Alleviare il dolore con la medicina dei micronutrienti

In che modo vitamine, minerali, acidi grassi e flavonoidi bloccano i mediatori del dolore e agiscono come analgesici

Capita spesso di avvertire dolore. L’intensità del dolore è proporzionale alla sua durata, e più è intenso, più limita la vita quotidiana e riduce la qualità della vita di chi ne soffre. Esistono tante tipologie di dolore. Nella maggior parte dei casi si manifesta in seguito a malattia o lesione. Leggete qui in che modo la medicina dei micronutrienti può aiutare ad alleviare il dolore, potenziare l’efficacia degli analgesici e ridurne gli effetti collaterali.

L'uomo mostra vari dolori nel corpo
Il corpo è colpito da diversi tipi di dolore, ma è soprattutto il dolore cronico che mina il benessere e limita sensibilmente la qualità della vita. Gli analgesici rappresentano una rapida soluzione ma, alla lunga, causano anche numerosi effetti collaterali. Determinati micronutrienti contribuiscono a ridurre la necessità di ricorrere agli analgesici. Immagine: Staras/iStock/Getty Images Plus

Cause

Il dolore può essere di breve durata, ma può anche essere cronico. Esistono diverse tipologie di dolore. Può interessare una determinata regione oppure colpire tutto il corpo; può essere causato da lesioni o manifestarsi in determinate situazioni o in correlazione a una malattia.

Qui di seguito indichiamo alcune tipologie di dolore:

  • Dolori associati a infezioni, ferite (interventi chirurgici), ustioni
  • Dolori di natura infiammatoria associati a reumatismi, artrosi, gotta e infiammazioni degli organi interni
  • Dolori neuropatici come polineuropatia (ad esempio a seguito di diabete)
  • Mal di testa ed emicrania
  • Dolori dovuti al trasporto di pesi in modo non bilanciato o a posture scorrette (ad esempio mal di schiena o dolori da gomito del tennista)
  • Dolori mestruali o addominali
  • Tensione muscolare (ad esempio dovuta ad accumulo di liquidi nelle gambe o ad atonia venosa) 
  • Dolori associati a coagulopatie come trombosi, arteriosclerosi o angina pectoris
  • Mal di denti
  • Dolori oncologici
  • Dolori fantasma percepiti in parti del corpo amputate

Informazioni

La percezione del dolore è influenzata anche dalla psiche e dal sistema nervoso: in caso di stress e depressione è possibile percepire il dolore in modo più intenso del normale. Inoltre, è stato dimostrato che i neuroni reagiscono con sempre maggiore sensibilità in caso di dolori prolungati. È dunque sufficiente un minimo stimolo per causare dolore: si sviluppa una memoria del dolore, che lo rende cronico.

Classificazione

Obiettivi del trattamento

Qual è il trattamento classico del dolore?

La terapia del dolore ha lo scopo di eliminare le cause del dolore, quindi i trattamenti adottati sono molto diversi. In linea di massima si vuole evitare che il dolore acuto persista nel tempo e diventi cronico. Se il dolore è già cronico, l’obiettivo è renderlo sopportabile in modo da ridurre il più possibile l’impatto sulla qualità della vita.

Per farlo si ricorre ai seguenti farmaci:

  • farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) come ibuprofene (Antalgil®, Brufen®, Buscofen®) diclofenac (Dealgic®, Dicloreum®, Voltadol®) e acido acetilsalicilico (Flectadol®, Aspirina®)
  • paracetamolo (Acetamol®, Efferalgan®)
  • oppioidi come tramadolo (Tradonal®, Fortradol®, Tramalin®), tilidina, tapentadolo (Palexia®, Yantil®), ossicodone (Oxicodone Sandoz®, Oxsynia®, Oxycontin®), idromorfone (Jurnista®), fentanil (Fentalgon®, Actiq®, Durogesic®) e buprenorfina (Buprenorfina Molteni®, Temgesic®, Transtec®)

A dosi ridotte, i farmaci antidepressivi come l’amitriptilina (Adepril®, Laroxyl®) hanno proprietà analgesiche. Per ridurre i dolori neuropatici (polineuropatie), i dolori correlati all’herpes zoster o le nevralgie facciali si prescrivono anche farmaci antispastici, tra cui i principi attivi carbamazepina (Tegretol®, Carbamazepina Eg®) o pregabalin (Algecia®, Lyrica®), originariamente utilizzati come antiepilettici.

In caso di dolore cronico si combinano spesso più farmaci, ma più aumenta la durata di assunzione e la dose, maggiori sono gli effetti collaterali che possono manifestarsi.

Oltre ai farmaci, è possibile ricorrere anche alla fisioterapia e alla terapia del caldo e del freddo. A volte il medico può prescrivere delle sedute di psicoterapia, soprattutto in caso di dolori associati a stress, depressione e traumi. A queste terapie si aggiungono tecniche di rilassamento come yoga e training autogeno, che possono aiutare ad alleviare il dolore.

