Disfunzione cranio-mandibolare: un aiuto dalla medicina dei micronutrienti

In che modo determinati micronutrienti supportano la funzione articolare, bloccano le infiammazioni e alleviano i dolori dovuti alla CMD

La disfunzione cranio-mandibolare (CMD) danneggia l’interazione tra mandibola, muscoli masticatori e denti. Questo comporta un sovraccarico dell’apparato masticatorio, accompagnato spesso da forti dolori, tensioni muscolari e logorio dell’articolazione mandibolare e dei denti. I dolori e le tensioni muscolari possono poi a loro volta diffondersi in tutto il corpo. La medicina dei micronutrienti può intervenire a supporto del trattamento di questo sovraccarico. Determinati micronutrienti favoriscono infatti il rilassamento muscolare, alleviano le infiammazioni e nutrono la cartilagine all’interno delle articolazioni.

Assistenti medici che osservano una radiografia della mandibola
La CMD è dovuta ad un’errata interazione tra mandibola, denti e muscolatura e causa disfunzioni, sovraccarichi e dolori. Immagine: RobertoDavid/iStock/Getty Images Plus

Cause e sintomi

La disfunzione cranio-mandibolare (CMD) interessa l’apparato masticatorio ed è dovuta a una disfunzione nell’interazione tra mandibola, articolazione mandibolare, muscoli masticatori e denti. La mandibola superiore e quella inferiore non si trovano più in posizione corretta quando il soggetto mastica o parla. Questo comporta a sua volta uno sbilanciamento del carico e, di conseguenza, un sovraccarico cronico della mascella e dei muscoli. La CMD è un disturbo che si manifesta di frequente, basti pensare che circa una persona su cinque presenta sintomi che necessitano di un trattamento.

Le cause sono molteplici. Un importante fattore di rischio è rappresentato da alterazioni strutturali quali l’usura dell’articolazione mandibolare, lesioni, protesi dentaria non perfettamente aderente, denti mancanti o posizione errata dei denti. Tuttavia, tra le cause possono esserci anche problemi psichici e stress. Molte persone tendono a scaricare i propri problemi emotivi attraverso l’apparato masticatorio, ad esempio digrignando i denti la notte o stringendo perennemente i denti.

Questo sbilanciamento o sovraccarico comporta dolori a livello di mascella, viso e muscoli masticatori. Altri sintomi tipici della CMD sono una ridotta capacità di movimento dell’articolazione mandibolare, scricchiolio della mascella, piorrea, denti usurati o che si spezzano, colletti scoperti, paradenziopatie come la paradontite e infiammazioni (artriti) e usura (artrosi) dell’articolazione mandibolare. Poiché l’apparato masticatorio è strettamente collegato alla testa e alla colonna vertebrale, chi soffre di CMD può presentare anche molti altri disturbi che colpiscono tutto il corpo:

  • Mal di testa ed emicrania
  • Dolori e tensioni a carico di collo, spalle e schiena
  • Otalgie e tinnito
  • Difficoltà a deglutire
  • Vertigini e problemi alla vista
  • Sbalzi d’umore e sindrome da fatica cronica
  • Problemi respiratori notturni (apnea notturna)
Classificazione

Obiettivi del trattamento

Qual è il trattamento classico della disfunzione cranio-mandibolare?

Immagine di un bite
Nella maggior parte dei casi, la terapia in presenza di CMD prevede l’adozione di un bite. Si tratta di un apparecchio che protegge la dentatura, ad esempio dall’usura causata dall’azione involontaria di digrignare i denti. Immagine: sujit kantakad/iStock/Getty Images Plus

Il trattamento della CMD mira a normalizzare la posizione dei denti e dell’articolazione mandibolare, così da eliminare lo sbilanciamento cronico del carico. Il bite ha un ruolo molto importante nella terapia contro la CMD. Le persone colpite da questa patologia lo indossano di notte in modo da proteggere i denti dal logorio causato da malformazioni dentali o dall’azione involontaria di digrignare i denti. Per questo trattamento ci si rivolge a un dentista specializzato.

Spesso viene richiesto l’intervento anche di altri specialisti come fisioterapisti, ortopedici, osteopati o medici di medicina generale. La fisioterapia può aiutare ad esempio ad eliminare i disturbi che interessano tutto il corpo. Se la CMD è dovuta a stress elevato, si consiglia di adottare anche misure per ridurre lo stress e stimolare il rilassamento.

Gli obiettivi della medicina dei micronutrienti

La medicina dei micronutrienti può essere un supporto al classico trattamento della CMD perché contribuisce ad alleviare dolori e infiammazioni. Inoltre, l’organismo ha bisogno di determinati micronutrienti per la produzione e la conservazione della cartilagine all’interno dell’articolazione mandibolare. Un apporto di base di tutte le vitamine e i minerali è particolarmente utile in caso di limitata capacità masticatoria e alimentazione limitata, perché aiuta ad evitare, nel lungo termine, l’insorgenza di carenze.

