I micronutrienti durante l’allattamento: non c’è modo migliore per iniziare la vita.

Come soddisfare al meglio il maggior fabbisogno di vitamine e minerali di mamma e bambino

Durante l’allattamento è fondamentale garantire un sufficiente apporto di micronutrienti. Se con il latte materno è possibile soddisfare il grande fabbisogno di sostanze nutritive del proprio bambino, un sufficiente apporto di vitamine e minerali è tuttavia fondamentale perché il nascituro cresca sano. Scoprite qui quali micronutrienti non possono assolutamente mancare durante l’allattamento.

Neonato appoggiato sul petto della madre
Durante l’allattamento il fabbisogno di vitamine e minerali è molto elevato. La quantità di iodio, zinco, vitamina D, vitamina B12 e acidi grassi omega-3 presenti nel latte materno dipende dai livelli di tali micronutrienti nel sangue della mamma. Immagine: tatyana_tomsickova/iStock/Getty Images Plus

L’allattamento, un periodo importante per mamma e bambino

Dopo la gravidanza inizia l’allattamento, una fase nella quale seguire uno stile di vita sano è fondamentale sia per la mamma che per il bambino. Il latte materno, infatti, contiene tutte le sostanze nutritive e i micronutrienti importanti che la mamma ha assorbito durante i pasti precedenti. Ecco perché la sua alimentazione influisce in modo significativo sulla salute del bambino.

Uno stile di vita sano durante l’allattamento prevede:

  • un’alimentazione bilanciata e varia che soddisfi il fabbisogno di energia e di micronutrienti di mamma e bambino e un sufficiente apporto di acqua da parte della mamma;
  • niente alcol né fumo, perché le sostanze dannose passano direttamente nel latte materno e danneggiano lo sviluppo neurologico del bambino o possono favorire patologie delle vie respiratorie. Inoltre, possono influire in modo negativo sull’allattamento stesso, riducendo la produzione di latte;
  • niente o poca caffeina, ad esempio quella contenuta nel caffè e nella Coca Cola, perché può agitare e causare disturbi del sonno al neonato.
Classificazione

Il supporto dei micronutrienti

Perché i micronutrienti sono così importanti durante l’allattamento?

Se possibile, nei primi sei mesi di vita il bambino andrebbe esclusivamente allattato al seno. In questo periodo, come già nell’ultimo trimestre della gravidanza, il dispendio energetico della madre aumenta e il fabbisogno di micronutrienti continua a crescere. Il fabbisogno massimo di vitamine e minerali si raggiunge durante l’allattamento.

Lo scopo della medicina dei micronutrienti è soddisfare in modo ottimale questa necessità durante l’allattamento, così da fornire al neonato la quantità sufficiente di vitamine e minerali. Anche per la mamma è importante ricaricare le riserve di micronutrienti dopo la gravidanza.

Nei primi mesi il bambino riceve tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno per crescere e svilupparsi solo attraverso il latte materno. Le vitamine e i minerali necessari possono essere trasferiti al bambino solo se la mamma ne assorbe a sufficienza. Ecco perché una carenza di micronutrienti durante l’allattamento può avere gravi conseguenze e va assolutamente evitata. Un integratore che contiene diversi micronutrienti è una soluzione ottimale per garantire il corretto apporto nutritivo. Leggete qui di seguito quali sono le sostanze nutritive che non dovrebbero mancare in un integratore di questo tipo e quali altri micronutrienti potreste eventualmente aggiungere alla vostra dieta.

Lo iodio favorisce un sano sviluppo cerebrale

Meccanismo d’azione dello iodio

Patate, mais, diverse specie di pesci e uova disposti intorno alla parola iodio
Durante l’allattamento il neonato deve ricevere quantità sufficienti di iodio attraverso il latte per una crescita sana e per il corretto sviluppo cerebrale. Immagine: 13-Smile/iStock/Getty Images Plus

Durante l’allattamento è particolarmente importante soddisfare il fabbisogno di iodio della madre, perché in questo modo il suo latte ne conterrà una quantità sufficiente per il bambino. Lo iodo è indispensabile per la crescita e per il sano sviluppo cerebrale del bambino. È l’elemento costitutivo degli ormoni tiroidei, che a loro volta regolano numerosi processi metabolici.

