Herpes zoster: come contrastare in modo naturale l’herpes zoster con la medicina dei micronutrienti

In che modo determinate vitamine, minerali e flavonoidi alleviano i dolori e rafforzano il sistema immunitario in caso di herpes zoster

L’herpes zoster è una malattia infettiva causata dal virus varicella-zoster che causa un’eruzione cutanea accompagnata spesso anche da neuropatie acute. Il trattamento prevede l’uso di diversi principi attivi antivirali e analgesici e può essere integrato e supportato in modo efficace dai micronutrienti. Scoprite qui quali sono le vitamine, i minerali e i flavonoidi che possono essere d’aiuto contro questa patologia.

Donna con un’eruzione cutanea su un braccio
Uno dei sintomi tipici dell’herpes zoster è la comparsa di un’eruzione cutanea di forma allungata che causa prurito. Nella maggior parte dei casi tale eruzione si estende dalla colonna vertebrale al resto del corpo ed è ricoperta da vescicole. Immagine: triocean/iStock/Getty Images Plus

Cause e sintomi

Descrizione e cause

L’herpes zoster è caratterizzato da un’eruzione cutanea dolorosa di forma allungata che interessa una metà del corpo. La causa della malattia è un’infezione da virus varicella-zoster (VZV). L’herpes zoster è contagioso. Chi viene a contatto con il virus per la prima volta si ammala di varicella. Nella maggior parte dei casi questo accade già durante l’infanzia. In seguito il virus permane nell’organismo, migra nel sistema nervoso e si annida nei neuroni, dove resta per tutta la vita. Solitamente non provoca altri disturbi perché è tenuto sotto controllo dal sistema immunitario.

In alcuni casi però, ad esempio quando le difese immunitarie sono deboli, il virus dell’herpes può riattivarsi, inizia a moltiplicarsi nei neuroni, si sposta lungo le fibre nervose e torna nella pelle, dove causa una reazione allergica associata ad un’eruzione tipica dell’herpes zoster. I soggetti colpiti con maggiore frequenza da questa malattia sono gli uomini adulti, dai 50 ai 60 anni di età, mentre bambini e giovani ne soffrono raramente.

Informazioni

Il virus varicella-zoster (VZV) fa parte dei virus dell’herpes. Anche altri virus dell’herpes causano infezioni cutanee: l’Herpes simplex virus di tipo 1 provoca soprattutto vescicole sulle labbra, mentre l’Herpes simplex virus di tipo 2 causa principalmente herpes genitale.

Sintomi e complicanze

Esame del sangue per il rilevamento dell’herpes
Si tratta dello stesso virus che provoca la varicella (virus varicella-zoster) e che resta inattivo nel corpo per tutta la vita, riattivandosi e trasformandosi nell’herpes zoster quando il sistema immunitario si indebolisce. Immagine: jarun011/iStock/Getty Images Plus

I primi sintomi dell’herpes zoster, che ne sono anche i principali, sono l’eruzione cutanea e forti dolori nelle zone cutanee colpite. L’eruzione cutanea di forma allungata si diffonde dalla colonna vertebrale, interessa una metà del corpo ed è caratterizzata da vescicole rossastre grandi come uno spillo e piene di liquido. Altri possibili sintomi dell’herpes zoster sono:

  • Mal di testa
  • Sensibilità alla luce
  • Spossatezza
  • Prurito
  • Lieve febbre

L’eruzione cutanea si riduce dopo circa una-due settimane e con essa diminuiscono di solito anche i dolori. In particolare nelle persone anziane, il virus può causare anche un danno duraturo ai neuroni. Chi soffre di questa cosiddetta nevralgia posterpetica prova forti dolori nervosi che possono durare settimane o mesi. La pelle reagisce già ai minimi stimoli che solitamente non causano dolori.

Tra le possibili complicanze della herpes zoster possono esserci:

  • Prurito costante
  • Infezioni cutanee batteriche
  • Cicatrici
  • Encefalite
  • Ictus
  • Infiammazioni nella zona oculare, ad esempio infiammazioni della cornea

Nelle persone con un sistema immunitario molto indebolito, l’infezione può diffondersi in tutto il corpo e raggiungere anche gli organi interni. Si tratta di un’emergenza medica che potrebbe essere anche mortale.

Classificazione

Obiettivi del trattamento

Qual è il trattamento classico dell’herpes zoster?

Il trattamento mira a ridurre la durata della malattia, ad alleviare i dolori e ad evitare gravi complicanze, in particolare la nevralgia posterpetica. Nelle persone con un sistema immunitario indebolito il trattamento mira soprattutto ad evitare che il virus varicella-zoster si diffonda in tutto il corpo e attacchi gli organi.          