I seguenti micronutrienti si sono dimostrati particolarmente efficaci:

  • Condroitina e glucosamina, che possono alleviare i disturbi articolari perché sono importanti componenti della cartilagine.
  • L’acido ialuronico, che contrasta le infiammazioni articolari e allevia i dolori.
  • Gli antiossidanti, che proteggono dai danni articolari causati dai radicali liberi.
  • Gli acidi grassi omega-3, che hanno proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche.
  • Il magnesio, che ha proprietà analgesiche e spasmolitiche.
  • L’MSM, che migliora la funzione articolare e allevia i dolori.
Classificazione

Trattamento con i micronutrienti

Condroitina e glucosamina possono migliorare la funzione articolare

Meccanismo d’azione della condroitina e della glucosamina

La glucosamina e la condroitina sono importanti componenti dei tessuti cartilaginei e connettivi. La glucosamina è presente anche nella membrana sinoviale. Queste due sostanze possono quindi contribuire a nutrire la cartilagine articolare, rallentandone il decadimento e bloccando le infiammazioni a livello articolare e, di conseguenza, anche i dolori.

L’efficacia della glucosamina e della condroitina nel contrastare i danni cartilaginei e l’artrosi è stata già oggetto di alcuni studi clinici. Secondo uno studio clinico condotto su un numero ridotto di soggetti, la glucosamina allevia i dolori associati ad artrosi dell’articolazione mandibolare in modo più efficace dell’analgesico ibuprofene. In uno studio preliminare è stato osservato che la glucosamina consentiva ai soggetti di aprire maggiormente la mascella rispetto a chi aveva assunto un analgesico. Inoltre, la glucosamina era meglio tollerata: i soggetti in studio soffrivano infatti più raramente di effetti collaterali quali problemi digestivi e nausea.

Considerato il numero crescente di evidenze, già nel 2003 la Lega europea contro le malattie reumatiche aveva consigliato l’assunzione di glucosamina e condroitina in caso di artrosi alle ginocchia. Anche diversi ricercatori, in seguito a meta-analisi e studi clinici, hanno confermato che i pazienti con artrosi alle ginocchia traggono vantaggio dall’assunzione di glucosamina e condroitina, perché si sono rivelate efficaci nell’alleviare dolori, gonfiori e rigidità. I soggetti riportavano anche miglioramenti nella funzione articolare e un rallentamento nella progressione della malattia. La loro efficacia era paragonabile a quella degli analgesici.

Nonostante siano necessari ulteriori studi clinici per poter dimostrare l’efficacia di glucosamina e condroitina anche in caso di CMD, questi importanti componenti articolari non dovrebbero mai mancare in presenza di questa patologia, soprattutto in età avanzata, quando l’organismo ne produce quantità minori.

Dosaggio e consigli sull’assunzione di condroitina e glucosamina

Donna che tiene in mano un blister di capsule
Studi hanno dimostrato che la condroitina e la glucosamina possono alleviare i dolori articolari raggiungendo gli stessi effetti degli analgesici classici. Uno studio ha mostrato come siano addirittura più efficaci in caso di dolori mandibolari. Immagine: nortonrsx/iStock/Getty Images Plus

In caso di CMD si consiglia di assumere da 800 a 1.200 milligrammi di condroitina solfato e da 1.500 a 2.000 milligrammi di glucosamina solfato.

Consiglio

La glucosamina è disponibile anche sotto forma di glucosamina cloridrato, ma l’azione della glucosamina solfato è meglio supportata dagli studi, che sono più completi e sembrano indicare un suo effetto generalmente superiore rispetto alla glucosamina cloridrato.

È possibile suddividere la dose giornaliera in una-tre porzioni, da assumere preferibilmente insieme ai pasti, perché in questo modo risulta più tollerabile a livello gastrico. Poiché le cellule cartilaginee hanno un metabolismo lento, questi micronutrienti vanno assunti per un periodo di tempo prolungato (da otto a dieci settimane).

Condroitina e glucosamina: da considerare in caso di gravidanza, allattamento, malattie e assunzione di farmaci

Poiché non si hanno a disposizione dati sufficienti in merito, si sconsiglia l’assunzione a donne in gravidanza e che allattano.

La glucosamina può influenzare il metabolismo, quindi chi soffre di diverse patologie di base quali diabete, colesterolo alto, ipertensione, asma, malattie epatiche o tumori dovrebbe consultare prima il proprio medico.

Si sconsiglia di assumere la glucosamina con determinati antibiotici, perché potrebbe ridurre l’assorbimento del principio attivo a livello intestinale. Tra gli antibiotici interessati si annoverano il cloramfenicolo (Sificetina®) e la penicillina (ad esempio Amoxina®, Zimox®). L’assorbimento del principio attivo tetraciclina (come Ambramicina®) viene invece intensificato. Gli antibiotici e la glucosamina andrebbero quindi assunti insieme solo rispettando un intervallo temporale di almeno due ore.

La condroitina e la glucosamina possono potenziare l’effetto degli anticoagulanti, tra cui i principi attivi eparina (Clarema®, Voltatrauma®) e warfarin (Coumadin®). Il medico dovrebbe quindi eseguire controlli accurati della coagulazione.

Acido ialuronico: antinfiammatorio e analgesico

Meccanismo d’azione dell’acido ialuronico

L’acido ialuronico è il componente principale del liquido sinoviale che riduce l’usura delle articolazioni e protegge la cartilagine. Per molto tempo si è pensato che l’acido ialuronico non fosse digeribile, ma studi sulle cellule intestinali hanno dimostrato il contrario. Si presume che l’assorbimento dipenda dalle dimensioni delle molecole di acido ialuronico: più sono piccole, meglio attraversano la parete intestinale. Inoltre, i ricercatori hanno rilevato la presenza di punti di contatto per l’acido ialuronico nell’intestino, che si ipotizza consentano la liberazione di agenti antinfiammatori che potrebbero attenuare le infiammazioni in tutto l’organismo.

