latticini contengono lo iodio che gli animali assorbono tramite il foraggio. Chi vuole soddisfare il proprio fabbisogno di iodio dovrebbe mangiare latte e latticini ogni giorno e pesce di mare da una a due volte la settimana. Inoltre, in ogni cucina non dovrebbe mai mancare il sale iodato.

I cinque migliori fornitori di iodioMicrogrammi (µg) per 100 calorie (kcal)Microgrammi per 100 grammi
Alghe/Alghe marineda 16 a 3.594da 50 a 11.000
(a seconda del tipo)
Eglefino466420
Platessa260190
Merluzzo carbonaro234260
Mitilidi232130

Nota: i valori possono variare.

Classificazione

Fabbisogno e funzioni nell'organismo

Qual è il fabbisogno giornaliero di iodio?

Secondo la European Food Safety Authority (EFSA), il fabbisogno giornaliero di iodio per i bambini e i ragazzi è compreso tra 90 e 130 microgrammi, mentre per gli adulti è di 150 microgrammi.

Le donne incinte e che allattano necessitano di più iodio, perché devono fornirlo anche al bambino. A partire dalla decima settimana di gravidanza il bambino produce autonomamente i propri ormoni tiroidei ed è per questo che ha bisogno di iodio. Il fabbisogno di iodio delle donne incinte è compreso quindi tra 200 e 260 microgrammi al giorno.

Fabbisogno giornaliero di iodio in microgrammi (µg)
Neonati (da 7 a 11 mesi)70
Bambini (da 1 a 10 anni)90
Bambini (da 11 a 14 anni)120
Ragazzi (da 15 a 17 anni)130
Adulti150
Donne incinte e che allattano200

Assorbimento e accumulo di iodio

Lo iodio assunto attraverso l'alimentazione arriva prima nel tratto gastrointestinale e da lì passa poi al sangue e viene trasportato fino alla tiroide. Qui viene utilizzato come componente per gli ormoni tiroidei tiroxina e triiodotironina . L'organo accumula gli ormoni e in caso di necessità li rilascia attraverso il sangue a tutto il corpo. La tiroide può conservare una riserva di iodio per circa tre mesi. Il corpo contiene fino a 15 milligrammi di iodio e più di tre quarti si trovano nella tiroide.

Informazioni

I pazienti con anemia da carenza di ferro hanno spesso anche problemi nell'assorbire lo iodio all'interno dell'organismo, perché tale carenza influenza il metabolismo dello iodio e degli ormoni tiroidei. Si presume che una causa possibile sia il fatto che la carenza di ferro riduce l'attività di un enzima chiave per la produzione degli ormoni tiroidei, che a loro volta contribuiscono a conservare lo iodio.

Quali funzioni svolge lo iodio?

Schematische Darstellung eines Babys mit Darstellung des Gehirns
Lo iodio è un componente importante per l'ormone tiroideo, a sua volta importante per lo sviluppo del cervello in età neonatale e per numerosi processi metabolici all'interno dell'organismo. Immagine: jm1366/iStock/Getty Images Plus

Lo iodio è un componente degli ormoni tiroidei tiroxina (T4) e triiodotironina (T3). Questi svolgono importanti funzioni, ad esempio legate alla crescita, alla formazione delle ossa e al metabolismo energetico.

Formazione delle ossa: Circa 20 ormoni partecipano alla gestione della formazione e distruzione delle ossa e tra questi figurano anche gli ormoni tiroidei tiroxina e triiodotironina che contengono iodio.

Sistema cardiocircolatorio: Gli ormoni tiroidei aumentano la temperatura del corpo e la pressione sanguigna e accelerano il battito cardiaco.

Metabolismo energetico: La tiroxina e la triiodotironina favoriscono il consumo di energia perché incrementano il metabolismo dei glucidi e dei grassi.

Metabolismo in generale: I due ormoni tiroidei attivano le ghiandole sudoripare e sebacee e partecipano alla produzione delle proteine.