Se il bambino non riceve iodio a sufficienza, potrebbe essere colpito da ritardi della crescita e deficit intellettivi. Una carenza di iodio in mamma e bambino può causare un ingrossamento della tiroide (gozzo o struma).

Iodio: dosaggio e consigli sull’assunzione

Durante l’allattamento, il fabbisogno di iodio della madre raggiunge il suo picco, pari a 200 microgrammi al giorno, che nella maggior parte dei casi non può essere soddisfatto con la normale alimentazione. Si consiglia quindi di assumere ogni giorno da 150 a 200 microgrammi di iodio, come già raccomandato in gravidanza.

Molte donne non seguono queste raccomandazioni e quasi il 60 percento della popolazione europea non assume iodio a sufficienza.

Ricaricare le riserve di ferro durante l’allattamento

Meccanismo d’azione del ferro

La funzione principale del ferro è il trasporto dell’ossigeno nel sangue. Durante l’allattamento la mamma deve ricaricare le sue riserve di ferro, a cui l’organismo ha fatto ricorso durante la gravidanza, e al contempo ne ha bisogno per poterlo fornire in quantità sufficiente al suo bambino. A causa di elevate perdite di sangue durante il parto, tale necessità aumenta per la produzione di nuovi globuli rossi. L’anemia da carenza di ferro durante l’allattamento può causare nella madre depressione, stress, scarsa vitalità e una maggiore propensione alle infezioni.

Il ferro è inoltre fondamentale per lo sviluppo cerebrale del neonato, che ne ha bisogno anche per la crescita e la produzione di globuli rossi.

Dosaggio e consigli sull’assunzione del ferro

Per evitare una carenza e ricostituire le riserve all’interno dell’organismo, i medici consigliano di assumerne quantità sufficienti durante l’allattamento, quando il fabbisogno è pari a 16 milligrammi al giorno.

Chi non conosce il proprio livello di ferro nel sangue non dovrebbe superare i 30 milligrammi al giorno e assumere integratori con dosi elevate di ferro solo in caso di carenza conclamata. Se assunto in eccesso, infatti, c’è il rischio che non venga legato completamente. Già a partire da dosi ridotte, il ferro non legato può risultare pericoloso. Proprio per questo motivo è sempre consigliabile consultare il proprio medico prima di assumere un preparato a base di ferro.

Come si determina una carenza di ferro?

Nella maggioranza dei casi, una carenza di ferro durante l’allattamento o il puerperio si rileva dai valori di ferritina ed emoglobina. La ferritina svolge la funzione di deposito del ferro, mentre l’emoglobina trasporta l’ossigeno nel sangue. In caso di valori troppo bassi, è necessario assumere integratori di ferro.

Il parere degli esperti

Durante l’allattamento, un valore dell’emoglobina inferiore a 10 grammi per decilitro (g/dl) e un valore della ferritina inferiore a 15 microgrammi per litro (μg/l) indicano una carenza di ferro.

Lo zinco favorisce un migliore stato di salute durante l’allattamento

Meccanismo d’azione dello zinco

Vari tipi di frutta a guscio e semi in una ciotola con un biglietto con la scritta ZN
I bambini che non ricevono sufficiente zinco attraverso il latte materno rischiano ritardi della crescita. Immagine: ratmaner/iStock/Getty Images Plus

Lo zinco è necessario all’organismo in numerosi processi e fasi metaboliche. Una carenza di zinco nel neonato può causare ritardi della crescita, un calo delle funzioni immunitarie e problemi nella cicatrizzazione delle ferite, che richiedono più tempo per guarire.