Finora non sono stati condotti studi sull’efficacia dell’acido ialuronico in pazienti che soffrono di CMD. Uno studio clinico maggiore e uno minore hanno dimostrato come l’acido ialuronico contribuisca ad alleviare i dolori in pazienti con artrosi alle ginocchia, migliorando anche la funzione articolare. L’efficacia positiva è dovuta in parte a una diminuzione della reazione infiammatoria all’interno delle articolazioni.

L’efficacia dell’acido ialuronico per chi soffre di CMD deve essere ancora confermata da studi clinici, ma fino ad allora vale comunque la pena di assumerlo.

Dosaggio e consigli sull’assunzione dell’acido ialuronico

In caso di CMD, gli esperti in micronutrienti consigliano da 50 a 100 milligrammi di acido ialuronico al giorno. È importante che venga somministrato in modo regolare, poiché viene degradato rapidamente dall’organismo. Si consiglia di assumere l’acido ialuronico insieme ai pasti con del liquido, perché in questo modo è più tollerabile per lo stomaco.

Consiglio

L’acido ialuronico è estratto dalla cresta di gallo oppure viene ottenuto dalla fermentazione di alcuni microrganismi. La produzione per fermentazione è vantaggiosa perché l’acido ialuronico ottenuto è vegano, vegetariano e ipoallergenico, mentre l’estratto della cresta di gallo può contenere proteine che causano reazioni allergiche in soggetti sensibili.

Acido ialuronico: da considerare in caso di tumore

Alimenti ricchi di antiossidanti
Si consiglia a chi soffre di CMD di seguire una dieta ricca di antiossidanti. Questi, infatti, catturano i radicali liberi che possono danneggiare ulteriormente la cartilagine articolare. Immagine: Lisovskaya/iStock/Getty Images Plus

Poiché in determinate circostanze l’acido ialuronico può supportare la migrazione cellulare, se ne sconsiglia l’assunzione in caso di tumore. Non si raccomanda quindi l’uso di integratori a base di acido ialuronico ai malati di tumore.

Antiossidanti: una protezione dai danni articolari causati dai radicali liberi

Meccanismo d’azione degli antiossidanti

Le infiammazioni comportano un aumento dei radicali liberi, che possono a loro volta causare lo stress ossidativo che danneggia ulteriormente la cartilagine. Studi osservazionali condotti su pazienti con artrosi mostrano come spesso questi soggetti presentino uno squilibrio tra sostanze ossidanti e antiossidanti. Gli antiossidanti come la vitamina C, la vitamina E e il resveratrolo proteggono la cartilagine dai radicali liberi, alleviano le infiammazioni e prevengono i dolori. La vitamina C è importante anche per la produzione di collagene, una proteina strutturale presente all’interno della cartilagine.

Finora non sono stati condotti studi sull’efficacia degli antiossidanti in pazienti che soffrono di CMD, ma abbiamo a disposizione i primi risultati relativi ad altre tipologie di dolori. Un case report ha mostrato come una dose elevata di vitamina C somministrata per via endovenosa a una paziente con artrite reumatoide abbia alleviato sensibilmente i dolori. Uno studio preliminare ha mostrato come la vitamina E riduca lo stress ossidativo in soggetti con artrosi. Tuttavia, uno studio clinico condotto su pazienti con artrosi non ha fornito evidenze decisive sulla capacità della vitamina E di agire positivamente su dolori, gonfiori e funzione articolare. Anche esami condotti sugli animali hanno dimostrato che il resveratrolo blocca le infiammazioni articolari e allevia i sintomi.

Nonostante sia necessario condurre degli studi clinici sulla CMD, l’assunzione di antiossidanti andrebbe sempre garantita in presenza di malattie infiammatorie, in particolare perché potrebbero ridurre ulteriori danni articolari.

Dosaggio e consigli sull’assunzione di antiossidanti

In caso di CMD si può anche ricorrere a un integratore combinato, con le dosi dei singoli antiossidanti ben bilanciate tra loro. Si consigliano ad esempio da 200 a 400 milligrammi di vitamina C, da 20 a 30 milligrammi di vitamina E e 10 milligrammi di resveratrolo.

Informazioni

In caso di artrosi causata da CMD, i medici specializzati in micronutrienti raccomandano a volte anche una terapia a base di vitamina E, ma sempre preceduta da un consulto medico. In questo caso la dose giornaliera è compresa tra 130 e 300 milligrammi, preferibilmente accompagnata dalla vitamina C. Tutte le informazioni relative alla corretta assunzione della vitamina E sono disponibili qui.

La vitamina E dovrebbe essere assunta insieme ai pasti affinché i grassi contenuti negli alimenti ne migliorino l’assorbimento. Lo stesso vale per la vitamina C e il resveratrolo, che risultano così più tollerabili a livello gastrico.

Determinazione dei livelli di antiossidanti in laboratorio

Si consiglia di far determinare in laboratorio lo stato antiossidante in modo da scoprire se la CMD potrebbe danneggiare ulteriormente l’articolazione del ginocchio a causa di un aumento dello stress ossidativo. È possibile scegliere tra diversi esami di laboratorio basati su prelievi di sangue o campioni di urine. I valori e i metodi di misurazione possono variare a seconda del laboratorio, che determinerà i propri valori di riferimento. Lo stato antiossidante complessivo a livello ematico dovrebbe ad esempio essere compreso tra 1,13 e 1,57 millimoli per litro.