Sviluppo del cervello: Gli ormoni tiroidei sono importanti per la maturazione del cervello. Già prima della nascita l'embrione necessita di una quantità sufficiente di questi ormoni.

Classificazione

Riconoscere e compensare una carenza

Riconoscere i segni di una carenza di iodio

I sintomi di una carenza di iodio sono estremamente diversi: In alcuni casi una carenza di iodio comporta l'ingrossamento della tiroide, meglio noto come gozzo. In casi più rari si verificano casi di ipotiroidismo, non facili da riconoscere perché i disturbi si manifestano in modo strisciante. Tra questi ci sono stanchezza, problemi di concentrazione e sensazione di freddo. Nei bambini si aggiungono anche problemi di crescita. Una volta trattata la carenza di iodio, la maggior parte dei disturbi scompare. In caso di gotta però, il ritorno alla normalità può richiedere da sei a dodici mesi.

Chi è colpito da una carenza di iodio?

I casi di carenza di iodio sono molto frequenti a causa del ridotto contenuto di iodio dei terreni locali e quindi anche degli alimenti prodotti in Europa. Negli ultimi anni l'assunzione di iodio è migliorato grazie all'uso di sale iodato, ma ciononostante questo minerale resta sempre uno dei principi nutritivi problematici. La carenza colpisce soprattutto i seguenti gruppi di persone:

Donne incinte/che allattano: Devono avere riserve di iodio non solo per sé ma anche per il loro bambino. In casi molto rari una carenza di iodio durante la gravidanza può causare nel bambino il cosiddetto cretinismo: si tratta di una grave malattia congenita che si manifesta solo in caso di ipotiroidismo non curato. L'aumentato fabbisogno di iodio può essere soddisfatto solo a fatica attraverso l'alimentazione. Pertanto, le donne incinte e che allattano dovrebbero soddisfare questo fabbisogno assumendo anche delle compresse, sempre previo accordo del loro medico.

Bambini e ragazzi: Nell'infanzia è particolarmente importante avere una tiroide sana perché garantisce il corretto sviluppo fisico e psichico. Nei bambini il fabbisogno di iodio varia con la crescita. La sua assunzione dovrebbe essere regolarmente adattata tramite l'alimentazione man mano che i bambini crescono. In caso di carenza di iodio, i bambini in età scolare in particolare soffrono subito di problemi di concentrazione e scarso rendimento. Si consiglia di abituare i bambini già in giovane età a consumare pesce di mare ricco di iodio.

Consiglio

Se i bambini non amano il pesce fresco, è possibile optare anche per i bastoncini di pesce che contengono molto iodio poiché sono realizzati principalmente con merluzzo. Consultare il proprio pediatra per sapere se e quando i bambini e i ragazzi dovrebbero assumere compresse a base di iodio.

Vegetariani e vegani: A causa della loro alimentazione sono esposti a un rischio maggiore di soffrire di carenza di iodio, poiché la maggior parte dei vegetariani non mangia pesce e i vegani neppure i latticini. Lo iodio è contenuto soprattutto nei prodotti di origine animale e solo in quantità minime in verdura e frutta. I vegetariani e i vegani dovrebbero quindi utilizzare assolutamente il sale da cucina iodato oppure assumere iodio sotto forma di integratori alimentari.

Sportivi: Per ogni litro di sudore si perdono circa da 30 a 40 microgrammi di iodio. È per questo motivo che chi pratica sport di resistenza come i corridori, i ciclisti o i nuotatori soffre spesso di una carenza di iodio.

Iodio: comprendere gli esami di laboratorio

Ampulle mit der Aufschrift TSH-Test vor einem Testblatt
Lo iodio si misura tramite il test delle urine. Anche i valori della tiroide nel sangue indicano il livello di assunzione di iodio. Immagine: jarun011/iStock/Getty Images Plus

Il modo migliore per misurare lo iodio è attraverso un esame delle urine che indica la quantità eliminata. In un adulto il livello di iodio dovrebbe essere compreso tra 100 e 200 microgrammi per litro: l'eliminazione di quantità troppo basse di iodio è segno di una carenza.

