Estratto di corteccia di pino: antiossidante e antinfiammatorio

Estratto di corteccia di pino: qual è il suo potenziale contro le malattie?

Le sostanze contenute nella corteccia del pino marittimo francese (Pinus pinaster) sono da sempre apprezzate per le loro innumerevoli possibilità di impiego. Possono contribuire alla regolazione della pressione sanguigna, esercitano un effetto protettivo sui vasi e aiutano a prevenire la formazione di trombi. La loro azione positiva si estende inoltre ad artrosi, acufene, disturbi erettili e di memoria e addirittura al diabete mellito. Scoprite maggiori dettagli sul loro campo di impiego e i criteri da osservare per la loro assunzione.

Corteccia di pino in un bicchiere
L’estratto di corteccia di pino contiene molti polifenoli dagli effetti più svariati, ad esempio in grado di alleviare le infiammazioni o favorire la circolazione. Immagine: rusak/iStock/Getty Images Plus

Importanti polifenoli presenti nella corteccia di pino

La corteccia del pino marittimo francese (Pinus pinaster) trova da lungo tempo impiego nella medicina tradizionale cinese, riscuotendo un grande interesse anche tra ricercatori e gente comune per il suo ampio spettro d’azione. La corteccia contiene i polifenoli responsabili del suo effetto, tra cui i principali sono:

  • Proantocianidine oligomeriche (OPC): compongono dal 70 al 90 percento dell’estratto di corteccia di pino.
  • Catechine, taxifolina e acidi fenolici: a differenza delle proantocianidine, sono molecole più piccole e rapidamente disponibili per l’organismo.

Nell’ambito della medicina dei micronutrienti si consiglia l’impiego di un estratto di corteccia di pino. Gli estratti sono concentrati e contengono per questo quantità superiori delle sostanze attive, ad esempio rispetto al prodotto essiccato in polvere.

Con il nome "estratto di corteccia di pino" ci si riferisce all’estratto di corteccia di un pino specifico, il pino marittimo (Pinus pinaster).

Classificazione

Assorbimento e funzioni nell’organismo

Assorbimento e distribuzione nell’organismo

Immagine di batteri intestinali
Le proantocianidine vengono scomposte dai batteri intestinali. I prodotti di questa scissione raggiungono il sangue, dove svolgono la loro azione. Immagine: Dr_Microbe/iStock/Getty Images Plus

Le proantocianidine sono sostanze molto grandi che l’organismo non riesce ad assorbire e che per questo vengono scomposte e trasformate dai microrganismi dell’intestino (batteri), in modo che i prodotti di degradazione, tra cui il cosiddetto matabolita M1, possano raggiungere il sangue. Questi efficaci prodotti di degradazione compaiono nel sangue nelle sei ore successive all’assunzione dell’estratto di corteccia di pino, dove rimangono per almeno 14 ore.

I polifenoli dalla struttura più piccola, come le catechine e la taxifolina, vengono invece assorbiti rapidamente nell’intestino e supportano l’azione dei prodotti di degradazione delle proantocianidine. Nel sangue è possibile identificare fino a sette differenti sostanze attive dell’estratto di corteccia di pino, che vengono assorbite costantemente dall’intestino per un lasso di tempo prolungato.

I principi attivi dell’estratto di corteccia di pino si depositano nei globuli rossi, nel siero (parte liquida del sangue priva di cellule ematiche) e anche nel liquido sinoviale.

Funzioni nell’organismo

Nell’organismo l’estratto di corteccia di pino esercita molte funzioni protettive:

Antiossidante: le sostanze presenti nella corteccia di pino hanno un’azione antiossidante, con cui neutralizzano i radicali liberi, responsabili di danni alle cellule e ai componenti del materiale genetico (DNA). Lo stress ossidativo, che compare quando i radicali liberi raggiungono un numero eccessivo per le forze di difesa dell’organismo, può provocare malattie cardiovascolari o metaboliche. I componenti della corteccia di pino distruggono i radicali liberi e sono inoltre in grado di rigenerare le vitamine C ed E, a loro volta importanti antiossidanti.

