Alleviare la sindrome delle gambe senza riposo con l’ausilio della medicina dei micronutrienti

Come determinati minerali, aminoacidi e vitamine possono essere d’aiuto in presenza di sindrome della gambe senza riposo

Le persone colpite da sindrome delle gambe senza riposo soffrono di un irrefrenabile bisogno di muovere gli arti inferiori, soprattutto di notte, con gravi ripercussioni sulla tranquillità del sonno e, di conseguenza, sulla qualità della vita. Determinati minerali, aminoacidi e vitamine possono essere d’aiuto nell’alleviare i disturbi nonché nel supportare il sistema nervoso e la salute del sonno. Scoprite qui quali sono.

Stetoscopio appoggiato su un tablet con la diagnosi di sindrome delle gambe senza riposo
La sindrome delle gambe senza riposo è una malattia caratterizzata dal forte impulso di muovere gli arti inferiori. Immagine: Zerbor/iStock/Getty Images Plus

Cause e sintomi

La sindrome delle gambe senza riposo (RLS) è una malattia neurologica. Chi ne è colpito prova una forte sensazione di irrequietezza e non riesce a tenere ferme le gambe. L’impulso al movimento è insopprimibile e, una volta soddisfatto, porta con sé altri sintomi, tra cui parestesie come tensioni, strappi o formicolii su uno o su entrambi i lati.

La sindrome delle gambe senza riposo deve il suo nome proprio a queste caratteristiche. I sintomi compaiono quasi sempre quando il corpo si rilassa, quindi di regola la sera, provocando spesso disturbi del sonno e un conseguente stato di stanchezza. La mancanza di riposo sfinisce i pazienti a livello fisico e mentale.

L’origine dei disturbi non è ancora nota con certezza, ma si ritiene sia da ricercare in anomalie del sistema nervoso, ad esempio a carico dei processi che dipendono dalla dopamina.

I medici ne distinguono due forme: quella idiopatica ha cause non ancora accertate, mentre quella secondaria o sintomatica compare spesso in seguito a un’altra patologia, come ad esempio:

La sindrome delle gambe senza riposo può manifestarsi anche per una carenza di ferro o durante la gravidanza. Esistono inoltre farmaci che la favoriscono, tra cui: determinati antidepressivi, come ad esempio la doxepina (Adapin®), l’amitriptilina (Laroxyl®) o la clomipramina (Anafranil®), o neurolettici contro le malattie psichiche con principi attivi come il risperidone (Risperdal®) o l’aloperidolo (Haldol®).

Donna che giace irrequieta a letto
L’impulso di muovere le gambe compare principalmente quanto il corpo si rilassa e si distende. Immagine: Yulia-Images/iStock/Getty Images Plus
Classificazione

Obiettivi del trattamento

Qual è il trattamento classico della sindrome delle gambe senza riposo?

La terapia dipende dalla forma della malattia. Se è sintomatica, richiede innanzitutto il trattamento della malattia da cui ha origine, ad esempio la compensazione di un’eventuale carenza di ferro, ed è di solito curabile.

L’intervento diretto sulla sindrome comporta invece l’impiego di vari principi attivi, tra cui levodopa e benserazide (Madopar®), come terapia standard o come alternativa, in combinazione con i cosiddetti antagonisti della dopamina, tra cui il ropinirolo (ad esempio Requip®) o il pramipexolo (ad esempio Mirapexin®).

Il parere degli esperti

La levodopa non è indicata per tutti i soggetti con sindrome delle gambe senza riposo. Il principio attivo può avere ripercussioni negative su chi soffre anche di schizofrenia, poiché la cura di questa malattia comporta l’inibizione della dopamina. Lo stesso principio si applica alle persone che assumono farmaci contro la schizofrenia e altri neurolettici, che svolgono la loro azione attraverso i recettori della dopamina nel cervello. La levodopa può annullare l’azione dei farmaci.

Se questi principi attivi non sono efficaci, il medico prescrive oppioidi (ossicodone, ad esempio Oxycontin® e Carenoxal®) o sostanze anticonvulsivanti come l’acido valproico (Depakin®, Depamag®), nonché la carbamazepina (come Tegretol® e Carbamazepina Eg®). Nei casi più gravi i farmaci vengono somministrati assieme.

Esistono altre opzioni di trattamento non farmacologiche, tra cui attività sportiva, bagni caldi e freddi, massaggi, calze a compressione, fototerapia o agopuntura.

