Trattare l’insufficienza venosa: via libera al cuore

Vitamine e flavonoidi aiutano ad alleviare i dolori alle gambe e le vene varicose

In caso di insufficienza venosa, il sangue povero di ossigeno non riesce più a tornare al cuore dagli arti inferiori e si accumula nei vasi delle gambe. Questo ristagno causa varici, gambe gonfie e pericolose trombosi. Scoprite qui come alleviare i sintomi dell’insufficienza venosa con vitamine e flavonoidi.

Polpacci gonfi con vene varicose
Inizialmente l’insufficienza venosa si manifesta soprattutto con stanchezza e gonfiore alle gambe. In un secondo momento possono comparire le varici e aumenta anche il rischio di complicanze. Immagine: Marina113/iStock/Getty Images Plus

Cause e sintomi

Cause dell’insufficienza venosa

Le vene sono vasi che trasportano il sangue povero di ossigeno dai tessuti, ad esempio dalle gambe, al cuore. Nelle persone che soffrono di insufficienza venosa questo processo non funziona più correttamente. Questa patologia colpisce solitamente le vene delle gambe e ha diverse cause.

  • In molti casi il punto debole è rappresentato dalle valvole delle vene. Quando deve pompare il sangue dalle gambe verso il cuore, il nostro organismo deve lottare contro la forza di gravità e le valvole venose presenti nei vasi evitano che il sangue scivoli nuovamente verso il basso. Tuttavia, se queste valvole non funzionano, il sangue ristagna nelle vene. La crescente pressione dilata i vasi e peggiora il malfunzionamento delle valvole. Questo ristagno porta alla formazione delle vene varicose, che risultano così visibili. La pressione esercitata sulle vene causa inoltre la fuoriuscita di liquido, che ristagna nei tessuti e li gonfia. Tali rigonfiamenti alle gambe impediscono di alimentare correttamente i tessuti e provocano dolori muscolari e inestetismi.
  • Le vene varicose possono essere causate anche da un trombo che occlude la vena e impedisce al sangue di scorrere liberamente. L’insufficienza venosa può essere anche una conseguenza di diverse malattie del tessuto connettivo che danneggiano le fibre di collagene, responsabili della tenuta dei tessuti.
  • Nella maggior parte dei casi l’insufficienza venosa è dovuta a una predisposizione genetica. Nel corso della vita i problemi alle vene peggiorano ulteriormente. L’obesità e la postura (passare molte ore in piedi o seduti) sovraccaricano ancora di più i vasi.

Informazioni

 L’insufficienza venosa è frequente anche durante la gravidanza. Le donne incinte presentano concentrazioni particolarmente elevate di estrogeno, l’ormone sessuale, che allenta il tessuto connettivo e indebolisce le vene.

Se la patologia continua a peggiorare si parla di insufficienza venosa cronica (IVC), che può portare non solo all’insorgenza di vene varicose, edemi e piaghe, ma anche a gravi complicanze come trombi o infarto cardiaco. I trombi possono essere anche causa e conseguenza delle vene varicose.

Grafico che illustra le vene varicose
Nella maggior parte dei casi, chi soffre di insufficienza venosa presenta un malfunzionamento delle valvole venose che, normalmente, dovrebbero evitare il reflusso nei tessuti del sangue diretto al cuore. Se queste valvole non funzionano, il sangue ristagna, le vene si dilatano e si formano le varici. Immagine: vectortatu/iStock/Getty Images Plus

Sintomi dell’insufficienza venosa

Le vene varicose sono il primo sintomo visibile di un’insufficienza venosa. Il grado di gravità dei sintomi indica la progressione della malattia.