Antiossidanti: da considerare in caso di assunzione di farmaci e malattie

Immagine con una raffigurazione di "omega-3"
Gli acidi grassi omega-3 sono gli antinfiammatori numero 1. Regolano inoltre l’umore, un aspetto da non sottovalutare, in particolare in caso di CMD causata dallo stress. Immagine: Kras1/iStock/Thinkstock

Dosi elevate di vitamina E e resveratrolo possono interagire con gli anticoagulanti, quindi chi li assume dovrebbe consultare un medico prima di ricorrere a questi antiossidanti. La vitamina E e il resveratrolo possono interagire ad esempio con:

  • Anticoagulanti del gruppo degli antagonisti della vitamina K (ad esempio fenprocumone o warfarin [Coumadin®, Marevan®]),
  • Inibitori dell’aggregazione piastrinica (ad esempio l’acido acetilsalicilico [Aspirina®, ASA]),
  • Nuovi anticoagulanti orali come dabigatran (Pradaxa®) e rivaroxaban (Xarelto®) o edoxaban (Lixiana®).

Secondo studi condotti sugli animali, la vitamina C potrebbe ridurre l’efficacia dei farmaci antileucemici a base di bortezomib (come Velcade®). In combinazione con questi farmaci, la vitamina C andrebbe assunta solo previo accordo con il proprio medico.

Chi soffre di emocromatosi dovrebbe assumere integratori a base di vitamina C solo sotto l’attento controllo del proprio medico, poiché quest’ultima migliora l’assorbimento del ferro.

Gli acidi grassi omega-3 combattono infiammazioni e dolori

Meccanismo d’azione degli acidi grassi omega-3

L’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA) sono i principali componenti degli acidi grassi omega-3. Alleviano le infiammazioni trasformandosi, all’interno dell’organismo, in agenti antinfiammatori. Agendo sul sistema nervoso, potrebbero anche evitare la cronicizzazione dei dolori. Inoltre, gli acidi grassi omega-3 influenzano l’umore, e in caso di CMD possono agire positivamente su stress e depressione.

Nonostante i benefici degli acidi grassi omega-3 in presenza di CMD non siano ancora stati confermati da studi specifici, la loro efficacia contro dolori e malattie infiammatorie è già stata confermata.

  • Due meta-studi hanno rivelato l’efficacia analgesica degli omega-3 in caso di artrite reumatoide.
  • Un altro studio ha mostrato in particolare l’efficacia degli omega-3 contro i dolori mestruali.

Grazie al loro effetto antinfiammatorio e analgesico, non dovrebbero mancare nel trattamento del dolore, quindi vale la pena assumerli anche in caso di CMD.

Dosaggio e consigli sull’assunzione degli acidi grassi omega-3

Gli esperti in micronutrienti consigliano di assumere ogni giorno da 1.000 a 2.000 milligrammi di omega-3, con un elevato contenuto di EPA. Si raccomanda una dose compresa tra 400 e 800 milligrammi, poiché l’EPA è un potente antinfiammatorio. Gli acidi grassi omega-3 dovrebbero sempre essere assunti insieme a pasti contenenti anche grassi, perché solo così riescono a raggiungere il sangue dall’intestino.

L’EPA e il DHA sono presenti soprattutto nell’olio di pesce. Chi sceglie integratori di olio di pesce deve fare particolarmente attenzione a che siano di buona qualità e acquistare solo integratori particolarmente puri, privi di residui indesiderati come metalli pesanti o sostanze nocive.

Determinazione dell’indice omega-3 in laboratorio

Si consiglia a chi soffre di infiammazioni e dolori cronici di sottoporsi a controlli per determinare l’apporto di acidi grassi omega-3, preferibilmente tramite l’indice omega-3. Questo esame di laboratorio misura la percentuale degli acidi grassi omega-3 nei globuli rossi (eritrociti). L’indice omega-3 è espresso in percentuale e dovrebbe essere superiore a 8, ad indicare che 8 acidi grassi su 100 presenti nei globuli rossi sono acidi grassi omega-3 di alta qualità.

Acidi grassi omega-3: da considerare in caso di assunzione di farmaci e malattie

Gli acidi grassi omega-3 hanno proprietà anticoagulanti, pertanto a partire da una dose di 1.000 milligrammi possono potenziare l’efficacia dei farmaci anticoagulanti, tra cui ad esempio i derivati cumarinici (antagonisti della vitamina K) come il fenprocumone e il warfarin (Coumadin®), l’acido acetilsalicilico (ASA, Aspirina®), l’eparina (Calciparina®) o i cosiddetti nuovi anticoagulanti orali (NOA) come apixaban (Eliquis®), dabigatran (Pradaxa®), edoxaban (Lixiana®) e rivaroxaban (Xarelto®).

In caso di malattie epatiche, pancreatite e colecistite acute si dovrebbero evitare gli acidi grassi omega-3. Chi soffre di problemi di coagulazione o deve sottoporsi a interventi chirurgici dovrebbe consultare il proprio medico, che deciderà se è possibile continuare ad assumere gli integratori a base di omega-3.