Se la madre soffre di una carenza di zinco, anche la quantità di zinco presente nel latte materno sarà inferiore. Una carenza può causare anche alla madre una maggiore propensione alle infezioni, problemi di cicatrizzazione delle ferite, perdita di capelli e alterazioni cutanee.

Zinco: dosaggio e consigli sull’assunzione

Durante l’allattamento, il fabbisogno di zinco raggiunge il punto massimo. Per prevenire una possibile carenza, gli esperti in micronutrienti consigliano di assumerne almeno 10 milligrammi al giorno. Tuttavia, è importante, oltre alla quantità, tenere conto anche della sua disponibilità. Lo zinco contenuto in cereali, frutta e verdura è infatti assorbito in misura minima, poiché determinati flavonoidi (acido fitico) ne diminuiscono l’assorbimento da parte dell’organismo. Lo zinco presente in alimenti di origine animale, come carne o latticini, è più disponibile.

I preparati a base di zinco dovrebbero essere assunti durante un pasto ricco di proteine, che ne migliorano l’assorbimento nel sangue. La soluzione ideale è rappresentata dai composti organici di zinco, come lo zinco citrato e lo zinco gluconato, che l’organismo assorbe meglio rispetto all’ossido di zinco inorganico.

Calcio: fondamentale per le ossa

Meccanismo d’azione del calcio

Il calcio è il componente principale delle ossa e non deve mancare nel latte materno poiché nei neonati è fondamentale per un corretto sviluppo dello scheletro. Durante l’allattamento, il calcio viene liberato dalle ossa materne. Come dimostrato da numerosi studi clinici, nei primi sei mesi dopo il parto la madre perde circa il cinque percento della densità ossea della colonna vertebrale e delle anche.

Inoltre, il calcio è necessario per la creazione e la trasmissione dei segnali all’interno del sistema nervoso.

Le donne devono quindi assumere calcio a sufficienza anche dopo il periodo dell’allattamento per poter recuperare la massa ossea perduta ed evitare il rischio di osteoporosi.

Neonato su sfondo bianco
Il calcio è il componente principale delle ossa e non deve mancare nel latte materno poiché nei neonati il fabbisogno è molto elevato per un corretto sviluppo dello scheletro. Immagine: LSOphoto/iStock/Getty Images Plus

Dosaggio e consigli sull’assunzione del calcio

Per evitare un calo eccessivo della densità ossea durante la gravidanza, le donne dovrebbero assicurarsi di assumere una quantità sufficiente di calcio che soddisfi il loro fabbisogno. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) consiglia di assumere ogni giorno 950 milligrammi di calcio.

In media le donne ne assumono solo 750 milligrammi circa, quindi durante l’allattamento dovrebbero integrarlo con una dose extra da 250 a 500 milligrammi al giorno.

La quantità di calcio per ogni dose non dovrebbe superare i 500 milligrammi. Il calcio va assunto insieme ai pasti. Una quantità eccessiva di calcio può influenzare l’assorbimento di altri minerali e pregiudicare la funzionalità dei reni. Dosi elevate di calcio vanno concordate con il proprio medico.

Durante l’allattamento è necessario assumere quantità sufficienti di magnesio

Meccanismo d’azione del magnesio

Il magnesio è coinvolto in più di 300 processi metabolici ed è importante per le funzionalità muscolari, la produzione di energia e la stabilità delle ossa.

Durante l’allattamento, la donna perde più di 20 milligrammi di magnesio al giorno, che vanno assolutamente recuperati per evitare una carenza, la quale può manifestarsi sotto forma di crampi muscolari, problemi di concentrazione o mal di testa. Inoltre, in caso di carenza, anche la quantità di magnesio fornita al bambino potrebbe essere insufficiente.

Dosaggio e consigli sull’assunzione del magnesio

Durante l’allattamento occorre assumere quantità di magnesio sufficienti per garantirne il corretto apporto al bambino ed evitare una carenza. Il 30 percento delle donne circa non assume la quantità giornaliera di magnesio consigliata. Pertanto, durante l’allattamento se ne dovrebbero assumere da 250 a 300 milligrammi.