  • Grado 1: il soggetto presenta vene varicose che però non comportano ancora disturbi significativi.
  • Grado 2: alle vene varicose si aggiungono lievi rigonfiamenti, dolori e crampi ai polpacci, con sensazione di pesantezza alle gambe, formicolio o prurito.
  • Grado 3: i disturbi sono più intensi rispetto al grado 2 e si aggiungono anche complicanze come danni cutanei, sfoghi, pelle secca e alterazioni cromatiche (ad esempio si formano macchie marroni e blu). Le vene e la pelle tendono ad infiammarsi.
  • Grado 4: oltre ai suddetti sintomi, il soggetto presenta ulcerazioni. A causa dei problemi circolatori le ferite guariscono con difficoltà.
Classificazione

Obiettivi del trattamento

Qual è il trattamento classico dell’insufficienza venosa?

Donna che esegue una fasciatura di compressione
Le calze a compressione graduata e le fasciature di compressione sono ausili terapeutici che stringono i polpacci e, con essi, anche le vene. Questo evita che il sangue ristagni. Immagine: zlikovec/iStock/Getty Images Plus

Il trattamento classico ha lo scopo di alleviare i sintomi e prevenire le complicanze. In caso di insufficienza venosa è importante favorire il flusso di sangue alle gambe. Le calze a compressione graduata e le fasciature di compressione stringono i vasi e in questo modo evitano che il sangue ristagni. Il linfodrenaggio manuale e l’abitudine regolare di tenere in alto le gambe aiutano a far defluire l’acqua dagli arti inferiori.

Speciali esercizi (per la circolazione venosa) eseguiti con le calze a compressione graduata attivano la pompa muscolare, che consente al sangue di scorrere in modo più efficace attraverso i vasi. Lo sport contribuisce inoltre alla formazione di nuovi vasi.

Le vene varicose presenti sotto la pelle sono eliminate dal medico attraverso un trattamento chimico (scleroterapia). In presenza di vene varicose di dimensioni maggiori si interviene a livello chirurgico con l’asportazione.

I ristagni di liquidi che ne conseguono vengono trattati per breve tempo con diuretici a base di principi attivi quali lo xipamide. Chi è esposto a un rischio maggiore di sviluppare dei trombi ricorrerà invece agli anticoagulanti contenenti fenprocumone o warfarin (Coumadin®). Le aree della pelle secche ed escoriate possono essere trattate con una crema idratante.

Gli obiettivi della medicina dei micronutrienti

La medicina dei micronutrienti utilizza vitamine e flavonoidi che migliorano il flusso sanguigno nelle vene e rafforzano i vasi.

  • Le vitamine C ed E rafforzano il tessuto connettivo e le vene.
  • L’estratto di corteccia di pino allevia i sintomi, rafforza le vene e protegge dai trombi.
  • L’estratto di foglie di vite rossa allevia i gonfiori alle gambe e migliora l’apporto di ossigeno.
  • Rutina ed esperidina impermeabilizzano le vene.
  • Gli oligomeri procianidolici (OPC) contrastano le gambe pesanti e i dolori.
  • Gli acidi grassi omega-3 bloccano le infiammazioni cutanee e vascolari.
  • Le vitamine del gruppo B prevengono i danni ai vasi e favoriscono la guarigione delle ulcere.

Informazioni

La terapia a base di micronutrienti può migliorare il trattamento classico dell’insufficienza venosa e delle vene varicose, senza però sostituirlo. Inoltre, è indispensabile indossare regolarmente calze a compressione graduata.

Classificazione

Trattamento con i micronutrienti

Le vitamine C ed E rafforzano le vene

Meccanismo d’azione della vitamina C ed E in caso di insufficienza venosa

In caso di insufficienza venosa, i tessuti dell’organismo non sono più irrorati correttamente, con conseguenti stress ossidativo, danni ai tessuti e infiammazioni. Le vitamine C ed E, due antiossidanti, riducono lo stress ossidativo e possono arginare le conseguenze. La vitamina C interviene anche nella guarigione delle ferite e agisce positivamente sul tessuto connettivo perché contribuisce alla produzione di collagene, che garantisce la stabilità del tessuto connettivo e dei vasi. Inoltre, allevia i processi infiammatori. La vitamina E migliora la fluidità dei globuli rossi (eritrociti) e, quindi, l’irrorazione dei tessuti. Inoltre, evita gli accumuli di piastrine.