Anche i valori della tiroide nel sangue indicano lo stato dello iodio e spesso di calcola anche il valore TSH. TSH è l'acronimo per l'ormone tiroideo "ormone tireostimolante" che viene rilasciato nel sangue dalla tiroide. In caso di carenza di iodio il suo valore aumenta.

 Iodio nell'urina in microgrammi per litro (µg/l)TSH nel siero sanguigno in milliunità per litro (mU/l)
Lieve carenza di iodio (Grado I)da 50 a 99 
Moderata carenza di iodio (Grado II)da 20 a 49 
Grave carenza di iodio (Grado III)inferiore a 20 
Valore normaleda 100 a 200da 0,4 a 2,5
Eccessosuperiore a 300 

Compensare una carenza di iodio

Per prevenire una carenza di iodio si dovrebbero condire gli alimenti con sale iodato, la cui quantità normale aumenta l'apporto di questo minerale di circa 20 microgrammi al giorno. Inoltre, si dovrebbe consumare il pesce di mare più di due volte la settimana: in Europa il pesce di mare è l'alimento più disponibile con un elevato contenuto di iodio.

Se il pesce di mare e il sale iodato non sono sufficienti per soddisfare il fabbisogno, è possibile assumere un preparato a base di iodio. Per compensare una carenza si dovrebbero assumere ogni giorno da 100 a 200 microgrammi di iodio per tre mesi, dopo i quali si consiglia di controllare nuovamente i livelli di iodio e della tiroide nel sangue. Se la carenza è stata compensata è possibile assumere ogni giorno un preparato con dose inferiore compresa tra 50 e 100 microgrammi di iodio. In effetti esiste un preparato per la copertura di base che contiene, oltre allo iodio, anche tutte le altre vitamine e minerali importanti.

Dosaggio giornaliero consigliato di iodio in caso di carenza
Carenza di iodioda 100 a 200 microgrammi (µg)
Classificazione
Abbildung einer gesunden Schilddrüse und einer Schilddrüsenunterfunktion im Vergleich
In caso di carenza di iodio la tiroide può ingrossarsi, causando ipotiroidismo. Immagine: Lars Neumann/iStock/Getty Images Plus

Impiego in caso di malattia, gravidanze e attività sportiva

Ipotiroidismo e gozzo: Iodio per una tiroide funzionante

In caso di carenza di iodio, la tiroide può ingrossarsi e formare il cosiddetto gozzo. Questo accade quando non si assume sufficiente iodio per produrre gli ormoni tiroxina e triiodotironina. Le persone colpite soffrono quindi di ipotiroidismo che si manifesta, tra le altre cose, sotto forma di stanchezza, inappetenza e aumento di peso.

L'ingrossamento della tiroide in caso di produzione ancora normale di ormoni si verifica con maggior frequenza nelle aree dove si riscontra una carenza di iodio. Solitamente si registra un lento aumento della circonferenza del collo che, se non curato e in caso di ulteriore aumento delle dimensioni, può portare alla sensazione di avere un nodo in gola. In una fase successiva si manifestano anche mancanza d'aria o difficoltà a deglutire se la tiroide inizia a premere sulla trachea e sull'esofago.

Chi assume troppo poco iodio dovrebbe quindi compensare con compresse o capsule, sempre previo consulto medico: Per prevenire il gozzo si consiglia di assumere ogni giorno da 100 a 200 microgrammi di iodio, mentre per trattare un gozzo già presente da 200 a 500 microgrammi.

Lo iodio protegge dal cancro al seno?

Lo iodio controlla la crescita non solo della tiroide ma anche del tessuto mammario nella donna. Si presume che una carenza di iodio favorisca sia le alterazioni benigne del tessuto ghiandolare (mastopatia) che quelle maligne (cancro al seno). Il meccanismo d'azione è complesso; probabilmente lo iodio è uno dei componenti delle sostanze che bloccano la crescita cellulare. Si presume inoltre che promuova la morte controllata delle cellule danneggiate e che blocchi i radicali liberi (stress ossidativo). Lo stress ossidativo danneggia il patrimonio ereditario e le cellule e può portare, da ultimo, alla loro degenerazione.