Gli obiettivi della medicina dei micronutrienti

La medicina dei micronutrienti integra con efficacia la terapia tradizionale della sindrome delle gambe senza riposo partendo dalla compensazione di eventuali carenze che potrebbero favorire la malattia. Determinati minerali, aminoacidi e vitamine possono inoltre supportare la produzione endogena della dopamina, ridurre i disturbi del sonno, favorire la salute dei muscoli e proteggere i neuroni dallo stress ossidativo. Particolarmente importanti sono i seguenti micronutrienti:

  • Il ferro compensa un’eventuale carenza e supporta la produzione di dopamina.
  • Il selenio aiuta a ridurre lo stress ossidativo.
  • Il triptofano favorisce la salute del sonno.
  • Le vitamine del gruppo B sono necessarie al buon funzionamento del sistema nervoso.
  • Il magnesio previene i crampi muscolari e favorisce il riposo.
  • Le vitamine C ed E proteggono il sistema nervoso dai radicali liberi.

Consiglio

È inoltre importante assumere una quantità sufficiente di tirosina, un aminoacido in piselli, fagioli di soia, parmigiano e Gouda che, assieme al ferro, serve a produrre il neurotrasmettitore dopamina.

Classificazione

Trattamento con i micronutrienti

Il ferro compensa una carenza

Meccanismo d’azione del ferro

Il ferro è importante per il cervello e il sistema nervoso: tra le altre funzioni, è necessario per la produzione del neurotrasmettitore dopamina. Le cause precise della sindrome delle gambe senza riposo non sono ancora note, ma i ricercatori presumono che possa essere provocata da uno scarso apporto di ferro e dalla conseguente mancanza di dopamina. I primi studi osservazionali supportano questa ipotesi, evidenziando una carenza di ferro nel 25 percento delle persone interessate dalla malattia, anche se tale risultato non trova conferma in un altro studio affine.

Ulteriori sperimentazioni riportano invece la presenza di disturbi più marcati nei soggetti con sindrome delle gambe senza riposo carenti di ferro. Molti di questi pazienti (anche quelli con i valori del ferro nella norma), inoltre, presentano livelli di ferro inferiori nel cervello rispetto alle persone sane. Più basso è anche il numero delle varie proteine utilizzate per l’assorbimento e il trasporto del ferro alle cellule o per il suo metabolismo.

Partendo da questi dati, i ricercatori hanno indagato sull’eventuale capacità del ferro di alleviare i sintomi della sindrome delle gambe senza riposo. Lavori di revisione di più studi mostrano come in alcuni pazienti la sua assunzione, a differenza del placebo, abbia mitigato i sintomi e la spiacevole sensazione alle gambe. Non è stato tuttavia possibile dimostrare che il ferro migliori anche la qualità della vita e del sonno delle persone interessate dal disturbo. Secondo altri studi preparatori e una piccola sperimentazione di alto profilo, sono soprattutto i pazienti con bassi livelli di ferro a trarre il maggior beneficio dal suo impiego. Uno studio preliminare lascia inoltre supporre la sua efficacia nell’attenuare i sintomi della sindrome delle gambe senza riposo al pari del principio attivo pramipexolo.

Il parere degli esperti

Peggioramento della sindrome delle gambe senza riposo: in alcuni pazienti con RLS il trattamento farmacologico, ad esempio con levodopa, porta a un peggioramento dei sintomi, caratterizzato in primo luogo dalla comparsa anticipata dei disturbi durante la giornata. Una carenza di ferro potrebbe aumentare il rischio di un’esacerbazione della malattia, tanto che i ricercatori, sulla base dei risultati di sperimentazioni preliminari, raccomandano un apporto equilibrato del minerale.

Dosaggio e consigli sull’assunzione del ferro

Test ematico della ferritina
In presenza della sindrome delle gambe senza riposo il valore ottimale della ferritina dovrebbe essere tra 80 e 120 microgrammi per litro, mentre in presenza di livelli inferiori i medici consigliano spesso integratori di ferro. Immagine: jarun011/iStock/Getty Images Plus

Per la sindrome delle gambe senza riposo si consigliano da 50 a 100 milligrammi di ferro al giorno in base alle indicazioni del medico, che ha il compito di controllarne regolarmente i valori ematici per evitare un sovradosaggio.

Il ferro andrebbe assunto da due a tre ore prima dei pasti per ottimizzarne l’assorbimento nell’intestino, favorito inoltre dalla vitamina C. Se ciò non è possibile a causa della sua bassa tollerabilità a stomaco vuoto, non deve essere abbinato agli alimenti in grado di bloccarne l’ingresso nel flusso sanguigno, come caffè, tè, latte, cola e prodotti a base di farina integrale. 

Determinazione dei livelli di ferro in laboratorio

In presenza della sindrome delle gambe senza riposo è opportuno verificare i livelli del ferro ogni tre mesi. Un quadro più completo dell’apporto del minerale si può tracciare con il controllo di più parametri, tra cui la ferritina (la proteina di deposito del ferro) e la transferrina satura (proteina di trasporto del ferro).