I primi studi osservazionali hanno evidenziato che chi soffre di ulcere aperte dovute a insufficienza venosa non assume sufficiente vitamina C attraverso l’alimentazione. Inoltre, un altro studio osservazionale ha mostrato che in queste persone i livelli ematici di vitamina E sono inferiori rispetto a quelli dei soggetti sani.

Uno studio clinico condotto su quasi 40.000 soggetti ha dimostrato che la vitamina E può ridurre di un quinto il rischio di trombosi venosa. In particolare, potrebbe essere efficace nelle donne con una propensione genetica ai trombi o che hanno già sofferto di trombosi in passato. Gli integratori combinati di queste due vitamine si sono rivelati particolarmente promettenti, come dimostrato da uno studio preliminare in cui la combinazione di 600 milligrammi di vitamina C, 600 milligrammi del flavonoide rutina e 150 milligrammi di vitamina E ha migliorato l’elasticità e la funzionalità delle vene.

Dosaggio e consigli sull’assunzione delle vitamine C ed E in caso di insufficienza venosa

Come ausilio alla terapia farmacologica, si consiglia di assumere ogni giorno 200 milligrammi di vitamina C e 50 milligrammi di vitamina E, preferibilmente combinate. La vitamina E, infatti, necessita della vitamina C per potersi rigenerare dopo aver eliminato lo stress ossidativo.

Inoltre, poiché la vitamina E è liposolubile, andrebbe sempre assunta insieme ai pasti, così da essere più facilmente assorbita grazie alla presenza dei grassi contenuti nei cibi. Anche la vitamina C risulta più tollerabile a livello intestinale se assunta insieme ai pasti.

Vitamine C ed E: da considerare in caso di assunzione di farmaci

Si sconsiglia di combinare vitamina C e bortezomib (come Velcade®), un principio attivo presente nei farmaci antitumorali. A dosi elevate, infatti, la vitamina C riduce l’efficacia del farmaco, e il suo impiego durante una terapia di questo tipo dovrebbe avvenire solo dopo un’approfondita valutazione da parte del medico curante.

Se assunta a dosi elevate (superiori a 50 milligrammi), la vitamina E potenzia l’efficacia dei farmaci anticoagulanti contenenti fenprocumone o warfarin (Coumadin®), utilizzati anche in caso di insufficienza venosa. Pertanto, si consiglia sempre di consultare il proprio medico per essere certi che la loro interazione non sia dannosa.

L’estratto di corteccia di pino sostiene i vasi

Meccanismo d’azione dell’estratto di corteccia di pino in caso di insufficienza venosa

Estratto di corteccia di pino in un bicchiere
L’estratto di pino si ottiene dalla corteccia del pino marittimo francese, ricco di procianidine, che sono responsabili dell’effetto benefico. Immagine: rusak/iStock/Getty Images Plus

L’estratto di corteccia di pino è ricco di procianidine, flavonoidi con proprietà antiossidanti che proteggono dallo stress ossidativo e dai conseguenti danni ai tessuti dovuti a una carente irrorazione sanguigna e a infiammazione. L’estratto di corteccia di pino ha moltissime altre proprietà benefiche che sono utili in caso di insufficienza venosa: stabilizza le fibre di collagene presenti nella pelle che supportano il tessuto connettivo e i vasi, ha proprietà antinfiammatorie e potrebbe evitare gravi infiammazioni venose.