Diversi studi osservazionali dimostrano che le donne giapponesi corrono un rischio inferiore di ammalarsi di cancro al seno, non solo per il loro consumo di soia, ma anche di iodio: in Giappone si consuma molto pesce e alghe di mare, ideali fornitori di iodio. In linea di massima, quindi, l'assunzione di iodio in Asia è superiore rispetto all'Europa.

Un piccolo studio provvisorio sull'assunzione di iodio conferma l'effetto sul cancro al seno: nelle pazienti che assumevano per quattro settimane dosi elevate di iodio (4.000 microgrammi al giorno) il tasso di proliferazione delle cellule tumorali si riduceva della metà. Anche le biopsie del tessuto mammario presentavano un maggior numero di cellule tumorali morte. Lo iodio molecolare (J2) risultò promettente in termini di successo, mentre non fu possibile dimostrare l'effetto dello ioduro. Lo iodio molecolare è contenuto nelle alghe marine.

Studi più grandi e più lunghi devono ora dimostrare in che misura l'assunzione di iodio previene il cancro al seno e in che misura sia d'aiuto in caso di tumore al seno esistente. In linea di massima, tuttavia, gli esperti in micronutrienti consigliano di preferire lo iodio sotto forma di alghe marine. L'assunzione consigliata dovrebbe essere di 200 microgrammi al giorno.

Dosaggi consigliati in breve

Dose di iodio consigliata in microgrammi (µg) al giorno

Ipotiroidismo e gozzo

Bambini

Adulti

 

da 50 a 100

da 100 a 200

Atleti

da 100 a 200

Gravidanza, allattamento

almeno 100

 

Consiglio

In caso di carenza di selenio, questo potrebbe rafforzare l'ipotiroidismo dovuto a carenza di iodio. Si consiglia quindi di far controllare al medico anche il livello di selenio e di assumerlo insieme allo iodio.

Perché lo iodio è così importante in gravidanza

Le donne incinte e che allattano necessitano di più iodio perché devono fornirlo anche al bambino. A partire dalla decima settimana di gravidanza il bambino produce autonomamente gli ormoni tiroidei ed è per questo che ha bisogno di iodio. Se non si aumenta l'apporto di iodio in gravidanza o allattamento, c'è il rischio che si verifichi una carenza poiché la quantità di oligoelemento assunta non basta per mamma e bambino.

Poiché questo aumento del fabbisogno di iodio può essere difficilmente soddisfatto con l'alimentazione, le donne incinte dovrebbero assumere quantità extra di iodio in accordo con il medico. Complessivamente, le donne incinte e che allattano necessitano di 200 o 260 microgrammi al giorno - si consiglia quindi di assumere almeno 100 microgrammi di iodio. Poiché in gravidanza il fabbisogno di numerose sostanze nutritive aumenta, la soluzione migliore è assumere un preparato multivitaminico speciale per le donne incinte. I buoni preparati contengono quantità sufficienti di iodio.

Sport: Perché è necessario lo iodio per il metabolismo energetico

Gli ormoni tiroidei agiscono anche sul metabolismo energetico e aumentano così il metabolismo basale dell'organismo. Ciò significa che chi consuma molta energia necessita anche di più iodio. Questo interessa soprattutto gli sportivi, perché lo sport attiva ulteriormente il metabolismo. Il corpo sviluppa la massa muscolare, il consumo calorico aumenta e quindi anche il fabbisogno di ormoni tiroidei. Inoltre, anche sudare molto fa perdere iodio.

Ecco perché gli sportivi necessitano di un apporto di iodio particolarmente elevato. Se non è possibile garantire che gli sportivi assumano quantità sufficienti attraverso il sale iodato e gli alimenti ricchi di iodio, si dovrebbe considerare la possibilità di assumere iodio attraverso gli integratori alimentari. A tal fine si consigliano da 100 a 200 microgrammi.