Queste persone e i pazienti più anziani devono quindi assumere anche principi attivi che blocchino la moltiplicazione dei virus, tra cui aciclovir, valaciclovir, famciclovir e brivudina (ad esempio Aciclin®, Viractiv®, Talavir®, Coirgen®, Brivirac®). Questi farmaci non si limitano a ridurre la durata della malattia, ma indeboliscono anche la reazione infiammatoria e riducono il rischio di complicanze.

Sul mercato sono disponibili anche farmaci che seccano le vescicole e prevengono le infezioni cutanee batteriche. I sintomi principali possono essere alleviati con adeguati prodotti per la cura delle pelle.

Informazioni

Dal 2007 esiste il vaccino contro l’herpes zoster, che corrisponde all’incirca al vaccino contro la varicella somministrato ai bambini, ma in questo caso la dose è superiore. Studi hanno dimostrato che con la vaccinazione il numero di malati si riduce della metà.

Per arginare i dolori, invece, il medico può prescrivere diversi analgesici, i cui principi attivi variano in base all’intensità del dolore:

  • farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) come l’acido acetilsalicilico (ad esempio Aspirina®, Aspirinetta® o Flectadol®) oppure l’ibuprofene (ad esempio Brufen®, Spididol®)
  • oppioidi come il tramadolo (ad esempio Adamon®, Contramal®), la codeina (ad esempio Bromocodeina®, Hederix Plan®) o la morfina (ad esempio Oramorph®, Twice®)

In caso di neuropatie particolarmente intense, si consigliano anche degli antiepilettici, che riducono l’irritabilità dei neuroni e, quindi, anche la trasmissione del dolore. Tra gli antiepilettici adatti in caso di herpes zoster ci sono ad esempio il gabapentin (come Keneil®, Gabapentin Hexal A/S®, Gabapentin Almus®) e il pregabalin (come Gabex®, Lyrica®, Algecia®).

Gli obiettivi della medicina dei micronutrienti

Alimenti ricchi di antiossidanti
Per garantire che il sistema immunitario sia sempre funzionante, l’organismo necessita di vitamine e minerali che, in caso di herpes zoster, aiutano a combattere il virus varicella-zoster. Ecco perché, in caso di infezione, i medici consigliano di seguire un’alimentazione ricca di frutta e verdura. Anche un’assunzione mirata di micronutrienti può aiutare a rafforzare il sistema immunitario. Immagine: happy_lark/iStock/Getty Images Plus

La medicina dei micronutrienti può integrare il trattamento dell’herpes zoster. Vitamine e minerali rafforzano il sistema immunitario, proteggono i nervi e possono contribuire ad alleviare i dolori. Qui di seguito sono indicati i micronutrienti particolarmente indicati come terapia di sostegno in caso di herpes zoster:

  • La vitamina C riduce il dolore.
  • Le vitamine del gruppo B sostengono le funzionalità del sistema nervoso e alleviano il dolore.
  • Il beta-glucano rafforza il sistema immunitario.
  • L’estratto di tè verde ha proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e analgesiche.
  • Lo zinco riduce lo stress ossidativo e migliora le difese immunitarie.
  • La vitamina D, allevia le neuropatie.
  • La lisina può bloccare la riproduzione dei virus.
Classificazione

Trattamento con i micronutrienti

La vitamina C riduce il dolore

Meccanismo d’azione della vitamina C

Numerose evidenze confermano che la vitamina C ha proprietà analgesiche. Nonostante il meccanismo d’azione non sia ancora chiaro, la vitamina C è un efficace antiossidante e può proteggere cellule e tessuti dai danni causati dallo stress ossidativo. Inoltre, ha proprietà antinfiammatorie, che contribuiscono anch’esse ad alleviare il dolore. La vitamina C influisce sul sistema immunitario e riduce le probabilità che insorgano infezioni virali.

I risultati di alcuni studi osservazionali hanno mostrato come una carenza di vitamina C possa essere un fattore di rischio per dolori e nevralgie posterpetiche. Rispetto ai soggetti sani, chi soffriva di nevralgia posterpetica presentava un livello di vitamina C inferiore. La metà dei soggetti presentava una carenza di vitamina C.

I risultati di uno studio condotto su un ridotto numero di soggetti hanno evidenziato come la somministrazione di vitamina C per via endovenosa normalizzasse il livello di questa vitamina nei pazienti con nevralgia posterpetica e riducesse sensibilmente anche i dolori. Numerosi studi preliminari e rapporti di singoli casi di studio confermano questi dati e dimostrano un effetto analgesico in fino al 92 percento dei pazienti. Nei suddetti studi la vitamina C è stata somministrata per infusione. Al momento gli studi sugli integratori di vitamina C si concentrano solo su altri tipi di dolore.