L’estratto di corteccia di pino dà sollievo alle gambe gonfie e doloranti e interviene anche su conseguenze quali ulcere e danni alla pelle, come riportato in diversi studi e in una prima meta-analisi. In aggiunta all’uso di calze a compressione graduata, anche l’estratto di corteccia potrebbe ridurre il rischio di trombi, che potrebbero essere una complicanza e una causa dell’insufficienza venosa. Questa ipotesi è supportata da una meta-analisi condotta su più studi che dimostra che l’estratto di corteccia di pino riduce il rischio di trombi durane i voli a lungo raggio.

 

Dosaggio e consigli sull’assunzione dell’estratto di corteccia di pino in caso di insufficienza venosa

Chi soffre di insufficienza venosa dovrebbe assumere ogni giorno da 150 a 300 milligrammi di estratto di corteccia di pino, preferibilmente mediante integratori perché indicano l’esatto contenuto di procianidine, il principio attivo che ne garantisce l’efficacia. Una dose compresa tra 150 e 300 milligrammi di estratto dovrebbe contenere da 100 a 200 milligrammi di procianidine.

Si consiglia inoltre di assumere questi integratori insieme ai pasti con un po’ di liquido, in modo da migliorare la tolleranza a livello gastrico.

Estratto di corteccia di pino: da considerare in caso di gravidanza, allattamento e assunzione di farmaci

Ad oggi non sono disponibili informazioni sulla sicurezza dell’estratto di corteccia di pino durante la gravidanza e l’allattamento, quindi se ne sconsiglia l’assunzione.

È stato dimostrato che l’estratto di corteccia di pino potenzia l’efficacia degli anticoagulanti a base di fenprocumone o warfarin (Coumadin®). Chi li assume dovrebbe sempre consultare prima il proprio medico, che valuterà se consigliare o meno questo integratore.

L’assunzione contemporanea di estratto di corteccia di pino e farmaci ipoglicemici potrebbe causare un’ipoglicemia. Tra i farmaci interessati figurano la metformina (Metforal®, Metfonorm® e Glucophage®) e le sulfoniluree (Euglucon®, Bi-Euglucon® o Maninil®). Potrebbe eventualmente essere necessario adeguare la dose dei farmaci. Si consiglia di controllare regolarmente l’indice glicemico e di consultare il proprio medico.

L’estratto di foglie di vite rossa allevia i gonfiori agli arti inferiori

Meccanismo d’azione dell’estratto di foglie di vite rossa in caso di insufficienza venosa

Se il sangue ristagna nelle vene, l’acqua contenuta nei vasi passa nei tessuti, dove si accumula formando degli edemi che fanno gonfiare piedi e gambe. L’apporto di sangue, ossigeno e sostanze nutritive ai tessuti peggiora e questo genera stress ossidativo. L’estratto di foglie di vite rossa riduce questo stress, protegge le cellule e migliora la circolazione sanguigna nelle vene, che a sua volta aumenta l’apporto di ossigeno alla pelle. In questo modo si alleviano i disturbi che colpiscono gli arti inferiori, come gonfiore e dolore.

Studi clinici dimostrano che l’estratto di foglie di vite rossa riduce sensibilmente il gonfiore alle gambe associato all’insufficienza venosa rispetto a un placebo. Inoltre, uno studio osservazionale e uno studio clinico hanno confermato che i dolori e la sensazione di pesantezza alle gambe diminuivano nelle persone che assumevano questo integratore.

Dosaggio e consigli sull’assunzione dell’estratto di foglia di vite rossa in caso di insufficienza venosa

Per evitare disturbi circolatori, caviglie gonfie e dolori legati all’insufficienza venosa si dovrebbero assumere ogni giorno da 350 a 700 milligrammi di estratto di foglia di vite rossa, meglio se insieme ai pasti con un po’ di liquido, perché in questo modo risulta più tollerabile a livello gastrico.

Estratto di foglie di vite rossa: da considerare in caso di gravidanza e allattamento

Immagine di una foglia di vite rossa
L’estratto di foglie di vite rossa contiene molti flavonoidi che favoriscono la circolazione sanguigna, riducendo così il gonfiore delle gambe, come confermato da alcuni studi clinici. Immagine: Gwenvidig/iStock/Getty Images Plus

Non si hanno ancora a disposizione dati sufficienti relativi all’assunzione di estratto di foglie di vite rossa durante la gravidanza e l’allattamento, pertanto è preferibile evitarla.