Dosaggi consigliati in breve

Dose giornaliera di iodio consigliata in microgrammi (µg)
Ipotiroidismo e gozzo
Bambini
Adulti

da 50 a 100
da 100 a 200
Sportivida 100 a 200
Gravidanza, allattamentoalmeno 100
Classificazione

Assunzione consigliata

Quando e come si dovrebbe assumere lo iodio?

Kapseln, die aus einer Dose geschüttet sind
In caso di carenza di iodio si consiglia, inoltre, di assumere anche preparati a base di iodio sotto forma di compresse o capsule. Immagine: Bulgnn/iStock/Getty Images Plus

Il modo migliore per assumere lo iodio è attraverso l'alimentazione, consumando alimenti presenti nell'acqua di mare, soprattutto pesce di mare. Chi non è in grado di soddisfare il fabbisogno di iodio solo attraverso l'alimentazione deve assumere preparati appositi.

Per una migliore tollerabilità, le compresse o le capsule di iodio andrebbero assunte dopo i pasti, con del liquido.

Informazioni

Le persone che soffrono o hanno sofferto di ipertiroidismo dovrebbero assumere compresse di iodio solo previo accordo con il proprio medico curante.

Da cosa si riconosce un buon preparato a base di iodio?

Lo iodio presente sia negli alimenti sia negli integratori è soprattutto lo ioduro, sotto forma di ioduro di potassio o sodio. Sotto questa forma lo iodio viene assorbito dal corpo in modo rapido e più completo possibile.

I buoni preparati sono anche possibilmente privi di eccipienti, come ad esempio coloranti, aromatizzanti o aromi e non contengono sostanze allergiche.

Consiglio

Poiché non solo una carenza di iodio ma anche di selenio può avere effetti negativi sulla tiroide, i due oligoelementi sono spesso inclusi in un preparato combinato. Si tratta di una soluzione particolarmente consigliata in caso di ipotiroidismo, perché una carenza di selenio porta da un lato a uno squilibrio degli ormoni tiroidei e dall'altro la tiroide risulta più esposta all'attacco degli aggressivi radicali liberi. Si consiglia quindi, in caso di patologie alla tiroide, di assumere oltre allo iodio anche il selenio.

Classificazione

Sovradosaggio, interazioni e indicazioni in caso di malattie

È possibile che si verifichi un sovradosaggio di iodio?

È possibile che si verifichi un sovradosaggio di iodio, ma è molto raro. Dosi troppo elevate di iodio possono portare a un avvelenamento da iodio: Più di 1 grammo di iodio - pari a 100.000 microgrammi - al giorno può causare bruciore nel cavo orale, nausea e vomito fino ad arrivare al coma.

Gli scienziati discutono se un sovradosaggio possa causare ipertiroidismo o altre malattie quali il morbo di Basedow o la tiroidite di Hashimoto, Questo finora non è stato dimostrato in modo sicuro: alcuni studiosi lo confutano, mentre altri, che dimostrano questa correlazione, hanno dei punti deboli. Gli esperti presumono che l'ipotizzata correlazione tra un aumento nell'apporto di iodio e le patologie alla tiroide possa manifestarsi solo attraverso migliori diagnosi di una malattia alla tiroide.

Per gli adulti la dose sicura è di massimo 1.100 microgrammi di iodio al giorno, mentre per i bambini tra 300 e 600 microgrammi. Solo un'assunzione costante da 10.000 a 50.000 microgrammi di iodio negli adulti può danneggiare la funzione tiroidea (questo supera da 50 a 250 volte il fabbisogno quotidiano).

Informazioni

Si prega di fare un po' di attenzione in caso di consumo molto frequente di alghe: solo 50 milligrammi di alghe kombu al giorno sono già sufficienti per soddisfare il fabbisogno giornaliero di 200 microgrammi. Al contrario, le alghe nori sono innocue e utilizzate per il sushi: circa tre foglie (7,5 grammi d) di alghe forniscono da 225 a 340 microgrammi di iodio. Chi mangia quindi sushi una volta la settimana può stare tranquillo. Poiché il contenuto di iodio di alcune tipologie di alghe può variare in modo significativo, vale la pena controllare il loro contenuto di iodio. Se si consumano regolarmente prodotti a base di alghe, in determinate situazioni si dovrebbe rinunciare ad assumere compresse o capsule di iodio.