I valori normali della ferritina sono compresi tra 23 e 110 microgrammi per litro nelle donne e tra 34 e 310 microgrammi per litro negli uomini.

In presenza di sindrome delle gambe senza riposo e di un valore della ferritina inferiore a 50-75 microgrammi per litro, si consiglia l’impiego di un integratore di ferro, con l’obiettivo di raggiungere livelli compresi tra 80 e 120 microgrammi per litro.

La transferrina satura dovrebbe essere pari al 35 ± 15 percento in entrambi i sessi.

Ferro: da considerare in caso di malattie e assunzione di farmaci

I ricercatori hanno riscontrato elevati accumuli di ferro in determinate aree cerebrali delle persone affette dalla malattia di Parkinson. Un eccesso del minerale potrebbe contribuire a peggioramento della patologia a causa dell’aumento dello stress ossidativo. In caso di Parkinson, l’eventuale assunzione di ferro deve essere preventivamente valutata con il proprio medico. Anche le persone affette da gravi patologie epatiche o renali oppure interessate da infiammazioni o ulcere gastrointestinali dovrebbero consultare il medico prima di ricorrere a integratori di ferro, che andrebbero invece completamente evitati in caso di emocromatosi o disturbi nell’assimilazione del minerale.

I preparati a base di ferro non andrebbero assunti con il principio allopurinolo (Zyloric®, Allurit®) utilizzato per la cura della gotta, che può aumentare l’accumulo di ferro nel fegato con effetti dannosi per l’organismo nel lungo termine.

Il ferro riduce inoltre l’assorbimento e l’efficacia di alcuni farmaci e deve pertanto essere assunto a distanza di due-tre ore dai seguenti principi attivi:

  • Antipertensivi: ACE inibitori con principi attivi come il benazepril (Zinadril®) o il captopril (Tenpril®)
  • Farmaci per l’osteoporosi: bifosfonati con principi attivi quali l’acido alendronico (Fosamax®) o l’acido pamidronico (Texpami®)
  • Preparati per la tiroide: tiroxina (Eutirox®)

Altri farmaci oggetto di questa interazione sono indicati qui.

Il selenio svolge un’azione antiossidante e protegge il sistema nervoso

Meccanismo d’azione del selenio

I ricercatori suppongono che il selenio svolga un ruolo importante per la funzione cerebrale in virtù delle sue proprietà antiossidanti, con cui neutralizza i radicali liberi e protegge il sistema nervoso dallo stress ossidativo. Il selenio potrebbe inoltre favorire la produzione e il rilascio di dopamina. Nelle donne in gravidanza e nelle persone con gravi patologie renali il livello di selenio è spesso ridotto, come indicato da studi osservazionali. Entrambi i gruppi sono inoltre più colpiti dalla sindrome delle gambe senza riposo, tanto da far pensare a una correlazione tra una carenza di selenio e la malattia.

Alcuni studi preliminari hanno evidenziato un costante miglioramento delle parestesie associate alla sindrome delle gambe senza riposo in seguito all’assunzione di selenio, in alcuni casi già confrontato con un placebo. Gli eventuali benefici del suo impiego devono ora essere confermati da studi di più ampia portata e alta qualità. Le persone colpite dalla sindrome delle gambe senza riposo dovrebbero in ogni caso garantire un corretto apporto di selenio onde evitare una carenza.

Immagine di neuroni
Il selenio è un importante antiossidante che protegge i neuroni dall’attacco distruttivo dei radicali liberi (stress ossidativo). Immagine: Ralwel/iStock/Getty Images Plus

Dosaggio e consigli sull’assunzione del selenio

In caso di sindrome delle gambe senza riposo i medici specializzati in micronutrienti consigliano da 50 a 100 microgrammi di selenio al giorno. Studi preparatori hanno mostrato l’efficacia dell’integrazione già a partire da 50 microgrammi, mentre in presenza di un deficit i medici raccomandano a volte anche quantità superiori. Un’eventuale carenza può essere determinata con un esame del sangue.

Il selenio andrebbe assunto insieme ai pasti poiché è poco tollerabile a digiuno.

Consiglio

I preparati misti con vitamina C dovrebbero contenere il selenio sotto forma di selenato di sodio, poiché l’assorbimento del selenio in caso di assunzione sotto forma del composto selenito può essere pregiudicata dall’azione della vitamina C, che vi si lega.

Determinazione dei livelli di selenio in laboratorio

In presenza di sindrome delle gambe senza riposo i medici raccomandano di controllare il livello di selenio per compensare un’eventuale carenza. I valori del selenio possono essere rilevati nel siero (privo di cellule ematiche) o nel sangue intero. I valori sierici indicano la disponibilità corrente di selenio, mente quelli rilevati nel sangue intero ne riflettono la disponibilità a lungo termine e sono maggiormente indicativi poiché più stabili. I valori normali sono compresi tra 120 e 150 microgrammi per litro di sangue intero.