Il magnesio riduce i dolori e può alleviare i crampi muscolari

Meccanismo d’azione del magnesio

Il magnesio è necessario per il funzionamento dei muscoli. Se carente, i muscoli non sono più in grado di distendersi e possono essere colpiti da crampi. Il magnesio può quindi contribuire a distendere i muscoli masticatori e partecipa anche alla trasmissione dei segnali all’interno del sistema nervoso, senza dimenticare le sue proprietà analgesiche, sia in presenza di dolori acuti che cronici.

Sulla base di diverse meta-analisi, ad oggi non è ancora possibile confermare con certezza le proprietà antispastiche del magnesio. Numerosi studi sostengono però le sue proprietà analgesiche. I ricercatori che hanno condotto una meta-analisi in merito hanno concluso, ad esempio, che il magnesio può ridurre i dolori e la necessità di ricorrere ad analgesici (oppioidi) dopo un intervento chirurgico. Inoltre, secondo uno studio preliminare, è in grado di ridurre i dolori anche in caso di fibromialgia. Se somministrato direttamente per via endovenosa, può anche alleviare i dolori neurologici di natura tumorale.

Sebbene l’efficacia del magnesio in caso di CMD non sia ancora stata dimostrata, gli studi condotti finora indicano che il magnesio è utile contro i dolori. Pertanto, poiché è conveniente e ha scarsi effetti collaterali, vale la pena assumerlo in caso di dolori.

Donna che si tiene il collo per il dolore
Il magnesio rilassa la muscolatura e al contempo allevia il dolore. Pertanto, non dovrebbe mancare nell’ambito di una terapia contro la CMD. Immagine: andriano_cz/iStock/Getty Images Plus

Dosaggio e consigli sull’assunzione del magnesio

Per alleviare i dolori dovuti alla CMD, i medici specializzati in micronutrienti consigliano di prendere da 300 a 600 milligrammi di magnesio al giorno. Ricordiamo che dosi giornaliere a partire da 300 milligrammi possono provocare attacchi di diarrea e devono quindi essere distribuite nell’arco della giornata. In caso di uso continuato, si consiglia di non superare una dose pari a 250 milligrammi al giorno senza aver prima consultato il proprio medico.

È preferibile assumere il magnesio insieme ai pasti per migliorare la tolleranza da parte dello stomaco e l’assorbimento nell’intestino.

Consiglio

Esistono diversi legami di magnesio con diverse proprietà. I più consigliati sono ad esempio i legami di magnesio citrato: hanno un’azione basica e possono aiutare anche in caso di acidificazione. Tutte le informazioni importanti sui legami di magnesio, i campi di applicazione, i vantaggi e gli svantaggi sono disponibili qui.

Determinazione dei livelli di magnesio in laboratorio

Se si assumono dosi di magnesio superiori a 250 milligrammi per periodi prolungati, si consiglia di tenerne sotto controllo il livello nel sangue. Il magnesio è presente nell’organismo soprattutto nelle cellule: la quantità di magnesio contenuta nei globuli rossi è tre volte superiore a quella nel siero. Il medico dovrebbe quindi determinarne il livello nel sangue intero, dove si trovano i globuli rossi. I valori normali sono compresi tra 1,38 e 1,5 micromoli per litro.

Magnesio: da considerare in caso di assunzione di farmaci e malattie

Se si assumono determinati antibiotici o farmaci contro l’osteoporosi (bifosfonati), si dovrebbero sempre attendere almeno due ore prima di ingerire un preparato a base di magnesio, che altrimenti potrebbe fissarsi ai principi attivi presenti nel tratto gastrointestinale e renderli così inefficaci. Occorre prestare attenzione, tra gli altri, ai seguenti farmaci:

  • Inibitori della DNA girasi: ciprofloxacina (come Basemar® o Bosix®), ofloxacina (come ad esempio Eukinoft®) o levofloxacina (come ad esempio Agilev, Allgram)
  • Tetracicline: tetraciclina (come Ambramicina®) e doxiciclina (come Bassado®, Doxynor)
  • Bifosfonati: acido clodronico (come Clasteon®, Climaclod®), acido alendronico (come Andronat®) e acido ibandronico (come Bondronat®, Bonviva®)

Chi soffre di malattie renali croniche non è in grado di eliminare correttamente attraverso i reni il magnesio in eccesso. Pertanto, onde evitare accumuli nel sangue, non dovrebbe assumere preparati a base di magnesio.

L’MSM allevia i dolori e migliora la funzione articolare

Meccanismo d’azione dell’MSM

Formula chimica del metilsulfonilmetano
L’MSM fornisce all’organismo lo zolfo (S) per la formazione della cartilagine, ed è anche un analgesico naturale. Immagine: Brandpepper GmbH

Il metilsulfonilmetano (MSM) è un legame di zolfo naturale con proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e analgesiche. L’MSM è importante per la formazione e la conservazione della cartilagine e del tessuto connettivo. Grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, l’MSM può aiutare a mantenere salde le articolazioni in presenza di patologie articolari.

Nonostante la sua efficacia in caso di CMD non sia ancora stata oggetto di ricerca, i suoi vantaggi contro artrosi e artrite reumatoide sono confermati da numerosi studi. In tre studi clinici, ad esempio, i soggetti che assumevano MSM presentavano una sensibile riduzione dei dolori e in due di essi sono stati osservati anche una riduzione delle tumefazioni a carico delle articolazioni e un miglioramento della funzione articolare. Secondo uno studio preliminare, l’MSM può addirittura ridurre la necessità di ricorrere agli analgesici nei pazienti che soffrono di artrosi.