Si consiglia di assumere il magnesio preferibilmente insieme ai pasti, poiché le proteine e la vitamina D ne favoriscono l’assorbimento a livello intestinale. Inoltre, capsule o compresse contenenti dosi elevate di magnesio possono causare disturbi gastrici o intestinali se assunte a stomaco vuoto.

La vitamina D durante l’allattamento è importante sia per la mamma sia per il bambino

Meccanismo d’azione della vitamina D

Dopo il parto, con l’inizio dell’allattamento, la vitamina D è importante in egual misura per la salute della mamma e del bambino. La vitamina D è infatti necessaria per l’assorbimento del calcio a livello intestinale e per garantirne il fissaggio nelle ossa. Questa vitamina protegge i neonati da deformazioni scheletriche e rachitismo, dovuti a una scarsa ossidificazione, e aiuta la madre a recuperare la massa ossea perduta durante l’allattamento. Inoltre, è fondamentale per il corretto funzionamento del sistema immunitario.

La quantità di vitamina D nel latte dipende dalla concentrazione presente a livello materno. Quasi il 60 percento delle donne ne è carente. Occorre quindi fare particolare attenzione al livello di vitamina D, soprattutto in inverno, quando la pelle non è sufficientemente esposta al sole per poter produrre autonomamente la vitamina D. Stanchezza, disturbi del sonno, depressione e maggiore propensione alle infezioni sono alcuni dei sintomi che segnalano una carenza di questa vitamina.

Uno studio clinico ha confermato come le donne che allattano siano più esposte al rischio di una carenza di vitamina D rispetto a quelle che non allattano e, quindi, dovrebbero assumerne sempre quantità sufficienti.

Vitamina D: dosaggio e consigli sull’assunzione

Nel primo anno di vita e durante il loro secondo inverno, i neonati dovrebbero ricevere ogni giorno da 800 a 1.000 unità internazionali di vitamina D. Per raggiungere una quantità di 800 unità internazionali per litro di latte materno, la mamma deve assumerne ogni giorno da 4.000 a 6.000 unità internazionali. In questa situazione ideale, il fabbisogno del bambino sarebbe totalmente soddisfatto.

In alternativa, si può optare per gocce o compresse che contengano la quantità di vitamina D necessaria al bambino. In questo caso la mamma avrebbe bisogno solo di 1.000-2.000 unità internazionali per soddisfare il suo fabbisogno personale.

La soluzione migliore è sempre quella di consultare il proprio medico, che determinerà la dose di vitamina D corretta per madre e figlio. Idealmente, il medico controllerà anche la concentrazione di questa vitamina nel sangue della donna, così da scoprire immediatamente un’eventuale carenza.

Si consiglia di assumere gli integratori di vitamina D insieme ai pasti, perché i grassi presenti negli alimenti ne favoriscono l’assorbimento nell’intestino.

Come si determina una carenza di vitamina D?

Il livello di vitamina D andrebbe determinato mediante analisi di laboratorio. Il dosaggio si calcola idealmente in base alla concentrazione presente nel sangue, più precisamente nel siero, che è la parte liquida del sangue priva di cellule ematiche.

Il parere degli esperti

In laboratorio viene determinata una forma di vitamina D che circola nel sangue, la cosiddetta vitamina D 25-OH (calcidiolo), il cui valore ottimale dovrebbe essere compreso tra 40 e 60 nanogrammi per millilitro (ng/ml). Se questo valore è inferiore a 20 nanogrammi per millilitro, si è in presenza di una grave carenza di vitamina D.

Perché le vitamine del gruppo B sono così importanti durante l’allattamento?