Gli obiettivi della medicina dei micronutrienti

La medicina dei micronutrienti può integrare il trattamento classico del dolore. L’obiettivo è contrastare il dolore con l’aiuto di micronutrienti spasmolitici e antinfiammatori e ridurre la necessità di ricorrere ai farmaci. Qui di seguito sono riportati i micronutrienti più efficaci:

  • Le vitamine del gruppo B regolano i mediatori del dolore e hanno un effetto analgesico.
  • Il magnesio blocca i segnali del dolore.
  • Gli acidi grassi omega-3 alleviano le infiammazioni e, con esse, il dolore.
  • La vitamina D riduce i livelli delle sostanze infiammatorie.
  • La vitamina E contrasta lo stress ossidativo.
  • La vitamina C allevia il dolore, in particolare quello di natura post-operatoria.
  • Il resveratrolo potrebbe proteggere dai dolori artritici.

Inoltre, la medicina dei micronutrienti può evitare possibili carenze ed effetti collaterali causati dagli analgesici.

Consiglio

Chi soffre di dolori legati all’acidosi dovrebbe seguire una dieta ricca di frutta, verdura e minerali di base.

Classificazione

Trattamento con i micronutrienti

Le vitamine del gruppo B regolano i mediatori del dolore e rafforzano i nervi

Meccanismo d’azione delle vitamine del gruppo B

Immagine di neuroni
Le vitamine del gruppo B regolano la liberazione e la disponibilità di determinati neurotrasmettitori, che possono così agire anche sulla percezione del dolore. Immagine: ktsimage/iStock/Getty Images Plus

Le vitamine del gruppo B hanno proprietà analgesiche. I risultati dei vari test condotti in laboratorio e sugli animali forniscono le seguenti indicazioni:

  • Le vitamine del gruppo B incrementano la disponibilità della noradrenalina e della serotonina, neurotrasmettitori endogeni dall’effetto analgesico.
  • Le vitamine del gruppo B favoriscono la liberazione del monossido di azoto (NO), che ha un effetto analgesico diretto, riducendo, tra l’altro, la trasmissione dell’impulso doloroso.
  • Le vitamine del gruppo B contribuiscono ad accelerare la rigenerazione delle fibre nervose.

Una meta-analisi che ha incluso numerosi studi ha mostrato gli effetti positivi delle vitamine del gruppo B anche sull’uomo: potrebbero ridurre sia il mal di schiena sia i dolori associati a polineuropatie, artrosi ed herpes zoster. Gli studi si sono concentrati in particolar modo sulle vitamine B1, B6 e B12, sull’acido folico e sulla biotina. La vitamina B12 risulta efficace in particolare in caso di dolori a collo, schiena e anche. I ricercatori degli studi hanno testato diverse composizioni e dosi delle vitamine del gruppo B, somministrate per via orale, sotto forma di compresse o per via intramuscolare.

Sono necessari ulteriori studi per determinare quale siano la dose, la combinazione e la forma di somministrazione più adatte. Ad oggi si sa che si ottengono maggiori effetti con un’assunzione per lunghi periodi.

Informazioni

Le vitamine del gruppo B possono potenziare anche l’effetto degli analgesici non steroidei, riducendone il fabbisogno.

Dosaggio e consigli sull’assunzione delle vitamine del gruppo B

In caso di dolori, gli esperti specializzati in micronutrienti consigliano un integratore combinato che contenga tutte le vitamine del gruppo B, in particolare:

  • da 2 a 5 milligrammi di vitamina B1
  • da 2 a 5 milligrammi di vitamina B6
  • da 10 a 50 microgrammi di vitamina B12 (sotto forma di metilcobalamina)
  • da 200 a 400 microgrammi di acido folico (sotto forma di acido 5-metiltetraidrofolico utilizzabile direttamente)
  • da 50 a 100 microgrammi di biotina

Secondo alcuni studi, anche dosi superiori a quelle indicate si sono dimostrate efficaci contro il mal di schiena.

Si consiglia di assumere le vitamine del gruppo B insieme ai pasti con dei liquidi per migliorare la tollerabilità gastrica.

Vitamine del gruppo B: da considerare in caso di gravidanza, allattamento e malattie

Si consiglia di assumere dosi elevate di vitamine del gruppo B durante la gravidanza e l’allattamento solo in caso di carenza conclamata e dopo aver consultato il proprio ginecologo.

I diabetici con danni renali e i pazienti nefropatici dovrebbero assumere la vitamina B12 sotto forma di metilcobalamina e non di cianocobalamina, poiché quest’ultima è probabilmente nociva per i pazienti con problemi ai reni.

Il magnesio riduce la percezione del dolore

Meccanismo d’azione del magnesio

Il magnesio ha proprietà analgesiche in grado di bloccare determinati punti di ancoraggio per i neurotrasmettitori (recettori NMDA) presenti nel sistema nervoso e responsabili della reazione dei neuroni agli stimoli dolorosi. Agendo sui recettori, il magnesio ne blocca l’effetto e riduce la soglia del dolore.