Antinfiammatoria e antiallergica: è stata dimostrata anche un’azione antinfiammatoria e antiallergica. Negli esperimenti sugli animali l’estratto di corteccia di pino ha ridotto il rilascio di istamina, un ormone tissutale che svolge un ruolo centrale nelle allergie e provoca forti reazioni infiammatorie. Inoltre, le proantocianidine inibiscono gli enzimi che concorrono alle infiammazioni, amplificandole ulteriormente.  

Il parere degli esperti

Responsabile dell’azione antiossidante e antinfiammatoria è in primo luogo il metabolita M1, che nell’organismo reagisce con vari enzimi e proteine. L’M1 si forma dal metabolismo delle proantocianidine oligomeriche della corteccia di pino.

Miglioramento della circolazione sanguigna: i principi attivi della corteccia di pino contribuiscono al rilassamento della muscolatura dei vasi e favoriscono la circolazione. L’estratto di corteccia di pino può anche influenzare molti dei fattori di rischio legati alle malattie cardiovascolari, ad esempio abbassando pressione sanguigna, glicemia e lipidi ematici e riducendo la tendenza delle piastrine ad agglomerarsi. Questi fattori possono danneggiare i vasi sanguigni e portare alla comparsa di arteriosclerosi.

Protezione dei nervi: l’estratto di corteccia di pino sembra inoltre in grado di proteggere il sistema nervoso. I radicali liberi possono rendersi responsabili di diverse malattie cerebrali. Con l’avanzare dell’età il cervello e i neuroni possono essere esposti a danni provocati dallo stress ossidativo, che gli antiossidanti sono in grado di alleviare.

Classificazione

Impiego in caso di malattie

L’estratto di corteccia di pino contro l’ipertensione

Il protrarsi nel tempo di uno stato ipertensivo danneggia i vasi sanguigni, con l’eventuale comparsa di malattie conseguenti, come infarto o ictus. I polifenoli della corteccia di pino favoriscono la dilatazione dei vasi e ne proteggono le pareti, contribuendo alla normalizzazione dei valori della pressione sanguigna.

Un lavoro di revisione di più studi ha evidenziato l’effetto positivo delle sostanze contenute nella corteccia di pino sull’ipertensione e, di conseguenza, anche sulla salute dei vasi. In un primo studio i ricercatori hanno potuto dimostrare come l’estratto di corteccia di pino favorisca il flusso sanguigno e possa potenzialmente contribuire alla normalizzazione dei valori della pressione, che sono risultati migliori nei partecipanti a cui, accanto al trattamento consueto, è stato somministrato l’estratto di corteccia di pino. Anche uno studio di alto profilo ha confermato i benefici della sostanza nei pazienti ipertesi, che nella sperimentazione hanno potuto ridurre la dose del principio attivo antipertensivo nifedipina.  

Uno studio preliminare ha fatto inoltre osservare un miglioramento di altri fattori di rischio per malattie cardiovascolari: dopo sei mesi l’estratto di corteccia di pino ha ridotto non solo la pressione sanguigna, ma anche il girovita e i lipidi ematici. I partecipanti erano affetti da sindrome metabolica, una malattia del metabolismo caratterizzata da obesità nonché lipidi ematici, pressione sanguigna e glicemia oltre la norma.

Ai pazienti ipertesi gli esperti in micronutrienti consigliano da 100 a 300 milligrammi di estratto di corteccia di pino al giorno, valutando in ogni caso l’eventuale riduzione della dose dei farmaci ipertensivi con un medico.