In linea generale, sembra che la vitamina C per via endovenosa sia molto promettente contro la nevralgia posterpetica e che possa alleviare i sintomi.

Dosaggio e consigli sull’assunzione della vitamina C

In caso di herpes zoster, gli esperti in micronutrienti consigliano l’infusione di vitamina C per alleviare i dolori, a dosi comprese tra 2,5 e 15 grammi al giorno. Un primo studio ha evidenziato che 2,5 grammi di vitamina C sono efficaci contro la nevralgia posterpetica, mentre per alleviare i dolori dell’herpes zoster si dovrebbero somministrare da 7,5 a 15 grammi. Di regola l’infusione viene effettuata da una a tre volte a settimana per 1-2 settimane.

Il parere degli esperti

A dosi molto elevate la vitamina C non ha più alcuna proprietà antiossidante, bensì favorisce la comparsa dei radicali liberi. Pertanto, in caso di nevralgia posterpetica, si dovrebbero somministrare per via endovenosa solo 2,5 grammi (g).

Per supportare il sistema immunitario, gli esperti di micronutrienti raccomandano da 1.000 a 2.000 milligrammi di vitamina C al giorno. In caso di dosi elevate, si consiglia di suddividerle in tante piccole porzioni da assumere nell’arco della giornata, ad esempio 5 dosi da 200 milligrammi, poiché l’assorbimento della vitamina C nell’organismo si riduce a dosaggi superiori a 200 milligrammi. La vitamina C può essere assunta tra i pasti o insieme ad un pasto, per aumentarne la tollerabilità.

Vitamina C: da considerare in caso di malattie e assunzione di farmaci

Chi soffre di calcoli renali non dovrebbe superare i 1.000 milligrammi di vitamina C al giorno, poiché parte della vitamina C viene metabolizzata nell’organismo come acido ossalico, che si lega al calcio formando i calcoli. Per lo stesso motivo, anche chi soffre di insufficienza renale non dovrebbe mai superare i 500 milligrammi al giorno.

Poiché la vitamina C migliora l’assorbimento del ferro, chi soffre di emocromatosi dovrebbe assumere dosi più elevate solo previo controllo medico.

Esistono evidenze che dosi elevate di vitamina C, superiori a 1.000 milligrammi, possano ridurre l’effetto dell’anticoagulante warfarin (Coumadin®). Se si assumono farmaci anticoagulanti, è opportuno informare il medico.

Negli esperimenti sugli animali, la vitamina C ha ridotto l’efficacia del farmaco antileucemico bortezomib (ad esempio Velcade®), pertanto il suo impiego durante una terapia di questo tipo dovrebbe avvenire solo dopo un’approfondita valutazione del medico curante.

Le vitamine del gruppo B supportano il sistema nervoso e alleviano i dolori

Meccanismo d’azione delle vitamine del gruppo B

Immagine di neuroni
Le vitamine del gruppo B sono utili, ad esempio, per la formazione della guaina mielinica, una speciale guaina protettiva che avvolge le fibre nervose, contribuendo così a proteggere i nervi in caso di herpes zoster. Immagine: Rost-9D/iStock/Getty Images Plus

Le vitamine del gruppo B svolgono un ruolo decisivo nel funzionamento del sistema nervoso. Diversi studi preliminari e meta-analisi confermano che le vitamine del gruppo B alleviano i dolori nervosi, migliorano l’efficacia degli analgesici e arginano le reazioni infiammatorie. Gli scienziati ipotizzano che le vitamine del gruppo B esercitino in modo diverso il loro effetto analgesico: le vitamine B1, B6 e B12 favoriscono il rinnovo e la ripresa delle fibre nervose irritate o lesionate e migliorano la capacità di trasmettere i segnali nervosi.

Uno studio osservazionale ha mostrato che i pazienti con nevralgia posterpetica presentavano livelli di vitamina B12 inferiori rispetto ai soggetti sani. Numerosi studi preliminari hanno già analizzato l’effetto analgesico della metilcobalamina, la forma attiva della vitamina B12, confermandone i benefici in caso di diverse tipologie di dolori, tra cui anche quelli causati da un danno neurologico. Una meta-analisi sull’efficacia della vitamina B12 in pazienti con nevralgia posterpetica ha mostrato che i dolori dei soggetti in studio si riducevano sensibilmente, il ricorso agli analgesici era inferiore e la qualità della vita migliorava.