Una meta-analisi comprensiva di numerosi studi ha mostrato come il magnesio allevi in modo efficace ad esempio i dolori post-operatori. Uno studio clinico condotto su bambini operati di tonsillite, tuttavia, non ha confermato l’effetto analgesico. Altri studi preliminari hanno dimostrato come il magnesio possa ridurre gli stati nevralgici di pazienti che soffrono di neuropatie o di herpes zoster. In questi studi il magnesio veniva somministrato direttamente per via endovenosa.

Uno studio clinico condotto su un numero ridotto di soggetti ha dimostrato l’azione analgesica del magnesio nell’alleviare i dolori al basso ventre o alla schiena durante il ciclo mestruale. Anche uno studio panoramico ne ha confermato le proprietà antidolorifiche in caso di disturbi mestruali. A questo si aggiungono i primi risultati di uno studio clinico secondo il quale il magnesio alleviava il mal di schiena nei soggetti che lo ricevono per via endovenosa.

Occorre tuttavia condurre ulteriori studi per poter confermare che gli integratori a base di magnesio siano effettivamente d’aiuto contro il dolore. Tuttavia, considerati i ridotti effetti collaterali e i risultati finora ottenuti, vale la pena provare ad assumerli.

Dosaggio e consigli sull’assunzione del magnesio

Come analgesico, gli esperti in micronutrienti consigliano da 300 a 600 milligrammi di magnesio al giorno, preferibilmente suddivisi in più dosi durante la giornata, ad esempio due dosi da 150 milligrammi, così da renderlo più tollerabile. Si consiglia inoltre di assumerlo insieme ai pasti, poiché le proteine e la vitamina D ne favoriscono l’assorbimento a livello intestinale. Chi assume per lunghi periodi più di 250 milligrammi di magnesio dovrebbe parlarne con il proprio medico.

I legami organici di magnesio sono particolarmente adatti per scopi analgesici, soprattutto il magnesio citrato. Questa forma viene subito assorbita a livello intestinale ed è quindi disponibile più rapidamente rispetto, ad esempio, all’ossido di magnesio.

Determinazione dei livelli di magnesio in laboratorio

Chi assume per lungo tempo dosi di magnesio superiori a 250 milligrammi al giorno dovrebbe sottoporsi a controlli mirati per determinarne il livello nel sangue. L’analisi dovrebbe essere eseguita sul sangue intero, dove la presenza di magnesio è più determinante rispetto al siero, perché contiene i globuli rossi. Il valore normale nel sangue intero è compreso tra 1,38 e 1,50 millimoli per litro.

Donna che soffre di crampi addominali
Il magnesio è particolarmente efficace in caso di dolori di natura spastica e, se assunto a dosi elevate prima e durante le mestruazioni, ne allevia i disturbi. Immagine: nensuria/iStock/Getty Images Plus

Magnesio: da considerare in caso di malattie e assunzione di farmaci

Chi soffre di malattie renali croniche non dovrebbe assumere integratori a base di magnesio, perché i reni indeboliti non sono in grado di eliminarne le quantità in eccesso, che possono quindi accumularsi nel sangue.

Il magnesio può ridurre l’effetto di alcuni farmaci perché li lega e li rende inefficaci. Tali farmaci includono gli antibiotici, in particolare gli inibitori della DNA girasi e le tetracicline, e i farmaci per l’osteoporosi (bifosfonati). Il magnesio e questi farmaci andrebbero assunti insieme solo rispettando un intervallo temporale di almeno due ore:

  • Inibitori dalla DNA girasi come la ciprofloxacina (ad esempio Basemar®, Battizer®), l’enoxacina (ad esempio Enoxen®) o la levofloxacina (ad esempio Agilev®).
  • Tetracicline come la tetraciclina (Ambramicina®) e la doxiciclina (ad esempio Bassado®, Farmodoxi®).
  • Bifosfonati come l’acido alendronico (Fosamax®, Bonasol®), l’acido clodronico (come Clasteon®) e l’acido etidronico (come Etidron®).

Gli acidi grassi omega-3 bloccano le infiammazioni

Meccanismo d’azione degli acidi grassi omega-3

Il dolore è spesso accompagnato da processi infiammatori all’interno dell’organismo. Gli acidi grassi omega-3, come l’acido eicosapentaenoico (EPA) e l’acido docosaesaenoico (DHA), intervengono nel metabolismo infiammatorio e vengono utilizzati dall’organismo per produrre i trasmettitori antinfiammatori. Inoltre, gli omega-3 sono la base per i legami che bloccano attivamente le infiammazioni e si presume che influenzino anche l’elaborazione del dolore da parte dei neuroni perché agiscono sulle proteine deputate a tale scopo. Grazie alle loro proprietà lenitive sulle infiammazioni, gli omega-3 non solo alleviano i dolori acuti, ma possono anche evitare che diventino cronici.

L’effetto analgesico degli omega-3 nei pazienti con dolori articolari dovuti all’artrosi è già stato confermato. Sono consigliati in particolare a chi soffre di malattie infiammatorie come l’artrite reumatoide. Uno studio panoramico ha mostrato come gli omega-3 alleviassero i dolori e riducessero la necessità per i pazienti di ricorrere agli antinfiammatori non steroidei.