Immagine di vasi sanguigni
Le sostanze presenti nell’estratto di corteccia di pino rilassano la muscolatura dei vasi sanguigni, migliorando la circolazione e rivelandosi particolarmente utili nelle malattie cardiovascolari. Immagine: Design Cells/iStock/Getty Images Plus

L’estratto di corteccia di pino protegge dall’insufficienza venosa

Illustrazione di vene normali e vene varicose
Le valvole presenti nelle vene delle gambe impediscono il riflusso del sangue verso il basso. Nei soggetti con insufficienza venosa queste valvole non funzionano più correttamente e il sangue si accumula negli arti inferiori, provocando la comparsa di varici. Immagine: vectortatu/iStock/Getty Images Plus

Le vene riportano al cuore il sangue proveniente da tutte le regioni dell’organismo. Le vene delle gambe sono sottoposte a sollecitazioni particolarmente intense perché devono superare la forza di gravità. Per questo devono essere sane ed efficienti, nonché libere da infiammazioni e coaguli.

In un primo studio condotto su persone affette da insufficienza venosa cronica (CVI), il trattamento con estratto di corteccia di pino ha mostrato un’azione lenitiva, ad esempio con una diminuzione del gonfiore alle gambe. Anche un lavoro di revisione di più studi ha confermato l’efficacia dell’estratto di corteccia di pino per ridurre gli edemi agli arti inferiori, mitigare le ulcere, lenire le emorroidi e limitare la formazione di coaguli nei voli su lunghe distanze. L’estratto di corteccia di pino è stato assunto o applicato sulla cute sotto forma di unguento o crema.

Un’ulteriore valutazione di più studi mostra inoltre l’efficacia superiore dell’estratto di corteccia di pino rispetto a calze a compressione e farmaci in caso di insufficienza venosa. Il risultato migliore si ottiene combinandolo all’uso delle calze a compressione. Ad esempio, 100 milligrammi di estratto di corteccia di pino insieme alle calze a compressione graduata sono riusciti ad alleviare i sintomi dell’insufficienza venosa nelle donne con vene varicose più delle sole calze a compressione graduata.

In caso di malattie vascolari come l’insufficienza venosa gli esperti in micronutrienti consigliano da 100 a 360 milligrammi di estratto di corteccia di pino al giorno.

L’estratto di corteccia di pino può prevenire le trombosi

La formazione di un coagulo all’interno di un vaso pregiudica o blocca completamente il passaggio del sangue, dando origine a quella che i medici definiscono trombosi, in cui il restringimento dei vasi impedisce che i tessuti circostanti ricevano l’ossigeno necessario. Le sostanze presenti nella corteccia di pino proteggono i vasi, migliorano il flusso sanguigno e potrebbero per questo contribuire alla prevenzione di coaguli e trombosi.

In un lavoro di revisione di più studi è stato possibile dimostrare l’efficacia dell’estratto di corteccia di pino contro la formazione di coaguli nelle vene, verificatasi in misura minore nei partecipanti che lo avevano assunto prima e dopo voli su lunghe distanze. I soggetti avevano inoltre gambe nettamente meno gonfie rispetto a chi non aveva fatto uso della sostanza. Anche le persone già interessate da coaguli nelle gambe potrebbero trarre beneficio dall’estratto di corteccia di pino: in un primo studio il suo impiego quotidiano a dosi di 150 milligrammi ha impedito la comparsa di nuovi casi di trombosi.

Per la prevenzione di coaguli i medici esperti in micronutrienti consigliano da 100 a 200 milligrammi di estratto di corteccia di pino al giorno.

L’estratto di corteccia di pino per ridurre la glicemia in caso di diabete mellito di tipo 2

Il diabete mellito di tipo 2 è caratterizzato da una mancanza di efficacia dell’insulina, responsabile dell’assorbimento dello zucchero nelle cellule. Il cattivo funzionamento di questo processo provoca livelli glicemici oltre la norma. L’estratto di corteccia di pino migliora l’azione dell’insulina e può essere d’aiuto a chi è affetto da diabete di tipo 2. Esso sembra inoltre inibire un enzima responsabile del trasporto dello zucchero dall’intestino al sangue.