Rutina ed esperidina impermeabilizzano le vene

Meccanismo d’azione di rutina ed esperidina in caso di insufficienza venosa

La rutina e l’esperidina sono flavonoidi dai numerosi effetti positivi sulla salute delle vene. Aumentano ad esempio l’elasticità delle vene e potenziano la resistenza dei vasi.

Uno studio condotto sugli animali ha mostrato che i composti simili alla rutina (rutoside) evitavano la formazione di trombi. In un primo studio condotto sull’uomo è stato confermato che il rutoside migliorava la sindrome post-trombotica conseguente a un trombo nei soggetti cui era stato somministrato, mentre il gruppo di confronto non riportava alcun beneficio. Si suppone quindi che la rutina goda di proprietà simili.

 

 

 

Informazioni

Insufficienza venosa e vene varicose si manifestano anche durante la gravidanza. Una meta-analisi ha dimostrato come il rutoside potrebbe ridurre i sintomi legati alle vene varicose nelle donne incinte.

Inoltre, ha un effetto lenitivo sulle gambe gonfie, perché impermeabilizza le pareti venose impedendo all’acqua presente nei vasi di raggiungere i tessuti circostanti. In questo modo riduce dolori e gonfiore degli arti inferiori. Tuttavia, un’analisi condotta su più studi non ha potuto confermare in modo definitivo il suo effetto sgonfiante.

L’esperidina stimola la produzione nelle pareti dei vasi di monossido di azoto (NO), un neurotrasmettitore che protegge i vasi sanguigni e previene il restringimento delle vene o la formazione di trombi. L’esperidina ha anche proprietà antinfiammatorie. Uno studio condotto su un numero ridotto di soggetti e uno studio clinico di maggiori dimensioni hanno mostrato che gli integratori contenenti flavonoidi come l’esperidina possono favorire la guarigione delle ulcere in chi soffre di insufficienza venosa. I soggetti avevano ricevuto questi integratori in aggiunta alla terapia standard.

Dosaggio e consigli sull’assunzione di rutina ed esperidina in caso di insufficienza venosa

Per alleviare disturbi quali gambe gonfie e vene varicose si consiglia di assumere ogni giorno 200 milligrammi di rutina e 450 milligrammi di esperidina, preferibilmente insieme ai pasti con sufficiente acqua per migliorare la tollerabilità gastrica.

Rutina ed esperidina: da ricordare in caso di gravidanza, malattie e assunzione di farmaci

Studi condotti su donne in avanzato stadio di gravidanza hanno testato l’efficacia dei composti simili alla rutina, dimostrando che avevano effetti positivi su vene varicose ed emorroidi. Si può quindi presumere che gli integratori a base di rutina siano sicuri per le donne incinte, anche se il meccanismo d’azione non è ancora stato chiarito. Sarebbe quindi meglio consultare sempre il proprio ginecologo, che valuterà la situazione e deciderà se consigliare o meno la rutina.

Chi soffre di epatopatie o nefropatie (come l’insufficienza renale) non è in grado di eliminare completamente la rutina, pertanto dovrebbe sempre consultare prima un medico per evitare il rischio di sovradosaggio. Si sconsiglia invece l’assunzione a chi soffre di ritenzione idrica a seguito di cardiopatie.

Gli antiossidanti rutina ed esperidina possono ridurre l’efficacia dei farmaci antitumorali e dovrebbero pertanto essere assunti in associazione ad una terapia di questo tipo solo dopo aver consultato un medico.