Sembra inoltre che siano particolarmente efficaci non solo per i dolori articolari ma anche in caso di dolori mestruali, come dimostrato da una meta-analisi su alcuni studi preliminari. Anche diversi studi sull’emicrania hanno mostrato che gli omega-3 riducevano la durata degli attacchi. Questi acidi grassi sono utili anche per contrastare i dolori causati da infezioni, ma andrebbero assunti solo una volta trattata l’infezione perché il corpo deve rilevare una certa attività infettiva per poterla contrastare. 

In linea generale, non tutti gli studi hanno confermato il loro effetto positivo contro tutte le tipologie di dolore.  Tuttavia, soprattutto in caso di malattie infiammatorie e dolori mestruali, l’assunzione di omega-3 può dare sollievo.

Dosaggio e consigli sull’assunzione degli acidi grassi omega-3

Capsule di omega-3
Il dolore è causato da processi infiammatori all’interno dell’organismo. Gli acidi grassi omega-3 hanno proprietà antinfiammatorie e possono così alleviare anche il dolore, soprattutto in caso di dolori articolari. Immagine: bankrx/iStock/Thinkstock

Come analgesico, gli esperti in micronutrienti consigliano da 1.000 a 2.000 milligrammi di omega-3 al giorno. L’importante è che il contenuto di EPA sia elevato, ad esempio 1.000 milligrammi al giorno, perché l’EPA è un potente antinfiammatorio. L’EPA è presente nell’olio di pesce.

Gli integratori di omega-3 andrebbero assunti insieme a un pasto contenente grassi, perché essi ne consentono un miglior assorbimento a livello gastrico.

Consiglio

Bisogna fare attenzione a scegliere integratori a base di olio di pesce di qualità, sottoposti a diversi processi di purificazione per eliminare sostanze nocive e altri residui indesiderati.

Determinazione dei livelli di acidi grassi omega-3 in laboratorio

Soprattutto se si soffre di dolori cronici, è consigliabile sottoporsi ad analisi del sangue per determinare il livello di omega-3. Tale livello può essere stabilito mediante l’indice omega-3, che misura la percentuale di EPA e DHA negli eritrociti, ovvero nei globuli rossi. L’indice omega-3 è espresso in percentuale e dovrebbe essere superiore a 8, ad indicare che 8 acidi grassi su 100 presenti nei globuli rossi sono acidi grassi omega-3 di alta qualità.

Acidi grassi omega-3: da considerare in caso di malattie, assunzione di farmaci e prima di interventi chirurgici

Gli acidi grassi omega-3 non andrebbero assunti in caso di malattie epatiche, pancreatiti o colecistiti acute, mentre chi soffre di coagulopatie dovrebbe prima consultare il proprio medico.

Poiché gli acidi grassi omega-3 hanno un effetto anticoagulante, se assunti a dosi superiori a 1.000 milligrammi possono potenziare l’azione dei farmaci anticoagulanti, tra cui i derivati cumarinici come il fenprocumone o il warfarin (Coumadin®), l’acido acetilsalicilico (ASA, Aspirina®), l’eparina (Clexane®) e i nuovi anticoagulanti orali come l’apixaban (Eliquis®), il dabigatran (Pradaxa®), l’edoxaban (Lixiana®) e il rivaroxaban (Xarelto®).

Anche prima di un intervento chirurgico si dovrebbe consultare un medico, il quale, considerate le proprietà anticoagulanti degli omega-3, deciderà se interromperne l’assunzione o ridurne la dose.

La vitamina D aiuta ad alleviare il dolore

Meccanismo d’azione della vitamina D

La vitamina D è importante per le funzionalità nervose ed è legata all’insorgenza del dolore, ma non è ancora del tutto chiaro in che modo eserciti le sue proprietà analgesiche. I ricercatori presumono che riduca la quantità di sostanze infiammatorie, come ad esempio le prostaglandine, che hanno un ruolo importante nei dolori di natura infiammatoria. Svariati studi osservazionali hanno mostrato una correlazione tra nevralgie e carenza di vitamina D. Le persone che hanno un apporto insufficiente di vitamina D soffrono ad esempio di forti dolori muscolari e ossei.

Tuttavia, un meta-studio non ha rilevato alcun beneficio evidente associato alla vitamina D nel trattamento dei dolori rispetto a un placebo. I ricercatori ipotizzano che il livello di vitamina D sia determinante per ottenere effetti positivi. Se i soggetti in studio presentavano una carenza, i loro dolori potevano essere meglio alleviati con la vitamina D. I risultati più promettenti sono quelli ottenuti nel trattamento dei dolori dovuti a fibromialgia e dei dolori muscolari e ossei.

Occorre tuttavia valutare ulteriormente se la vitamina D sia in grado di alleviare i dolori anche in pazienti con un livello di vitamina D sufficiente. In ogni caso, chi soffre di dolori cronici dovrebbe sempre intervenire per compensare un’eventuale carenza di vitamina D.