Uno studio di alta qualità sui diabetici di tipo 2 mostra che l’assunzione di estratto di corteccia di pino in parallelo alla classica terapia per il diabete potrebbe sia abbassare i valori glicemici sia dilatare i vasi sanguigni. Il diabete è spesso accompagnato da danni ai capillari (microangiopatia), con la conseguenza di un’irrorazione insufficiente. In uno studio preliminare l’estratto di corteccia di pino ha ridotto i segni di tali danni vascolari, mentre un piccolo studio di alto livello mostra come la sostanza, in virtù delle sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, possa rallentare anche i danni alla retina oculare (retinopatia) provocati dal diabete: nei pazienti non trattati con estratto di corteccia di pino la malattia è peggiorata e si è verificato un calo della vista.

L’assunzione di 100-200 milligrammi di estratto di corteccia di pino al giorno può supportare il trattamento del diabete mellito di tipo 2.

L’estratto di corteccia di pino per alleviare i dolori dell’artrosi

Con l’avanzare dell’età la cartilagine delle articolazioni, che ha la funzione di un ammortizzatore naturale, è soggetta a un processo di usura, indicato dai medici con il nome di artrosi. La mobilità articolare si riduce, accompagnata dalla comparsa di dolori. Le infiammazioni che spesso ne conseguono provocano stress ossidativo e ulteriori danni alla cartilagine.

Un lavoro di revisione di studi in parte di alta qualità ha evidenziato un’azione antiossidante e antinfiammatoria dell’estratto di corteccia di pino nelle forme lievi di artrosi. La sostanza inibisce gli enzimi che aggrediscono la cartilagine e provocano i dolori. Accanto a una diminuzione dell’algia, i pazienti hanno riportano una migliore mobilità nonché un maggiore benessere dopo l’assunzione dell’estratto di corteccia di pino, che ha inoltre permesso di ridurre le dosi degli antinfiammatori e i problemi gastrici provocati dagli stessi. Altri studi di alto profilo condotti su pazienti con artrosi al ginocchio e altre articolazioni confermano i risultati positivi ottenuti con l’estratto di corteccia di pino.

In caso di artrosi gli esperti in micronutrienti consigliano da 100 a 150 milligrammi di estratto di corteccia di pino al giorno.

Uomo che si tiene il ginocchio dolorante
Alcuni studi mostrano come l’estratto di corteccia di pino possa ridurre i dolori e le infiammazioni articolari causati dall’artrosi. Immagine: Makidotvn/iStock/Getty Images Plus

L’estratto di corteccia di pino per la memoria

I disturbi della memoria aumentano con l’età, non ultimo a causa di malattie come l’Alzheimer. L’estratto di corteccia di pino favorisce la circolazione del sangue, contrasta lo stress ossidativo e protegge i neuroni, esercitando così un’azione positiva sulle capacità mnemoniche.

In un primo studio, i pazienti che mostravano i primi segni di un peggioramento della memoria hanno tratto beneficio dall’estratto di corteccia di pino, presumibilmente grazie alla riduzione dello stress ossidativo a carico del tessuto nervoso. Questo effetto viene indicato anche da altri studi, in parte di alto profilo, che hanno coinvolto non solo pazienti anziani, ma anche soggetti di età compresa tra 30 e 35 anni. L’assunzione dell’estratto di corteccia di pino ha migliorato le prestazioni mnemoniche, l’attenzione e l’umore, riducendo inoltre lo stress ossidativo dei partecipanti.

A supporto della memoria e per proteggere il tessuto nervoso dallo stress ossidativo, gli esperti in micronutrienti consigliano 150 milligrammi di corteccia di pino al giorno.

L’estratto di corteccia di pino può esercitare un’azione positiva contro le disfunzioni erettili?