Sembra che l’MSM sia efficace in particolare se combinato con altre sostanze. Secondo uno studio clinico, la combinazione di MSM e glucosamina è più efficace rispetto alla somministrazione delle singole sostanze. Secondo uno studio clinico condotto su un numero ridotto di soggetti e uno studio preliminare, anche la combinazione tra MSM e glucosamina, condroitina e vitamina D consente di alleviare il dolore.

I primi risultati di alcuni studi condotti su artrosi e dolore sono molto promettenti e lasciano aperta la possibilità di sviluppi positivi anche in caso di CMD.

Dosaggio e consigli sull’assunzione di MSM

In caso di CMD e dolori gli esperti in micronutrienti consigliano di assumere ogni giorno da 1.500 a 3.000 milligrammi di MSM. In combinazione con la glucosamina e la condroitina sono risultati efficaci già 500 milligrammi di MSM al giorno. L’MSM è meglio tollerato se somministrato insieme ai pasti.

In rari casi può causare disturbi gastrici e intestinali come diarrea. In questi casi si consiglia di iniziare con una dose inferiore (da 500 a 1.000 milligrammi) e di aumentarla poi gradualmente.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere consigliate in caso di disfunzione cranio-mandibolare

 

Vitamine

Vitamina C

da 200 a 400 milligrammi (mg)

Vitamina E

da 20 a 30 milligrammi

  
 

Minerali

Magnesio

da 300 a 600 milligrammi

  
 

Flavonoidi

Resveratrolo

10 milligrammi

  
 

Altro

Condroitina solfato

da 800 a 1.200 milligrammi

Glucosamina solfato

da 1.500 a 2.000 milligrammi

Acido ialuronico

da 50 a 100 milligrammi

Acidi grassi omega-3

da 1.000 a 2.000 milligrammi

MSM

da 1.500 a 3.000 milligrammi

 

Esami di laboratorio consigliati in breve

Esami del sangue consigliati in caso di disfunzione cranio-mandibolare

 

Valori normali

Stato degli antiossidanti

da 1,13 a 1,57 millimoli per litro (mmol/l)

Indice omega-3

superiore all’8 percento (%)

Magnesio (sangue intero)

da 1,38 a 1,5 millimoli per litro

 

 

Classificazione

Riepilogo

Si consiglia di integrare il trattamento classico della CMD con la medicina dei micronutrienti. Le sostanze nutritive delle ossa, come glucosamina, condroitina e acido ialuronico, contribuiscono a mantenere sana la cartilagine, contrastano le infiammazioni e bloccano dolori, tumefazioni a carico delle articolazioni e rigidità articolare. Gli antiossidanti come la vitamina E, la vitamina C e il resveratrolo proteggono la cartilagine e il tessuto connettivo che la avvolge dai danni causati dai radicali liberi. Inoltre, prevengono dolori e infiammazioni. La vitamina C sostiene anche la formazione del tessuto cartilagineo e connettivo.

Gli acidi grassi omega-3 hanno un effetto antinfiammatorio e possono contribuire ad alleviare dolori di varia natura. Il magnesio riduce i crampi e potrebbe contrastare le tensioni muscolari a livello mandibolare. Inoltre, allevia diverse tipologie di dolori. Il metilsulfonilmetano (MSM) ha proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e analgesiche e partecipa alla formazione e alla conservazione del tessuto cartilagineo e connettivo. In caso di artrosi e artrite reumatoide, l’MSM riduce i dolori, contrasta le tumefazioni a livello articolare e migliora la funzione articolare.

Classificazione

Indice degli studi e delle fonti

Abdulrazaq, M. et al. (2017): Effect of ω-3 polyunsaturated fatty acids on arthritic pain: a systematic review. Nutrition 2017 Jul-Aug;39-40:57-66. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28606571, consultato il: 26.06.2019.

Bagis, S. et al. (2013): Is magnesium citrate treatment effective on pain, clinical parameters and functional status in patients with fibromyalgia? Rheumatol Int 2013 Jan;33(1):167-72. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22271372, consultato il: 26.06.2019.

Banerjee, S. et al. (2017): Magnesium as an alternative or adjunct to opioids for migraine and chronic pain: a review of the clinical effectiveness and guidelines. CADTH Rapid Response Report 2017. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK475794/, consultato il: 26.06.2019.

Brand, C. et al. (2001): Vitamin E is ineffective for symptomatic relief of knee osteoarthritis: a six months double blind, randomised, placebo controlled study. Ann Rheum Dis 2001 Oct;60(10):946-9. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11557651, consultato il: 26.06.2019.

Brien, S. et al. (2008): Systematic review of the nutritional supplements dimethyl sulfoxide (DMSO) and methylsulfonylmethane (MSM) in the treatment of osteoarthritis. Osteoarthritis Cartilage 2008 Nov;16(11):1277-88. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18417375, consultato il: 26.06.2019.

Butawan, M. et al. (2017): Methylsulfonylmethane: applications and safety of a novel dietary supplement. Nutrients 2017 Mar;9(3):290. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5372953/, consultato il: 26.06.2019.

Carr, A.C. et al. (2015): parenteral vitamin C relieves chronic fatigue and pain in a patient with rheumatoid arthritis and mononeuritis multiplex secondary to CNS vasculitis. Case Reports in Clinical Pathology 2015;2(2):57-61. http://www.sciedupress.com/journal/index.php/crcp/article/view/5887, consultato il: 26.06.2019.