Dosaggio e consigli sull’assunzione della vitamina D

In caso di dolori cronici o ricorrenti, gli esperti in micronutrienti consigliano di assumere ogni giorno da 1.000 a 2.000 unità internazionali di vitamina D, la cui dose esatta dipende dall’apporto individuale di vitamina D, che il medico può determinare con precisione mediante analisi del sangue. In caso di carenza, tuttavia, il medico potrebbe prescrivere una dose maggiore per un determinato periodo di tempo. Per maggiori informazioni sul corretto dosaggio della vitamina D, leggete qui.

La vitamina D è liposolubile, quindi andrebbe assunta insieme ai pasti, perché in questo modo può essere meglio assorbita dall’organismo.

Determinazione dei livelli di vitamina D in laboratorio

Chi soffre di dolori cronici o ricorrenti dovrebbe sottoporsi a controlli regolari del livello di vitamina D, meglio se due volte all’anno. A tal fine si calcola la presenza del calcidiolo (vitamina 25-OH-D), la forma di trasporto della vitamina D, nel siero, ovvero la componente liquida del sangue priva di cellule ematiche. I valori ottimali sono compresi tra 40 e 60 nanogrammi per millilitro.

Uomo seduto in un campo assolato insieme al suo cane
Chi soffre di dolore cronico in inverno dovrebbe controllare i propri livelli di vitamina D. In questa stagione, infatti, molte persone presentano una carenza di vitamina D, che può essere compensata con degli integratori, particolarmente utili per i pazienti affetti da disturbi cronici. Immagine: Chalabala/iStock/Getty Images Plus

Vitamina D: da considerare in caso di malattie e assunzione di farmaci

Le persone affette da malattie renali non dovrebbero assumere vitamina D senza aver prima consultato il medico, poiché la vitamina D aumenta i livelli ematici del calcio. I reni malati non sono infatti in grado di eliminare il calcio in eccesso, causando un possibile sovradosaggio. Anche chi soffre di calcoli renali deve fare molta attenzione.

La vitamina D non dovrebbe essere assunta in caso di sarcoidosi (malattia di Boeck), una malattia infiammatoria del tessuto connettivo. Chi soffre di questa patologia presenta spesso livelli ematici di calcio elevati, che potrebbero aumentare ulteriormente in seguito all’apporto di vitamina D.

I diuretici tiazidici riducono la capacità dei reni di eliminare il calcio, che così si accumula nel sangue. Poiché la vitamina D aumenta il livello di calcio nel sangue, dovrebbe essere assunta insieme ai tiazidici solo se il livello di calcio viene controllato regolarmente. I principi attivi in questione sono l’idroclorotiazide (Idroclorotiazide®, Esidrex®), l’indapamide (ad esempio Damide®, Ipamix®) e la xipamide (ad esempio Aquafor®, Neotri®).

La vitamina E contrasta i dolori e lo stress ossidativo

Meccanismo d’azione della vitamina E

La vitamina E allevia i dolori perché riduce la produzione di sostanze infiammatorie (prostaglandine). In quanto antiossidante, riduce anche lo stress ossidativo, che contribuisce ad aumentare l’attività infiammatoria e a danneggiare ulteriormente i tessuti. I pazienti artritici, ad esempio, presentano livelli di vitamina E inferiori rispetto ai soggetti sani e soffrono maggiormente di stress ossidativo.

Grazie alle sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, la vitamina E potrebbe alleviare i disturbi legati all’artrosi, come risulta da una meta-analisi di vari studi, sebbene tale effetto non sia dimostrato in tutti gli studi presi in esame. Anche i pazienti che soffrono di artrite reumatoide, ovvero di infiammazioni articolari di natura reumatica, potrebbero trarre beneficio dalla vitamina E. Uno studio clinico ha dimostrato che la sua assunzione quotidiana migliorava leggermente i dolori dei pazienti.

Inoltre, è possibile che sia utile nei dolori mestruali e, in combinazione con la vitamina C, anche in quelli dovuti all’endometriosi, come dimostrato da alcuni studi clinici. L’endometriosi è una malattia cronica nella quale il tessuto che riveste la cavità uterina si trova all’esterno dell’utero e causa dolore soprattutto durante il ciclo mestruale.

I primi risultati ottenuti sono promettenti e incoraggiano a utilizzare la vitamina E per lenire il dolore. Sono tuttavia necessari ulteriori studi che confermino l’efficacia in tutte le persone che soffrono di endometriosi.

Dosaggio e consigli sull’assunzione della vitamina E

Come analgesico, gli esperti in micronutrienti consigliano da 20 a 50 milligrammi di vitamina E al giorno, preferibilmente sotto forma di integratori che contengano tocoferoli e tocotrienoli.

Potrebbe essere utile anche una terapia a base di vitamina E, da concordare sempre prima con il proprio medico. Nella maggior parte dei casi i medici consigliano tra 130 e 300 milligrammi al giorno, ma senza un consulto specialistico non si dovrebbe superare la dose di 50 milligrammi. Alla lunga l’assunzione di vitamina E potrebbe anche causare un sovradosaggio.