Con l’avanzare dell’età gli uomini vengono colpiti da disfunzioni erettili. L’erezione richiede la presenza di monossido d’azoto (NO), un neurotrasmettitore che favorisce il rilassamento dei corpi cavernosi del pene affinché si riempiano di sangue. L’estratto di corteccia di pino favorisce la formazione di monossido d’azoto e potrebbe per questo alleviare i problemi di erezione.

I risultati di uno studio di alto livello mostrano un miglioramento della capacità erettile dopo un mese di assunzione di estratto di corteccia di pino, con la normalizzazione della frequenza dei rapporti sessuali. L’estratto di corteccia di pino potrebbe rivelarsi particolarmente efficace in combinazione con l’L-arginina: quasi tutti gli uomini partecipanti a uno studio preliminare basato sulla somministrazione di entrambe le sostanze dopo tre mesi hanno avuto una normale erezione. I risultati di un altro studio preliminare indicano inoltre che l’assunzione di estratto di corteccia di pino assieme all’L-arginina può essere d’aiuto agli uomini sterili per migliorare sia la qualità degli spermatozoi sia la capacità erettile.

In caso di disturbi erettili, gli esperti in micronutrienti consigliano da 100 a 300 milligrammi di estratto di corteccia di pino al giorno.

L’estratto di corteccia di pino riduce i sintomi dell’asma?

L’asma è provocata da un’ipersensibilità dei bronchi. Una causa frequente è costituita da reazioni allergiche a stimoli esterni (allergeni) come pollini, peli di animali o acari della polvere. Con la sua azione antinfiammatoria, l’estratto di corteccia di pino potrebbe essere in grado di alleviare i disturbi dell’asma.

In un piccolo studio di rilevanza clinica l’estratto di corteccia di pino è stato testato su pazienti con forme di asma di gravità differente, rivelandosi utile per il trattamento. Un’ulteriore sperimentazione di alto livello ha documentato le proprietà positive della sostanza nei bambini e adolescenti con asma da lieve e grave. La sua assunzione ha permesso sia di ridurre i valori infiammatori sia di migliorare la funzionalità polmonare. L’impiego dell’estratto di corteccia di pino potrebbe favorire un maggiore controllo dell’asma allergica e ridurre la quantità dei farmaci necessari.

A causa del ridotto numero di partecipanti, la validità dell’estratto di corteccia di pino per il trattamento dell’asma deve essere ulteriormente approfondita in altri studi. In caso di asma gli esperti in micronutrienti consigliano di provare con 100-200 milligrammi di estratto di corteccia di pino al giorno.

L’estratto di corteccia di pino può essere d’aiuto contro l’acufene?

Donna colpita da acufene
Le persone con acufene sentono rumori non riconducibili a una fonte esterna. Tra le cause si ipotizza un disturbo circolatorio. Immagine: Aleksej Sarifulin/iStock/Getty Images Plus

L’acufene si manifesta con la ripetuta comparsa di rumori come fischi o sibili senza la presenza di una fonte esterna. Le sostanze contenute nella corteccia di pino potrebbero alleviare i disturbi dell’acufene grazie alla loro azione vasodilatatrice, in grado di favorire il flusso sanguigno all’orecchio.

I risultati di un primo studio sono promettenti: l’assunzione dell’estratto di pino ha ridotto sintomi come vertigine improvvisa, perdita di udito, pressione auricolare e passo incerto, oltre a influenzare positivamente l’afflusso di sangue all’orecchio interno. Dopo sei mesi, oltre i tre quarti dei partecipanti non presentavano più alcun sintomo. La sperimentazione ha preso in esame soggetti con acufene, con un’affezione unilaterale dell’orecchio interno (sindrome di Menière) o con ridotta irrorazione sanguigna dell’orecchio.