Sebbene l’effetto positivo della vitamina B12 in caso di herpes zoster debba ancora essere confermato da studi clinici, l’assunzione di questa vitamina è una soluzione semplice e conveniente che vale la pena provare. Le vitamine del gruppo B interagiscono tra loro a livello metabolico, quindi si consiglia di assumerle combinate così da garantire un miglior supporto del sistema nervoso.

Dosaggio e consigli sull’assunzione delle vitamine del gruppo B

Per alleviare i dolori dovuti all’herpes zoster si raccomandano fino a 500 microgrammi di vitamina B12 sotto forma di metilcobalamina, che è risultata particolarmente efficace negli studi scientifici condotti finora.

Sarebbe meglio assumere, durante i pasti, un integratore combinato di vitamina B12 che contenga l’intero complesso di vitamine del gruppo B, ad esempio, oltre alla vitamina B12, anche le vitamine B1 e B6 e l’acido folico. Nella scelta, occorre fare attenzione che siano rispettate le quantità consigliate, quindi da 1 a 3 milligrammi di vitamina B1, da 1 a 3 milligrammi di vitamina B6 e 200 microgrammi di acido folico.

Vitamine del gruppo B: da considerare in caso di malattie renali

Chi soffre di malattie renali può assumere la vitamina B12 solo sotto forma di metilcobalamina e non di cianocobalamina, poiché è stato dimostrato che quest’ultima, a dosi elevate, è dannosa per i reni.

Il beta-glucano rafforza il sistema immunitario

Meccanismo d’azione del beta-glucano

Il beta-glucano è una sostanza naturalmente presente nelle pareti cellulari di lievito, funghi e alcuni batteri. Utilizzato in modo mirato può attivare il sistema immunitario e migliorare così le difese dell’organismo, come dimostrato dai risultati di esperimenti condotti sugli animali. Un esperimento condotto sui topi ha inoltre confermato che il beta-glucano riduce il rischio di infezioni causate dal virus dell’herpes. 

Uno studio clinico sull’uomo ha sottolineato l’effetto positivo del beta-glucano sul sistema immunitario. I ricercatori hanno scoperto che il beta-glucano riduce sensibilmente la frequenza delle infezioni delle vie aeree. I suoi vantaggi contro l’herpes zoster non sono ancora stati esaminati in studi clinici. Il beta-glucano agisce in generale sul sistema immunitario, quindi potrebbe valere la pena assumerlo anche in caso di herpes zoster.

Dosaggio e consigli di assunzione del beta-glucano

Beta-Glucan aus Hefe
Il beta-glucano, uno stimolante del sistema immunitario, è presente naturalmente nelle cellule del lievito. Si trova anche nell’avena, ma in questo caso ha l’effetto di una una fibra e stimola la digestione. Immagine: jirkaejc/iStock/Thinkstock

Non ci sono ancora raccomandazioni precise per quanto riguarda la dosi da assumere in caso di herpes zoster. Per prevenire e alleviare le infezioni alle vie aeree e per supportare il sistema immunitario, i medici consigliano una dose giornaliera di beta-glucano compresa tra 250 e 1.000 milligrammi. La stessa dose potrebbe contribuire ad alleviare i disturbi di altre infezioni virali.

Il beta-glucano presente nel lievito, ad esempio, è disponibile in capsule ben tollerabili, da assumere preferibilmente insieme ai pasti.

L’estratto di tè verde ha proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e analgesiche

Meccanismo d’azione dell’estratto di tè verde

L’estratto di tè verde ha proprietà antiossidanti e protegge l’organismo dai danni causati dai radicali liberi. Inoltre, influenza il sistema immunitario e ha proprietà antinfiammatorie perché contrasta la produzione dei trasmettitori pro-infiammatori. Ecco perché l’estratto di tè verde può alleviare i dolori. Inoltre, ostacola l’accesso all’organismo di diversi virus, riducendone la carica infettiva. Finora sono stati condotti esperimenti su diversi tipi di herpes, ma non ancora sul virus varicella-zoster che causa l’herpes zoster. Tuttavia, potrebbe essere efficace anche in quest’ultimo caso.

Numerosi esperimenti sugli animali in cui è stato somministrato estratto di tè verde per via endovenosa ne hanno inoltre dimostrato l’effetto analgesico in caso di dolori neurologici e altri tipi di dolori. L’efficacia analgesica dell’estratto di tè verde contro l’herpes zoster deve essere tuttavia ancora esaminata in studi clinici. Le sue proprietà analgesiche, antinfiammatorie e antivirali sono comunque molto promettenti.

Dosaggio e consigli sull’assunzione dell’estratto di tè verde

Gli esperti in micronutrienti consigliano 500 milligrammi di estratto di tè verde al giorno in caso di herpes zoster. Il tè verde risulta efficace grazie alle catechine che contiene, in particolare l’epigallocatechina gallato (EGCG). Quando si sceglie un integratore a base di tè verde, occorre dare la preferenza a uno che contenga 250 milligrammi di EGCG.