La vitamina E andrebbe assunta insieme ai pasti, perché i grassi contenuti negli alimenti ne aumentano l’assorbimento a livello intestinale. Inoltre, è consigliabile combinarla con la vitamina C, che serve all’organismo per rigenerare la vitamina E dopo che essa ha intercettato i radicali liberi.

Vitamina E: da considerare in caso di malattie, assunzione di farmaci, fumo e prima di interventi chirurgici

L’insufficienza digestiva (malassorbimento) causa, tra l’altro, un insufficiente assorbimento di vitamina K, una cui grave carenza può aumentare sensibilmente il rischio di emorragie. La vitamina E andrebbe presa solo una volta compensata la carenza di vitamina K, perché in caso contrario aumenterebbe ulteriormente il rischio di emorragie.

Una dose elevata di vitamina E (oltre 50 milligrammi) può potenziare l’effetto degli anticoagulanti, ad esempio i derivati cumarinici come l’etil biscoumacetato, il fenprocumone e il warfarin (Coumadin®), e interagire con l’acido acetilsalicilico (Aspirina®) il dabigatran (Pradaxa®), il rivaroxaban (Xarelto®) o l’edoxaban (Lixiana®).

A causa delle sue proprietà anticoagulanti, si consiglia di evitare l’assunzione di dosi elevate di integratori di vitamina E a partire da 14 giorni prima di un intervento chirurgico.

I fumatori non dovrebbero superare una dose giornaliera di 50 milligrammi, poiché esposti al pericolo di emorragia cerebrale e a un lieve aumento del rischio di cancro ai polmoni. I fumatori non dovrebbero neppure assumere dosi elevate di vitamina E, soprattutto sotto forma di alfa-tocoferolo.

La vitamina C allevia il dolore, in particolare dopo interventi chirurgici

Meccanismo d’azione della vitamina C

Alimenti ricchi di vitamina C
La vitamina C è presente in moltissimi alimenti e, oltre ad avere proprietà analgesiche, è indispensabile anche per la cicatrizzazione delle ferite. Inoltre, si dimostra un rimedio efficace soprattutto per alleviare i dolori post-operatori. Immagine: yulka3ice/iStock/Getty Images Plus

La vitamina C ha effetti analgesici, sebbene il motivo non sia ancora chiaro. Si presume che siano frutto di una correlazione di meccanismi diversi.

  • La vitamina C è un antiossidante che protegge le cellule dallo stress ossidativo, che a sua volta provoca danni ai tessuti e dolori.
  • Possiede anche proprietà antinfiammatorie e interviene nei processi di guarigione delle ferite che, se cicatrizzano male, causano dolori prolungati.
  • La vitamina C è necessaria per la produzione di noradrenalina e serotonina, i neurotrasmettitori responsabili del controllo del dolore.

Nonostante la correlazione tra apporto di vitamina C e dolore debba ancora essere studiata in modo approfondito, gli studi osservazionali condotti finora dimostrano già un possibile legame. I pazienti che soffrivano di dolori da herpes zoster o di artrite e di dolori a collo e schiena presentavano livelli ematici di vitamina C inferiori alla norma.

Un’analisi che ha preso in considerazione tre studi clinici ha confermato che la vitamina C allevia i dolori post-operatori, come dimostrato anche da altre meta-analisi. Solo i risultati di uno studio non hanno rivelato alcun beneficio dall’assunzione della vitamina C.

Studi preliminari hanno mostrato che potrebbero trarne giovamento anche i pazienti che soffrono di dolori artritici o del morbo di Paget. Sembra inoltre che, in caso di artrite, la somministrazione per via endovenosa sia più efficace di quella orale. Due studi preliminari e uno studio clinico condotto su un numero ridotto di soggetti hanno anche mostrato che la vitamina C allevia i dolori legati all’herpes zoster se somministrata in vena. Oltre il 90 percento dei pazienti ha infatti riferito un miglioramento.

La vitamina C può essere utile soprattutto in caso di dolori post-operatori, mentre sono necessari ulteriori studi clinici per confermare la sua efficacia anche in presenza di altre tipologie di dolore. Tuttavia, considerati i risultati promettenti, vale la pena provare ad assumerla.

Dosaggio e consigli sull’assunzione della vitamina C

In caso di dolori, gli esperti in micronutrienti consigliano in linea generale da 500 a 1.000 milligrammi di vitamina C al giorno, preferibilmente insieme ai pasti per evitare disturbi gastrici in persone sensibili. La dose totale andrebbe inoltre distribuita durante la giornata, ad esempio in tre dosi da 250 milligrammi, perché il suo assorbimento a livello intestinale diminuisce con l’aumentare della quantità assunta.

In caso di herpes zoster i medici specializzati in micronutrienti somministrano la vitamina C tramite infusione direttamente in vena.

Consiglio

La vitamina C è disponibile in diverse forme. La più vantaggiosa è quella a rilascio ritardato, perché elimina la necessità di più assunzioni nel corso della giornata. In questo caso la vitamina C è "impacchettata" in modo da essere liberata in un arco massimo di dodici ore, così da ottenere un livello di efficacia costante nel sangue.