Carr, A.C. et al. (2017): The role of vitamin C in the treatment of pain: new insights. J Transl Med 2017 Apr 14;15(1):77. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28410599, consultato il: 26.06.2019.

Chaitanya, N. et al. (2018): An insight and update on the analgesic properties of vitamin C. J Pharm Bioallied Sci 2018 Jul-Sept;10(3):119-125. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6142887/, consultato il: 26.06.2019.

Chen, X. et al. (2014): Anti-inflammatory effect of resveratrol on adjuvant arthritis in rats with abnormal immunological function via the reduction of cyclooxygenase-2 and prostaglandin E2. Mol Med Rep 2014 Jun;9(6):2592-8. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24676467, consultato il: 26.06.2019.

Chin, K.Y. et al. (2018): The role of vitamin E in preventing and treating osteoarthritis – a review of current evidence. Front Pharmacol 2018;9:946. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6113565/, consultato il: 26.06.2019.

CMD Dachverband e.V. Craniomandibuläre Dysfunktion – Ursachen und Symptome. https://cmd-dachverband.de/fuer-patienten/ursachen-symptome/, consultato il: 26.06.2019.

Costantino, D. et al. (2015): Use of alpha-lipoic acid and omega-3 in postpartum pain treatment. Minerva Ginecol 2015 Oct;67(5):465-73. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26491825, consultato il: 26.06.2019.

Crosby, V. et al. (2000): The safety and efficacy of a single dose (500 mg or 1 g) of intravenous magnesium sulfate in neuropathic pain poorly responsive to strong opioid analgesics in patients with cancer. J Pain Symptom Manag 2000 Jan;19(1):35-9. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10687324, consultato il: 26.06.2019.

Debbi, E.M. et al. (2011): Efficacy of methylsulfonylmethane supplementation on osteoarthritis of the knee: a randomized controlled study. BMC Complement Altern Med 2011 Jun 27;11:50. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21708034, consultato il: 26.06.2019.

De Oliveira, G.S. et al. (2013): Perioperative systemic magnesium to minimize postoperative pain: a meta-analysis of randomized controlled trials. Anesthesiology 2013 Jul;119(1):178-90. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23669270, consultato il: 26.06.2019.

Felsby, S. et al. (1996): NMDA receptor blockade in chronic neuropathic pain: a comparison of ketamine and magnesium chloride. Pain 1996 Feb;64(2):283-91. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8740606, consultato il: 26.06.2019.

Foster, T.S. et al. (2007): Efficacy and safety of alpha-lipoic acid supplementation in the treatment of symptomatic diabetic neuropathy. Diabetes Educ 2007 Jan-Feb;33(1):111-7. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17272797, consultato il: 26.06.2019.

Galan-Arriero, I. et al. (2017): The role of omega-3 and omega-9 fatty acids for the treatment of neuropathic pain after neurotrauma. Biochim Biophys Acta Biomembr 2017 Sep;1859(9 Pt B):1629-35. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28495596, consultato il: 26.06.2019.

Garrison, S.R. et al. (2012): Magnesium for skeletal muscle cramps. Cochrane Database Syst Rev 2012 Sep 12;(9):CD009402. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22972143, consultato il: 26.06.2019.

Gesellschaft für Funktionsdiagnostik (DIR). Kennen Sie das: Zähneknirschen, Kieferknacken? Ohrgeräusche? Beschwerden im Kopf-, Nacken- und Wirbelsäulenbereich? http://www.dir-system.de/patient/symptome, consultato il: 26.06.2019.

Gesellschaft für Zahngesundheit, Funktion und Ästhetik (GZFA). CMD CranioMandibuläre Dysfunktion: Zahn- und Kiefer Funktionsstörungen. https://www.gzfa.de/diagnostik-therapie/cmd-craniomandibulaere-dysfunktion/, consultato il: 26.06.2019.

Haghighat, A. et al. (2013): Evaluation of Glucosamine sulfate and Ibuprofen effects in patients with temporomandibular joint osteoarthritis symptom. J Res Pharm Pract 2013 Jan;2(1):34-9. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4076897/, consultato il: 26.06.2019.

Hochberg, M.C. et al. (2016): Combined chondroitin sulfate and glucosamine for painful knee osteoarthritis: a multicentre, randomised, double-blind, non-inferiority trial versus celecoxib. Ann Rheum Dis 2016 Jan;75(1):37-44. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25589511, consultato il: 26.06.2019.

Honovo, G. et al. (2019): Efficacy of chondroitin sulfate in patients with knee osteoarthritis: a comprehensive meta-analysis exploring inconsistencies in randomized, placebo-controlled trials. Adv Ther 2019 May;36(5):1085-99. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30879253, consultato il: 26.06.2019.

Hugger, A. et al. (2016): Begriffsbestimmungen: Funktionsstörung, Dysfunktion, craniomandibuläre Dysfunktion (CMD), Myoarthropathie des Kausystems (MAP). Stand 01/2016. https://www.dgzmk.de/uploads/tx_szdgzmkdocuments/WM_DGFDT_Terminologie_CMD_final_2016_01_26.pdf, consultato il: 26.06.2019.