Selenio: da considerare in caso di malattie renali

I pazienti con malattie renali non dovrebbero assumere preparati a base di selenio senza prima farne determinarne i livelli. Una funzione renale compromessa può ridurre l’escrezione del selenio, aumentando il pericolo di sovradosaggio.

Il triptofano allevia i disturbi del sonno in presenza di sindrome delle gambe senza riposo

Meccanismo d’azione del triptofano

Uomo affetto da disturbi del sonno
I sintomi della sindrome delle gambe senza riposo compaiono generalmente la sera, quando il corpo si rilassa, pregiudicando la qualità del riposo in molte delle persone colpite. Il triptofano, precursore dell’ormone del sonno melatonina, può essere d’aiuto per favorire il sonno. Immagine: KatarzynaBialasiewicz/iStock/Getty Images Plus

Le persone colpite dalla sindrome delle gambe senza riposo soffrono spesso di disturbi del sonno, che si ripercuotono negativamente sulla qualità della vita, ad esempio con un calo delle prestazioni. Il ritmo sonno-veglia è regolato dalla melatonina, un ormone la cui produzione da parte del cervello aumenta al calare del buio per diminuire con l’arrivo della luce. L’aminoacido triptofano è il precursore della melatonina ed è quindi altrettanto importante per garantire un sonno ristoratore.

È stato dimostrato che le persone con una dieta povera di triptofano si svegliano più spesso la notte. I primi studi e l’analisi di un caso specifico mostrano come l’uso del triptofano nelle persone con disturbi del sonno contribuisca a migliorare la qualità del riposo, come confermato dai pazienti, che hanno riportato meno problemi ad addormentarsi. Anche in un piccolo studio preliminare la somministrazione endovenosa di triptofano ha aumentato significativamente i valori della melatonina nei partecipanti, con effetti positivi sul sonno. Attualmente non sono in corso studi sull’effetto sedativo del triptofano in relazione alla sindrome delle gambe senza riposo. Questo nutriente potrebbe però rivelarsi utile in tale contesto, e i risultati promettenti finora ottenuti devono essere confermati da ulteriori sperimentazioni di alto livello.

Accanto al triptofano, anche altri micronutrienti possono essere d’aiuto contro i disturbi del sonno. Maggiori informazioni sono disponibili qui.

Dosaggio e consigli sull’assunzione del triptofano

Le dosi di triptofano consigliate prima di coricarsi variano da 250 a 3.000 milligrammi in base alla gravità dei disturbi del sonno. L’impiego a lungo termine dovrebbe essere intervallato da pause a cadenze di tre-sei settimane.

Per ottimizzare il trasporto del triptofano al cervello, se ne raccomanda l’assunzione a distanza di due ore da un pasto a base di carboidrati. Il momento ideale è due ore dopo la cena e fino a un’ora prima di andare a letto.

Consiglio

È inoltre importante assicurare un corretto apporto di vitamina B6, necessaria all’organismo per la produzione della melatonina a partire dal triptofano.

Triptofano: da considerare in caso di gravidanza, allattamento, malattie e assunzione di farmaci

L’assunzione durante la gravidanza e l’allattamento è sconsigliata in assenza di dati sufficienti sulla sua sicurezza.

Chi soffre di malattie epatiche o renali non dovrebbe assumere integratori a base di triptofano, perché il suo organismo non è in grado di metabolizzarlo ed eliminarlo correttamente. Il triptofano può abbassare la pressione sanguigna e per questo i soggetti ipertesi ne devono valutare l’impiego con il medico.

L’assunzione di triptofano in concomitanza con antidepressivi che modificano il livello di serotonina (inibitori della ricaptazione della serotonina) può causare una pericolosa sindrome serotoninergica, con peggioramento della depressione. Le persone che fanno uso di farmaci contro la depressione come la fluoxetina (Prozac®), l’amitriptilina (Laroxyl®) o la mirtazapina (Remeron®) devono assolutamente consultare il proprio medico in merito.

Si consiglia prudenza anche in caso di somministrazione concomitante con farmaci contro la tosse secca contenenti il principio attivo destrometorfano (ad esempio l’antitussivo Bronchenolo tosse®).

Le vitamine del gruppo B per la salute del sistema nervoso

Meccanismo d’azione della vitamina B12 e dell’acido folico

Le vitamine del gruppo B come la vitamina B12 e l’acido folico svolgono un ruolo determinante non solo nel metabolismo dei neuroni, ma anche in quello energetico e nella produzione del neurotrasmettitore dopamina, rilasciata anche con l’ausilio dell’acido folico. Per questo le vitamine del gruppo B potrebbero svolgere una funzione importante nella terapia della sindrome delle gambe senza riposo.