Vitamina C: da considerare in caso di malattie e assunzione di farmaci

Chi soffre di calcoli renali non dovrebbe superare i 1.000 milligrammi al giorno, poiché parte della vitamina C viene metabolizzata nell’organismo come acido ossalico, che si lega al calcio formando i cosiddetti calcoli di ossalato di calcio.

In caso di insufficienza renale non si dovrebbero assumere dosi elevate (oltre 500 milligrammi al giorno) di vitamina C, poiché i reni malati non riescono a gestirla, con conseguente sviluppo di calcoli urinari e depositi di ossalato nei tessuti.

Poiché la vitamina C migliora l’assorbimento del ferro, chi soffre di emocromatosi, una malattia dovuta all’accumulo di notevoli quantità di ferro, dovrebbe assumerne dosi più elevate solo sotto controllo medico.

In un esperimento sugli animali, la vitamina C ha ridotto l’efficacia del bortezomib (nome commerciale Velcade®), un farmaco antileucemico, pertanto la sua assunzione in concomitanza con una terapia di questo tipo va preventivamente valutata con il proprio medico.

Il resveratrolo blocca gli enzimi del dolore e potrebbe così ridurre le nevralgie

Meccanismo d’azione del resveratrolo

Il resveratrolo, un flavonoide, ha proprietà antinfiammatorie e analgesiche perché è in grado di bloccare determinati enzimi (ciclossigenasi), responsabili tra l’altro della produzione di neurotrasmettitori che scatenano le infezioni e provocano dolore.

Uno studio clinico ha confermato gli effetti analgesici del resveratrolo sulle donne in menopausa. Le donne che avevano assunto il resveratrolo soffrivano meno di dolori rispetto alle partecipanti allo studio che avevano ricevuto un placebo. Inoltre, un altro studio clinico ha mostrato che il resveratrolo procurava giovamento anche a soggetti con dolori di natura artritica.

Sarà ora necessario condurre altri studi per confermare se il resveratrolo sia efficace contro ogni tipologia di dolore. Vale comunque la pena tentare.

Dosaggio e consigli sull’assunzione del resveratrolo

Formula chimica del resveratrolo
Analogamente agli analgesici, il resveratrolo blocca determinati enzimi che producono i mediatori del dolore. Il resveratrolo potrebbe avere proprietà analgesiche naturali, sebbene non siano ancora stati condotti studi clinici su gruppi consistenti di soggetti. Immagine: Zerbor/iStock/Getty Images Plus

Per alleviare i dolori si consigliano 150 milligrammi di resveratrolo al giorno, preferibilmente insieme ai pasti con dei liquidi. La mattina è il momento migliore per l’assunzione.

Resveratrolo: da considerare in caso di assunzione di farmaci

Il resveratrolo potrebbe amplificare l’azione degli anticoagulanti, tra cui l’acido acetilsalicilico (Flectadol®, Aspirina®) e il warfarin (Coumadin®). Chi assume questi farmaci dovrebbe quindi consultare il proprio medico, che può eventualmente controllare il tempo di coagulazione del sangue (tempo di protrombina o di Quick) e, se necessario, regolare la dose dell’anticoagulante.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere consigliate in caso di dolori

 

Vitamine

Vitamina B1

da 2 a 5 milligrammi (mg)

Vitamina B6

da 2 a 5 milligrammi

Vitamina B12

da 10 a 50 microgrammi (µg)

Acido folico

da 200 a 400 microgrammi

Biotina

da 50 a 100 microgrammi

Vitamina D

da 1.000 a 2.000 unità internazionali (UI)

Vitamina E

da 20 a 50 milligrammi (previo consulto medico: da 130 a 300 milligrammi)

Vitamina C

da 500 a 1.000 milligrammi

  
 

Minerali

Magnesio

da 300 a 600 milligrammi

  
 

Altro

Acidi grassi omega-3

da 1.000 a 2.000 milligrammi (con un elevato contenuto di EPA)

Resveratrolo

150 milligrammi

 

 

Esami di laboratorio consigliati in breve

Esami del sangue consigliati in caso di dolore

 

Valori normali

Magnesio (sangue intero)

da 1,38 a 1,50 millimoli per litro (mmol/l)

Indice omega-3

superiore all’8 percento (%)

Vitamina D

da 40 a 60 nanogrammi per millilitro (ng/ml)

Classificazione

Sostegno ai farmaci tramite i micronutrienti

Le vitamine del gruppo B e la vitamina E supportano gli analgesici antinfiammatori

Grazie alle loro proprietà analgesiche, le vitamine del gruppo B potenziano l’azione degli antidolorifici, in particolare degli antinfiammatori non steroidei (FANS) come l’ibuprofene (Antalgil®, Brufen®, Buscofen®) e il diclofenac (Dealgic®, Dicloreum®, Voltadol®). Diversi studi, alcuni clinici, hanno mostrato che le vitamine del gruppo B, da sole o combinate, possono migliorare l’effetto analgesico dei FANS, soprattutto del diclofenac.