Gli OPC combattono il gonfiore delle gambe e altri disturbi

Meccanismo d’azione degli OPC in caso di insufficienza venosa

L’estratto di vinaccioli contiene dosi elevate di oligomeri procianidolici (OPC), che sono utili per la salute delle vene. Questi flavonoidi riducono infatti le infiammazioni e lo stress ossidativo, due fattori che danneggiano i vasi. Inoltre, rafforzano i composti di collagene, elementi che rendono più resistenti i vasi, proteggono le pareti delle vene e migliorano la circolazione sanguigna al loro interno. Si sono inoltre dimostrati efficaci in caso di trombosi perché sono in grado di fluidificare il sangue ed evitare che si formino coaguli.

In uno studio clinico, l’assunzione giornaliera di OPC da parte di pazienti con insufficienza venosa ha ridotto della metà dolori, crampi e gonfiori, rispetto al gruppo di controllo che non li ha assunti. Un altro studio clinico ha mostrato che gli OPC riducono l’aumentata circonferenza delle gambe causata da ritenzione idrica.

Dosaggio e consigli sull’assunzione di OPC in caso di insufficienza venosa

Capsule di OPC su un tavolo di legno
Le capsule di OPC possono ridurre i dolori e i gonfiori alle gambe perché contrastano le infiammazioni e lo stress ossidativo. Immagine: LuCaAr/iStock/Getty Images Plus

In caso di insufficienza venosa si consiglia una dose giornaliera di OPC pari a 150-300 milligrammi. È preferibile assumerli sotto forma di compresse o capsule a stomaco vuoto in modo che l’organismo possa assorbirli meglio. Al contrario, gli alimenti ricchi di proteine come carne e latticini ne limitano l’assorbimento. Chi ha lo stomaco sensibile dovrebbe invece assumere gli OPC insieme ai pasti, riducendo però al minimo la quantità di proteine.

OPC: da considerare in caso di gravidanza, allattamento e assunzione di farmaci

Si sconsiglia l’assunzione di OPC a donne incinte e che allattano perché non sono disponibili studi a sufficienza che ne confermino la totale sicurezza.

Gli OPC contrastano la coagulazione del sangue, quindi chi assume farmaci anticoagulanti con principi attivi come l’acido acetilsalicilico (Aspirina®) o l’eparina (Calciparina®) dovrebbe consultare il proprio medico prima di assumere integratori a base di OPC.

Gli acidi grassi omega-3 arrestano le infiammazioni

Meccanismo d’azione degli acidi grassi omega-3 in caso di insufficienza venosa

Gli acidi grassi omega-3, in particolare l’acido eicosapentaenoico (EPA), possono ridurre o addirittura arrestare le infiammazioni. Regolano la secrezione dei trasmettitori cellulari che attirano le cellule immunitarie verso il focolaio dell’infezione, proteggendo così anche i vasi.  Case study condotti su singoli pazienti dimostrano che gli omega-3 possono favorire la guarigione delle ulcerazioni degli arti inferiori grazie alle loro proprietà antinfiammatorie.

Potrebbero anche influenzare la propensione personale ai trombi e si ipotizza che possano evitare la formazione di coaguli. I risultati di uno studio osservazionale hanno evidenziato che i pazienti con trombi venosi ricorrenti e livelli ematici di omega-3 più elevati erano soggetti con minor frequenza a coaguli e che il loro rischio di decesso era inferiore rispetto a chi presentava livelli di omega-3 più bassi.

Dosaggio e consigli sull’assunzione di acidi grassi omega-3 in caso di insufficienza venosa

Per evitare infiammazioni ai tessuti e proteggere le vene si dovrebbero assumere ogni giorno da 1.000 a 2.000 milligrammi di omega-3, preferibilmente durante un pasto ricco di grassi, che ne favoriscono l’assorbimento a livello intestinale. Occorre inoltre assicurarsi che gli integratori contengano una percentuale elevata di EPA, ad esempio quello contenuto nell’olio di pesce, che è responsabile dell’effetto antinfiammatorio degli omega-3.