Per quanto riguarda la disponibilità delle vitamine del gruppo B nei soggetti interessati, la situazione degli studi ad oggi non fornisce indicazioni univoche: alcune persone affette dal disturbo presentano livelli di vitamina B12 inferiori rispetto ai soggetti sani ma nessuna differenza nei valori dell’acido folico. Un altro studio osservazionale non ha invece mostrato differenze tra le donne con sindrome delle gambe senza riposo e le donne sane prese in esame per quanto riguarda lo stato della vitamina B12, registrando tuttavia livelli nettamente inferiori di acido folico nel primo gruppo, seppure ancora nella norma.

Dati promettenti sull’impiego delle vitamine del gruppo B nella sindrome delle gambe senza riposo arrivano da un primo studio preliminare, in cui la somministrazione quotidiana di acido folico è riuscita a mitigare i sintomi, indipendentemente dal suo livello iniziale. Anche l’assunzione di vitamina B12 all’inizio ha ridotto i disturbi, ma il suo effetto positivo è perdurato solo in combinazione con l’acido folico. Sono ora necessari ulteriori studi di alto profilo per confermare l’efficacia delle vitamine del gruppo B nella sindrome delle gambe senza riposo. Una loro carenza dovrebbe in ogni caso essere evitata.

Dosaggio e consigli sull’assunzione della vitamina B12 e dell’acido folico

Alle persone con sindrome delle gambe senza riposo i medici specializzati in micronutrienti consigliano da 200 a 400 microgrammi di acido folico e 250 microgrammi di vitamina B12 al giorno, da assumere preferibilmente insieme ai pasti.

L’acido folico andrebbe assunto nella forma direttamente utilizzabile dell’acido 5-metiltetraidrofolico (5-MTHF), poiché circa la metà della popolazione presenta una mutazione genetica che ne compromette l’impiego da parte dell’organismo. Un buon composto di vitamina B12 è rappresentato dalla metilcobalamina.

Consiglio

Le vitamine del gruppo B si supportano a vicenda nella loro azione e per questo è opportuno che il preparato contenga anche la vitamina B6 in quantità compresa tra 2 e 5 milligrammi.

Alimenti ricchi di vitamine del gruppo B
Le vitamine del gruppo B sono molto diffuse negli alimenti e presenti in buona quantità nella carne. Immagine: bit245 /iStock/Getty Images Plus

Determinazione dei livelli di vitamina B12 e acido folico in laboratorio

Per accertare l’apporto di vitamina B12 il medico può determinare il valore dell’olotranscobalamina (HoloTC), ritenuto normale al di sopra di 54 picomoli per litro di siero (la parte liquida del sangue priva di cellule ematiche). Lo stato dell’acido folico viene invece determinato mediante la rilevazione della quantità di folato nei globuli rossi (eritrociti), i cui valori normali sono compresi tra 250 e 400 microgrammi per litro.

Vitamina B6, vitamina B12 e acido folico: da considerare in caso di gravidanza, assunzione di farmaci e cancro

Durante la gravidanza e l’allattamento si dovrebbero assumere dosi elevate di vitamina B6 e B12 solo con il consenso del medico.

L’acido folico riduce l’effetto degli antibiotici utilizzati nel trattamento delle infezioni con i principi attivi trimetoprim (Bactrim®), proguanile (malarone®) e pirimetamina (Pirimeta®) L’assunzione di quantità elevate di acido folico sembra inoltre in grado di amplificare alcuni effetti collaterali di determinati farmaci antitumorali, tra cui i principi attivi 5-fluorouracile (5-Fluorouracile Teva®, Actikerall®) e capecitabina (Xeloda®). Il suo impiego deve pertanto essere preventivamente discusso con il medico.

Il magnesio ha un’azione spasmolitica e rilassante

Meccanismo d’azione del magnesio

Il magnesio è indispensabile per il funzionamento ottimale dei muscoli, di cui favorisce il rilassamento e che possono essere interessati da crampi in caso di una sua carenza. Il magnesio è però importante anche per la salute dei nervi, e l’organismo lo necessita per la produzione di vari neurotrasmettitori, tra cui la melatonina o ormone del sonno. Per questo lo si ritiene in grado di regolare il riposo e una sua carenza può evidenziarsi con la comparsa di disturbi del sonno.

Uno studio preliminare sembra indicare che la somministrazione di magnesio alle persone con sindrome delle gambe senza riposo o disturbo da movimenti periodici degli arti (Periodic Limb Movement, PLM) potrebbe influenzare positivamente il sonno.

Informazioni

Il disturbo dei movimenti periodici degli arti, caratterizzato da contrazioni e scatti delle gambe, colpisce l’80 percento circa dei pazienti affetti da sindrome delle gambe senza riposo. Può manifestarsi sia durante la giornata sia di notte, disturbando il sonno. La sindrome delle gambe senza riposo si distingue invece per l’impellente bisogno di movimento e può comparire anche senza i suddetti fenomeni.