Meccanismo d’azione delle vitamine del gruppo B

Formula chimica e strutturale delle vitamine del gruppo B/acido folico
Il neonato riceve acido folico attraverso il latte materno, quindi la madre deve soddisfare in modo sufficiente il suo fabbisogno e quello del bambino per evitare possibili carenze. Immagine: Michail_Petrov-96/iStock/Getty Images Plus, Iv__design/iStock/Getty Images Plus

Il fabbisogno di acido folico continua ad aumentare durante l’allattamento perché il neonato ha sempre bisogno di riceverne dal latte materno una quantità sufficiente per la sua crescita e divisione cellulare. La madre deve quindi soddisfare il suo fabbisogno e quello del bambino onde evitare possibili carenze.

La quantità di vitamina B12 nel latte materno dipende dai valori ematici della madre. Una carenza di vitamina B12 nel neonato può causare deficit della crescita e dello sviluppo a livello cerebrale e ridurre le capacità cognitive.

Le vitamine B1 e B2 sono i componenti dei coenzimi coinvolti nel metabolismo energetico. La niacina è fondamentale per il metabolismo di carboidrati, grassi e proteine. La vitamina B6 partecipa a oltre 100 reazioni enzimatiche in tutto l’organismo, ad esempio alla produzione di neurotrasmettitori e alla formazione dei muscoli.

Dosaggio e consigli sull’assunzione delle vitamine del gruppo B

La madre ha un maggiore fabbisogno di vitamine del gruppo B durante l’allattamento perché una parte passa al neonato attraverso il latte materno. A seconda del fabbisogno energetico, l’EFSA consiglia di assumere ogni giorno 0,1 milligrammi di vitamina B1, 1,6 milligrammi di niacina (circa 240 kilocalorie), 2 milligrammi di vitamina B2 e 1,7 milligrammi di vitamina B6. Durante l’allattamento occorre assumere 5 microgrammi di vitamina B12 al giorno per essere certi che il bambino riceva attraverso il latte materno la dose di cui ha bisogno.

Un litro di latte materno contiene circa 80 microgrammi di acido folico. Per evitare una possibile carenza e per ricaricare le proprie riserve personali, le donne che allattano dovrebbero assumerne almeno 500 microgrammi al giorno.

Consiglio

Si consiglia di assumerlo nella sua forma attiva, l’acido 5-metiltetraidrofolico (5-MTHF), che può essere usato direttamente dall’organismo, senza ulteriori trasformazioni. Molte persone, infatti, soffrono di un difetto genetico che impedisce al loro organismo di trasformare l’acido folico nella sua forma attiva.

Gli esperti in micronutrienti consigliano di optare per un integratore che contenga tutte le vitamine del gruppo B, poiché è raro che si manifesti una carenza isolata di una sola vitamina di questo gruppo. Inoltre, spesso le vitamine del gruppo B interagiscono tra loro, ad esempio nella riduzione dell’omocisteina, che, se raggiunge livelli elevati, può aumentare il rischio di malattie vascolari come l’arteriosclerosi.

Durante l’allattamento le donne vegetariane o vegane rischiano di sviluppare una carenza di vitamina B12

La vitamina B12 è presente principalmente negli alimenti di origine animale come carne, pesce, uova e latticini. Chi segue una dieta vegetariana o vegana dovrebbe ricorrere a un integratore di vitamina B12, perché in caso contrario la quantità contenuta nel latte sarebbe troppo esigua. Una sua carenza durante l’allattamento può avere gravi conseguenze per il neonato e va quindi assolutamente evitata.

Qui troverete maggiori informazioni su come determinare il livello di vitamina B12 e quali sono le dosi consigliate in caso di carenza.

Gli acidi grassi omega-3 favoriscono lo sviluppo cerebrale

Meccanismo d’azione degli acidi grassi omega-3


Il corretto apporto di omega-3 al neonato ha effetti positivi a lungo termine sul suo sviluppo. L’acido docosaesaenoico (DHA) insaturo è il più importante tra gli acidi grassi ed è essenziale per la formazione delle cellule cerebrali, dei nervi e della retina oculare. Quasi tutte le cellule cerebrali dell’uomo si formano durante la gravidanza e nel primo anno di vita. Gli omega-3 hanno anche altre proprietà importanti, ad esempio migliorano lo sviluppo delle abilità motorie, del linguaggio e dei rapporti sociali.