Che effetto fa lo iodio in caso di tiroidite di Hashimoto

In caso di tiroidite di Hashimoto, si consiglia sempre di rinunciare completamente allo iodio. Tuttavia, questa affermazione è nel frattempo risultata antiquata. Di fatto, i pazienti con tiroidite di Hashimoto non solo possono assumere senza problemi 200 microgrammi di iodio, ad esempio tramite pesce e sale di iodio, ma tale dose è necessaria perché questi pazienti presentano gli stessi livelli di ormoni tiroidei e anche la stessa necessità di iodio delle altre persone. Si dovrebbe evitare solo di assumere più di 200 microgrammi di iodio perché questo può favorire le infiammazioni alla tiroide. La tiroidite di Hashimoto è una malattia autoimmune per la quale le cellule immunitarie endogene attaccano la tiroide e distruggono il tessuto. Nella maggior parte dei casi i pazienti devono assumere ormoni tiroidei.

Il parere degli esperti

Se i pazienti con tiroidite di Hashimoto assumono più di 200 microgrammi di iodio al giorno, il loro titolo anticorporale nel sangue può aumentare, portando così a un più rapido sviluppo dell'ipotiroidismo.

Se la tiroidite di Hashimoto è già in stato così avanzato che la tiroide non è più attiva, quest'ultima non è più in grado di assorbire lo iodio. In questo caso anche elevati quantità di questo oligoelemento non sono più dannose.

Spesso si sostiene che il miglior apporto di iodio degli ultimi anni sia la causa d'insorgenza della tiroidite di Hashimoto, ma questa affermazione è stata confutata dagli studi. Solo dosi elevate a lungo termine superiori a 500 microgrammi al giorno possono probabilmente causare uno sviluppo precoce della tiroidite in persone con una predisposizione genetica ad essa.

Informazioni

L'affermazione errata secondo la quale le donne incinte e che allattano dovrebbero rinunciare completamente allo iodio in caso di tiroidite di Hashimoto è particolarmente problematica, poiché un apporto sufficiente di questo oligoelemento è fondamentale per lo sviluppo del bambino, come dimostrato da numerosi studi. Quindi, anche in caso di tiroidite di Hashimoto durante la gravidanza si dovrebbe sempre assumere la dose quotidiana di iodio pari a 200 microgrammi.

Fare attenzione in caso di ipertiroidismo e di assunzione di farmaci contro l'ipertiroidismo

I farmaci utilizzati in caso di ipertiroidismo possono essere influenzati da una dose eccessiva o troppo ridotta di iodio. Sia una carenza che un eccesso riducono infatti la risposta dei farmaci (tireostatici) all'ipertiroidismo. Tra i farmaci interessati figurano ad esempio i principi attivi quali tiamazolo (Tapazole®, Thyrozol®), carbimazolo (Carbistad®) e propiltiouracile (Propycil®).

In caso di ipertiroidismo, l'assunzione media giornaliera di circa 120 microgrammi di iodio tramite l'alimentazione è sicura. Si dovrebbe evitare solo di assumere dosi giornaliere di iodio superiori a 300 microgrammi, ad esempio tramite preparati a base di iodio e di alghe.

I farmaci contenenti iodio possono causare ipertiroidismo

Anche alcuni farmaci non usati in caso di ipertiroidismo contengono iodio. I pazienti che assumono preparati a base di iodio devono prestare particolare attenzione: se lo iodio contenuto nei farmaci si aggiunge a quello dei preparati è possibile assumere quantità eccessive.