Anche i sintomi della sindrome delle gambe senza riposo migliorano con il magnesio, come dimostrato dal caso di una paziente incinta con RLS a cui il minerale è stato somministrato per via endovenosa. Il magnesio potrebbe quindi avere un effetto positivo sia nel trattamento della sindrome delle gambe senza riposo sia sui disturbi del sonno associati alla malattia. I benefici del magnesio anche su altri pazienti con RLS devono ora essere valutati da altri studi.

Dosaggio e consigli sull’assunzione del magnesio

Varie capsule con magnesio
Adeguati preparati a base di magnesio possono supportare il trattamento della sindrome delle gambe senza riposo. L’organismo ha infatti bisogno del magnesio per rilassare i muscoli e regolare i neurotrasmettitori. Immagine: RomarioIen/iStock/Getty Images Plus

Alle persone con sindrome delle gambe senza riposo i medici specializzati in micronutrienti consigliano comunemente 300 milligrammi di magnesio al giorno, che possono arrivare a 800 in caso di gravi disturbi del sonno. L’impiego continuato di dosi superiori a 250 milligrammi dovrebbe essere sempre concordato con il medico.

Se la dose supera i 250 milligrammi, andrebbe distribuita in più porzioni nel corso della giornata per evitare innocui episodi di diarrea nei soggetti più sensibili. L’assunzione insieme ai pasti lo rende più tollerabile per lo stomaco.

Determinazione dei livelli di magnesio in laboratorio

In caso di assunzione prolungata di oltre 250 milligrammi al giorno si raccomanda il controllo dei livelli di magnesio. Il magnesio è presente nell’organismo soprattutto nelle cellule. La sua quantità contenuta nei globuli rossi è tre volte superiore a quella nel siero e per questo i suoi livelli dovrebbero essere determinati nel sangue intero, completo di eritrociti. Valori compresi tra 0,8 e 1,1 millimoli per litro sono ottimali.

Magnesio: da considerare in caso di assunzione di farmaci e malattie renali

Il magnesio può ridurre l’effetto di alcuni farmaci perché li lega e li rende inefficaci. Si consiglia pertanto di rispettare un intervallo minimo di due ore tra le due somministrazioni. I farmaci interessati includono gli antibiotici, in particolare gli inibitori della DNA girasi e le tetracicline, e i farmaci per l’osteoporosi (bifosfonati):

  • Inibitori della DNA girasi: ciprofloxacina (ad es. Ciperus®, Ciprofloxacina Pfizer®), enoxacina (ad es. Enoxen®), levofloxacina (ad es. Tavanic®), moxifloxacina (ad es. Avalox®), norfloxacina (ad es. Naflox®) e ofloxacina (ad es. Oflocin®, Exocin®)
  • Tetracicline: tetraciclina (ad es. Ambramicina®), doxiciclina (ad es. Efracea®, Ligosan®), minociclina (ad es. Minotek®, Minocin®)
  • Bifosfonati: acido alendronico (ad es. Fosamax®, Adronat®), acido clodronico (ad es. Clodron®), acido etidronico (ad es. Etidron®), acido ibandronico (Bondronat®), acido pamidronico (Texpami®), acido risedronico (Actonel®) e acido tiludronico (Tildren®)

In presenza di malattie renali croniche, come l’insufficienza renale, non si dovrebbero assumere integratori contenenti anche magnesio, che i reni debilitati non riescono a espellere correttamente, con il rischio di sovradosaggio.

Le vitamine C ed E alleviano i sintomi della sindrome delle gambe senza riposo

Meccanismo d’azione delle vitamine C ed E

Si presume che una delle cause della sindrome delle gambe senza riposo sia rappresentata dallo stress ossidativo, che può danneggiare i neuroni e il tessuto muscolare, decretando la comparsa di crampi alle gambe. La vitamina C e la vitamina E sono antiossidanti naturali che neutralizzano i radicali liberi e alleviano lo stress ossidativo a carico dell’organismo.

I ricercatori suppongono che un apporto insufficiente di vitamina E possa provocare crampi muscolari notturni. Le prime indicazioni sull’effetto della vitamina E provengono da uno studio preliminare che mostra come la sua integrazione sia generalmente riuscita ad alleviare i crampi alle gambe. Tra i partecipanti erano presenti anche due soggetti con sindrome delle gambe senza riposo, i cui sintomi sono completamente scomparsi dopo l’assunzione della vitamina E.