La composizione lipidica del latte materno dipende dalla dieta seguita dalla mamma. Se assunti in quantità sufficiente, gli omega-3 arricchiscono il latte materno e vengono così trasferiti al bambino.

Acidi grassi omega-3: dosaggio e consigli sull’assunzione

Capsule disposte a forma di pesce
È importante scegliere integratori a base di olio di pesce di qualità perché sono sottoposti a vari processi di purificazione per eliminare le sostanze nocive e i residui indesiderati. Immagine: ksbank/iStock/Getty Images Plus


In gravidanza si dovrebbero assumere da 1.000 a 3.000 milligrammi di omega-3 al giorno, di cui, se possibile, da 400 a 600 milligrammi di DHA (in ogni caso almeno 200 milligrammi). L’organismo è in grado di assorbirli al meglio se assunti insieme a un pasto.

Consiglio

Nella scelta dei preparati a base di olio di pesce si devono privilegiare quelli di alta qualità, perché sono sottoposti a vari processi di purificazione che eliminano le sostanze nocive e i residui indesiderati, i quali possono distruggere gli omega-3 e danneggiare le cellule dell’organismo.

Attenzione: gli omega-3 hanno proprietà anticoagulanti

Gli omega-3 fluidificano il sangue e possono ostacolare la coagulazione. A partire da una dose di 1.000 milligrammi possono potenziare l’effetto dei farmaci anticoagulanti. Chi li assume dovrebbe quindi consultare il proprio medico, che deciderà se consentire dosi elevate di omega-3.

Vitamine A, C ed E durante l’allattamento

Meccanismo d’azione delle vitamine A, C ed E

Le vitamine C ed E sono potenti antiossidanti che proteggono le membrane cellulari dai danni causati dai radicali liberi (stress ossidativo). Inoltre, rafforzano il sistema immunitario della mamma e del bambino.

Il neonato ha bisogno della vitamina A per lo sviluppo degli occhi e della vista, nonché per la salute della pelle e delle mucose. Una carenza di vitamina A aumenta il rischio di infezioni alle vie respiratorie.

Dosaggio e consigli sull’assunzione delle vitamine A, C ed E

Per soddisfarne l’aumentato fabbisogno di madre e bambino si consiglia di assumere durante l’allattamento 155 milligrammi di vitamina C e 11 milligrammi di vitamina E al giorno. È preferibile assumerle insieme, perché dopo aver neutralizzato i radicali liberi, la vitamina E necessita della vitamina C per potersi rigenerare.

Durante l’allattamento è necessario assumere 1,3 milligrammi di vitamina A al giorno per evitare possibili carenze. Tuttavia, si sconsiglia di superare tale quantità per evitare il rischio di sovradosaggio.

L’L-carnitina durante l’allattamento

Meccanismo d’azione dell’L-carnitina

L’L-carnitina è fondamentale per la produzione di energia da parte dei neonati perché trasporta gli acidi grassi all’interno dei mitocondri, dove saranno poi degradati per ottenere energia. Il neonato, infatti, soddisfa la metà del suo fabbisogno energetico attraverso i grassi contenuti nel latte materno.

L’L-carnitina è anche un antiossidante che protegge i neuroni e ne stabilizza le membrane, contribuisce all’emopoiesi e rafforza il sistema immunitario.

L-carnitina: dosaggio e consigli sull’assunzione

Per evitare una carenza durante l’allattamento si consiglia di assumere da 200 a 1.000 milligrammi di L-carnitina al giorno. Tra gli alimenti particolarmente ricchi di carnitina si annovera la carne di agnello, pecora o capra. Gli alimenti di origine vegetale ne contengono quantità minime o ne sono totalmente privi. La quantità di L-carnitina fornita al neonato dipende da quella assunta dalla madre.

Informazioni

Le donne che allattano e seguono una dieta vegetariana o vegana dovrebbero pertanto assumere integratori di carnitina per garantirne un corretto apporto ai loro bambini.