Le capsule o le compresse di estratto di tè verde andrebbero assunte con del liquido e insieme ai pasti, perché in questo modo risultano più tollerabili. Si sconsiglia invece di assumerlo a stomaco vuoto.

Estratto di tè verde: da considerare in caso di gravidanza, malattie epatiche e assunzione di farmaci

Non sono stati ancora condotti studi sulla sicurezza dell’estratto di tè verde durante la gravidanza, pertanto le donne incinte dovrebbero evitare di assumerlo. Chi soffre di malattie epatiche dovrebbe consultare il proprio medico, che deciderà se autorizzare o meno l’assunzione, perché in rari casi l’estratto di tè verde può far aumentare i valori epatici.

Determinate sostanze contenute nel tè verde bloccano l’assorbimento di alcuni farmaci come il betabloccante bisoprololo (ad esempio Cardicor®, Concor®) o l’antipertensivo nifedipina (come Adalat Crono®, Euxat®, Coral®). Pertanto, si consiglia di attendere almeno quattro ore prima di bere il tè o prendere delle capsule di tè verde. Il tè verde contrasta l’efficacia dei farmaci antitumorali contenenti il principio attivo bortezomib (Velcade®), pertanto se si vuole assumere l’estratto di tè verde durante una terapia antitumorale occorre consultare sempre il proprio medico curante.

Lo zinco riduce lo stress ossidativo e migliora le difese immunitarie

Meccanismo d’azione dello zinco

Lo zinco protegge l’organismo dallo stress ossidativo, supporta le funzionalità del sistema immunitario e controlla le reazioni infiammatorie. Numerosi studi osservazionali hanno già dimostrato come una carenza di zinco indebolisca il sistema immunitario e aumenti la propensione alle infezioni. Chi soffre di nevralgia posterpetica presenta un livello di zinco inferiore rispetto alle persone sane. La carenza di zinco aumenta il rischio di ammalarsi di questo tipo di nevralgia.

Una meta-analisi e i primi risultati degli esperimenti condotti su colture cellulari mostrano che lo zinco frena la riproduzione di determinati virus che causano l’epatite. Tuttavia, gli studi clinici non hanno ancora esaminato se lo zinco abbia un efficacia simile anche in caso di virus varicella-zoster e se possa influire positivamente sul decorso dell’herpes zoster. In ogni caso, considerati i benefici dello zinco sul sistema immunitario, la sua assunzione in caso di herpes zoster è promettente. In caso di malattie infettive si raccomanda di evitare carenze di zinco.

Dosaggio e consigli sull’assunzione dello zinco

Per rafforzare il sistema immunitario, gli esperti in micronutrienti consigliano da 10 a 20 milligrammi di zinco al giorno, meglio se combinato con la vitamina C, con la quale crea interazioni efficaci. I legami di zinco "buoni" sono quelli organici come lo zinco citrato.

Il momento migliore per assumere preparati a base di zinco è durante i pasti, poiché se assunti a stomaco vuoto potrebbero causare problemi di stomaco. Inoltre, lo zinco viene assorbito meglio se assunto insieme al cibo, soprattutto ad alimenti di origine animale contenenti aminoacidi e proteine.

Zinco: da considerare in caso di malattie renali e assunzione di farmaci

L’assunzione supplementare di zinco con preparati a base di minerali dovrebbe essere evitata in caso di insufficienza renale cronica o di altre nefropatie. I reni indeboliti non sono infatti in grado di eliminare correttamente lo zinco, che potrebbe raggiungere livelli ematici troppo elevati.

Lo zinco riduce l’efficacia di determinati antibiotici del gruppo degli inibitori della DNA girasi (Ciprobay®, Ciloxan®) e delle tetracicline (Efracea®, Ligosan®), così come dei farmaci contro l’osteoporosi, i cosiddetti bifosfonati (Andronat®, Alendros®). Occorre pertanto osservare un intervallo di due ore tra l’assunzione di antibiotici o farmaci per l’osteoporosi e l’assunzione di preparati a base di zinco.

La vitamina D può alleviare i dolori

Meccanismo d’azione della vitamina D

Diversi integratori di vitamina D
In caso di herpes zoster, i medici raccomandano di compensare una possibile carenza di vitamina D con degli integratori adatti. Gli alimenti non sono sufficienti per compensarla, perché la quantità di vitamina D che contengono è troppo ridotta. Nella maggior parte dei casi, neppure i raggi del sole sono sufficienti, soprattutto in inverno. Di conseguenza, gran parte delle persone soffre di una carenza di questo tipo. Immagine: Farion_O/iStock/Getty Images Plus

La vitamina D è importante per il funzionamento del sistema immunitario e del sistema nervoso. Alcuni scienziati ipotizzano che la vitamina D influisca sul decorso dell’herpes zoster e della nevralgia posterpetica. Potrebbe anche migliorare l’efficacia del trattamento e contrastare ulteriori complicanze dell’herpes zoster.