Tra i farmaci che contengono iodio figurano i mezzi di contrasto per radiografie con principi attivi quali ioexolo (Omnipaque®) o iopamidolo (Iopamiro®, Scanlux®, Gastromiro®), ma anche disinfettanti e antisettici con principio attivo iodopovidone (Betadine®, Braunol®, Poligol®). Anche i farmaci antiaritmici con il principio attivo amiodarone (Amiodar®, Angoron®, Cordarone®) contengono iodio.

Classificazione

Riepilogo

Nonostante molti alimenti siano arricchiti con iodio, in Europa si registra ancora una massiccia carenza. Lo iodio è un componente importante per l'ormone tiroideo, a sua volta importante per lo sviluppo del cervello in età neonatale e per numerosi processi metabolici all'interno dell'organismo.

Sono soprattutto le persone che hanno difficoltà a soddisfare il loro fabbisogno di iodio attraverso l'alimentazione che dovrebbero fare particolare attenzione alle quantità assunte per evitare di contrarre malattie alla tiroide. Tra questi figurano soprattutto le persone anziane, vegane e vegetariane. In caso di ipotiroidismo si consiglia di assumere iodio contenuto in preparati adatti. Anche le donne incinte e gli sportivi possono beneficiare di un'assunzione extra di iodio.

Classificazione

Indice degli studi e delle fonti

Aceves, C.et al. (2005): Is iodine a gatekeeper of the integrity of the mammary gland? J Mammary Gland Biol Neoplasia. 2005 Apr;10(2):189-96. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16025225, consultato il 25.10.2018.

Aceves, C. et al. (2013): The Extrathyronine Actions of Iodine as Antioxidant, Apoptotic, and Differentiation Factor in Various Tissues. Thyroid. 2013;23(8):938-946. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3752513/, consultato il 29.10.2018.

Arbeitskreis Iodmangel, Empfehlungen zur Iodversorgung. www.jodmangel.de, consultato il 11.05.2017.

Ban, Y. & Tomer, Y. (2005): Genetic susceptibility in thyroid autoimmunity. Pediatr Endocrinol Rev 3: 20-32. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16369210, consultato il 12.09.2017.

Bfr (2004): Gesundheitliche Risiken durch zu hohen Jodgehalt in getrockneten Algen. http://www.bfr.bund.de/cm/343/gesundheitliche_risiken_durch_zu_hohen_jodgehalt_in_getrockneten_algen.pdf, consultato il 05.09.2017.

Biesalski, Hans Konrad (2016): Vitamine und Minerale. Georg Thieme Verlag 2016.

Biesalski, H. K. et al. (2010): Ernährungsmedizin. 4. Aufl. Georg Thieme Verlag Stuttgart.

Bördlein, I. (2012): Jod gegen Brustkrebs. Ärzte Zeitung, 24.03.2012. https://www.aerztezeitung.de/medizin/krankheiten/hormonstoerungen/article/808811/jod-brustkrebs.html, consultato il 25.10.2018.

Delange F. (2001): Iodine deficiency as a cause of brain damage. Postgraduate Medical Journal. Band 77, Nr. 906,  S. 217–220, doi:10.1136/pmj.77.906.217 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11264481, consultato il 11.05.2017.

Gärtner R. et al. (2004): Warum Jod vermeiden bei Hashimoto-Thyreoiditis? BDI aktuell 02-2004. https://www.bdi.de/fileadmin/PDF/bdi_aktuell/2004/02/medizin3.pdf, consultato il 06.09.2017.

Gärtner, R. (2009): Hat Jod eine Bedeutung in der Prävention und adjuvanten Therapie von Brustkrebs? Karl F. Haug Verlag in MVS Medizinverlage Stuttgart GmbH & Co. KG. https://www.thieme-connect.com/products/ejournals/abstract/10.1055/s-0029-1213543, consultato il 25.10.2018.

Gärtner, R. (2015): Jodstoffwechsel und Einflüsse auf Erkrankungen der Schilddrüse. M694 Ernährungs Umschau 12/2015.

Gröber, Uwe (2011): Mikronährstoffe. Metbolic Tuning – Prävention – Therapie. Wissenschaftliche Verlagsgesellschaft Stuttgart.