Consiglio

Gli integratori a base di olio di pesce di qualità dovrebbero essere particolarmente purificati e, quindi, privi di sostanze nocive e altri residui indesiderati.

Determinazione dei livelli di acidi grassi omega-3 in laboratorio

In caso di insufficienza venosa si consiglia di determinare il proprio livello di omega-3 ricorrendo all’indice omega-3, che viene rilevato in laboratorio misurando la percentuale di omega-3 negli eritrociti, ovvero nei globuli rossi. Nelle condizioni migliori dovrebbe essere superiore all’8 percento, an indicare che su 100 acidi grassi presenti nei globuli rossi, 8 sono preziosi omega-3.

Acidi grassi omega-3: da considerare in caso di assunzione di farmaci, malattie e prima di interventi chirurgici

Salmone servito su un tagliere di legno
L’olio di pesce contiene una quantità particolarmente elevata dell’acido grasso omega-3 EPA, che ha potenti proprietà antinfiammatorie. Se vengono consigliati in caso di insufficienza venosa, è opportuno scegliere integratori a base di olio di pesce sottoposto a vari processi di purificazione. Immagine: AlexPro9500/iStock/Thinkstock

A dosi superiori a 1.000 milligrammi gli omega-3 hanno proprietà anticoagulanti e riducono la necessità di farmaci anticoagulanti come quelli a base di warfarin (Coumadin®) o fenprocumone. Chi assume questi farmaci dovrebbe pertanto consultare il proprio medico, che controllerà in modo regolare i valori della coagulazione e solo in seguito deciderà se consigliare o meno integratori a base di omega-3.

Gli omega-3 sono inoltre sconsigliati in caso di malattie epatiche, pancreatite o colecistite improvvise (acute). Anche chi soffre di coagulopatie dovrebbe discutere con il proprio medico se assumere omega-3.

Per lo stesso motivo, anche chi deve sottoporsi a intervento chirurgico, ad esempio prima di un’operazione per le vene varicose, dovrebbe consultare il medico, che valuterà se interrompere per alcune settimane l’assunzione di integratori a base di omega-3.

Le vitamine del gruppo B evitano i danni vascolari causati dall’omocisteina

Meccanismo d’azione delle vitamine del gruppo B in caso di insufficienza venosa

L’omocisteina è una citotossina che può causare gravi danni all’organismo. A concentrazioni elevate può alterare il funzionamento delle cellule vascolari e favorire l’insorgenza di trombi. Uno studio osservazionale ha mostrato che i pazienti con ulcere varicose presentavano livelli di omocisteina superiori alla norma, che potrebbero peggiorare il decorso di un’insufficienza venosa cronica e causare ulteriori ulcere varicose.

L’aumento dei livelli di omocisteina può essere causato da una carenza di vitamina B6, vitamina B12 e acido folico. L’organismo necessita delle vitamine del gruppo B per degradare la citotossina in sostanze innocue, pertanto esse vengono prescritte in modo mirato in caso di aumento dei valori dell’omocisteina. Uno studio preliminare ha evidenziato inoltre che una terapia a base di vitamine del gruppo B potrebbe aiutare a prevenire le ulcere causate da insufficienza venosa o accelerare la guarigione delle ferite.

Molti studi hanno confermato la correlazione tra patologie vascolari e livelli di omocisteina elevati, ma non è ancora stato dimostrato se le vitamine del gruppo B siano in grado di alleviare tutti i disturbi associati a insufficienza venosa. In ogni caso, favoriscono la divisione cellulare e la guarigione delle ferite.

Dosaggio e consigli sull’assunzione delle vitamine del gruppo B in caso di insufficienza venosa

Per ridurre i livelli elevati di omocisteina accompagnati da insufficienza venosa si consiglia di assumere ogni giorno da 5 a 15 milligrammi di vitamina B6, da 10 a 500 microgrammi di vitamina B12 e da 200 a 600 microgrammi di acido folico.