Anche uno studio di alto livello condotto su soggetti con insufficienza renale in stadio avanzato e sindrome delle gambe senza riposo ha dato risultati positivi in relazione all’impiego degli antiossidanti vitamina C e vitamina E, che ha ridotto i sintomi della RLS rispetto al placebo. L’azione benefica si è mantenuta anche con la somministrazione separata delle singole vitamine.

Dosaggio e consigli sull’assunzione delle vitamine C ed E

A supporto del trattamento della sindrome delle gambe senza riposo si consigliano 200 milligrammi di vitamina C e 400 milligrammi di vitamina E nell’ambito di una terapia mirata a base di questo micronutriente. La durata dell’integrazione deve essere definita dal medico. In caso contrario si raccomanda di assumere un massimo di 50 milligrammi di vitamina E al giorno,

preferibilmente insieme ai pasti per migliorare l’efficacia della vitamina E e la tollerabilità della vitamina C. Si suggerisce l’impiego di preparati contenenti la vitamina E con tutti gli 8 tocoferoli e tocotrienoli.

Determinazione dello stato antiossidante e dei livelli di vitamina C e vitamina E in laboratorio

Lo stato antiossidante permette di stabilire se il rapporto tra radicali liberi e antiossidanti nel corpo è equilibrato e viene determinato mediante un esame del sangue. I valori normali possono variare a seconda del laboratorio o dei metodi di indagine.

I singoli antiossidanti possono però essere rilevati anche in modo diretto. La vitamina C viene misurata in base alla concentrazione nei globuli bianchi (leucociti) nel sangue intero. L’apporto ottimale è compreso tra 30 e 53 microgrammi per 100 milioni di leucociti. La vitamina E viene determinata nel siero, la parte fluida del sangue, e i valori normali sono compresi tra 12 e 50 micromoli per litro.

Vitamina E: da considerare in caso di assunzione di farmaci, interventi chirurgici, malattie e abitudine al fumo

L’assunzione di dosi elevate di vitamina E può causare interazioni con gli anticoagulanti. Chi segue una terapia con anticoagulanti dovrebbe chiedere consiglio al proprio medico, che può monitorare con molta attenzione il livello di coagulazione del sangue. I farmaci in questione includono, ad esempio:

  • antagonisti della vitamina K (ad esempio fenprocumone o warfarin come Coumadin®)
  • antiaggreganti (ad esempio l’acido acetilsalicilico come Aspirina, ASA)
  • nuovi anticoagulanti orali come dabigatran (Pradaxa®) e rivaroxaban (Xarelto®) o edoxaban (Lixiana®)

I preparati con dosi elevate di vitamina E aumentano il rischio di emorragie e dovrebbero essere sospesi due settimane prima di un intervento chirurgico.

In presenza di gravi problemi digestivi (malassorbimento) una carenza di vitamina K può comportare un pericolo elevato di emorragie. La vitamina E andrebbe pertanto assunta solo dopo aver compensato anche la carenza di vitamina K, con il controllo dei valori di coagulazione.

I fumatori non dovrebbero superare una dose giornaliera di 50 milligrammi, poiché esposti al pericolo di emorragia cerebrale e a un lieve aumento del rischio di cancro ai polmoni. In attesa di approfondimenti, i fumatori dovrebbero limitarsi a dosi contenute di vitamina E sotto forma di alfa tocoferolo, soprattutto non in concomitanza con il beta-carotene. Infatti, anche grandi quantità di beta-carotene (10 milligrammi) possono aumentare il rischio di cancro ai polmoni.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere consigliate in caso di sindrome delle gambe senza riposo

 

Vitamine

Acido folico

da 200 a 400 microgrammi (µg)

Vitamina B12

250 microgrammi

Vitamina C

200 milligrammi (mg)

Vitamina E

400 milligrammi (con il consenso del medico)

  
 

Minerali

Ferro

da 50 a 100 milligrammi

Selenio

da 50 a 100 microgrammi

Magnesio

300 milligrammi

  
 

Aminoacidi

Triptofano

da 250 a 3.000 milligrammi

 

 

Esami di laboratorio consigliati in breve

Esami del sangue consigliati in caso di sindrome delle gambe senza riposo

 

Valori normali

Ferro

Ferritina:

Donne: da 23 a 110 microgrammi per litro (µg/l)

Uomini: da 34 a 310 microgrammi per litro

 

Transferrina satura:

35 ± 15 percento (%)

Selenio (sangue intero)

da 120 a 150 microgrammi per litro

Vitamina B12 (olotranscobalamina)

oltre 54 picomoli per litro (pmol/l)

Acido folico (folato eritrocitario)

da 250 a 400 microgrammi per litro

Magnesio (sangue intero)

da 0,8 a 1,1 millimoli per litro (mmol/l)

Vitamina C (nel sangue intero)

da 30 a 53 microgrammi per 100 milioni di leucociti (µg/108)

Vitamina E (nel siero)

da 12 a 50 micromoli per litro (µmol/l)