I risultati di uno studio osservazionale su pazienti con livelli di vitamina D bassi indicavano ad esempio che questi soggetti reagivano peggio alle infezioni del virus varicella-zoster rispetto a chi presentava livelli di vitamina D nella norma. Anche due meta-analisi hanno mostrato come una carenza di vitamina D potrebbe essere correlata a diverse tipologie di dolori. Inoltre, i soggetti che presentavano una carenza accusavano anche dolori più intensi.

Secondo uno studio preliminare, l’iniezione di dosi elevate di vitamina D allevia i dolori causati da danni neurologici di origine diabetica. Anche gli integratori di vitamina D aiutano contro i dolori. In un altro studio preliminare, la vitamina D ha alleviato il dolore e garantito una migliore qualità della vita ai veterani di guerra con dolori cronici. Non è ancora chiaro se la vitamina D agisca positivamente anche sui dolori da herpes zoster, ma se ne dovrebbe in ogni caso evitare una carenza. La vitamina D rafforza il sistema immunitario.

Dosaggio e consigli sull’assunzione della vitamina D

In caso di herpes zoster, gli esperti in micronutrienti consigliano da 1.000 a 2.000 unità internazionali al giorno. Preferibilmente, prima dell’assunzione si dovrebbe sempre consultare un medico, che controllerà il livello di vitamina D per individuarne il dosaggio più adeguato. In caso di grave carenza, ad esempio, sono necessarie dosi maggiori per compensarla.

La vitamina D è liposolubile e pertanto dovrebbe essere assunta insieme ai pasti perché i grassi contenuti negli alimenti ne aumentano l’assorbimento nell’intestino.

Determinazione dei livelli di vitamina D in laboratorio

In presenza di malattie infettive è consigliabile far controllare il livello di vitamina D, che il medico determinerà calcolando il livello di calcidiolo (vitamina D 25-OH) nel siero. Si tratta della forma di trasporto delle vitamina D, il cui valore non deve essere inferiore a 20 nanogrammi per millilitro. Sono considerati ottimali valori compresi tra 40 e 60 nanogrammi per millilitro.

Vitamina D: da considerare in caso di malattie e assunzione di diuretici

Per evitare che la maggiore quantità di calcio assorbita mediante la vitamina D si depositi nel sangue, chi soffre di malattie renali dovrebbe assumere integratori di vitamina D solo previo consulto con il medico. Anche le persone che tendono a sviluppare calcoli renali contenenti calcio dovrebbero fare particolare attenzione. Nei suddetti casi una carenza di vitamina D dovrebbe essere compensata solo sotto controllo medico.

I pazienti affetti da sarcoidosi (o malattia di Boeck), una malattia multisistemica che interessa i tessuti connettivi, presentano spesso livelli elevati di calcio e sarebbe quindi meglio che evitassero di assumere integratori a base di vitamina D.

I diuretici tiazidici contenenti i principi attivi idroclorotiazide (Esidrex®), xipamide e indapamide (Veroxil®) riducono la capacità dei reni di eliminare il calcio, che di conseguenza si deposita nel sangue. Poiché anche la vitamina D favorisce un aumento del calcio a livello ematico, essa può essere assunta insieme ai tiazidici solo se si tengono costantemente sotto controllo i livelli di calcio.

La lisina blocca la moltiplicazione del virus varicella-zoster?

Meccanismo d’azione della lisina

Immagine degli herpes virus
I virus dell’Herpes simplex, che appartengono alla stessa famiglia, necessitano di un aminoacido, l’arginina, per moltiplicarsi all’interno dei neuroni. La lisina è un antagonista dell’arginina e "ruba" al virus l’arginina necessaria, bloccandone così la proliferazione. I ricercatori ipotizzano che la lisina eserciti un effetto molto simile anche in caso del virus varicella-zoster che causa l’herpes zoster. Immagine: Dr_Microbe/iStock/Getty Images Plus

Finora non sono stati condotti studi scientifici sull’efficacia della lisina sul virus varicella-zoster, ma si presume che sia in grado di bloccare la moltiplicazione degli Herpes simplex virus. Questi virus necessitano infatti dell’arginina per crescere, e dato che la lisina è un’antagonista di tale sostanza, può renderla inutilizzabile. Questo causa una carenza di arginina per i virus dell’herpes, di cui fa parte anche il virus varicella-zoster.