La dose giornaliera consigliata è compresa tra 250 e 1.000 microgrammi per la vitamina B12, tra 50 e 100 milligrammi per le vitamine B1 e B6 e tra 400 e 1.000 microgrammi per l’acido folico.

Anche la vitamina E può favorire l’azione analgesica dei FANS grazie alle sue proprietà antinfiammatorie. Gli esperti in micronutrienti consigliano di assumerne da 65 a 130 milligrammi al giorno.

Come prevenire gli effetti collaterali del paracetamolo e dell’acido acetilsalicilico

A dosi elevate il paracetamolo (ad esempio Acetamol®, Efferalgan®, Paracetamolo Sandoz®) può causare danni al fegato, quindi si consiglia di assumerne il meno possibile. Per proteggere il fegato gli esperti in micronutrienti consigliano 150 milligrammi di N-acetilcisteina al giorno, che mitigano l’effetto nocivo del paracetamolo.

L’assunzione regolare di acido acetilsalicilico (Aspirina®, Flectadol®, Aspirinetta®) può ridurre la quantità di vitamina C nella mucosa gastrica. Poiché le proprietà antiossidanti della vitamina C sono importanti per proteggere la mucosa dai danni, per ovviare a una possibile carenza si consiglia l’assunzione di 1.000 milligrammi al giorno di vitamina C. Questa dose protegge anche lo stomaco e migliora la tolleranza dell’acido acetilsalicilico.

La vitamina C migliora l’effetto degli oppioidi

La vitamina C può supportare l’efficacia degli oppioidi analgesici. Il suo effetto è stato oggetto di numerosi studi, alcuni clinici, che hanno coinvolto anche pazienti con tumore cui era stato rimosso l’intestino crasso. La somministrazione di vitamina C per via endovenosa consentiva di alleviare i dolori post-operatori e ridurre la necessità di ricorrere agli oppioidi.

Inoltre, quando i pazienti assumevano la vitamina C, era possibile ridurre la somministrazione di antidolorifici. La vitamina C è risultata efficace anche nell’alleviare altri dolori post-operatori, ad esempio a seguito dell’asportazione delle tonsille.

L’apporto di questa vitamina è importante, perché alcuni pazienti che assumono oppioidi rischiano di soffrire di carenza. Gli oppioidi possono ad esempio causare perdita di appetito e disturbi gastrointestinali come nausea e vomito, che potrebbero a loro volta portare a una generale carenza di micronutrienti.

Per evitarlo, si consigliano 500 milligrammi di vitamina C al giorno, mentre per sostenere l’efficacia di una terapia a base di oppioidi e favorire l’effetto analgesico sono necessarie dosi quotidiane superiori, pari a 1.000-5.000 milligrammi.

Dosaggi in breve

Dosi giornaliere consigliate in caso di assunzione di farmaci

FANS (come diclofenac e ibuprofene)

 

Vitamina B1

da 50 a 100 milligrammi (mg)

Vitamina B6

da 50 a 100 milligrammi

Vitamina B12

da 250 a 1.000 microgrammi (µg)

Acido folico

da 400 a 1.000 microgrammi

Vitamina E

da 65 a 130 milligrammi

  

Acido acetilsalicilico

 

Vitamina C

1.000 milligrammi

  

Paracetamolo

 

N-acetilcisteina

150 milligrammi

  

Oppioidi

 

Vitamina C

Per prevenire una carenza: 500 milligrammi

A supporto dell’efficacia: da 1.000 a 5.000 milligrammi

 

 

Classificazione

Riepilogo

Il dolore è un disturbo frequente e può avere le cause più diverse. Nella maggior parte dei casi viene curato con farmaci come gli antinfiammatori non steroidei o gli oppioidi, ma anche le vitamine e i minerali hanno proprietà analgesiche.

Le vitamine del gruppo B regolano i mediatori del dolore e sono in grado di alleviare diverse tipologie di dolore. Il magnesio riduce invece la percezione del dolore perché blocca i punti di ancoraggio di tali mediatori. Anche gli acidi grassi omega-3 favoriscono la produzione di sostanze antinfiammatorie e potrebbero evitare che il dolore diventi cronico. Dall’assunzione di vitamina D traggono giovamento soprattutto le persone che ne sono carenti.

La vitamina E cattura i radicali liberi e combatte così lo stress ossidativo, correlato al dolore. La vitamina C risulta efficace soprattutto in caso di dolori post-operatori. Anche il resveratrolo, un flavonoide, potrebbe contrastare i dolori, soprattutto quelli di origine artritica.

I micronutrienti sostengono anche l’effetto degli analgesici. Le vitamine del gruppo B e la vitamina E, ad esempio, aumentano l’efficacia degli antinfiammatori non steroidei. L’N-acetilcisteina protegge il fegato dagli effetti nocivi del paracetamolo, mentre la vitamina C rafforza la mucosa gastrica contro i danni causati dall’acido acetilsalicilico, oltre a potenziare l’effetto degli oppioidi, riducendone il fabbisogno.

Classificazione

Indice degli studi e delle fonti

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