Jordan, K. et al. (2003): EULAR Recommendations 2003: an evidence based approach to the management of knee osteoarthritis: Report of a Task Force of the Standing Committee for International Clinical Studies Including Therapeutic Trials (ESCISIT). Ann Rheum Dis 2003 Dec;62(12):1145-55. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1754382/, consultato il: 26.06.2019.

Kim, L.S. et al. (2006): Efficacy of methylsulfonylmethane (MSM) in osteoarthritis of the knee: a pilot clinical trial. Osteoarthritis Cartilage 2006 Mar;14(3):286-94. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16309928, consultato il: 26.06.2019.

Ko, G.D. et al. (2010): Omega-3-fatty acids for neuropathic pain: a case series. Clin J Pain 2010 Feb;26(2):168-72. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20090445, consultato il: 26.06.2019.

Lunec, J. et al. (1985): The determination of dehydroascorbic and ascorbic acid in the serum and synovial fluid of patients with rheumatoid arthritis (RA). Free Radic Res Commun 1985;1(1):31-9. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3880014, consultato il: 26.06.2019.

Messina, O.D. et al. (2019): Nutrition, osteoarthritis and cartilage metabolism. Aging Clin Exp Res 2019 Jun;31(6):807-13. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30982220, consultato il: 26.06.2019.

Nakasone, Y. et al. (2011): Effect of a glucosamine-based combination supplement containing chondroitin sulfate and antioxidant micronutrients in subjects with symptomatic knee osteoarthritis: a pilot study. Exp Ther Med 2011 Sep;2(5):593-99. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22977594, consultato il: 26.06.2019.

Nelson, F.R. et al. (2015): The effects of an oral preparation containing hyaluronic acid (Oralvisc®) on obese knee osteoarthritis patients determined by pain, function, bradykinin, leptin, inflammatory cytokines, and heavy water analyses. Rheumatol Int 2015 Jan;35(1)43-52. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24899570, consultato il: 26.06.2019.

Nguyen, C. et al. (2017): Resveratrol, potential therapeutic interest in joint disorders: a critical narrative review. Nutrients 2017 Jan 6;9(1):pii:E45. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28067817, consultato il: 26.06.2019.

Prego-Dominguez, J. et al. (2016): Polyunsaturated fatty acids and chronic pain: a systematic review and meta-analysis. Pain Physician 2016;19:521-35. https://www.painphysicianjournal.com/current/pdf?article=MzEwMQ%3D%3D&journal=100, consultato il: 26.06.2019.

Senftleber, N.K. et al. (2017): Marine oil supplements for arthritis pain: a systematic review and meta-analysis of randomized trials. Nutrients 2017 Jan;9(1):42. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5295086/, consultato il: 26.06.2019.

Srebro, D. et al. (2016): Magnesium in pain research: state of the art. Curr Med Chem 2016 Dec 12;24(4):424-34. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27978803, consultato il: 26.06.2019.

Stimmer, H. et al. (2019): What role does synovitis play in craniomandibular dysfunction (CMD)? A 3T-MRI Study. RöFö 2018; DOI: 10.1055/a-0842-2358. https://www.thieme-connect.com/products/ejournals/html/10.1055/a-0842-2358?articleLanguage=en, consultato il: 26.06.2019.

Tashiro, T. et al. (2012): Oral administration of polymer hyaluronic acid alleviates symptoms of knee osteoarthritis: a double-blind, placebo-controlled study over a 12-month period. ScientificWorldJournal 2012;2012:167928. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23226979, consultato il: 26.06.2019.

Thie, N.M. et al. (2001): Evaluation of glucosamine sulfate compared to ibuprofen for the treatment of temporomandibular joint osteoarthritis: a randomized double blind controlled 3 month clinical trial. J Rheumatol 2001 Jun;25(6):1347-55. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11409130, consultato il: 26.06.2019.

Usha, P.R. et al. (2004): Randomised, double-blind, parallel, placebo-controlled study of oral glucosamine, methylsulfonylmethane and their combination in osteoarthritis. Clin Drug Investig 2004;24(6):353-63. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17516722, consultato il: 26.06.2019.

Vidyasagar, S. et al. (2004): Efficacy and tolerability of glucosamine – chondroitin sulphate – methyl sulfonyl methane (MSM) in osteoarthritis of knee in Indian patients. Iranian Journal of Pharmacology and Therapeutics 2004;3(2):61-70. http://ijpt.iums.ac.ir/browse.php?a_code=A-10-100-42&slc_lang=en&sid=1, consultato il: 26.06.2019.

Vink, R. et al. (2011): Magnesium in the central nervous system [Internet]. University of Adelaide Press, Adelaide (AU). https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK507245/, consultato il: 26.06.2019.

Xuzhu, G. et al. (2012): Resveratrol modulates murine collagen-induced arthritis by inhibiting Th17 and B-cell function. Ann Rheum Dis 2012 Jan;71(1):129-35. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21953348, consultato il: 26.06.2019.

Young, G.L. et al. (2002): Interventions for leg cramps in pregnancy. Cochrane Database Syst Rev 2002;1:CD000121. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11869565, consultato il: 26.06.2019.

Young, G. et al. (2015): Leg cramps. BMJ Clin Evid 2015;2015:1113. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4429847/, consultato il: 26.06.2019.

Ziegler, D. et al. (2006): Oral treatment with alpha-lipoic acid improves symptomatic diabetic polyneuropathy: the SYDNEY 2 trial. Diabetes Care 2006 Nov;29(11):2365-70. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17065669, consultato il: 26.06.2019.