I benefici offerti dalla lisina in caso di infezioni da Herpes simplex virus sono già stati dimostrati in singoli studi preliminari. Uno studio clinico condotto su un numero ridotto di soggetti ha mostrato che i pazienti che soffrivano di ricorrenti infezioni da Herpes simplex e assumevano lisina si ammalavano con minore frequenza, i loro dolori erano meno intensi e il periodo di guarigione era più rapido. Tuttavia, l’efficacia della lisina non è ancora certa, perché questi risultati non sono stati sempre confermati e mancano studi clinici su gruppi di soggetti più numerosi. Non è ancora noto, inoltre, se i risultati di questi studi valgano anche per le infezioni da virus varicella-zoster e per l’herpes zoster.

Dosaggio e consigli sull’assunzione della lisina

La dose ottimale di lisina contro l’herpes zoster è tuttora sconosciuta. Gli esperti in micronutrienti considerano adeguata una dose giornaliera compresa tra 500 e 3.000 milligrammi, quantità che è risultata efficace per altri herpes virus e che potrebbe essere efficace anche in caso di herpes zoster.

Gli integratori di lisina sono disponibili sul mercato sotto forma di capsule. Si consiglia di suddividere la dose giornaliera consigliata in più porzioni e di assumerla lontano dai pasti, insieme ad abbondante acqua. La lisina è un’antagonista dell’arginina, quindi non andrebbe assunta a dosi elevate per lunghi periodi di tempo, perché in caso contrario porterebbe a una carenza di tale sostanza. In caso di assunzione di lisina per più di due mesi, è opportuno non superare i 1.200 milligrammi al giorno.

Lisina: da considerare in caso di malattie, gravidanza e allattamento

La lisina è sconsigliata per chi ha gravi danni renali e soffre di insufficienza renale acuta, perché potrebbe intensificare i disturbi. Anche chi soffre di malattie autoimmuni acute dovrebbe evitare gli integratori a base di lisina. I diabetici che prendono lisina dovrebbero sottoporsi a controlli dell’indice glicemico più frequenti, perché ci sono evidenze che indicano che la lisina potrebbe ridurre la glicemia.

Chi deve sottoporsi a un intervento chirurgico programmato dovrebbe interrompere per tempo l’assunzione di lisina, perché potrebbe influenzare la coagulazione. Di conseguenza, è sconsigliata anche per le donne incinte e che allattano.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere consigliate in caso di herpes zoster

 

Vitamine

Vitamina C

da 1.000 a 2.000 milligrammi (mg) o, previo consulto con il proprio medico,

come infusione endovenosa

Vitamina B12

fino a 500 microgrammi (µg)

Vitamina B2

da 1 a 3 milligrammi

Vitamina B6

da 1 a 3 milligrammi

Acido folico

200 microgrammi

Vitamina D

da 1.000 a 2.000 unità internazionali (UI)

  
 

Minerali

Zinco

da 10 a 20 milligrammi

  
 

Altro

Beta-glucano

da 250 a 1.000 milligrammi

Estratto di tè verde

500 milligrammi (250 milligrammi di EGCG)

Lisina

da 500 a 3.000 milligrammi

 

Esami di laboratorio consigliati in breve

Esami di laboratorio consigliati in caso di herpes zoster

 

Valori ottimali

Vitamina D

da 40 a 60 nanogrammi per millilitro (ng/ml)

 

 

Classificazione

Sostegno ai farmaci tramite i micronutrienti

FANS: le vitamine del gruppo B ne rendono ottimale l’efficacia

Alcuni studi clinici hanno mostrato come le vitamine del gruppo B, ad esempio la vitamina B12, migliorino in presenza di diversi dolori l’efficacia dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), tra cui Aspirinetta®, Flectadol®, Brufen®, Aspirina®, Spididol®, Ibuprofene ABC®, Antalfebal®, Antalgil®, Diclofenac® e Voltaren®.

Le vitamine del gruppo B alleviano il dolore e in alcuni casi possono ridurre il ricorso agli analgesici. Negli studi condotti, le vitamine sono state somministrate principalmente per via endovenosa, ma esistono anche studi in cui i soggetti le hanno assunte sotto forma di compresse. Si consigliano i seguenti dosaggi: da 50 a 100 milligrammi di vitamina B1 e vitamina B6, da 250 a 1.000 microgrammi di vitamina B12 e da 400 a 1.000 microgrammi di acido folico al giorno.