A chi soffre di acufene si consiglia una dose di 150 milligrammi di estratto di corteccia di pino al giorno.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere di estratto di corteccia di pino consigliate in milligrammi (mg)

Ipertensione

da 100 a 300

Insufficienza venosa

da 100 a 360

Prevenzione di trombosi

da 100 a 200

Diabete mellito di tipo 2

da 100 a 200

Artrosi

da 100 a 150

Disturbi di memoria

150

Disfunzioni erettili

da 100 a 300

Asma

da 100 a 200

Acufene

150

Classificazione

Uso insieme ai farmaci

L’estratto di corteccia di pino riduce la ritenzione idrica provocata dall’assunzione di ACE inibitori

Gli ACE inibitori come Capoten® o Lanex® vengono utilizzati nel trattamento dell’ipertensione per dilatare i vasi sanguigni e favorire l’espulsione dall’organismo di maggiori quantità di sale e acqua, con il conseguente calo della pressione del sangue sulle pareti dei vasi. La ritenzione idrica può comparire come effetto collaterale.

Un primo studio ha evidenziato l’azione positiva dell’estratto di corteccia di pino su pazienti ipertesi, interessati da ritenzione idrica in seguito alla terapia con ACE inibitori. L’assunzione di 150 milligrammi di estratto di corteccia di pino, a differenza del placebo, ha permesso di ridurre gli edemi alle gambe nel giro di otto settimane.

L’estratto di corteccia di pino ha inoltre un effetto antipertensivo. Per evitare una riduzione troppo drastica della pressione, si consiglia di discuterne l’assunzione con un medico. La dose consigliata è di 150 milligrammi al giorno.

L’estratto di corteccia di pino per ridurre gli analgesici per l’artrosi

I risultati di due studi di alta qualità condotti su pazienti affetti da artrosi suggeriscono che l’integrazione della terapia con l’estratto di corteccia di pino consente di ridurre la quantità di antidolorifici come ibuprofene o diclofenac (ad esempio Brufen®, Voltaren®), con la conseguente diminuzione dei loro effetti collaterali, tra cui disturbi gastrointestinali.

Dosi di 100 milligrammi di estratto di corteccia di pino al giorno potrebbero essere utili per ridurre la quantità di antidolorifici impiegati per l’artrosi.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere di estratto di corteccia di pino consigliate in milligrammi (mg)

ACE inibitori

150

Analgesici

100

Classificazione

Consigli sull’assunzione

Quando e come andrebbe assunto l’estratto di corteccia di pino?

Estratto di corteccia di pino sotto forma di capsule
I preparati di buona qualità dovrebbero essere privi di additivi, coloranti e aromi. Immagine: BugTiger/iStock/Getty Images Plus

Nell’ambito della medicina dei micronutrienti si consiglia l’impiego della corteccia di pino sotto forma di estratto, che contiene le sostanze attive come le proantocianidine in quantità superiore rispetto alla corteccia essiccata o alla povere ottenuta dalla sua macinatura. I principali estratti di corteccia di pino contengono da 50 a 70 milligrammi di proantocianidine per 100 milligrammi.

Gli integratori sono normalmente disponibili in capsule, da assumere insieme ai pasti con del liquido per migliorarne la tollerabilità gastrica.

Come riconoscere un buon preparato a base di corteccia di pino

I preparati di corteccia di pino di buona qualità contengono sempre estratto anziché polvere. Inoltre, le informazioni sul prodotto devono sempre indicare il contenuto dei principi attivi, come le proantocianidine. Alcuni produttori combinano l’estratto di corteccia di pino con altri polifenoli dall’azione simile, come le OPC dei semi d’uva o vitamine come la C.

Gli integratori di buona qualità sono inoltre privi di coloranti, aromi o eccipienti, nonché di sostanze che causano allergie o intolleranze.

Classificazione

Sovradosaggio, interazioni e avvertenze in caso di malattie

Può verificarsi un sovradosaggio?