Da considerare in caso di malattie e assunzione di farmaci

L’L-carnitina può migliorare la glicemia nei diabetici. Se si assume L-carnitina contemporaneamente a farmaci ipoglicemizzanti, c’è dunque il rischio di ipoglicemia. Tra i farmaci interessati figurano la metformina (Metforal®, Metfonorm® e Glucophage®) e le sulfoniluree (Euglucon®, Bi-Euglucon® o Maninil®). Potrebbe eventualmente essere necessario adeguare la dose dei farmaci. Si consiglia di controllare regolarmente l’indice glicemico e di consultare il proprio medico.

In casi molto rari l’L-carnitina può rafforzare l’effetto degli anticoagulanti di tipo cumarinico (antagonisti della vitamina K), tra cui l’etil biscoumacetato (Tromexan®), il fenprocumone e il warfarin (Coumadin®). Pertanto, se si prendono già questi farmaci, l’assunzione di L-carnitina andrebbe discussa con il medico, che controllerà il fattore di coagulazione (valore INR).

I micronutrienti durante l’allattamento: dosaggi in breve

Dosi giornaliere di micronutrienti consigliate durante l’allattamento

Vitamine

Vitamina A

1,3 milligrammi (mg)

Vitamina B1

0,1 milligrammi per megajoule (circa 240 kilocalorie)

Vitamina B2

2 milligrammi

Niacina

11,6 milligrammi per megajoule (circa 240 kilocalorie)

Vitamina B6

1,7 milligrammi

Vitamina B12

5,0 microgrammi (µg)

Acido folico

almeno 500 microgrammi (sotto forma di acido 5-metiltetraidrofolico [5-MTHF])

Vitamina D

da 800 a 1.000 unità internazionali (UI) per il bambino;

da 1.000 a 2.000 unità internazionali per la mamma

Apporto di vitamina D tramite il latte materno: da 4.000 a 6.000 unità internazionali per la mamma

Vitamina C

almeno 155 milligrammi

Vitamina E

almeno 11 milligrammi

Minerali

Ferro

16 milligrammi

Iodio

da 150 a 200 microgrammi

Calcio

da 250 a 500 milligrammi

Zinco

almeno 10 milligrammi

Magnesio

da 250 a 300 milligrammi

Altre sostanze nutritive

Acidi grassi omega-3

da 1.000 a 3.000 milligrammi con una percentuale elevata di DHA (da 400 a 600 milligrammi)

L-carnitina

da 200 a 1.000 milligrammi

Panoramica degli esami di laboratorio consigliati durante l’allattamento

Esami del sangue consigliati durante l’allattamento

Valori normali

Vitamina D (siero)

da 40 a 60 nanogrammi per millilitro (ng/ml)

Ferro

Ferritina (siero)

Emoglobina (plasma)

 

inferiore a 15 microgrammi per litro (µg/l)

inferiore a 10 grammi per decilitro (g/dl)

Classificazione

Riepilogo

Durante l’allattamento il fabbisogno di vitamine e minerali è molto elevato. La quantità di iodio, zinco, vitamina D, vitamina B12 e acidi grassi omega-3 presenti nel latte materno dipende dai livelli di tali micronutrienti nel sangue della mamma. Per soddisfare questo aumentato fabbisogno si consiglia di ricorrere ad un integratore che contenga tutti i micronutrienti necessari nelle quantità corrette.

Durante l’allattamento si consiglia di assumere soprattutto iodio, vitamina B12 e acidi grassi omega-3, fondamentali per lo sviluppo cerebrale del bambino. Il calcio e la vitamina D sono necessari per la salute e lo sviluppo delle ossa di mamma e bambino. Il ferro contribuisce all’ematopoiesi, mentre il magnesio, le vitamine del gruppo B e l’L-carnitina sono importanti per la produzione di energia. La vitamina A è necessaria per lo sviluppo degli occhi, mentre lo zinco e le vitamine C ed E rafforzano il sistema immunitario.

Classificazione

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