L’acido acetilsalicilico è aggressivo per lo stomaco

Blister con compresse
Se assunti a lungo, gli analgesici a base di acido acetilsalicilico possono attaccare la mucosa gastrica. Per evitarlo, è possibile ricorrere alla vitamina C, un importante antiossidante che protegge la mucosa gastrica. Immagine: Fahroni/iStock/Getty Images Plus

L’assunzione costante e regolare di analgesici a base di acido acetilsalicilico (come ad esempio Aspirina®, Flectadol® o Cardioasprin®) può causare problemi gastrici, che possono essere ridotti grazie alla combinazione con la vitamina C. L’acido acetilsalicilico blocca l’assorbimento della vitamina C a livello intestinale e al contempo ne favorisce l’eliminazione attraverso i reni. Contemporaneamente all’acido acetilsalicilico, si consigliano 500 milligrammi di vitamina C due volte al giorno per evitare possibili carenze.

Gli oppioidi causano una carenza di micronutrienti

Gli oppioidi causano spesso una carenza di diversi micronutrienti. Alcuni effetti collaterali degli oppioidi (ad esempio Adamon®, Contramal® o Bromocodeina®) sono perdita di appetito e disturbi gastrointestinali, che danneggiano l’apporto di vitamine e minerali.

I medici specializzati in micronutrienti consigliano quindi, in caso di assunzione regolare di oppioidi, di prendere integratori combinati di più micronutrienti, contenenti in particolare:

  • Vitamina D: da 1.000 a 2.000 unità internazionali
  • Vitamina C: fino a 500 milligrammi
  • Zinco: da 10 a 15 milligrammi

Pregabalin: lo zinco migliora l’efficacia degli antiepilettici

L’antiepilettico pregabalin (ad esempio Aclaton®, Lyrica®, Algecia®) è spesso utilizzato per alleviare i dolori associati alla nevralgia posterpetica. Nonostante le reazioni non siano uniformi in tutti i pazienti, i dati emersi da vari casi di studio mostrano come lo zinco migliori l’efficacia della terapia farmacologica contro il dolore, soprattutto in pazienti con carenza di questo minerale. Per evitare tale carenza e per supportare l’efficacia del pregabalin è consigliabile assumere da 15 a 30 milligrammi di zinco.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere consigliate in caso di assunzione di farmaci

FANS (ibuprofene, diclofenac, acido acetilsalicilico)

 

Vitamina B1

da 50 a 100 milligrammi (mg)

Vitamina B6

da 50 a 100 milligrammi

Vitamina B12

da 250 a 1.000 microgrammi (µg)

Acido folico

da 400 a 1.000 microgrammi

  

Acido acetilsalicilico

 

Vitamina C

1.000 milligrammi

  

Oppioidi

 

Vitamina D

da 1.000 a 2.000 unità internazionali (UI)

Vitamina C

fino a 500 milligrammi

Zinco

da 10 a 15 milligrammi

  

Pregabalin

 

Zinco

da 15 a 30 milligrammi

 

 

Classificazione

Riepilogo

L’herpes zoster è una malattia infettiva causata dal virus varicella-zoster (VZV) il cui sintomo caratteristico è un’eruzione cutanea accompagnata da dolori. Il trattamento analgesico dell’herpes zoster migliora grazie alla medicina dei micronutrienti. Inoltre, determinate sostanze supportano il sistema immunitario e possono affiancare la terapia.

La vitamina C riduce il dolore proteggendo le cellule e i tessuti dallo stress ossidativo e alleviando le infiammazioni. Influenza altresì il sistema immunitario e riduce le probabilità di contrarre infezioni virali. Le vitamine del gruppo B supportano il funzionamento del sistema nervoso, alleviano i dolori e riducono le reazioni infiammatorie. Il beta-glucano rafforza il sistema immunitario e migliora le difese. L’estratto di tè verde ha proprietà antiossidanti, influisce sul sistema immunitario e contrasta il dolore. Anche lo zinco protegge l’organismo dai danni causati dai radicali liberi e rafforza il sistema immunitario. La vitamina D può alleviare i dolori e influenzare positivamente il decorso dell’herpes zoster. La lisina può inibire la riproduzione degli Herpes-simplex virus. Gli scienziati ipotizzano che la lisina possa contrastare anche altri herpes virus.

Alcuni farmaci che il medico prescrive in caso di herpes zoster risultano più efficaci se combinati con determinati micronutrienti, come del caso di pregabalin e zinco o di FANS e vitamine del gruppo B. In alcune persone l’acido acetilsalicilico causa problemi gastrici, che possono essere evitati con l’assunzione di vitamina C. Gli integratori combinati a base di diversi micronutrienti prevengono possibili carenze derivanti dall’assunzione di oppioidi.

Classificazione

Indice degli studi e delle fonti

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