 

 

Alimenti ricchi di antiossidanti
Un’alimentazione ricca di antiossidanti può essere utile non solo per supportare il trattamento della sindrome delle gambe senza riposo, ma anche per ridurre gli effetti collaterali dei farmaci. Immagine: Lisovskaya/iStock/Getty Images Plus
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Sostegno ai farmaci tramite i micronutrienti

Gli antiossidanti alleviano i disturbi del movimento provocati dalla levodopa

Molti pazienti colpiti dalla sindrome delle gambe senza riposo vengono trattati con il principio attivo levodopa (ad esempio Madopar®), che può aumentare il fabbisogno di antiossidanti come le vitamine C ed E. La sua assunzione nel lungo termine può inoltre provocare effetti collaterali, come i disturbi del movimento (discinesie), alleviabili con gli antiossidanti. Le discinesie sono caratterizzate da contrazioni involontarie della muscolatura o da movimenti a scatti incontrollabili. Un piccolo studio di alto livello lascia supporre che la somministrazione di vitamina E potrebbe alleviare tali episodi.

Nel quadro della medicina dei micronutrienti si consiglia di supportare il trattamento a base di levodopa assumendo da 200 a 500 milligrammi di vitamina C e fino a 30 milligrammi di vitamina E al giorno.

Le vitamine del gruppo B aiutano a ridurre l’omocisteina in eccesso in caso di assunzione di levodopa

Il metabolismo della levodopa necessita delle vitamine del gruppo B come la vitamina B6, la vitamina B12 e l’acido folico, indispensabili all’organismo per eliminare l’omocisteina, una sostanza nociva per le cellule che può aumentare di pari passo con l’aumento delle dosi di levodopa, come indicato da un caso clinico.

Test di laboratorio hanno mostrato la pericolosità dell’omocisteina per il sistema nervoso, e i ricercatori la associano alla comparsa dei disturbi di movimento. L’azione di supporto delle vitamine del gruppo B deve però essere ancora confermata da studi di alto profilo. Nell’ambito della medicina dei micronutrienti si raccomanda di assicurare un apporto ottimale, ad esempio con le seguenti dosi giornaliere:

  • Vitamina B6: da 2 a 5 milligrammi
  • Vitamina B12: fino a 500 microgrammi (sotto forma di metilcobalamina)
  • Acido folico: da 200 a 500 microgrammi (sotto forma di acido 5-metiltetraidrofolico, la forma attiva utilizzabile direttamente)

Informazioni

È opportuno non superare una dose giornaliera di 5 milligrammi di vitamina B6, poiché quantità superiori accelerano l’eliminazione della levodopa, limitandone l’efficacia. Il suo impiego deve pertanto essere discusso con il medico.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere consigliate in caso di assunzione di levodopa

Vitamina C

da 200 a 500 milligrammi (mg)

Vitamina E

fino a 30 milligrammi

Vitamina B6

da 2 a 5 milligrammi

Vitamina B12

fino a 500 microgrammi (µg) (sotto forma di metilcobalamina)

Acido folico

da 200 a 500 microgrammi (sotto forma di acido 5-metiltetraidrofolico)

 

 

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Riepilogo

La sindrome delle gambe senza riposo (RLS) è una malattia neurologica caratterizzata dall’irrefrenabile bisogno di muovere gli arti inferiori. Una possibile causa è un disturbo del metabolismo del neurotrasmettitore dopamina. La medicina dei micronutrienti può aiutare a compensare eventuali carenze di nutrienti e supportare il trattamento.

Le persone colpite dalla sindrome delle gambe senza riposo sono spesso carenti di ferro, la cui assunzione può garantirne l’apporto ottimale. Il selenio protegge il sistema nervoso dallo stress ossidativo. L’aminoacido triptofano può contribuire alla salute del riposo. La sindrome delle gambe senza riposo è spesso caratterizzata da disturbi del sonno. Anche le vitamine del gruppo B supportano il sistema nervoso. L’acido folico e la vitamina B12 potrebbero inoltre ridurre i sintomi della malattia. Il magnesio esercita un’azione spasmolitica e rilassante sulla muscolatura e potrebbe aiutare a contrastare i disturbi del sonno provocati dalla sindrome delle gambe senza riposo. Gli antiossidanti come la vitamina C e la vitamina E proteggono il sistema nervoso dai danni provocati dai radicali liberi e alleviano i disturbi riconducibili alla RLS.

La sindrome delle gambe senza riposo viene spesso trattata con il principio attivo levodopa, che può aumentare il fabbisogno di vitamina C, vitamina E e vitamine del gruppo B. La loro assunzione ne assicura il corretto apporto e può contribuire ad alleviare gli effetti collaterali del farmaco.

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Indice degli studi e delle fonti

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