I polifenoli presenti nell’estratto di corteccia di pino vengono generalmente considerati come ben tollerabili. In rari casi la loro assunzione può dare origine e disturbi gastrointestinali, diarrea, stipsi e nausea, nonché vertigini e mal di testa. L’assunzione dell’estratto di corteccia di pino dopo i pasti previene leggeri disturbi da sensibilità.

Ad oggi non sono noti effetti collaterali allarmanti, nemmeno in caso di assunzione di quantità elevate. Il suo impiego a lungo termine (per mesi) a dosi comprese tra 20 e 100 milligrammi al giorno non desta pertanto alcuna preoccupazione. Dosi giornaliere di 100-300 milligrammi possono essere utilizzate per brevi periodi (alcune settimane).

L’estratto di corteccia di pino amplifica l’azione degli anticoagulanti

I polifenoli presenti nell’estratto di corteccia di pino possono potenziare l’effetto anticoagulante di vari farmaci. Chi ne fa uso deve pertanto discutere l’eventuale assunzione dell’integratore con il proprio medico, che può controllare i valori di coagulazione del sangue, se necessario.

Le sostanze in questione includono principi attivi come l’acido acetilsalicilico (Aspirina®), il fenprocumone, il dabigatran (Pradaxa®), il rivaroxaban (Xarelto®) o il warfarin (Coumadin®).

Interazioni con i farmaci per il diabete

L’estratto di corteccia di pino può ridurre l’indice glicemico. L’assunzione dell’estratto di corteccia di pino con i farmaci per il diabete (ad esempio metformina come Metbay®, Metforal® e Metfonorm®) può provocare una riduzione eccessiva della glicemia e richiede pertanto il monitoraggio dei livelli di zucchero nel sangue. È opportuno rivolgersi al proprio medico, che può eventualmente modificare le dosi dei medicinali.

L’estratto di corteccia di pino durante la gravidanza e l’allattamento

I primi studi indicano la sicurezza dell’estratto di corteccia di pino durante la fase avanzata della gravidanza. In attesa di conferme definitive, il suo impiego durante la gestazione dovrebbe essere comunque preventivamente discusso con il proprio medico, che può valutare il rapporto tra rischi e benefici.

Attualmente non esistono informazioni affidabili sulla sicurezza dell’assunzione dell’estratto di corteccia di pino durante l’allattamento. Per sicurezza le donne che allattano al seno dovrebbero evitarne l’uso.

Classificazione

Riepilogo

La corteccia di pino trova da tempo impiego nella medicina tradizionale cinese. I polifenoli presenti nella corteccia di pino svolgono soprattutto un’azione antinfiammatoria e neutralizzano i radicali liberi, proteggendo le cellule dallo stress ossidativo. Favoriscono inoltre la circolazione.

Nella medicina dei micronutrienti l’estratto di corteccia di pino è utile a chi soffre di ipertensione, presumibilmente per l’azione vasodilatatrice dei polifenoli.

La sostanza protegge inoltre le vene e può prevenire la comparsa di trombosi. L’estratto di corteccia di pino riduce anche la glicemia e trova pertanto impiego nel trattamento del diabete mellito di tipo 2.

I polifenoli della corteccia di pino esercitano anche un’azione analgesica in presenza di artrosi. L’estratto di corteccia di pino sembra inoltre in grado di favorire le prestazioni mnemoniche e influire positivamente sulle disfunzioni erettili. Anche i soggetti con asma e le persone interessate da acufene riportano un’attenuazione dei sintomi dopo l’assunzione dell’estratto di corteccia di pino.

L’estratto di corteccia di pino può essere utile anche per integrare un trattamento farmacologico: i suoi principi attivi possono ad esempio ridurre la ritenzione idrica causata dagli ACE inibitori assunti contro l’ipertensione. L’estratto di corteccia di pino può inoltre diminuire la quantità di analgesici necessaria in caso di artrosi.

Classificazione

Indice degli studi e delle fonti

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