Gröber, Uwe (2015): Interaktionen – Arzneimittel und Mikronährstoffe. Wissenschaftliche Verlagsgesellschaft Stuttgart 2015.

Gröber, U. (2014): Arzneimittel und Mikronährstoffe – Medikationsorientierte Supplementierung. 3. Aufl. Wissenschaftliche Verlagsgesellschaft Stuttgart.

Hotze, L.-A., et al. (2003): Schilddrüsenkrankheiten. Diagnose und Therapie. Berlin

Laurberg, P. et al. (2006): The Danish investigation on iodine intake and thyroid disease, DanThyr: status and perspectives. Eur J Endocrinol 155(2): 219-28. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16868134, consultato il 12.09.2017.

Lorenz, G.J. (2009): Der Einfluss von Eisenmangel auf die Schilddrüsenfunktion. Eine retrospektive Querschnittsstudie. Dissertation zum Erwerb des Doktorgrades der Medizin an der Medizinischen Fakultät der Ludwig-Maximilians-Universität zu München. https://edoc.ub.uni-muenchen.de/10485/1/Lorenz_Gernot_Johannes.pdf, consultato il 18.07.2017.

Meng, W. et al. (1999): Iodine therapy for iodine deficiency goiter and autoimmune thyroiditis. A prospective study. Med Klin 94: 597-602. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10603730, consultato il 12.09.2017.

Petersen, I.B. et al. (2003): Thyroid peroxidase and thyroglobulin autoantibodies in a large survey of populations with mild to moderate iodine deficiency. Clin Endocrinol 58: 36-42. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12519410, consultato il 12.09.2017.

Ploner, O.: Mini-Organ mit Maxi-Wirkung. Pharmazeutische Zeitung 36/11. http://www.pharmazeutische-zeitung.de/index.php?id=39203, consultato il 03.08.2017.

Rappaport, J. (2017): Changes in Dietary Iodine Explains Increasing Incidence of Breast Cancer with Distant Involvement in Young Women. J Cancer. 2017; 8(2):174–177. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5327366/, consultato il 25.10.2018.

Renner, K. (2015): Die stille Schaltzentrale. Pharmazeutische Zeitung 7/15. http://ptaforum.pharmazeutische-zeitung.de/index.php?id=6392, consultato il 03.08.2017.

Smyth, P. (2003): The thyroid, iodine and breast cancer. Breast Cancer Res. 2003;5(5):235-238. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC314438/, consultato il 29.10.2018.

Stiftung Warentest (2002): Jod in Gemüsealgen: Schock aus dem Meer. https://www.test.de/Jod-in-Gemuesealgen-Schock-aus-dem-Meer-1051651-2051651/, consultato il 05.09.2017.

Thamm, M., et al.: Jodversorgung in Deutschland − Ergebnisse des Jodmonitorings im Kinder und Jugendgesundheitssurvey (KiGGS) http://edoc.rki.de/oa/articles/re5D5gfxZr3AY/PDF/20L607TFqaoqQ.pdf, consultato il 12.05.2017.

Tripathi, R. et al. (2016): Zoledronate and Molecular Iodine Cause Synergistic Cell Death in Triple Negative Breast Cancer through Endoplasmic Reticulum Stress. Nutr Cancer. 2016 May-Jun;68(4):679-88. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27116040, consultato il 25.10.2018.

WHO (World Health Organization) 2007: Iodine deficiency in Europe. A continuing public health problem. http://apps.who.int/iris/bitstream/10665/43398/1/9789241593960_eng.pdf, consultato il 12.05.2017.

Widhalm, K. (2005). Ernährungsmedizin. 2. Aufl. Deutscher Ärzte-Verlag Köln.

Yeh, T. S. (2014): Analysis of iodine content in seaweed by GC-ECD and estimation of iodine intake. Journal of Food and Drug Analysis. 22(2):189-196. http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1021949814000155, consultato il 12.09.2017.

Classificazione