Consiglio

Acido folico sotto forma di acido 5-metiltetraidrofolico (5-MTHF): a causa di un’alterazione genetica, gran parte delle persone non è in grado di attivare correttamente l’acido folico perché l’enzima preposto non funziona in modo sufficiente. L’acido folico andrebbe quindi assunto nella sua forma 5-MTHF direttamente utilizzabile.

Determinazione dei livelli di omocisteina in laboratorio

Per evitare di danneggiare ulteriormente i vasi, chi soffre di insufficienza venosa dovrebbe sottoporsi a esami del sangue per controllare i livelli di omocisteina nel plasma, la parte liquida priva di cellule ematiche. Sono considerati normali valori compresi tra 5 e 9 micromoli per litro.

Vitamine del gruppo B: da considerare in caso di gravidanza, allattamento, malattie e assunzione di farmaci

Durante la gravidanza e l’allattamento si consiglia di assumere dosi elevate di vitamine del gruppo B solo in caso di carenza conclamata.

Chi soffre di malattie renali dovrebbe assumere la vitamina B12 sotto forma di metilcobalamina anziché di cianocobalamina, perché a dosi elevate quest’ultima potrebbe essere dannosa nei pazienti nefropatici.

Coloro che assumono antiepilettici con fenobarbitale (Luminale®) o fenitoina (Aurantin®) e i malati di Parkinson trattati con farmaci contenenti levodopa (Duodopa®) non dovrebbero superare i 5 milligrammi di vitamina B6 al giorno per evitare di ridurne l’efficacia.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere consigliate in caso di insufficienza venosa

 

Vitamine

Vitamina C

200 milligrammi (mg)

Vitamina E

50 milligrammi

Vitamina B6

da 5 a 15 milligrammi

Vitamina B12

da 10 a 500 microgrammi (µg)

Acido folico

da 200 a 600 microgrammi

  
 

Altre sostanze

Estratto di corteccia di pino

da 150 a 300 milligrammi

Estratto di foglia di vite rossa

da 350 a 700 milligrammi

Rutina

200 milligrammi

Esperidina

450 milligrammi

Acidi grassi omega-3

da 1.000 a 2.000 milligrammi (con una percentuale elevata di EPA)

 

 

Esami di laboratorio consigliati in breve

Esami del sangue consigliati in caso di insufficienza venosa

 

Valori normali

Indice omega-3

superiore all’8 percento

Omocisteina (siero)

da 5 a 9 micromoli per litro (µmol/l)

 

 

Classificazione

Riepilogo

Le vene delle gambe trasportano il sangue povero di ossigeno dai tessuti dell’organismo al cuore. Se le loro pareti sono troppo deboli, il sangue ristagna nei vasi. Vene varicose, gambe gonfie e ulcere sono i tipici sintomi dell’insufficienza venosa, il cui trattamento prevede l’utilizzo di calze a compressione graduata, interventi chirurgici per eliminare le varici e farmaci che favoriscono la circolazione.

La medicina dei micronutrienti utilizza vitamine e flavonoidi che influiscono in modo positivo sul decorso dell’insufficienza venosa e alleviano i disturbi. Le vitamine C ed E contrastano lo stress ossidativo e rafforzano le vene. L’estratto di corteccia di pino, l’estratto di foglia di vite rossa, i flavonoidi rutina ed esperidina e gli OPC alleviano i sintomi dell’insufficienza venosa. L’estratto di corteccia di pino, l’esperidina e le vitamine del gruppo B molto probabilmente favoriscono la guarigione delle ulcerazioni. Gli acidi grassi omega-3 arrestano le infiammazioni. Studi hanno dimostrato l’efficacia di estratto di corteccia di pino, OPC e vitamina E in caso di coaguli. Le vitamine del gruppo B potrebbero prevenire i danni vascolari causati dalla citotossina omocisteina.

Classificazione

Indice degli studi e delle fonti

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